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Pop

Le 5 cose preferite di Antonio McFly Morelli

Fuori dal 13 gennaio “By The Night”, il nuovo EP di Antonio McFly Morelli. Nel disco si alternano tracce cantante e strumentali accompagnate da musica funk, jazz e chillout in chiave urban lo-fi.

Le canzoni di “By The Night” ruotano attorno al tema centrale della notte. Ognuna di loro ha uno stile diverso ma sono tutte accomunate dal racconto di pensieri e vissuti che si avvicendano nel cuore della notte. Melodie diverse legate però dallo stile unico di Antonio McFly Morelli. L’artista riesce a tenerle unite tra loro grazie a questo fil rouge elettronico smorzato da toni lo-fi.

Per conoscerlo meglio, non potevamo che chiedergli quali fossero le sue cinque cose preferite.

I gatti

Trovo che siano animali straordinari: intelligenti, scaltri, simpatici ed estremamente empatici. Vivo con due gatti che ormai fanno parte della mia vita e mi sono di grande compagnia in ogni momento della giornata. Uno dei due ha addirittura una cuccia tutta sua nel mio studio e posso dire che prende parte insieme a me alla creazione dei miei brani.

Leggere

È una passione che ho riscoperto da qualche anno a questa parte perché, per vari motivi, mi era stata fatta quasi detestare. Leggo principalmente romanzi di fantascienza o comunque di avventura ma soprattutto mi sono scoperto un appassionato lettore di fumetti. Probabilmente la cultura “pop” dei cinecomic ha fatto avvicinare anche persone come me a questo mondo e sono rimasto letteralmente folgorato, tanto da preferire adesso la versione originale cartacea alla controparte cinematografica; la caratterizzazione dei personaggi, i disegni ma soprattutto le trame spesso articolate e complesse. Tutto questo mondo ha influenzato e continua ad influenzare le mie creazioni. Per fare un esempio, le ambientazioni di fumetti come Daredevil o Moon Knight di Marvel Comics sono principalmente urbane e soprattutto notturne.

Una serata con gli amici

Dopo un’intensa settimana di lavoro, prove, studio e chi più ne ha più ne metta, passare una serata spensierata con gli amici è la migliore medicina che possa esserci. Ho la fortuna di avere amici “nerd” tanto quanto me, quindi posso condividere con loro la mia passione per i giochi da tavolo e per i videogiochi. In ogni caso comunque, al di là del gioco in sé per sé come dico spesso, a me piace l’esperienza della condivisione del tempo passato insieme. Ultimamente una delle mie serate “tipo” è diventata quella NBA 2K, dove posso conciliare la mia passione per il mondo videoludico con quello per la pallacanestro.

La Pielle Livorno

Sono un grande appassionato di pallacanestro, in particolare della squadra della mia città la “Pielle Livorno”. Sono letteralmente nato con i colori bianco blu, colori sociali di quella che originariamente si chiamava Pallacanestro Livorno (abbreviato “PL”) in quanto i miei genitori, prima ancora che nascessi, frequentavano regolarmente il palazzetto. Negli ultimi dieci anni mi sono riavvicinato al mondo “Pielle”, ribattezzata così dopo la rifondazione partendo dalle serie minori interregionali fino a tornare nei campionati nazionali. Ho avuto la fortuna di vivere questo momento di rinascita della pallacanestro livornese che ha vissuto negli anni ’80 il suo apice con addirittura due squadre in serie A1. Proprio questo dualismo vive ancora oggi e la stracittadina di basket è uno degli eventi sportivi più chiacchierati anche a livello nazionale. In casa ho bandiere, sciarpe, cappellini, il giorno che si gioca in casa è “quel giorno”: quando è ora di uscire mi metto la felpa della curva sud, prendo la sciarpa ed esco cantando “che bello / è quando esco di casa / per andare al palazzo / a tifare Pielle”. 

BASKET PIELLE VS HERONS MONTECATINI D 14-04-2024

La musica

Come si suol dire: “last but not least” non posso che citare la musica. Adoro mettermi sul divano far partire nello stereo un disco e godermelo dall’inizio alla fine, che sia CD o vinile. Avendo la fortuna di studiare musica e vivere con una persona musicista che condivide questa passione come me, posso dire di godere di questo mondo a 360 gradi: che si parli di composizione, storia, opinioni oppure, più semplicemente, tramite l’ascolto dal vivo o su supporto. Spesso mi rendo conto, soprattutto quando ne parlo con altre persone, che potrei parlare di musica per ore senza che neanche me ne renda conto, è la mia passione più grande prima ancora come ascoltatore che come creatore.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Katanino

KATANINO, pseudonimo di Mattia D’Arpa è un cantautore salentino che si cimenta a sperimentare insieme al suo compagno di viaggio URLO, pseudonimo di Daniele Spano. I due mescolano stili e generi musicali differenti tanto da non riuscire a etichettare la loro musica. Pubblica il primo singolo “GAETANO” il 21 luglio 2020. Il brano racconta la sensazione di malinconia e rinnovo che si percepisce alla fine di una storia, di un amore, di un’estate.  Nel 2023 presenta il suo progetto musicale durante il festival “La Notte della Malota” aprendo il concerto a Maestro Pellegrini (Zen Circus). Pubblica il nuovo singolo “IO E TE” il 31 Maggio 2024 e segue un tour promozionale suonando sul palco del Sei Festival.

Lo scorso 24 gennaio è uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del suo progetto: “Vorrei farti del male”, brano descrive la rabbia che rimane dalla fine di una relazione. Abbiamo colto l’occasione per provare a conoscere meglio Katanino attraverso un mini-tour guidato di casa sua. Ecco cosa ci ha mostrato:

Gli anelli: oggetti importanti che porto con me durante i Live. Quello a destra è di mio fratello, vive dall’altra parte d’Italia ed è un modo per averlo vicino. Quello a sinistra mi è stato regalato da un amico una sera in un pub in cui ci siamo incontrati per caso. Non ci vedevamo da un po’. Mi racconta che aveva ascoltato il mio ultimo singolo e che lo aveva colpito tanto.

Supporto per telefono: fa parte della mia routine mattutina. Ogni mattina mentre preparo la colazione poggio il telefono e guardo dei video o ascolto dei podcast, mi aiuta a far partire bene la giornata, può sembrare stupido ma è come un amico fidato che ti aspetta ogni mattina e ti fa compagnia in silenzio.

Chitarra: è lo strumento che mi accompagna nella scrittura e composizione delle mie canzoni. Ho un po’ di chitarre ma questa è sempre la stessa che uso nella fase embrionale delle mie canzoni. È quella più maneggevole, a portata di mano. Apparteneva ad un parente lontano che amava la musica. Mi piace pensare che suonarla lo renda felice.

Fumetto: Ho un po’ di fumetti e libri, quando devo staccare la spina ne scelgo uno, salto in auto e vado al mare. Lo leggo li, mi rilassa un po’ e non mi fa pensare a nulla.

Gli occhiali: Mi è stato detto in alcune occasioni che senza occhiali ho lo sguardo imbarazzato, forse è vero. Gli occhiali mi accompagnano ad ogni concerto, mi tolgono dall’imbarazzo iniziale in cui salgo sul palco e non lasciano trapelare come mi sento.

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Comunicato stampa

“Grigia” è il nuovo album di BANDIT, uscito dopo più dieci anni di assenza

Torna Bandit con un nuovo album dal titolo “Grigia“, disponibile da venerdì 31 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali per Bradipo Dischi (in distribuzione Believe): un secondo album, un nuovo capitolo, preceduto dai singoli “Camerata“, “La nostalgia” e “Zarathustra“, pubblicati tra novembre e dicembre 2024. Questi brani arrivano dopo una lunga assenza dalla pubblicazione di un piccolo cult della scena indipendente: nel 2011 uscì infatti clandestinamente il primo album di Bandit “Quando la luce grande della discoteca“, pubblicato poi ufficialmente in versione restaurata nel 2023, che fu un inconsapevole manifesto generazionale irriverente e dolce-amaro.

Il giorno dopo la discoteca i personaggi diventano persone, e anche dopo la fine degli studi avviene un po’ la stessa cosa. La disillusione, lo scontro con un mondo del lavoro che è spesso la versione noiosa e triste di ciò che abbiamo studiato e che ci ha appassionato, la fine dei grandi sogni, delle grandi aspirazioni personali, e il senso di enorme perdita di fiducia nel cercare di cambiare una realtà che si offre come impenetrabile e ripetitiva, plumbea, come un edificio brutalista. 


Appena fuori dall’università, il turbo lavoro del tardo capitalismo ci attendeva con la sua facciata plumbea, ripetitiva e inesorabile come un palazzo brutalista.
Questo disco racconta la caduta nel baratro.

 

SCOPRI IL DISCO: https://bfan.link/grigia



 

Testo di Paolo Bandirali
Musica di Paolo Bandirali e Matteo Manzo

Hanno suonato: 
Matteo Manzo (chitarre, synth)
Paolo Bandirali (chitarre acustiche, CasioTone)
Giovanni Colombo (batteria e percussioni)
Matteo Portugalli e Pierpaolo Alberici (cori di La nostalgia) 
Produzione e registrazioni di chitarre e synth di Matteo Manzo 
Voci e batteria registrate da Matteo Portugalli presso Garage 206 
Mix di Matteo Portugalli
Master di Andrea De Bernardi presso Eleven Mastering Studio
Foto di Francesca Infante

BIO:

Bandit è un cantautore intelligente e sensibile che viene suo malgrado travolto dalla turbotamarragine della provincia più remota di Milano, finendo irrimediabilmente assorbito dalle discoteche e dalla ketamina. Come un Omero degli anni zero, tra il 2008 e il 2011 compone “Quando la luce grande della discoteca“, una fotografia amara e neorealista dei lunghi pellegrinaggi serali a caccia di vagina nei primi anni zero e delle strane creature che abitano queste zone d’ombra. Per dieci anni porta in giro chitarra alla mano quest’opera che nel sud di Milano diviene un piccolo cult, senza mai trovare tuttavia una veste definitiva. Nel 2023 entra in Bradipo Dischi, e con il loro aiuto riesce finalmente a produrre e a fare uscire ufficialmente nel novembre dello stesso anno il suo piccolo capolavoro underground.

A un anno dall’uscita dell’album di esordio, torna con “Camerata”, singolo che prelude al suo secondo lavoro “Grigia” in uscita a gennaio del 2025.

https://www.instagram.com/banditpaolo/

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Comunicato stampa

Il punk/alternative dei Super Topper sul nuovo singolo Il più alto dei rami

In uscita il 3 febbraio 2025, Il più alto dei rami è il singolo di presentazione ufficiale dei Super Topper, rock band della provincia di Milano. Il brano è il primo estratto dal disco d’esordio del gruppo, un album self-titled che vedrà la luce nel corso dell’anno per l’etichetta Rocketman Records. La canzone presenta un rock alternativo che parte dalle origini punk del gruppo sporcandole con venature post-hardcore e atmosfere emo, che sembra stato catapultato in Italia da qualche etichetta di culto angloamericana ma che risente anche della lezione del rock underground italiano nel cantato.

Come spiega la band, “il testo parla di un lieto fine che non arriverà mai. In una civiltà sempre più artefatta e nichilista, l’unica soluzione sembra essere la più estrema. È il racconto di un rapporto vissuto in un tempo (il nostro?) pre-apocalittico tra incognite e promesse impossibili da mantenere”.

Ascolta Il più alto dei rami: 
https://open.spotify.com/intl-it/track/5lzS2Yrv7uJEMIe0ShnKIa?si=0589083ec70c4917


https://www.youtube.com/watch?v=l80uLdt92NA

si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica

Formazione:
Corbe: chitarra e voce
Fra: basso
Vito: batteria 

BIO

Formazione consolidata nel 2021: Vito alla batteria, Fra al basso, Corbe alla chitarra e alla voce. I SUPER TOPPER sono un gruppo punk rock da Furato, provincia di Milano, nati dalle ceneri dei KARCAVEJIA, band hardcore punk di inizio millennio. I testi introspettivi in lingua italiana vengono esaltati da musiche malinconiche con sonorità new wave e post-punk.

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Pop

Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick”, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio. 

Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick“, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio.

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio. 

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“So Close to Mars” è il nuovo singolo di The Skillgates

So close to Mars è il brano che celebra la nuova vita di The Skillgates, trio romano con un passato musicale importante e un futuro di brillanti prospettive ancora da scrivere. 

La canzone racconta un viaggio emotivo e spirituale, incentrato sulla ricerca di un senso più profondo e di connessione con una persona speciale. Il protagonista riflette su errori e cambiamenti del passato, esprimendo un senso di smarrimento e desiderio di redenzione.

Seguendo una metafora spaziale, il viaggio verso Marte rappresenta una ricerca di risposte e significato. Tra momenti di solitudine e sofferenza (“I walked in the rain in the dark”), il protagonista esplora il proprio legame con la persona amata e con una forza superiore, chiedendosi chi essa sia realmente (“Asking my God who you really are”).

Le immagini di stelle e pioggia evocano un senso di speranza e di lotta contro le avversità, culminando nella consapevolezza che, nonostante il dolore, c’è una vicinanza al traguardo (“Thinking I was so close to Mars”). La canzone si conclude con la determinazione ad affrontare ogni cambiamento nella vita, preparandosi a ciò che il futuro riserva.

“Era uno di quei giorni in cui ti svegli e anche il caffè sembra tardare a salire, quasi volesse prendersi gioco di te. Mi ero seduto in veranda, con lo sguardo perso nel cielo malinconico di settembre. Le nuvole sembravano raccontare una storia, e io, in quel momento, ho iniziato a riflettere su tutte le cose che avevo fatto fino ad allora: i successi, gli errori, le volte in cui avevo cercato di cambiare il mio modo di essere. Mi sono chiesto che tipo di vita avessi vissuto fino a quel giorno.

Poi ho immaginato di parlare con qualcuno che potesse davvero capirmi, qualcuno in grado di guidarmi, di correggermi, di mostrarmi un percorso diverso. Non che la mia vita fosse brutta, intendiamoci, ma a volte cerchiamo di ottenere di più da noi stessi, forse nel tentativo di sentirci completi. E non so se questo sia un bene o un male.

Da lì è nato il viaggio verso Marte: un simbolo di una vita lunga e piena, un cammino carico di esperienze, di ricerche, di domande senza risposta. Ogni passo, ogni stella osservata lungo il tragitto rappresentava un pezzo di me, un frammento delle emozioni che ho provato. Scrivere So Close To Mars è stato come intraprendere quel viaggio, un modo per mettere ordine nei pensieri e immaginare un dialogo con me stesso e con il mondo che mi circonda”.

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Nei primi anni 2000, a Roma, il chitarrista e cantante Edo con Max alla batteria danno vita agli E.D.O. (Electric Digital Orchestra). Il debutto ufficiale avviene nel 2004 con il singolo “Monkey in the Jungle”, in uscita con Universal Publishing Italy. Il videoclip del brano è stato diretto dal regista e autore Rai F. Maiorino. Questo singolo li porta subito alla ribalta, con una serie di esibizioni promozionali sui palchi italiani.

Nel 2006, gli E.D.O. rilasciano il loro primo album, il cui singolo di punta “I Still Meet You” ottiene un notevole successo su Radio Rai 2. Lo stesso anno, il secondo singolo “Superstar” diventa una hit su IsoRadio, consolidando la popolarità della band. 

Gli E.D.O. calcano importanti palchi in Italia, tra cui l’Alcatraz di Milano, e partecipano all’Handicap Day di Radio Rai 2 in Piazza del Popolo a Roma, Telethon Roma eccetera.

Dopo il successo del primo album la band subisce un’evoluzione nella formazione diventando un power trio. Nel 2012 pubblicano il loro secondo album “Livin’ Under The Sun” sotto l’etichetta Y-Records. Altresì interessante il video clip di “Livin’ Under The Sun”. L’album viene presentato con un concerto acustico a Londra, seguito da una serie di date in Italia.

Dopo una pausa di alcuni anni, Edo e Max, insieme al nuovo bassista Mike, si reinventano con un nuovo progetto musicale: The Skillgates.

Nel 2023 rilasciano il primo singolo “Punkdemic Rock” con il suo video in pieno stile underground, segnando un rinnovamento stilistico e un cambiamento di identità: i membri ora si fanno chiamare Ed Gates, Mich Gates e Max Gates. Il nome della band, avvolto nel mistero, resta un segreto che i tre musicisti non vogliono svelare.

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Cosa sono ora” è il nuovo singolo di Beca

Il 31 gennaio 2025 Beca presenta il suo nuovo singolo “Cosa sono ora“, un’intensa riflessione su un amore che si dissolve nel nulla. Il brano racconta la storia di un ragazzo che, dopo aver vissuto un legame segreto, si ritrova abbandonato e confuso, completamente privo di certezze, in balia delle scelte di una ragazza che ormai non lo desidera più. 

In questo vuoto emotivo, il protagonista si interroga sulla propria identità. Musicalmente, “Cosa sono ora” si fa strada con una carica energetica elettronica travolgente, un mix di suoni che richiamano l’estetica degli anni ’80, arricchiti da sonorità elettroniche contemporanee che avvolgono l’ascoltatore in un’atmosfera potente e ipnotica. 

La produzione, a cura di Nicola Baronti, guida il brano verso nuove sonorità, rimanendo però fedele al carattere innovativo del sound di Beca. Il brano sarà disponibile dal 31 gennaio 2025 per LaRue Music Records, con il video ufficiale in uscita il 2 febbraio 2025. Un pezzo che fonde emozioni forti e elettronica, destinato a colpire nel profondo gli ascoltatori.

Il 2 febbraio 2025 verrà rilasciato il video ufficiale di “Cosa sono ora“, un’opera visiva intensa, che evoca un’atmosfera di decadimento e solitudine. La regia alterna primi piani con forti contrasti di luci e ombre a inquadrature ampie, riprese con il drone, creando un impatto visivo profondo. 

Il video, interamente in bianco e nero, è arricchito da effetti di fumo blu, che aggiungono una dimensione onirica e inquietante, realizzati tramite Intelligenza Artificiale da Serotonic Studios. La regia, le riprese e il montaggio sono stati curati da Daniele Pozzi, che ha saputo costruire un linguaggio visivo potente e suggestivo, perfettamente in sintonia con l’emotività del brano.

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Edoardo Becattini, in arte Beca, nasce nel 1998 e si distingue per il suo approccio musicale originale e in continua evoluzione. Con un sound che mescola elementi di pop elettronico e influenze internazionali, Beca sa come combinare sonorità moderne con un forte richiamo al passato. 

Le sue composizioni sono ispirate a figure leggendarie come Moby, Daft Punk, ma anche al rock psichedelico degli anni ’70. I testi di Beca, radicati nel cantautorato italiano, esplorano temi universali e intimi, mantenendo una freschezza che li rende attuali e vicini al pubblico. 

Sebbene la sua musica si basi su sonorità elettroniche, Beca non rinuncia a tracce acustiche che evocano la delicatezza dei grandi cantautori italiani, con chitarre che rimandano a un’atmosfera senza tempo. Il suo primo album, Conchiglie(2023), segna l’inizio di un percorso artistico che unisce il folk e l’elettronica, mescolando ritmi acustici e spazi sonori più sperimentali. 

Polistrumentista e produttore musicale, Beca suona chitarra, pianoforte e percussioni, e si esprime anche come DJ, unendo capacità tecniche e una profonda passione per l’evoluzione musicale. La sua ricerca costante lo porta a reinventarsi in ogni live e produzione, spingendosi oltre i confini della musica contemporanea.

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Daniele Rossi: Con la TV accesa è il nuovo singolo

Con la TV accesa è il titolo del singolo d’esordio del cantautore Daniele Rossi, in uscita venerdì 31 gennaio 2025 per l’etichetta MusicantieRecords. La canzone, un brano pop ritmato e ballabile che unisce certe atmosfere da italodance anni 2000 a tendenze più pop contemporanee,  parla della paura dell’uomo di uscire da schemi precostituiti, della continua ricerca di un porto sicuro dove attraccare per fuggire le insicurezze intrinseche del suo essere “umano”.

È qui che nasce il desiderio di evitare quella “brutta gente” rimanendo nella propria comfort zone rappresentata dalla TV. In questo caso l’aggettivo “accesa” è determinante: non importa ciò che la TV trasmette, è semplicemente fondamentale che sia accesa.

La voce interiore, la quale interviene seguendo un climax che raggiunge il suo apice nel finale (“seguimi e vedrai”), è il nostro subconscio che tenta di indicarci la strada, ben consapevole del fatto che “sai dove si va, ma non hai una collocazione”.

Ascolta Con la TV accesa: 
https://open.spotify.com/intl-it/track/0ZozFL1STWtmlpRgOSncQK?si=5d822c89e1ae422c

BIO

Nato a La Spezia il primo ottobre 1982, all’età di dieci anni inizia un percorso musicale con un insegnante privato di pianoforte che gli insegna lo strumento; prosegue poi da autodidatta fino ad oggi. La realizzazione, negli anni, di numerose canzoni lo porta a iniziare la carriera come cantautore fino alla pubblicazione del suo primo singolo “Con la TV accesa” in uscita su Spotify il 31-01-2025..

Con la TV accesa è lavorato in collaborazione con Musicantiere Toscana a Carrara. Il brano è stato prodotto da Alessandro Di Dio Masa. Per sei anni Di Dio Masa è stato l’insegnante di chitarra di Francesco Gabbani, con il quale ha collaborato negli anni 2011-2014 alle produzioni effettuate presso Musicantiere Toscana. È stato, come dice spesso Gabbani, il suo maestro che ha contribuito alla sua crescita artistica nonché “faro nel cammino di sensibilità”.

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Marta Pitì: Ci resterà qualcosa è il nuovo singolo

Dopo aver esordito come solista alla fine dello scorso anno con il singolo Una foto sfocata, Marta Pitì torna con un nuovo brano, intitolato Ci resterà qualcosa, fuori venerdì 31 gennaio per l’etichetta MusicantieRecords. Prodotto e arrangiato da Alessandro Di Dio Masa, si tratta di un brano pop con sonorità che si avvicinano all’R&B e all’urban, caratterizzato dalla bella interpretazione di Marta Pitì, la cui voce mostra già una certa maturità nonostante l’età giovanissima dell’artista classe 2007.

Il testo parla dei cambiamenti e delle novità (non necessariamente negative) che dobbiamo affrontare dopo la fine di una storia. Cambiamenti che, tuttavia, viviamo sempre con fastidio e rigidità, desiderando rimanere legati al passato con qualsiasi mezzo: “ci resterà qualcosa”.

Ascolta Ci resterà qualcosa: 
https://open.spotify.com/intl-it/track/6b4PvEHVZLGoZjhWT4DKyq?si=1876ba2d95ea4ce5

Autori e compositori:
Marta Pitì, Alessandro Di Dio Masa, Giovanni De Filippi

BIO

Marta Pitì, nata a Patti (ME) il 07/08/2007, frequenta il quarto anno dell’istituto tecnico Borghese Faranda. Studia canto da quando aveva 9 anni, alla scuola di musica del maestro Salvatore Saulle. Ha partecipato a diverse manifestazioni canore organizzate nella provincia di Messina. Ha cantato per la serata di beneficenza tenutasi all’auditorium di Gioiosa Marea per l’associazione Gli amici di Remì. A giugno 2024 è arrivata tra i finalisti al concorso IO INCANTO a Petrosino (TP). È arrivata terza per la categoria Cover con Stone Cold di Demi Lovato al concorso Diventerò una stella Premio Lorena Mangano a ottobre 2024.

Ci resterà qualcosa è il suo secondo inedito, lavorato in collaborazione con la scuola di musica Musicantiere Toscana a Carrara. Il brano è stato prodotto da Alessandro Di Dio Masa, che ne ha curato anche gli arrangiamenti e segue il management. Per sei anni Di Dio Masa è stato l’insegnante di chitarra di Francesco Gabbani, con il quale ha collaborato negli anni 2011-2014 alle produzioni effettuate presso Musicantiere Toscana. È stato, come dice spesso Gabbani, il suo maestro che ha contribuito alla sua crescita artistica nonché “faro nel cammino di sensibilità”.

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The Seer: Box Memories è l’EP di debutto

Dopo averlo annunciato tramite il singolo The City Is Mine, pubblicato a fine 2024, The Seer presenta il suo EP d’esordio, intitolato Box Memories e in uscita venerdì 31 gennaio 2025 per l’etichetta Tilt Music Productions. L’artista reggino ma di stanza a Bologna condensa in cinque brani un repertorio sfaccettato e sfuggente alle categorizzazioni: nelle tracce dell’EP troviamo infatti influenze disparate che spaziano dal rock alternativo alla musica pop ed elettronica, formando canzoni che sono di volta in volta ballabili o energiche o riflessive.

Come indica il titolo stesso, Box Memories è una raccolta delle canzoni che The Seer ha scritto negli ultimi anni, ma anche un “blocchetto” delle esperienze vissute dall’artista in questo periodo di tempo: momenti di svago tra amici, la difficoltà di dover prendere decisioni importanti costretti da qualcosa di superiore, ma anche la sensazione della speranza nel fatto che il percorso di ognuno di noi possa portare a nuove e migliori vette.

Quanto alla varietà stilistica dell’EP, lo stesso The Seer spiega che “musicalmente non c’è un genere preciso a cui mi ispiro: amo molto l’alternative rock, ma al suo interno mi piace inserire contaminazioni che vanno dall’elettronica al pop moderno cercando comunque di non sfociare mai in sonorità o melodie scontate o prevedibili”.

La tracklist di Box Memories:
1. The City Is Mine
2. Andinian Echoes
3. Saturday Night
4. Casa libera
5. Five Brave Souls

Ascolta Box Memories: 
https://open.spotify.com/intl-it/album/4i2M8Q8WdHzXLs53N6s8G5?si=zapRxpIMR5aVxnjDYzKrNA

The Seer presenterà l’EP dal vivo al release show ufficiale:
venerdì 28 febbraio @ Alchemica, Bologna

Scritto, suonato e composto da Francesco Scordo (The Seer)
Prodotto da Matteo Cardillo (Andinian Echoes e Saturday Night) e Gabriele Quaranta (The City Is Mine, Casa libera e Five Brve Souls)
Master di Gabriele Quaranta
Batterie di Marco Cantiello

BIO

The Seer è il nome del progetto di Francesco Scordo, musicista originario di Reggio Calabria che dopo varie esperienze in band della zona come bassista, decide per vari motivi di trasferirsi a Bologna e mettersi in gioco come artista solista, con l’obiettivo di far venire alla luce alcuni dei suoi brani rimasti incompiuti negli anni. Le sue influenze vanno dal rock alternativo anni ’90 fino a strizzare l’occhio alle band più in voga del panorama odierno. Realizza il primo singolo Andinian Echoes (uscito a fine 2022) e il secondo singolo Saturday Night (uscito a luglio 2023) coadiuvato alla produzione audio e video di Matteo Cardillo. In seguito, tra fine 2023 e inizio 2024, registra altre tre canzoni prodotte da Gabriele Quaranta (con la collaborazione alla batteria di Marco Cantiello) che faranno parte del primo EP in uscita a inizio 2025 dal titolo Box Memories sotto etichetta Tilt Music Production in cui saranno incluse cinque canzoni tra cui le prime due pubblicate qualche anno prima.