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Un viaggio nella mente di Alfiero: il cantautore racconta La guerra dei pensieri

Alfiero torna con il suo terzo album, La guerra dei pensieri. Dopo l’esordio con Arancione nel 2018 e il secondo lavoro Un Genere Solo del 2020, questo nuovo capitolo musicale segna un momento di grande maturità creativa per il cantautore pontino. L’album, composto da dieci tracce, esplora i conflitti interiori, le riflessioni personali e le emozioni universali che ciascuno di noi affronta.

La scelta del titolo, così evocativa, non è casuale. Come spiega Alfiero, ogni brano rappresenta una battaglia, un pensiero che si fa strada e trova la propria voce in musica. Dal desiderio di riscoprire se stessi in Opera prima, all’intensità emotiva di Ai tuoi occhi, fino all’atmosfera sognante di Andalusia, il disco propone una varietà di registri, ma sempre con una coerenza narrativa che lega le canzoni.

I singoli La paura e Avventura, pubblicati nei mesi precedenti, hanno anticipato l’arrivo di un album che riesce a mescolare tradizione cantautorale e influenze contemporanee, dimostrando la capacità di Alfiero di rinnovarsi senza perdere autenticità. Con arrangiamenti curati e testi mai banali, La guerra dei pensieri si presenta come un disco intimo, ma capace di parlare a tutti.

In questa intervista, Alfiero ci accompagna dietro le quinte della sua ultima fatica discografica. Scopriremo il processo creativo che ha portato alla nascita dell’album, i momenti più significativi della sua lavorazione e il significato che si cela dietro ogni traccia. Un’occasione per entrare nel mondo di un artista che ha fatto della sincerità e dell’emozione il proprio marchio di fabbrica.Ciao Alfiero, raccontaci da che tipo di ispirazioni nasce il tuo nuovo disco, “La guerra dei pensieri”

Questo album è stato concepito in 5 anni, dove sono successe molte cose, ci sono stati dei cambiamenti interiori ed esterni. Mi sono accorto che in questo periodo ho pensato, ho avuto momenti stressanti e attimi di gioia. Tutto questo ha creato pensieri nella mia testa che appunto hanno creato una battaglia per uscire fuori e diventare canzoni. 

Quale traccia dell’album senti più vicina al tuo cuore?
Forse di getto direi “Ai tuoi occhi”, una canzone scritta per mio figlio. Capire se posso essere considerato un buon padre e vedermi attraverso i suoi occhi. Forse tra qualche anno avrò delle risposte più precise da lui stesso. Il mestiere del papà ti porta a vedere le cose in modo diverso, io personalmente ho difficoltà a perdermi ogni attimo della sua crescita. Ogni momento passato insieme è importante, per me e spero anche per lui. 

Puoi raccontarci qualcosa di più sul tuo processo creativo?
In questo disco sono stato più attento ai testi, alla produzione e ai suoni. Rispetto a qualche anno fa ho cercato di essere meno impulsivo e ho cercato di dare un filo logico alle 10 tracce scelte. Scrivo in modo autobiografico, non curandomi di cosa può piacere o meno a chi ascolterà. Di solito scrivo prima il testo, quasi di getto. Poi mentre gli do una melodia posso modificarlo e cercare parole più adatte. Però non sempre è così, dipende dai momenti e dal tipo di canzone. 

Puoi parlarci dell’ispirazione dietro “Un vinile di Dalla”?
“ Un vinile di Dalla” è una canzone d’amore. Racconta di avventure e difficoltà che si possono trovare in una relazione, lasciarsi trasportare anche attraverso le canzoni e non farsi travolgere dalle paure. L’ho scritta um annetto fa, ho deciso di inserirla nel disco perché sembrava in linea con le altre 9 canzoni. Sono soddisfatto anche di questo brano. 

A sensazione, quale sarà la traccia dell’album che ti piacerà di più fare dal vivo?
Direi “Andalusia” perché ho voluto che fosse proprio in questo modo. L’arrangiamento è partito proprio dal tipo di batteria che avevo in mente.

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Cosa c’è nella camera dei Tendha

Quello dei Tendha è un invito a liberare l’immaginazione e a riconnettersi con il bambino che è in noi: un disco che si trasforma in una riflessione sull’importanza dell’immaginazione nella nostra vita, passando i confini di genere, stratificandosi di influenze e suggestioni in un tempo di algoritmi ed etichette. L’album di debutto dei Tendha, dal titolo “Soap doesn’t exit because it can’t be told“, è in uscita venerdì 17 gennaio 2025, in distribuzione Believe Music Italy. 
 

<Lo sai che il sapone non esiste? Non esiste perché non lo puoi raccontare.>
 

Questa semplice affermazione di un bambino diventa il punto di partenza di un viaggio introspettivo che ci riporta all’infanzia e che ci invita a riscoprire la bellezza della creatività e la forza di sfidare le convenzioni. Attraverso sonorità ispirate alle colonne sonore dei videogiochi 8 bit, i Tendha ci invitano a liberare la nostra immaginazione che è la chiave per creare un mondo migliore, un pezzo alla volta. Un album che celebra la magia dell’infanzia, la bellezza dell’immaginazione e l’importanza di esprimere se stessi senza filtri. L’album dei Tendha è un invito a non soffocare la nostra capacità di sognare e di vedere oltre l’apparenza. I brani ci accompagnano in un percorso alla scoperta di un mondo dove tutto è possibile. La copertina di Giulia Di Bari incarna perfettamente questo spirito di libertà e creatività.

Noi volevamo assolutamente saperne di più, e ci siamo fatti invitare a casa di Fabrizio, fondatore del progetto, ed ecco cosa ci ha mostrato. Siete pronti?

  1. “Per la categoria ‘pixel e melodie’:

Chi dice che i videogiochi sono solo un passatempo? Per me, sono vere e proprie opere d’arte interattive, capaci di emozionare e ispirare. Questa collezione di giochi per Nintendo Switch è un piccolo tesoro che custodisco gelosamente. Le loro colonne sonore, in particolare, sono una fonte inesauribile di ispirazione per i brani dei Tendha. Ogni nota, ogni melodia mi trasporta in mondi fantastici e mi fa sognare avventure epiche.

  1. “Per la categoria ‘riflessioni di un artigiano’:

Costruire un oggetto è come dare vita a un’idea. A volte il risultato non è perfetto, ma il percorso è ricco di insegnamenti. Questa dima, nata per dare forma al mio primo ukulele, è la testimonianza tangibile di un progetto ambizioso e delle mie prime incertezze da liutaio. Oggi, dimenticata in un angolo, mi ricorda l’importanza di lasciare andare le nostre creazioni e di affidarle al mondo. Chissà dove finirà questa dima e chi la utilizzerà per dare forma ai propri sogni. Forse un giorno la ritroverò tra le mani di un altro artigiano, o magari diventerà un’opera d’arte. L’unica cosa certa è che la sua storia non è finita.”

  1. “Per la categoria ‘anima e ispirazione’:

‘Risplendi della tua luce’. Una frase semplice, ma che racchiude in sé un universo di significato. È come un mantra che mi accompagna ogni giorno, un invito a essere autentico e a far brillare la mia vera essenza. Questo quadro è un regalo che ho ricevuto da un’amica che conosce profondamente la mia anima e che ha saputo trovare le parole giuste per esprimere la sua stima nei miei confronti. È un costante promemoria del mio valore e del mio potenziale.”

  1. “Per la categoria ‘materiali e ricordi’:

Questa scandola è più di un semplice pezzo di legno. È un frammento di un’esperienza indimenticabile, un ricordo tangibile di una residenza artistica tra le montagne bergamasche. Ogni volta che la tocco, rivivo le emozioni intense di quei giorni, il senso di libertà e di connessione con la natura. È un oggetto che mi ricorda l’importanza di uscire dalla routine e di immergersi in esperienze che ci arricchiscono interiormente.”

  1. “Per la categoria ‘ritmi africani’:

Questo piccolo djembe è più di uno strumento musicale, è un ponte verso un’altra cultura, un regalo che mi ha aperto le porte a un mondo di suoni e vibrazioni. Ogni colpo su questa pelle tesa è un viaggio, un’esplorazione di ritmi ancestrali. È il battito di un cuore africano che risuona nel mio petto, un costante promemoria dell’amicizia che mi lega alla donna che me l’ha donato. E ogni volta che lo suono, mi sento un po’ più vicino alle radici di questa musica che mi appassiona così tanto.”

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Recensione di “Cu ’e mmane mmane” – Flemma e Rival Dancers: un incontro tra elettronica e rap napoletano

“Cu ’e mmane mmane” è il nuovo singolo di Flemma, in collaborazione con Rival Dancers, che propone una miscela interessante tra elettronica e rap, con un forte legame con il dialetto napoletano. La traccia esplora il tema del senso di smarrimento e della ricerca di quiete, trasportando l’ascoltatore in un viaggio emotivo attraverso suoni cupi e intensi.

L’introduzione, con atmosfere elettroniche oscure e sintetiche, prepara il terreno per un brano che gioca sui contrasti. La fusione tra l’elettronica di Flemma e il rap di Rival Dancers si sviluppa senza forzature, creando un equilibrio interessante tra le due sonorità. Mentre l’elettronica regala profondità e intensità, le parole di Rival Dancers, cantate in napoletano, si inseriscono con un flusso rap che alterna momenti riflessivi a toni più grintosi, dando al brano una certa energia.

Il dialetto napoletano gioca un ruolo fondamentale, non solo come lingua di espressione, ma come veicolo per raccontare una ricerca interiore. Le parole non sono solo un mezzo di comunicazione, ma un modo per esprimere emozioni universali, rendendo il brano particolarmente autentico e sentito.

Dal punto di vista musicale, “Cu ’e mmane mmane” si distingue per un sound che mescola bassi pulsanti e synth atmosferici, con una produzione che valorizza la tensione emotiva senza mai risultare troppo pesante. La canzone si sviluppa lentamente, costruendo un’atmosfera che cresce in intensità man mano che il brano procede.

Nel complesso, “Cu ’e mmane mmane” è un pezzo che si distingue per la sua capacità di unire diversi generi in modo fluido, mantenendo una forte identità napoletana. È una traccia che invita alla riflessione, senza essere troppo introspettiva, e riesce a catturare l’ascoltatore grazie alla sua intensità emotiva e alla sua originalità.

Spotify

Instagram 

https://www.instagram.com/flemma.fm/

https://www.instagram.com/rivaldancer

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Roby Margherita – Il Ritorno della Disco con Energia

Il Brano: Energia

Pronti a scendere in pista e rivivere i fasti della disco anni ’70? Con il singolo Energia, Roby Margherita ci catapulta in un mondo vibrante fatto di groove e melodia. Questo brano, disponibile dall’11 dicembre 2024 su tutte le piattaforme digitali, è una celebrazione della discomusic con un tocco moderno.

Con un sound che spazia tra il Pop Funky e il Soul, Roby ci offre una performance vocale che combina potenza e raffinatezza: una voce di petto che domina il brano, alternata a ritornelli e vocalizzi in falsetto, che sono ormai il suo marchio di fabbrica.

Gli arrangiamenti, curati dallo stesso artista, intrecciano magistralmente strumenti e sonorità: un basso synth portante, un fretless bass che risalta nel ritornello, e un mix orchestrale che include violini, piano elettrico, organo, chitarra e fiati. Con ben 40 tracce strumentali e vocali sapientemente assemblate, Energia diventa un vero e proprio inno alla discomusic e al talento di Roby.

Il testo, intriso di ritmo e passione, racconta un incontro in discoteca con una donna magnetica, simbolo della vitalità e del fascino di una serata da Febbre del Sabato Sera.

Guarda il video su YouTube e ascolta il brano su Spotify.

La Storia di Roby Margherita

Roby Margherita è un artista completo che vive la musica come energia pura. La sua carriera inizia nel 2000 come cantante e tastierista di diverse cover band, reinterpretando i classici della disco, del pop e del funk dagli anni ’70 ai giorni nostri.

Tra i suoi idoli, spiccano i nomi di artisti leggendari come Earth, Wind & Fire, Bee Gees, Kool & The Gang e Michael Jackson. Queste influenze lo guidano nella creazione di un sound personale, una miscela di pop, funk, R&B e reggaeton.

Nel 2011, Roby pubblica il suo primo EP, Join My Party And Move Your Body, che combina sonorità vintage e moderne in un mix unico. Da allora, non ha mai smesso di evolversi, passando da ballad emotive come Fiori (2020), a brani dal ritmo incalzante come Tormento Latino e I Feel The Funk Coming Over Me.

Nonostante le difficoltà della vita, tra cui una battaglia vittoriosa contro la leucemia e altre sfide mediche, Roby ha sempre trovato nella musica la forza per andare avanti. Con i suoi brani, trasmette un messaggio di speranza e resilienza, che lo rende un esempio per i suoi fan.


Progetti Futuri

Oltre al nuovo singolo Energia, Roby Margherita si prepara a pubblicare una biografia sotto forma di diario, dove racconterà la sua straordinaria vita tra musica e sfide personali.

Segui Roby Margherita sui suoi canali social per rimanere aggiornato su tutte le novità:

Energia non è solo una canzone, ma un manifesto musicale che celebra la vita, il talento e la passione. Roby Margherita ci invita a ballare, a sognare e a vivere con intensità.

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“Daltonico”, la ballad folk che anticipa l’album di Scuro

“Daltonico” è il nuovo singolo di Scuro, disponibile su tutti i digital store dal 29 novembre. Si tratta del secondo singolo con cui il cantautore anticipa il suo nuovo album in uscita a dicembre.

“Daltonico” è un brano che l’autore definisce una “folk ballad elettronica” in cui le chitarre arpeggiate e il mellotron si uniscono ad un’elettronica più intima dando all’insieme un’atmosfera sognante.

La canzone è interamente scritta, suonata e prodotta da Scuro. Il testo racconta il viaggio di una storia d’amore che tra la passione, il romanticismo e i dubbi relazionali, sfocia in un flusso dal quale si prova a ripartire verso le direzioni migliori tenendo sempre presente che spesso sbagliare è insito nel modo di essere ma che può aiutarci nella consapevolezza.

Credo sia una delle cose migliori che abbia scritto. Una sorta di folk ballad elettronica in cui si mescolano mondi musicali differenti. Un brano in cui, nonostante la semplicità e la dolcezza delle sonorità, ho osato delle soluzioni armoniche poco scontate che danno alla canzone quel tocco di sana malinconia che paradossalmente a volte fa stare bene. 

Il titolo è il richiamo al mio daltonismo latente che spesso non fa definire bene i colori non solo degli oggetti ma anche dei rapporti umani”, così Scuro descrive il proprio singolo.

ASCOLTA SU SPOTIFY:https://open.spotify.com/intl-it/album/4Orlq25d4NcZC3qH15ArLr

https://www.instagram.com/stefano_scuro/

Biografia

Scuro è cantante, chitarrista, autore e producer! Il suo viaggio nella musica inizia nel 2008 come vincitore del Jack Daniel’s Tour che gli permette di esibirsi a Nashville negli USA ed aprire live di Hard-Fi e Mick Jones dei Clash. L’anno successivo arriva finalista per il SanremoWeb.

Nel 2010 è il leader della band Logo con cui pubblica l’album “Backstage”. Cantante e chitarrista di Moods con cui pubblica l’album “Wailing” nel 2015 (primo posto nella I-tunes Electronic Chart), vince il contest degli emergenti al RockinRoma e apre i concerti di Chemical Brothers, Prodigy e Subsonica.

Ma nel 2019 cambia qualcosa e parte la sua carriera da solista. Il nuovo percorso prende spunto da un’esperienza musicale più che decennale che unisce la scrittura pop all’attitudine del rock e l’utilizzo dell’elettronica.

Lancia il primo Ep nel 2019 anticipato dal singolo “Niente di così importante”. Nel 2020 pubblica il singolo “Da Un’Altra Vita” e nel 2021 il brano “Non ci credo”, con cui partecipa alle audizioni per Musicultura. Nel 2022 esce con i due singoli “Luminescente” e “La Verità sta nel mezzo”.

Come compositore e producer firma due brani “Intro” e “Sud” nell’album “Venduti” dei Boomdabash (2023)

Ora è pronto a presentare il suo nuovo singolo “Multipolare”, in uscita il 13 dicembre 2024 e anticipato dai singoli “Balla” e “Daltonico”.

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Le 5 cose preferite dei Wanderlast

Fuori dal 1 novembre “Echoes of The Future”, il secondo EP dei Wanderlast. Cinque tracce autoprodotte con la collaborazione con Sprunk (Malvax) e il mastering di G. Versari (Muse). “Echoes of The Future” riprende da dove la band aveva lasciato nel 2020, ovvero il momento in cui la band spariva con la loro macchina del tempo. Ed eccoli ora in orbita attorno a un pianeta sconosciuto, pronti a dirigersi verso un’astrobiblioteca, che contiene un congegno capace di far viaggiare nel tempo e nello spazio. Con i video dei diversi singoli, la band ci mostra il loro viaggio e le sfide che devono affrontare.

Le canzoni dell’EP, nate nel corso di questi quattro anni, affrontano temi differenti e personali il tutto in chiave elettropop con un pizzico di indie. Accattivanti e suggestivi, i Wanderlast sanno emozionare e far venir voglia di ballare.

Noi per conoscerli meglio, gli abbiamo chiesto quali fossero le loro cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.

  1. sushi 

Molte rockstar storiche citerebbero il loro bar di fiducia (roxy bar, bar mario..), noi non possiamo non menzionare il mitico ristorante sushi “famous fusion 2 1688 di Davis”, il nostro checkpoint ormai da anni e rifugio fidato dopo le serate di prove

  1. tramonti 

Sulle scogliere, sui monti… stanno bene ovunque, anche nelle canzoni. Come in Cherished Memories, del nostro ultimo EP. Abbiamo girato il video in modo indipendente nella nostra città natale. Uno dei temi principali della canzone sono proprio i momenti speciali che condividiamo con le persone care e, almeno per noi, c’è sempre qualche tramonto tra i nostri ricordi di vita più belli.

  1. musica dal vivo 

Siamo cresciuti in una cittadina che, sin da piccoli, ci ha sempre offerto un fermento musicale e tante occasioni di musica dal vivo. E ora che suoniamo, continuiamo ad apprezzarla sia sopra che sotto il palco. La musica dal vivo è un lusso che negli anni trova sempre più difficoltà a sopravvivere, soprattutto quella indipendente. Supportarla è fondamentale: permette di conoscerepersone, condividere esperienze e vivere qualcosa di reale che solo lì puoi trovare.

  1. le serate con gli amici 

I nostri fantastici amici, che sono sempre stati un arricchimento umano e i nostri primi fan, pronti a supportarci con entusiasmo per ogni nuova uscita e concerto. Abitiamo in un piccolo paese di appena 20mila abitanti e siamo letteralmente cresciuti insieme. Per certi versi, siamo quasi come una famiglia; ci sosteniamo a vicenda nella vita di tutti i giorni, e questo legame è una forza che ci sprona a inseguire i nostri sogni. Quando hai la fortuna di avere un gruppo così grande e affiatato, non hai paura di fare passi falsi, perché sai che c’è sempre qualcuno a coprirti le spalle. Senza di loro, molto probabilmente i Wanderlast non esisterebbero nemmeno.

  1. spazio 

…non si era capito? Amanti della musica, appassionati di fantascienza. Avvicinandoti a noi troverai qualcosa di inusuale, lontano da ciò che solitamente propongono le band emergenti. Oltre alla nostra musica, stiamo costruendo un piccolo universo parallelo in chiave fantascientifica, un mondo a sé stante per chi apprezza i nostri lavori. Basta andare sul nostro canale YouTube, dare un’occhiata ai video ufficiali, ai trailer… Ci troverete a viaggiare nel tempo con capsule costruite da noi (e quando diciamo “da noi”, non scherziamo). Ci vedrete vagare nello spazio su astronavi, visitare mondi alieni… Non vi sveliamo altro: ne vedrete delle belle!

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Cosa c’è nella camera dei Di Notte

Disponibile da venerdì 25 ottobre su tutte le piattaforme digitali DI NOTTEil debut album del duo post punk bolognese, formato da Luca Malatesta e Domenico Aloi, anticipato dai singoli Casiraghi e At Night, per MiaCameretta Records/Goodfellas, in distribuzione Believe.

Amore, calcio, avventure personali, viaggi, incontri: l’album è il primo manifesto in inglese della band, che vuole gridare al mondo uno spaccato di vita vera. Pathos, malinconia, rabbia, dolcezza suonati con un intento da nuovi poètes maudits. La voce calda e l’animo ribelle del duo restituiscono con forza la frenesia del momento tra chitarre abrasive, bassi prominenti e percussioni incisive.

Noi volevamo conoscerli meglio, e siamo stati per questo nella loro sala prove, a curiosare tra le loro cose. I Di Notte ne hanno scelte cinque per noi, ed ecco com’è andata!

Bicchiere rotto. Il vino è una delle nostre bevande preferite. Preferiamo sempre un buon rosso italiano a un gin tonic magari fatto male. I calici rotti sono un’altra nostra grande passione, perché per le cose quadrate e in ordine non fanno per noi

La Epiphone Casino Revolution. Chitarra iconica di John Lennon e Keith Richards, questo è il nostro ferro principale. Suoni grassi e gonfi grazie ai P90 dog ear. A volte lanciata durante i live, resiste agli urti.

Dado per posizioni sessuali. In base alla posizione che viene fuori poi vengono fuori anche delle basi per le nostre canzoni. Utilissimo anche per il sesso femminile.

Giradischi già con album dentro. Tutti vogliamo essere come John Wayne, come cantano i Cigarettes After Sex. Quando non suoniamo musica fondamentale ascoltiamo musica.

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Cosa c’è nella camera degli Agua Y Agio, in concerto a Milano domenica 17 novembre!

Reduce dal live milanese realizzato per la rassegna di JazzMi, il duo formato da Akonkagua, cantante e produttore franco-argentino, e Adagio, pianista jazz italiano nato a Milano, sarà in concerto al Biko di Milano, domenica 17 novembre 2024 (co-headliner con Stefano Barigazzi). Con una speciale formazione a sette, la band presentarà dal vivo il disco di debutto “Milalma“, già anticipato dai singoli estivi “A Mi Manera” e “Me lo ha robado“: un mix unico di generi, lingue e influenze che si stratificano, pulsano e si condensano in ritmi afro, e groove funk, e dove il jazz si fonde con la salsa, dance, funk e rumba. 

Noi volevamo conoscerli meglio, e abbiamo deciso di farci invitare a casa loro, perchè potessero scegliere 5 oggetti da mostrarci, e raccontarci, in attesa del live di domenica.

Guiro e Maracas

Il guiro e le maracas rappresentano l’anima latina di Agua Y Agio. Spesso ci divertiamo a suonarle per dare il via alle nostre produzioni, oppure anche solo per delle jam session improvvisate sul momento.

Radio Vintage

Questa radio non funziona, ma è un oggetto di arredamento che ci fa viaggiare nel tempo, pensando a come avrebbero percepito la nostra musica i nostri nonni, ascoltandola per la prima volta attraverso una di queste radio. 

Dipinto basco

Rappresentazione del fuoco di un’artista dei Paesi Baschi, Nagore Erauso. Il fuoco è uno dei nostri elementi fondanti e in questa declinazione alla maniera Euskara ci riporta alla multiculturalità propria del progetto. 

Burro di arachidi

Elemento, e alimento, imprescindibile per alimentare la creatività quando le giornate sono più grigie.

Yamaha CP

In generale l’accozzaglia di tasti bianchi e neri comunemente definita pianoforte, definisce l’anima più jazz di Agua Y Agio.

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Cosa c’è nella camera di Livrea

I muri delle case” è il nuovo singolo di Livrea, fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 25 ottobre 2024

Il brano racconta in modo realistico episodi tratti dalla vita familiare, momenti nascosti e intimamente protetti. Il legame che viene messo in evidenza è un rapporto profondo tra due persone nascoste, due outsider, due cani sciolti. “I muri delle case” si fanno scudo per proteggere dalle malelingue e dagli occhi indiscreti. L’amore fraterno diventa tenerezza curativa, soprattutto nella parte del ritornello in cui si intravede una via d’uscita nel momento in cui il dolore si dirada e lascia spazio ad una sottile nostalgia. La profondità di questo legame si percepisce anche dal sound viscerale; il ritmo tribale delle batterie, i pattern dei synth e la voce in primo piano rendono il brano piacevolmente frastornante, come un incantesimo.

Per conoscerla meglio, non potevamo che farci portare a casa sua, perchè scegliesse cinque oggetti particolarmente significativi per il suo progetto musicale.

AUDIO CASSETTA

Ultimo acquisto musicale, trovata in un mercatino. Pur non essendo il mio album preferito di Mina, questo concept estetico è incredibile, lei sembra una regina aliena. Amo la musica su supporto fisico, la cassetta mi dà proprio l’idea del cofanetto prezioso.  La musica è sempre preziosa.

MOKA ROSSA

Questa moka rossa me l’ha regalata il mio ragazzo quando siamo andati a vivere insieme; la moka per me non è solo un oggetto, è un rito, un simbolo. Moka è casa.

ACQUASANTIERA

L’acquasantiera è un oggetto che mi è stato regalato da un’amica di mia mamma quando sono nata, non sapevo neanche di averlo a dire la verità, ma quando ho fatto il trasloco è saltata fuori, come se volesse seguirmi.  È un oggetto davvero affascinante, fatto interamente a mano da un artigiano di Caltagirone, io la uso per appoggiare il palo santo.

TAPPETO

Amo i tappeti, coprirei ogni superficie di casa con dei tappeti, come l’opera di Stingel a Punta della Dogana a Venezia nel 2013 (si, sono ossessionata). Il tappeto di cui oggi vi parlo non è particolarmente pregiato, ma per me ha un valore affettivo importante. L’hanno comprato i miei genitori negli anni ’90 in un viaggio marocchino, è il tappeto su cui ho sempre giocato da bambina e quando ho cambiato casa me l’hanno lasciato. Ho deciso di posizionarlo in studio, il luogo in cui lavoro, scrivo e suono; per me è come un tappeto volante: magico.

PIANTE

Lo confesso: non sono un pollice verde, mi dimentico di dare da bere alle piante, alcune sono anche morte, però che soddisfazione vederle crescere e trovare il loro spazio in questo corridoio costellato di oggetti. Mi rendono proprio felice le piante, mi illudo di riuscire a prendermi cura di loro, quando in realtà sono loro che si prendono cura di me. E poi che belli gli autoscatti con le piante come sfondo!

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Cosa c’è nella camera di Davide dei Love Shower Love

2002-2009: 7 anni in cui i Love Shower Love hanno attraversato generi e formazioni con nomi diversi. Dal post-grunge anglofono degli Ashen Wave, insieme al cantante Fabio Cantù, all’indie rock italiano dei LaCorte, con la formazione a 4 che sarebbe poi diventata quella definitiva, seppur con un ritorno all’inglese e a suoni più alternative. Ora la band ha deciso di pubblicare sulle piattaforme di streaming, disponibile da martedì 15 ottobre 2024 per Gelo Dischi, in una nuova versione rimasterizzata, tutti i brani rimasti ancora inediti per il digitale, come conchiglie che risalgono dalla risacca. Per rispondere alla domanda: “Com’eravamo”, anzi, “L’onda, che eravamo”.

Questa raccolta celebrativa viene accompagnata da un nuovissimo singolo, “Lido Caina”, che segna il ritorno alla lingua italiana. Una cavalcata garage allucinata con un ritornello che ricorda un mantra insieme euforico e disperato.

Come spesso capita, abbiamo pensato che il modo migliore per conoscerli fosse proprio lasciarci condurre a casa di uno di loro, in particolare di Davide, per farci raccontare la storia di cinque oggetti. Ecco cosa ha scelto per noi.

Casa di Davide, il frontman, location ricorrente di suonate, mangiate e bevute che è finita per dare il nome alla seconda delle tre incarnazioni della band, i LaCorte, appunto.

Gabonzo l’invincibile Robot, Dr. Pira


Davide e Marco (basso) sono fan sfegatati di questo stralunato cartoonist e ogni volta che esce un suo post fanno a gara a chi lo inoltra per primo. Del Dr. Pira ci fa ridere letteralmente qualsiasi cosa, sin da quando abbiamo cominciato a seguirlo sul blog agli inizi degli anni Duemila.


Adesivo Sub Pop


Arrivato direttamente da Seattle con un ordine cumulativo di sticker. La Sub Pop è stata l’artefice della rivoluzione culturale che a partire dagli anni ‘80 ha impostato il gusto delle scena alternativa a venire, e quindi anche il nostro.


Korg, Monotron


Sempre il nostro bassista si è cominciato a dilettare negli ultimi anni molto con i Synth, di varia natura, suono e… grandezza. Questo Korg analogico è grande quanto un mouse, ma produce un suono pazzesco. Per qualche ragione ora è nelle mani di Davide.


Common Useless Mistakes, Love Shower Love


Il nostro primo disco come Love Shower Love, per l’etichetta Fontana Indie Label che ha anche stampato una serie di CD promozionali. L’artwork di copertina è un carattere tipografico disegnato ad hoc da un nostro caro e talentuosissimo amico visual designer, Alberto Antoniazzi.


T-shirt nera, Love Shower Love


In occasione del nostro primo tour nel Centro Italia, abbiamo pensato di realizzare del merchandising da vendere ai banchetti. Il problema è che siamo pessimi in qualsiasi cosa non musicale riguardi la nostra band (qualcuno potrebbe anche dire musicale). Quindi di fatto proprio durante quel tour, sbronzi, nessuno si prendeva mai la briga di stare al banchetto e regalavamo con molto zelo le magliette a chi veniva a farci i complimenti per il live. A conti fatti, possiamo tranquillamente dire che sul profilo commerciale l’operazione è stata puro masochismo.