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Comunicato stampa

“Lune Storte” è il nuovo singolo di Femmina

Dal 4 giugno è disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “LUNE STORTE”, nuovo singolo di FEMMINA. Con il suo nuovo brano, “LUNE STORTE”, FEMMINA vuole rendere omaggio alle persone lunatiche, complicate, malinconiche, agitate, tempestose: insomma, un po’ storte. Chi vive la vita lontano dagli equilibri, ma guidato dal proprio istinto, probabilmente non ottiene ciò vuole, ma si avvicina senz’altro a ciò di cui ha bisogno.

Spiega l’artista a proposito del nuovo singolo: «Credo che a chiunque capiti di svegliarsi male. Ai lunatici capita sicuramente spesso. Io sono sempre stata molto condizionata dal cielo e questo, purtroppo, non è un pregio, soprattutto per chi cerca di starti a fianco. Amo le persone non equilibrate perché vivono seguendo la sincerità dei sentimenti. La canzone è un invito all’amore, quello folle, sconsiderato, lunatico: quello che ti fa paura ma tifa sentire vivo».

Biografia
Giorgia Faraone, in arte FEMMINA, nata a Galatina (Lecce), il 29 Novembre 1992. Da sempre appassionata di musica afroamericana, si diploma in canto Jazz presso il Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Dal 2014 si esibisce in festival e rassegne internazionali, tra i quali open act Paolo Fresu per Locomotive Jazz Festival, open act Jojo Mayer ,open act Gegè Telesforo per “Summer Jazz week” ,“Bologna la strada del Jazz” con un tributo a Ella Fitzgerald, “Festival Jazz Area Metropolitana di Bologna”, e tanti altri. Nel 2017 si esibisce in apertura al concerto di Manu Chao insieme alla band salentina “Vudz” e nello stesso anno si diploma nella classe di Autori presso il Centro Europeo di Tuscolano-SCUOLA DI MOGOL. Ha collaborato con Ohm Guru, Neffa, Teo Ciavarella, e tanti altri. Il 14 agosto 2020 sale sul palco di Deejay on Stage con il singolo “Panico” edito per l’etichetta bolognese Jadda. Nel novembre 2020 pubblica i singoli “Musa” e “Vienimi a prendere”. Attualmente è impegnata insieme al producer Andrea Rossetti alla realizzazione del suo primo album. Il nuovo brano di Femmina dal titolo “Lune storte” è disponibile in digitale e in radio dal 4 giugno.

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Indie Pop

Quello che ho capito ascoltando il primo disco di NOVE

Di recente è uscito il disco d’esordio di NOVE. E ho deciso di ascoltarlo.

NOVE, numero piuttosto sfigato perché non lo usa nessuno – i sette nani, i tre porcellini, i cinque sensi, i dodici apostoli, e così via – da poco rappresenta anche il nome di una artista incazzatissima proveniente dalla Liguria. Chissà come mai le persone incazzatissime provengono tutte dalla Liguria… La cosa veramente deep di questa ragazza è che nel suo nuovo ep “Saturno” sfrutta questa incazzatura in un susseguirsi di distruzione vendicatrice, come se fosse tipo il John Wick dei sentimenti pronta a fare un macello nella maniera più tragica possibile.

Ep che si apre con lei che praticamente è torturata da uno a cui lei in maniera sfrontata gli risponde di non pensare, di non parlare e che tanto lui sul suo vocabolario mica la trova. Eh forse ha ragione, solitamente il numero nove si trova sugli abachi, ma siccome siamo moderni possiamo usare anche le ditina delle mani per cercarla.

[ Vocabolario ]

Nel brano successivo Nove, non si sa come, si è liberata dalla tortura descritta nella canzone precedente. Ora è lei pronta a menare di brutto: infatti dice sempre in maniera minacciosa “Vieni qui, vieni qui” come per dire “Non ti faccio niente amo, stai tranqui”, e invece…

[ Saturno (nel mio segno) ]

Con il terzo brano arrivano le manate pesanti, tipo i cazzottoni fortissimi alla One Punch Man. Nove qua riconosce l’abilità del suo avversario dicendogli che è megabravo a giocare a briscola e a Dungeons and Dragons però stavolta lei si è rotta di giocare con lui perché lo ha beccato sempre che barava pescando una carta in più dal mazzo e che usava dadi truccati, ‘sto infame. Inizialmente dà dei colpi di avvertimento dicendo che si è tipo fatta mille armature per proteggersi, ma poi lui gli fa gli occhi dolci e lei si scioglie subito e si rende talmente confusa da colpirsi da sola.

[ Numeri Pari ]

Inerme, Nove cerca di compatire il vile avversario dicendo che tutti parlano di lei ma che nessuno sa niente di lei e che dicono tutti blablabla, ma poi lo rintontisce dicendogli che la sua opinione al riguardo non conta niente perché essenzialmente è un poveretto e che deve stare a distanza da lei almeno un metro perché lo schifa proprio, non per questioni di covid.

[ Cosa Dicono di Me ]

Poi d’improvviso un cambio di contesto e di toni, nell’ultimo brano c’è un bel ricordo dei genitori. L’astio nei confronti del tipo sembra scomparso, probabilmente perché è finalmente riuscita a sconfiggerlo a forza di attaccarlo a male parole.

[ Qualunque Alba ]

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Comunicato stampa

“Maradona” è il singolo di debutto di Doriah

Esce oggi venerdì 11 giugno 2021 il singolo di debutto di DORIAH (fuori per Freak&Chic e in distribuzione Artist First), autore e produttore siciliano di stanza a Bologna.  La canzone ha come pretesto una fantasmatica storia d’amore che si dispiega tra la coscienza di essere capace di tutte la disperazione che deriva da questa forma di libertà, metafora di un mondo stravagante e surreale.  

“Maradona è il dio che aleggia in tutta la canzone, simulacro di una libertà a tutti i costi, sorretta da polpacci muscolosi e piedi fatati, una libertà che ha come facce della stessa medaglia notti magiche e autodistruzione.” (DORIAH


DORIAH è il gesto apotropaico che faresti se un dio ti dicesse che il senso della vita è che la vita non ha senso. Nelle sue canzoni le categorie di ricco e povero, alto e basso, si fondono senza soluzione di continuità dando vita a scenari ambigui, in cui il gap tra le sopracitate categorie non viene colmato con l’ostentazione ma con il paradosso. Alle collane d’oro dei trapper e ai testi socialmente impegnati dei cantautori DORIAH preferisce il vuoto valoriale dei nostri giorni esplorandolo nella sua incolmabilità. L’ambiguità, i confini mai netti dei testi di DORIAH sono l’ineluttabile “patto col diavolo” in cui si ritrova l’ascoltatore.

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Indie Pop

Il lockdown secondo Piccoli Bigfoot

Esce venerdì 4 giugno 2021 (in distribuzione Artist First) il secondo singolo di Piccoli Bigfoot, un nuovo capitolo per il cantautore senza volto della provincia di Bergamo, in attesa di un EP di debutto in uscita prossimamente dal titolo Tra Bergamo ed Far West. Piccoli Bigfoot ribalta gli stereotipi in un brano in salsa western folk punk, paragonando il traffico lombardo ai sogni infranti in cui ci siamo incastrati.
 
Rimanere bloccati nel traffico come metafora della condizione umana intrappolata nel presente. “Se potessi tornare indietro farei un’altra strada!?” Probabilmente NO, o forse SI, chi lo sa… Il fatto è che ora siamo qui. Immersi nel traffico e nei nostri sogni quotidiani.

Ecco come è andato il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Lavoro, mangio, suono, canto, disegno e porto in giro un Pastore gigante di quasi 40 kg, tutti i giorni, nel bosco del monte in cui vivo, in un piccolo paese della Bergamasca. A mezzanotte vado a dormire perché ormai mi sembra tardissimo. La mezzanotte di questo periodo è un po’ come le 3 di mattina nel pre-Covid.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Avevamo appena iniziato a registrare “Tra Bergamo ed il Far West” il mio primo EP da solista. La pandemia ovviamente ha bloccato i lavori e tutti i piani che mi ero imposto per questo progetto. Però, forse è brutto da dire, mi piace vederla come un cosa positiva, infatti con l’aiuto di Gregorio Manenti, produttore e arrangiatore incredibile, abbiamo aggiunto cose che non mi sarei mai aspettato, strumenti REALI di ogni tipo. Abbiamo fatto tutto con molta più calma. Penso d’aver imparato che la fretta di concludere un lavoro, non porta mai a degli ottimi risultati.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Ho passato la prima settimana a capire cosa succedeva. Si sentivano ambulanze ogni 5 minuti. La voglia di suonare dal balcone, qua a Bergamo, non c’era proprio. Mi sentivo quasi inutile, volevo fare assolutamente qualcosa per aiutare la gente, allora mi sono unito ad un gruppo di volontari per fare e consegnare la spesa nelle case. E’ stata un’esperienza incredibile, eravamo una cinquantina di persone, completamente diverse tra loro, dal Prete al Muratore, dalla Ragazzina al Pensionato, tutti uniti per un unica causa, Aiutare la comunità a superare questi momenti drammatici, sempre con il sorriso. Da qui è nata “La più Bella che c’è”, brano che chiude il mio EP “Tra Bergamo ed il Far West” che fotografa proprio quel periodo assurdo.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
S’intitola “Prima Gli Immigrati” ed è nato nel Giugno del 2019 dopo la vittoria alle elezioni europee da parte della Lega di Matteo Salvini. In quel periodo la Lega sembrava volare. La gente sui social network era impazzita, non che adesso sia normale ovviamente, sembrava che l’unico modo di comunicare fosse insultandosi, l’argomento di discussione principale era l’immigrazione, vedevo commenti veramente violenti, fatti di slogan, senza nessuna voglia di ragionare e tutto ciò si stava ripercuotendo anche nella realtà. Mi sentivo in dovere di creare un contro-Slogan. Gli Immigrati in fin dei conti sono persone alla ricerca di una vita migliore esattamente come tutti. Quindi siamo tutti un po’ immigrati. Prima gli Immigrati si può tradurre anche in Prima gli Essere Umani.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 
Io sono sempre stato un fan del contatto umano, quindi la cosa che mi manca di più in assoluto sono senza dubbio gli assembramenti senza mascherina.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Forse ho visto i Punkreas al Live di Trezzo da seduto. Mi sembra che all’epoca il coprifuoco fosse a mezzanotte. Però forse ricordo male. Quindi ti direi no, non mi ricordo più niente della vita prima della pandemia.

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Indie Pop

Il lockdown secondo Granger

Giulia, in arte Granger, classe ’98, una delle voci più belle che ha ipnotizzato il pubblico di una delle ultime edizioni di XFactor e che, dopo un periodo di riflessione, torna con un progetto solista per proporre qualcosa di totalmente diverso da quello che molti hanno conosciuto e che ricordano come “Seawards“. Dopo il primo singolo “27”, uscito il 27 novembre totalmente in italiano e scritto e arrangiato dalla stessa Giulia, ecco oggi BLUE, che segna un ritorno alla lingua albionica e che esce per UMA Records il 30 aprile.

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei, riguardo il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo? Qual è la tua routine?
Adessso abbastanza bene, ma perchè purtroppo è più di un anno che siamo in questa situazione e non dico che sembra la normalità, ma la quotidianità quando ti entra nelle ossa ti annebbia ciò che c’era prima. È abbastanza triste come cosa, però è vero. La mia giornata tipo consiste nello svegliarmi, studiare un po’, buttare giù idee per i brani oppure andare in studio, tornare a casa e fare un sacco di cose casuali fino a quando non sono sfinita di sonno.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Me ne ha sconvolti parecchi, soprattutto mi ha messa davanti alla presa di coscienza più grande: l’aver bisogno di diventare solista. In generale nei piani c’erano più canzoni da far uscire e più concerti da suonare, ma credo come tutti.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Me la ricordo molto bene perchè per la prima volta ho passato più di 3 giorni consecutivi con mio papà, sono stata a casa sua per tutta la quarantena. E niente, ormai mi ero abituata a vivere da sola. Tra l’altro nel periodo appena precedente a marzo 2020 io avevo appena finito XFactor, facevo molta vita notturna e mi sono goduta un po’ di libertà che per gran parte del 2019 non ho avuto. Rimanere chiusa in casa così di botto è stato davvero strano e deprimente.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
BLUE parla di una richiesta di aiuto urlata a gran voce ma ad una persona che però non riesce a sentirla, e che quando inizia a percepire qualcosa è ormai troppo tardi. Ho rubato il “feeling blue” utilizzato dagli inglesi per esprimere tristezza per esprimere la mia, e anche qualcosa di più. L’ho scritto a febbraio 2021 in una sessione di studio.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Sembrerà banale ma è la verità: i concerti dal vivo, sia farli che andare a vederli. Presentare i singoli nuovi al pubblico e far sentire tutte le cose nuove che abbiamo preparato. Poi mi manca poter andare in riva al mare alle 2:00 di notte a bere una birrettina.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22:00?
Mi sa che l’ultima serata normale che ho fatto post 22:00 ho fatto un incidente in auto con una mia amica.. se non è stata l’ultima è comunque l’ultima che ricordo ahahahah. Però giuro che ho avuto delle bellissime serate anche in questo periodo, un po’ anticipate ma belle.

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Indie Pop

Il tema natale di Pagano

Esce oggi venerdì 30 aprile 2021 per The Prisoner Records (distr. The Orchard) ULTRÀ, il nuovo singolo di PAGANO. Con il suo caratteristico modo di cantare che guarda ad alcuni degli esponenti più significativi del brit pop ma anche al cantautorato italiano dei ’70 e con la sua scrittura visionaria, stralunata ma anche decisamente immediata, nella sua nuova canzone PAGANO ci regala uno spaccato dei giorni assurdi che tutti stiamo vivendo da ormai più di un anno. L’ “urban indie pop” di ULTRÀ racconta di claustrofobia, di sfinimento, di città deserte, di voglia di reagire e di riprendersi la vita di prima con sana arroganza e con gli sbirri sempre alle calcagna. C’è rabbia e ironia, ci sono chitarre di sapore smithsiano, fiati incalzanti e una melodia killer in un nostalgico indie-rock immerso nelle influenze del cantautorato it-pop di ultima generazione.

“Ultrà non parla di calcio, non parla di gradinate. Ultrà parla di tutto il resto. Di quello che non c’è più e di quello che non c’è mai stato. Del coraggio di affrontare la vita insieme e di lottare sempre nonostante il risultato, con coerenza e mentalità. Gli ultrà siamo tutti noi abbandonati, che nonostante tutto e senza alcuna spiegazione razionale continuiamo a vivere la vita di tutti i giorni. Proprio come un gruppo di tifosi in una trasferta nebbiosa a metà novembre seguono la loro squadra del cuore sapendo che perderà. Perché a tifare una squadra che vince son buoni tutti” (Pagano)

Non abbiamo saputo resistere e gli abbiamo calcolato il tema natale.

Sole in Leone. Forza, sicurezza, audacia sono doti che contraddistinguono i nati sotto il segno del Leone, i quali credono fermamente in se stessi, nelle proprie capacità e possibilità. Vero o falso?

Direi che è vero o, quanto meno, sono abituato a farlo credere.

Ascendente in Leone. L’ascendente Leone aggiunge al carattere della persona un bel po’ di regale egocentrismo, nonché una visione del mondo felicemente incentrata su sé stessi. Vero o falso?

Putroppo si, è una delle cose meno mi piace di me.

Luna in Capricorno. Con la Luna in Capricorno, arriva il momento di dedicarsi alla carriera. Si intravedono importanti cambiamenti, e si utilizzano razionalità, impegno e diligenza per sfruttarli a proprio vantaggio, senza temere di faticare e sacrificare momentaneamente il resto. Vero o falso?

Ora come ora per me è più importante quello che accade oltre il lavoro. Per quello sono disposto a faticare e sacrificarmi. Spero che valga anche per quello.

Venere in Vergine. Si è quasi impauriti, si teme di essere delusi e feriti: pertanto si prediligono le amicizie intellettuali agli amori passionali e insidiosi. Vero o falso?

Ho più paura di deludere e di ferire che il contrario. Lotto per far stare bene chi ho al mio fianco e per essere una persona migliore.

Marte in Scorpione. Marte in Scorpione porta il segno ad essere più introverso, talvolta malinconico. Le emozioni incontrollate, la passione travolgente, lasciano spazio ai sentimenti più delicati, all’introspezione e alla ricerca di serenità. Vero o falso?

Non saprei sono un po’ altalenante e disattento sotto questo punto di vista. Ci farò più caso in futuro.

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Indie Pop

30 brani consigliati da artisti indie per la giornata mondiale della bicicletta

Nel 2018 è passata con il voto favorevole di tutti i 193 membri delle Nazioni Unite la risoluzione che prevede di istituire, per il 3 Giugno, la Giornata Mondiale della Bicicletta. L’Assemblea Generale ha così riconosciuto “l’unicità, la longevità e versatilità della  bicicletta che è in uso da due secoli e che rappresenta un mezzo di trasporto semplice, economico, affidabile e sostenibile, che promuove la preservazione ambientale e la salute.”

Ma per andare in bicicletta, noi lo sappiamo bene, serve il vento nei capelli, la primavera che sfuma verso l’estate, e sicuramente la giusta playlist. E per comporla abbiamo chiesto aiuto a 30 artisti indie. Ecco come è andata!

Sto bene degli PSICOLOGI, consigliada da Manfri
Uno di quei pezzi che si ascolta durante un viaggio, di qualsiasi tipo, il testo è una carrellata di immagini che scorrono davanti, ti fa sentire come immerso in un film. A mio parere perfetto per un giro in bici nella natura.

Venetian Snares dei Welfare Wednesday, consigliata da YLYNE
Ammetto di non essere tipo da bicicletta, ma quelle volte che faccio un giro…mi piace pedalare! Questo può aiutare.

FloriDada degli Animal Collective, consigliata dai Diletta
Il 19 aprile del 1943 Albert Hofmann compie con la sua bicicletta un viaggio che rimarrà nella storia. Da allora ad aprile si festeggia il “Bicycle Day”. Hofmann ci insegna che la bicicletta libera la mente, è essa stessa uno stato mentale per cui l’orizzonte si espande, le percezioni si amplificano. Tutto grazie a due semplici pedali…più o meno è andata così. Sicuramente questa canzone e questo video sarebbero piaciuti a quel grande ciclista che fu Albert Hofmann.

Sales dei Chinese New Year, consigliata da Kolè
Energia solare, riassesta l’animo!

50 Special dei Lunapop, consigliata da NOVE
In fondo c’è poca differenza tra una vespa e una bicicletta… basta solo crederci sempre.

Conoscersi in una situazione di difficoltà di Giovanni Truppi, consigliata da Lena A.
Non so andare in bicicletta, confesso, ci ho provato svariate volte, ma senza successo. Da neofita, immagino di aver bisogno di una canzone che mi culli e mi porti altrove, senza distogliere l’attenzione dal manubrio e dalla strada. Questo brano di Truppi lo conosco così bene, che sono sicura sarebbe il brano perfetto per me.

What’s my age again dei Blink 182, consigliata dai Subuteo
È un brano che ti da la carica giusta per affrontare un qualsiasi sforzo fisico, un mix di adrenalina pura.

Torno a casa de I Segreti, consigliata da MANI
Mio nonno ogni qual volta che serve tira fuori questo detto: “Hai voluto la bicicletta? E mo’ pedala.” Ma pedalare per andare dove? Che alla fine si parte sempre per ritornare. Allora torna, torna a casa. E mentre lo fai, è cosa buona e giusta, ascoltare “Torno a casa” de I Segreti.

“Ho capito come fare, basta solo pedalare
Se mi fermo non riparto più
E godersi l’equilibrio senza paura di poter cadere
E non ho capito se la mia è soltanto un’altra scusa per scappare
Ma poi dopo ci ripenso, sono questo
Dove voglio andare?”

PEDALATE LONTANO, MA POI TORNATE.

London’s Burning dei The Clash, consigliata da Ilmostrodellaband
Il buon punk è la musica che preferisco quando sono in movimento

Stormi di IOSONOUNCANE, consigliata dagli Spirito

È sicuramente un brano perfetto per pedalare in aperta campagna durante una giornata di sole! Un perfetto equilibrio tra strumenti acustici, fiati e suoni digitali che creano un sound che strizza l’occhio ai tuoi neuroni serotoninergici!

Il principe in biciletta dei Tre Allegri Ragazzi Morti, consigliata da Piccoli Bigfoot
Questa canzone l’ascolterei mentre vado a trovare la mia bella, in una giornata di sole e spensieratezza con l’obiettivo di raggiungere una gelateria. La bicicletta vista come un mezzo di trasporto ecologico e non come un’attività agonistica. Godersi il paesaggio con calma, sentire il vento in faccia ed infine un buon gelato come premio finale. Viva la bicicletta e viva i Tre Allegri.

Salad Days di Mac Demarco, consigliata da Florilegio
Strade di campagna infinite, vento fresco di maggio, Mac in cuffia e ondeggiare con la testa a ritmo lento.

Fino a lunedì di Artemoltobuffa, consigliata da Eleviole?
Una vecchia Graziella cigolante e un po’ polverosa. Una felpa la mattina presto e la sera e ogni tanto le scarpe col tacco come cambio inaspettato, nascoste nel cestino. Una canzone che sa di nostalgia e scoperta, come gli ultimi giorni di scuola.

Ora di Jovanotti, consigliata da GIALLO
Il 6 giugno 2020 è un giorno che profuma di libertà. Perché le case a Londra sono piene e le strade vuote. Il lockdown ha allungato il concetto di tempo un po’ per tutti. E tre mesi sono diventati anni. Allora decido di prendere la mia bicicletta. Anche lei profuma di libertà. L’ho chiamata Hermes, come il messaggero degli Dei. Una bici da corsa vecchia, rossa, con le marce sul tubo. Voglio arrivare fino a villa Hedsor, dove Cremonini ha girato il video de “Il Comico”. Sono 60 chilometri ad andare. Buco in mezzo ad un bosco a 40 chilometri da casa. Allora mi fermo, mangio un panino, e sono felice. Metto le cuffie ed ascolto “Ora” di Jovanotti. Ve la consiglio oggi che è il giorno della bicicletta. E ricordatevi il puncture kit, che non c’è sempre la rescue squad.

Another one bites the dust dei Queen, consigliata da CARNEVALI
È un brano nettamente ritmico, nel quale basso e batteria adrenalinici, ti portano sempre di più al movimento e a seguire il ritmo.

One’s Summer Day di Joe Hisaishi, consigliata da Hesanobody
Lo ammetto, non so andare in bicicletta, non ho mai voluto imparare per pigrizia probabilmente. In un mondo parallelo dove però lo so fare, mi immagino a pedalare vicino al lungomare della mia città con questo capolavoro a farmi compagnia.

War degli Idles, consigliata dagli Hapnea
Una delle canzoni più adrenaliniche dell’anno scorso. Inoltre se la spari a tutto volume in cuffia eviti di sentire gli insulti degli automobilisti che forse stai intralciando.

Friday I’m in love dei The Cure, consigliata da [lessness]
Eravamo io, tuco e paraguay miei amici d’infanzia (nomo fittizi per tutelare la loro identità). Un pomeriggio d’inverno di molti anni fa prendemmo in ‘prestito’ delle biciclette uscendo da scuola e andammo a sfasciarci le ossa testando il nostro equilibrio su due ruote in un tratto di torrente ghiacciato. Tuco aveva una piccola radiolina a transistor e ricordo che poco prima di schiantarci stava suonando Friday I’m In Love dei The Cure. Da allora quella è la canzone da bicicletta d’eccellenza per me. Livello della spedizione sui ghiacci: Amundsen.

Worth It di Beabadoobee, consigliata da Granger
Questa canzone mi fa sentire la protagonista di un film girato in Super8, è obbligatorio sentirsi liberi ascoltandola in bicicletta e farsi film mentali davanti ad un bel panorama. ogni tanto bisogna un po’ alleggerire la realtà che ci circonda e questo brano mi aiuta spesso a farlo.

Shots in the dark di Iann Dior, consigliata da Neverbh
Un brano che dà la carica giusta, orecchiabile e non troppo impegnativo.

3 Nights di Dominic Fike, consigliata da Adelasia
Andare in bicicletta è la passione che ho riscoperto durante quest’anno di pandemia, in questi giorni di primavera cerco di usarla il più possibile e il brano che ascolto è 3 Nights di Dominic Fike: mi fa venire voglia di correre, pedalare in piedi e fischiettare.

Blind di Role Model, consigliata da Saera
Probabilmente è il brano per eccellenza che ascolto ogni volta che sono in bici e posso ascoltare musica, perché mi mette un sacco di buon umore.

Country House dei Blur, consigliata da Benestare
Abito in una casa in campagna in periferia, per me la bicicletta è da sempre associata alle strade di campagna in posti sperduti, a rischiare di farsi mordere allegramente le caviglie dai cani dei vicini.

Ebony and Ivory di Paul McCartney e Stevie Wonder, consigliato da Dado Bargioni
Estate 1982 (quella dei mondiali!). Ho il vivido ricordo di un particolare giro in bicicletta con il mio miglior amico. Il motivo per cui lo ricordo così bene è proprio legato alla canzone che cantavamo a squarciagola quel giorno per le strade di Alessandria: Ebony and Ivory di Paul McCartney e Stevie Wonder era appena uscita e io me ne innamorai. Ancora oggi, quando la ascolto, chiudo gli occhi e mi ritrovo in bici!

Lauren dei Men I Trust, consigliata da Azazel
Una canzone chill che ti fa pedalare pensando all’iperuranio. La fatica scompare e la bicicletta inizia a volare.

I lived dei One Republic, consigliata da Liam&Care
Parla di libertà, gioia, vivere la vita al 100%, rischiando, soffrendo, senza paranoie.

Running Up The Hill dei Placebo, consigliata da Domenico Imperato
Credo sia un brano perfetto per pedalare in una giornata baciata dal sole.

Navigherò la notte di Neffa feat. Al Castellana, consigliata da Ama Il Lupo
Puoi pedalare al ritmo del beat, di giorno come di notte, e svarionare tra tutti i tuoi pensieri, i ricordi, le foto, le scene.

Bye bye di Oscar Anton, consigliada da Larocca
Mi fa star bene, sarebbe la perfetta colonna sonora per una domenica in bicicletta.

In Bicicletta di Riccardo Cocciante, consigliata da Paul Giorgi
Scontata?




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Internazionale

Il lockdown secondo i Maldimarte

Dalle costole dei Vinylika, prende il via la seconda vita artistica di Vincenzo Genuardi e Domenico Mistretta, rei di una collaborazione ultradecennale. In una decade di rock’n roll e chitarre distorte, l’armonia sempre in primo piano aveva dato vita ad un trascinante power pop, con testi in italiano e melodie ammiccanti atte a conquistare al primo ascolto. Un approccio compositivo che ora, con una rinnovata ispirazione e la maturità acquisita sul campo tra palchi e home studio, sterza verso una nuova veste più moderno/cantautorale. L’urgenza espressiva in chiave rock si è trasformata in pacata osservazione degli eventi che accadono intorno, in una narrazione che prende spunto più dalla realtà esterna che dall’introspezione. In “Maldimarte” le chitarre fanno un passo indietro rispetto ai synth e i brani diventano un osservatorio passivo su un futuro cronico e individualista. Rallentare diventa la nuova urgenza, per riprendere il contatto con gli elementi fondamentali della vita e la percezione di un mondo che non è e non sarà più lo stesso.

Abbiamo chiesto loro di raccontarci il loro lockdown.

L’arrivo della pandemia vi ha sconvolto qualche piano? Quale?
Ha sconvolto tutto, sul piano personale e lavorativo, ma l’assenza dall’occupazione principale ci ha dato più tempo per dedicarci alla musica, tempo che aspettavamo da anni, quindi ne abbiamo approfittato per comporre nuova musica e fare uscire il nostro primo Ep.

Come state passando questo strano periodo, qual è la vostra routine?
Purtroppo nel persistere delle restrizioni non è cambiato molto, continuiamo a promuovere ”Vicini di Caos”. Probabilmente ricorderemo e ringrazieremo a vita questa pubblicazione perché in un momento cosi assurdo è stato per noi motivo di crescita e sviluppo sul piano artistico, ci ha tenuti occupati con la promozione, e quindi ha riempito intensamente le giornate. Nel frattempo si lavora a nuovi singoli.

Ve la ricordate la primissima quarantena? Come la passaste?
Periodo epico difficile da dimenticare, reclusi come tutti da un giorno all’altro, tra cucina, studio, videochiamate, qualche suonato live in dirette organizzate… un paio di volte abbiamo trasgredito il DPCM per scambiarci pedali, chitarre etc., in perfetto stile proibizionismo.

Di cosa parla il vostro ultimo singolo? L’avete scritto nell’ultimo anno?
Respirerò” è una finestra che si affaccia sul mondo, una disamina contemporanea su un mondo flesso a logiche assurde non conservative. L’idea è che si possa posticipare qualsiasi comportamento scorretto ai posteri, consegnando loro un vero inferno. La terra ha a disposizione miglia di anni per metabolizzare il nostro funesto passaggio e tornerà a respirare prima o poi. Questo ci consola.

É stato scritto nel 2018 e inciso alla fine del 2019. Spesso, durante le nostre conversazioni, veniva fuori questa frase: “C’è troppa felicità immotivata e troppa stasi, sta per succedere qualcosa”. Detto fatto. Non so perché ma ce lo aspettavamo, il singolo, ne è prova documentale; molti invocano una normalità come se fosse l’eden, sappiamo benissimo che non è così.

Cosa vi manca più di qualsiasi cosa?
Le chitarre sul palco, la botta della cassa e il basso che scuote, i post concerto, i lunghi viaggi per andare a suonare, l’arrangiarsi per fare musica e goderne.

Vi ricordate ancora l’ultima serata che avete fatto post 22.00?
A dire il vero facciamo un pò fatica a ricordarlo, forse è passato troppo tempo.

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Indie Pop

Il lockdown secondo Leikiè

Fuori su tutti gli store digitali (per l’etichetta Not Just Music e in distr. The Orchard) e da venerdì 30 aprile 2021 in radio La tua propostadi cui esiste anche una versione inglese, è il terzo singolo di LeiKiè. Una canzone Pop con un ritmo trascinante. Una melodia accattivante che mette allegria. Il ritornello è magnetico, un gioco ritmico di vocali che crea musicalità e voglia di ballare.  

Una voce vellutata canta di una relazione amorosa idilliaca. In “La tua PropostaLeiKiè è una fidanzata romantica che racconta felicemente della propria quotidianità di coppia e della proposta di matrimonio che riceve. Non mancherà il finale a sorpresa alla LeiKiè. Una trama e un testo semplici che sprigionano in chi l’ascolta gioia, entusiasmo per la vita e ilarità. Uno scopiettio emozionale di leggerezza salutare e positività, elementi sempre più essenziali di cui oggi si necessita a livello globale.

Le abbiamo chiesto come è andato il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
La mia routine? E’ mettere in pratica il motto “CANTA CHE TI PASSA”! Questa è una grande opportunità che hanno non solo gli artisti, ma qualsiasi essere umano. Ascoltare le proprie emozioni e cantarle è di grande aiuto per la nostra anima, invito chiunque ci stia leggendo a provarlo. Tornare bambini e canticchiare qualsiasi melodia, anche dello zecchino d’oro aiuterà a ritrovare l’allegria che è dentro di noi sempre, anche nei momenti più difficili. Farla riemergere ci aiuterà a mantenerla salda. Questa esperienza creativa accende ogni giorno nuove scintille rendendolo sempre speciale.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale? 
Si, certo, ha sconvolto diversi miei piani, ma tutto nella vita è transitorio. Bisogna essere sempre pronti a tirar fuori i piani B, C, D, etc… senza scordarci che siamo già fortunati perché le lettere dell’alfabeto italiano sono solo 21, per cui è bene sfoderare, se necessario, anche il piano Z. Dobbiamo solo ricordarci che siamo italiani e che la fantasia non ci manca mai, anzi, ce l’ammirano in tutto il mondo. Di certo non ci manca neppure l’allegria, quindi abbiamo gli ingredienti fondamentali per reinventarci ed essere vincenti. Un sorriso è già una grande azione propositiva e vincente.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
Osservavo ciò che accadeva per comprendere come reagire ad ogni evolversi della situazione, nel contempo cercavo di essere concreta nelle azioni quotidiane per cercare comunque di realizzare gli obiettivi che mi ero preposta. E’ stato estremamente faticoso, ma è stata comunque un’esperienza unica. Tutti noi abbiamo vissuto un momento storico a livello globo per la prima volta. Il momento più commovente è stato quando ho per la prima volta ascoltato i canti che gli italiani hanno lanciato per primi al mondo dai loro balconi, mostrando tutta la loro voglia di vivere, relazionarsi e di sorridere.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
LA TUA PROPOSTA tratta di una relazione amorosa idilliaca raccontata da una fidanzatina romantica che canta felicemente della propria quotidianità di coppia e della proposta di matrimonio che riceve. Una trama e un testo semplici che sprigionano in chi l’ascolta gioia, entusiasmo per la vita e ilarità. Uno scopiettio emozionale di leggerezza salutare e positività, elementi sempre più essenziali di cui oggi si necessita a livello globale. E’ una canzone Pop con un ritmo trascinante. Ha una melodia accattivante che mette allegria. Il ritornello è magnetico, costruito su un gioco ritmico di vocali che crea musicalità e voglia di ballare.

E O E A” è il ritornello della spensieratezza e il mio augurio è che essa giunga a tutte le persone e che ognuno di noi possa diffonderla. Cantare E O E A e’ uninno a Espandare Oltrefrontiera l’Empatia per l’Amore. 

Nel brano LA TUA PROPOSTA non manca il finale a sorpresa alla LeiKiè.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa? 
Respirare senza mascherina, sempre. Abbracciare tutti i miei cari e amici. Trascorrere Natale e Pasqua insieme ai tanti parenti. Organizzare o partecipare a delle feste con amici al chiuso. Non potermi sedere a mangiare al ristorante o in un bar. Quando non posso sottostare all’orario del coprifuoco in studio, ritrovarmi in giro alle 22.05 o alle 23 con gli stessi pericoli che di solito ci sono nel pieno della notte.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Il mio lavoro continua come prima, supero le h 22 in studio al lavoro fino a che non termino quello che devo fare. Tengo comunque l’orologio sotto controllo per i motivi sopra esposti.

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Internazionale Pop

Il tema natale di Gionta

È stato pubblicato lo scorso 26 marzo Eyes of a desperate soul, il nuovo album di Antonio Francesco Daga, in arte Gionta. Si tratta di un disco vario, ricco di influenze musicali, dal reggae alla dub, dall’elettronica al cantautorato, con elementi che vanno dal pop al tribale. Talvolta pare di essere sospesi, senza il sostengo della struttura canonica della forma canzone. I testi sono un’analisi intima e personale di sé, del passato, della vita, passando in rassegna le emozioni del giovane cantautore in un viaggio talvolta ermetico, talvolta cristallino nella sua interiorità. Una commistione innovativa in cui la parola sperimentare è il fil rouge che tiene unito l’impianto compositivo, abbinato all’energia e all’esplosività di ritmi incalzanti e il costante gioco di contrasti.

Gli abbiamo calcolato il suo tema natale.

Sole in Capricorno
Il tuo carattere un po’ ombroso e taciturno e il tuo ‘self control’ spesso eccessivo arrivano ad imbarazzare gli altri, che ti vedono anche un po’ ‘snob’. Di certo ami leggere molto, spesso ti rinchiudi in te stesso e lo studio delle materie scientifiche è spesso uno dei tuoi punti forti. Vero o falso?

Vero. Verissimo! Spesso mi capita di isolarmi e non essere compreso in questo comportamento… Ci ho fatto l’abitudine ormai. Amo leggere ed amo approfondire gli argomenti scientifici, storici, mitologici e tanto altro.

Ascendente in Scorpione
Solo quando costruisci una famiglia ritorni ai valori tradizionali della coppia e, non di rado, prima di raggiungere una perfetta armonia, combatti col partner per stabilire chi dei due avrà la supremazia. Vero o falso?

Falso. Ma solo perché ho smesso da tempo di volere la supremazia (e anche perché attualmente non ho una partner) a tutti i costi. Ho frequentato alcune persone di questo segno e alcuni aspetti sono veritieri e li posso confermare… Ma non posso andare sulla risposta “vero”.

Luna in Vergine
Per l’uomo spesso indica un sottile malessere di fronte alla seduzione, e difatti in questi casi è presente una tipica timidezza. Vero o falso?

Vero. Ho sempre avuto un certo “timore reverenziale” rispetto all’altro sesso. Sono stato cresciuto da mia madre e mia nonna ed ho un grandissimo rispetto per le donne. Sono molto, molto timido (tranne quando canto :D). Aneddoto: il mio primo bacio (non bacio) fu dato sul lato delle labbra perché avevo paura di mancare di rispetto alla persona alla quale andavo ad approcciarmi (che è poi diventata la mia partner di allora). Impacciatissimo, la salutai in questo modo…

Venere in Sagittario
La realizzazione affettiva si raggiunge più con uno scambio intellettuale che non nel rapporto fisico. Vero o falso?

Vero. Sono una persona romantica e, spesso, basta solo l’affinità mentale a farmi innamorare follemente di una persona. Certo che, ovviamente, il rapporto fisico ha la sua incidenza, ma non è fondamentale per la realizzazione affettiva (o comunque non è la prima cosa che cerco!). Aneddoto: avevo molta più voglia di portarmi a letto una ragazza che mi piaceva tantissimo mentre ci parlavo, rispetto a quando nel letto ci siamo effettivamente finiti. Non è stato un caso isolato ahimè.

Marte in Vergine
È indubbiamente una posizione molto felice per ciò che riguarda la conquista delle mete lavorative, ottenute grazie alla tenacia, al metodo ed al rigore sistematico dell’autodisciplina. Vero o falso?

Generalmente risponderei VERO… Ultimamente, la situazione che stiamo vivendo mi fa vivere dei momenti in cui mi chiedo che cosa io ne stia facendo dell mia vita, però la tenacia non manca e mi fa rinsavire da questi brutti pensieri. Ho pubblicato il mio ultimo album “Eyes of a desperate soul” proprio durante la pandemia da Covid19 ed ho dimostrato a me stesso e a chi segue la mia musica di avere coraggio e soprattutto rispetto per ciò che ho sempre fatto con rigore e dedizione da quando ero ragazzino. Ho avuto tante belle soddisfazioni dalla mia carriera musicale e sono certo ne avrò tante altre. Grazie per questo spazio che mi avete gentilmente offerto!