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“Dove non eri tu”, la delicata dedica di Giuseppe D’Alonzo

Fuori dal 4 ottobre “Dove non eri tu”, la delicata dedica di Giuseppe D’Alonzo. Il brano nasce da un viaggio in Indonesia, precisamente in un campo Toraja nell’isola di Sulawesi e da una armonica a bocca che il cantautore porta sempre con sé.

Il Toraja è un popolo che celebra la vita dopo la morte con elaborate cerimonie. L’assistere ad uno di questi riti emotivamente coinvolgenti ha rievocato nell’autore i momenti passati con l’amico Davide Mingione, seconda chitarra dei Crabby’s dal 2017 al 2018, mancato prematuramente nel 2022.

Il brano è una piccola macchina del tempo che porta con sé il ricordo di Davide, l’amore per i viaggi, ed un ritorno ad un arrangiamento con prevalenza di armonica e chitarra acustica. Un format già proposto in passato dall’autore che oggi consolida il suo amore per il Blues e una influenza sempre più marcata del Folk di Bob Dylan.

Dove non eri tu” è accompagnato da un videoclip girato durante il viaggio tra templi, natura e vita quotidiana di questo splendido popolo.

“Probabilmente in questa esperienza in Indonesia si sono ricreate le condizioni perfette affinché mi giungessero i ricordi di Davide in modo che potessi tramutarli in musica e parole“, così Giuseppe D’Alonzo descrive il proprio brano.

 ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/4OVAn1AUrVWFJHTbktrMXW

https://www.instagram.com/gidalonzo
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https://www.youtube.com/c/CrabbysMusic

Biografia

Giuseppe D’Alonzo è un cantautore chitarrista di Pescara. La musica è da sempre la sua grande passione, in particolare il rock blues. Muove i suoi primi passi nel settore fondando la band Crabby’s con cui pubblica i singoli “L’uomo di ieri”, “I Was Born Yesterday” e “Free”.

Esordisce nel 2016 con il suo primo EP “Bad Past”. Seguito dai dischi “Realize” e “Mistake”. Nel 2019 pubblica il suo primo album in italiano “Tornerà”, seguito da “Strane forme di complicità”.

Giuseppe ha la capacità di mescolare un sound blues a uno stile cantautorale arrivando a un pubblico molto ampio e riuscendo ad emozionare l’ascoltatore.

Il cantautore vanta numerose collaborazioni italiane e internazionali tra cui quelle con Melanie Crew, Patrizia Torrieri. e Eleonora Toscani. 

Nel 2022 pubblica “Fantasmi di Carta” EP di 16 brani. A seguire esce anche “Gravita’” accompagnato da un video in Puppet & Paper Cut Stop Motion.

Il 2023 è invece contraddistinto dall’uscita dal singolo “Come si fa”, accompagnato da un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito. Mentre il 2024 ci regala già diversi brani “Canzoni per chi…”, “Mattinieri del Tempo” e “Dove non eri tu”.

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“E guardo il cielo (Future Funk Version)”, 4Grigio racconta il dolore della perdita

Fuori dal 4 ottobre “E Guardo il Cielo (Future Funk Version)”, il nuovo singolo di 4Grigio. Il cantautore ripropone una versione totalmente nuova di un inedito del suo ultimo disco “Mondo”.

4Grigio decide di dare un carattere più future funk ad un brano molto profondo e sono queste influenze ad esaltare ancora di più la potenza del messaggio. Il Synth pop abbraccia nuove melodie che rendono ” “E Guardo il Cielo” molto catchy permettendogli quindi di raggiungere un pubblico sempre più ampio.

Dopo “Altrodove”, brano in cui l’artista creava non solo una nuova melodia ma anche una nuova emozione, qui torna a parlare di temi che non tramontano mai: la perdita di una persona cara. Il tutto avviene attraverso la metafora dell’esplosione di una bomba nucleare.

“E Guardo il Cielo (Future Funk Version)” è un brano synth-pop che racconta le conseguenze di una guerra senza vincitori, vista attraverso gli occhi di un uomo che è sopravvissuto a un attacco nucleare.

Il protagonista contempla la sua vita precedente (“Ricorderò grandi tavole imbandite […] spiagge di felicità”), spazzata via da un bagliore improvviso (“E guardo il cielo da qua giù, e poi non vedo più”), paragonandola alla propria realtà attuale (“Quello che avrò sono scorte ormai esaurite […] un inverno senza fine”).

Ripensa alle persone che ha perduto in quegli istanti (“E la tua mano si è dissolta nella luce, il viso tuo, figlio di un tempo più felice”), e a tutto ciò che non potrà mai più riavere indietro.

“E Guardo il Cielo” è un brano pop con forti influenze future funk, dove sonorità vaporwave e ritmiche funky convergono in una miscela di retro-modernità.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/28hofdaT9m9lYDWwX9faTN  

Spotify: https://open.spotify.com/artist/00rgNqWssedJEkOgDgm5w9

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Biografia:

4Grigio è un cantautore romano trapiantato a New York. La musica ha fatto da sempre parte della sua vita e l’ha accompagnata nel suo viaggio oltre oceano. Suona chitarra e tastiere; produce le sue canzoni nel suo home studio: il salotto di casa.

Tanti i palchi dove ha suonato, ma è nel 2024 che cambia qualcosa. 4Grigio quest’anno pubblica il suo primo singolo “Non torna più”, seguito da altri tre brani: “Occhi stanchi”, “La mia città”, “Sei”.

Il 31 maggio esce “Mondo”, il suo primo EP che racchiude tutti i brani usciti finora e tre inediti tra cui il singolo apri pista “Aiuta il mondo”. Il 23 agosto pubblica il suo nuovo singolo “Altrodove” e successivamente una nuova versione di “E guardo il cielo”. 

La sua musica è una miscela originale di ballad e brani uptempo dove atmosfere elettroniche anni ’80 si fondono con l’indie pop anni ’90. Le sue canzoni sono un invito a un viaggio di introspezione, intrattenimento ed emozioni.

Perché 4Grigio?

Il nome 4Grigio deriva dall’unione del mio numero fortunato e il mio colore preferito. Il 4 è un numero che è ricorso spesso nella mia vita in maniera del tutto casuale, quindi l’ho adottato come numero fortunato. Grigio è il mio colore preferito, ma anche una rappresentazione visiva della mia personalità: come colore neutro, il grigio sta bene su tutto. Allo stesso modo, ho una capacità innata di adattarmi alle situazioni più disparate”.

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Un tuffo nel mondo di Hermess con il delicato singolo “Oceani Immensi”

“Oceani Immensi” è il nuovo singolo di Hermess, disponibile su tutti i digital store dal 27 settembre. Un’immersione nei pensieri e nelle emozioni del cantautore, in un brano introspettivo arricchito da delicati elementi elettronici e atmosfere sognanti.

Hermess unisce testi poetici a melodie avvolgenti e cariche di emozione, e “Oceani Immensi” ne è un’ulteriore conferma. Ogni parola riflette la vastità delle emozioni umane, come stare di fronte a un mare sconfinato. Si avverte la paura dell’ignoto, ma anche il desiderio ardente di trovare luce e speranza.

In questo viaggio nella mente del cantautore, ci ritroviamo a vagare in un oceano sconfinato, dove la confusione interiore ci spinge a cercare la nostra strada. La confusione, silenziosa, diventa la miccia che ci incoraggia a impegnarci ancora di più per trovare ciò che è giusto per noi.

Questo messaggio è enfatizzato nella frase: “Poi ringrazio la vita per far confusione, la musica resta la mia vocazione”.

La canzone parla di affrontare le paure più profonde, cercando un equilibrio tra sogni e realtà. È un percorso di crescita e di scoperta di sé, un invito a esplorare le profondità del proprio essere. “Oceani Immensi è il mio modo di condividere questo viaggio con il mondo, per offrire un po’ di speranza e luce a chi ne ha bisogno”, così Hermess descrive il suo brano.

 ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/1nZKRtRxwSv6vLzTc0jFmD

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Biografia

Christian Guerra, in arte Hermess, è un cantautore e artista bolognese la cui voce profonda e le sonorità eteree conducono gli ascoltatori in un viaggio emotivo senza tempo.

Abbinando il pianoforte a moderne produzioni elettroniche, Hermess si ispira ai grandi cantautori del passato per spingere il cantautorato verso nuove frontiere. Lo fa attraverso l’integrazione di sonorità ambient e neo-soul, mantenendo però un forte legame con tematiche profonde e universali.

Nel 2024 Hermess pubblica il suo nuovo singolo, “Il pianista e la ballerina”, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 19 aprile. A settembre dello stesso anno esce anche il brano “Oceani Immensi”. 

Le canzoni di Hermess sono intime e riflessive, trasmettendo messaggi capaci di toccare profondamente il cuore degli ascoltatori. Con una combinazione di coraggio e sensibilità, Hermess invita chi lo ascolta a esplorare le sfumature della vita e a trovare speranza anche nei momenti più difficili, come ben riassume il suo motto “Ali sulle spalle”.

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“Paradisi artificiali” è il nuovo singolo di Ascari

Paradisi Artificiali” è il nuovo singolo di Ascari, disponibile su tutte le piattaforme digitali dalunedì 14 ottobre 2024, a poco più di un anno di distanza dall’album di esordio,”Italien*“. Si tratta di una ballad ipnotica, dalla forma circolare, un mantra che narra il clima apocalittico da cui siamo segnati, fra consumismo sfrenato, abuso di social media, abuso di sostanze stupefacenti, crisi climatica, guerre, un rincorrersi e un confondersi continuo fra realtà e distopia.

Esce per l’etichetta Gelo Dischi distribuito da Believe Digital.

SCOPRI IL BRANO: https://bfan.link/paradisi-artificiali

BIO:

Franzis Ascari, in arte Ascari, nasce a Reggio Emilia nel 1989, attualmente vive a Firenze.

Compositore di musica per film e multimedia, cantante e autore, si muove fra il mondo del cinema e quello della musica contemporanea, nomination ai David di Donatello nel 2021, Festival di Cannes selezione ACID nel 2024. Nel 2023 usciva l’album di esordio Italien* per l’etichetta Gelo Dischi distribuito da Believe Digital, in cui l’artista ha collaborato con Francesco Bianconi, Gianluca De Rubertis, Enrico Gabrielli, Sebastiano De Gennaro, Mauro Palmas, Ferruccio Spinetti, Francesca Guccione.

https://www.instagram.com/ascari.composer/

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Sarràccussì: fuori il video di San Gennaro Civico 18

Reduci dal terzo posto all’ultima edizione del Festival delle Alpi Apuane, dove hanno anche vinto il premio della giuria per il miglior arrangiamento, i Sarràccussì pubblicano ora il video ufficiale del loro nuovo singolo San Gennaro Civico 18.

Il brano nasce indirettamente dal nome del trio. L’indirizzo della sala prove dei Sarràccussì, dove nascono le loro creazioni musicali, è proprio via San Gennaro 18. Questo fortuito accostamento tra il santo patrono della città di Napoli, famoso per il fenomeno della liquefazione del sangue, e il numero 18, che nella smorfia napoletana rappresenta il “sangue”, ha ispirato la band ed è nata, appunto, San Gennaro Civico 18. Un brano che rappresenta, con occhio critico, la cattiva abitudine di affidarsi ad “aiuti” trascendentali piuttosto che rimboccarsi le maniche ed essere padroni e artefici del proprio destino

“Questo brano è molto importante per noi”, dice la band a proposito della canzone. “Rappresenta in pieno il nostro sound, fatto di musica folk/popolare con le radici ben salde nella tradizione della canzone partenopea, e i testi rispecchiano il nostro impegno nel sociale, denunciando tutte quelle sbavature che incrinano il già frastagliato tessuto della società odierna”

Guarda il video di San Gennaro Civico 18: 
https://www.youtube.com/watch?v=-fdoETvMgFU

si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica

I Sarràccussì sono:
Ernesto Orecchio (Voce e Chitarra)
Pina Valentino (Voce e percussioni)
Donato Tartaglione (Contrabbasso)

Autore e compositore: Ernesto Orecchio
Arrangiamenti: Pina Valentino, Donato Tartaglione e Ernesto Orecchio
Videoclip scritto e diretto dal regista Rino Della Corte
Produzione musicale: Genovesemanagent
Produzione video: Ola’ Fabbrica Creativa

BIO

I Sarraccussì nascono dall’amicizia e dall’affetto dei suoi tre componenti: Donato Tartaglione, Pina Valentino ed Ernesto Orecchio, ognuno con la propria identità artistica-culturale, ma capaci di un connubio davvero molto interessante. Propongono brani originali scritti da Ernesto in dialetto napoletano e cover afferenti ai generi folk, classico, moderno e popolare del repertorio partenopeo e campano. Prodotti dalla Genovesemanagement di Gianni Genovese, sono seguiti dalla web manager e content creator Valeria Papa.

SARRÀCCUSSÌ

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Raesta ci racconta il suo nuovo singolo “Bonsai”

Raesta pubblica Bonsai, il nuovo singolo accompagnato da un videoclip che unisce romanticismo e ironia.

BONSAI è il classico brano che scrivi quando qualcosa di importante attraversa la tua vita; un cambiamento, non tanto di ciò che ti circonda, quanto soprattutto di ciò che è dentro di te. E’ un bilancio, abbastanza pacifico, una presa di coscienza di ciò che sei e che ti batterai per difendere. La sua gestazione ha richiesto tanto lavoro a casa e in studio;  questa è l’ultima delle varie versioni; mi ci rivedo molto tanto che nel video ci ho messo anche un po’ della mia vita privata”.

I lavori sul brano sono iniziati presso gli Artigiani Studio di Formello con Maurizio Loffredo dove con un primo arrangiamento sono stati registrati gli strumenti; le voci sono state registrate presso Kate Academy di Roma con Andrea Allocca; la successiva produzione, poi mix e il master sono stati eseguiti e ultimati presso il Natural Head Quarter di Ferrara con Michele Guberti e Manuele Fusaroli (Management, Mezzosangue ecc).

Ciao Stefano, raccontaci come nasce “BONSAI”

Bonsai nasce da un giro di chitarra acustico a cui una mattina di tante, appena sveglio, davanti a una finestra con una tazza di caffè accanto, ho intrecciato alcuni pensieri. E’ nata così, poi ha cambiato nome, melodite, tonalità…

Perché hai deciso di pubblicare “BONSAI” come singolo e non come parte di un album o EP?

Bonsai proprio per la sua lunga gestazione è rimasta non del tutto prodotta. Però sentivo che il pezzo poteva dire qualcosa in più. E così è uscita come singolo perchè appartiene ad un periodo precedente rispetto alle mie successive produzioni che faranno parte del prossimo EP/Album.

Quali sono state le principali sfide che hai affrontato durante la creazione del brano?

Sinceramente credo che questo brano più di altri abbia scavato dentro di me. E’ stato difficile esprimere ciò che è la mia vita. Nulla di speciale credo, ma comunque non priva delle sue difficoltà quotidiane, delle sue nuove sfide e della sua routine. Fondamentale humus, quest’ultimo, in cui far germogliare i propri progetti. I miei sogni.

Puoi raccontarci un aneddoto interessante della registrazione di “BONSAI” o del video?

Beh il brano è stato registrato a Formello, presso gli Artigiani Studio di Maurizio Loffredo. Ricordo lo stallo in cui mi sono trovato quando dovevo riordinare le idee sulla seconda strofa: è stato uno di quei brani arrivato “prematuramente” in studio. Maurizio mi ha tranquillizzato. Poi ho spento il telefono, ho fatto silenzio dentro e la melodia e le parole sono fluite libere. Inoltre mi è uscita una progressione di accordi sul pianoforte anomala rispetto alla strofa. Ancora oggi devo farci attenzione quando la suono!

Cosa possiamo aspettarci dal tuo prossimo album previsto per la prossima primavera?

Ci saranno diverse novità. La prima è che le canzoni saranno registrate in diversi studi di registrazione. Ci sarà una traccia registrata in presa diretta per la prima volta. Inoltre si virerà verso  una dimensione più suonata: con la band ormai composta da Federico Bruzzaniti alla chitarra, Francesco Argentati al basso, Joshua Frau alla batteria. Canzoni forse meno solari ma più profonde, toni più scuri e leggermente meno scanzonati.

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“Una canzone su di noi” è il nuovo singolo di Irene Mrad

Una canzone su di noi”, in uscita venerdì 11 ottobre 2024 su tutte le piattaforme digitali, è il nuovo singolo della cantautrice italo-libanese Irene Mrad, classe 2003.

Un brano che è un viaggio emozionale e che esplora le profondità di un amore finito improvvisamente, lasciando dietro di sé una scia di dolore e riflessioni. Il testo, carico di introspezione e delicatezza, dà voce alla vulnerabilità e alla complessità dei sentimenti, raccontando una relazione che, sebbene spezzata, continua a vivere nei ricordi, profondi e indelebili. Il brano si distingue per il suo delicato bilanciamento tra la malinconia del passato e la leggerezza dei suoni, che sembrano sollevare il peso delle emozioni.

Estremamente introspettivo, il testo dà voce al senso di perdita e disillusione della protagonista, che si trova a riflettere sulle promesse infrante e sull’incapacità di andare avanti, mentre l’altro riesce a farlo apparentemente senza fatica. La canzone, simbolo di questo amore passato, diventa l’ultimo legame tra i due, un tributo malinconico che racchiude il dolore e la dolcezza del ricordo. Musicalmente, la canzone è un viaggio tra sonorità chiare e leggere, che contrastano con la pesantezza del tema trattato. Questa combinazione crea un delicato equilibrio tra il dolore e la bellezza dei ricordi. La voce della cantante, limpida e avvolgente, guida l’ascoltatore attraverso questa storia d’amore, trasmettendo ogni sfumatura con una semplicità disarmante. A rendere il brano particolarmente unico è l’inserimento di percussioni mediorientali, che non solo arricchiscono il tessuto sonoro con un ritmo coinvolgente e avvolgente, ma rivelano anche le radici libanesi dell’artista, conferendo un tocco esotico e personale al brano.
 

Il ritmo incalzante delle percussioni e la dolcezza della melodia creano un contrasto che riflette perfettamente la dualità dell’amore e della perdita. Una canzone che non solo racconta una storia personale, ma che parla direttamente al cuore di chiunque abbia amato e perso, lasciando una traccia profonda.




Produttore: Nati (Andrea Cattaldo)
Mix e Master: Faso
Prodotta e registrata ai Phaser Studios



BIO:

Irene Mrad, classe 2003, è una talentuosa cantautrice italo-libanese e polistrumentista.

La sua capacità di comporre canzoni è raffinata e profondamente autentica, con uno stile che si distingue per una qualità rara nella musica contemporanea: la semplicità. Irene riesce a creare brani che toccano il cuore, fondendo introspezione ed emozioni genuine, tipiche del panorama indie-pop italiano. Le sue canzoni sono intrise di un sentimento puro e sincero, intrecciando nelle sue canzoni riflessioni e sfumature sulle relazioni. Con oltre 10 brani pubblicati su Spotify, tra cui un EP, Irene ha saputo conquistare un pubblico sempre più vasto grazie alla sua voce unica e alla sua sensibilità artistica. “Una canzone su di noi” è il suo ultimo singolo. 

https://www.instagram.com/irenemrad/

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“La città radiosa” è il disco di debutto del progetto Epoca22

LA CITTÀ RADIOSA è un luogo.
È un coacervo di emozioni; lampi d’immagini dell’inconscio. È il racconto della condizione dell’Uomo contemporaneo. Il concept del disco si sviluppa nel rapporto di tre topoi e nelle relazioni che intercorrono tra questi. Sono l’Uomo, la Città e la Natura i protagonisti dell’album. Soggetti che sono raccontati per simboli in testi scabrosi, aguzzi e al contempo di un’innocenza disarmante. L’Individuo, la Città e la Natura sono immersi in un paesaggio sonoro ben definito, cupo e vivido, fatto di bassi potenti e cicli di batteria estranianti; di chitarre sferraglianti e riverberi affilati. Post punk e new wave, con i loro toni e nel loro mescolarsi, creano l’ambiente emotivo in cui la band elabora il conflitto tra Innocenza ed Esperienza

Urbano, romantico, poetico, mai retorico, La Città Radiosa è un luogo: quello delle contraddizioni umane con all’orizzonte, incendiato, il tramonto della civiltà. Flebile, però rimane sempre una speranza: quella di coperti fiori nella notte; di un Amore desiderato, ma impossibile per l’Altro da sé; di un cielo estivo all’imbrunire. 

LA CITTÀ RADIOSA è l’album di debutto di Epoca22, disponibile su tutte le piattaforme digitali in distribuzione Altafonte da venerdì 11 ottobre 2024. Con l’uscita del disco, composto da nove brani – di cui tre già usciti come singoli (VisualizzareNotturno e Ibis Redibis) –  si segnala la canzone Pensiero Ossessivo. Due minuti di post punk veloce, con chitarre potenti e dal gusto shoegaze. Una corsa statica verso l’Amore romantico, immerso in uno scenario quotidiano, ma dai colori freddi e accesi come in un’istantanea post apocalittica. 

Prodotto da: Gianluca DurnoMattia Cominotto
Scritto da: Gianluca Durno
Eseguito da: Epoca22
Foto cover: Gabriele Martoni
Managment: Giulia Campanile

Epoca22: Gianluca Durno; Sebastiano Pucci; Marco Dennis Santacroce; Mario Tovani

BIO:

Epoca22 è una band new wave italiana.

Il suo è cantautorato urbano che unisce cura per il testo e per la musicalità della parola a corpose linee di chitarra; beat riverberati e riff di basso, reminiscenze della darkwave britannica di fine anni ‘70. Quello di Epoca22 è un canto di strada che racconta, per simboli, di città deturpate; di divisioni e disuguaglianze; di violenza e povertà, ma anche di speranza e redenzione. La band è composta da Gianluca Durno (voce e chitarra), da Mario Tovani(chitarra e cori); Dennis Santacroce (basso) e Sebastiano Pucci (batteria).

https://www.instagram.com/epoca22band/

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Zona: In fondo al mondo è il nuovo singolo, tra hardcore e crossover

Dopo i singoli 200 all’ora e Asmodeo che ne hanno decretato il grande ritorno da una pausa più che ventennale, gli Zona presentano il loro nuovo singolo In fondo al mondo, fuori venerdì 11 ottobre 2024. Il brano serve da anticipazione del nuovo album della storica band crossover, previsto in uscita per quest’inverno.

In fondo al mondo è un brano metallico e irrequieto, dove gli Zona tessono melodie di ispirazione post-punk su un riffing di stampo stoner/hardcore. Uscire dai perimetri per creare qualcosa di personale: è questo il concetto di crossover per la band. L’urgenza sonora della canzone è rispecchiata dall’argomento trattato nel testo, che affronta la condizione terribile della solitudine, il guardarsi indietro per tirare le somme arrivati a un certo punto della vita di mezzo e del necessario supporto delle persone per uscirne.

Ma il nuovo singolo e il nuovo album non sono la sola novità in casa Zona: la band ha infatti reso disponibile per la prima volta in assoluto sulle piattaforme di streaming il proprio storico catalogo. Le registrazioni includono gli album Zona (1997), E.I.T. (1998) e il disco dal vivo Splattiparty (2000), lavori fondamentali per la storia del crossover italiano a cavallo del nuovo millennio e ora disponibili per tutti i fan della band e del genere.

Ascolta In fondo al mondo: 
https://open.spotify.com/intl-it/track/7t8jn2CmbCY31k3buQqyIt?si=2360f1a40dc04845


https://www.youtube.com/watch?v=Db10CjoPROs

si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica

Compositori: Francesco Capasso, Marco Di Salvia, Luigi Modugno
    Autore: Diego Quartara

BIO

La band Zona prende vita a Vigevano (PV) alla fine del 1994 per volontà del chitarrista Francesco Capasso aka Killa (Edda, Alligator, Septic Project, Miura, Adam Carpet) e del frontman Diego Quartara (Node, Merkel Market, Matra). Il gruppo trova ben presto la propria dimensione musicale componendo fin dall’inizio brani propri, grazie ai quali si esibisce come opener in alcuni concerti al fianco di nomi esteri e nazionali già affermati come Snapcase, Alice Cooper, Extrema, Kaoslord, Madball, RKL, Nofx, Integrity, Snfu, Punishable Act, Timoria, Tura Satana e come headliner in diverse date nella penisola. 

Il genere proposto è  una miscela di genuino hardcore/crossover arricchiti da un pungente cantato in italiano. Dal 1994 al 2000 gli Zona pubblicano due album in studio (per la Omar Gru di Omar Pedrini), uno dal vivo e partecipano a diverse compilation. L’attività live è molto intensa e li vede protagonisti in parecchi concerti e festival di settore su tutto il territorio nazionale. Dopo circa vent’anni di pausa che ha visto i vari componenti alle prese con altri progetti e collaborazioni, la band decide di ritornare a comporre materiale inedito grazie anche all’arrivo di due nuovi musicisti: Marco Di Salvia alla batteria (Yak, Node, Merkel Market, Pino Scotto, Edge of Forever, Hardline) e Luigi Modugno aka Lo Slavo (Yak, Merkel Market, Bultaco DC).

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“Whale Fall” è l’album di debutto di Damon Arabsolgar

Whale Fall” o “La Caduta della Balena” è il primo disco solista di Damon Arabsolgar, in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 11 ottobre 2024 (in distribuzione Believe Music Italy). “La Caduta della Balena” è il fenomeno in cui un cetaceo di grandi dimensioni, morendo, scende lentamente a testa in giù, adagiandosi in una dorsale medio-oceanica, il punto più profondo della terra. Lì giace, dove le temperature sono abbastanza basse da conservarne la carcassa per molti anni e permettendole quindi di diventare il centro attorno a cui si crea un ecosistema di pesci abissali.

Il disco si posiziona in un punto imprecisato fra il pop e la musica sperimentale e nasce nel 2016, durante un’estate in solitudine, con l’idea di provare a far convergere il processo di scrittura con quello di produzione e registrazione per poi evolversi, aprirsi all’altro e maturare completamente solamente nel 2024. Le canzoni sono oceaniche e siderali eppure estremamente intime e sono pensate per essere ascoltate al buio, sdraiati con gli occhi chiusi, per portare lontano, in luogo ancora sconosciuto. Le canzoni contenute nel disco nascono come gesti quasi involontari, un’emersione inconsapevole di immagini che, il più delle volte, sfugge alla comprensione immediata.

Damon afferma che, dopo aver scritto una canzone nuova, si ritrova stremato e felicissimo, con un senso di gratitudine per l’universo mondo che lo accompagna per giorni, mentre continua a cantare ininterrottamente quella nuova figlia appena nata e che parla già, dicendogli qualcosa che non capisce e che fa paura. Il timore nasce perchè spesso le canzoni sono come veggenti, predicono il futuro e danno voce a parti di sé così profonde che a volte si ha paura ad accettarle, riconoscendole solamente anni dopo.

L’album, anticipato da tre singoli e un libro di poesie (Geologia delle iridi) verrà portato dal vivo in trio, insieme a Giacomo Carlone Arturo Zanaica (Elazar).


RELEASE PARTY 
11 OTTOBRE @ BIKO MILANO

Picture by Ginevra Battaglia
Artwork and graphics by Giulio Favotto
All lyrics by Damon Arabsolgar
All music by Damon Arabsolgar
Mastered by Giovanni Versari

Il disco è prodotto da Giacomo Carlone e Damon Arabsolgar, è metà in italiano e metà in inglese ed è un break-up album di canzoni basate principalmente su voce e pianoforte o chitarra e ibridate con il mondo dell’elettronica. Un paio di canzoni invece hanno un arrangiamento di musica contemporanea per trio d’archi, scritto dal compositore Vincenzo Parisi, punta di diamante del Conservatorio di Milano, ed eseguito dal Trio Cavalazzi (Elisa, Dardust). I cori su Erbivoro invece sono affidati a Guinevere (La Tempesta dischi).

La musica di Damon Arabsolgar si dimostra esser fatta per essere ascoltata al buio, con gli occhi chiusi, e conduce altrove, portandoci dal più microscopico dettaglio ad un volo oltre la stratosfera, laddove l’orizzonte si curva e le cose quotidiane perdono di senso. Le strutture sono sempre imprevedibili eppure non lasciano mai disorientati, accompagnando per mano l’ascoltatore in un vero e proprio viaggio da cui ci si risveglia diversi, come dopo un lungo sogno rivelatore.



BIO:

Damon Arabsolgar è poeta, compositore, autore, produttore e performer.

Da piccolo, ha cominciato a scrivere e registrare canzoni su cassette magnetiche e non ha mai smesso, spinto dalla necessità di rimanere da solo con il suo pianoforte per dar voce, in maniera puramente istintiva, alla sua parte più vulnerabile e sincera. Parallelamente alla sua intensa attività live con il duo MOMBAO, negli ultimi sei anni ha segretamente lavorato alla scrittura del suo progetto solista, in cui Damon torna alla sua natura più intima e cantautorale. Decide di usare per la prima volta il suo nome di battesimo solamente ora, per pubblicare del materiale profondamente personale realizzato con un senso di urgenza e bisogno di catarsi.

Le sue canzoni sono oceaniche e siderali, parlano di amore e separazione e nascono come gesti quasi involontari, un’emersione inconsapevole di immagini, come poesie veggenti in grado di dar voce a parti sommerse di sé, prevedere il futuro. Il materiale era basato inizialmente su voce e pianoforte e solo successivamente è stato ampliato insieme al suo produttore, Giacomo Carlone (AbeAngelicaDadasutraChecco CurciEgokid) introducendo sintetizzatori modulari, prese dirette, batterie, chitarre e arrangiamenti per archi di musica contemporanea, scritti dal compositore Vincenzo Parisi (1° Premio al Concorso di Composizione del Conservatorio Verdi di Milano, il 1° Premio al Concorso Internazionale di Composizione Jorge Peixinho in Portogallo, vincitore della Call For Scores 2021 indetta dalla Collana Discografica 19’40” fondata da Enrico Gabrielli) e suonati dal Trio Cavalazzi (Elisa Toffoli, Dardust)

Le sue influenze spaziano da Patrick Watson a Luigi Tenco, da Andrea Laszlo de Simone ai Radiohead, da Arvo Pärt ai Big Thief, passando per Nils FrahmNick CaveEmma Ruth RundleDaniel BlumbergTaminoSparklehorse e i The Microphones. In combinazione con la sua voce, il pianoforte di Damon crea una sorta di intimità, come se fossimo seduti accanto a lui la notte, mentre ci sussurra ballate malinconiche ed esperienze spirituali, catturando l’imperfezione e la vulnerabilità dell’umanità. 

Da sempre artista multidisciplinare e poliedrico, nel corso degli ultimi quindici anni, con i suoi progetti paralleli (MOMBAO), ha rilasciato tre LP e quattro EP, suonando in tutta Italia, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Marocco e Russia e calcando alcuni dei più importanti palchi nazionali (Carroponte, BASE, Magnolia, Jazzmi, TPO, Arcellabella) e internazionali (Kino Siska, MENT Festival). Con i MOMBAO ha inoltre anche partecipato all’edizione di X-Factor 2021.

Produce colonne sonore sotto il nome CAVALLIPAZZI insieme a Giacomo Carlone, ed è attualmente artista associato di BASE Milano con cui collabora per progettualità triennali e curatela di una parte di FAROUT, festival di arti performative.

Whale Fall” è il suo primo album solista.