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Comunicato stampa Indie rock

L’album di Adult Matters è la musica migliore che ascolterete oggi

“A Modern Witch” è il nuovo LP di Adult Matters, uscito venerdì 21 febbraio 2025 via Costello’s Records / Wires Records. Sentimenti impetuosi e alternative rock introspettivo sono gli ingredienti di un album emozionante da ascoltare e riascoltare in loop.

Foto: Simona Catalani

Queste le parole con le quali l’artista presenta l’album:
«Luigi ha iniziato a scrivere “A Modern Witch” intorno al 2021 durante il tour del suo secondo disco.
“Sono andato in tour insieme ad un mio amico, abbiamo fatto tantissime date in situazioni belle e super punk, e la maggior parte dei testi sono nati duranti i viaggi in macchina, dentro i bagni dei locali in cui suonavo o nelle stanze d’albergo e ammetto di aver scritto pochissimi brani da sobrio. Sono riuscito a metter mano ai brani solo una volta tornato da quel tour ed è anche per questo che “A Modern Witch” ha avuto una gestazione molto lunga sia per quanto riguarda la scrittura sia per quanto riguarda per la produzione.
Ho iniziato a produrre questo disco insieme ad Anton Sconosciuto e Cecilia Pellegrini, abbiamo lavorato per due anni alle pre-produzioni dell’album prima di andare in studio.
Lavorare a queste canzoni mi ha insegnato tante cose che non sapevo, e la considero davvero un’esperienza formativa. Ho lavorato con musicistx incredibili, in uno studio stupendo e ho raccolto attorno a questo album le persone che più stimo musicalmente e umanamente.
Avevo le idee molto chiare: volevo scrivere un disco per me. Volevo riconnettermi con il me ragazzino che a causa di molteplici cause ha perso alcuni passaggi cruciali della mia esistenza. Vivo ancora con il rimorso e la tristezza per non aver dato sostegno al me ragazzino queer quando mi sentivo solo e senza meta, ma non avevo le risorse emotive e far pace con questo senso di colpa per non essermi difeso ce l’ho ancora addosso.
Ho scritto questo disco per chiedermi scusa e per dirmi “cazzo, guarda quante cose stai facendo”, e scusa se non sono riuscito ad essere forte, ma non sapevo un cazzo di niente e non sapevo davvero che sarebbe stato così bello e liberatorio.
Il motore principale di queste canzoni è la “rabbia”, è un disco fortemente incazzato. Non esistono canzoni d’amore, ci sono solo le mie ossessioni, le mie paure, i miei disturbi e un senso di fame e distruzione.
Ho pensato molte volte che forse le cose che stavo scrivendo potessero essere “too much” per qualcuno e/o “cringe” ma tutto quello che ho scritto dentro questo album è la verità. Mi sentivo intossicato dalle persone, dalle relazioni umane, cadevo sempre negli stessi errori e negli stessi eccessi.
Gli esseri umani a cui parlo attraverso queste canzoni hanno fatto parte tutte della mia vita e hanno solo alimentato i miei disturbi. Ero dentro un tunnel, ero arrabbiato con loro e l’unico modo per voltare pagina era scrivere queste canzoni.”
Il disco contiene 9 tracce ed è un disco indie- rock. Gli anni 90 regnano sovrani sia da un punto di vista musicale che da un punto di vista testuale e cantautorale. Dentro ci sono moltissime influenze di quel periodo lì ma, a differenza dei dischi precedenti, le canzoni sono state concepite con l’idea di fare un album full band e di portarlo in giro con una vera e propria band, ed è anche per questo che all’interno ci sono elementi nuovi (piano e fiati).
“Ho cercato di mettere insieme tutte le cose che più amo: dalle chitarre ai fiati, elementi che sorreggono le mie canzoni e che danno una spinta emotiva non indifferente ai brani. Ho cercato anche di scrivere in maniera più “prolissa”, ho sentito l’esigenza di dilungarmi a differenza del passato. Ho sentito la necessità di scrivere questo disco per me e molte delle cose che ho scritto in questo disco sono state prese dai miei diari che tengo per mettere su carta le mie emozioni. La terapia nella scrittura di questo disco ha avuto un ruolo centrale. Cresciamo e viviamo con la paura di esprimere la rabbia e consideriamo la rabbia come un sentimento negativo. Essere arrabbiati è okay, esplorare la rabbia mi ha permesso di fare pace col passato e con alcuni fantasmi che mi hanno tormentato a lungo. È stato terapeutico. La mia terapeuta mi ha parlato spesso di come gli esseri umani di fronte alla rabbia rimangono fermi, perché gestire questo sentimento è difficile. La rabbia è un sentimento poco esplorato da cui tutti scappiamo e io ho voluto passarci dentro. Sono sicuro che ci saranno canzoni di pace, amore e ricongiungimento col mondo, ma non è questo il momento”.»

Puoi ascoltare il disco qui:

BIO
Adult Matters è il progetto solista di Luigi Bussotti.
Chitarre 90’s, testi onesti e brutali. La sua musica è il diario segreto di una persona queer non binaria.
Luigi cresce con l’indie rock degli anni ’90, Elliott Smith e le cantautrici americane, influenze che segnano profondamente il suo percorso artistico e gli offrono la possibilità di comunicare le proprie emozioni senza filtri. Inizia a scrivere fin da piccolissimo per scappare dalla realtà di provincia, e successivamente si dedica allo studio della chitarra da autodidatta (“ho imparato a suonare la chitarra guardando i live delle mie band preferite su KEXP”).
Nel 2016 registra il suo primo album “Endings” in un home studio. Questo disco, che porta in giro per l’Italia in power trio, gli permette di ritagliarsi un piccolo spazio nella scena bedroom-pop italiana. Nel 2021 esce “Flare Up”, il suo secondo disco, un lavoro di natura lo-fi che suona ininterrottamente in tour per 2 anni con oltre 50 date italiane.
II 21 febbraio 2025 è in uscita il suo terzo disco, pubblicato da Wires Records e Costello’s Records, registrato e suonato al VDSS studio insieme ad un team di musicisti: Anton Sconosciuto, Cecilia Pellegrini, Konstantin Gukov Borisovich, Adele Altro, Beatrice Miniaci e Marcello Rotondella.

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Fonte: Costello’s Records

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Pop

Cosa c’è nella camera di Moretti

Cesare” è il nuovo singolo di Moretti, disponibile su tutte le piattaforme digitali  da venerdì 7 febbraio 2025 per Bradipo Dischi (in distribuzione Self / Believe), un brano che è un omaggio a Pavese e un nuovo pretesto per curiosare nella sua vita, per approfondire la biografia del poeta e la sua misteriosa morte. La delicatezza dei versi e dell’arrangiamento curato da Giovanni Doneda e Pietro Gregori (Il Mago Del Gelato) lascia il posto all’esplosivo solo di sax di Andrea Catagnoli (Brucherò Nei Pascoli) nel finale. È il primo singolo estratto da “nomi cose città”, secondo album di Moretti, che verrà presentato ad aprile al Teatro Bello di Milano.

Un progetto solo apparentemente semplice, che non potevamo che approfondire così, facendoci portare a casa sua e chiedendogli di mostrarci quali fossero i suoi cinque oggetti preferiti, quelli con una storia, quelli che senza non esisterebbe Moretti.

Il pianoforte di casa: é il piano con cui ho scritto praticamente tutto il mio prossimo album. Abbiamo avuto delle diatribe ma alla fine, convivendo da tre anni, é giusto che sia così.

Il mio film preferito: Novecento di Bernardo Bertolucci. C’è chi fa una volta l’anno la maratona dei film di Harry Potter, chi una volta l’anno guarda Novecento, tanto più o meno, maratona e film, hanno la medesima durata. 

Bella la musica eh, ma trovare il mostro di Firenze: l’hanno scorso mi sono rotto mezza gamba destra; per quasi sette mesi sono rimasto sepolto in casa senza poter uscire,urgeva trovare qualcosa da fare. Per caso un giorno trovo un video su YouTube che parla del serial killer fiorentino e, boom, ne divento ossessionato. Compro libri su libri, manuali di criminologia sui serial killer, scarico atti dei processi e inizio a leggerli compulsivamente. Il libro in foto é stato mio compagno per almeno un paio di mesi. Alla fine, la gamba é tornata a stare bene ma io sono rimasto nel loop della mostrologia. 

Una volta mi hanno fatto un ritratto: un tardo pomeriggio di un Sabato di fine primavera, ero a Bobbio, sul Trebbia, con amici. Bevevamo in un baretto del centro quando, a un certo punto, ci si siede di fianco un uomo. Si chiama Pablo, fa il pittore e si é trasferito a Bobbio da qualche anno; prendiamo un po’ di confidenza, beviamo una birra insieme fino a che propone a delle mie amiche di fare da modelle di nudo per una sua tela. Le amiche ringraziano e rifiutano ma la situazione era già diventata tesa: non si capiva se era molto ingenuo o molto viscido. In conclusione per far finire l’aperitivo in pace agli altri propongo a Pablo di farmi un ritratto, accetta, ci mettiamo nel tavolino di fianco e mi lascia immobile per un’ora. Dopodiché, gentilissimo, me lo regala e si allontana. Povero Pablo. 

La madonnina del mio cortile: che ringrazio ogni notte che torno a casa senza aver incontrato i nostri angeli in divisa. 

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Pop

Le 5 cose preferite di TAISTOI

Taistoi moniker di Andrea Esposito, giovane talento che con il suo album di debutto Vibrisse esplora un universo sonoro ricco di sfumature e contaminazioni. Prodotto da Bruno Germano, il disco intreccia atmosfere shoegaze, suggestioni trip hop e un cantautorato che guarda al passato per reinventare il presente. Come le vibrisse di un gatto, sensibili e impercettibili, Taistoi si muove con eleganza tra suoni e visioni, trasformando l’invisibile in narrazione musicale.

Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite.

Il tempo libero

Sicuramente la mia cosa preferita in assoluto, io amo non fare niente e amo la libertà di poter scegliere se fare o no qualcosa. Coltivo il mio ozio, è difficile il proprio stato di quiete va preservato con cura. 

Il materialismo dialettico

Quanto è bello contraddirsi di continuo utilizzando sempre la stessa scusa “Fa parte della mia crescita personale”. Bene, è sempre stimolante per me tenere traccia del movimento che compio nella mia vita, sapere di essere in costante cambiamento.

La pasta aglio e olio

Io amo il cibo e cucinare, ma il comfy food per eccellenza è un bello spaghettone aglio, olio e peperoncino. Senza prezzemolo, ci metto acciughe limone grattugiato e mollica di pane.

Il mio amplificatore

Semplicemente perfetto. Se non fosse una scatola nera di 35kg lo porterei a letto con me ogni notte.

Le lampade

Il mio più grande feticcio, sicuramente. Ne esistono di mille forme e colori, illuminano pure! Neon, tungsteno, lava, space age, vittoriane ce n’è per tutti i gusti 

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Pop

Le 5 cose preferite di Antonio McFly Morelli

Fuori dal 13 gennaio “By The Night”, il nuovo EP di Antonio McFly Morelli. Nel disco si alternano tracce cantante e strumentali accompagnate da musica funk, jazz e chillout in chiave urban lo-fi.

Le canzoni di “By The Night” ruotano attorno al tema centrale della notte. Ognuna di loro ha uno stile diverso ma sono tutte accomunate dal racconto di pensieri e vissuti che si avvicendano nel cuore della notte. Melodie diverse legate però dallo stile unico di Antonio McFly Morelli. L’artista riesce a tenerle unite tra loro grazie a questo fil rouge elettronico smorzato da toni lo-fi.

Per conoscerlo meglio, non potevamo che chiedergli quali fossero le sue cinque cose preferite.

I gatti

Trovo che siano animali straordinari: intelligenti, scaltri, simpatici ed estremamente empatici. Vivo con due gatti che ormai fanno parte della mia vita e mi sono di grande compagnia in ogni momento della giornata. Uno dei due ha addirittura una cuccia tutta sua nel mio studio e posso dire che prende parte insieme a me alla creazione dei miei brani.

Leggere

È una passione che ho riscoperto da qualche anno a questa parte perché, per vari motivi, mi era stata fatta quasi detestare. Leggo principalmente romanzi di fantascienza o comunque di avventura ma soprattutto mi sono scoperto un appassionato lettore di fumetti. Probabilmente la cultura “pop” dei cinecomic ha fatto avvicinare anche persone come me a questo mondo e sono rimasto letteralmente folgorato, tanto da preferire adesso la versione originale cartacea alla controparte cinematografica; la caratterizzazione dei personaggi, i disegni ma soprattutto le trame spesso articolate e complesse. Tutto questo mondo ha influenzato e continua ad influenzare le mie creazioni. Per fare un esempio, le ambientazioni di fumetti come Daredevil o Moon Knight di Marvel Comics sono principalmente urbane e soprattutto notturne.

Una serata con gli amici

Dopo un’intensa settimana di lavoro, prove, studio e chi più ne ha più ne metta, passare una serata spensierata con gli amici è la migliore medicina che possa esserci. Ho la fortuna di avere amici “nerd” tanto quanto me, quindi posso condividere con loro la mia passione per i giochi da tavolo e per i videogiochi. In ogni caso comunque, al di là del gioco in sé per sé come dico spesso, a me piace l’esperienza della condivisione del tempo passato insieme. Ultimamente una delle mie serate “tipo” è diventata quella NBA 2K, dove posso conciliare la mia passione per il mondo videoludico con quello per la pallacanestro.

La Pielle Livorno

Sono un grande appassionato di pallacanestro, in particolare della squadra della mia città la “Pielle Livorno”. Sono letteralmente nato con i colori bianco blu, colori sociali di quella che originariamente si chiamava Pallacanestro Livorno (abbreviato “PL”) in quanto i miei genitori, prima ancora che nascessi, frequentavano regolarmente il palazzetto. Negli ultimi dieci anni mi sono riavvicinato al mondo “Pielle”, ribattezzata così dopo la rifondazione partendo dalle serie minori interregionali fino a tornare nei campionati nazionali. Ho avuto la fortuna di vivere questo momento di rinascita della pallacanestro livornese che ha vissuto negli anni ’80 il suo apice con addirittura due squadre in serie A1. Proprio questo dualismo vive ancora oggi e la stracittadina di basket è uno degli eventi sportivi più chiacchierati anche a livello nazionale. In casa ho bandiere, sciarpe, cappellini, il giorno che si gioca in casa è “quel giorno”: quando è ora di uscire mi metto la felpa della curva sud, prendo la sciarpa ed esco cantando “che bello / è quando esco di casa / per andare al palazzo / a tifare Pielle”. 

BASKET PIELLE VS HERONS MONTECATINI D 14-04-2024

La musica

Come si suol dire: “last but not least” non posso che citare la musica. Adoro mettermi sul divano far partire nello stereo un disco e godermelo dall’inizio alla fine, che sia CD o vinile. Avendo la fortuna di studiare musica e vivere con una persona musicista che condivide questa passione come me, posso dire di godere di questo mondo a 360 gradi: che si parli di composizione, storia, opinioni oppure, più semplicemente, tramite l’ascolto dal vivo o su supporto. Spesso mi rendo conto, soprattutto quando ne parlo con altre persone, che potrei parlare di musica per ore senza che neanche me ne renda conto, è la mia passione più grande prima ancora come ascoltatore che come creatore.

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Comunicato stampa Pop rock

Millefiori x Saphe è il feat. che dovresti ascoltare

“RVMORE” è il nuovo singolo di Millefiori x Saphe, uscito venerdì 31 gennaio 2025. Con i precedenti singoli Saphe ci aveva già abituato a toccare tematiche complesse con grande sensibilità, questa nuova traccia in combo con Millefiori non fa eccezione. Empatia ed intensità, da ascoltare in loop.

Foto: Michele Raffoni

Queste le parole con le quali il duo presenta la canzone:
«”RVMORE” nasce dall’incontro di due percorsi, quelli di Saphe e Millefiori, che in due ruoli diversi affrontano la realtà del disturbo di personalità borderline. Il brano prescinde dalla prospettiva di chi ha il disturbo e di chi invece lo vive come partner e sostenitore.
I due punti di vista si fondono a favore di un’intesa reciproca che regna suprema. È un racconto di bisogno di compromessi, di riguardo e di comprensione, una comprensione che da sola ha la capacità di silenziare i rumori del mondo. Entrambi fungono da silenziatore per l’altro, come se, anche durante gli spari e le esplosioni, siano pronti ad accusare il colpo, con la consapevolezza che il gesto verrà ricambiato nel corso del tempo.
“RVMORE” è un’attenzione per l’altro che è curativa, necessaria, alla pari.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Saphe incarna la lotta per l’autenticità. È il grido rivoluzionario di abbracciare i sentimenti senza timore, in un mondo frenetico che ci spinge alla repressione emotiva. Il suo sound alternative ha sfumature hardcore, accompagnate da testi introspettivi che rispecchiano una personale dura realtà.
Saphe è l’anima ribelle che sfida le convenzioni, desiderosa di strappare un “ti voglio bene” dai padri della vecchia generazione.

Millefiori è un artista che si è imposto fin da subito nel panorama alternative e punk italiano, catturando le sfumature di problemi e relazioni personali e scrivendone in maniera sincera.
Già dal primo singolo è stato selezionato per far parte delle playlist editoriali di Spotify: “Ragazzo Triste”, “Sangue Giovane” e “New Music Friday”.

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Saphe
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Millefiori
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Fonte: Costello’s Agency

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Pop

Cosa c’è nella camera di Katanino

KATANINO, pseudonimo di Mattia D’Arpa è un cantautore salentino che si cimenta a sperimentare insieme al suo compagno di viaggio URLO, pseudonimo di Daniele Spano. I due mescolano stili e generi musicali differenti tanto da non riuscire a etichettare la loro musica. Pubblica il primo singolo “GAETANO” il 21 luglio 2020. Il brano racconta la sensazione di malinconia e rinnovo che si percepisce alla fine di una storia, di un amore, di un’estate.  Nel 2023 presenta il suo progetto musicale durante il festival “La Notte della Malota” aprendo il concerto a Maestro Pellegrini (Zen Circus). Pubblica il nuovo singolo “IO E TE” il 31 Maggio 2024 e segue un tour promozionale suonando sul palco del Sei Festival.

Lo scorso 24 gennaio è uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo del suo progetto: “Vorrei farti del male”, brano descrive la rabbia che rimane dalla fine di una relazione. Abbiamo colto l’occasione per provare a conoscere meglio Katanino attraverso un mini-tour guidato di casa sua. Ecco cosa ci ha mostrato:

Gli anelli: oggetti importanti che porto con me durante i Live. Quello a destra è di mio fratello, vive dall’altra parte d’Italia ed è un modo per averlo vicino. Quello a sinistra mi è stato regalato da un amico una sera in un pub in cui ci siamo incontrati per caso. Non ci vedevamo da un po’. Mi racconta che aveva ascoltato il mio ultimo singolo e che lo aveva colpito tanto.

Supporto per telefono: fa parte della mia routine mattutina. Ogni mattina mentre preparo la colazione poggio il telefono e guardo dei video o ascolto dei podcast, mi aiuta a far partire bene la giornata, può sembrare stupido ma è come un amico fidato che ti aspetta ogni mattina e ti fa compagnia in silenzio.

Chitarra: è lo strumento che mi accompagna nella scrittura e composizione delle mie canzoni. Ho un po’ di chitarre ma questa è sempre la stessa che uso nella fase embrionale delle mie canzoni. È quella più maneggevole, a portata di mano. Apparteneva ad un parente lontano che amava la musica. Mi piace pensare che suonarla lo renda felice.

Fumetto: Ho un po’ di fumetti e libri, quando devo staccare la spina ne scelgo uno, salto in auto e vado al mare. Lo leggo li, mi rilassa un po’ e non mi fa pensare a nulla.

Gli occhiali: Mi è stato detto in alcune occasioni che senza occhiali ho lo sguardo imbarazzato, forse è vero. Gli occhiali mi accompagnano ad ogni concerto, mi tolgono dall’imbarazzo iniziale in cui salgo sul palco e non lasciano trapelare come mi sento.

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Comunicato stampa Pop

Immaginarsi “Altrove” con Silvia Reale

“Altrove” è il nuovo singolo di Silvia Reale, uscito martedì 28 gennaio 2025. Un esordio intrigante, dove la voce vivace della cantante milanese e il groove soul pop della sua band si sposano alla perfezione.

Foto: Gianluca Gerardi

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«Ispirata ad uno scatto di Robert Doisneau del 1955 “1,2,3,4,5” e dalla raccolta di poesie di Patrizia Cavalli contenuta nel libro “Pigre Divinità e Pigra Sorte”, la traccia racconta della difficoltà di reagire per trovare un Altrove in cui proiettarsi e immaginarsi per andare oltre, dell’immobilità e dello sforzo di rialzarsi, della confusione nel cuore e nella testa generata dalle relazioni ambigue; confusione evocata dal netto contrasto generato da sonorità fresche e leggere che riportano a una sensazione di spensieratezza.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Se Silvia Reale fosse un colore sarebbe il giallo, se fosse un elemento sarebbe l’aria, se fosse un pianeta sarebbe la Luna.
La sua voce inconfondibile, talvolta energica e grintosa, talvolta ariosa e delicata, è lo strumento che ha scelto per aprire le porte verso la sua interiorità. Le parole che sceglie nelle sue canzoni risuonano, giocano e si legano per esprimere concetti profondi e veri: come indossare un paio di occhiali e vedere il mondo dal suo punto di vista. Le melodie sono ricercate e il sound è carico di tutti i generi che l’hanno attraversata: il soul, il funk, l’r&b e il blues.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Indie Pop

“COMFORT” è l’LP d’esordio dei LEGRU

“COMFORT” è il nuovo album dei LEGRU, uscito venerdì 31 gennaio 2025. Dopo una manciata di singoli, la band comasca sforna il disco di debutto: un lavoro composito e convincente, in grado di narrare le incertezze che caratterizzano diverse generazioni.

Foto: Manitu Studio

Queste le parole con le quali il trio presenta il disco:
«COMFORT non è solo un titolo, è uno stato d’animo.
Il disco esplora le profondità dell’immobilismo emotivo, dove le insicurezze si trasformano in un rifugio e dove il disagio generazionale diventa un linguaggio universale. Ogni traccia è un frammento di questa zona di comfort: una culla che consola e un recinto che intrappola.
I testi parlano di esperienze quotidiane, di amore e raccontano con ironia l’intima lotta tra il bisogno di protezione e la paura di cambiare. Le relazioni, il mondo esterno, la propria immagine riflessa: tutto è messo in discussione, ma niente trova una risposta definitiva.
Musicalmente, COMFORT è un viaggio che fonde l’indie pop con la tensione del punk e la fluidità dell’urban. Gli effetti vocali diventano uno specchio deformante, amplificando l’eco di quelle emozioni che spesso restano intrappolate.
È un disco che parla di sospensione e immobilità, ma lo fa muovendosi continuamente tra suoni e parole. Un invito a confrontarsi con le proprie contraddizioni, perché forse, in fondo, la vera comfort zone è imparare a conviverci. Ma quanto possiamo restare fermi prima di doverci muovere?»

Puoi ascoltare l’album qui:

BIO
LEGRU è un progetto nato nel 2022 a Como e formato da Nick, Teo e Alba.
Il loro sound è un mix di sonorità elettroniche, tappeti ritmici ed effetti voce: anima pop, cuore punk, atmosfere urban.
Dopo una prima fase di scrittura ed attività live nei dintorni di provincia, nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione a Livorno del primo LP insieme al producer Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 la band entra a far parte del roster di Costello Agency.
Nel 2025, dopo aver pubblicato quattro singoli, la band presenta il suo primo LP “COMFORT”, un album eclettico di 8 tracce in cui l’indie pop si fonde con la tensione del punk e la fluidità dell’elettronica.

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Fonte: Costello’s Agency

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Pop

Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick”, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio. 

Foolish But Not Alone torna con “Getting Sick“, il nuovo singolo e video che racconta il caos interiore, l’incertezza e il bisogno di trovare un equilibrio.

Dietro questo progetto solista c’è un artista che si definisce introverso e nerd, con una passione per il pop punk, gli stickers e l’arte in tutte le sue forme. La sua musica è una fusione di emozioni crude e sonorità che richiamano la scena alternative, con un’attenzione particolare alla libertà espressiva.

“Getting Sick” non è stato un brano semplice da realizzare. Due anni di lavoro, ripensamenti e un blocco creativo lo hanno messo alla prova, ma alla fine ha trovato il coraggio di chiuderlo, accettando le proprie imperfezioni e lasciandosi andare. Il risultato è un pezzo che parla di quel senso di smarrimento che tutti, prima o poi, affrontiamo.

Anche il video segue questa linea tematica, mostrando quanto sia normale sentirsi sopraffatti e senza stimoli. Il messaggio? È possibile ripartire da zero, superare i momenti bui e trovare una nuova strada.

Ciao, ci racconti qualcosa di te?

Che dire, sono introverso, un po’ strano.

Sempre alla ricerca di qualcosa che non so nemmeno io cosa sia. Mi definirei un tipo nerd, con la passione per la pizza, gli stickers e il pop punk. Ma quello che amo davvero è l’arte, in tutte le sue forme. Ad esempio Pollock è il mio artista preferito, anche se molte persone non riescono a vedere nulla nelle sue opere. Eppure, in quel caos di linee e colori, io ci vedo il mio stesso caos.

Come è nata l’idea di iniziare un progetto solista?

Avevo bisogno di prendere le redini su un progetto dove il potere decisionale era solo ed esclusivamente mio, soprattutto se si parla di esibizioni dal vivo, cosa che in una band con elementi fissi diventa difficile da gestire a volte. È anche un modo per mettermi a nudo e iniziare a uscire un po’ dalla comfort zone.

Quanto tempo ci hai messo per completare “Getting Sick”?

Questo brano credo sia uno dei pochissimi brani che mi ha davvero fatto impazzire. Ci ho messo circa 2 anni, continuavo a fare e disfare in continuazione, non ero mai convinto. Scrivevo una parte e poi la lasciavo lì per mesi, ero in crisi, in una fase di vuoto creativo che mi perseguitava.

Qual è stata la parte più difficile da scrivere o comporre?

Tutta la struttura di per sé a livello compositivo è stata difficile perché pretendevo sempre di più da me stesso e nulla mi convinceva abbastanza. Ci ho messo un po’ ad essere meno severo e chiudere il pezzo.

Qual è il messaggio che il video vuole trasmettere?Che è assolutamente normale sentirsi completamente in sbattimento, confusi, privi di stimoli. L’importante è capire i propri limiti, scrollarsi tutto da dosso e ricominciare da capo, le cose alla fine si sistemano sempre e molto spesso in meglio. 

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Comunicato stampa Elettronica Pop

SUPERTELE e gli anni ’90: quando la techno alleviava ogni dolore

“BOOSTER” è il nuovo singolo di SUPERTELE, uscito venerdì 24 gennaio 2025. Il musicista lombardo sale sullo scooter come negli anni d’oro e tira fuori la sua anima più danzereccia, sfornando una hit electro dirompente.

Foto: Enrico Luoni
Art direction: Nicolò Bruno

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«La canzone è un inno malinconico e ironico sulla gioventù perduta e sui rimpianti di un amore che non ha trovato la sua strada. Attraverso immagini vivide e surreali, come viaggi improbabili in Giappone o Corea del Nord in motorino, l’autore intreccia ricordi dolci-amari con riflessioni sulla crescita e sull’inevitabile scorrere del tempo.
I temi centrali sono il senso di disillusione e la nostalgia per un passato vibrante, rappresentato simbolicamente dal “booster” e dal “pusher” della gioventù, figure metaforiche che oggi sembrano spegnersi. La techno, con il suo ritmo ipnotico e liberatorio, diventa un rifugio e una cura temporanea per le ferite emotive, simboleggiando il desiderio di sentirsi ancora vivi e in connessione.
Il brano cattura il contrasto tra l’energia del passato e l’alienazione del presente, portando alla luce il desiderio di riprendersi quel tempo perduto, anche solo per una notte di musica, sogni e vibrazioni condivise.
La musica intreccia ritmi elettronici trascinanti con linee melodiche essenziali, evocando un senso di movimento e desiderio, creando un equilibrio tra energia danzereccia e introspezione. Le sonorità, a metà tra techno pulsante e accenti più malinconici, amplificano il senso di viaggio e sospensione, evocando l’incontro tra passato e presente, accompagnano il testo in un crescendo emotivo che alterna euforia e riflessione.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
SUPERTELE inizia a suonare a 10 anni. Da quando ne ha 13 scrive canzoni. Innamorato da adolescente del punk e del grunge suona in una serie di band in giro per la Brianza, Milano e il nord Italia. Con il passare degli anni, amplia il suo orizzonte musicale, sperimentando sonorità più psichedeliche e sperimentali, contaminandole con un approccio cantautorale nei testi.
Durante la pandemia inizia a dedicarsi alla produzione musicale, gettando le basi per il suo progetto solista. In questa seconda vita artistica, mescola sample, suoni catturati dalla vita quotidiana e strumenti vintage, mantenendo lo spirito DIY che ha caratterizzato le sue origini.
Il risultato è un sound ibrido che spazia tra alternative pop e lo-fi, con influenze elettroniche e momenti più ballabili. In questo progetto, SUPERTELE scrive, produce e canta la sua musica, occupandosi anche dell’intera componente visiva.

Contatti
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Fonte: Costello’s Agency