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“Daltonico”, la ballad folk che anticipa l’album di Scuro

“Daltonico” è il nuovo singolo di Scuro, disponibile su tutti i digital store dal 29 novembre. Si tratta del secondo singolo con cui il cantautore anticipa il suo nuovo album in uscita a dicembre.

“Daltonico” è un brano che l’autore definisce una “folk ballad elettronica” in cui le chitarre arpeggiate e il mellotron si uniscono ad un’elettronica più intima dando all’insieme un’atmosfera sognante.

La canzone è interamente scritta, suonata e prodotta da Scuro. Il testo racconta il viaggio di una storia d’amore che tra la passione, il romanticismo e i dubbi relazionali, sfocia in un flusso dal quale si prova a ripartire verso le direzioni migliori tenendo sempre presente che spesso sbagliare è insito nel modo di essere ma che può aiutarci nella consapevolezza.

Credo sia una delle cose migliori che abbia scritto. Una sorta di folk ballad elettronica in cui si mescolano mondi musicali differenti. Un brano in cui, nonostante la semplicità e la dolcezza delle sonorità, ho osato delle soluzioni armoniche poco scontate che danno alla canzone quel tocco di sana malinconia che paradossalmente a volte fa stare bene. 

Il titolo è il richiamo al mio daltonismo latente che spesso non fa definire bene i colori non solo degli oggetti ma anche dei rapporti umani”, così Scuro descrive il proprio singolo.

ASCOLTA SU SPOTIFY:https://open.spotify.com/intl-it/album/4Orlq25d4NcZC3qH15ArLr

https://www.instagram.com/stefano_scuro/

Biografia

Scuro è cantante, chitarrista, autore e producer! Il suo viaggio nella musica inizia nel 2008 come vincitore del Jack Daniel’s Tour che gli permette di esibirsi a Nashville negli USA ed aprire live di Hard-Fi e Mick Jones dei Clash. L’anno successivo arriva finalista per il SanremoWeb.

Nel 2010 è il leader della band Logo con cui pubblica l’album “Backstage”. Cantante e chitarrista di Moods con cui pubblica l’album “Wailing” nel 2015 (primo posto nella I-tunes Electronic Chart), vince il contest degli emergenti al RockinRoma e apre i concerti di Chemical Brothers, Prodigy e Subsonica.

Ma nel 2019 cambia qualcosa e parte la sua carriera da solista. Il nuovo percorso prende spunto da un’esperienza musicale più che decennale che unisce la scrittura pop all’attitudine del rock e l’utilizzo dell’elettronica.

Lancia il primo Ep nel 2019 anticipato dal singolo “Niente di così importante”. Nel 2020 pubblica il singolo “Da Un’Altra Vita” e nel 2021 il brano “Non ci credo”, con cui partecipa alle audizioni per Musicultura. Nel 2022 esce con i due singoli “Luminescente” e “La Verità sta nel mezzo”.

Come compositore e producer firma due brani “Intro” e “Sud” nell’album “Venduti” dei Boomdabash (2023)

Ora è pronto a presentare il suo nuovo singolo “Multipolare”, in uscita il 13 dicembre 2024 e anticipato dai singoli “Balla” e “Daltonico”.

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Le 5 cose preferite dei Wanderlast

Fuori dal 1 novembre “Echoes of The Future”, il secondo EP dei Wanderlast. Cinque tracce autoprodotte con la collaborazione con Sprunk (Malvax) e il mastering di G. Versari (Muse). “Echoes of The Future” riprende da dove la band aveva lasciato nel 2020, ovvero il momento in cui la band spariva con la loro macchina del tempo. Ed eccoli ora in orbita attorno a un pianeta sconosciuto, pronti a dirigersi verso un’astrobiblioteca, che contiene un congegno capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio. Con i video dei diversi singoli, la band ci mostra il loro viaggio e le sfide che devono affrontare.

Le canzoni dell’EP, nate nel corso di questi quattro anni, affrontano temi differenti e personali il tutto in chiave elettropop con un pizzico di indie. Accattivanti e suggestivi, i Wanderlast sanno emozionare e far venir voglia di ballare.

Noi per conoscerli meglio, gli abbiamo chiesto quali fossero le loro cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.

  1. sushi 

Molte rockstar storiche citerebbero il loro bar di fiducia (roxy bar, bar mario..), noi non possiamo non menzionare il mitico ristorante sushi “famous fusion 2 1688 di Davis”, il nostro checkpoint ormai da anni e rifugio fidato dopo le serate di prove

  1. tramonti 

Sulle scogliere, sui monti… stanno bene ovunque, anche nelle canzoni. Come in Cherished Memories, del nostro ultimo EP. Abbiamo girato il video in modo indipendente nella nostra città natale. Uno dei temi principali della canzone sono proprio i momenti speciali che condividiamo con le persone care e, almeno per noi, c’è sempre qualche tramonto tra i nostri ricordi di vita più belli.

  1. musica dal vivo 

Siamo cresciuti in una cittadina che, sin da piccoli, ci ha sempre offerto un fermento musicale e tante occasioni di musica dal vivo. E ora che suoniamo, continuiamo ad apprezzarla sia sopra che sotto il palco. La musica dal vivo è un lusso che negli anni trova sempre più difficoltà a sopravvivere, soprattutto quella indipendente. Supportarla è fondamentale: permette di conoscerepersone, condividere esperienze e vivere qualcosa di reale che solo lì puoi trovare.

  1. le serate con gli amici 

I nostri fantastici amici, che sono sempre stati un arricchimento umano e i nostri primi fan, pronti a supportarci con entusiasmo per ogni nuova uscita e concerto. Abitiamo in un piccolo paese di appena 20mila abitanti e siamo letteralmente cresciuti insieme. Per certi versi, siamo quasi come una famiglia; ci sosteniamo a vicenda nella vita di tutti i giorni, e questo legame è una forza che ci sprona a inseguire i nostri sogni. Quando hai la fortuna di avere un gruppo così grande e affiatato, non hai paura di fare passi falsi, perché sai che c’è sempre qualcuno a coprirti le spalle. Senza di loro, molto probabilmente i Wanderlast non esisterebbero nemmeno.

  1. spazio 

…non si era capito? Amanti della musica, appassionati di fantascienza. Avvicinandoti a noi troverai qualcosa di inusuale, lontano da ciò che solitamente propongono le band emergenti. Oltre alla nostra musica, stiamo costruendo un piccolo universo parallelo in chiave fantascientifica, un mondo a sé stante per chi apprezza i nostri lavori. Basta andare sul nostro canale YouTube, dare un’occhiata ai video ufficiali, ai trailer… Ci troverete a viaggiare nel tempo con capsule costruite da noi (e quando diciamo “da noi”, non scherziamo). Ci vedrete vagare nello spazio su astronavi, visitare mondi alieni… Non vi sveliamo altro: ne vedrete delle belle!

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Cosa c’è nella camera dei Di Notte

Disponibile da venerdì 25 ottobre su tutte le piattaforme digitali DI NOTTEil debut album del duo post punk bolognese, formato da Luca Malatesta e Domenico Aloi, anticipato dai singoli Casiraghi e At Night, per MiaCameretta Records/Goodfellas, in distribuzione Believe.

Amore, calcio, avventure personali, viaggi, incontri: l’album è il primo manifesto in inglese della band, che vuole gridare al mondo uno spaccato di vita vera. Pathos, malinconia, rabbia, dolcezza suonati con un intento da nuovi poètes maudits. La voce calda e l’animo ribelle del duo restituiscono con forza la frenesia del momento tra chitarre abrasive, bassi prominenti e percussioni incisive.

Noi volevamo conoscerli meglio, e siamo stati per questo nella loro sala prove, a curiosare tra le loro cose. I Di Notte ne hanno scelte cinque per noi, ed ecco com’è andata!

Bicchiere rotto. Il vino è una delle nostre bevande preferite. Preferiamo sempre un buon rosso italiano a un gin tonic magari fatto male. I calici rotti sono un’altra nostra grande passione, perché per le cose quadrate e in ordine non fanno per noi

La Epiphone Casino Revolution. Chitarra iconica di John Lennon e Keith Richards, questo è il nostro ferro principale. Suoni grassi e gonfi grazie ai P90 dog ear. A volte lanciata durante i live, resiste agli urti.

Dado per posizioni sessuali. In base alla posizione che viene fuori poi vengono fuori anche delle basi per le nostre canzoni. Utilissimo anche per il sesso femminile.

Giradischi già con album dentro. Tutti vogliamo essere come John Wayne, come cantano i Cigarettes After Sex. Quando non suoniamo musica fondamentale ascoltiamo musica.

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Cosa c’è nella camera degli Agua Y Agio, in concerto a Milano domenica 17 novembre!

Reduce dal live milanese realizzato per la rassegna di JazzMi, il duo formato da Akonkagua, cantante e produttore franco-argentino, e Adagio, pianista jazz italiano nato a Milano, sarà in concerto al Biko di Milano, domenica 17 novembre 2024 (co-headliner con Stefano Barigazzi). Con una speciale formazione a sette, la band presentarà dal vivo il disco di debutto “Milalma“, già anticipato dai singoli estivi “A Mi Manera” e “Me lo ha robado“: un mix unico di generi, lingue e influenze che si stratificano, pulsano e si condensano in ritmi afro, e groove funk, e dove il jazz si fonde con la salsa, dance, funk e rumba. 

Noi volevamo conoscerli meglio, e abbiamo deciso di farci invitare a casa loro, perchè potessero scegliere 5 oggetti da mostrarci, e raccontarci, in attesa del live di domenica.

Guiro e Maracas

Il guiro e le maracas rappresentano l’anima latina di Agua Y Agio. Spesso ci divertiamo a suonarle per dare il via alle nostre produzioni, oppure anche solo per delle jam session improvvisate sul momento.

Radio Vintage

Questa radio non funziona, ma è un oggetto di arredamento che ci fa viaggiare nel tempo, pensando a come avrebbero percepito la nostra musica i nostri nonni, ascoltandola per la prima volta attraverso una di queste radio. 

Dipinto basco

Rappresentazione del fuoco di un’artista dei Paesi Baschi, Nagore Erauso. Il fuoco è uno dei nostri elementi fondanti e in questa declinazione alla maniera Euskara ci riporta alla multiculturalità propria del progetto. 

Burro di arachidi

Elemento, e alimento, imprescindibile per alimentare la creatività quando le giornate sono più grigie.

Yamaha CP

In generale l’accozzaglia di tasti bianchi e neri comunemente definita pianoforte, definisce l’anima più jazz di Agua Y Agio.

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Cosa c’è nella camera di Livrea

I muri delle case” è il nuovo singolo di Livrea, fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 25 ottobre 2024

Il brano racconta in modo realistico episodi tratti dalla vita familiare, momenti nascosti e intimamente protetti. Il legame che viene messo in evidenza è un rapporto profondo tra due persone nascoste, due outsider, due cani sciolti. “I muri delle case” si fanno scudo per proteggere dalle malelingue e dagli occhi indiscreti. L’amore fraterno diventa tenerezza curativa, soprattutto nella parte del ritornello in cui si intravede una via d’uscita nel momento in cui il dolore si dirada e lascia spazio ad una sottile nostalgia. La profondità di questo legame si percepisce anche dal sound viscerale; il ritmo tribale delle batterie, i pattern dei synth e la voce in primo piano rendono il brano piacevolmente frastornante, come un incantesimo.

Per conoscerla meglio, non potevamo che farci portare a casa sua, perchè scegliesse cinque oggetti particolarmente significativi per il suo progetto musicale.

AUDIO CASSETTA

Ultimo acquisto musicale, trovata in un mercatino. Pur non essendo il mio album preferito di Mina, questo concept estetico è incredibile, lei sembra una regina aliena. Amo la musica su supporto fisico, la cassetta mi dà proprio l’idea del cofanetto prezioso.  La musica è sempre preziosa.

MOKA ROSSA

Questa moka rossa me l’ha regalata il mio ragazzo quando siamo andati a vivere insieme; la moka per me non è solo un oggetto, è un rito, un simbolo. Moka è casa.

ACQUASANTIERA

L’acquasantiera è un oggetto che mi è stato regalato da un’amica di mia mamma quando sono nata, non sapevo neanche di averlo a dire la verità, ma quando ho fatto il trasloco è saltata fuori, come se volesse seguirmi.  È un oggetto davvero affascinante, fatto interamente a mano da un artigiano di Caltagirone, io la uso per appoggiare il palo santo.

TAPPETO

Amo i tappeti, coprirei ogni superficie di casa con dei tappeti, come l’opera di Stingel a Punta della Dogana a Venezia nel 2013 (si, sono ossessionata). Il tappeto di cui oggi vi parlo non è particolarmente pregiato, ma per me ha un valore affettivo importante. L’hanno comprato i miei genitori negli anni ’90 in un viaggio marocchino, è il tappeto su cui ho sempre giocato da bambina e quando ho cambiato casa me l’hanno lasciato. Ho deciso di posizionarlo in studio, il luogo in cui lavoro, scrivo e suono; per me è come un tappeto volante: magico.

PIANTE

Lo confesso: non sono un pollice verde, mi dimentico di dare da bere alle piante, alcune sono anche morte, però che soddisfazione vederle crescere e trovare il loro spazio in questo corridoio costellato di oggetti. Mi rendono proprio felice le piante, mi illudo di riuscire a prendermi cura di loro, quando in realtà sono loro che si prendono cura di me. E poi che belli gli autoscatti con le piante come sfondo!

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Cosa c’è nella camera di Davide dei Love Shower Love

2002-2009: 7 anni in cui i Love Shower Love hanno attraversato generi e formazioni con nomi diversi. Dal post-grunge anglofono degli Ashen Wave, insieme al cantante Fabio Cantù, all’indie rock italiano dei LaCorte, con la formazione a 4 che sarebbe poi diventata quella definitiva, seppur con un ritorno all’inglese e a suoni più alternative. Ora la band ha deciso di pubblicare sulle piattaforme di streaming, disponibile da martedì 15 ottobre 2024 per Gelo Dischi, in una nuova versione rimasterizzata, tutti i brani rimasti ancora inediti per il digitale, come conchiglie che risalgono dalla risacca. Per rispondere alla domanda: “Com’eravamo”, anzi, “L’onda, che eravamo”.

Questa raccolta celebrativa viene accompagnata da un nuovissimo singolo, “Lido Caina”, che segna il ritorno alla lingua italiana. Una cavalcata garage allucinata con un ritornello che ricorda un mantra insieme euforico e disperato.

Come spesso capita, abbiamo pensato che il modo migliore per conoscerli fosse proprio lasciarci condurre a casa di uno di loro, in particolare di Davide, per farci raccontare la storia di cinque oggetti. Ecco cosa ha scelto per noi.

Casa di Davide, il frontman, location ricorrente di suonate, mangiate e bevute che è finita per dare il nome alla seconda delle tre incarnazioni della band, i LaCorte, appunto.

Gabonzo l’invincibile Robot, Dr. Pira


Davide e Marco (basso) sono fan sfegatati di questo stralunato cartoonist e ogni volta che esce un suo post fanno a gara a chi lo inoltra per primo. Del Dr. Pira ci fa ridere letteralmente qualsiasi cosa, sin da quando abbiamo cominciato a seguirlo sul blog agli inizi degli anni Duemila.


Adesivo Sub Pop


Arrivato direttamente da Seattle con un ordine cumulativo di sticker. La Sub Pop è stata l’artefice della rivoluzione culturale che a partire dagli anni ‘80 ha impostato il gusto delle scena alternativa a venire, e quindi anche il nostro.


Korg, Monotron


Sempre il nostro bassista si è cominciato a dilettare negli ultimi anni molto con i Synth, di varia natura, suono e… grandezza. Questo Korg analogico è grande quanto un mouse, ma produce un suono pazzesco. Per qualche ragione ora è nelle mani di Davide.


Common Useless Mistakes, Love Shower Love


Il nostro primo disco come Love Shower Love, per l’etichetta Fontana Indie Label che ha anche stampato una serie di CD promozionali. L’artwork di copertina è un carattere tipografico disegnato ad hoc da un nostro caro e talentuosissimo amico visual designer, Alberto Antoniazzi.


T-shirt nera, Love Shower Love


In occasione del nostro primo tour nel Centro Italia, abbiamo pensato di realizzare del merchandising da vendere ai banchetti. Il problema è che siamo pessimi in qualsiasi cosa non musicale riguardi la nostra band (qualcuno potrebbe anche dire musicale). Quindi di fatto proprio durante quel tour, sbronzi, nessuno si prendeva mai la briga di stare al banchetto e regalavamo con molto zelo le magliette a chi veniva a farci i complimenti per il live. A conti fatti, possiamo tranquillamente dire che sul profilo commerciale l’operazione è stata puro masochismo.

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I tre dischi più belli che abbiamo ascoltato ad ottobre!

É sempre più difficile concentrarsi sui dischi, un susseguirsi di dieci o più tracce ad occupare tempo prezioso del nostro venerdì, ormai dedicato al consumo di singoli da classifica, da playlist o da algoritmo di Tik Tok. Ormai è come se le nostre giornate non fossero proprio più programmate per accogliere un album, una pausa lunga per accogliere interamente l’immaginario di un artista. Ad ottobre ne sono usciti parecchi, e ho deciso di selezionarne tre che mi hanno particolarmente colpito e che mi hanno fatto compagnia durante questa settimana di pioggia incessante.

“Whale Fall” di Damon Arabsolgar

Che la testa di Damon Arabsolgar fosse piuttosto piena di meraviglie, avevamo già avuto modo di costatarlo ai tempi dei Pashmak e più recentemente coi Mombao, ma abbiamo sempre avuto la sensazione come di vederlo filtrato, trattetuno, o forse semplicemente adattato ad un contesto che non fosse completamente suo. Quello che ci ha donato con “Whale Fall” è un’incredibile autobiografia musicale: un riassunto tra inglese ed italiano, di sonorità sospese tra i generi e i contenuti, di tutta la sua vita sinora. Damon, come una balena in punto di morte, si libera probabilmente di alcuni pensieri scomodi, dolori e amori passati, e non poteva farlo in modo più piacevole.

“The wave we are” dei Love Shower Love

E a proposito di riassunti ben riusciti, i Love Shower Love hanno deciso di uscire di scena in grande stile (e un po’ di ritardo!) con un best of di quelli che sono stati i loro sette anni di attività, sette dei nostri anni migliori dove l’indie-rock era cool, si potevano ascoltare i Green Day senza essere considerati degli sfigati, ed eravamo totalmente sganciati dalle dinamiche dei social. Questo Best Of, oltre ad essere un bellissimo album dei ricordi con la firma di Luca Urbani, è anche un’indagine emotiva sui nostri ascolti dei primi anni Duemila, e i Love Shower Love sono il simbolo di una scena che faceva casino e si divertiva molto, che forse non c’è più. Da ascoltare indossando vecchie tute e camminando per casa immaginandosi la nostra vecchia cameretta, piena di poster e caos, una chitarra elettrica che poi forse abbiamo venduto e quel eravamo felici, ma non lo sapevamo ancora.

“La città radiosa” di Epoca22

E per non vivere solo nel passato, e di ricordi, non posso che soffermarmi qui, su questo disco indipendente che aspettavamo. Epoca22 è un progetto fuori dal tempo, che non si può collocare in questi ruggenti anni Venti, nè in un passato di spirito amarcord, è un mix unico di oscurità e punti luce, post-punk e suggestioni elettroniche, chitarre potenti e anche quella voglia di raccontare sentimenti sfacciati, senza mascherarsi. Esporsi, porsi come un mentore che dà lezioni sul rapporto tra Uomo, Natura e Città, in un mondo come quello rock, può sembrare fuori luogo e un po’ inquietante, cringe, come dicono i giovani, qui risulta la cosa più naturale del mondo. Per le macchinate notturne, per le serate di pioggia, per gli amici scettici che non si innamorano di un disco da un bel po’, e per noi, che non abbiamo molti amici e stiamo costruendo la nostra città radiosa.

AM

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I momenti più belli del festival Rhythm Riot secondo Mary Lee And Caesar’s Cowboys

Lo scorso 27 settembre è uscito per Bloos Records “See Ya Later, Gladiator!”, il primo album di Mary Lee and Caesar’s Cowboys. Dieci brani, di cui due originali, con i quali la band si affaccia sulla scena musicale internazionale, riportando alla luce un genere musicale davvero unico: il western swing d’oltreoceano. Pochissimi giorni dopo l’uscita del disco, la band è partita alla volta dell’Inghilterra per far conoscere questo particolarissimo genere al pubblico di Rhythm Riot, uno dei più importanti festival internazionali dedicati Rhythm & Blues e all’Early Rock ‘n’ Roll.

Abbiamo quindi chiesto ai membri della band di portarci con loro sui palchi inglesi e di farci rivivere i momenti più memorabili della loro esperienza oltremanica. Ecco cosa ci hanno raccontato:

“Pronti – via! Siamo stati catapultati sul palco senza fare alcuna prova del suono; dalla tranquillità del camerino all’arena con i leoni. Non ci si augura mai una situazione del genere ma quando capita bisogna essere pronti e lanciarsi senza preoccupazioni avendo come unico obiettivo quello di divertirsi e far divertire.”

“Il bello di questi festival è che, indipendentemente dalla musica che proponi, ci sarà sempre qualcuno pronto a scendere in pista e danzare con le tue canzoni, creando un’atmosfera ancor più coinvolgente nella sala.”

“Quanto ci siamo divertiti con il pubblico del Rhythm Riot! E’ sempre stimolante avere davanti persone che conoscono il repertorio e il loro apprezzamento è per noi una bellissima gratificazione.”

“Poco dopo il nostro show siamo risaliti sul palco, stavolta per fare un videoclip con uno dei nostri videomaker preferiti: Bopflix! A breve sarà disponibile anche sul suo canale YouTube, seguito da centinaia di migliaia di fan in tutto il mondo.”

“Si ritorna a casa dopo un’esperienza davvero positiva: da una parte siamo felici del riscontro del pubblico e della vendita dei dischi; dall’altra la nostra esibizione è stata notata da diversi esponenti del circuito internazionale, i quali hanno espresso il desiderio di farci partecipare ad altri splendidi festival. Grazie, Rhythm Riot!”

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5 cose che stanno accadendo nella scena indipendente, e che dovreste veramente sapere

Abbiamo passato qualche giorno alla ricerca delle cose più interessanti che sono accadute nella scena indipendente, e non solo italiana. Lontano dalle rotazioni radiofoniche e dai circuiti mainstream, la musica ci offre ancora tantissimi punti e occasioni per fare una bellissima figura con gli amici nerd. Pronti?

Il nuovo inizio di EMIT

Abbiamo ascoltato EMIT, tra i nomi che rimbalzano numerosi in questo autunno che sembra particolarmente prolifico, come un piccolo faro di speranza: si può fare musica pop, si può parlare di amori e di amori che finiscono, si può usare una chitarra acustica e venature elettroniche, senza essere uguali a qualcun altro, ed è il caso di questo bacio che ci regala Emanuele Conte, in arte EMIT. Un respiro, una visione, il cominciare di nuovo davanti a un percorso ad ostacoli, tutti caduti malamente a terra, si può essere estremamente tristi e allo stesso tempo non suonare melodrammatici, si può essere innamorati, senza usare le parole da Festivalbar “sole, cuore, amore” a tutti i costi. EMIT è un nome interessante che si è svelato con questo singolo, un primo assaggio timido che speriamo sia solo l’inizio per qualcosa di più grande. Fatevi accogliere dalla sua Kissland.

Il primo full length di dada sutra

Un alieno che si aggira tra noi, di battiti, ansimi e sussurri, dada sutra è qualcosa che non avete mai sentito prima, che non potete paragonare a nessun altro. Il suo è un atteso mix che avevamo già osservato dai precedenti singoli: l’alternative rock degli anni Novanta che ritrovano anche vibes dei fumosi locali jazz, amori e dipendenze, poesie estinte e quella voglia, che rimane, permane anche ad ore dopo l’ascolto di questo disco, di spaccare tutto. Siamo felici di avere un ascolto lungo, un album intero, un mondo oscuro in cui affondare, e di questi tempi di banalità e brani tutti uguali, ne avevamo veramente bisogno.

questo amore mortale” ha un titolo preso in prestito dal famoso murale berlinese del bacio tra i politici Honecker e Brežnev, e vuole essere un inno alla disobbedienza e alla ricerca di spazi di guarigione in un mondo infettato da oppressione, genocidi e distruzione ambientale. Parla della necessità di inventarci nuovi miti, nuove divinità che non siano complici di crimini o malate di indifferenza, riscrivere una storia che non sia solo la verità parziale scritta dalla cultura ufficiale e dalle classi dominanti, che sia una storia di speranza e rigenerazione.

Il musicista Vincenzo Adelini sta facendo un tour nei planetari di tutta Italia

E a proposito di cose che non hanno precedenti, non potevamo che parlarvi anche di Vincenzo Adelini, musicista e compositore che sta portando in giro per tutta Italia, ma solo in location spettacolari, i planetari, uno spettacolo dal titolo “Moonlight From“. Una rassegna senza precedenti in Italia per uno spettacolo dal vivo in oltre 11 strutture astronomiche da nord a sud del paese. Accolti da ambientazioni intime e profonde, assisteremo alla creazione di una colonna sonora estemporanea, che Adelini intreccerà con le proiezioni della volta celeste. Oltre al suo principale strumento a 6 corde utilizzerà in simultanea archetti per il violoncello, E-bow, Joystick per la Nintendo Wii, Slide di ferro, pedaliere e theremin, il tutto per realizzare uno spettacolo unico ed irripetibile. 

Un’ottima scusa per uscire con quel ragazzo che non sapete mai a che concerti portare, per far uscire quell’amica che non ama i live in piedi, per chi ama le stelle, sognare, il buio, ma anche chiudere gli occhi e lasciarsi andare.

La magia di Indieponente

E da poco abbiamo assistito a una magia che ci sentiamo di segnalarvi, tra le cose che sono successe ultimamente. Un piccolo festival alla sua prima edizione, completamente indipendente. Avete presente quando da ragazzini tutti noi abbiamo sognato di organizzare il nostro festival, di chiamare a suonare la nostra band del cuore, e di fare una grande festa. Due ragazzi qualsiasi lo hanno fatto davvero. Un festival di musica (ma anche un mondo di degustazioni, street food e street market…) che si è posto l’obiettivo di portare i grandi artisti della musica indipendente italiana nell’estremo ponente ligure. La prima edizione della kermesse, oltre a band arrivate da tutta Italia, ha avuto come artista di punta lo storico gruppo dei MEGANOIDI.

Due dischi internazionali che vi consigliamo davvero di non perdervi

E per non rimanere solo in Italia, abbiamo deciso di scavare tra le nuove uscite, anche internazionali, e non potevamo che cadere in due dei dischi più interessanti pubblicati dopo l’estate. Albin Lee Meldau ci avvicina al suo dolore nel suo ultimo album “Discomforts“, ad una malinconia estrema condita di pop-folk che è lo specchio di un periodo buio, quello della riabilitazione. Albin si mette a nudo e regala ai suoi ascoltatori racconti del suo vissuto, errori commessi e lezioni apprese. Queste canzoni sono capitoli di ciò che è stata la sua vita fino ad oggi, raccontando dei suoi anni più selvaggi e travagliati e riflettendo su quanto sia fortunato ad essere ancora vivo.

E se avete bisogno di una di quelle serate solitarie, un bicchiere di vino e un piano martellante, forse dovreste affidarvi anche a Leif Vollebekk. Un artista degli artisti, tra suoi ammiratori ci sono diversi colleghi, Vollebekk – che in “Revelation” ha autoprodotto e suonato pianoforte, chitarra, basso, organo B3, armonica, fisarmonica e sintetizzatore Moog – ha riunito un cast di supporto impressionante che testimonia il calibro del suo talento musicale e l’atmosfera delle registrazioni. Tra questi, il leggendario batterista Jim Keltner, la nota chitarrista Cindy Cashdollar (Bob Dylan, Van Morrison e Rod Stewart) e il venerato bassista Shahzad Ismaily. Tra i suoi collaboratori per l’album ci sono anche artisti come Angie McMahon e Anaïs Mitchell nei cori.

Un mondo che si può ballare, anche se è molto triste, una libertà che si rompe di pianto, una vita intera che sembra una rivelazione che non possiamo raccontare a nessuno. Un disco da consumare.

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Cosa c’è nella sala prove degli Stornavanti

PIACE PURE A ME, pubblicato venerdì 20 settembre 2024, è il nuovo singolo degli STORNAVANTI, band capitolina nata e consolidata nell’universo rock, crossover, punk e trap. Questo singolo rappresenta un nuovo passo per il progetto che li vede scrivere insieme a nudda, un singolo che deride tutti i limiti imposti dalla società che viviamo che ci rende come costanti antagonisti, quando siamo fatti della stessa materia, e soprattutto ci ritroviamo tutti negli estesi e difficoltosi strati della mente a cercare di “sopravvivere” a ciò che ci succede giorno per giorno. 

Noi per conoscerli meglio, ci siamo fatti invitare nel loro studio, ed ecco cosa ci hanno mostrato.

Piante grasse, l’unica cosa che in qualche modo “collezioniamo”.
Possono essere strane, bislacche, ma sono anche precise e pungenti.

Questa è la nostra spada , ci ricorda chi siamo stati nella vita passata, sulla lama è inciso “amor vincit omnia” perché nessuno dovrà mai usarla. L’amore vince su tutto, l’antitesi di una frase del genere sulla lama di una spada ci ricorda la stretta unione tra il bene e il male, e il confine tra di essi, solo la volontà dell’uomo ne determina la scelta.

Le clessidre ci hanno sempre affascinato. Non c’è una ragione in particolare. Ci piacciono, ce ne sono di mille tipi, ci piace guardarle, ci rilassa.

Laccetti ferma cavi, li troviano ovunque in studio, li compriamo di continuo, perché negli aspetti tecnici legati al suono e alla musica, desideriamo essere il più ordinati possibile, da ossessivi compulsivi quali siamo, vorremmo sempre portare ordine negli aspetti della nostra vita, per placare le ansie. La musica, la fonia, sono gli unici ambiti in cui riusciamo a farlo con leggerezza d’animo.
E poi i cavi portano rumore, e l’idea di qualcosa che porta ordine nel caos ci piace, ci fa pensare alla produzione

Tra i tanti illuminati della storia di sicuro quello più affascinante, la posatezza del buddah ci riporta al qui e ora