Fuori da venerdì 15 novembre 2024 per la TRB REC di Prato il nuovo singolo di Gabylo dal titolo “Malinconia”. Con questo pezzo il cantautore ligure (di origini lucane) descrive una storia d’amore finita e ripercorre i ricordi in maniera ripetitiva e ossessiva, presentandoci un individuo losco e dalla doppia personalità, un narcisista che manipola e gestisce i sentimenti in maniera sbagliata, fingendosi vittima.
Produttore: Andrea Tognassi Musica: Mauro Fuggetta Testo: Mauro Fuggetta
BIO
Mauro Fuggetta, nome d’arte GABYLO, è nato a Sestri Levante, in provincia di Genova. Figlio degli anni ’60, è cantautore e interprete di matrice rock e suona per decenni generi musicali come new wave, hard rock, heavy metal, ma anche pop, dance e musica leggera. Gabylo ha fatto parte di numerosi gruppi nel corso della sua carriera, partecipando anche a tour e concorsi musicali. In questo panorama musicale piuttosto affollato, le sue ispirazioni si sono rivolte più recentemente a una musica più leggera, con l’inizio del suo progetto solista.
Fuori dal 18 ottobre “Free To Be Wrong”, il secondo singolo di NuElle. Un brano dal sapore di libertà, come si può facilmente intuire dal titolo. Melodie pop abbracciano un po’ di R&B e di Soul, elementi che rendono il brano elegante e contemporaneamente coinvolgente. “Free To Be Wrong” è un invito al sapersi accettare. È un invito ad essere noi stessi lasciandoci scivolare addosso i pregiudizi della società. Il brano è stato scritto dallo stesso NuElle diversi anni fa quando lui stesso faticava ad accettarsi. Una dedica a se stesso e a tutte le persone che si sentono intrappolate in schemi che non gli appartengono.
Noi volevamo conoscerlo meglio, e quindi gli abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.
LA PIZZA
La vera domanda è: a chi non piace la pizza? Io potrei mangiarla ogni giorno e non stancarmi mai. Chiamarla ragione di vita è poco, lei è l’unica a cui dedico tutte le più emozionanti canzoni d’amore.
I CANI
Quando penso al paradiso non lo immagino con i canonici angeli e santi, ma pieno di cani di tutte le razze del mondo che scorrazzano felici su soffici tappeti di nuvole. E ovviamente ci sono io pronto a spupazzarmeli tutti per l’eternità.
LEGGERE PASSEGGIANDO
Amo leggere, ma ancora di più amo farlo passeggiando nei posti più svariati, soprattutto in mezzo al verde. Strano ma vero, mi aiuta a immergermi meglio nella lettura rispetto al mettermi spaparanzato su una poltrona. In più, così riesco a conciliare un’attività tipicamente sedentaria con della sana attività fisica, o almeno mi illudo di fare un po’ di movimento!
I TRAMONTI
Quando vedo il cielo tingersi delle sfumature del tramonto non posso fare a meno di fermarmi e meravigliarmi ogni volta come se fosse la prima volta. Uno dei più belli che abbia mai visto è stato dalla cima del castello di Monolithos sull’isola di Rodi.
ANDARE ALLE FIERE DEL DISCO
Per me è un appuntamento fisso andarci ogni volta che ne organizzano una nella mia zona. Perdermi tra i vari stand di vinili usati, passare in rassegna le copertine, estrarre i 45 giri, tastarli e scrutarli per verificarne le condizioni fa tutto parte di un rituale unico che mi fa sentire fortemente connesso con la musica e con tutti gli appassionati come me. Il più delle volte finisco a fare degli acquisti al buio basandomi sulle sensazioni a pelle che mi trasmette un album, ed è bellissimo quando torno a casa, poggio la puntina del giradischi sul vinile e mi rendo che ho fatto proprio una fantastica scoperta!
Fuori dal 22 ottobre su tutte le piattaforme digitali “Earthfall”, il nuovo disco di Marco Liuzzi. Un album di otto tracce strumentali che mescolano musica minimalista e jazz. Sperimentazione ed emozione sono le due parole chiavi per descrivere questo lavoro.
“Earthfall” è il proseguo naturale dopo il primo album di Marco Liuzzi, tant’è che sono presenti le stesse collaborazioni: Cosimo Romano e Roberto Cati. Dopo il viaggio sonoro di “Earthrise”, che esplorava l’ascesa, “Earthfall” rappresenta il contraltare inevitabile: la discesa ed una realtà frammentata. In un mondo dove il progresso e il regresso si intrecciano in una danza schizofrenica, “Earthfall” cattura le tensioni di un’epoca in bilico, dove l’innovazione tecnologica e culturale si scontra con un vuoto etico e morale sempre più profondo.
Attraverso un viaggio musicale che spazia dal jazz al minimalismo, ogni traccia di “Earthfall” è un tassello di questo mosaico caotico, riflettendo un percorso personale, a tratti mistico. La musica si fa specchio di un mondo in continua mutazione, evocando atmosfere ora cupe, ora luminose, in un dialogo costante tra il vecchio e il nuovo, il certo e l’incerto.
Nel disco ritroviamo brani profondi, più malinconici, come “Le Onde” e altri che sanno regalare un senso di serenità e dolcezza come “Deep In Green“. Non mancano influenze anche più rock in “The Knower, The Sustainer” e altri più soft, più ballad, come“Stargazing on a silent sea crossing”.
Deep in green: Bill Evans non va via dalla testa e dal cuore. Qual era l’alchimia che rendeva le sue armonie nuove ed insieme già presenti nel profondo (deep)? Qual era la tavolozza da cui le sue mani traevano sapientemente sia il blu sia il verde (green)?
Como un ciego: Questo brano sperava di essere un Tango, che è abbraccio, ed insieme apertura e connessione: “… y la medida de mi amor viajero es no verte y amarte como un ciego. Tal vez consumirá la luz de enero, su rayo cruel, mi corazón entero, robándome la llave del sosiego. En esta historia sólo yo me muero y moriré de amor porque te quiero, porque te quiero, amor, a sangre y fuego.” – Pablo Neruda
The Knower, The Sustainer: Chi dice che l’anelito mistico in musica debba essere tranquillo e solenne? La meditazione è nutrimento dell’anima e le nostre anime vivono anche di luce, tensione e apertura al mondo. La melodia non cantata di questo brano è una preghiera.
Una Mattina: Dall’originale, intima solitudine pianistica, questo brano di Ludovico Einaudi è stato reimmaginato in un trio che include basso elettrico e batteria, arricchito da un violoncello e rivestito di nuovi accenni melodici nell’intenzione di creare un tessuto sonoro che danzi tra serenità e passione.
Le Onde: Anche questo un brano di Ludovico Einaudi, originariamente una delicata conversazione in 3 tempi tra le dita e i tasti, si trasforma in un dialogo in 4 movimenti con contrabbasso e batteria. Nuovi tessuti melodici si fanno timidamente strada, portando con loro un ritmo forse nuovo, certamente diverso. Questa reinterpretazione, come l’originale, è un omaggio al movimento incessante del mare, dove ogni battito e ogni nota intendono ricordarne il respiro profondo.
Nefeli: Questo terzo ed ultimo omaggio ad Einaudi prende nuova vita in un trio che include contrabbasso e batteria, con feeling ritmico ed impianto armonico rivisitato. Questa reinterpretazione pur rispettando l’essenzialità dell’originale, intende invitare l’ascoltatore a vedere nuove possibilità musicali.
La valle della conoscenza: Musicalmente, il brano si muove nelle suggestioni minimaliste di Philip Glass. Spiritualmente, cerca la luce: sempre uguale e sempre diversa.
Nella “conferenza degli uccelli” di FarÄ«d ad-dÄ«n Ê»Aá¹á¹ÄÂr, poeta e mistico persiano del XII secolo, gli uccelli, anime umane, per giungere a Dio dovevano attraversare sette valli. In uno schema analogo, ma moderno, Bahá’u’lláh propone sette valli o città da percorrere: “…le tappe che segnano il viaggio del viandante dalla sua dimora mortale fino alla patria celeste si dice che siano sette.”. La terza è la valle della conoscenza: “Ogni mistico s’è perduto nella valle della conoscenza di Lui, ogni santo s’è smarrito nel cercar di comprendere la Sua Essenza.”
Stargazing on a silent sea crossing: Quando si veleggia di notte tra le due sponde dell’Adriatico avvengono dei miracoli, a volte. Ci sono momenti in cui si perde contatto visivo con la costa e le sue luci. Dietro le vele che accompagnano silenziose, spuntano le stelle, chiare e luminose come mai si vedono da terra, mentre il mare ci benedice e ci culla con ritmi delicati, semplici e mai uguali.
Marco Liuzzi è un musicista originario di Gela classe 1972. Laurato come ingegnere informatico, non ha mai lasciato da parte la passione per la musica. Ha studiato musica classica ha suonato in vari contesti esibendosi in band in Italia e all’estero fin dal 1990.
Negli anni seguenti, pur perseguendo altrettanto ispiranti impegni professionali al di fuori della musica, riesce ad alternare lavoro a partecipazioni a vari progetti musicali.
Ma la storia cambia nel 2021 quando pubblica il suo primo album “Earthrise”. Il disco suscita subito l’attenzione di pubblico e addetti ai lavori.
Antonio Lodetti, nel Giornale, dice: “[…] il pianista siciliano Marco Liuzzi […] reinventa classici del jazz e spazia da questo ai suoni d’avanguardia accompagnato da un solido duo di basso (Cosimo Romano) e batteria (Roberto Cati)”.
Nell’autunno 2024 pubblica il suo secondo album “Earthfall”, una continuazione e un’evoluzione del suo precedente lavoro.
LARIA presenta il suo nuovo ed emozionante singolo “Finestra”, disponibile dal 23 ottobre su tutti i digital store. Un brano pop cantautorale che racconta come le mura di casa spesso diventino la nostra stessa prigione.
Una donna che immagina di volersi comprare una bella gonna e una voce che le ripete di non averne bisogno. Una voce che le dice che non deve preoccuparsi di nulla perché saranno gli altri ad occuparsi di lei. Una voce che può sembrare amica, ma che in realtà ci sta costruendo attorno una gabbia.
Una gabbia in cui le donne non sono più indipendenti e sempre costrette a chiedere il permesso. In “Finestra” LARIA canta il punto di vista di questa donna e i suoi sogni, tutto mentre fantastica alla finestra.
“Ogni giorno si vede costretta a combattere contro quelle parole violente che continuano a sbattere contro le pareti fino ad incastrarsi nella sua mente. Poi torna a guardare da quella finestra la vita che vorrebbe. Cerca di sognare e di gridare finché capisce che solo trovando il coraggio di aprire quella dannata porta riuscirà a rimanere a galla.
Arriva il giorno in cui ci riesce e corre per prendersi quella vita che fino ad ora le era sembrata solo un’illusione. La ragazza è però consapevole che nella sua testa rimarrà sempre quella macchia scura che condizionerà le sue scelte. Non riuscirà mai a comprarsi quella gonna“, così LARIA descrive il proprio brano.
LAIRA è il nome d’arte della cantautrice di Verona Laura. La passione della musica la travolge fin dalla tenera età quando a soli quattro anni chiede ai suoi genitori di iscriverla allo Zecchino D’oro.
A sette anni incomincia lo studio di canto e pianoforte e da quel momento non si ferma più, tutt’ora prosegue i suoi studi alla scuola Lizard di Verona. Qui segue il percorso accademico S.S.M. di canto e di teoria musicale con l’insegnare Elia Truschelli.
L’esigenza di creare la propria musica arriva in un momento difficile della sua vita. In un momento di lutto LARIA cerca rifugio nella musica, ma senza trovare la canzone adatta alle sue emzoioni e così decide di crearla lei stessa.
Nasce il suo primo singolo “Sorriso di stelle” seguito successivamente da “Anche in America”. Entrambi i brani sono accompagnati da un videoclip realizzato da Lucio Piccoli.
Nel 2024 la cantautrice presenta la propria musica anche live allo Slow Food e Slow Verona di Castel Montorio. Arriva anche tra gli otto finalisti del contest Targa48 A.M.A. ETS che la porterà il 24 maggio live sul palco dell’Auditorium del Centro Culturale Candiani di Mestre.
Il 29 maggio esce il brano “Non dirmi”, prodotto da Alberto Giacobone presso Sotto il Mare Recording Studios a Povegliano Veronese. Mentre il 23 ottobre pubblica “Finestra”.
Esce venerdì 15 novembre 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di Cappie, che vanta la produzione di Davide “Divi” Autelitano (I Ministri) e Federico Carpita (Il Corpo Docenti). In “Forse È Il Destino”, questo è il titolo del brano, Cappie riflette sulla tensione tra desiderio e paura, esplorando il senso del destino come forza ambigua e inevitabile.
Il brano inizia con una domanda esistenziale: cosa cambierebbe se si potesse riscrivere il passato? Questa incertezza permea tutto il brano, riflessa nella metafora del “cielo terso” e delle “stelle” che, nonostante siano viste, restano irraggiungibili o fonti effimere di una guida (“le scopro sempre aerei oramai”). La vita è dipinta come una corsa “ad occhi chiusi verso un sogno”, dove la paura di risvegliarsi e perdere la propria via trattiene l’individuo in un mondo interiore. C’è un senso malinconico di impotenza, ma anche un’apertura alla possibilità che, superata “la notte fredda”, possa sorgere un’alba nuova. Cappie tocca qui l’intimo conflitto tra la sicurezza di un mondo immaginato e il desiderio di vivere autenticamente, suggerendo che, a volte, per quanto ci si possa sforzare di ricercare e creare il proprio destino, forse è il destino a trovarci.
Prodotto da: Cappie, Davide “Divi” Autelitano (Ministri), Federico Carpita (Il Corpo Docenti) Mixato da: Federico Carpita (Il Corpo Docenti) Masterizzato da: Claudio Giussani @ Energy Mastering, Milano
BIO:
Batterie esplosive, bassi distorti e un muro di chitarre fanno da sfondo alle melodie su cui ballano testi introspettivi e riflessioni della vita di un non-più-adolescente. Questo è Cappie, pseudonimo con cui Mauro Cappabianca alza la mano e prende parola: le sonorità pop-punk di matrice californiana degli anni 90 incontrano la lingua italiana, passando per il grunge, per il pop, per l’emo, per tutto ciò che, a modo proprio, possa dare una voce alla rabbia e alla frustrazione che da dentro gridano “Io sono ancora qui”. Principali influenze sono Green Day, Foo Fighters e Blink-182 in ambito internazionale, Verdena e Fast Animals and Slow Kids sulla scena nazionale.
Il progetto nasce a gennaio 2020. A febbraio 2023 esce l’EP di debutto Brainstorm, totalmente autoprodotto dalla Cappie, seguito a fine agosto 2023 dal singolo Tornerai, anche questo autoprodotto. Dall’estate 2024 inizia la collaborazione con Davide “Divi” Autelitano (Ministri) e Federico Carpita (Il Corpo Docenti) per la produzione del secondo EP di Cappie, che vedrà l’uscita del primo singolo “Forse È Il Destino” a novembre dello stesso anno.
Continua la serie delle tre ragazze del progetto WUT, questa volta è il turno di “ragazza acciaio”, disponibile da venerdì 8 novembre 2024 su tutte le piattaforme digitali. Si tratta di un brano dalle influenze post punk e new wave, dall’elettronica fredda ed avvolgente. Cercare di sopravvivere ed essere consapevoli di subire le conseguenze di una società che non ci fa bene ma essere costretti a sopportare per poter andare avanti. Quanto fa male ingoiare la pillola? Si arriva al punto di non aprirsi più, di trasformarsi in acciaio e non far entrare più niente, perché è già penetrato troppo.
“ragazza acciaio” è il grigio che circonda una qualsiasi barista immersa nella mediocrità di una società fatta di stereotipi e cattive intenzioni.
WUT nasce da un’idea di provincia, da un bisogno di evasione e di narrazione dei moti di questi tempi moderni. Figlio del post-punk, dell’alternative e della musica elettronica, l’obbiettivo di questo progetto musicale solista è quello di mescolare onde sonore ad un agglomerato di parole che portino l’ascoltatore dentro sé stesso, che facciano vivere situazioni che spesso si vogliono evitare. La parte testuale all’interno di WUT è fondamentale e molto spesso è proprio da lì che nasce il prodotto finito di canzone.
Musica mossa dal cinismo del cemento, dalla purezza della natura, dalla freddezza dei sintetizzatori e dal calore delle chitarre elettriche.
Reduce dal live milanese realizzato per la rassegna di JazzMi, il duo formato da Akonkagua, cantante e produttore franco-argentino, e Adagio, pianista jazz italiano nato a Milano, sarà in concerto al Biko di Milano, domenica 17 novembre 2024 (co-headliner con Stefano Barigazzi). Con una speciale formazione a sette, la band presentarà dal vivo il disco di debutto “Milalma“, già anticipato dai singoli estivi “A Mi Manera” e “Me lo ha robado“: un mix unico di generi, lingue e influenze che si stratificano, pulsano e si condensano in ritmi afro, e groove funk, e dove il jazz si fonde con la salsa, dance, funk e rumba.
Noi volevamo conoscerli meglio, e abbiamo deciso di farci invitare a casa loro, perchè potessero scegliere 5 oggetti da mostrarci, e raccontarci, in attesa del live di domenica.
Guiro e Maracas
Il guiro e le maracas rappresentano l’anima latina di Agua Y Agio. Spesso ci divertiamo a suonarle per dare il via alle nostre produzioni, oppure anche solo per delle jam session improvvisate sul momento.
Radio Vintage
Questa radio non funziona, ma è un oggetto di arredamento che ci fa viaggiare nel tempo, pensando a come avrebbero percepito la nostra musica i nostri nonni, ascoltandola per la prima volta attraverso una di queste radio.
Dipinto basco
Rappresentazione del fuoco di un’artista dei Paesi Baschi, Nagore Erauso. Il fuoco è uno dei nostri elementi fondanti e in questa declinazione alla maniera Euskara ci riporta alla multiculturalità propria del progetto.
Burro di arachidi
Elemento, e alimento, imprescindibile per alimentare la creatività quando le giornate sono più grigie.
Yamaha CP
In generale l’accozzaglia di tasti bianchi e neri comunemente definita pianoforte, definisce l’anima più jazz di Agua Y Agio.
La cantaurice, peformer e attrice gallese Judith Owen, la cui gamma stilistica abbraccia rock, pop, classica, jazz, blues e teatro musicale, condivide il disco Judith Owen Swings Christmas. L’album, il suo quindicesimo, uscito oggi via Twanky Records, ci regala i brani natalizi più amati dal pubblico, ma con il tipico tocco unico e gioioso del sound di New Orleans.
Registrato agli Esplanade Studios della Big Easy in una settimana, con il supporto della sua JO Big Band, Judith Owen Swings Christmas ci fa immergere nel clima natalizio con la Big Band. È stato prodotto dalla stessa Judith Owen e dal vincitore di Grammy John Fischbach, e masterizzato dal vincitore di Grammy Misha Kachkachishvili, con arrangiamenti dei brani Big Band a cura di John Wasson.
Il disco include anche sette tracce bonus natalizie, precedentemente pubblicate e ora aggiornate e rimasterizzate, dai suoi precedenti album natalizi. Queste canzoni vedono la partecipazione di Jason Marsalis di New Orleans al vibrafono, insieme ai “Gentlemen Callers”: David Torkanowsky al pianoforte, Kevin Louis al cornetto/tromba, Ken Warshawski al contrabbasso, Jamison Ross alla batteria, Pedro Segundo alle percussioni e Ricardo Pascal al sax.
L’uscita di Judith Owen Swings Christmas coincide con l’annuale evento di beneficenza che Judith e suo marito, l’attore Harry Shearer, organizzano ogni anno, Christmas Without Tears. L’evento si terrà martedì 17 dicembre all’Orpheum Theater di New Orleans e vedrà la partecipazione della JO Big Band insieme a una grande partecipazioni di star locali. Questa tradizione, nata nella casa di Shearer e Owen a Santa Monica, California, si è trasformata in una festa calorosa intorno al pianoforte che coinvolge e intrattiene ospiti speciali, artisti e il pubblico. Dal 2005, quando si tenne la prima esibizione pubblica al Walt Disney Concert Hall di Los Angeles per aiutare le persone di New Orleans dopo l’uragano Katrina, Christmas Without Tears è diventato un modo spensierato di divertirsi e fare beneficenza: TUTTI i proventi vanno in beneficenza e lo spettacolo di quest’anno a New Orleans sosterrà nuovamente l’Innocence Project New Orleans.
TRACKLIST
1. No Better Time – With The J.O. Big Band 2. Have Yourself Aa Merry Little Christmas – With The J.O. Big Band 3. Cool Yule – With The J.O. Big Band 4. Last Christmas – With The J.O. Big Band 5. Silver Bells – With The J.O. Big Band 6. Run Rudolph Run- With The J.O. Big Band 7. What Are you Doing New Years Eve – With The J.O. Big Band 8. Sleigh Ride 9. Merry Christmas Baby 10. Winter Wonderland – Featuring Jason Marsalis 11. The Christmas Song – Chestnuts Roasting On An Open Fire 12. Santa Baby 13. Back Door Santa 14. Santa Claus Got Stuck (In My Chimney) – Featuring Jason Marsalis
Judith Owen Swings Christmas segue il suo ultimo disco, Judith Owen – Come On And Get It, che ha superato i 3 milioni di stream e più di un milione e mezzo di visualizzazioni su YouTube.
“And how about a little music to set the mood? That’s Welsh singer-songwriter Judith Owen, honoring a generation of female jazz musicians on her new album… Judith has made her home in New Orleans for many years, and she assembled some of the city’s top talent into the big band that backs her on the album.” —NPR, Weekend Edition
“A joyous homage to some of the trailblazing women from jazz and blues history” — JazzWise
“Every song on the album is a gem delivered with crystal clear intonation by Owen and super musicianship from the band.” — Jazz Journal
“Bold Female Declarations, Without Apology” — JazzIz
“One of the most joyful releases of the year” — The Times UK
“An exercise in style” — Rolling Stone
”The recording reveals Owen’s assured techniques of a Blues singer. Her driving swing, fine pitch, perfect timing and instrument-like improvisational skills are combined with a sincere connection to her band members that hives her singing a truly radiant quality. Overall, Comes Alive is a sure indication that Judith Owen has arrived and is an exceptional vocalist with a modern take on songs from the Great American Songbook.” —Sounds Of Timeless Jazz
Fuori dal 31 ottobre “Prime Luci”, il primo album di Gulino anticipato dai singoli “45 Volte” e “C’era una volta”. Nove tracce che raccontano la crescita del protagonista mentre affronta la vita prima con l’ingenuità di un ragazzo e poi la maturità di un uomo.
Gulino scrive piccole poesie. Ogni brano è un piccolo cortometraggio di un pezzo di storia, della sua storia.
“Prime Luci” rappresenta i 7 anni trascorsi in cui un ragazzo è diventato uomo. Le sue canzoni affrontano temi come la mancanza di una persona cara, la paura di dimenticare, le relazioni e le maschere che indossiamo.
L’album è un grido di emozioni, diretto e senza filtri, che racconta la vita e se stessi. Il titolo, “Prime Luci,” segna l’inizio di questo percorso musicale e personale, rendendo omaggio al nonno Mario Gulino, autore di una raccolta di poesie con lo stesso nome.
Il viaggio musicale attraversa stati d’animo diversi: dai ricordi di una madre lontana (Stare con me), alla falsità delle persone (Circo colorato), ai rimpianti di una relazione finita (Ciglia).
Prime Luci è il riflesso di Lorenzo Gulino, un nome forgiato da una vita complessa ma guidata da una madre straordinaria. Prodotto da Annachiara “Enni” Zincone per all’ IMAGINE STUDIO per la YPK Entertainment Srls.
Con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
“Di altri occhi sarai” parla dell’insicurezza e dei dubbi che si creano dentro una relazione. A livello personale è un “chiodo fisso”, come dico nel ritornello, di un pensiero che non vuole svanire e dove per fino il gatto se n’è reso conto.
“Fumavamo le stelle” affronta il significato di “casa”. Una canzone molto personale che vive di ricordi passati ed emozioni molto forti tra gioia e rabbia.
“Stare con me” tratta il tema della mancanza e della frustrazione di non aver fatto abbastanza. Parla del tempo che passa davanti a noi e dove i ricordi che avevi svaniscono, forse per proteggersi, o forse solo perché il tempo fa il suo percorso.
“Ciglia” ricorda una serie di momenti molto belli con la propria compagna, dove però si è arrivati alla fine di un ciclo di vita, e quelle situazioni sono solo un ricordo del nostro passato.
“Circo colorato” tratta dell’incoerenza del mondo e delle persone che ne fanno parte. Di come ognuno di noi è disposto a cancellare se stesso per arrivare al proprio obiettivo. Una canzone piena di metafore dove il circo fa da protagonista.
“Trieste” è stata scritta 5/6 anni fa. È la prima e l’unica canzone dove ho voluto immaginarmi come sarebbe stato avere una relazione con una persona più grande.
“45 volte” parla di una relazione intensa fra due persone, in cui si va oltre i problemi e le avversità. Tutti i momenti passati insieme ti fanno sentire e pensare che puoi arrivare sulla luna con lei.Una canzone che mette a nudo le proprie emozioni senza paura e senza pensarci due volte. 45 volte, una bandiera sventolata anche quando il mondo ti dice no.
“C’era una volta” parla dei problemi che ci accomunano e di come noi evitiamo di porgere l’altra guancia per migliorare la situazione. Una canzone che cerca di ricordare a tutti noi come basterebbe poco, un atto di gentilezza, per tornare a sorridere e a vivere con leggerezza la vita.
Biografia
Lorenzo Gulino, in arte Gulino, è un artista romano classe 1996. La passione per l’arte e la poesia, che gli è stata trasmessa da sua madre e sua nonna, lo porta inizialmente verso degli studi artistici.
Si approccia allo studio della chitarra durante il periodo dell’adolescenza. Inizia a scrivere canzoni sfogliando le poesie di suo nonno Mario Gulino, che, pur non avendo mai conosciuto, ha avuto una forte influenza nella sua scrittura dei testi.
La passione diventa sempre più seria, così Gulino decide di farsi affiancare da Annachiara Zincone per lo studio di canto moderno e scrittura. Nascono così i primi inediti.
Lorenzo scrive più di 20 canzoni e continua negli anni la sua strada entrando a far parte dell’etichetta YPK, seguendo la progettazione discografica di Giampaolo Rosselli.
Si esibisce in formazione acustica in diversi locali della capitale, tra cui i famosi spazi dedicati ai cantautori come Le Mura e Forte Antenne.
Il primo singolo dal titolo Pongo, esce nel Gennaio del 2022 con la Ypk. Il video di Pongo, girato in stop motion da Isabel Wiegand, ha superato 10.000 visualizzazioni su Youtube e 10.000 ascolti su Spotify.
I brani fin ora scritti nascono da un periodo molto complicato della sua vita. La sua scrittura è tipicamente cantautorale, poetica, sincera e senza veli. Nel 2024 pubblica “C’era una volta” e “45Volte”, entrambi singoli che anticipano il suo primo album.
Disponibile da venerdì 8 novembre 2024 (in distribuzione Believe) “Per farmi coraggio mi sono buttato dal piano terra”, EP di debutto della band triestina Katana Koala Kiwi, già segnalati nella playlist “Rock Italia” e “Math Rock” di Spotify Italia.
Questo disco è una raccolta eterogenea di brani scritti e arrangiati in momenti diversi che racconta il primo periodo del gruppo e la sua evoluzione. I sei pezzi esplorano alcuni aspetti dello stesso tema: il rapporto con gli altri e come questo si rifletta nel rapporto con sé stessi. I testi sono spesso ispirati da episodi di vita quotidiana, difficoltà che a volte sembrano insignificanti e altre soverchianti come accettare compromessi, superare un trauma o semplicemente mettersi in discussione. Allo stesso modo, le sonorità riprendono quelle post rock e midwest emo, arricchite da influenze che spaziano dal noise, al math rock, al samba.
BIO: I Katana Koala Kiwi sono frutto della città di Trieste e delle sue contraddizioni.
Alessandro, Andrea, Pietro, Gilberto e Lorenzo gravitano attorno a baricentri musicali diversi ma convergenti, che li hanno portati a entrare in un’orbita sonora comune. Testi e arrangiamenti nascono da un lavoro corale, denso di influenze anche molto disparate che spaziano dall’indie alla musica elettronica e che li portano ad essere talvolta taglienti come la pietra carsica, altre dolci come il liquore di Terrano. Nel 2024 esce “Per farmi coraggio mi sono buttato dal piano terra”, il loro disco di debutto che rappresenta per il gruppo sia la chiusura di un percorso che l’inizio di una ricerca verso nuovi orizzonti musicali.