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Indie Pop

Quello che ho capito ascoltando il nuovo album di Dimeglio

Si pensa che il termine “di bene in meglio” sia stato creato da un linguista lombardo dopo aver ascoltato l’album d’esordio di Di Meglio, “Il Mio Divano”. Infatti, la prima cosa che ha pensato è stata “non c’è meglio di Di Meglio” e da lì ha cercato una locuzione adatta per la sintassi italiana per poter esprimere questo mood. Una volta trovata la frase adatta, l’ha diffusa usandola in contesti casuali in momenti diversi: urlandola in un pub mentre si sgranchiva in maniera falsa la schiena dopo aver giocato a biliardo, in autostrada davanti al casello con una persona fisica riferendosi a quanto fosse bello scambiare due chiacchiere con qualcuno mentre dietro di lui si formava una fila chilometrica, ma anche in maniera sarcastica dopo aver pestato prima una cacca di cane lungo Corso Como di Milano e poi una cacca di umano verso Famagosta lo stesso giorno.

La vita può essere piene di sorprese, così come per quel linguista lombardo che dopo l’ultimo episodio gli andò sempre peggio: un tizio con il monopattino elettrico gli ha sfasciato un braccio che già si era rotto precedentemente mentre sfrecciava sul marciapiede e un quarto d’ora dopo una macchina gli è passata sopra un piede mentre stava per attraversare la strada; andando in ospedale con un taxi, sfrecciando per essere curato il prima possibile, ha tamponato una vecchietta in motorino e si è beccato pure un dolorosissimo colpo di frusta mentre tassista e vecchietta incolumi; una volta arrivato in ospedale tritatissimo ha dovuto aspettare 5 ore e 50 minuti in sala d’attesa al pronto soccorso. Nonostante tutto, usava comunque il termine “di bene in meglio” alla fine di ogni situazione, fino a quando il sarcasmo divenne disperazione.

Dopo le dovute analisi, durante una tac per accertare eventuali fratture ossee, gli è stato ritrovato un aggeggio di metallo lasciato sul suo avambraccio durante l’operazione subita anni prima per risistemargli l’arto che si era già fracassato. Mandato in urgenza in un’ala dell’ospedale per la rimozione, erroneamente gli hanno operato l’altro braccio spappolandogli dei muscoli fondamentali durante la ricerca dell’aggeggio. Riuscirono a toglierglielo successivamente, ma da quell’operazione rimase storpio. Nonostante tutto, usava comunque il termine “di bene in meglio” seppure la disperazione fosse ormai diventata arrendevolezza.

Zoppicante, sfasciato e più di là che di qua, il linguista tornò a casa qualche giorno dopo con la raccomandazione da parte del medico che lo ha seguito di riposare per almeno un mese. Così fece sul suo divano e ciò lo indusse a pensare a come la sua vita fosse cambiata radicalmente da quando iniziò a usare quel maledetto termine. Lo corresse e si disse che la locuzione più adatta da usare in quei contesti in realtà era “di male in peggio”.

In pieno delirio per la sua condizione di malato con poca possibilità di movimento, riascoltò l’album di Di Meglio ma stavolta all’incontrario e ci scovò in messaggio dell’artista rivolto proprio a lui in cui diceva di incontrarlo alle 7 di sera ad Abbiategrasso il giorno seguente. Era tutto programmato, lo sapeva che le sue sfortune non potevano essere casuali o dipendere semplicemente dalle parole “di bene in meglio”. E così fece, si presentò puntuale per vedere se poteva risolvere i suoi guai grazie a lui, ma Di Meglio quel giorno aveva di meglio da fare e non si presentò. “Di male in peggio”, venne da pensare al povero linguista, ma al solo pensiero di quelle parole si sentì un po’ meglio.

foto di Simone Pezzolati

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Pop

Piccoli Bigfoot mi ha portato in giro per Milano

Esce lunedì 21 giugno 2021 (in distribuzione Artist First) il primo EP di PICCOLI BIGFOOT dal titolo Tra Bergamo e il Far WestEcco il capitolo definitivo del cantautore senza volto che gioca con gli stereotipi in mescolando folk e punk e indaga sull’identità di chi, nell’ultimo complicato periodo, si è un po’ perso. 

Tra Bergamo ed il far West ci sono un sacco di maschere pirandelliane, di trappole della quotidianità, di desideri di scappare e di cambiare identità per ritrovare se stessi, in un mondo fatto di slogan, violenze verbali, frustrazioni e stress.

Per l’occasione, mi sono fatto portare in giro per Milano e mi sono fatto raccontare qualche cosa in più.

Partiamo con una presentazione di stampo classico: chi sei, da dove vieni, come descriveresti il tuo progetto artistico a chi ti scopre per la prima volta?

Ciao sono Piccoli Bigfoot, un cantautore mutante folk punk. Sono un personaggio mitologico, mezzo uomo e mezzo bigfoot, la mia identità è segreta, indosso una maschera e vengo dalla provincia di Bergamo. Il mio obiettivo è mangiare i palchi.

Parliamo un po’ del tuo background musicale: quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e quali sono state le esperienze maggiormente rilevanti nel corso della tua formazione?

Le mie influenze principali sono il punk rock e i cantautori. Potrei azzardare iniziando con dirti: Rino Gaetano, TARM, The Clash, Zen Circus.. ma rischierei di andare avanti all’infinto.. Effettivamente ogni singolo ascolto potrebbe avermi influenzato, in qualche modo… Riguardo alle esperienze rilevanti, una volta ho fatto un concerto, in una bar sperduto in Val Brembana, davanti a due muratori che mi davano le spalle bevendo un amaro. Probabilmente non gliene fregava niente della musica ma io ce l’ho messa tutta lo stesso. L’altra quando ho aperto a Brescia i Tre Allegri Morti in una Latteria Molloy SOLD OUT.

Sono state entrambe esperienze incredibili in cui ho imparato tantissimo.

Come dovrebbe essere secondo te un live perfetto?

Quando persone sconosciute cantano le mie canzoni durante un concerto.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro della scena musicale in Italia?

La scena musicale è molto florea. Ci sono un sacco di band di tutti i tipi che meritano e che mettono passione, voglia e condivisione. Parlo della scena che non sta sotto i riflettori, quella scena musicale tutta da scoprire, che ti devi andare a prendere, perché non arriverà mai lei da te. Che è la scena che conosco meglio, in fin dei conti. Poi c’è la scena più mainstream che tende ad essere, più o meno, tutta uguale, con canzoni romantiche tendete al noioso. Ma non ne so molto, ci sarà sicuramente chi si salva. Poi son gusti ovviamente…

Come è nata l’ispirazione per Tra Bergamo ed Il Far West e qual è la situazione ideale per ascoltare questo tuo disco?

“Tra Bergamo ed il Far West” è arrivato strada facendo. Sicuramente è stato influenzato dalla pandemia. Infatti ho aggiunto “La più bella che c’è” una sorta di fotografia della lotta al covid, nata durante la prima distruttiva ondata, che c’è stata a Bergamo. La situazione ideale per ascoltare questo disco è indubbiamente… adesso! Su dai ascoltalo!!! SUBITO!! 😉 😉 😉

Qual è il tuo rapporto con la città?

Vivo in provincia di Bergamo, la città per me è un momento di svago. Ci vado ogni tanto per passare le serate nei miei posti preferiti, per una birretta e un concerto. Grazie mille ragassssss, Ascoltatemi su tutti dispositivi di mondo umano!

Le foto sono di Simone Pezzolati, @lab.731

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Indie Pop

Le 4 cose preferite di Sara Loreni

Il 25 giugno esce EROTICAMENTE, il nuovo singolo di SARA LORENI pubblicato da Uma Records.
Dopo Le buone notizie, singolo uscito nel 2020, la performer, producer e cantautrice – da molti ricordata come la ragazza con la loop station e la erre rutilante tipica della sua città, Parma – torna con un nuovo brano. Un inno alle donne, un invito a credere di più in sé stesse e ad andare oltre i pregiudizi, dandosi valore e smettendo di inciampare nei giudizi degli altri. Questo è il significato del singolo di SARA LORENI, libera, spregiudicata e seducente come le notti estive.
 
In EROTICAMENTE un’elettronica allo stesso tempo audace ed elegante racconta di sessualità e solitudine vissute da un punto di vista femminile, svincolato da cliché ed etichette, lasciando l’ascoltatore in sospeso proprio sul più bello: “ma dopo un orgasmo è tutto più…”

Ecco quali sono le sue cinque cose preferite.


Universo Franco Battiato
Non è una cosa, non è solo un artista, non è solo un essere umano. Franco Battiato è un universo. L’ho amato incondizionatamente dai 3 anni in avanti, quando ho ascoltato per la prima volta “Cuccurucucù”. Questo amore è cresciuto ad ogni frammento di comprensione e fascinazione che ho potuto aggiungere studiandolo e ascoltandolo. L’ho conosciuto durante le prove con l’Orchestra Toscanini e Anohni, ricordo la sua grazia, la bonarietà delle pacche sulle spalle ai musicisti, ma senza troppa indulgenza, mentre chiedeva “Scusate, chi è che sta suonando il mibemolle?”.


Cavalli
Amo tutti gli animali, sono una super fan del regno animale in ogni sua declinazione, tuttavia ho un amore speciale per i cavalli. Forse perché ho cavalcato a livello agonistico dai 9 ai 18 anni e questo mi ha permesso di creare un contatto privilegiato con questi esseri leggiadri. Nel disco che uscirà in autunno c’è un tributo a Millo, un cavallo davvero speciale che mi ha permesso di
diventare campionessa juniores e che mi ha insegnato cos’è la lealtà. E tante altre cose. Andare a correre al mare la mattina presto e poi fare il bagno. Da quando è arrivata la scodinzolante Gina nella mia vita, il mio bioritmo è molto cambiato: da
essere notturno che ero mi sono ritrovata a dormire nella stessa fascia oraria di quando facevo le elementari. E devo ammettere che non mi dispiace affatto. Ho scoperto anche che mi piace correre la mattina molto presto, soprattutto al mare e, quando ancora non c’è nessuno in spiaggia, fare il bagno. Mi piace tantissimo.


Cucinare vegetale per gli altri
Lavorando con una materia impalpabile come la musica talvolta sento il bisogno di concretezza e matericità, forse è per questo che adoro cucinare. Soprattutto per gli altri, perchè se condividi il pasto con le persone a cui vuoi bene è tutto più buono e saporito. Cucinare con prodotti vegetali mi rilassa molto e mi porta a sperimentare in un campo dove il gusto e la vista diventano
protagonisti, inoltre è un’attività che risponde bene a quell’ancestrale bisogno di “pastrocchiare”.


“Io e Annie” di Woody Allen
Non so quante volte l’ho guardato. È il film che guardo quando sono triste. E riesce sempre a farmi ridere.

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Indie Pop

Francesco Danny Martines ci consiglia 5 film per il weekend

Esce venerdì 4 giugno 2021 il singolo di debutto del cantautore Francesco Danny Martines dal titolo Made in America, fuori per Supersugo Dischi. Entrate in questo nuovo mondo di un pop oscuro e cinico, per tutti quelli che hanno vissuto almeno una volta un amore di provincia, per chi è stato solo per tanto tempo, e per chi si mette a confronto (perdendo, ovviamente) con Robert De Niro.

E a proposito di cinema, ecco i 5 film che non dovreste perdervi secondo lui.

Her

Una delle storie d’amore più belle e attuali (complimentoni al genio Spike Jones) che io abbia mai visto in un film , con un Phoenix fantastico che interpreta alla grande il personaggio di Theodore Twombly, al quale penso di assomigliare un bel po’ per attitudine e comportamenti. Mi chiudo spesso dentro di me e sono una persona abbastanza introspettiva oltre che emotiva. Come lui poi, amo scrivere lettere alle persone a cui voglio bene, non mi frega se oggi è demodé. È una cosa che mi piace fare

Il postino

Beh… C’è Massimo Troisi, un puro per eccellenza, ed io amo la gente pura. Ho scelto questo film perché, tra le cose che più mi colpiscono (a parte il candido amore di Mario verso Beatrice) c’è il fatto che Mario passa un sacco di tempo a parlare di poesia con il poeta Neruda. E sapete una cosa? Io cerco questa gente nei bar di provincia ma non la trovo mai. Solitamente si parla soltanto delle vite degli altri, di calcio, culi, tette, soldi, lavoro, etc etc. Nessuno parla di poesia e se devo essere onesto, questa cosa mi rattrista un po’.

The Truman Show

Adoro Jim Carrey e il suo modo di interpretare Truman Burbank. È uno dei miei film preferiti. film che mi ha formato sia in maniera positiva che leggermente negativa… Positiva perché anche qui, mi piace questo personaggio così amabile e gentile verso tutti, e negativa perché a volte ho paura di vivere in un Truman show tutto mio (sarò forse paranoico?😱😆)

La mia vita con John F. Donovan

Illuminante questo film. Tempo fa mi chiedevo quale potesse essere il confine tra la persona e l’artista. Questo film di Xavier Dolan cerca di raccontare in una maniera molto intima e profonda la questione… Consiglio alla grande!

Il grande Lebowski

Non mi stanco mai di rivederlo. Cult pazzesco. Lebowski è un altro di quei personaggi a cui mi ispiro un po’ nella vita di tutti i giorni (anche se so che non c’è poi tanto da esserne orgogliosi in fondo 😆)

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Pop

Cosa ho capito ascoltando il nuovo album di Sacramento

Ho ascoltato il nuovo album di Sacramento dal titolo Latte / The Italian Breakfast, album che segue il disco di debutto Lido. Il nuovo album, fuori per La Tempesta International e per l’etichetta americana SXN. Si tratta di un nuovo capitolo per il progetto solista di Steve Fileti che torna con le atmosfere estive e le rilassate situazioni italo-americane che conquistano sin dal primo ascolto.

Latte / The Italian Breakfast, il nuovo album di Sacramento che segue il disco di debutto Lido. Il nuovo album, fuori per La Tempesta International e per l’etichetta americana SXN, è un nuovo capitolo per il progetto solista di Steve Fileti che torna con le atmosfere estive e le rilassate situazioni italo-americane che conquistano sin dal primo ascolto.

La dottrina cattolica insegna che esistono sette sacramenti, ovvero battesimo, cresima, eucarestia, penitenza, matrimonio, ordine e unzione degli infermi. Non tutti sanno che esiste un ottavo sacramento, ovvero la predica. La predica essenzialmente consiste nel rimproverare qualcuno nel non aver fatto qualcosa di importante, in questo caso la predica che mi preme farvi è quella di ascoltare Sacramento. Non avete mai ascoltato Sacramento? Allora siete dei pazzi scellerati scemi in culo. Sacramento non è una band, è uno stile di vita, un dovere morale e come tale dovete accoglierlo dentro di voi. Il prima possibile, grazie. Cosa non vi convince? Ancora non lo avete fatto? Eh ma allora volete essere menati forte. Vi mando a casa Er Faina, raga, attenti. Lo conosco davvero.

No, non è vero, era solo per farvi paura. Guardate che se non ascoltate il suo nuovo album Latte / The Italian Breakfast vi rovino la vita. A questo punto i più svegli diranno che questa non è una predica ma è una minaccia, al che io rispondo con un sincero “Sì”. È tutto vero. Ebbene, i modi con cui potrei rovinare la vostra vita sono tanti. Voi penserete: ma questo come fa a sapere che ho ascoltato o non ho ascoltato il nuovo album di Sacramento? Bella domanda, grazie per averla fatta. Praticamente vado a cercare gli ascolti effettivi di ogni brano del suo nuovo album su Last.fm, faccio un paio di calcoli riguardo il target effettivo che potrebbe raggiungere Sacramento e mi spulcio profilo per profilo in questa bolla per scovare gli epicurei.

Voi direte: eh ma non tutti hanno il profilo su Last.fm… Avete ragione, infatti chi non lo ha finisce automaticamente nella lista di chi subirà la tremenda punizione divina. Siamo nel 2021 e ancora non usate Last.fm… Ma dove vivete? Non vi vergognate? Io mi vergognerei. In cosa consiste la tremenda punizione divina?

*Momento di suspense, parte la musichetta che usano in ogni reality show con pausa infinita prima di eliminare un concorrente*

La punizione divina consiste all’obbligo intransigente di partecipare legati su una sedia a una cena natalizia infinita con i parenti fasci SENZA ALCUN TIPO DI ALCOLICO A TAVOLA E CON LA BOCCA TAPPATA DA NASTRO ISOLANTE COSÌ NON POTRETE RIBATTERE ALLE CAZZATE CHE SENTITE. Che ne dite? Stare giorni su giorni seduti ad un evento del genere, con parenti interpretati da attori bravissimi che fanno a turno solo per intrattenervi ogni ora fino a quando non vi piscerete addosso. E anche se vi piscerete addosso loro continueranno a parlare e parlare e parlare.

“EEEEEH QUANDO C’ERA LUI”, “NON ESISTONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI”, UNA VOLTA TUTTO ERA PIÙ BELLO”. Tutto così, con frasi brevi e fuori contesto. Non avrete neanche la forza per urlare: totalmente assorbiti da questo nulla cosmico, dentro ad un limbo fatto di niente dove l’unica cosa che potete fare è galleggiare e pentirvi per non aver ascoltato il nuovo album di Sacramento.

Vi ho convinto? Spero di sì, altrimenti vi vengo a cercare. Buon ascolto v

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Internazionale

Cosa ho capito quando ho ascoltato il disco di debutto di Vipera

Ho ascoltato il primo EP Tentativo di Volo di Vipera e posso dire che è l’opera più strana sentita di recente? Lo dico. Tra versetti che si alternano tra l’inglese e l’italiano, la cantante prende per la manina gli ascoltatori e li porta in questo mondo fantastico fatto di lucine soffuse e carezze delicate come schiaffi. Schiaffi che fanno male, ma che ricordano quanto la vita sia un battito di ciglia.

Non fatevi influenzare dal nome: Vipera non è velenosa, ma è quell’amica che ti ascolta e ti dice in maniera schietta cosa ne pensa delle tue frustrazioni, non nascondendo parole violente ma solo a fin di bene e per farti capire che sei uno scellerato. Sono quel tipo di parole che fanno stare male e che risultano incomprensibili, ma solo riflettendoci si capisce l’intento. Perché Vipera è un enigma, la coscienza fatta persona, un unicum in grado di sviscerare e svelare ciò che l’inconscio comune nasconde.

In un mondo in cui l’intelligenza artificiale si sta mangiando comunità intere per reperire informazioni da utilizzare in maniera profittevole, Vipera si pone agli opposti come entità: la donna angelo dantesca è la forma che più si avvicina a lei. Ascoltare le sue parole è come ritrovare la chiave per stimolare quella creatività persa dall’uomo e sostituita da percorsi di quotidianità già marcati e consumati.

Rappresenta la sensibilità contro la crudezza del mondo, l’ancora di salvezza per quelle persone con indole autodistruttiva che solo lei riesce a salvare aprendogli le porte della percezione con flussi di coscienza autoindotti. Vipera è irreversibile: non esiste solo per chi non la sa vedere né sentire, e chi la sente lo fa con una intensità talmente densa da venirne sopraffatto e sconvolto.

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Pop

Le 5 cose preferite di Lakiki

Dal 16 luglio è disponibile in rotazione radiofonica “COME LA MAREA” (Jadda Music), nuovo brano di LAKIKI che vede il featuring di MAS MISTRO e che è già presente su tutte le piattaforme di streaming.


Come La Marea” è un singolo estivo ispirato da un’incontenibile passione per il reggaeton. Il beat contemporaneo e il mood vibrante fanno emergere la sensualità della voce di Lakiki che gioca ad alternarsi con quella di Mas Mistro come in una danza al tramonto. Il tutto risulta estremamente avvolgente e il ritornello sembra creato apposta per entrarti in testa senza lasciarti mai.
Il videoclip ufficiale del brano vede la bellezza di Lakiki in un contesto di spiagge e tramonti mentre è in dolce compagnia. Le immagini sono incentrate un’evidente sensualità amplificata dal calore dell’estate e dalla voglia di ballare, scenario in cui emergono giochi di sguardi tra i due protagonisti e infiniti tatuaggi sulla pelle di lui.

Ecco quali sono le sue cinque cose preferite

Il cibo

L’amore per la cucina me l’ha trasmesso mia madre che essendo cuoca mi fa vivere delle esperienze culinarie davvero fantastiche. Tra i miei piatti preferiti c’è un piatto tradizionale bolognese , ( la mia città ) i tortellini in crema di parmigiano o in brodo (d’inverno)

Il ballo
Amo i balli di gruppo e i latini , quando sono in mezzo alla pista mi scateno e do libero sfogo al lato più selvaggio che c’è in me. Ecco qua una foto che ritrae me e mia cugina in un ballo sensuale e avvolgente , in una serata latino americana.

La palestra

Mi piace allenarmi e mantenermi in forma , mi fa stare bene al corpo e alla mente.

I viaggi

Sono una persona libera , curiosa , indipendente , amo visitare posti nuovi , conoscere usi, costumi, culture e usanze diverse dalla mia. Il covid mi ha ostacolato questa mia libertà , ma presto viaggerò di nuovo. Barcellona e Parigi saranno sempre nel mio cuore e rimarranno tra i viaggi più belli della mia vita.

La moda

Prima di fare la cantante a tempo pieno , facevo la commessa , da sempre sono un esteta e amo i colori , i tessuti , amo la moda , far star bene una persona con il capo più adatto mi rende felice e appagata , e dare vita alla mia creatività e la mia personalità con i look eccentrici e sfarzosi.

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Internazionale

Le cinque cose preferite degli Xtrasensory

Esce venerdì 23 luglio 2021 il brano Zero, il nuovo singolo del duo Xtrasensory. Un nuovo capitolo dove convivono due anime che lottano tra di loro fino a fondersi in un mondo che affonda le sue radici dentro influenze stratificate e complesse, tra progressive e alt-rock. Gli Xtrasensory ci portano esattamente ad un bivio, e la scelta sulla strada da prendere sta solo all’ascoltatore.

Zero parla di un pesante conflitto tra due estremi della propria interiorità, uno rassegnato e l’altro desideroso di rivincita. Si tratta di un dialogo tra due vere e proprie entità all’interno della stessa persona, la quale si ritrova di fronte ad un bivio: accettare una terribile realtà come condanna definitiva e rimanere in trappola nella propria zona di comfort per il resto della vita, oppure reagire andando contro corrente. In questo caso il confronto si evolve positivamente perché la voglia di rivincita ci ha spinti ad una ribellione forte abbastanza da innescare, nelle nostre vite, un processo rivoluzionario che sta generando una crescente consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda. Ci auguriamo che il messaggio all’interno di questa canzone possa raggiungere qualcuno che ha davvero bisogno di prendere in mano la propria vita e di trovare, dentro di se, una forza tale da vincere le proprie battaglie interiori.

Tutto ha avuto inizio con la stesura del testo, scritto da Luna tra febbraio e marzo 2020, periodo particolarmente difficile durante il quale abbiamo anche dato il via al progetto Xtrasensory. Successivamente ci siamo dedicati alla composizione delle parti musicali, e avendo passato molti mesi chiusi in casa a causa della pandemia, abbiamo avuto molto tempo per sviluppare e far evolvere la canzone fino ad arrivare alla quinta versione, ovvero quella definitiva. Considerando anche la fase di registrazione e post-produzione in studio, abbiamo lavorato su questo pezzo per circa un anno e tre mesi, portando a termine un prodotto davvero complesso ed impegnativo del quale siamo molto orgogliosi. (Xtrasensory)

Abbiamo chiesto loro quali sono le loro cinuqe cose preferite.

LA NATURA
Entrambi abbiamo sempre avuto un profondo legame con la natura, e da quando ci conosciamo questo aspetto si è addirittura rafforzato. Noi e la natura siamo un’unica cosa, e rispettarla vuol dire rispettare anche noi stessi.

GLI ANIMALI
Per noi gli animali sono nostri pari. Siamo contrari ad ogni forma di violenza gratuita e condanniamo i bracconieri e tutti coloro che non hanno alcun rispetto per le creature che abitano su questo meraviglioso pianeta, brutalmente rovinato dal genere umano.

FITNESS
Malgrado le mille cose da fare ogni giorno, riusciamo il più delle volte a ritagliarci del tempo da dedicare alla cura e al miglioramento del nostro corpo. Il benessere fisico e mentale sta alla base di una vita sana e produttiva. Soprattutto quando ci sentiamo stressati o carichi di tensione, fare attività fisica di qualità ci fa sempre sentire meglio. Amiamo molto anche il cibo e curiamo particolarmente la nostra alimentazione senza farci mancare qualche sfizio ogni tanto.

VIAGGIARE
Per noi viaggiare è libertà, avventura, avere la possibilità di conoscere e sperimentare cose nuove. Ci fa sentire abitanti di un pianeta e non più semplici cittadini politicamente assegnati ad una nazione. Siamo animali curiosi, e la scoperta fa parte della nostra natura. Ci auguriamo di avere la possibilità di viaggiare molto di più grazie al lavoro che abbiamo scelto.

LIBRI E SERIE TV
Nel tempo libero amiamo leggere storie e guardare serie tv di valore. All’interno di un libro, di un film o di un anime ci si può immergere in altri mondi e altre dimensioni confrontando noi stessi con qualcosa che non ci appartiene ma dal quale possiamo imparare molto, traendone spesso ispirazione. In molti casi non si tratta di tempo trascorso passivamente, ma di occasioni per ampliare i nostri orizzonti mentre ci rilassiamo.

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Pop

Il lockdown secondo Carmelo Piraino

“Non so se posso” è il titolo dell’album d’esordio del cantautore siciliano Carmelo Piraino, in uscita in digitale a partire dal 21 maggio: “questo disco è il mio e arrivare in punta di piedi; è come bussare per entrare; è chiedere permesso”. Un esordio discografico – a cui hanno collaborato Manfredi Tumminello (chitarre e basso) e Manfredi Caputo (percussioni) e prodotto da Massimo Scalici – provocatorio ed ironico, che racchiude la vita, i sentimenti del cantautore, e tutte le sfaccettature di un animo che tenta di trovare un senso: “un senso tra ragione e sentimento, tra realtà e fatalismo, tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, tra un bel tramonto e l’universo e tutti quei mille dubbi che ci appartengono come esseri umani. Sono tutti i contrasti e le sfumature del mondo – spiega Carmelo Piraino.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo? Qual è la tua routine?

Nella tranquillità dell’attesa. Per fortuna scrivendo canzoni io avevo rallentato già 10 anni fa quando ho ricominciato a riprendere la penna in mano e dare tempo ai miei momenti creativi, quindi era una routine lenta già da tempo. Non mi sono scombussolato più di tanto, se no nei pensieri e nella paura di quello che poteva sembrare all’inizio questa pandemia.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?

Per fortuna adesso qualcosa si comincia a muovere. Io comunque ho approfittato prendedomi il tempo necessario per definire il disco nel modo migliore, alla fine qualche ritardo c’è sempre e mi è tornato utile il lockdown. Mentalmente e a livello emotivo non c’è dubbio che qualcosa è cambiato e come ogni momento di cambiamento soprattutto nel pieno del suo processo ci si sente smarriti. Ma non credo che lo smarrimento sia sempre e solo negativo, basta accoglierlo e tentare in attesa di surfare l’onda appena arriverà. Insomma l’incertezza del futuro come unica certezza.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?

Si me la ricordo. Momento sconvolgente mi sono rimesso in discussione su tutto e mentre cambiava il mondo fuori cambiavo anch io dentro di me.

Sono arrivate le paure quelle con cui non facevo mai i conti perché il rumore delle cose della vita le assopiva, ma erano là in attesa che il silenzio le riportasse in superfice, e così è stato.

Una buona psicoterapia sta ricostruendo il mio mondo e forse un nuovo modo di vedermi e di vedere le cose della vita. Working in progress!

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?

Non L’ho scritto l’anno scorso. Tutto l’album “Non so se posso” è una raccolta di stati d’animo simili, scritti in epoche diverse, che ho voluto mettere assieme. E’ il mio mood cadenzato di un modo di vivere.

Il singolo “Non sopporto” incornicia quel momento di coppia in cui un dissapore, una lite magari reiterata fa saltare il sistema e si comincia a non sopportare l’altro con la paura che tutto il bello che c’è possa comunque finire, perché “c’è una scadenza anche in ciò che è buono”.

Ma come nei “lieto fine” si cerca nella forza dell’amore e ci s rivolge all’altro tentando di disinnescare, darsi la mano e andare avanti.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?

  • Non mi manca niente. Questo periodo mi sta dando la forza di cercare di vivere l’attimo, il qui e ora.
  • Non è facile ma quando ci si riesce, ci si rende conto che così apprezzi quello che ti capita accettandolo e accogliendolo quasi come ogni cosa fosse un segnale con un valore più alto delle tue aspettative previsionali di come vorresti andasse il mondo.
  • Diceva Jonh Lennon “La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22:00?

No in realtà no di preciso, ma se mi ci fai pensare mi ricordo la sensazione. Era quella di libertà o meglio di pensare che era impensabile avere restrizioni, quelle con cui oggi dobbiamo riuscire a convivere.

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Pop

Le 5 cose preferite di Maky Ferrari

Fuori dal 16 luglio “Disco Jeans”, il nuovo brano di Maky Ferrari. A due mesi dall’ultima uscita “Haters”, la cantante ci riprova questa volta con un balzo di un decennio. Siamo così negli anni ’90 con un brano pop dance. Prodotto da Luca Tarantino e scritto da Davide Musca aka Attila, il brano descrive il desiderio di una ragazza di lasciarsi alle spalle i momenti bui e di buttarsi in pista a divertirsi e flirtare col ragazzo che le piace. 

Quando parte “Disco Jeans” è impossibile rimanere immobili. Siamo di fronte ad un brano tutto da ballare, che ti trascinante negli sgargianti anni ’90. In questo periodo storico in cui tutto sembra un po’ sottosopra, ci vuole una ventata di leggerezza ed è proprio quella che porta Maky Ferrari con il suo nuovo singolo.

“Il primo cd che ho comprato è stato Baby one more time di Britney Spears, giocavo ad imitarla davanti allo specchio. Ero una ragazzina e mi piacevano le Spice Girl, Ambra Angiolini e adoravo Nick dei Backstreet Boys. Ho voluto ripercorrere con questo brano il sound, il mood, gli outfit e lo stile degli anni che hanno segnato la mia adolescenza”.

Un sound leggero, ballabile accompagnato da metafore semplici ma che racchiudono un significato molto importante: il bisogno di leggerezza e di superare quei momenti più difficili. Dopo due anni di pandemia, ci voleva proprio una canzone come “Disco Jeans”. Un elogio agli anni ’90 e una ventata d’aria fresca. Le abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite!

1. Il codice da Vinci di Dan Brown

È il mio libro preferito, non ricordo quante volte l’ho letto oppure ho guardato il film. Adoro film e libri storici o documentari, attraverso i quali imparare cose nuove. Questo libro è avvincente, un continuo colpo di scena, nulla è scontato…ve lo consiglio!

2. Hercules

Adoro in generale tutti i film d’animazione Disney, fanno sorridere e riflettere ma soprattutto le colonne sonore sono una più bella dell’altra! Ho scelto Hercules perché da bambina mi esercitavo ad armonizzare sulle canzoni cantate dalle Muse, ma potrei dire anche Pocahontas, La principessa e il ranocchio, Gli aristogatti, Il Re Leone…

3. Agenda

Quando andavo a scuola andava di moda la mitica Smemoranda, che si riempiva di lettere, adesivi, biglietti del bus e di qualunque altra cosa! Non ho ancora imparato a farne a meno, nel senso che ancora adesso annoto i miei impegni lavorativi sull’agenda con tanto di legenda, penne colorate e disegnini…ahahah

4. Baby one more time di Britney Spears

È stato il primo disco che mi hanno regalato per la mia prima comunione insieme allo stereo! Imparavo a memoria i testi attraverso il libricino della cover e guardavo l’iconico videoclip infilando il disco nel pc! Già sognavo di diventare una popstar! ahahah

5. Titanic

Conosco a memoria tutte le scene ma nonostante questo piango sempre negli stessi momenti! Leonardo di Caprio è stato il sogno delle teenager della mia generazione, ed io sono rimasta una inguaribile romantica!