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Le 5 cose preferite de I Qualunquisti

Ci siamo, fuori su tutte le piattaforme digitali dal 13 febbraio “Le faremo sapere”, il nuovo EP de I Qualunquisti. Cinque tracce che si muovono tra sonorità rock e post punk. Anticipato dai singoli “Andrea” e “Ma che cosa vuoi”, l’EP ci porta direttamente in un mix di emozioni differenti: sarcasmo, irriverenza, sentimenti ed empatia.

“Le faremo sapere” è composto da cinque brani che esplorano differente sfaccettature di rock. Abbiamo un bel pop rock accattivante in “Andrea” e “Via”. Si passa su tonalità più vicine al punk rcok con “Ma che cosa vuoi” e un rock più cupo in “Universo”, mentre “Tutte le sere” ci mette anche un pizzico di elettronica.

Noi per conoscerli meglio non potevamo che chieder loro quali fossero le loro cinque cose preferite.

Dave:

Inghilterra

Il fascino che attrae è forte sia a livello musicale che a livello stilistico, penso sia l’unico posto da dove si possa prendere ispirazione. Dalla caotica Londra fino alla combinazione Manchester/Liverpool un mix di pazzia e underground che mi accompagna da sempre.

Lorenzo:

La Gibson Les Paul Gold Top su amplificatore valvolare a tutto volume alla Jimmy Page.

Da quando sono bambino, provato tante chitarre, tanti amplificatori e tanti effetti a pedale, ma la sintesi perfetta del suono che amo è quello di una Gibson Les Paul a tutto volume, e fortunatamente sono le uniche chitarre che abbiamo utilizzato per realizzare la maggior parte delle canzoni de i Qualunquisti ed in particolare tutto il nuovo EP.

Alessandro:

Il Mare d’inverno

Il mare d’inverno perché al mare ci sono cresciuto, perché d’inverno non c’è il caldo e non c’è folla, e perché l’odore, il rumore e l’atmosfera del mare leggermente increspato mi danno energia e ispirazione.

Christian:

Le auto d’epoca

A me piacciono le auto d’epoca, perché sono cariche di un vissuto straordinario, possono raccontare storie di persone ed epoche ormai perse, e soprattutto ti fanno fare viaggi ad un’altra velocità, lenta, da goderti il tempo che si passa insieme

I Qualunquisti:

Beatles

Tutto alla fine torna, qualsiasi band rende omaggio da sempre al gruppo più importante e più influente della storia, i Beatles sono sempre presenti sia in fase di arrangiamento che in fase di stesura dei nostri testi, anche se in italiano, cerchiamo di prendere spunto dai più grandi.

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Si chiude in grande stile il tour americano dei NapstaMind

Si chiude in grande stile il tour americano dei NapstaMind, la band che ha portato il suo primo album Nel Giardino a Vapore oltreoceano con una serie di concerti indimenticabili. Dopo un mese di musica live, chilometri percorsi e un pubblico entusiasta, è finalmente online il video esclusivo che raccoglie i momenti più emozionanti di ogni tappa.

Partito il 30 ottobre dal Rockwood Music Hall di New York, il tour ha toccato alcune delle città più vivaci della scena musicale indipendente americana. Da Philadelphia a Washington, da Scranton a Fairfax, fino alle ultime tappe in Connecticut e New Jersey, i NapstaMind hanno regalato al pubblico un sound fresco e intenso.
Ecco le date che hanno segnato questa incredibile esperienza:

  • Oct. 30 | New York | Rockwood Music Hall
  • Oct. 31 | Lindenhurst | Lost Island Arts
  • Nov. 2 | New York | Otto’s Shrunken Head
  • Nov. 3 | Philadelphia | The Fire
  • Nov. 4 | Washington | Blue House
  • Nov. 5 | Scranton | The V Spot
  • Nov. 6 | Chester | Bernie’s Hillside & Arlington | Shawn’s Saloon
  • Nov. 7 | Yaphank | Froggz
  • Nov. 9 | Fairfax | Earp’s Ordinary
  • Nov. 10 | Richmond | Crossroads
  • Nov. 11 | Bethlehem | FunHouse
  • Nov. 12 | Easthampton | The Luthiers Co-op
  • Nov. 14 | East Hartford | C Stage
  • Nov. 15 | Kearny | Jimmy’s Lounge
  • Nov. 17 | Mount Holly | VIBC

Ecco il video: LINK AL VIDEO

Grazie al supporto ricevuto da Saint Louis Music Production e dal bando SIAE PER CHI CREA, il trio composto da Michele Cipollini, Michelangelo Rupolo e Lorenzo Colombo ha avuto la possibilità di portare la propria musica oltre i confini italiani, facendosi conoscere in nuove realtà. Questo tour rappresenta solo l’inizio di un percorso che promette ancora tante sorprese per il futuro.

I NapstaMind hanno dimostrato che con determinazione, creatività e il giusto sostegno, la musica può davvero attraversare ogni confine. Non resta che attendere i prossimi passi di questa band che, dopo un tour esplosivo, ha ancora tanto da raccontare tramite la propria musica.

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Cosa c’è nella camera di Metcalfa

Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile da venerdì 22 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all’autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine “lagom“, questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: “Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori”

Noi volevamo conoscerlo al meglio delle nostre possibile, ma un progetto del genere non poteva che essere raccontato così, dall’interno. Quindi ci siamo fatti invitare a casa di Metello, perchè potesse parlarci di sì, attraverso cinque (+1) particolarissimi oggetti.

Questa scimmietta è un regalo che mi è stato fatto da un’amica (una ragazza cinese) che ho conosciuto durante il mio soggiorno in Svezia nel 2015. Ci siamo rivisti a Firenze nell’estate del 2016 e lei, sapendo che sono nato sotto il segno della scimmia, ha pensato di farmi questo regalo.

Questa invece è una Daruma, una figura votiva giapponese. Quando si esprime un desiderio si deve colorare un occhio e quando quest’ultimo si avvera, si colora anche il secondo. È un regalo a cui sono estremamente affezionato, essendo che viene da una persona molto speciale. Ha un significato molto profondo, per me.

Questa invece è una statuetta (credo di bronzo, ma potrei sbagliarmi) realizzata da Fuad Aziz, un artista originario del Kurdistan. Un grandissimo artista che ha esposto e continua ad esporre in tutto il mondo, oltre ad essere un caro amico. È un dono che risuona molto con la persona che sono diventato nell’ultimo anno.

Questo invece è un disegno che ha fatto una mia allieva, che purtroppo non studia più con me. Ha sempre avuto la passione per il disegno e quando ha fatto questo non voleva mostramelo: ci ho messo almeno un mesi per convincerla, inscenando una finta asta di opere d’arte. Alla fine ho detto “piuttosto che buttarlo, regalalo a me” e un giorno me lo ha portato. Conservo un bellissimo ricordo del periodo passato con questa allieva. Un grandissimo abbraccio Sophie, ovunque tu sia (ovvero Peschiera Borromeo, se non erro).

Qua invece andiamo sul sentimentale: questa è la mia prima batteria “seria”. Ci ho passato sopra non so quanto tempo, ha un monte ore di volo incalcolabile. È uno strumento al quale sono estremamente legato, essendo anche un regalo dei miei genitori.

Se vuoi, ho anche un bonus. Questo specchio mi è stato regalato da mia madre quando stava svuotando un appartamento. Durante l’ultimo anno, soprattutto durante la scrittura del disco, mi guardavo nel riflesso e pensavo “dai Met, dai che ce la stiamo facendo”

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Con il loro nuovo album “Mar Viola”, i Lady and the Clowns fanno un deciso passo avanti

Con il loro nuovo album Mar Viola, i Lady and the Clowns fanno un deciso passo avanti, mostrando una band più matura e consapevole rispetto ai lavori precedenti. L’album si distingue per la sua energia contagiosa e la varietà di approcci musicali che riescono a coesistere in maniera organica.

Brani come “Body” e “Forbidden Seas” mettono in evidenza le abilità tecniche e compositive del trio, mentre tracce come “Artemide” portano un messaggio forte e attuale, celebrando il coraggio di esprimersi liberamente. La scelta di alternare brani in italiano e in inglese sottolinea la doppia anima della band, che guarda sia al panorama nazionale che a quello internazionale.

Dal punto di vista musicale, il disco colpisce per la sua capacità di mescolare riff potenti, ritmi ballabili e arrangiamenti curati. Nonostante ciò, l’album non punta tutto sull’impatto immediato: alcune tracce richiedono più ascolti per essere apprezzate appieno, ma rivelano una profondità che ripaga l’attenzione.

Se c’è una critica da muovere, è che alcune transizioni tra i generi potrebbero sembrare troppo nette, ma questa caratteristica fa parte dell’identità della band, che gioca consapevolmente sul sorprendere l’ascoltatore. Nel complesso, Mar Viola è un lavoro che dimostra come i Lady and the Clowns abbiano trovato una propria voce pur continuando a sperimentare.

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Alice Favaro con “Occhi aperti” si libera dell’amarezza

Fuori dal 17 gennaio “Occhi aperti”, il nuovo singolo di Alice Favaro.In questo brano la cantautrice tira fuori tutti i sentimenti che fino a quel momento aveva represso. Si libera da questo fardello con delicatezza per andare incontro a se stessa, alla sua vera essenza.

“Occhi aperti” si apre con una delicatezza che richiama introspezione. Un arrangiamento minimale che lascia spazio alla voce e crea un senso di vulnerabilità. La linea vocale è espressiva e calda, con sfumature emotive che trasmettono una connessione profonda con il testo. La voce quindi predomina portando l’attenzione su ogni parola e creando in sottofondo “tappeti vocali” velati.

La produzione è intima e organica. Gli strumenti che entrano, prima il basso, poi la chitarra acustica, cassa e rullante, la chitarra elettrica, creano un accompagnamento che non sovrasta ma sostiene, supporta, tiene sospeso.

Le parole si fanno strada fino all’ascoltatore per emozionare e toccare le corde giuste.

Occhi aperti nasce dal riconoscimento di una realtà che non era come avevo sempre creduto e che volevo mettere a tacere. Si sa che è più facile nascondere la polvere sotto il tappeto. Ma quando non esterniamo i nostri sentimenti ed emozioni per paura di ferire o deludere qualcuno stiamo in realtà ferendo e deludendo noi stessi, ponendo un grosso limite tra te e gli altri.

Il peso delle bugie e del “non detto” creano muri e catene. I muri invisibili ci dividono e le catene ci intrappolano. Fanno crescere sentimenti come la rabbia che, inespressa, è come lava che scorre sotto una calma apparente. Un equilibrio che ho cercato di mantenere a lungo, ma che non faceva altro che amplificare il negativo.

Cantando occhi aperti mi libero di una certa amarezza e riprendo fiducia”, così Alice Favaro descrive il proprio brano.

ASCOLTA SU SPOTIFY: https://open.spotify.com/intl-it/album/61k2xZ7KW3mbcXVycvIW4E

https://www.instagram.com/alice_favaro/

Biografia

Alice Favaro è un’artista che incarna l’incontro tra tradizione e innovazione. Una cantautrice che fonde il cantautorato italiano classico con le sonorità più moderne ed elettroniche.

Il suo percorso musicale, iniziato in adolescenza, è un viaggio di scoperta ed espressione personale, attraverso un sound ibrido che mescola acustico ed elettronico. La sua musica si nutre di emozioni autentiche, esplorando la libertà di esprimere e condividere i propri sentimenti con il pubblico.

Nel 2020 presenta il suo primo singolo di debutto “Limiti Opposti”, seguito da altri due brani “Faccio da me” e “Limiti Blu”. Nello stesso anno si trasferisce a Roma dove incomincia un percorso accademico con la Saint Louis College of Music.

Dopo un periodo di studio e di perfezionamento della propria musica Alice ritorna nel 2024 con il singolo “Tra le stelle”. Il brano è il primo anticipo del suo primo EP in uscita i prossimi mesi. Un lavoro che sintetizza questa crescita artistica e personale, con la direzione artistica e la produzione di Dario Jacque, in collaborazione con la Saint Louis Music Production.

Ma non si ferma qui perché apre il 2025 con il singolo “Occhi aperti”.

Questo progetto rappresenta una nuova tappa nella sua carriera, un segno di come la sua musica si stia sempre più arricchendo di consapevolezza e libertà espressiva.

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Giorgia D’Artizio ci racconta il suo nuovo video “Stramba4”

Con il nuovo video di “Stramba4”, Giorgia D’Artizio aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca artistica, confermandosi come una delle voci più interessanti della scena contemporanea. Questo progetto rappresenta un’esplorazione del concetto di diversità, declinato attraverso un linguaggio visivo ricco di simboli e metafore. Il video non è solo un accompagnamento alla musica, ma una vera e propria opera che comunica su più livelli.

“Stramba4” invita lo spettatore a superare i propri preconcetti, proponendo un’estetica che mescola elementi onirici e contemporanei. Giorgia ha spiegato che l’obiettivo del progetto è dare visibilità a ciò che spesso viene considerato marginale o “strano”, ribaltando la prospettiva e valorizzandolo come elemento essenziale della creatività.

Nel corso dell’intervista, approfondiremo con l’artista il percorso che l’ha portata a concepire “Stramba4”, il significato personale che attribuisce al concetto di stranezza e il ruolo che, secondo lei, l’arte e la musica possono giocare nel cambiare il modo in cui vediamo il mondo. Un’occasione per scoprire non solo il dietro le quinte di questo lavoro, ma anche il pensiero di un’artista che non smette di interrogarsi sul suo ruolo nel panorama culturale attuale.

1- Ciao Giorgia, raccontaci com’è nata Stramba4.

Volevamo costruire un album musicale senza interruzioni.

Le strambe nell’album NOMEA sono quattro momenti di collegamento musicale in stile libero che servono a conferirne una dimensione disordinata sia musicalmente che nelle parole.

STRAMBA4 è l’unica ad avere una melodia e delle frasi con parole, si distingue così dalle altre che non hanno melodie e dove le voci improvvisano pianti, grida, risate, sospiri.

2- Cosa ti ha ispirata a scrivere un brano così particolare?

La follia, tematica principale dell’album, quella da cui è partito tutto.

Nelle sue forme di manifestazione spesso è formata da voci, allucinazioni visive o uditive, siamo tutte e tutti soggetti a queste dimensioni, chi più chi meno, e musicalmente, questi momenti, hanno preso questa forma, dove lo stile libero si fonde in una melodia quasi funebre, dove il cantato è stato sostituito da frasi parlate, enfatizzate da urla, pianti, suoni disturbanti.

3- Quali influenze musicali ti hanno guidata nella creazione di Stramba4?

MAX RAVANELLO ha scritto qui un brano dai richiami popolari, ispirato dal timbro del clarinettista Tony Scott. L’atmosfera è ambigua, cupa, si evolve in crescendo fino a creare un vortice.

Le frasi sono dirette, crude, disorientanti.

4- Come hai scelto di rappresentare visivamente l’ombra junghiana?

Con la presenza di CATERINA DE BIAGGIO che nel video ha fattezze umane.

Io non la posso vedere ma solo sentire. È stata bravissima a entrare nella parte dell’ombra junghiana. Il suo bel vestito nero, capelli sciolti, la sua fisicità qui si manifesta in una dolcezza cruda e suadente, ambigua e bivalente.

Divina! Scatenata quando si arrabbia veramente eh eh…

5- Come speri che il pubblico interpreti il messaggio del brano?

Ognuno come meglio crede eh eh…Ho dato qualche indicazione di lettura, ma si potrebbe anche dire che spesso, le opere, trascendono dall’intenzione dell’autore rivelando a ognuno ed anche all’autore stesso particolari diversi. Significati e simboli emergono dall’inconscio collettivo.

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Un viaggio nella mente di Alfiero: il cantautore racconta La guerra dei pensieri

Alfiero torna con il suo terzo album, La guerra dei pensieri. Dopo l’esordio con Arancione nel 2018 e il secondo lavoro Un Genere Solo del 2020, questo nuovo capitolo musicale segna un momento di grande maturità creativa per il cantautore pontino. L’album, composto da dieci tracce, esplora i conflitti interiori, le riflessioni personali e le emozioni universali che ciascuno di noi affronta.

La scelta del titolo, così evocativa, non è casuale. Come spiega Alfiero, ogni brano rappresenta una battaglia, un pensiero che si fa strada e trova la propria voce in musica. Dal desiderio di riscoprire se stessi in Opera prima, all’intensità emotiva di Ai tuoi occhi, fino all’atmosfera sognante di Andalusia, il disco propone una varietà di registri, ma sempre con una coerenza narrativa che lega le canzoni.

I singoli La paura e Avventura, pubblicati nei mesi precedenti, hanno anticipato l’arrivo di un album che riesce a mescolare tradizione cantautorale e influenze contemporanee, dimostrando la capacità di Alfiero di rinnovarsi senza perdere autenticità. Con arrangiamenti curati e testi mai banali, La guerra dei pensieri si presenta come un disco intimo, ma capace di parlare a tutti.

In questa intervista, Alfiero ci accompagna dietro le quinte della sua ultima fatica discografica. Scopriremo il processo creativo che ha portato alla nascita dell’album, i momenti più significativi della sua lavorazione e il significato che si cela dietro ogni traccia. Un’occasione per entrare nel mondo di un artista che ha fatto della sincerità e dell’emozione il proprio marchio di fabbrica.Ciao Alfiero, raccontaci da che tipo di ispirazioni nasce il tuo nuovo disco, “La guerra dei pensieri”

Questo album è stato concepito in 5 anni, dove sono successe molte cose, ci sono stati dei cambiamenti interiori ed esterni. Mi sono accorto che in questo periodo ho pensato, ho avuto momenti stressanti e attimi di gioia. Tutto questo ha creato pensieri nella mia testa che appunto hanno creato una battaglia per uscire fuori e diventare canzoni. 

Quale traccia dell’album senti più vicina al tuo cuore?
Forse di getto direi “Ai tuoi occhi”, una canzone scritta per mio figlio. Capire se posso essere considerato un buon padre e vedermi attraverso i suoi occhi. Forse tra qualche anno avrò delle risposte più precise da lui stesso. Il mestiere del papà ti porta a vedere le cose in modo diverso, io personalmente ho difficoltà a perdermi ogni attimo della sua crescita. Ogni momento passato insieme è importante, per me e spero anche per lui. 

Puoi raccontarci qualcosa di più sul tuo processo creativo?
In questo disco sono stato più attento ai testi, alla produzione e ai suoni. Rispetto a qualche anno fa ho cercato di essere meno impulsivo e ho cercato di dare un filo logico alle 10 tracce scelte. Scrivo in modo autobiografico, non curandomi di cosa può piacere o meno a chi ascolterà. Di solito scrivo prima il testo, quasi di getto. Poi mentre gli do una melodia posso modificarlo e cercare parole più adatte. Però non sempre è così, dipende dai momenti e dal tipo di canzone. 

Puoi parlarci dell’ispirazione dietro “Un vinile di Dalla”?
“ Un vinile di Dalla” è una canzone d’amore. Racconta di avventure e difficoltà che si possono trovare in una relazione, lasciarsi trasportare anche attraverso le canzoni e non farsi travolgere dalle paure. L’ho scritta um annetto fa, ho deciso di inserirla nel disco perché sembrava in linea con le altre 9 canzoni. Sono soddisfatto anche di questo brano. 

A sensazione, quale sarà la traccia dell’album che ti piacerà di più fare dal vivo?
Direi “Andalusia” perché ho voluto che fosse proprio in questo modo. L’arrangiamento è partito proprio dal tipo di batteria che avevo in mente.

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Cosa c’è nella camera dei Tendha

Quello dei Tendha è un invito a liberare l’immaginazione e a riconnettersi con il bambino che è in noi: un disco che si trasforma in una riflessione sull’importanza dell’immaginazione nella nostra vita, passando i confini di genere, stratificandosi di influenze e suggestioni in un tempo di algoritmi ed etichette. L’album di debutto dei Tendha, dal titolo “Soap doesn’t exit because it can’t be told“, è in uscita venerdì 17 gennaio 2025, in distribuzione Believe Music Italy. 
 

<Lo sai che il sapone non esiste? Non esiste perché non lo puoi raccontare.>
 

Questa semplice affermazione di un bambino diventa il punto di partenza di un viaggio introspettivo che ci riporta all’infanzia e che ci invita a riscoprire la bellezza della creatività e la forza di sfidare le convenzioni. Attraverso sonorità ispirate alle colonne sonore dei videogiochi 8 bit, i Tendha ci invitano a liberare la nostra immaginazione che è la chiave per creare un mondo migliore, un pezzo alla volta. Un album che celebra la magia dell’infanzia, la bellezza dell’immaginazione e l’importanza di esprimere se stessi senza filtri. L’album dei Tendha è un invito a non soffocare la nostra capacità di sognare e di vedere oltre l’apparenza. I brani ci accompagnano in un percorso alla scoperta di un mondo dove tutto è possibile. La copertina di Giulia Di Bari incarna perfettamente questo spirito di libertà e creatività.

Noi volevamo assolutamente saperne di più, e ci siamo fatti invitare a casa di Fabrizio, fondatore del progetto, ed ecco cosa ci ha mostrato. Siete pronti?

  1. “Per la categoria ‘pixel e melodie’:

Chi dice che i videogiochi sono solo un passatempo? Per me, sono vere e proprie opere d’arte interattive, capaci di emozionare e ispirare. Questa collezione di giochi per Nintendo Switch è un piccolo tesoro che custodisco gelosamente. Le loro colonne sonore, in particolare, sono una fonte inesauribile di ispirazione per i brani dei Tendha. Ogni nota, ogni melodia mi trasporta in mondi fantastici e mi fa sognare avventure epiche.

  1. “Per la categoria ‘riflessioni di un artigiano’:

Costruire un oggetto è come dare vita a un’idea. A volte il risultato non è perfetto, ma il percorso è ricco di insegnamenti. Questa dima, nata per dare forma al mio primo ukulele, è la testimonianza tangibile di un progetto ambizioso e delle mie prime incertezze da liutaio. Oggi, dimenticata in un angolo, mi ricorda l’importanza di lasciare andare le nostre creazioni e di affidarle al mondo. Chissà dove finirà questa dima e chi la utilizzerà per dare forma ai propri sogni. Forse un giorno la ritroverò tra le mani di un altro artigiano, o magari diventerà un’opera d’arte. L’unica cosa certa è che la sua storia non è finita.”

  1. “Per la categoria ‘anima e ispirazione’:

‘Risplendi della tua luce’. Una frase semplice, ma che racchiude in sé un universo di significato. È come un mantra che mi accompagna ogni giorno, un invito a essere autentico e a far brillare la mia vera essenza. Questo quadro è un regalo che ho ricevuto da un’amica che conosce profondamente la mia anima e che ha saputo trovare le parole giuste per esprimere la sua stima nei miei confronti. È un costante promemoria del mio valore e del mio potenziale.”

  1. “Per la categoria ‘materiali e ricordi’:

Questa scandola è più di un semplice pezzo di legno. È un frammento di un’esperienza indimenticabile, un ricordo tangibile di una residenza artistica tra le montagne bergamasche. Ogni volta che la tocco, rivivo le emozioni intense di quei giorni, il senso di libertà e di connessione con la natura. È un oggetto che mi ricorda l’importanza di uscire dalla routine e di immergersi in esperienze che ci arricchiscono interiormente.”

  1. “Per la categoria ‘ritmi africani’:

Questo piccolo djembe è più di uno strumento musicale, è un ponte verso un’altra cultura, un regalo che mi ha aperto le porte a un mondo di suoni e vibrazioni. Ogni colpo su questa pelle tesa è un viaggio, un’esplorazione di ritmi ancestrali. È il battito di un cuore africano che risuona nel mio petto, un costante promemoria dell’amicizia che mi lega alla donna che me l’ha donato. E ogni volta che lo suono, mi sento un po’ più vicino alle radici di questa musica che mi appassiona così tanto.”

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Recensione di “Cu ’e mmane mmane” – Flemma e Rival Dancers: un incontro tra elettronica e rap napoletano

“Cu ’e mmane mmane” è il nuovo singolo di Flemma, in collaborazione con Rival Dancers, che propone una miscela interessante tra elettronica e rap, con un forte legame con il dialetto napoletano. La traccia esplora il tema del senso di smarrimento e della ricerca di quiete, trasportando l’ascoltatore in un viaggio emotivo attraverso suoni cupi e intensi.

L’introduzione, con atmosfere elettroniche oscure e sintetiche, prepara il terreno per un brano che gioca sui contrasti. La fusione tra l’elettronica di Flemma e il rap di Rival Dancers si sviluppa senza forzature, creando un equilibrio interessante tra le due sonorità. Mentre l’elettronica regala profondità e intensità, le parole di Rival Dancers, cantate in napoletano, si inseriscono con un flusso rap che alterna momenti riflessivi a toni più grintosi, dando al brano una certa energia.

Il dialetto napoletano gioca un ruolo fondamentale, non solo come lingua di espressione, ma come veicolo per raccontare una ricerca interiore. Le parole non sono solo un mezzo di comunicazione, ma un modo per esprimere emozioni universali, rendendo il brano particolarmente autentico e sentito.

Dal punto di vista musicale, “Cu ’e mmane mmane” si distingue per un sound che mescola bassi pulsanti e synth atmosferici, con una produzione che valorizza la tensione emotiva senza mai risultare troppo pesante. La canzone si sviluppa lentamente, costruendo un’atmosfera che cresce in intensità man mano che il brano procede.

Nel complesso, “Cu ’e mmane mmane” è un pezzo che si distingue per la sua capacità di unire diversi generi in modo fluido, mantenendo una forte identità napoletana. È una traccia che invita alla riflessione, senza essere troppo introspettiva, e riesce a catturare l’ascoltatore grazie alla sua intensità emotiva e alla sua originalità.

Spotify

Instagram 

https://www.instagram.com/flemma.fm/

https://www.instagram.com/rivaldancer

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Roby Margherita – Il Ritorno della Disco con Energia

Il Brano: Energia

Pronti a scendere in pista e rivivere i fasti della disco anni ’70? Con il singolo Energia, Roby Margherita ci catapulta in un mondo vibrante fatto di groove e melodia. Questo brano, disponibile dall’11 dicembre 2024 su tutte le piattaforme digitali, è una celebrazione della discomusic con un tocco moderno.

Con un sound che spazia tra il Pop Funky e il Soul, Roby ci offre una performance vocale che combina potenza e raffinatezza: una voce di petto che domina il brano, alternata a ritornelli e vocalizzi in falsetto, che sono ormai il suo marchio di fabbrica.

Gli arrangiamenti, curati dallo stesso artista, intrecciano magistralmente strumenti e sonorità: un basso synth portante, un fretless bass che risalta nel ritornello, e un mix orchestrale che include violini, piano elettrico, organo, chitarra e fiati. Con ben 40 tracce strumentali e vocali sapientemente assemblate, Energia diventa un vero e proprio inno alla discomusic e al talento di Roby.

Il testo, intriso di ritmo e passione, racconta un incontro in discoteca con una donna magnetica, simbolo della vitalità e del fascino di una serata da Febbre del Sabato Sera.

Guarda il video su YouTube e ascolta il brano su Spotify.

La Storia di Roby Margherita

Roby Margherita è un artista completo che vive la musica come energia pura. La sua carriera inizia nel 2000 come cantante e tastierista di diverse cover band, reinterpretando i classici della disco, del pop e del funk dagli anni ’70 ai giorni nostri.

Tra i suoi idoli, spiccano i nomi di artisti leggendari come Earth, Wind & Fire, Bee Gees, Kool & The Gang e Michael Jackson. Queste influenze lo guidano nella creazione di un sound personale, una miscela di pop, funk, R&B e reggaeton.

Nel 2011, Roby pubblica il suo primo EP, Join My Party And Move Your Body, che combina sonorità vintage e moderne in un mix unico. Da allora, non ha mai smesso di evolversi, passando da ballad emotive come Fiori (2020), a brani dal ritmo incalzante come Tormento Latino e I Feel The Funk Coming Over Me.

Nonostante le difficoltà della vita, tra cui una battaglia vittoriosa contro la leucemia e altre sfide mediche, Roby ha sempre trovato nella musica la forza per andare avanti. Con i suoi brani, trasmette un messaggio di speranza e resilienza, che lo rende un esempio per i suoi fan.


Progetti Futuri

Oltre al nuovo singolo Energia, Roby Margherita si prepara a pubblicare una biografia sotto forma di diario, dove racconterà la sua straordinaria vita tra musica e sfide personali.

Segui Roby Margherita sui suoi canali social per rimanere aggiornato su tutte le novità:

Energia non è solo una canzone, ma un manifesto musicale che celebra la vita, il talento e la passione. Roby Margherita ci invita a ballare, a sognare e a vivere con intensità.