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Indie Pop

Tra le nuvole con Aigì

Aigì è uno che ormai abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare nel corso degli ultimi anni, grazie ad una scorta niente male di pubblicazioni che hanno dato prova di un’ottima capacità di scrittura e di una dimensione autorale forte e capace di farsi apprezzare, brano dopo brano.

L’identità del progetto è tale da non sfumare nei frequenti cambi di “linguaggio” ai quali il cantautore di origine calabrese ha sottoposto la sua musica: pur rimanendo ancorato ad una tradizione cantautorale forte e definita, Antonio ha sperimentato il contatto con il mainstream, con l’elettronica e il synth-pop senza mai perdere in definizione poetica ed artistica. 

Dopotutto, Antonio non è uno che “viene dal niente”, anzi: di gavetta l’artista ne ha fatta eccome, raccogliendo consensi lungo tutto lo stivale e frequentando i salotti giusti della canzone d’autore, dal CET di Mogol alle finalissime di Premio Lunezia; traguardi, questi, capaci di certificare la qualità di una ricerca fatta di applicazione e studio, nella direzione di una forma nuova (“esistenzial-pop”, come la definisce Aigì) che affondi le radici nella storia della canzone ma provi a guardare al futuro.

Basti pensare, in tal senso, all’ultima pubblicazione dell’artista, “Nuvole”, brano che fin da subito mostra una certa fascinazione per il mondo dell’urban e del nu-soul senza allo stesso tempo rinunciare ad una ricerca di contenuto che intelaia la riflessione su sé stessi con la tematica della canzone d’amore: c’è l’idea che il contatto con l’altro finisca con il definire i limiti e le dimensioni dell’individuo, in una ricerca continua del “sé” che passa soprattutto dall’esperienza con l’esterno.

Insomma, un filone pop che cerca di riflettere sull’inesauribile segreto dell’esistenza senza mai perdere d’occhio l’efficacia melodica e la resa immediata della canzone. A questo punto, non resta che attendere un disco d’esordio che, ne siamo sicuri, ci farà divertire (ma anche riflettere). 

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Pop

Le 5 cose preferite di Erranimo

“A Circle, A Square” è il nuovo singolo di Erranimo, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 16 marzo. Il brano segna il ritorno dell’artista e il primo tassello di quello che sarà il suo primo album, “The Origami Way”. Erranimo con il suo nuovo singolo ci porta in un viaggio nella mente umana, nel confitto interiore che ci procura il cambiamento. Una lotta costante tra il volersi evolvere, crescere e il rimanere in stasi, in una comfort zone.

“A Circle, A Square” è voglia di cambiare e paura di farlo. Un brano che si muove in tonalità elettroniche con synth anni ’80 e un retrogusto pop. Il risultato è un brano accattivante, ritmato e allo stesso tempo riflessivo.

“A Circle, A Square parla della paura che possiamo provare di fronte al cambiamento, quando dobbiamo cercare di uscire da un cerchio che abbiamo costruito noi stessi. La canzone è una sequenza di scene costruite da giri circolari di synth in contrasto con un ritmo squadrato e ossessivo, al limitare tra rock e dance”, così l’artista descrive il proprio brano.

Per conoscerlo meglio, abbiamo deciso di chiedergli quali fossero le sue cinque cose preferite.

PELLEGRINARE
L’idea di andare a piedi da un luogo all’altro anche per diversi giorni mi ha sempre attratto. Mi piace camminare e mi piace esplorare luoghi sconosciuti. Mi piace viaggiare, ma se posso fare a meno dei mezzi di trasporto sono contento perché nel passaggio da un posto all’altro ci sono tante cose da vedere, persone da conoscere, situazioni strane in cui puoi capitare. Camminando riesci a mettere a fuoco la vera natura di un posto invece di vederne solo i punti salienti. La meta è solo un pretesto, il viaggio vero è quello che accade mentre la raggiungi.

STUDIARE LINGUE
Vorrei poter parlare più lingue possibili e per questo continuo a studiarle. Quando sono all’estero voglio parlare solo nella lingua locale e apprendere nuovi termini e modi di dire. Parlando con i locali nella loro lingua ti si apre un mondo: sono più disponibili e propensi a conversare con te e a raccontarti storie. Ora sto studiando portoghese e giapponese, non appena le farò mie passerò ad altre lingue.

GIOCARE
Che siano giochi da tavolo, videogiochi o giochi di ruolo, non importa. Mi piace giocare. Organizzare una partita con gli amici o in famiglia è un modo per divertirsi insieme e passare bei momenti. Da piccolo mi è sempre piaciuta l’idea di creare giochi, ma direi che al momento è passata avanti la musica. Nonostante tutto continuo ad interessarmi ai giochi e insegno Teoria dell’Intermedialità all’Università del Videogioco e faccio ricerca sulle connessioni tra arte, gioco e società. 

SCRIVERE STORIE
Oltre che fare musica e girare video musicali, mi piace scrivere anche storie, sceneggiature e realizzare dei cortometraggi. L’ultimo cortometraggio animato l’ho realizzato in occasione della mia laurea, di cui vi propongo qui qualche immagine.

CONCERTI
Musica dal vivo, tutta la vita. Quella dove il basso ti fa tremare il petto e ti scalda l’anima. Dove luci e coreografie ti trasportano in un altro mondo. Ho visto molti concerti ma non sono mai abbastanza!

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Pop

Cosa c’è nella camera di Beatrice Pucci

É uscito giovedì 23 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali “Solo il tempo“, il nuovo singolo della cantautrice Beatrice Pucci, un nuovo capitolo che anticipa l’album “Indietro” di prossima uscita. Il brano unisce innovazione e tradizione, una solida base folk e melodie e strutture alternative le cui svolte non sono prevedibili. A Beatrice sta a cuore la musica suonata e la sensazione di “realtà” che è nello strumento, infatti l’uso della chitarra acustica è imprescindibile nel sound. I temi al centro del brano: la nostalgia, il desiderio e l’amore, o forse un caleidoscopio di emozione che sta all’ascoltatore interpretare.

Per conoscerla meglio, le abbiamo chiesto di portarci a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

“Batteria”

Questa batteria che sta a casa mia denota un po’ di caos, da questa panoramica si possono vedere piatti di diverse tipologie, una grancassa che però non è della stessa marca del rullante, e degli hi hat che non c’entrano niente col resto delle parti. Il risultato del suono è la mia batteria.

“I miei occhiali da sole”

Il motivo per cui questo oggetto è in questa lista è puro sentimentalismo. Erano un regalo per i miei 18 anni. Sono dei bravi occhiali, fanno il loro dovere nel senso che proteggono i miei occhi, mi fanno sentire più cool di quanto non sia e nascondono le occhiaie quando sono stata troppo al pc la sera prima.

“Le analogiche”

Nel 2020 quando avevo la sensazione che il mondo stesse rallentando (non solo una sensazione ma anche una realtà) ho imparato a scattare foto in analogico con una nikon della fine degli anni ‘70 di mio padre.

“All You Need To Know About The Music Business”

La sacra bibbia (purtroppo?) uno degli oggetti che un musicista professionista ma anche wannabe non dovrebbe sottovalutare di avere e chiaramente leggere. Qua dentro ci sono informazioni utili a chi vuole capire le dinamiche del business musicale. Una lettura consigliata anche se sei semplicemente curioso riguardo questo argomento.

Rick Rubin (nel mio letto)

In questo libro c’è una carrellata di tutti gli artisti che Rick Rubin ha prodotto, avverto che non si cita Jovanotti ma si ferma alle produzioni d’oltreoceano quindi chi volesse può avvicinarsi a questo libro senza preoccupazioni. Quello che si deduce leggendolo è che Rick Rubin oltre ad essere una specie di genio della produzione aveva anche un buonissimo tempismo e capitava sempre al posto giusto nel momento giusto. La sua intraprendenza e fiuto per gli affari mischiate alla sua sensibilità artistica l’hanno reso un produttore immortale. Sicuramente un libro interessante per chi si interessa di produzione ed è bellissimo anche per chi è appassionato di musica e basta.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Filippo D’Erasmo

É uscito venerdì 10 marzo 2023 “Dedalo” per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo album di Filippo D’Erasmo. Torna così il cantautore di Acqui Terme (AL), con un nuovo disco già anticipato dal singolo “Piccoli piaceri borghesi“. In questo disco, Filippo D’Erasmo raccoglie gli ultimi due anni di scrittura, un lavoro di auto-psicanalisi in cui è impossibile non lasciarsi assorbire. 
 

Per conoscerlo meglio, ci siamo presentati a casa sua.

Ecco cosa ci ha mostrato!

L’arte degli amici

Da quando vivo qui a Torino in questa stanza in affitto, mi sono portato dietro poche cose: una di queste sono i quadri dei miei amici disegnatori e illustratori. Questo in particolare è un regalo che mi è stato fatto da Gabriele Sanzo, amico nonchè illustratore delle copertine di tutti i miei primi lavori.

La letteratura

Nella formazione del mio pensiero, della mia arte e della mia musica, sicuramente la lettura e la letteratura hanno avuto e continuano ad avere un ruolo fondamentale. Sono diverse le canzoni che ho scritto ispirate a personaggi dei libri e tutta la mia opera è piena di citazioni consce o inconsce. Qui a Torino ho un centesimo dei libri che ho a casa mia nel Monferrato, mi piacerebbe nella prossima casa dare ai libri uno spazio maggiore.

Il cinema e la musica

Confesso di non essere bulimico in ambito cinematografico, di conseguenza è facile che i pochi film che decido di vedere mi facciano innamorare. Questo è accaduto ad esempio con Bianca di Nanni Moretti, il cui VHS fu trovato per terra nei pressi del mio studio, intonso. Lo recuperai e feci della copertina questo quadretto. 

Il caffè americano

Fu durante un viaggio a Berlino che mi innamorai del caffè filtrato in tazza grande. Mi piace la filosofia di come viene consumato, il giusto tempo che richiede, l’estetica chilled che si porta dietro. L’upgrade fu quando questa mia ex ragazza mi regalò questa macchinetta per farlo in casa.

La stand up comedy italiana

Da poco tempo e quasi per caso ho scoperto la stand up comedy. Ho iniziato a seguire un po’ di artisti italiani, tra cui Stefano Rapone: ecco quindi che per il mio scorso compleanno, una cara amica mi ha regalato questo bizzarro e simpatico poster. 

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Pop

Cosa c’è nella sala prove di Fedi e Rewind

“CAOS” è il nuovo singolo del duo Fedi e Rewind, disponibile da venerdì 24 febbraio e distribuito da ADA Music Italy. Già all’attivo dal 2020 come Addict. e Rewind, il duo è riuscito a totalizzare oltre 40 milioni di stream in due anni in modo del tutto indipendente, con i loro progetti in lingua inglese. Dal 2022 invertono la rotta con un progetto nuovo e totalmente in italiano, iniziato con il primo brano Blu (8 dicembre, ADA Music Italy). 

Per conoscerli meglio, siamo andati a trovarli.

Abbiamo scelto il nostro studio in quanto la nostra voglia di collaborare è nata proprio qui, dopo esserci conosciuti dal vivo per la prima volta. Abbiamo pensato che avremmo potuto creare qualcosa unico insieme. Abbiamo raccolto qualche oggetto che ci racconta più da vicino.

 Fedi: Questa targa rappresenta la nostra prima collaborazione. Siamo molto legati ad essa ed in più è la nostra traccia più ascoltata. E’ una delle canzoni più ricondivise nel mondo lo-fi e ne siamo molto fieri! A ripensarci mi vengono i brividi.

Rewind: Questo è il regalo che feci a Fede quando “I met you at the station” arrivò al suo primo milione. Per noi sembrava incredilbile, ma ogni volta che lo riguardiamo ci ricordiamo che possiamo fare cose davvero fighe, che rimangano nel cuore della gente.

 Fedi: Abbiamo riempito lo studio con poster di film. Ogni tanto quando non ci sentiamo ispirati guardiamo un film di quelli cult e torna tutto al suo posto. Così per non essere sicuri di perderci abbiamo appeso i poster!

Rewind: Amo Pulp Fiction, è il mio preferito. Abbiamo trovato i poser nei mercatini vitntage (la cosa che più amo in assoluto), è stata una ricerca “estenuante” ma ne abbiamo trovati una decina che ci mettessero d’accordo e ci siamo fatti il nostro muro da cinefili.

 Fedi: I nostri strumenti preferiti. Quando iniziammo a collaborare ci scambiavamo i MIDI ed i sample che creavamo con le tastiere. Sono stati (e lo sono ancora adesso) una parte fondamentale della nostra collaborazione, ci divertiamo ancora adesso a passarci i sample durante le session di produzione!

Rewind: Ancora oggi quando non sappiamo cosa fare in studio ci mettiamo a suonare e cantare accompagnandoci col piano. Spesso escono robe fighe che trasformiamo in canzoni vere e proprie.

 Fedi: Questo è la rappresentazione dei nostri sogni. CI divertiamo a far girare il mappamondo e fermarlo a caso, sognando di andarci e produrre qualcosa in ogni singola nazione del mondo.

Rewind: AmIamo entrambi viaggiare, appena abbiamo la possibilità andiamo a farci un paio di giorni fuori, per spegnere un po’ il cervello e ricaricare le batterie. Come ha detto Fedi, sognamo un giorno di girare il mondo con la nostra musica e la nostra arte.

 Fedi: Lo strumento che ha contraddistinto il nostro primo EP internazionale e le nostre prime produzioni E’ anche un piacevole passatempo, continuiamo a strimpellare e divertirci con l’ukulele, rifacciamo le nostre canzoni in versione “chill” e non escludiamo dei live con le nostre tracce in versione Ukulele! 🙂

Rewind: Se mai vi capitasse di entrare nel nostro studio un pomeriggio qualsiasi ci trovereste sicuramente a cazzeggiare con l’Ukulele. E’ stato lo strumento del nostro primo EP ma preparatevi ad un ritorno nei nostri prossimi lavori! 🙂

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Intervista Pop

Intervista a Lamante: Mitra è il mio manifesto femminista

MITRA” è il debut single del progetto “lamante”, un brano che affronta il tema del piacere femminile e che vuole capovolgere il paradigma che vede la donna come oggetto di desiderio sessuale, emancipando il il desiderio delle donne che di solito viene considerato e accettato con riserva e bigottismo.

Il brano parte dalle esperienze che hanno portato l’artista a non sentirsi più vittima, agli occhi degli altri, della propria femminilità e ad accettare se stessa e il proprio corpo. Mitra è stata prodotta da Francesco Cianciola, e il sound è un mix di influenze musicali hip-pop, rap e trap.

Abbiamo fatto qualche domanda a Lamante:

1. Ciao benvenuta su Perindiepoi, ci racconti un po del tuo progetto musicale e di come è nato?
Il mio progetto musicale così come il mio nome d’arte si chiama “lamante” e prende proprio il nome dalla mantide (infatti “la mante” in francese vuol dire proprio mantide). Perché la mantide? Il concept del mio progetto si ispira all’atteggiamento che ha la femmina della mantide durante l’accoppiamento, ovvero quello di mangiare il suo lui. Ci tengo molto a questa metafora nel concept poiché ritengo possa simboleggiare la forza della donna che non è e non deve essere più vista come vittima bensì guerriera, una donna forte che non si fa mettere più i piedi in testa da nessuno e che reagisce sempre come tutte le persone più deboli devono reagire a chi cerca di schiacciarle.

2. Il tuo primo brano “Mitra”, vuole abbattere alcuni stereotipi legati alla figura femminile, come mai questa scelta? Pensi che oggi sia ancora più difficile per una donna prendersi il proprio spazio?
Come spiegato prima voglio riportare l’immagine della donna forte e guerriera usando il concetto della mantide, come nella prima frase del ritornello di “Mitra”, e in più mi sono soffermata sull’aspetto sessuale per evidenziare che la donna deve essere libera nella propria sessualità senza ipocrisia e non deve permettere all’uomo stereotipo di farla etichettare solo come oggetto sessuale. Non penso che oggi sia più difficile per una donna prendersi il proprio spazio se la donna è guerriera, nonostante credo che ci siano ancora dei pregiudizi sulle donne nascosti da un falso perbenismo quando si parla della donna e della sua emancipazione.

3. Il sound del tuo brano mescola rnb, pop e urban, quali sono state le tue principali influenze musicali? Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale?
Per quanto ascoltando “Mitra” si può pensare che le mie influenze musicali vadano in direzione urban, pop, ecc… devo confessare che il mio bagaglio musicale ha molteplici sfaccettature che spaziano dal soul al jazz, fin da piccola mi facevano ascoltare questa musica, fino ad arrivare e fondersi con la musica attuale pop e urban, che adoro. Mi piace come si sta evolvendo la scena musicale odierna e soprattutto come nell’attuale musica pop commerciale si riescano a trovare artisti che hanno oltre al talento, radici salde nella musica a livello di conoscenza e di studio, cito alcuni come Madame, Elodie, Rose Villain.

4. Non abbiamo potuto a fare a meno di notare che la comunicazione divisa del tuo brano è molto aggressiva nel look e nell’atteggiamento, come mai hai deciso di mostrare questo lato di te? È quello che pensi ti rappresenti maggiormente?
Il look così aggressivo serve proprio perché voglio che il mio progetto e il suo messaggio arrivino come una scarica di “Mitra”. Ovviamente “lamante” che si vede, fatta di sensualità e durezza, fa parte di me, della mia corazza che negli anni mi sono creata per proteggere le cicatrici passate e che mi difende da quelle future, ma come ogni corazza nasconde una parte sensibile e delicata che viene fuori solo con chi riesce a farla uscire.

5. Domanda di rito, progetti per il futuro? Cosa dobbiamo aspettarci da Lamante nei prossimi mesi?
A domanda di rito, risposta di rito, non voglio fare spoiler, c’è molto in lavorazione, “Mitra” è il primo proiettile di un caricatore pieno.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Martina Di Roma

É uscito lunedì 20 febbraio 2023 su tutte le piattaforme digitali “Bittersweet“, il singolo di debutto di Martina Di Roma, una battaglia interna, un racconto intimo che racchiude fragilità e paure. La cantautrice di Milano, classe 1997, descrive il brano come “un caos che si manifesta e si fa spazio tra i pensieri per volerci rimanere. È la consapevolezza di poter riuscire a vincere per non rimanere al buio“.

Lasciatevi trasportare nel mondo a tinte pastello di Martina Di Roma, tra un pop sofisticato e malinconico e innegabili influenze jazz, dove una voce si intreccia alle note di un pianoforte, complice e magnetico.

Noi, per conoscerla meglio, le abbiamo chiesto di invitarci a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

Dalla bacheca delle foto c’è questa in particolare con mio nipote (qui aveva 3 anni se non erro). È un ricordo meraviglioso che non scorderò mai: è il primo mio concerto a cui ha assistito e quando ho finito di cantare è corso da me ad abbracciarmi. Inutile spiegare l’emozione che ho provato e ogni volta che la guardo sorrido.

La scatola dei mille mila ricordi. Dentro c’è veramente di tutto: lettere, sottobicchieri particolari, stickers, braccialetti, biglietti di concerti… La qualunque è dentro questa scatola. Sono una persona dalla lacrima facile quindi tendo ad aprila raramente ma so che è lì pronta a ricordarmi tutti i momenti che porto nel cuore

Il porta gioie vintage che più che un porta gioie è un ricordo affettivo della mia prozia (una nonna per me). Era una donna molto stilosa e attenta ai particolari, aveva infiniti vestiti, scarpe, gioielli, borse. La maggior parte dei vestiti li cuciva lei stessa in quanto sarta. Quindi questo è per me il simbolo della donna che è stata e che ho potuto conoscere troppo poco ma che sicuramente mi ha insegnato cosa vuol dire eleganza e raffinatezza.

L’orsacchiotto porta monete che non uso come porta monete ovviamente. Perché utilizzare gli oggetti per il loro scopo quando puoi usarli come arredamento?
Anche questo è un regalo affettivo che mi piace tenere a vista, è tenero e colorato, dà quel tocco di luce che ogni tanto serve nella vita.

Porta pastiglie o piccoli gioielli, quanto è vintage? Adoro. Apparteneva a mia nonna e lo custodisco con amore. Mi trasmette pace e lo trovo un oggetto unico, non credo ne esistano più di simili.
Anche questo oggetto non lo utilizzo per lo scopo per cui è stato costruito, but again who cares?

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Indie

Cosa c’è nella camera dei Kleinbottle

É uscito mercoledì 8 marzo 2023 per Ohimeme (www.ohimeme.com) il nuovo (e secondo) singolo del progetto Kleinbottle, un duo di fratelli dalle influenze stratificate che toccano l’indie rock di matrice britannica ma anche l’estremo Oriente, come dimostra questo pezzo allo stesso tempo mistico e ricco di groove, grazie alla sua linea di basso e alla presenza di percussioni e strumenti a corda caratteristici dell’estremo Oriente. 

Immaginate, ogni qualvolta chiudete gli occhi, di non vedere solo quel buio che ben conosciamo, ma di scorgere un fiume di luce, che ci indica un percorso, ci ristora, rendendo l’oscurità attorno più accogliente (“cosy darkness…”), ma tutto ciò è positivo o no? Questa è la prima immagine che ci presenta il secondo singolo dei Kleinbottle “Light In The Eyelids“. 

Una delicata voce femminile, che canta in una lingua sconosciuta, ci catapulta in un’altra dimensione, sottolineando la natura mistica del viaggio e dell’ambientazione.  Purtroppo il cammino, senza meta, risiede nelle nostre “palpebre secondarie”, che si aprono solo chiudendo gli occhi, ossia solo fuggendo dalla realtà; ci fa sentire meglio, ma in esso ci stiamo perdendo.

Per conoscerli meglio, siamo stati a casa loro, ed ecco cosa ci hanno mostrato.

Quadro:
[S]: Questo quadro di Tarantello è con noi da quando abbiamo memoria. Guardatelo, è rilassante, trasmette serenità. Inoltre, ricorda l’importanza della natura nei pezzi che scriviamo. Quante volte mi son fermato ad osservarlo, avvicinandomi a quei colori pastello. 

Mappamondo:
Così, un mappamondo. Sta sulla scrivania di lavoro… Sì quello della musica. Ci ricorda quando siamo piccoli e ci ispira nei suoni e nei strumenti da usare. I luoghi inquadrati non sono casuali: inseriamo molti elementi dell’Estremo Oriente.

Orsacchiotto:
Su una mensola giace lui, il nostro orsacchiotto preferito. Elegante, gentile, paziente. Ascolta e assorbe tutto e non si lamenta mai. Quante chiacchierate, quanti trip.

Vasi:
Vicino al piano. Amiamo questi vasi e il fatto che siano giapponesi è puramente casuale… forse. Ci ispirano, ci incantano, sono meravigliosi.

Clessidra:
[S]: Lei è sul comodino! Attende. Prima di dormire la ribalto, come se fosse un countdown per la fine delle mie energie giornaliere, o per la chiusura dei miei occhi, oppure per l’inizio del turbinio dei miei pensieri. A volte lo faccio semplicemente per abitudine, altre per ricordarmi che il tempo scorre e tutto fluisce, nonostante alcune volte ci sentiamo prigionieri in un limbo.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Irene Mrad

É uscito venerdì 3 marzo 2023 il nuovo singolo di Irene Mrad, voce della scena underground del milanese, classe 2003. Il brano, dal titolo “Baciami”, è un capitolo intimo e ossimorico, triste e allo stesso tempo sfacciatamente pop, che parla di una relazione ricca d’amore, ma che attende di sbocciare. “È una struggente richiesta di amore avvolta in una melodia dolce ma al contempo aggressiva“, racconta Irene, “… con uno stile indie-pop, la canzone vuole raggiungere chi è innamorato, e chi crede in quello che sta facendo e realizzando, ed è disposto a tutto pur di salvare le relazioni a cui tiene

Noi, per conoscerla meglio, siamo stati a casa sua. Ecco cosa ci ha mostrato!

Pianoforte

La musica è da sempre stata parte di me, fin da quando ero piccola, principalmente tramite il canto, iniziato a 9 anni; quando a scuola, in terza media, abbiamo studiato gli accordi a lezione di musica, ho iniziato a metterli in pratica sul vecchio pianoforte che avevamo in casa e da lì è stato amore a prima vista. Ho iniziato da autodidatta per poi passare alle lezioni con un maestro e da quel momento è stato come se avessi trovato ciò che finalmente riuscisse a completarmi come artista.



Biglietto per il Libano
Milano-Beirut, un viaggio che faccio (quasi) tutte le estati. Mio papà è arrivato in Italia all’età di vent’anni, ha iniziato a lavorare in una pasticceria dove ha conosciuto mia mamma. Il loro amore mi ha permesso di avere una doppia cultura e ne sono grata ogni giorno sempre di più. Il Libano ha un posto speciale nel mio cuore, per il mare, per il cibo, ma soprattutto per le persone, che hanno una scintilla speciale e un sentimento di resilienza fortissimo, dopo quello che hanno vissuto e stanno vivendo tuttora.



Polaroid
Mi piace fotografare il bello che c’è attorno a me, ma soprattutto mantenere quei ricordi in modo permanente “stampando” le fotografie. Il metodo migliore che ho trovato è tramite la polaroid, che ho vinto a un concorso del mio liceo. Anche la copertina dell’ultimo singolo, Baciami, è la scansione di una polaroid, scattata in taverna, dove mi ritrovo a suonare con i miei amici, che è anche il set del videoclip che uscirà a breve.



Modellino laringe
Nella vita, oltre alla musicista, sto studiando per diventare Logopedista, un percorso molto affine alla musica. L’idea è nata studiando il metodo Estill Voice Training (EVT) a lezione di musica che parte dall’anatomia e dalla fisiologia dell’apparato fonatorio per poter eseguire determinati suoni in modo consapevole e corretto per l’igiene vocale. Mi affascina l’insieme dei processi che permettono l’emissione della voce perchè sono una sinergia di meccanismi complessi ma estremamente efficienti.



Arte
Sono amante dell’arte a 360 gradi, mi piace infatti anche dipingere, anche se nell’ultimo periodo purtroppo non ho molto tempo da dedicare a questa passione. Mi piace sperimentare e spaziare con varie tecniche e nuove invenzioni, e questo atteggiamento lo applico alla vita di tutti i giorni, perchè è bello essere sempre aperti a nuove esperienze e lasciarsi travolgersi dal bello che c’è della vita.

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Pop

“Muoviti” è il nuovo singolo di Ambra Di Marte

Esce mercoledì 8 marzo 2023 su tutte le piattaforme digitali “Muoviti“, il nuovo singolo della cantautrice Ambra Di Marte. Un brano che, non a caso, esce il giorno della Festa della Donna, un brano dedicato a tutte le streghe là fuori, un brano per tutte e tutti coloro che credono nelle libere scelte, un brano che vuole parlare a tutti coloro che almeno una volta nella vita si sono sentiti e sentite mancate di rispetto, molestate, oppresse, bullizzate, derise, sminuite. “Muoviti” è un brano che parla ai corpi e alle libertà di tutti. Parla di uomini, donne e streghe. 

Le streghe sono tutte quelle anime che riflettono, osano e resistono, che scardinano gli equilibri del loro tempo, che provocano scosse inaspettate ma potentissime, che combattono per la propria libertà individuale. Se parlate quando vi viene detto di tacere, se provate orgoglio quando vi viene detto di vergognarvi, se continuate ad amare chi e cosa volete amare anche se gli altri non approvano, allora state praticando stregoneria. 

Non mi volto più 
Non me ne devo andare
Questo corpo lo svesto come mi pare
Le streghe si travestono di giorno
Se le brucerai farai luce sul mondo
Ma tu muoviti muoviti muoviti
” 
 

SCOPRI IL BRANO SU SPOTIFY: 
https://open.spotify.com/album/630Yz4ZEg3ZfPgdIF7kSgM?si=K2iArJbeSG-zcwRkwOGCpQ
 

BIO:

Ambra di Marte, cantautrice, trentenne, originaria della provincia di Brescia. Una vita dedicata allo studio della musica dello spettacolo, cerca di inserirsi nel panorama emergente italiano con il suo sound pop-rock e i suoi testi sinceri. 

Nei suoi brani ama raccontare le proprie esperienze di vita perché vive la musica come unica grande via per la verità. Muoviti è il suo quarto singolo in cui mette a nudo tutto quello in cui crede facendo convogliare il suo essere cantautrice e femminista.

https://www.instagram.com/ambradimarte/