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WEL: Strobo è il nuovo singolo

Dopo un 2024 che li ha visti protagonisti sui palchi di tutta Italia e con quattro singoli fra cui le collaborazioni con Jack Out, Ojne e Sunset Radio, i WEL tornano con il loro nuovo brano intitolato Strobo, fuori giovedì 20 marzo 2025. Strobo è una canzone che vede i WEL reinterpretare il sound pop punk che li ha resi la band guida del movimento italiano negli ultimi dieci anni: il brano richiama le sfaccettature più pop del genere, ma senza perdere i riff accattivanti e le sonorità che fanno scatenare sotto il palco. 

Forte di un ritornello da mandare subito a memoria e che si presta ai singalong durante i live, Strobo parla “del fregarsene del pensiero degli altri, e del voler vivere la vita come si vuole, racconta Enzo Cappucci, frontman della band. Un pensiero che è del resto alla base della filosofia punk, ma che non impedisce al brano di acquisire anche uno spunto di riflessione generazionale, affrontando velatamente il tema dell’incertezza in cui si trovano a crescere i giovani, che non sanno se potranno godere di una pensione o se avranno la possibilità di comprare una casa quando saranno grandi, a differenza dei loro genitori. Così come la musica dei WEL, anche il testo di Strobo ha quindi un’anima pop e un’anima punk.

Ascolta Strobo: 
https://open.spotify.com/intl-it/album/3fMYjsVrP2VYmFSLnxZx5V?si=19Hs8aW6ThqlpPVHNFbLKQ 

https://www.youtube.com/watch?v=RWtexwWKHE0 

ISRC: QZHN52518367
si autorizza utilizzo per trasmissione radiofonica

Autore e compositore: Enzo Cappucci
Etichetta: Regretti (@regrettimusic)

Formazione:
Enzo Cappucci – Voce
Luca Bi – Basso
Luca Incerti – Batteria

Prodotto, registrato, mixato e masterizzato da Enzo Cappucci

BIO

WEL sono un trio pop punk di Modena caratterizzati da un sound aggressivo e melodie catchy. Dopo aver pubblicato 3 EP, di cui uno con l’etichetta australiana Penultimate Records, diversi tour europei, e aver avuto l’opportunità di suonare in festival italiani e internazionali come Venezia Hardcore, Punk Rock Holiday, Bay Fest e InFest, nel 2021 passano alla lingua italiana e cambiano il nome da Why Everyone Left a WEL. Nel 2022 firmano per l’etichetta Kick and Snare con la quale pubblicano quattro singoli. Tra il 2023 e 2024 collaborano con molti artisti provenienti dai più diversi universi musicali, come i paladini dello screamo italiano Ojne, Jack Out, Silly Sam fino ai fratelli di pop punk Sunset Radio. Alternative Press li ha inclusi nelle “10 band pop punk europee che dovresti conoscere”.

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The Seer ci racconta il suo EP d’esordio, traccia per traccia

The Seer presenta il suo EP d’esordio, intitolato Box Memories per l’etichetta Tilt Music Productions. L’artista reggino ma di stanza a Bologna condensa in cinque brani un repertorio sfaccettato e sfuggente alle categorizzazioni: nelle tracce dell’EP troviamo infatti influenze disparate che spaziano dal rock alternativo alla musica pop ed elettronica, formando canzoni che sono di volta in volta ballabili o energiche o riflessive.

Ecco cosa The Seer ci ha raccontato a proposito di ogni traccia!

The City Is Mine

È una descrizione nel mio primo anno a Bologna. Dall’entusiasmo iniziale alla solitudine della città deserta durante il covid, ho affrontato sfide inaspettate: le strade deserte durante il lockdown sono diventate la metafora della mia solitudine e della mia determinazione a trovare il mio posto. Il sound, ispirato a band come Arctic Monkeys e Tame Impala, è un mix di chitarre graffianti e melodie catchy, che riflette la voglia di ribellarmi e affermarmi.

Andinian Echoes 

È un viaggio introspettivo ispirato alla catena montuosa delle Ande. Gli ‘echi andini’ sono i ricordi di un periodo buio, in cui dubbi e paure mi hanno accompagnato lungo il cammino. La strofa riflette la solitudine e la fatica di affrontare l’ignoto. Il ritornello invece è un grido di ribellione, una presa di coscienza della mia forza interiore. Nonostante le difficoltà, il finale descrive la determinazione per superare gli ostacoli e raggiungere la vetta, simbolo di rinascita e di speranza. Ricordo di aver iniziato a scrivere questa canzone nel 2018. La strofa, più intima, è nata per prima, ma poi l’ho lasciata incompleta. Solo più tardi ho trovato l’ispirazione giusta per completare il brano con un ritornello più grintoso, che contrasta con la prima parte e rappresenta la mia voglia di superare i limiti e costruire un futuro migliore.

Saturday Night 

È una canzone scritta appositamente per parlare dell’atmosfera e della frenesia che può animare un qualsiasi sabato, ispirata dalle mie esperienze personali. Volevo esprimere quanto sia  importante l’amicizia e il fatto di godersi appieno ogni attimo del tempo trascorso insieme, in quanto tutto ciò si può trasformare in qualcosa di magico. Si può dire che questo è il brano di rottura dell’EP: le influenze iniziali di Red Hot Chili Peppers e Jamiroquai hanno lasciato spazio a sonorità più elettroniche, ispirate da un synth presente nella seconda strofa. Insieme a Matteo Cardillo, produttore del brano, abbiamo deciso di valorizzare quest’elemento creando un brano che si discosta dalle altre tracce e offre un’esperienza sonora completamente nuova.

Casa Libera 

Questa canzone la incominciai a scrivere nel 2019 mentre stavo facendo i bagagli per lasciare la casa in cui ho trascorso quasi trent’anni. Il testo è un omaggio alla mia famiglia, al luogo in cui sono cresciuto e alle emozioni contrastanti di quel momento. All’inizio scrissi una prima versione con la chitarra acustica con il testo in inglese, in seguito grazie alla collaborazione con Gabriele Quaranta abbiamo deciso di dare nuova vita a questa canzone, trasformandola in un brano indie pop in italiano più moderno con l’aggiunta di tastiere e sonorità elettroniche.

Five Brave Souls

La traccia che chiude l’EP parla di una vicenda che mi colpì completamente: descrive la storia di coraggio e mistero ambientata a Reggio Calabria alla fine degli anni ‘60, questi cinque giovani coraggiosi anarchici affrontano una serie di eventi tra cui omicidi misteriosi e la corruzione della classe politica al potere. Nonostante i loro sforzi nella ricerca della verità, alla fine faranno una scoperta che segnerà il loro destino e tutti ciò che è stato raccolto andrà perduto in quanto insabbiato. Dal punto di vista musicale ho cercato di dare un’impronta rock con venature alternative e blues, ispirato in parte ai Pink Floyd e anche ai Radiohead per quanto riguarda le parti più cupe.

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“Orbita” è il nuovo album di Pellegatta

Da venerdì 7 Marzo 2025 è disponibile sulle principali piattaforme streaming (in distribuzione The Orchard) “ORBITA, il nuovo album di PELLEGATTA, cantautrice e compositrice di Modena. L’album è prodotto da Paolo Iafelice, produttore discografico dell’etichetta Adesiva Discografica (già al lavoro con artisti del calibro di Fabrizio De André, Luciano Ligabue, Fiorella Mannoia, Eugenio Finardi). Le chitarre del disco sono state registrate da Sara Velardo, cantautrice e compositrice, i cori dalla cantautrice Francesca Sabatino in arte LAF. La copertina invece é stata realizzata dall’ artista Giulia Tondelli, il design del disco da Maria Lia Roncaglia con gli scatti fotografici di Enrico Maria Bertani.

Il video in arrivo di “Orbita” (presto disponibile!) vanterà della collaborazione di Roberto Nigro di Tempi Tecnici al montaggio e direzione della fotografia con  Andrea Berselli, la preziosa sceneggiatura di Sabrina Calanchi, la direzione della produzione di Damiana Guerra   il video é stato ripreso nello studio di Tempi Tecnici e presso la Villa Forni per gentile concessione di Clemente Maria Forni.



“Orbita” è un viaggio da intraprendere e ogni motivo è buono per cambiare rotta. 


La musica per me è un ponte per andare oltre, composta in una sala d’attesa, mentre i treni passano e io rimango lì ad aspettare il mio… Finché capisco che non arriverà allora salgo sul primo che passa e mi lascio sorprendere dall’inaspettato. Le nostre intenzioni sono importanti e coltivare la pazienza aspettando qualcosa di più grande é un’attesa densa che solletica il senso di bellezza che è in me.  Ho sperimentato una musica elettronica che potesse accompagnare voce e chitarra. Più cicli ripetuti di suoni si sono intrecciati come fili di una tela tessuti e poi disfatti ad libitum. Dietro ad ogni brano ci sono racconti di chi in quella sala d’attesa ha voluto condividere un pezzo di sé.  

Questo disco è lanciato in orbita, osservato e a sua volta pronto per  osservare chi lo ascolta; è distante anni luce da quello che ero o quello che sarò. Sono in continuo mutamento alla ricerca della forma più autentica di me. Orbita è come quel foglio che conservi nel cassetto  e lo vuoi celebrare perché non ti appartiene più ma ti ha fatto fare un pezzo di strada importante. 

La musica è un figlio che cresce nel petto, 
ora come te lo dico che ho solo questo
”.


(Pellegatta)

SCOPRI IL DISCO: https://promo.theorchard.com/yzCerO7qGtTeFDW8A8ZL



 

PELLEGATTA (Manuela Pellegatta) è una cantautrice e compositrice italiana. Nata a Garbagnate Milanese e cresciuta ad Arese, fin da piccola si avvicina alla musica iniziando a prendere lezioni di pianoforte e flauto traverso per poi avvicinarsi anche a chitarra, basso ed armonica. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza non può fare a meno di riprendere la sua passione per la musica per farne una professione partecipando a diversi festival (MTV Music Week, Brianza Open Jazz Festival, Milano Music Week, Ferrara Busker Festival).

Grazie ad una borsa di studio Smartit riesce a concretizzare il suo album d’esordio “TRE MINUTI DI SBAGLI” con il produttore Paolo Iafelice per l’etichetta Adesiva Discografica. “Tre minuti di sbagli” è stato pubblicato il 7 ottobre del 2016 e presentato il 20 ottobre al Rock’n’ Roll di Milano. Collabora con le cantautrici dell’etichetta per realizzare lo spettacolo musicale “Vita da cantautrice”, patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André. Prima della maternità parte per una tournée italiana per presentare insieme alle altre cantautrice dell’etichetta un tributo a Luigi Tenco.

Nel 2018 è tra i semifinalisti di Area Sanremo Giovani e il Premio Via Emilia “La strada dei cantautori” con il brano “Sulla spiaggia di Rimini”. Nel 2019 si lascia alle spalle Milano e si trasferisce a Modena. Il cambiamento la porta a scrivere un nuovo concept album che tocca tematiche ambientali e sociali, ricercando sonorità elettroniche. Inizia così un nuovo progetto, fatto di sperimentazioni vocali e sonore con loopstation e synth.

Nel febbraio del 2020 presenta l’inedito “Compro e butto” all’Attico di Michele Monina durante il Festival di Sanremo e successivamente al Teatro Storchi di Modena, aprendo il concerto di Francesco Baccini durante una serata di beneficenza del Team Enjoy. Con i brani inediti, arriva in semifinale per il Premio Pierangelo Bertoli e in finale per il Premio Autori Emergenti 2020.

Nel 2021 entra a far parte Unisona Collettiva, un collettivo di cantautrici con storie, percorsi, età e background differenti, unite da un comune valore: credere nella musica come ricerca, sperimentazione e veicolo imprescindibile di comunicazione a più livelli, nel rispetto delle diversità, e carriere delle singole artiste di cui hanno fatto parte Sara Romano, Laf, Sue, Cinzia Gargano, Chiara White, Eleonora Betti, Agnese Valle, Chiara Blue, Elisa Bonomo, Irene Brigitte, Lil Alice.

Nel 2022, Pellegatta ha partecipato alla realizzazione del disco XX STRUCTURE di Stefano Giovannardi XX, con il brano “Più in là”. 

Nel 2023 inizia a collaborare con il “Collettivo Artistico Sottopelle“ proponendo Reading musicali componendo nuovi brani che affrontano tematiche contro la violenza di genere per lo spettacolo “Lo sapevano tutti” liberamente tratto dal lavoro di Serena  Dandini Ferite a Morte;  spaziando poi verso il mondo delle fiabe con lo spettacolo “impressione di Fiaba” e “la fiaba della mia vita” componendo brani sulla vita di Hans Christian Andersen.

Nel 2024 partecipa al Festival della Fiaba di Modena portando lo spettacolo autobiografico Le candele del cafè Bistrot. Manuela racconta di  quando ha iniziato a suonare sulla mensola di un Cafè Bistrot in Chinatown a Milano, assorbendo le storie dei personaggi che frequentavano quel piccolo universo per poi trasformarle in canzoni.

Dopo questa collaborazione Nicoletta Giberti fondatrice del Festival della Fiaba e del Filatoiodi Modena, decide di produrre una regia su misura per un nuovo spettacolo Semplicemente Emily dove la cantautrice ha liberamente interpretato e musicato le poesie della poetessa Emily Elisabeth Dikinson

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“Uno Bianca” è il nuovo singolo di Amado e Jova, finalmente di nuovo insieme

É disponibile da venerdì 28 febbraio 2025 (per Indaco Records, in distribuzione Altafonte) un nuovo singolo di Amado feat. Jova, un brano dal titolo “Uno Bianca“, una nuova e seconda collaborazione tra i due artisti, dopo il successo di “Só Eu”.

Il titolo del brano rimanda alla più efferata banda criminale attiva italiana tra gli anni ottanta e gli anni novanta, rivelatasi poi essere composta dagli stessi poliziotti che avrebbero dovuto scovarla. Da qui, paragonando questo tradimento  ad una delusione amorosa, l’Io letterariomatura una sfiducia in tutto ciò che lo circonda ed in ogni fede, mettendo persino in dubbio il mondo intorno a lui. Musicalmente la strofa si caratterizza per un certo tropicalismo, sfociando poi in un ritornello in cui le chitarre più tipicamente brit-pop prendono il sopravvento, creando un connubio capace di lasciare curiosità alle orecchie dell’ascoltatore. 

Continua quindi il percorso del cantautore della Riviera dei Fiori (a cui è dedicato il suo primo disco dal titolo “Riviera Airlines“), con il suo mix unico di it-pop, ritmi ballabili, un’adolescenza ad ascoltare i gruppi inglesi, una giusta dose di tristezza che si scontra con i colori del Sudamerica. Un genere che non ha ancora nome, ma che non si può che amare sin dal primo ascolto. 
 

SCOPRI IL BRANO: https://links.altafonte.com/UnoBianca



copertina di Rafaela Pascotto
produzione di Narduccey

BIO AMADO: 

Amado,  classe 1993, è un cantautore della Riviera dei Fiori dalla cultura cosmopolita ma ben radicato nella sua terra. Le sue influenze vanno dai poeti del suo Brasile fino al brit pop. Dopo il buon successo di “Riviera Airlines“, suo LP prodotto da Narduccey, tante novità musicali sono previste per il 2025.



https://www.instagram.com/iosonoamado/

BIO JOVA:

Jova (Diego Jovanholi) è un cantante, cantautore, designer e illustratore di Belford Roxo, Rio de Janeiro. Dopo essersi trasferito a San Paolo, Jova ha continuato il suo progetto solista, dove fonde pop e nostalgia per creare un suono unico e coinvolgente. La sua discografia comprende album come “Músicas Para Ouvir Perdido Na Floresta” (2020), “Nada é Fixo” (2021), “Emergir” (2022) e l’EP “Casa Caída” (2023). Attualmente si sta preparando per l’uscita del suo prossimo EP, “Solitude“.

https://www.instagram.com/eusoujova/

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Le 5 cose preferite de I Qualunquisti

Ci siamo, fuori su tutte le piattaforme digitali dal 13 febbraio “Le faremo sapere”, il nuovo EP de I Qualunquisti. Cinque tracce che si muovono tra sonorità rock e post punk. Anticipato dai singoli “Andrea” e “Ma che cosa vuoi”, l’EP ci porta direttamente in un mix di emozioni differenti: sarcasmo, irriverenza, sentimenti ed empatia.

“Le faremo sapere” è composto da cinque brani che esplorano differente sfaccettature di rock. Abbiamo un bel pop rock accattivante in “Andrea” e “Via”. Si passa su tonalità più vicine al punk rcok con “Ma che cosa vuoi” e un rock più cupo in “Universo”, mentre “Tutte le sere” ci mette anche un pizzico di elettronica.

Noi per conoscerli meglio non potevamo che chieder loro quali fossero le loro cinque cose preferite.

Dave:

Inghilterra

Il fascino che attrae è forte sia a livello musicale che a livello stilistico, penso sia l’unico posto da dove si possa prendere ispirazione. Dalla caotica Londra fino alla combinazione Manchester/Liverpool un mix di pazzia e underground che mi accompagna da sempre.

Lorenzo:

La Gibson Les Paul Gold Top su amplificatore valvolare a tutto volume alla Jimmy Page.

Da quando sono bambino, provato tante chitarre, tanti amplificatori e tanti effetti a pedale, ma la sintesi perfetta del suono che amo è quello di una Gibson Les Paul a tutto volume, e fortunatamente sono le uniche chitarre che abbiamo utilizzato per realizzare la maggior parte delle canzoni de i Qualunquisti ed in particolare tutto il nuovo EP.

Alessandro:

Il Mare d’inverno

Il mare d’inverno perché al mare ci sono cresciuto, perché d’inverno non c’è il caldo e non c’è folla, e perché l’odore, il rumore e l’atmosfera del mare leggermente increspato mi danno energia e ispirazione.

Christian:

Le auto d’epoca

A me piacciono le auto d’epoca, perché sono cariche di un vissuto straordinario, possono raccontare storie di persone ed epoche ormai perse, e soprattutto ti fanno fare viaggi ad un’altra velocità, lenta, da goderti il tempo che si passa insieme

I Qualunquisti:

Beatles

Tutto alla fine torna, qualsiasi band rende omaggio da sempre al gruppo più importante e più influente della storia, i Beatles sono sempre presenti sia in fase di arrangiamento che in fase di stesura dei nostri testi, anche se in italiano, cerchiamo di prendere spunto dai più grandi.

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Si chiude in grande stile il tour americano dei NapstaMind

Si chiude in grande stile il tour americano dei NapstaMind, la band che ha portato il suo primo album Nel Giardino a Vapore oltreoceano con una serie di concerti indimenticabili. Dopo un mese di musica live, chilometri percorsi e un pubblico entusiasta, è finalmente online il video esclusivo che raccoglie i momenti più emozionanti di ogni tappa.

Partito il 30 ottobre dal Rockwood Music Hall di New York, il tour ha toccato alcune delle città più vivaci della scena musicale indipendente americana. Da Philadelphia a Washington, da Scranton a Fairfax, fino alle ultime tappe in Connecticut e New Jersey, i NapstaMind hanno regalato al pubblico un sound fresco e intenso.
Ecco le date che hanno segnato questa incredibile esperienza:

  • Oct. 30 | New York | Rockwood Music Hall
  • Oct. 31 | Lindenhurst | Lost Island Arts
  • Nov. 2 | New York | Otto’s Shrunken Head
  • Nov. 3 | Philadelphia | The Fire
  • Nov. 4 | Washington | Blue House
  • Nov. 5 | Scranton | The V Spot
  • Nov. 6 | Chester | Bernie’s Hillside & Arlington | Shawn’s Saloon
  • Nov. 7 | Yaphank | Froggz
  • Nov. 9 | Fairfax | Earp’s Ordinary
  • Nov. 10 | Richmond | Crossroads
  • Nov. 11 | Bethlehem | FunHouse
  • Nov. 12 | Easthampton | The Luthiers Co-op
  • Nov. 14 | East Hartford | C Stage
  • Nov. 15 | Kearny | Jimmy’s Lounge
  • Nov. 17 | Mount Holly | VIBC

Ecco il video: LINK AL VIDEO

Grazie al supporto ricevuto da Saint Louis Music Production e dal bando SIAE PER CHI CREA, il trio composto da Michele Cipollini, Michelangelo Rupolo e Lorenzo Colombo ha avuto la possibilità di portare la propria musica oltre i confini italiani, facendosi conoscere in nuove realtà. Questo tour rappresenta solo l’inizio di un percorso che promette ancora tante sorprese per il futuro.

I NapstaMind hanno dimostrato che con determinazione, creatività e il giusto sostegno, la musica può davvero attraversare ogni confine. Non resta che attendere i prossimi passi di questa band che, dopo un tour esplosivo, ha ancora tanto da raccontare tramite la propria musica.

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Cosa c’è nella camera di Metcalfa

Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile da venerdì 22 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all’autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine “lagom“, questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: “Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori”

Noi volevamo conoscerlo al meglio delle nostre possibile, ma un progetto del genere non poteva che essere raccontato così, dall’interno. Quindi ci siamo fatti invitare a casa di Metello, perchè potesse parlarci di sì, attraverso cinque (+1) particolarissimi oggetti.

Questa scimmietta è un regalo che mi è stato fatto da un’amica (una ragazza cinese) che ho conosciuto durante il mio soggiorno in Svezia nel 2015. Ci siamo rivisti a Firenze nell’estate del 2016 e lei, sapendo che sono nato sotto il segno della scimmia, ha pensato di farmi questo regalo.

Questa invece è una Daruma, una figura votiva giapponese. Quando si esprime un desiderio si deve colorare un occhio e quando quest’ultimo si avvera, si colora anche il secondo. È un regalo a cui sono estremamente affezionato, essendo che viene da una persona molto speciale. Ha un significato molto profondo, per me.

Questa invece è una statuetta (credo di bronzo, ma potrei sbagliarmi) realizzata da Fuad Aziz, un artista originario del Kurdistan. Un grandissimo artista che ha esposto e continua ad esporre in tutto il mondo, oltre ad essere un caro amico. È un dono che risuona molto con la persona che sono diventato nell’ultimo anno.

Questo invece è un disegno che ha fatto una mia allieva, che purtroppo non studia più con me. Ha sempre avuto la passione per il disegno e quando ha fatto questo non voleva mostramelo: ci ho messo almeno un mesi per convincerla, inscenando una finta asta di opere d’arte. Alla fine ho detto “piuttosto che buttarlo, regalalo a me” e un giorno me lo ha portato. Conservo un bellissimo ricordo del periodo passato con questa allieva. Un grandissimo abbraccio Sophie, ovunque tu sia (ovvero Peschiera Borromeo, se non erro).

Qua invece andiamo sul sentimentale: questa è la mia prima batteria “seria”. Ci ho passato sopra non so quanto tempo, ha un monte ore di volo incalcolabile. È uno strumento al quale sono estremamente legato, essendo anche un regalo dei miei genitori.

Se vuoi, ho anche un bonus. Questo specchio mi è stato regalato da mia madre quando stava svuotando un appartamento. Durante l’ultimo anno, soprattutto durante la scrittura del disco, mi guardavo nel riflesso e pensavo “dai Met, dai che ce la stiamo facendo”

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Con il loro nuovo album “Mar Viola”, i Lady and the Clowns fanno un deciso passo avanti

Con il loro nuovo album Mar Viola, i Lady and the Clowns fanno un deciso passo avanti, mostrando una band più matura e consapevole rispetto ai lavori precedenti. L’album si distingue per la sua energia contagiosa e la varietà di approcci musicali che riescono a coesistere in maniera organica.

Brani come “Body” e “Forbidden Seas” mettono in evidenza le abilità tecniche e compositive del trio, mentre tracce come “Artemide” portano un messaggio forte e attuale, celebrando il coraggio di esprimersi liberamente. La scelta di alternare brani in italiano e in inglese sottolinea la doppia anima della band, che guarda sia al panorama nazionale che a quello internazionale.

Dal punto di vista musicale, il disco colpisce per la sua capacità di mescolare riff potenti, ritmi ballabili e arrangiamenti curati. Nonostante ciò, l’album non punta tutto sull’impatto immediato: alcune tracce richiedono più ascolti per essere apprezzate appieno, ma rivelano una profondità che ripaga l’attenzione.

Se c’è una critica da muovere, è che alcune transizioni tra i generi potrebbero sembrare troppo nette, ma questa caratteristica fa parte dell’identità della band, che gioca consapevolmente sul sorprendere l’ascoltatore. Nel complesso, Mar Viola è un lavoro che dimostra come i Lady and the Clowns abbiano trovato una propria voce pur continuando a sperimentare.

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Alice Favaro con “Occhi aperti” si libera dell’amarezza

Fuori dal 17 gennaio “Occhi aperti”, il nuovo singolo di Alice Favaro.In questo brano la cantautrice tira fuori tutti i sentimenti che fino a quel momento aveva represso. Si libera da questo fardello con delicatezza per andare incontro a se stessa, alla sua vera essenza.

“Occhi aperti” si apre con una delicatezza che richiama introspezione. Un arrangiamento minimale che lascia spazio alla voce e crea un senso di vulnerabilità. La linea vocale è espressiva e calda, con sfumature emotive che trasmettono una connessione profonda con il testo. La voce quindi predomina portando l’attenzione su ogni parola e creando in sottofondo “tappeti vocali” velati.

La produzione è intima e organica. Gli strumenti che entrano, prima il basso, poi la chitarra acustica, cassa e rullante, la chitarra elettrica, creano un accompagnamento che non sovrasta ma sostiene, supporta, tiene sospeso.

Le parole si fanno strada fino all’ascoltatore per emozionare e toccare le corde giuste.

Occhi aperti nasce dal riconoscimento di una realtà che non era come avevo sempre creduto e che volevo mettere a tacere. Si sa che è più facile nascondere la polvere sotto il tappeto. Ma quando non esterniamo i nostri sentimenti ed emozioni per paura di ferire o deludere qualcuno stiamo in realtà ferendo e deludendo noi stessi, ponendo un grosso limite tra te e gli altri.

Il peso delle bugie e del “non detto” creano muri e catene. I muri invisibili ci dividono e le catene ci intrappolano. Fanno crescere sentimenti come la rabbia che, inespressa, è come lava che scorre sotto una calma apparente. Un equilibrio che ho cercato di mantenere a lungo, ma che non faceva altro che amplificare il negativo.

Cantando occhi aperti mi libero di una certa amarezza e riprendo fiducia”, così Alice Favaro descrive il proprio brano.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/61k2xZ7KW3mbcXVycvIW4E

https://www.instagram.com/alice_favaro/

Biografia

Alice Favaro è un’artista che incarna l’incontro tra tradizione e innovazione. Una cantautrice che fonde il cantautorato italiano classico con le sonorità più moderne ed elettroniche.

Il suo percorso musicale, iniziato in adolescenza, è un viaggio di scoperta ed espressione personale, attraverso un sound ibrido che mescola acustico ed elettronico. La sua musica si nutre di emozioni autentiche, esplorando la libertà di esprimere e condividere i propri sentimenti con il pubblico.

Nel 2020 presenta il suo primo singolo di debutto “Limiti Opposti”, seguito da altri due brani “Faccio da me” e “Limiti Blu”. Nello stesso anno si trasferisce a Roma dove incomincia un percorso accademico con la Saint Louis College of Music.

Dopo un periodo di studio e di perfezionamento della propria musica Alice ritorna nel 2024 con il singolo “Tra le stelle”. Il brano è il primo anticipo del suo primo EP in uscita i prossimi mesi. Un lavoro che sintetizza questa crescita artistica e personale, con la direzione artistica e la produzione di Dario Jacque, in collaborazione con la Saint Louis Music Production.

Ma non si ferma qui perché apre il 2025 con il singolo “Occhi aperti”.

Questo progetto rappresenta una nuova tappa nella sua carriera, un segno di come la sua musica si stia sempre più arricchendo di consapevolezza e libertà espressiva.

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Giorgia D’Artizio ci racconta il suo nuovo video “Stramba4”

Con il nuovo video di “Stramba4”, Giorgia D’Artizio aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca artistica, confermandosi come una delle voci più interessanti della scena contemporanea. Questo progetto rappresenta un’esplorazione del concetto di diversità, declinato attraverso un linguaggio visivo ricco di simboli e metafore. Il video non è solo un accompagnamento alla musica, ma una vera e propria opera che comunica su più livelli.

“Stramba4” invita lo spettatore a superare i propri preconcetti, proponendo un’estetica che mescola elementi onirici e contemporanei. Giorgia ha spiegato che l’obiettivo del progetto è dare visibilità a ciò che spesso viene considerato marginale o “strano”, ribaltando la prospettiva e valorizzandolo come elemento essenziale della creatività.

Nel corso dell’intervista, approfondiremo con l’artista il percorso che l’ha portata a concepire “Stramba4”, il significato personale che attribuisce al concetto di stranezza e il ruolo che, secondo lei, l’arte e la musica possono giocare nel cambiare il modo in cui vediamo il mondo. Un’occasione per scoprire non solo il dietro le quinte di questo lavoro, ma anche il pensiero di un’artista che non smette di interrogarsi sul suo ruolo nel panorama culturale attuale.

1- Ciao Giorgia, raccontaci com’è nata Stramba4.

Volevamo costruire un album musicale senza interruzioni.

Le strambe nell’album NOMEA sono quattro momenti di collegamento musicale in stile libero che servono a conferirne una dimensione disordinata sia musicalmente che nelle parole.

STRAMBA4 è l’unica ad avere una melodia e delle frasi con parole, si distingue così dalle altre che non hanno melodie e dove le voci improvvisano pianti, grida, risate, sospiri.

2- Cosa ti ha ispirata a scrivere un brano così particolare?

La follia, tematica principale dell’album, quella da cui è partito tutto.

Nelle sue forme di manifestazione spesso è formata da voci, allucinazioni visive o uditive, siamo tutte e tutti soggetti a queste dimensioni, chi più chi meno, e musicalmente, questi momenti, hanno preso questa forma, dove lo stile libero si fonde in una melodia quasi funebre, dove il cantato è stato sostituito da frasi parlate, enfatizzate da urla, pianti, suoni disturbanti.

3- Quali influenze musicali ti hanno guidata nella creazione di Stramba4?

MAX RAVANELLO ha scritto qui un brano dai richiami popolari, ispirato dal timbro del clarinettista Tony Scott. L’atmosfera è ambigua, cupa, si evolve in crescendo fino a creare un vortice.

Le frasi sono dirette, crude, disorientanti.

4- Come hai scelto di rappresentare visivamente l’ombra junghiana?

Con la presenza di CATERINA DE BIAGGIO che nel video ha fattezze umane.

Io non la posso vedere ma solo sentire. È stata bravissima a entrare nella parte dell’ombra junghiana. Il suo bel vestito nero, capelli sciolti, la sua fisicità qui si manifesta in una dolcezza cruda e suadente, ambigua e bivalente.

Divina! Scatenata quando si arrabbia veramente eh eh…

5- Come speri che il pubblico interpreti il messaggio del brano?

Ognuno come meglio crede eh eh…Ho dato qualche indicazione di lettura, ma si potrebbe anche dire che spesso, le opere, trascendono dall’intenzione dell’autore rivelando a ognuno ed anche all’autore stesso particolari diversi. Significati e simboli emergono dall’inconscio collettivo.