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Pop

Cosa c’è nella camera di Nicole Perini

Nicole Perini è una giovane cantautrice friulana. Ha alle spalle esperienze nella pubblicazione di cover e anche nella partecipazione con successo a importanti rassegne: lo scorso anno ha ad esempio vinto alla sessantesima edizione del Cantagiro nella sezione New Voices. È però alla sua primissima esperienza come interprete di brani originali con questo singolo intitolato Ragazzo di periferia, uscito in collaborazione a Musicantiere e Arena Eventi e scritto insieme a Michele Sechi, già volto noto per la sua partecipazione ad XFactor. Siamo entrati nella sua camera per scoprire alcuni oggetti che Nicole conserva gelosamente.

Questo carillon mi è stato regalato per i miei 25 anni dalla persona più importante della mia vita: mia mamma. Riproduce la stessa musica di quando ero piccola e ogni volta mi emoziono e mi sento al sicuro quando tutto mi sembra difficile e buio. Sta nel mio comodino da quel momento, e ogni qualvolta ne ho bisogno mi basta ascoltare e tornare nel mio posto sicuro con la mente. Non potrei farne a meno.

Questo è il tappo dello spumante con cui abbiamo festeggiato quando dopo anni ho cantato nuovamente in pubblico. Ero al gala della Mostra del Cinema di Venezia. Amo tenere un piccolo ricordo di ogni grande momento per me. Da quella volta lo stringo prima di ogni esibizione.

Questa barchetta ha al proprio interno l’occhio di Santa Lucia. Mi è stata donata come portafortuna. La barchetta per me rappresenta il navigare la vita in ogni difficoltà, nonostante tutto. Cercare di rimanere in equilibrio nel mio squilibrio. Anche lei sta nella mia stanzetta dei sogni.

Questa invece è una pergamena che all’interno contiene uno scritto di mio fratello per me. È il gesto d’amore più bello che potesse fare. Ogni tanto la rileggo e mi emoziono sempre. Mi ricarica.

E infine… la mia penna. Con lei ho scritto emozioni, incubi, canzoni, pensieri. Lei mi conosce decisamente più di chiunque altro.

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Pop

Le 5 cose preferite di Paola Bivona

Immagini che scorrono sul muro, un viso illuminato dai riflessi dei ricordi, una voce elegante e appassionata che canta una canzone malinconica, con residui d’estate, ma anche con la voglia di sognare: NESSUNA ONDA è il nuovo video e singolo, interpretato in modo intenso dalla voce vellutata di PAOLA BIVONA.

NESSUNA ONDA è il secondo brano di PAOLA BIVONA che deriva dalla collaborazione con MATTIA SALVADORI e l’etichetta SHED626. Sulla scia del precedente SEMPLICEMENTE, continua la commistione tra sonorità elettroniche e vintage. Il brano nasce dalla sensazione di nostalgia di persone o luoghi che potremmo anche non aver mai conosciuto o vissuto. Nostalgia che viene rimarcata anche nell’arrangiamento con una produzione vocale ricca di cori, echi e risposte. 

Noi le abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.

“Nessuna Onda” è il nuovo video (https://www.youtube.com/watch?v=KHEeO8A9XBM) di Paola Bivona, cantautrice che da un paio di singoli ha iniziato un interessante percorso solista. Le abbiamo chiesto di elencarci le sue cinque cose preferite. 

  1. IL MIO UKULELE. Lo so, ormai è super inflazionato. Ma è sempre stato il mio compagno di musica e di viaggio, piccolo, compatto, sempre pronto all’uso e tutt’altro che banale. Mi accompagno quasi sempre con l’ukulele e mi piace mischiarlo ad altri strumenti e ad altri musicisti. Ci tengo così tanto che gli ho dato anche un nome, lui si chiama Giorgio.
  1. IL MIO PANDEIRO. E’ una percussione brasiliana e l’ho messo in questa top five perché una delle mie cose preferite nella vita è la musica del Brasile. I ritmi, le melodie che provengono da quella terra mi incanto. Mi piace molto suonare musica brasiliana e ultimamente mi sono cimentata in questo meraviglioso strumento.
  1. IL PORTOGALLO. Se c’è un posto in cui vorrei vivere il resto della mia vita è Lisbona. Lisbona e il Portogallo mi incantano. Adoro le strade colorate, l’odore di sardina per la città, la musica portoghese, le persone, adoro tutto del mondo lusofono. Quando posso ci vado, ma quando non posso mi consolo con libri e documentari.
  1. IL VINO. Nel mio passato c’è anche una mancata laurea in Enologia (chissà, forse in futuro la concluderò). Il vino è un simbolo di benessere, di amore, di convinvialità. Non potrei mai andare a cena fuori senza abbinare il gusto di quello che mangio ad un buon vino. Ma anche quando, a casa da sola, penso, rifletto o guardo un film, un calice di vino ci sta sempre. Trovo anche molta connessione tra musica e vino, e tra l’altro l’ho citato qualche volta in qualche mia canzone.
  1. LA SICILIA. La terre delle mie origini, dove ogni estate vado a rigenerarmi anche se per pochi giorni. Il mare inconfondibile che appena lo vedo mi si riempie il cuore. La mia famiglia, i miei nonni. Dentro questa foto sono racchiuse tutte le sensazioni e i ricordi di questa terra. 
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Pop

Le 5 cose preferite di Gaia Restifo

Fuori dal 11 gennaio “Regole”, il nuovo singolo di Gaia Restifo prodotto da AMGI. Un brano il cui leitmotiv sono le relazioni, i sentimenti e i sacrifici che richiedono. La cantautrice mette a nudo il suo cuore e ci mostra il suo lato empatico e sensibile. Gaia Restifo parla di amore in un modo intimo e delicato. Il risultato è un testo introspettivo carico di emozioni abbracciato da un sound pop elettronico sensualmente dolce. “Regole” è una dedica all’altro, alla persona che amiamo incondizionatamente e che vorremmo solo ci ricambiasse. Ferite che lasciano il segno, ma che non spengono i sentimenti.

“Regole” è un brano toccante, che ti fa vibrare il cuore. In questa canzone Gaia dona il meglio di sé sia dal punto di vista canoro che di testo. Un testo mai scontato e una voce avvolgente, sensuale.

Noi per l’occasione le abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.

I bradipi

Se dovessi reincarnarmi in un animale probabilmente mi reincarnerei in un bradipo: dorme tra le 15 e le 18 ore, vive praticamente per dormire e per mangiare e di solito si muove a 4 metri all’ora; è praticamente me ma in versione animale.

I tatuaggi

I tatuaggi sono la forma d’arte più bella che si possa incidere sul proprio corpo, penso che tutti i tatuaggi raccontino una storia e ricordino un periodo o una situazione particolare.

 

Comprare libri

Ogni volta che esco in città devo comprare libri, non importa se li leggerò tra due giorni o tra due anni, l’importante è averli in libreria finchè non avrò la voglia di leggerli.

Grey’s anatomy

Grey’s Anatomy è praticamente la serie tv che amo di più in assoluto, un misto tra tematiche amorose solite delle serie americane e tra temi sociali che ti aprono gli occhi su molte situazioni. Nel tempo è diventata un’ossessione; sono felice? guardo Grey’s Anatomy; sono triste? guardo Grey’s Anatomy. 

La Luna

Da brava persona nostalgica quale sono la Luna non può non essere nell’elenco delle mie cose preferite: mi ispira (soprattutto a livello musicale) e, nei giorni no, mi rasserena e mi consola.

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Indie Pop

Nella valigia salvavita c’è anche Jampa Capolongo

Jampa Capolongo: un nome che, inevitabilmente, finisce con l’incollarsi nella memoria e non andarsene più via, anche se passano anni e litri d’acqua sotto i ponti.

Non so perché, ma credo di aver già avuto occasione di ascoltare Capolongo, forse proprio all’epoca del suo debutto con “Pensieri in scala“, un disco che – a seguito del ritorno del cantautore sulle scene – ho riascoltato prima di scrivere queste parole su “Un giorno lontano da tutto”, singolo che vede la luce proprio oggi e segue a ruota libera la pubblicazione di “Non vale di meno”, ripartenza con lancia in resta di Jampa data alla grande distribuzione poco prima della fine del 2022.

Ebbene, chissà perché quel disco, “Pensieri in scala“, sia finito con l’arenarsi in un passato decisamente non troppo glorioso, sperso tra le spire di un’amnesia che colpisce ormai tutto e tutti ma, evidentemente, non si accanisce su di me, che “Pensieri in scala”, per qualche motivo che devo ancora del tutto chiarire, ho l’impressione di averlo ascoltato in qualche vita precedente; forse che le cose belle, alla fine, finiscono con l’assomigliarsi e ricondursi tutte, mano nella mano, nella certezza di un possesso geloso, di un bagaglio salvavita che dovremmo poter aprire ogni volta che ci si piazza davanti qualcosa di davvero brutto, di davvero insopportabile, per ricordarci che profilo abbia, invece, la “bellezza”?

Non lo so, ma so che Jampa è uno che ha la stoffa, che avrebbe meritato di più con quel disco d’esordio e che mi auguro possa raccogliere, seppur in differita, tanti meriti quanti ne merita proprio con questa rinascita autorale, che in fondo rinascita non è perché ripesca esattamente da dove aveva pescato fin qui: dalle profondità della poesia, alla ricerca della “parola che suona” e di un’idea di canzone che non perda il suo afflato quasi rivelatorio.

E’ per questo che diventa davvero difficile non lasciarsi sedurre dalla morbidezza e, allo stesso tempo, dalla franca spontaneità di “Un giorno lontano da tutto”, autopsia di un momento che abbiamo vissuto migliaia di volte e che ci fa chiedere cosa sarebbe la nostra vita senza tutti questi cerchi alla testa (non di santità, ma di confusione esistenziale) e senza tutte questi ostacoli che il nostro cuore incontra quotidianamente sulla propria strada.

Un sound fresco, che richiama ai cantautori di inizio millennio ma allo stesso tempo “parla” una lingua universale, che potrebbe capire e sulla quale potrebbe riflettere sé stesso anche lo sbarbatello che si confronta per la prima volta con l’amore.

Perché, diciamocelo, quando amiamo per davvero siamo tutti adolescenti sbarbatelli.

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Pop

Cosa c’è nella camera de Lanobile

É in uscita venerdì 20 gennaio 2023 “Ssh! (Dimentichi il tuo nome)“, il nuovo singolo del progetto lanobile, il primo con l’etichetta Lost Generation Records, l’inizio di una nuova fase per l’artista romana. Prodotto da rebtheprod, il brano racconta di una infatuazione segreta per una persona che, dopo essere stata via per molti anni, torna a Roma senza più sogni e senza più la capacità di amare.

Noi non potevamo resistere, e le abbiamo chiesto di invitarci a casa sua. Ecco cosa ci ha mostrato.

Cofanetto antico

Ebbene si, sono una conservatrice seriale ed ho la passione per i cofanetti.
Mi piacciono i segreti. Ho il vizio di conservare qualsiasi oggetto da quando sono bambina. Questa è quella che chiamo “La scatola dei ricordi” all’interno ci sono lettere, ricordi e oggetti che hanno segnato momenti fondamentali della mia vita… In realtà non sempre, è solo una scusa per dire che ho conservato qualsiasi cosa della mia vita!

La prima volta all’estero

Questo mini libricino grande come un’unghia rappresenta il mio primo viaggio fuori dall’Italia. E’ stato più di 10 anni fa, in Austria. Mi affascinavano le singole pagine ricche di paesaggi aesthetic austriaci.

Vaso canopo

Quando ero bambina volevo fare l’egittologa. Avete capito bene. Il mio sogno è l’Egitto, e la mia convinzione è che in una vita passata io abbia avuto a che fare con questo. Così ho tappezzato la mia stanza di vasi canopi.

Atene

Questo non è semplice plettro, ma è ciò che chiamo “un segno del destino”. Qualche anno fa, mentre passeggiavo a Sintagma, la piazza principale di Atene, mi è caduto lo sguardo a terra e, tra una folla foltissima, mi sono accorta di questo plettro. Incredibile che lo abbia notato solo io. Le cose non succedono mai per caso!

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Indie Pop

Alla scoperta degli Aftersat, lontani da terre che uccidono

Aftersat è un nome che non conoscevamo fino a qualche giorno fa, quando in redazione è atterrata (sì, perché sin da primo ascolto ci è sembrata che fosse “celeste” e allo stesso tempo fortemente “tellurica” la derivazione di “Terra c’accide”) la proposta d’ascolto del loro nuovo singolo, vero e proprio crocevia di esperienze musicali e linguaggi espressivi che trovano nella lingua napoletana il trampolino di slancio di un progetto da scoprire, e da tutelare dalle pretese “alienanti” di un mercato che sembra interessato a nascondere sempre più le radici. 

Radici che, in “Terra c’accide”, si fanno sentire eccome, facendo tremare le gambe a chi sembra non aver capito che non esiste nulla di tanto “futuristico”, oggi, come il recupero critico della tradizione, la riscoperta appunto di quelle radici che ci legano in modo indissolubile a qualcosa che ci anticipa, che viene prima di noi: gli Aftersat paiono aver raccolto la lezione della contemporaneità ed essere partiti alla ricerca di qualcosa di più ancestrale, di più originario, pur senza dimenticare di volgere un occhio al futuro, alla ricerca di nuovi linguaggi. 

“Terra c’accide” è un lamento che si fa atto di sfida a sé stessi, un pianto che non ammette disperazione ma cerca le lacrime giuste per far crescere nuova vita su questa “terra che uccide”: c’è tutto il dolore di una vita costretta alla sopravvivenza, e allo stesso tempo il fascino orgoglioso di una resistenza che diventa condizione esistenziale, quasi culturale; il dramma di un addio che vorrebbe essere un arrivederci, ma che si costringe all’abbandono per non rimanere invischiato nelle sabbie mobili di un perpetuo presente che non conosce futuro. 

C’è la questione meridionale, a suo modo, c’è la ricerca di uno stile ibrido che possa valicare i confini territoriali cavalcando un dialetto che la storia ha già conosciuto come “internazionalizzabile”: una furia genuina che sposa la tarantella con i distorsori, in un brodo primordiale in cui presente, passato e futuro sembrano convivere nella ricerca di una nuova definizione di sé, di un nuovo modo di “chiamarsi per nome”. Una scoperta che finisce con il far bene al cuore, e allo stesso tempo con l’offrire all’ascoltatore un’alternativa salvifica al terrore del release friday.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Rayo

Esce venerdì 13 Gennaio 2023 BUIO”: il secondo singolo di Rayo, cantautore indiepop, prodotto da Paci Ciotola

La canzone rappresenta l’accettarsi per come si è, anche nelle parti più buie della propria essenza, quelle che normalmente si nascondono agli occhi degli altri perché se ne ha paura. Il buio dell’anima si riversa anche all’esterno, infatti Rayo ci dipinge un quadro cupo e oscuro attraverso le sue parole. L’artista si chiede se abbia senso portare avanti una relazione con una persona che non lo “vede” davvero, esprimendo il desiderio di vivere una connessione più profonda che però con lei non potrà mai avere.

Noi siamo stati a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.

Cuarenta y tres 

Solo alla vista di questa bottiglia mi tornano alla mente le risate, le nottate, i tramonti, i bagni a mezzanotte nell’oceano freddissimo ma irrinunciabile.. in una sola parola: Tenerife. Me ne sono innamorato dalla prima volta in cui ci sono stato ed è ogni anno tappa fissa per me. Il 43 accompagna da sempre le mie notti canarie ed è stato partecipe di tante serate indimenticabili.

La fine del mondo

È immancabile il calendario Maya se hai visitato il Messico. È un oggetto molto suggestivo e anche se non ho idea di come si legga, mi ha sempre impressionato il suo rappresentare la fine del mondo. È come un promemoria tangibile dell’ineluttabile scorrere del tempo. Guardarlo mi ricorda di godermi ogni momento e di vivere l’hic et nunc, il qui ed ora.

Keyblade del cuore 

Questo è uno dei miei oggetti preferiti. No, non è solo una chiave gigante, è un keyblade ed è l’arma utilizzata dal protagonista di una delle mie serie di videogiochi preferite, Kingdom Hearts. Con il keyblade Sora libera i cuori delle persone, intrappolati all’interno di involucri vuoti fatti di sola oscurità, chiamati Heartless. Anche io spero un giorno di liberare i cuori dei miei ascoltatori dal peso delle loro ombre.. in un certo senso si potrebbe dire che il mio keyblade è la musica.

The Answer 

Sono un grande appassionato di Basket e durante il mio viaggio a New York nel 2018 non potevo mancare la tappa all’NBA storeAllen Iverson è il mio cestista preferito da sempre e, sebbene non abbia mai vinto un titolo con i 76ers, per me ha cambiato la storia di questo sport. È stato d’ispirazione anche a livello umano, la dimostrazione che con la determinazione anche le situazioni più difficili possono avere speranza di riscatto. Allen Iverson è “The Answer”, la risposta alle batoste della vita.

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Pop

Le 5 cose preferite di Giuseppe D’Alonzo

Disponibile su tutte le piattaforme digitali “Fantasmi di carta”, il nuovo album di Giuseppe D’Alonzo. Un disco con un sound blues rock accompagnato da testi cantautorali e profondi.

“Fantasmi di carta” è un viaggio alla ricerca di ciò che davvero conta. L’amore, l’arte, la natura e tutto quello che ci riporta in contatto con chi siamo nel profondo. Giuseppe D’Alonzo ha dedicato questi brani all’arte e in particolare agli artisti, trasformandoli in figure in grado di salvarci dalla mediocrità. In fondo è proprio nell’arte, che sia dipinta o musicale, che l’uomo ha sempre trovato se stesso e una via di fuga.

Il disco è composto da sedici brani legati da un fil rouge melodico, ma ogni pezzo riesce a mantenere la propria essenza differenziandosi dagli altri. Abbiamo dei brani più cantautorali come “Parlare di me, parlare di te”, “Cenere” e “Perduto nel tempo”.Interessante è la title track uno dei pezzi più ritmati con un rock intenso e intrigante. A questi si alternano brani più pop come “A piedi nudi” e “La crudeltà”. Tra i pezzi più frizzanti troviamo “Gravità” e “Ecce Homo”.

Noi come sempre non abbiamo resistito e gli abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite, ecco com’è andata!

Il Legno

È un materiale che mi ha sempre affascinato, e mi è sempre piaciuto a pelle.

Ha delle proprietà straordinarie, ci dona calore, resistenza, vibrazioni, atmosfera, bellezza, insomma è il materiale che preferisco e tra gli oggetti in legno che adoro ovviamente ci sono le chitarre Acustiche che, nel mio piccolo, colleziono.

Viaggiare

Da sempre una delle cose che preferisco fare e il motivo per cui guadagno soldi è per poterli spendere in viaggi. Abbiamo un pianeta meraviglioso e una sola vita a disposizione…affrettatevi.

Gli Agapornis (Pappagalli inseparabili)

Amo gli animali in genere, ma con questi pappagallini ho una certa affinità, ci capiamo “al volo”

A parte gli scherzi secondo me sono spesso sottovalutati come animali domestici, invece sono dei giocherelloni, vivacissimi, curiosissimi e tenerissimi esserini che si legano all’uomo in un modo molto particolare, ovviamente devono poter uscire dalla gabbietta, altrimenti non prendeteli.

La cucina libanese

Amo la cucina mediterranea ma la Libanese cattura il mio palato da diversi anni ormai.

I Motel americani

Non chiedetemi perché ma dei tanti viaggi negli Stati Uniti una delle cose che ispirano la mia musica sono proprio i motel on the Road. Per me è ancora un mistero ma li sogno spesso, mi vengono in mente quando ascolto musica Country, hanno ispirato tanti miei brani. Sono fortemente evocativi.

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Pop

Cosa c’è nella camera de Limbrunire

É uscito venerdì 16 dicembre 2022 per Visory Records “Orocolante“, il nuovo singolo de Limbrunire. Un nuovo capitolo che si aggiunge al progetto solista di Francesco Petacco, in arte Limbrunire, cantautore ligure già noto alla scena indipendente che torna con un brano: un primo assaggio di un nuovo disco in uscita e finalista al Circonomia Green Music Contest e vincitore del Premio Speciale Radio Alba

Orocolante” è dunque un brano dolce amaro di chi continua a cantare su una nave che tuttavia sta affondando, cullati da un tappeto elettronico dove è possibile nascondere tutta la polvere di un mondo che stiamo calpestando: una consapevolezza oscura mascherata da un singolo sfacciatamente pop. 

Noi siamo stati a casa sua, e ci siamo fatto raccontare un po’ di cose.

Campana fiorita:

Questo oggetto che considero a tutti gli effetti opera d’arte è entrato nella mia abitazione in punta di piedi circa un anno fa. E’ stata creata da Agatea, una bravissima floral design che riesce sempre a trasferire la sua spiccata sensibilità ai fiori secchi che sceglie con delicatezza e persimonia donando loro una nuova vita sospesa tra presente ed eterno. La osservo ogni volta che necessito di un momento di pace, di silenzio. E’ terapeutica!

Bici da corsa:

E’ il mezzo che mi permette di tenere in forma il corpo, la testa e lo spirito.
Spesso le idee nascono proprio nei momenti di svago e di fatica sulle due ruote, ed è proprio in quei momenti intensi che alleno la creativà. Amo particolarmente le salite perchè meno trafficate e quindi meno pericolose, e perchè la natura selvaggia e silenziosa è il miglior regalo che possa concedermi dopo uno sforzo intenso. Sono un ciclista solitario, e con me non ho nessun device tecnologico, voglio solamente contentrarmi su ciò che la bellezza priva di filtri ha ancora da offrirmi.

Macchina fotografica:

La fotografia è una passione segreta che mi accompagna da anni e molti dei miei scatti sono fuoriusciti da questa vecchia reflex Nikon D90 con obiettivo 17-70! Scatto generalmente poco a intervalli di tempo irregolari più o meno lunghi; vado alla ricerca di luoghi possibilmente abbandonati, decadenti e quando ne trovo uno nuovo mi fiondo al suo interno sperando di trovarci qualche rave.

 Libri:

Un oggetto del quale non potrei mai fare a meno e nel quale riverso gran parte dei miei guadagni. Mi portano lontano e sono forse lo strumento più democratico al mondo, sono lì per chiunque abbia voglia di tuffarcisi dentro. Non chiedono nulla in cambio, non giudicano, attendono in silenzio e non hanno data di scadenza al loro interno.

Moleskine:

Non per ultimo la moleskine sulla quale scrivo e scarabocchio i testi delle canzoni, dimenticandoli spesso, riscoprendoli alle volte. Non è un’agenda, è più un prolungamento di un arto, la fine del discorso e l’inizio di un altro, il nero su bianco di un flusso di coscienza radicato nel tempo. Io e la mia signorina stiamo bene insieme, presto la mattina e tardi la sera, giorno dopo giorno e ora dopo ora


 

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Pop

Cosa c’è nella camera di Ambra di Marte

É uscito mercoledì 14 dicembre 2022 “Non mi dire no“, il nuovo singolo di Ambra Di Marte.  Un brano che racconta l’amore in un modo delicato e alternativo, il senso di gratitudine che si prova a scoprire di avere qualcuno accanto su cui si può contare, la dolcezza del senso di calma che può infondere uno sguardo, racconta l’importanza anche di un silenzio se in ascolto dell’altro. Artista poliedrica e dalle influenze stratificate, Ambra di Marte si impone nella scena del cantautorato underground con un nuovo brano dedicato a tutti gli ultimi romantici. 

Noi come sempre siamo stati a casa sua, e ci siamo fatti raccontare qualcosa degli oggetti che la riempiono. Ecco com’è andata!

Il primo oggetto è un piccolo quadro di David Bowie che mi sono dipinta nel periodo universitario quando vivevo nel primo dei tanti appartamenti condivisi con altri studenti, in cui gli spazi personali erano pochi e dipingere e ascoltare musica erano ciò che io avevo da dare di me agli altri. Ha giravo un bel pó di appartamenti studenteschi rimanendo integro e quasi pulito quindi ne sono molto orgogliosa.

Il secondo oggetto è un libro illustrato di Alice Nel Paese Delle Meraviglie. Ne ho lette una dozzina di versioni ma è una storia che mi accompagna dall’infanzia e che continua ad appassionarmi e farmi viaggiare con la fantasia, che è la cosa a cui cerco di rimanere il più ancorata possibile perché è il motore di tutto ciò che creo sia musicalmente che nella vita.

Il terzo oggetto è un portagioie indiano che abbiamo portato a casa il e il mio compagno da uno dei nostri viaggi qualche anno fa. Sembra un contenitore di cose preziose ma in realtà ci teniamo dentro sassi, uno diverso per ogni posto del mondo in cui viaggiamo e che ci ha lasciato qualcosa di prezioso. Ci ricorda che essere curiosi e aperti alla scoperta ci fa crescere sempre.

Il quarto oggetto è una maschera di cartone ispirata ad una maschera africana: È la copia di una delle maschere teatrali del musical di Broadway The Lion King. Mi è stata fatta da una mia compagna per un’esibizione quando frequentavo l’accademia di spettacolo ed è un oggetto a cui sono estremamente legata non solo perché il teatro è una parte di me e del mio lavoro che non riuscirò mai a mettere da parte ma anche perché mi è stata donata in uno dei periodi più tosti ma che più mi hanno formato artisticamente della mia vita.

Il quinto oggetto è un Ukulele. Non sono ancora molto brava a suonarlo ma, siccome mi è stato regalato in un brutto momento per tirarmi su, mi ci sono dedicata e ormai è diventato senza pensarci un’abitudine quotidiana: la prima cosa che faccio istintivamente quando ho un problema o sono triste o ho qualche pensiero è proprio suonare l’ukulele. Quindi mi sento di condividere questo segreto con voi: Suonare l’Ukulele, cascasse il mondo, mette di buon umore.