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Internazionale

Intervista ai Different DNA: il nuovo singolo “Di Cristallo”, l’Italia e Gardaland

Da venerdì 8 ottobre sarà disponibile in rotazione radiofonica “Di Cristallo” (BK Records), il nuovo singolo dei Different DNA.Di cristallo” è una canzone arrivata direttamente dagli anni ’80 viaggiando su una macchina del tempo che vuole condensare e cristallizzare lo spirito di quella che per il gruppo è la decade più rappresentativa della pop music, quella che più di tutte li ha influenzati, reinterpretata attraverso un sound contemporaneo. È una canzone che parla di ricordi, di un amore finito, ma musicalmente è un tributo ad un’era di cui i Different DNA saranno per sempre innamorati. Per quest’occasione, abbiamo li abbiamo incontrati a Milano e abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Evgeny, il cantante. Ecco com’è andata!

  1. Qual è il vostro legame con l’Italia?
    La prima volta che ho visitato l’Italia quando ero studente. E non ci crederai, ma il primo lavoro come cantante della mia vita è stato a GardaLand. Inoltre, l’autore di tutte le canzoni di Different DNA e fondatore del progetto, Boris Kotelskiy, vive a Milano da molti anni. Come potete vedere siamo molto vicini all’Italia.
  2. Avevate mai realizzato un brano cantato in italiano? Com’è andata?
    Di Cristallo è la nostra prima canzone in assoluto in italiano. Il nostro primo album è uscito circa 7 mesi fa, abbiamo ricevuto un’ottima risposta in tutto il mondo, specialmente su Spotify! Gli Stati Uniti, il Canada, l’Inghilterra, i Paesi Bassi e i paesi del Nord Europa ci hanno aiutato molto! Il nostro album ha già guadagnato circa 250mila stream. Ma in qualche modo l’Italia non era la più attiva a questo punto. Ecco perché abbiamo deciso di fare una delle nostre canzoni preferite in italiano. E ora puoi ascoltare “Di Cristallo” su tutte le principali piattaforme digitali! A proposito, a molti russi che hanno già ascoltato Di Cristallo in italiano questa canzone piace tanto!
  3. Più in generale, come nasce di solito un brano dei Different DNA?
    Di solito Boris compone la canzone al pianoforte e mi invia la prima versione demo. Quindi, se la canzone funziona bene con la mia voce, iniziamo a lavorare sui dettagli della melodia, sull’arrangiamento, ecc. Fortunatamente abbiamo un fantastico produttore del suono e ingegneri del mastering e ci aiutano molto a ricevere finalmente un suono sorprendente e moderno.
  4. Hai mai pensato a un talento o a un lancio televisivo italiano per il progetto dei Different DNA?
    Sinceramente non ci ho mai pensato. È un’idea interessante, ma alcuni anni fa ho preso parte ai programmi televisivi russi “Voice” e “The X Factor” che mi hanno dato una grande esperienza e conoscenza di come esibirmi sul palco. Non so cos’altro posso prendere da questi concorsi. Ma sai, mai dire mai. Se servirà a Different DNA posso pensarci!
    E naturalmente siamo pronti a partecipare come ospiti a qualsiasi buon programma televisivo italiano. Sarebbe un’esperienza fantastica e potrebbe aiutarci molto ad essere ascoltati da un pubblico più vasto!


  5. Quali sono i luoghi di Milano dove ci portereste?
    Mi piace Piazza Sant’Alessandro, la zona dell’Arco della Pace, The Roof Milano in The Square Hotel con la bellissima vista panoramica, il ristorante Langosteria e molti altri posti carini. E ovviamente Brera.
  6. Prossimi passi?
    Abbiamo già iniziato a lavorare sui singoli completamente nuovi. Ma molto presto potrete ascoltare e guardare tre dei nostri brani in versione ballata/acustica. Solo la mia voce e il pianoforte di Boris. Sono sicuro che ti piacerà!

foto di Simone Pezzolati

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“Butterfly Radio” è il disco di debutto di Sebaa

Esce giovedì 21 ottobre 2021 per Waves Music Agency Butterfly Radio, l’EP di debutto di Sebaa. Un nuovo mondo stratificato e complesso di influenze, rigorosamente senza genere. Sebaa è dunque un rapper atipico: la musica diventa uno strumento per dire la propria, un esercizio di stile per migliorarsi. Solitamente in un programma radiofonico vengono trasmessi brani di artisti diversi dello stesso genere. In questo caso però, tutto si ribalta: l’artista è uno solo e i generi e le influenze cambiano di brano in brano. Ecco la Butterfly Radio di Sebaa! 
 

Butterfly Radio racconta di me nel periodo antecedente alla pandemia; profuma di normalità.  Ogni brano di questo EP è una dedica a un artista che mi ha formato e che è stato essenziale per la mia crescita personale e artistica. La produzione è stata curata da Luca Moreale e Alberto Chiavone che mi hanno supportato (e sopportato) e che sono stati in grado di trasformare i miei pensieri in musica, aiutandomi a crescere e a conoscermi meglio. È un disco rap influenzato da molti generi differenti, necessari ad esprimere me stesso in un quadro che sia il più completo possibile. Butterfly Radio è il mio biglietto da visita, senza pretese. Buon viaggio.

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BIO
Sebaa, all’anagrafe Durì Sebastiano, classe 2000.

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“E quindi voglio cadere” è il nuovo singolo di Marat

Esce mercoledì 20 ottobre 2021 E quindi voglio cadere, il nuovo singolo di Marat (il progetto solista della cantautrice romana Marta Lucchesini): un nuovo capitolo, un cambio di percorso che suona come una canzone d’odio, che suona come una canzone d’amore, con la presenza di un ukulele che guida la disillusione di un musicista in Italia nel 2021. 
 

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BIO:

Marta Lucchesini, cantautrice e polistrumentista, nasce a Monterotondo (Roma) nel 1995. Già a 14 anni inizia a suonare con una band prog e a 17 anni fonda il duo acustico-elettronico ShareHazard, aprendo anche il concerto di Riccardo Sinigallia. In seguito comincia a scrivere e comporre arrivando finalista al Premio De Andrè con il brano “Urgenza Particolare”. Dopo essersi diplomata a Officina Pasolini, laboratorio sulla canzone creato da Tosca, con la presenza di Piero Fabrizi, Pietro Cantarelli, Niccolò Fabi e tanti altri, nel febbraio 2017 debutta con l’EP “Le Facce” sotto il nome d’arte “Marat”, con la produzione artistica di Luca Bellanova, vincendo il premio Matteo Blasi (2018), il Duel – Cantautori A Confronto e arrivando in semifinale a Musicultura. Nel 2019 vince la Targa Tenco per il miglior Disco a Progetto con il collettivo Adoriza. Partecipa alle finali di Fiat Music di Red Ronnie e alla sua trasmissione il Barone Rosso. In seguito prende parte a numerosi festival tra cui Meeting del mare, il Mei e il Reset Festival. Nel 2020 si laurea al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in “Composizione per la musica applicata alle immagini”. Attualmente lavora nel campo della musica per le immagini. Al Festival del Cinema di Venezia 2021 debutta con il docufilm di Sabina Guzzanti “Spin time – Che fatica la democrazia!” firmando la colonna sonora originale insieme al compositore Giorgio Giampà.

L’ambientazione ideale di questo progetto è il palco. La musica suonata, l’intesa, i discorsi al microfono, sono le base su cui si fonda la personalità musicale di Marat. Le canzoni, grazie al palco e al pubblico, acquistano comunicabilità e forza. I testi sono surreali, scherzosi, quasi teatrali e grazie a queste caratteristiche interpretabili in moltissimi modi diversi. Toccano i temi più disparati però sempre e comunque con la massima libertà di esprimere concetti pazzi o pesanti con naturalezza. Il punto di vista di Marat è di non cedere all’idea che esistano dei confini, ma di dare forza a quella secondo la quale c’è fluidità tra la nostra quotidianità e la poesia che essa genera.

IG: MARAT_LUCCHESINI
FB: /MARATUFFICIALE

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“Gios3” è il nuovo singolo di Muriel

Esce mercoledì 20 ottobre 2021 (distr. Believe) Gios3, il nuovo singolo di Muriel, il primo e unico brano d’amore della cantautrice pop: una relazione a distanza, la pioggia e i tatuaggi di cui in fondo non ci pente mai abbastanza. Una voce fuori dal coro che porta oggi un brano che parla dell’amore più quotidiano e atipico, facendo a botte col sonno. 


Parlarti e non sentire il tuo profumo sai mi fa un po’ male”, si, perché iniziare una relazione a distanza è tutto fuorché facile e piacevole. Riconosci la sua voce, ricordi il neo che ha sul viso o le fotografie appese sulla parete della sua camera, lui sa perfino del rapporto tormentato che hai avuto con tuo padre, eppure fatichi ad aver presente le forme del suo corpo, la sua pelle al tatto ed il profumo che ha. Io così egoista ed emancipata avevo perfino posticipato la mia partenza per Londra per lui, in pratica ci dividevano solo cinque ore di macchina. Man a mano i suoi problemi diventavano i miei, o forse più viceversa, non avevo mai amato in maniera leale, pura, normale. Fabrizio mi ha fatta diventare donna. 

E poi una delle decisioni più difficili ma allo stesso tempo spontanee della mia vita, cambiare città per amore. La nostra casa, fatta ad immagine e somiglianza di due ragazzi con dieci anni di differenza e due vite apparentemente opposte. “Strappami il vestito come fosse carta da regali” dico, perché dopo tutto questo tempo la voglia di avermi non è mai cambiata. Lo stupore nel guardarmi è sempre lo stesso. Per me lui è B, è questo il suo nome e quando piove, mi piace pensare che il cielo si commuova guardando la storia d’amore che ci siamo creati. Ma io continuo ad essere marcia dentro, delle volte, e “faccio a botte col sonno, prendo a pugni l’orgoglio” per evitare di replicare gli errori commessi in passato. Parlo di giostre, di lunapark, perché una delle sue prime frasi fu una cosa come “non siamo tipi da un giro di giostra e via, noi il lunapark ce lo facciamo tutto, ancora, ancora e ancora”. Fu il primo tatuaggio che mi fece in una sera di un freddo novembre. Ci conoscevamo da qualche settimana ed avevo già il suo tratto, indelebile, sul mio polso. Aveva capito che saremmo finiti con l’amarci più di noi stessi, che non si sarebbe trattato di una semplice nottata passata tra i palazzi grigi di Milano. Vi presento la mia prima, spero ultima, canzone d’amore, il mio regalo alla mia persona preferita, all’uomo che la vita mi ha dato l’onore di incontrare. 

Devo sicuro aver fatto qualcosa di buono per meritarmi tutto questo.

 

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BIO:

Nata sotto il segno della bilancia eppure tutt’altro che equilibrata. 
Alla costellazione certo è che deve però la sua eleganza, la sua precisione paranoica e la sua severità auto persecutoria. Si è costruita un mondo tutto suo, unica via di fuga quando quello reale le sta troppo stretto. Il suo nome d’arte non poteva non essere quello che i suoi genitori le regalarono una ventina di anni fa. Muriel significa “mare lucente” ed è proprio la luce ciò che più la caratterizza.  Anche perché Mitzuko, quello attribuitegli da un maestro buddista poco dopo la sua nascita, corrisponde al concetto di “figlia luminosa”. Impossibili sono la rassegnazione e l’arresa, la sua malinconia e le crisi di ansia le esibisce senza vergogna, e dunque è forse per questo che arranca nel buio con tanta disinvoltura. Perché ci sta bene lì in mezzo. 

Ma parlando di musica, un ricordo ancestrale è sicuramente “Dummy” dei Portishead, che ancora oggi rappresenta un toccasana per i suoi tanto amati attacchi di panico. Tra gli altri artisti ereditati dal padre ci sono Radiohead, dEUS, Pogues, U2, AC-DC, Police, Beatles e chissà quanti altri, difatti deve parte della sua cultura musicale a chi l’ha cresciuta. A tre anni la prima “canzone”, documento casualmente e fortunatamente registrato e tuttora disponibile. Poi i palchi insieme al genitore chitarrista, lo slalom tra i pedalini disposti sul tappeto di casa. Ad undici la prima band. E dopo? Dopo arriva l’adolescenza, quel terribile buco nero capace di inghiottire ogni cosa, anche la propria essenza. Se ne va di casa per seguire un amore malato, la vita sregolata e la libertà malsana. Un paio d’anni dopo, non appena maggiorenne, con la speranza di ritrovare se stessa parte per l’estero dove si avvicina al mondo della moda e della notte. 

Studia, lavora, allestisce vetrine tra le strade di Londra durante l’inverno, mentre impara a mettere a tempo i dischi e si innamora del clubbing Ibizenco nei mesi estivi. È nel 2019 che la musica va a cercare Muriel, la trova e se la porta a casa con se. Ritornata in Italia con uno scopo ben preciso, quello di suonare, da vita al suo primo progetto. Si tratta di una parentesi ma breve ma fondamentale nella ricerca del suo orientamento artistico. Difatti solo scrivendo un disco elettronico in inglese si rende conto di quanto l’italiano sia fondamentale per arrivare a chi l’ascolta. Se dapprima trova difficile scrivere nella sua lingua madre, nel giro di qualche settimana questa finisce per essere il suo unico mezzo di espressione. La sua musica è la sua valvola di sfogo, la sua consigliera, la sua seduta psicologica gratuita. Si comprende riascoltando la sua voce, si perdona. Ed è ciò che spera di poter dare a chiunque là fuori, un rifugio, una spalla su cui piangere, un’amica con cui confidarsi. Per quanto la sua arte sia appena nata, dunque subirà un’evoluzione, mille influenze, cambiamenti, certo è che la personificazione dei suoi testi rimarrà sempre la stessa, perché è la sua natura quella di far vivere le parole.

https://www.instagram.com/itsmurielbassi/

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“Daddy Issues” è il nuovo singolo di Anna Soares

Esce giovedì 21 ottobre 2021 Daddy Issues, il nuovo singolo di Anna Soares (per Lost Generation Records in distribuzione Believe Digita). Daddy Issues è un compendio sul complesso di Elettra di matrice freudiana, rivisitato in una chiave intimista e sofferta. Legami ridisegnati, attrazione e repulsione, dolore e inevitabilità: esattamente come nel bondage, in cui la legatura è simbolo di appartenenza viscerale, ma anche qualcosa di estremamente difficile da affrontare sia fisicamente che psicologicamente. Una voce suadente, un basso pulsante ed un sound minimale sono gli elementi di un’elettronica che va oltre la forma canzone: è un’esperienza.
 

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BIO: 
Cantante, cantautrice e producer, studia canto lirico, jazz e sperimentale, piano jazz per passare successivamente ai synth. Dopo due anni di collaborazioni con artisti dislocati in varie parti del mondo, sperimentazioni di songwriting e di produzione, plasma un nuovo genere sonoro a sfondo BDSM, reinterpretando gli schemi canonici dell’elettronica. Le sonorità dark si miscelano con testi che evocano la sacralità dell’universo sessuale. Ha sviluppato una naturalezza e maturità nelle performance riconoscibile ed ipnotica grazie all’esperienza nei live dal 2014 tra club ed eventi. Il background stilistico attinge da artisti quali i Massive AttackPortishead e Burial, pur evocando nella voce reminiscenze di matrice jazz. L’estetica si rifà invece a quelli che sono gli elementi della comunità kinky e dalla cultura del boudoir.

https://www.instagram.com/annasoaresmusic/

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“Coltelli” è il nuovo singolo dei The Heron Temple

Esce mercoledì 20 ottobre 2021 Coltelli, il nuovo singolo dei The Heron Temple. Un nuovo capitolo che ci accompagna all’uscita del primo disco in uscita a fine anno, per il duo electro-pop siciliano che segue il precedente singolo estivo Sciogliersi un po’. Un brano che suona come una dichiarazione d’amore e d’intenti, in un contesto in cui il rapporto vive della dicotomia tra il bene ed il male. Affrontare il diverso essendone attratti, ma con la consapevolezza di essere già destinati a perdere. Nutrirsi del dolore per vivere una rinascita costante. 
 

“Coltelli” nasce quasi di getto, senza troppi filtri e modifiche al testo. Quando abbiamo iniziato la stesura del brano, avevamo in mente già la melodia e volevamo che la canzone richiamasse un immaginario crudo, duro, forte. In “Coltelli” non vogliamo che la realtà venga in alcun modo addolcita: nutrirsi del dolore fa parte della crescita di ognuno di noi e dobbiamo affrontarlo con consapevolezza. 

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Valerio Panzavecchia – Voce, Chitarra
Vincent Hank – Voce, Synth
Roberto Cammarata: Basso
Dario Mangiaracina: Synth 

Registrata presso “BlackStar Recording Studio” (MI) e “I Candelai – Fat Sounds” (PA)
Mix: Marco Caldera
Mastering: Giovanni Versari
 

BIO:
Il progetto The Heron Temple nasce ufficialmente nel 2016 dall’incontro tra Valerio Panzavecchia e Vincent Hank e vanta sin dall’inizio idee chiare: l’intento di unire la passione per il soul, blues ed il rock del passato con la più moderna musica elettronica. Nel 2017 esce in anteprima su Rolling Stone Italia il primo singolo “Vulnerabile” che entra nella Viral 50 di Spotify e va on-air in alcune delle principali radio italiane tra cui Radio Italia, Rai Radio 1 e Radio Deejay.

Nei primi giorni del 2018 pubblicano “Milano ti divora” insieme ad un videoclip live completamente stripped. Iniziano a girare come opening act per alcuni dei migliori artisti italiani: La Rappresentante di Lista, Fabri Fibra, Fabrizio Moro, Willie Peyote, Edoardo Bennato. Nell’estate del 2019 portano in giro le loro canzoni in un tour acustico che attraverserà tutta Italia, lo stesso anno suonano al “The Boiler House” di Londra (Uk).

https://www.facebook.com/theherontemple
https://www.instagram.com/theherontemple_official/

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“E quindi voglio cadere” è il nuovo singolo di Marat

Esce mercoledì 20 ottobre 2021 E quindi voglio cadere, il nuovo singolo di Marat (il progetto solista della cantautrice romana Marta Lucchesini): un nuovo capitolo, un cambio di percorso che suona come una canzone d’odio, che suona come una canzone d’amore, con la presenza di un ukulele che guida la disillusione di un musicista in Italia nel 2021. 
 

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BIO:

Marta Lucchesini, cantautrice e polistrumentista, nasce a Monterotondo (Roma) nel 1995. Già a 14 anni inizia a suonare con una band prog e a 17 anni fonda il duo acustico-elettronico ShareHazard, aprendo anche il concerto di Riccardo Sinigallia. In seguito comincia a scrivere e comporre arrivando finalista al Premio De Andrè con il brano “Urgenza Particolare”. Dopo essersi diplomata a Officina Pasolini, laboratorio sulla canzone creato da Tosca, con la presenza di Piero Fabrizi, Pietro Cantarelli, Niccolò Fabi e tanti altri, nel febbraio 2017 debutta con l’EP “Le Facce” sotto il nome d’arte “Marat”, con la produzione artistica di Luca Bellanova, vincendo il premio Matteo Blasi (2018), il Duel – Cantautori A Confronto e arrivando in semifinale a Musicultura. Nel 2019 vince la Targa Tenco per il miglior Disco a Progetto con il collettivo Adoriza. Partecipa alle finali di Fiat Music di Red Ronnie e alla sua trasmissione il Barone Rosso. In seguito prende parte a numerosi festival tra cui Meeting del mare, il Mei e il Reset Festival. Nel 2020 si laurea al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma in “Composizione per la musica applicata alle immagini”. Attualmente lavora nel campo della musica per le immagini. Al Festival del Cinema di Venezia 2021 debutta con il docufilm di Sabina Guzzanti “Spin time – Che fatica la democrazia!” firmando la colonna sonora originale insieme al compositore Giorgio Giampà.

L’ambientazione ideale di questo progetto è il palco. La musica suonata, l’intesa, i discorsi al microfono, sono le base su cui si fonda la personalità musicale di Marat. Le canzoni, grazie al palco e al pubblico, acquistano comunicabilità e forza. I testi sono surreali, scherzosi, quasi teatrali e grazie a queste caratteristiche interpretabili in moltissimi modi diversi. Toccano i temi più disparati però sempre e comunque con la massima libertà di esprimere concetti pazzi o pesanti con naturalezza. Il punto di vista di Marat è di non cedere all’idea che esistano dei confini, ma di dare forza a quella secondo la quale c’è fluidità tra la nostra quotidianità e la poesia che essa genera.

IG: MARAT_LUCCHESINI
FB: /MARATUFFICIALE

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“Liquid” è il nuovo singolo di The 24 Project

Esce mercoledì 19 ottobre 2021 Liquid, il nuovo singolo di The 24 Project

Dopo la pubblicazione di At Home, ecco un nuovo capitolo che ci avvicina al mondo del musicista Rodolfo Liverani: brani come un flusso di coscienza dove melodie e influenze chill e ambient che si mescolano tra loro.  “Liquid“, dice Rodolfo, è un brano nel quale ho cercato di rappresentare attraverso la scelta dei suoni qualche cosa di liquido e avvolgente, come ad esempio un flusso creativo che scorre.
 

SCOPRI IL BRANO SU SPOTIFY: https://spoti.fi/3vmYmg6




BIO: 

Rodolfo Liverani è The 24 Project. Inizia a suonare il pianoforte fin da bambino ma successivamente si avvicina alla musica elettronica, sviluppando una passione per i sintetizzatori e i campionatori. Si laurea in Pop Keyboards (tastiere elettroniche) al Conservatorio A. Boito di Parma e nel frattempo inizia a suonare come tastierista in numerosi progetti musicali. Le sue influenze musicali vanno dall’hip-hop al soul ma ritrova se stesso nei suoni elettronici.

https://www.instagram.com/the24project_music/

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“Circolo vizioso” è il nuovo singolo di Inghy

Fuori da oggi venerdì 15 ottobre per Visory Indie (distr. Believe) l’ultimo singolo di Inghy, cantautrice romana classe 1996. Circolo vizioso è un pezzo dalle sonorità delicate ed avvolgenti con cui l’artista ci racconta la sua esperienza con un amore tossico e distruttivo, un brano per incoraggiare i suoi ascoltatori a rimettere insieme i cocci della propria vita e andare avanti a testa alta. La produzione del brano è stata realizzata con la collaborazione di rebtheprod e Sala.

 

Circolo vizioso è nata qualche anno fa. Come quasi tutte le mie canzoni, è nata come uno sfogo. Il brano è facilmente comprensibile, parla di un amore tossico e a senso unico. Questo tipo di amore, difficilmente ci rende lucidi, ci porta a fare cose che vanno contro noi stessi, a calpestare tutta la nostra dignità. È difficile arrendersi, perchè ogni piccolo gesto ci fa sperare e pensare che forse non siamo così tanto stupidi, invece sono menzogne. Io ho raccontato la mia storia, ho raccontato di come insistevo per qualcosa che non potevo avere con la stessa testardaggine che mi caratterizzava da bambina. Quando poi tocchiamo il fondo, se ci vogliamo bene, dobbiamo fare qualcosa per risalire. Si guarisce sempre dagli amori tossici. Io ho scritto questa canzone nello stesso momento in cui ho deciso di risalire, di “guarire”.  L’ho scritta nel momento in cui ho levato i veli dagli occhi ed ho capito che la mia serenità non poteva essere compromessa da una persona. Però quest’amore tossico mi ha insegnato tante cose, e la prima promessa che mi sono fatta è  stata: “mai più mi lascerò trascinare in basso”. Voglio dire a tutte le persone che non si sentono abbastanza, che hanno fatto di un amore la propria debolezza in maniera negativa, che stanno ostacolando la propria serenità che sta tutto nelle vostre mani. Ci vuole tempo, bisogna sbatterci la testa , ma tornare a respirare dopo un’esperienza come questa, posso assicurare che è bellissimo! 

(Inghy)

BIO:
Inghy, nome d’arte di Claudia Inghingoli, è una cantautrice romana, classe 96. Coltiva la sua passione per la musica fin da piccolissima, iniziando a studiare canto a 11 anni. A 19 continua la sua formazione presso il Saint Louis College of Music, dove attualmente frequenta il corso di songwriting. Fa parte della scuola d’arte Matemù, con la quale ha avuto la possibilità di esibirsi live in varie occasioni e partecipare allo spettacolo Bestiaccia, in scena all’Angelo Mai nel 2019.
Partecipa al progetto di Matemù, con la Matemusik band and crew, partecipando al loro primo singolo Come te, uscito nell’estate del 2021. Ha partecipato a vari contest musicali, come quello dell’ Honiro Label rientrando tra i primi 16 partecipanti su 400. A maggio 2021 è stata selezionata per partecipare al Fortuna Music Award. Porta il suo repertorio di brani inediti in giro nei vari locali della Capitale fino a pubblicare il suo primo singolo Con me nel dicembre 2020. Ad inizio 2021 firma per la sezione Indie di Visory Records e pubblica il suo secondo singolo Tra mente e cuore a Giugno 2021. Attualmente continua a lavorare ai suoi brani. Circolo vizioso è il suo ultimo singolo.

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“Malbene” è il nuovo singolo di Angelo Iannelli

Dopo l’excursus nel pop ironico e giocoso effettuato con l’ultimo singolo Poema vocale, il cantautore romano Angelo Iannelli riabbraccia melodie e atmosfere indie pop più notturne e malinconiche sul nuovo brano Malbene, in uscita il 14 ottobre 2021. Il pezzo è stato prodotto dai fratelli Alessandro e Francesco Cosentino(noti per il loro lavoro con Ariete e Franco126 fra gli altri), ed è stato per così dire fortemente influenzato dalla professione di Iannelli, che quando non indossa i panni del cantautore fa il professore di lettere in un liceo. Il titolo del brano è infatti un arcaismo da tempo scomparso dal vocabolario italiano: “malbene” vuole indicare, secondo l’accezione che ne dà l’artista, uno stato d’animo che non sia superficialmente catalogabile in termini positivi o negativi, per quelle notti in cui c’è bisogno che qualcuno ti stringa la mano nonostante tutto.

Una possibile derivazione della parola si può riscontrare già nel XIII secolo, nel sonetto La mia malinconia è tanta e tale di Cecco Angiolieri, dove è presente l’espressione “né mal né bene”. Sempre del XIII secolo potrebbe essere la prima attestazione della parola (scritta staccata), comparsa in una delle rime presenti nei Memoriali bolognesi (1279-1300), precisamente nella poesia anonima Io mi sono tutto dato a trager oro, trascritta nel Recto della seconda copertina del volume di atti n. 374 del 1300 dal notaio Isfacciato d’Antonio da Montecatini:


“Di ciò ch’un altro amante trarria pene, / spesse fïate mi fa ralegrare; / ch’i’ m’asotiglio di traer del mal bene / e de lo scuro lume.”
Di largo utilizzo letterario dal 1500 al 1700 (Stefano Guazzo, Tommaso Garzoni, Hilarion Monachus Genuensis e tanti altri autori), la parola, usata con vari significati, compare anche nelle Rime di Francesco Berni, esattamente nella Rima 53 (Capitolo secondo della peste), come dimostrano questi splendidi versi:


“In fin, questo amor proprio ha del bestiale / e l’ignoranza, che va sempre seco, / fa che ’l mal bene e ’l ben si chiama male.”
Con questa canzone la parola “malbene”, resa contemporanea dalla grafia unita, si fa strada per riprendere vita.


Ascolta Malbene: 

https://open.spotify.com/track/2V7a0OPTLq2M9Lsip8xE3a