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Pop

Tra introspezione e poesia: Alfiero racconta La guerra dei pensieri

Alfiero, cantautore capace di mescolare poesia e musica, torna a farsi sentire con il suo nuovo album, La guerra dei pensieri. Un titolo evocativo per un lavoro che si addentra nei conflitti interiori dell’animo umano, tra dubbi, desideri e una costante ricerca di equilibrio. Con il suo stile inconfondibile, Alfiero riesce a fondere tradizione e modernità, attingendo tanto al cantautorato italiano classico quanto a sonorità più contemporanee.

L’album è un viaggio emozionante attraverso dieci tracce che si interrogano su temi universali come l’amore, la solitudine, il tempo che scorre e la speranza di un cambiamento. Ogni brano racconta una storia, una piccola guerra interiore fatta di pensieri che si scontrano e che, alla fine, trovano una sintesi nelle note e nelle parole.

In questa intervista esclusiva, Alfiero si racconta a cuore aperto: dai retroscena che hanno accompagnato la nascita del disco alle ispirazioni che lo hanno guidato, fino alle emozioni che spera di trasmettere al pubblico. Un’occasione per scoprire non solo l’artista, ma anche l’uomo dietro le canzoni, con le sue fragilità e la sua forza creativa.

Ciao Alfiero, raccontaci da che tipo di ispirazioni nasce il tuo nuovo disco, “La guerra dei pensieri”

Questo album è stato concepito in 5 anni, dove sono successe molte cose, ci sono stati dei cambiamenti interiori ed esterni. Mi sono accorto che in questo periodo ho pensato, ho avuto momenti stressanti e attimi di gioia. Tutto questo ha creato pensieri nella mia testa che appunto hanno creato una battaglia per uscire fuori e diventare canzoni. 

Quale traccia dell’album senti più vicina al tuo cuore?
Forse di getto direi “Ai tuoi occhi”, una canzone scritta per mio figlio. Capire se posso essere considerato un buon padre e vedermi attraverso i suoi occhi. Forse tra qualche anno avrò delle risposte più precise da lui stesso. Il mestiere del papà ti porta a vedere le cose in modo diverso, io personalmente ho difficoltà a perdermi ogni attimo della sua crescita. Ogni momento passato insieme è importante, per me e spero anche per lui. 

Puoi raccontarci qualcosa di più sul tuo processo creativo?
In questo disco sono stato più attento ai testi, alla produzione e ai suoni. Rispetto a qualche anno fa ho cercato di essere meno impulsivo e ho cercato di dare un filo logico alle 10 tracce scelte. Scrivo in modo autobiografico, non curandomi di cosa può piacere o meno a chi ascolterà. Di solito scrivo prima il testo, quasi di getto. Poi mentre gli do una melodia posso modificarlo e cercare parole più adatte. Però non sempre è così, dipende dai momenti e dal tipo di canzone. 

Puoi parlarci dell’ispirazione dietro “Un vinile di Dalla”?
“Un vinile di Dalla” è una canzone d’amore. Racconta di avventure e difficoltà che si possono trovare in una relazione, lasciarsi trasportare anche attraverso le canzoni e non farsi travolgere dalle paure. L’ho scritta un annetto fa, ho deciso di inserirla nel disco perché sembrava in linea con le altre 9 canzoni. Sono soddisfatto anche di questo brano. 

A sensazione, quale sarà la traccia dell’album che ti piacerà di più fare dal vivo?
Direi “Andalusia” perché ho voluto che fosse proprio in questo modo. L’arrangiamento è partito proprio dal tipo di batteria che avevo in mente.

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“Blues Rosa” è il nuovo album di CONROI

Disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 10 gennaio 2025 il nuovo album di CONROI dal titolo “Blues Rosa”. Ecco cosa contraddistingue, sul versante sonico, questo lavoro: ottenere qualcosa che sia il più possibile simile all’esperienza di suonare quel qualcosa – manifestando un flusso vero e proprio, dall’inizio alla fine di ogni canzone, a partire dalla struttura peculiare di ognuna (definita dalla ricerca di MC e precisata in fase di preproduzione da MC e MF). Questa è una ricerca in corso di CONROI, non iniziata e non finita con questo disco – la ricerca di polifonia sia musicale che linguistica ne è la trasformazione: un particolare linguaggio poetico e un’ottica intergenerazionale – e, probabilmente, in futuro sonorità elettroniche o della musica concreta.

Dettagli della copertina: l’immagine centrale è una manipolazione digitale di una foto originale, in stile collage – senza I.A. coinvolta, per quanto l’effetto straniante possa suggerirla. Il passepartout è ricavato scomponendo l’iconico design di Bruno Munari per la collana Nuovo Politecnico di Einaudi – che dal 1965 al 1990 propose saggi quali La morte della famiglia o Il mercato dell’arte, per citarne un paio.
 

“Traccia di anni, eseguita in poco tempo come i pittori giapponesi col bambù. Band di quattro elementi in presa diretta su nastro. Senza click né quantizzazione, tramite un mixer RAI del 1974. Tecnica e stile di una cultura utopica. Genere? Un’occhiata alla pagina wiki della voce post-punk… Non ha che fare né con l’idea di post né con l’idea di punk. Senza un vero e proprio centro. E senza una periferia. Un discorso di fragilità, di forza e di potere. Di eleganza anarcoide. Restituire una certa idea di frastuono, di carne e sangue. E di mancanza. Di calore. La musa inattuale e contemporanea, che vorresti ma non sai sussumere. Rischiare la sovrapposizione di identità privata e collettiva, giocare. Un blues maccheronico da quattro soldi che di blues non ha niente: potrebbe essere l’equivalente dello spaghetti western, però, dunque un potenziale capolavoro.”
 

Scopri il disco su SPOTIFY



Arrangiamenti: Marco Ciafarone e Marco Fasolo
Canzoni di Marco Ciafarone, prodotte da Marco Fasolo presso Big Tree Studio (BS)
Mix di Marco Fasolo
Mastering di Riccardo Zamboni

Voce, Chitarra elettrica e acustica: Marco Ciafarone
Batteria: Carlo Poddighe
Chitarra elettrica, Bass VI: Kevin Magliolo
Basso elettrico: Alessio Lonati
Cori e percussioni: C. Poddighe, K. Magliolo, A. Lonati

Altri contributi:
Marco Ciafarone: pianoforte in “Che Altro”
Carlo Poddighe: pianoforte in “Due Specchi”, “Lontano” e “Sai”
Kevin Magliolo: pianoforte in “Pam E Gerri”
tastiere: “Due Specchi”, “Rocksteady”

Immagini di Marco Ciafarone
 

BIO:

Ha iniziato quando era alla scoperta della grande musica degli anni sessanta – nessuno aveva la più pallida idea che fosse un musicista, ma era innamorato. Suonò da mancino e inizialmente usò una corda sola, canticchiando parole casuali ma non troppo. Se non fosse stato per un coinquilino pianista non avrebbe raggiunto neanche il re. Passano anni nei quali non si immagina al servizio della musica, se non tramite le immagini in movimento – e sperimenta il multimediale. In francese medievale, conroi può riferirsi a un gruppo, una compagnia o una scorta – un insieme di cavalieri o un gruppo di persone che viaggiano insieme per protezione o compagnia. E con roi sta per burattino, in Vietnam. Il tassello mancante, a questo punto, era la materia: incarnare la musica non è una cosa ovvia, per molti; come incarnare ciò che si è. La voce, elemento organico se vogliamo, è la punta di questo processo che riguarda ogni molecola del proprio corpo.
 
Durante un giro a New York, mentre sua sorella si intrattiene a Central Park, John Lennon sul marciapiede sotto casa gli intima di continuare la musica. Quando impugna di nuovo la chitarra, la musica gli chiede il matrimonio chimico, un rebis alchemico, la coincidentia oppositorum di un blues rosa, che altro… Le canzoni esistono già. Dev’essere colpa del giradischi con le sigle dei cartoni animati, tutta colpa di un Revolver se non sa dire di no. Riceverà un vecchio pianoforte lasciato a un mercato delle pulci, per continuare l’opera. E le cartoline dei burattini d’acqua che gli riporta sua sorella dal Vietnam (mua roi).

https://www.instagram.com/_conroi_/

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“OLTREMARE” è il primo EP di Milena Paris

“OLTREMARE” è il primo EP di Milena Paris, disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 10 gennaio 2025 (distr. Believe) e composto da quattro brani in italiano capaci di coniugare melodie pop, ricerca poetica, atmosfere oniriche e armonie di stampo jazzistico. “OLTREMARE” racconta la complessità e la mutevolezza dei rapporti intimi attraverso una narrazione terapeutica tanto concreta quanto metaforica, sottolineando l’importanza della parole e facendo uso degli elementi terra e acqua per esprimere la resa a questi sentimenti in mutamento. Trait dunion è la coproduzione di Daykoda e le sue sonorità elettroniche.

“OLTREMARE” è un racconto musicale articolato in fasi. L’EP si apre con “corallo”, brano introduttivo alla complessità dei rapporti interpersonali. Il corallo, infatti, è un organismo formato da piccoli animali che formano uno scheletro comune. La sua caratteristica è quella di apparire come un essere unico ma guardandolo da vicino ci si può accorgere che è composto da una serie di piccolissimi organismi. Con “le mie paure” si assiste all’apertura nei confronti dell’altro, attraverso il racconto del proprio passato, articolato tra timori e difficoltà, esposto ad un partner capace di abbracciare quelle insicurezze fino a farle scomparire. “terra” rappresenta la terra di mezzo tra l’unione e il distacco, il momento in cui tutto si fa confuso e prende sempre più piede la sensazione di allontanarsi da chi era diventato ormai casa. La traccia che dà il titolo all’EP, invece, rappresenta il punto d’arrivo all’interno del discorso narrativo. Fermandosi ad osservare un tramonto ci si può accorgere che dal momento in cui il sole è alto in cielo la sua discesa pare interminabile, per poi scomparire velocemente a sfioro dell’acqua. Allo stesso modo, Milena racconta di un distacco graduale e di un’impossibilità di tornare, ritrovandosi ormai oltre, oltremare.

Scopri il disco: https://bfan.link/oltremare



Credits:

Lyrics & Music: Milena Paris
Keys, Synth: Giacomo Zorzi
Bass: Andrea Dominoni
Quenacho Flute: Marco Falcon
Trumpet: Daniele Nocella
Co-produced & Mixed by Andrea Gamba/Daykoda
Mastered @ Beat Machine Records Studio
Ph: Nathalie Rei
Cover: Federico Protti
Distributed by Believe Music Italia

 

BIO:

Milena Paris si avvicina alla musica a 13 anni, intraprendendo lo studio della chitarra e del canto moderno. Cresciuta con il pop-rock britannico e l’r’n’b degli anni ’90, perfeziona privatamente lo studio del canto e successivamente continua gli studi in Canto Jazz presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Consegue il diploma di triennio a pieni voti presentando un progetto dal titolo Revisiting Kurt Weill, una produzione di jazz moderno realizzato sfruttando le sonorità elettriche nella ricerca di un approccio musicale contaminato con quelle che sono le sue influenze di background, e in seguito il diploma di biennio con il proprio progetto di musica originale.

Nel 2017 viene selezionata come cantante solista e corista della Verdi Jazz Orchestra diretta dal M° Pino Jodice, con la stessa orchestra registrerà nel 2021 un concerto promozionale per il Conservatorio G. Verdi di Milano. Negli anni ha prestato la voce per sigle tv e spot, colonne sonore per cortometraggi, collaborazioni in studio come corista e lead vocalist in diversi ambiti musicali, e ha avuto modo di performare su palchi e in contesti rilievo (Expo 2015, Vimercate Festival, Padiglione d’Arte contemporanea di Milano, Bergamo Estate, etc).

Nel 2020 pubblica il primo singolo, “Intuition”, mentre nel 2021 il secondo, “Childhood Wisdom”, come artista indipendente. Cantante dalla formazione eterogenea, la sua concezione artistica è mossa dal desiderio di scendere in profondità per poi risalire in superficie, scavare nell’intimo come sanno fare i cantautori che la affascinano, ma con un vestito completamente differente e che affonda le sue radici nel jazz moderno.

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Sta per tornare Hesanobody con un nuovo singolo dal titolo “Saints”

Torna dopo più di tre anni di assenza il progetto di Hesanobody, alter ego musicale di Gaetano Dino Chirico, che da anni si muove nella scena underground, trascendendo i canoni imposti dall’indie italiano e dagli algoritmi, e vantando collaborazioni con nomi del calibro di PLASTICAFugazza Suorcristona (produttori per MahmoodGINEVRANAVANoemi) e Federico Ferrandina (compositore di colonne sonore, accreditato in‘Dallas Buyers Club’ e altri show tv di enorme successo quali ‘The Big Bang Theory’ e ‘The Night Of’).

Saints“, questo il titolo del nuovo singolo in uscita mercoledì 15 gennaio 2025 (in distribuzione Believe Music Italy), è il primo e definitivo capitolo che ci avvicinerà alla pubblicazione di un nuovo disco, un flusso coscienza, un patchwork di esperienze reali, bugie, suggestioni della notte e aspirazioni. “Saints” in particolare è una finestra sulla nostalgia, un tentativo di razionalizzare eventi che non possono essere incasellati nella logica, ma solo metabolizzati e accettati.  È la narrazione del sogno che l’ha generata, un sogno che porta con sé un invito a proseguire nel cammino, nonostante lo spaesamento dettato dal trovarsi in un luogo che pensavi di conoscere, ma che, dopo tanto tempo, è diventato estraneo. 


A testimonianza della sua natura liminale, sospesa tra il mondo onirico e la lucidità, la canzone include un campione di un memo vocale registrato intorno alle sei del mattino, in cui viene sussurrata la melodia del brano, costringendomi a svegliarmi per non lasciarla svanire.

(Hesanobody)

SCOPRI IL BRANO: https://bfan.link/hesanobody-saints


Music by Gaetano Dino Chirico & Federico Ferrandina
Lyrics by Gaetano Dino Chirico & Sean Cronin
Produced by Federico FerrandinaHesanobody Sun Ground
Recorded by Federico FerrandinaGaetano Dino Chirico & Francesco Rera 
Mixed and mastered by Alessio Mauro

Hesanobody – Vocals, synthesizers
Federico Ferrandina – Guitars, synthesizers, drum programming


BIO:

Hesanobody è il moniker di Gaetano Dino Chirico, compositore, songwriter e producer alt-pop.

Dopo aver militato in alcune band della scena musicale calabrese, debutta come solista nel 2016 con l’energico ed etereo singolo ‘Can You Feel the Sun?’, auto-producendosi e registrando facendo spola tra la sua città adottiva, Milano, e l’LM Recording Studio della sua città natale, Reggio Calabria. Il singolo salta presto all’orecchio di due DJ locali, dando vita ad un paio di irresistibili remix che garantiscono una maggiore diffusione della canzone dentro e fuori i confini nazionali, tanto da ottenere l’attenzione dell’etichetta londinese Street Mission Records, distribuita da [PIAS], che lo ingaggia come suo primo artista.

Più tardi lo stesso anno inizia a lavorare a quella che diventerà una trilogia, cominciando con il suo EP di debutto ‘The Need to Belong’, pubblicato poi a inizio 2017. Rapidamente dopo un anno, nel 2018 espande la sua palette sonora grazie a ‘The Night We Stole the Moonshine’, il suo secondo EP. Al suo interno presenta l’apprezzatissimo singolo ‘Cliché’, ancora una volta in collaborazione con Mark Eckert, producer di base in North Carolina (US). L’EP ottiene premiere su testate del calibro di WIRED Italia (‘Cliché’) e Rockit.it (‘Mourning the Ghost’), con tracce come ‘Night 23’ che godono di ampia copertura sui blog italiani ed internazionali. Nel frattempo nascono delle versioni rielaborate delle canzoni, cominciando con un mix esteso della sopracitata ‘Night 23’ in tempo per Natale, fino ad arrivare ad un intero EP live in acustico dal titolo ‘The Night We Played the Moonshine’, testimonianza dal vivo del suo momento più prolifico sia in studio che in tour e della sua band. Vengono quindi esplorati arrangiamenti più scarni ed essenziali che reimmaginano una serie di canzoni, portandole fuori dai confini del suo abituale suono synth-pop, come già accaduto dopo la pubblicazione dell’EP di debutto, quando Hesanobody si esibisce per Sofar Sounds. È durante il periodo del suo secondo EP che viene inoltre scelto da MTV New Generation come uno degli artisti del mese, a coronamento di un 2018 da ricordare.

Dall’inizio del 2020 si rifugia in studio per lavorare ad un degno successore, nonché capitolo conclusivo di una serie di pubblicazioni che lo hanno portato ad affermarsi come un artista da tenere d’occhio. Le registrazioni hanno di nuovo luogo sia per la città Milano che presso l’LM Recording Studio a Reggio Calabria, con incursioni al Sync Studio di Matera per la sezione d’archi. È qui che il cuore del suono e del concept dietro il nuovo lavoro ‘The Neverending Third Act of a Dream’ inizia a prendere forma.

Il team di produzione include PLASTICA, artista emergente e già membro della band dal vivo, i REMAIN, ancora una volta collaboratori, Fugazza Suorcristona (produttori per MahmoodGINEVRANAVANoemi), Sean Cronin (AINÉ, Karhys), co-autore dei testi e guida spirituale di tutto il processo creativo, e Federico Ferrandina, compositore della musica originale per il film Netflix ‘L’Ultimo Paradiso’, nonché accreditato come compositore nelle colonne sonore di ‘Dallas Buyers Club’ e altri show tv di enorme successo quali ‘The Big Bang Theory’ e ‘The Night Of’.

Mentre spera di sfruttare lo slancio acquisito grazie alle precedenti pubblicazioni, torna armato di quello che può essere ampiamente considerato il suo miglior gruppo di canzoni fino ad oggi. Entra in questa nuova era con la solita brama di grandi melodie, citando enormi e variegate influenze per il futuro LP (tra cui U2, David Bowie, Depeche Mode, Radiohead, Kanye West, James Blake, Jai Paul, Frank Ocean e Bon Iver), che nonostante faccia ‘Neverending’ di nome, alla fine ha visto il suo completamento proprio quest’anno e si dimostrerà essere ogni attimo valevole dell’attesa.


https://www.instagram.com/_hesanobody/

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Internazionale

Cosa c’è nella camera dei Tendha

Quello dei Tendha è un invito a liberare l’immaginazione e a riconnettersi con il bambino che è in noi: un disco che si trasforma in una riflessione sull’importanza dell’immaginazione nella nostra vita, passando i confini di genere, stratificandosi di influenze e suggestioni in un tempo di algoritmi ed etichette. L’album di debutto dei Tendha, dal titolo “Soap doesn’t exit because it can’t be told“, è in uscita venerdì 17 gennaio 2025, in distribuzione Believe Music Italy. 
 

<Lo sai che il sapone non esiste? Non esiste perché non lo puoi raccontare.>
 

Questa semplice affermazione di un bambino diventa il punto di partenza di un viaggio introspettivo che ci riporta all’infanzia e che ci invita a riscoprire la bellezza della creatività e la forza di sfidare le convenzioni. Attraverso sonorità ispirate alle colonne sonore dei videogiochi 8 bit, i Tendha ci invitano a liberare la nostra immaginazione che è la chiave per creare un mondo migliore, un pezzo alla volta. Un album che celebra la magia dell’infanzia, la bellezza dell’immaginazione e l’importanza di esprimere se stessi senza filtri. L’album dei Tendha è un invito a non soffocare la nostra capacità di sognare e di vedere oltre l’apparenza. I brani ci accompagnano in un percorso alla scoperta di un mondo dove tutto è possibile. La copertina di Giulia Di Bari incarna perfettamente questo spirito di libertà e creatività.

Noi volevamo assolutamente saperne di più, e ci siamo fatti invitare a casa di Fabrizio, fondatore del progetto, ed ecco cosa ci ha mostrato. Siete pronti?

  1. “Per la categoria ‘pixel e melodie’:

Chi dice che i videogiochi sono solo un passatempo? Per me, sono vere e proprie opere d’arte interattive, capaci di emozionare e ispirare. Questa collezione di giochi per Nintendo Switch è un piccolo tesoro che custodisco gelosamente. Le loro colonne sonore, in particolare, sono una fonte inesauribile di ispirazione per i brani dei Tendha. Ogni nota, ogni melodia mi trasporta in mondi fantastici e mi fa sognare avventure epiche.

  1. “Per la categoria ‘riflessioni di un artigiano’:

Costruire un oggetto è come dare vita a un’idea. A volte il risultato non è perfetto, ma il percorso è ricco di insegnamenti. Questa dima, nata per dare forma al mio primo ukulele, è la testimonianza tangibile di un progetto ambizioso e delle mie prime incertezze da liutaio. Oggi, dimenticata in un angolo, mi ricorda l’importanza di lasciare andare le nostre creazioni e di affidarle al mondo. Chissà dove finirà questa dima e chi la utilizzerà per dare forma ai propri sogni. Forse un giorno la ritroverò tra le mani di un altro artigiano, o magari diventerà un’opera d’arte. L’unica cosa certa è che la sua storia non è finita.”

  1. “Per la categoria ‘anima e ispirazione’:

‘Risplendi della tua luce’. Una frase semplice, ma che racchiude in sé un universo di significato. È come un mantra che mi accompagna ogni giorno, un invito a essere autentico e a far brillare la mia vera essenza. Questo quadro è un regalo che ho ricevuto da un’amica che conosce profondamente la mia anima e che ha saputo trovare le parole giuste per esprimere la sua stima nei miei confronti. È un costante promemoria del mio valore e del mio potenziale.”

  1. “Per la categoria ‘materiali e ricordi’:

Questa scandola è più di un semplice pezzo di legno. È un frammento di un’esperienza indimenticabile, un ricordo tangibile di una residenza artistica tra le montagne bergamasche. Ogni volta che la tocco, rivivo le emozioni intense di quei giorni, il senso di libertà e di connessione con la natura. È un oggetto che mi ricorda l’importanza di uscire dalla routine e di immergersi in esperienze che ci arricchiscono interiormente.”

  1. “Per la categoria ‘ritmi africani’:

Questo piccolo djembe è più di uno strumento musicale, è un ponte verso un’altra cultura, un regalo che mi ha aperto le porte a un mondo di suoni e vibrazioni. Ogni colpo su questa pelle tesa è un viaggio, un’esplorazione di ritmi ancestrali. È il battito di un cuore africano che risuona nel mio petto, un costante promemoria dell’amicizia che mi lega alla donna che me l’ha donato. E ogni volta che lo suono, mi sento un po’ più vicino alle radici di questa musica che mi appassiona così tanto.”

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“Colpo di Fulmine”, la delicata dedica di Accame

Contro ogni regola del mercato Accame presenta il 20 dicembre “Colpo di fulmine”, il suo nuovo singolo disponibile in tutti i digital store. Nella musica non ci sono schemi da seguire e il cantautore lo sa, così decide di pubblicare un brano delicato, minimal e intimo. Un brano che si rifa ai cantautori di un tempo portando comunque il suo tocco unico.

“Colpo di Fulmine” è la canzone perfetta per chiudere un album e nel caso di Accame per chiudere il 2024. Ultimo brano, ma non meno meritevole degli altri.

Immaginate di ritrovare una vecchia musicassetta dentro qualche scatola riposta nel solaio o in cantina. Rispolverate allora un vecchio stereo oppure un walkman, inserite, schiacciate play e poi chiudete gli occhi: ecco a voi “Colpo di fulmine”.

E’ una canzone scritta su un tovagliolino di quelli che si trovano sopra i tavolini dei bar ed è stata partorita in una sera di inizio estate di tanti anni fa. Accame si è domandato: “se dovessi spiegare che cosa è un Colpo di fulmine per me, cosa direi a chi me lo chiede?”

La risposta è questa: poche parole semplici ed in rima baciata come non fa quasi più nessuno ormai. Parole vere e sincere che arrivano al cuore di chi le ascolta e raccontano in maniera chiara cosa si prova in quel momento.

Il vestito di Colpo di fulmine è volutamente minimal. La chitarra è la protagonista e detta il ritmo senza interruzioni, come ad evidenziare quello che dovrebbe essere il flusso emotivo di quell’istante. Un crescendo di sensazioni che ti avvolgono e non ti fanno pensare più a niente.

Gli archi, i sintetizzatori, il basso e la chitarra elettrica che suona poche note ovattate, non vogliono essere invadenti così come la voce che, con un leggero riverbero vintage, è tenuta dentro il mix come a volersi fondere nell’atmosfera quasi fosse anch’essa un ulteriore suono.

Il finale è un assolo di armonica dolce e deciso, di quelli che non si dimenticano e ti restano in testa proprio come quell’incontro che ci ha sconvolto i piani.

Non so se questo sarà un brano radiofonico ma è una canzone che mi rispecchia all’ennesima potenza. Questo sono io e non so nemmeno se chi la ascolterà capirà fino in fondo il vero significato di questa canzone, dal momento che per poterla davvero apprezzare dovremmo, quasi tutti me compreso, ammettere di aver sbagliato molto in questa vita. Una vita dove rincorriamo sempre qualcosa che poi non raggiungiamo mai o se lo facciamo non siamo comunque mai felici e ripartiamo subito alla ricerca di quello che pensiamo ci debba servire per esserlo.

Se si aguzzano le orecchie si possono scorgere anche i fruscii tipici dei supporti a nastro, quando i suoni forse non erano perfetti ma erano caldi ed avvolgenti e facevano sognare chi li ascoltava. La speranza con Colpo di fulmine è quella di ricordare quei momenti per chi li ha vissuti e di farli immaginare a chi ha la fantasia per farlo, buon ascolto!”, così Accame descrive il suo brano.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/37JIck8TTiLZeWubFiiJrF

https://www.instagram.com/accamegiuseppe
https://www.facebook.com/AccameGiuseppe
https://www.youtube.com/@AccameGiuseppe

Biografia

Accame è il nome d’arte del cantautore ligure Giuseppe Accame. Si è avvicinato alla musica grazie allo studio della chitarra, strumento che poi è diventato la chiave per le sue creazioni.

Il suo viaggio nella musica inizia nel 2023 con lo pseudonimo Giù pubblicando l’EP “Ragazza Rossetto Fragola”, una raccolta di quattro canzoni che parlano d’amore senza tanti compromessi e giri di parole.

Il 2024 si apre con la pubblicazione del suo secondo EP “Non doveva andare così” e di altri due singoli: “Dimmi che lo sai” e “Lacrime di Venere”. 

E’ a questo punto che Giuseppe decide di dare una svolta diversa al suo progetto e cambia nome in semplicemente Accame. Il suo primo singolo con questo nuovo sé sarà “Estate da Rich Remastered Summer 2024”, un brano fresco e adatto all’estate.

Il suo genere di riferimento è il Cantautorato-Pop ma Accame ama spaziare anche con contaminazioni di tipo British, Country, Rock ed Elettronico, cercando sempre il migliore vestito per le proprie canzoni.

A fine agosto dello stesso anno pubblica il singolo “Le Mie Cure”, un brano country che riesce a trasmettere un messaggio profondo e importante. A novembre esce “La storia di un minuto” in chiave Synthwave.

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Giulia torna più forte che mai con il singolo “Mi manca di te”

Fuori dal 13 dicembre “Mi manca di te”, il nuovo singolo di Giulia. Dopo aver debuttato con “Viola”, la cantautrice propone un brano dal sapore di rinascita dove la sua voce esplode di grinta ed energia.

“Mi manca di te” è una canzone d’amore, ma è anche una canzone d’amore verso noi stessi. A volte ci leghiamo a dei partner pensando che siano la salvezza di tutto, ma è in quel momento in cui ci rendiamo conto che a mancarci non sono le attenzioni dell’altro, ma noi stessi.

Il brano con una melodia delicata ma elegante: una batteria sfiorata, la chitarra delicata e un piano che si fa spazio. La voce come un climax sale e coinvolge l’ascoltatore. Giulia mostra il meglio di sé in questo brano con una performance incredibile e travolgente.

Questo è il primo brano su cui ho lavorato con Wrongonyou. Sono quindi molto legata a questa canzone, anche perché è sì una canzone d’amore ma anche, nuovamente, un brano di rivincita, di rinascita.

È ispirata ad un amore passato, un amore vissuto a singhiozzo, ritornato più volte nel tempo ma sempre e solo per brevissimi e ugualmente intensi periodi. Nato durante un periodo cupo, avevo idealizzato quell’amore al punto di ricercarlo in tutte le persone conosciute dopo. Avevo attribuito a lui le mie nuove conquiste personali, associando quella persona a una qualche forma di salvezza. 

Ho realizzato con il tempo che la salvezza non era stata incontrare lui: la vera salvezza l’avevo trovata in me stessa, e ciò che mi mancava davvero non era lui, ma ero io. Era la forza che avevo e la persona che stavo diventando quando l’ho conosciuto, a mancarmi. Averlo capito, ed essermi finalmente liberata da quell’idealizzazione, è stata la svolta: ho finalmente riscritto, e ho vissuto quello che desideravo. Sono contenta quindi di riuscire finalmente a condividerla ora. Come, appunto, una piccola grande rivincita”, così Giulia descrive il proprio brano.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/track/0vAPMDdVKVaekQ8sqzysO1

https://www.instagram.com/cantagiuliacanta

Biografia

Giulia è una cantautrice milanese classe 1988, figlia di mamma sarda e papà siciliano. Cresciuta in un piccolo paese di provincia si avvicina alla musica grazie all’influenza paterna. La sua casa era sempre piena di musica dal prog al grande cantautorato italiano fino al blues e soul americano.

Inizia a cantare fin da bambina e durante gli anni del liceo entra in un coro gospel. Successivamente prende parte a diverse cover band locali. Studia al CEMM di Bussero con Tony Guerrieri, corista di Radio Italia, Sanremo.

Dal 2012 al 2017 si prende una pausa dalla musica, ma nel 2018 riprende coraggio e torna a cantare in alcune cover band locali.

Nel 2021 avviene una svolta importante: l’incontro con Wrongonyou che la spinge a rimettersi in gioco produce i suoi brani.

Giulia aveva diverse canzoni nel cassetto scritti da lei e finalmente ci rimette mano per poterle far ascoltare al mondo.

Grazie al supporto di Ilenia e della Milano Music Record nel 2024 pubblica “Viola”, il suo primo singolo ufficiale e a dicembre dello stesso anno esce anche “Mi manca di te”, il secondo brano.

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“Ne Vale la Pena”, l’invito musicale di Enni Zincone

Fuori dal 13 dicembre “Ne Vale la Pena”, il nuovo singolo della produttrice romana Enni Zincone. Disponibile su tutti i digital store, il brano è un’esplosione di amore per la vita. Un invito a scoprire la bellezza nascosta anche nelle difficoltà, trovando forza nelle piccole cose e il coraggio di non arrendersi mai.

Dopo il successo de “La Goccia”, primo capitolo del suo nuovo percorso musicale, Enni prosegue il suo viaggio artistico con un brano che mescola testi profondi e sonorità eleganti. “Ne Vale la Pena” è una canzone capace di trasportare l’ascoltatore in un universo di magia ed emozioni avvolgenti.

Il brano affronta temi universali come la lotta contro le proprie paure, il coraggio di guardarsi dentro e la capacità di ritrovare il senso di ciò che davvero conta nella vita. Il testo, scritto con la sensibilità che contraddistingue l’arista, è accompagnato da una produzione musicale che coniuga suoni acustici con effetti sonori moderni e suggestivi.

Enni, che insegna Song Lyrics e guida il suo Imagine Studio, si conferma non solo come artista, ma anche come mentore e produttrice di nuovi talenti. Il suo ritorno alla musica dopo un periodo complesso e personale è la dimostrazione che, come canta nel suo nuovo singolo, “ne vale davvero la pena”.

Il brano sarà accompagnato da un videoclip ufficiale girato tra la natura del Sorbo.

Enni invita tutti a lasciarsi trasportare dalla musica in un viaggio intenso verso l’essenza delle cose, un richiamo a guardare oltre il velo dell’apparenza per riscoprire l’anima autentica e la bellezza nascosta nella semplicità di ogni singola cosa, in ogni singolo istante.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/3YiP5crz83BvMpiH4GUqcS

https://www.instagram.com/enni_zincone/

Biografia

Enni Zincone, nome d’arte di Annachiara Zincone, eÌ€ una cantautrice e produttrice musicale romana. Il suo viaggio nella musica inizia in tenera età. A sei anni entra nel coro “Le Piccole Voci” di Angelo Di Mario, col quale registra album e jingle, partecipando stabilmente a trasmissioni televisive in Rai e Mediaset. 

Prosegue gli studi musicali approfondendo solfeggio, pianoforte, canto lirico e moderno e inizia a scrivere le prime canzoni intorno ai 20 anni. Si esibisce live in vari locali romani, pubblicando nel frattempo diversi singoli e un album. EÌ€ finalista in numerosi concorsi tra cui: SanremoLab (2008), Premio Augusto Daolio (2010), Premio Lunezia (2012), Genova per voi (2015) e Premio Curci (2015). Ha collaborato alla scrittura di canzoni con Marco Ciappelli per Warner Chappell ed è stata autrice per Micaela Foti e Roberta Bonanno.

Dal 2014, ha iniziato a produrre per la YPK e altre etichette cantautori e artisti emergenti. Nei successivi tre anni eÌ€ giudice e coach di canto per il Tour Music Fest e docente d’Interpretazione e Songwriting presso il C.E.T. di Mogol ai Camp Estivi.

Nel 2023, apre a Formello il proprio studio di produzione musicale, l’“Imagine Studio” occupandosi di arrangiamenti, recording e mix. Sempre nel 2023 vince il bando SIAE “Per Chi Crea” con un progetto di cui eÌ€ la direttrice artistica, quello del cantautore Lorenzo Gulino.

Oggi Annachiara non solo scrive e produce musica per sé stessa e per gli altri ma condivide la sua esperienza come docente di Song Lyrics presso il Saint Louis College of Music di Roma. 

Dopo anni di ricerca e lavoro musicale sia su sé stessa che su altri artisti, approda alla maturità artistica grazie al sostegno di Tony Puja e pubblica altri suoi brani tra cui ricordiamo “Una rosa appassita”.

Il 20 settembre 2024 esce “La Goccia”, il suo nuovo ed emozionante singolo. A dicembre la cantautrice presenta il nuovo brano “Ne Vale la Pena”.

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Comunicato stampa

“Viola”, il debutto di Giulia

Il 18 ottobre Giulia debutta con il singolo “Viola”, prodotto da Wrongonyou. Un invito ad essere se stessi senza farsi fermare dai pregiudizi degli altri.

“Viola”, colore particolarmente significativo per la cantautrice, è il lungo e tortuoso percorso che l’ha portata fino a qui. Nasce proprio come rivincita dopo un periodo in cui la frustrazione l’aveva portata a mettere in pausa la musica.

Il sound di “Viola” è un pop leggermente malinconico con sfumature nu soul, ma allo stesso tempo è carico di speranza. Una melodia che proprio come il testo ci fa passare attraverso la storia e il percorso della cantautrice. Strofe delicate che portano fino ad un ritornello esplosivo e coinvolgente.

Ho iniziato a scrivere questa canzone,mentre mi trovavo a dovermi raccontare con nuove parole a nuove persone, conosciute dopo la fine di una relazione molto lunga e difficile. 

Scavando in alcuni dei miei ricordi più cupi, nel brano faccio riferimento alla salute mentale, ad alcune difficoltà attraversate in passato, e alla disillusione a cui mi ero, ma soprattutto mi avevano, abituata. 

Viola” è quindi una canzone di riscoperta, di rivincita. È un’esortazione ad andare oltre il ruolo che ci viene imposto da altri, soprattutto da chi non ci ama e comprende a fondo, e a smettere di vedere noi stessi attraverso i loro occhi. 

Nonostante ci si senta in qualche modo “rotti”, nonostante le difficoltà che incontriamo nel corso della nostra vita, meritiamo di vivere come desideriamo, meritiamo di essere amati per ciò che siamo davvero“, così Giulia descrive il proprio brano

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/4NiWEGWC9DoAtORo2fthwo

https://www.instagram.com/cantagiuliacanta

Biografia

Giulia è una cantautrice milanese classe 1988, figlia di mamma sarda e papà siciliano. Cresciuta in un piccolo paese di provincia si avvicina alla musica grazie all’influenza paterna. La sua casa era sempre piena di musica dal prog al grande cantautorato italiano fino al blues e soul americano.

Inizia a cantare fin da bambina e durante gli anni del liceo entra in un coro gospel. Successivamente prende parte a diverse cover band locali. Studia al CEMM di Bussero con Tony Guerrieri, corista di Radio Italia, Sanremo.

Dal 2012 al 2017 si prende una pausa dalla musica, ma nel 2018 riprende coraggio e torna a cantare in alcune cover band locali.

Nel 2021 avviene una svolta importante: l’incontro con Wrongonyou che la spinge a rimettersi in gioco produce i suoi brani.

Giulia aveva diverse canzoni nel cassetto scritti da lei e finalmente ci rimette mano per poterle far ascoltare al mondo.

Grazie al supporto di Ilenia e della Milano Music Record nel 2024 pubblica “Viola”, il suo primo singolo ufficiale.

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Comunicato stampa

“Rotti”, il nuovo singolo di Schen

Fuori dal 6 dicembre “Rotti”, il nuovo singolo di Schen. Un brano con un inizio delicato, ma che sa lentamente coinvolgere ed esplodere in sound accattivante e un ritornello molto catchy.

Schen racconta la fine di una storia e lo fa con un sound che sa mescolare un cantato tra hip hop e cantautorale con una melodia elettro pop. Il risultato è “Rotti”, un brano che sa farsi spazio dentro al cuore per poi non lasciar più andar l’ascoltatore. 

Il sound accompagna un testo profondo ma trasmetto in maniera semplice, in modo da arrivare davvero a chiunque. La voce di Schen ci accompagna tra ricordi che ci feriscono e ci permettono di prendere sempre più coscienza che quell’amore tanto importante è ormai alla fine.

“Rotti racconta dell’insieme dei momenti che anticipano la fine di una relazione. Sono descritti momenti di rabbia, momenti di malinconia e momenti di insicurezza; tutto ciò contribuisce alla formazione del quadro generale di emozioni che molte persone provano quando si trovano in questa situazione comune”, così l’artista descrive il proprio brano.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/0G5Fb12uR4oKIda5iCVZPe

https://www.instagram.com/sonoschen/?igsh=N2c5YnoyaWwwOWZt

Biografia

Schen è un artista classe 2005. Si appassiona alla musica all’età di otto anni iniziando a suonare la batteria, ispirato dal cugino più grande. Cresce musicalmente ascoltando i grandi classi degli anni ’50 e ha una particolare predisposizione alla musica rock, metal e punk.

In adolescenza amplia i suoi orizzonti musicali buttandosi in genere pop grazie ad artisti come Bruno Mars che lo portano anche ad iscriversi ad un corso di ballo e ad iniziare un percorso di tipo canoro. Questo è un momento di svolta e da lì in poi non si fermerà a un solo genere musicale, questo gli permette di spaziare e creare progetti sempre più originali.

Debutta nel 2023 con il singolo “Saudade” e nel 2024 presenta diversi lavori tra cui il suo primo EP “Pagine”. Ma non si ferma qui e il 6 dicembre pubblica il nuovo singolo “Rotti”.

Ad oggi ha lavorato su nuova musica strutturando i suoi testi in modo da migliorare sempre per trasmettere meglio il messaggio di critica e di conforto che vuole offrire.