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Comunicato stampa Pop

Tenete d’occhio Anna Nata

“Mattoni rossi” è il nuovo EP di Anna Nata, uscito venerdì 1 novembre 2024. Un debutto discografico ragguardevole, fotografia accurata e sincera del breakup, quel momento intenso che chiunque, prima o poi, si trova ad affrontare. La chitarra è la prima attrice del disco, essenziale mezzo espressivo della cantautrice.

Foto: Andrea Franchino

Queste le parole con le quali la cantautrice presenta il disco:
«Mattoni rossi è una storia d’amore. E sono due temi diversi: la storia, e l’amore. L’amore è ovviamente il tema principale: un sentimento intensissimo, capace di dare significato agli oggetti del mondo, e alla vita stessa. La storia è quella che è necessario ri-costruire per restituire un senso a tutte le cose quando l’amore finisce, e lascia il mondo frammentato come uno specchio rotto. Le voci del racconto sono due: quella dell’autrice, e quella della chitarra – o meglio delle chitarre: acustica, elettrica e classica, protagoniste indiscusse degli arrangiamenti.Ogni brano dell’EP racconta un episodio chiave della storia d’amore. Prima, come nasce, un po’ per caso, senza aspettative, come gli amori nascono; e come esplode, trasformandosi immediatamente in una specie di profezia. In Pisa di notte, la chitarra classica, i cori armonici, le percussioni accennate dei ritornelli raccontano la meraviglia di un incontro inatteso, che sembra aprire un nuovo mondo nella città dopo il temporale. In Voglio vederti, un brano più veloce ed energico, la trepidazione e poi l’euforia dell’amore che conflagra è rappresentata dai colpi dei tom nel pre-chorus, che esplodono nell’apertura dei ritornelli, e nel finale.Altri due brani, la title track Mattoni rossi e Le voci, raccontano l’amore dal volto nero, quello della separazione disperata e piena di rabbia. Mattoni rossi è la prima reazione, certamente triste, ma ancora energica, infuriata. La chitarra acustica detta un ritmo incalzante sin dall’inizio; alla fine del ritornello, il brano si apre con l’entrata della batteria; infine, il brano si chiude con un riff di chitarra elettrica ed una voce arrabbiata ed incredula. Le voci è l’altro volto della tristezza, quello malinconico e stanco. È il brano in cui l’artista si mostra più vulnerabile, descrivendo i suoi ricordi in modo lucido e crudo, accompagnata dall’arpeggio dolcissimo e sconsolato della chitarra acustica, dagli archi, e da una linea di pianoforte leggermente dissonante – e in perfetta armonia emotiva.Infine, Sette mesi, che è un po’ il cuore e la sintesi di tutto l’EP, rappresenta il ritorno e la presa di coscienza amara della natura labirintica dell’amore. Anche qui, l’arrangiamento lascia grande spazio alla voce e all’arpeggio di chitarra, che alternano in sintonia note di dolcezza euforica a momenti di consapevolezza amara e rassegnata.»

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO
Anna Nata è una cantautrice pugliese di stanza a Milano. Inizia a studia chitarra e canto da giovanissima e comincia a comporre poco dopo. Dal 2022 decide di trasformare la vocazione per la scrittura in un vero progetto artistico.
Il suo EP di debutto è Mattoni Rossi, coprodotto insieme al musicista Angelo Brillante.

Per Anna, scrivere è una necessità più che un desiderio. Raccontare restituisce senso agli eventi – dolorosi, o anche solo dolorosamente intensi – che colpiscono con la casualità del fulmine, lasciando dietro di sé un barbaglio di luce e un’eco di tuono.
Narrare è trasformare il rumore in musica: come tale, il ricordo può ancora recare meraviglia senza generare sgomento. La chitarra – acustica soprattutto, ma non solo – è la grande protagonista degli arrangiamenti. Lo strumento è attento interprete delle sottili traiettorie emotive dei brani: in sintonia perfetta con la voce calda dell’autrice, oscilla tra la delicatezza nostalgica dell’acqua che si ritira, e lo schiaffo dirompente dell’onda sullo scoglio.

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Fonte: Costello’s Agency

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Pop

Le cinque cose preferite di Giulia

Il 18 ottobre Giulia debutta con il singolo “Viola”, prodotto da Wrongonyou. Un invito ad essere se stessi senza farsi fermare dai pregiudizi degli altri. “Viola”, colore particolarmente significativo per la cantautrice, è il lungo e tortuoso percorso che l’ha portata fino a qui. Nasce proprio come rivincita dopo un periodo in cui la frustrazione l’aveva portata a mettere in pausa la musica.

Il sound di “Viola” è un pop leggermente malinconico con sfumature nu soul, ma allo stesso tempo è carico di speranza. Una melodia che proprio come il testo ci fa passare attraverso la storia e il percorso della cantautrice. Strofe delicate che portano fino ad un ritornello esplosivo e coinvolgente.

Noi non potevamo che conoscerla meglio così, come facciamo spesso, chiedendole quali fossero le sue cinque cose preferite, e non a caso si parte proprio dal viola.

Il Viola

Ho sempre amato il colore viola. In tutte le sue sfumature, fin da bambina, al punto di farlo diventare il titolo del mio primo singolo. Trovo sia un colore profondo, complesso. L’unione del blu con il rosso, la tranquillità e l’introspezione che si fondono con l’irruenza e la passione. Un dualismo che sento molto mio. Inoltre, il fatto che sia spesso bistrattato e additato come porta sfortuna me lo fa amare ancora di più, quasi fosse una forma di riscatto. 

La Sardegna

In particolare Bosa, la città di origine di mia mamma. La Sardegna fa parte di me, è il mio posto felice. Per me significa casa, famiglia, gioia, appartenenza, è un legame difficile da descrivere. Amo Il suo profumo, il suo mare, sa Limba, la sua cucina, i suoi colori, la sua Anima. A questa terra meravigliosa sono legati alcuni dei miei ricordi più preziosi. Ho anche tatuata sul braccio una piccola bandiera sarda stilizzata. E sogno da sempre un duetto con i Tazenda! 

Cucinare

Amo cucinare, nonostante il mio rapporto con il cibo non sia sempre stato semplice. Cucinare mi diverte, mi rilassa, mi piace sperimentare ricette nuove (anche quando non riescono!). Sogno una cucina super attrezzata e molto spaziosa, con un grande tavolo da pranzo, dove poter ospitare tanti amici e la mia famiglia ogni volta che posso.

La poesia

Un’altra mia grande passione. Racchiudere il vissuto e le emozioni umane, anche le più profonde, in poche righe, se non addirittura in poche parole, mi affascina da sempre. Io che sono un fiume in piena e raramente resto in silenzio, lo trovo anche quasi un esercizio di meditazione. Amo scrivere poesie ma soprattutto amo leggerle: in particolare il simbolismo, l’ermetismo, e alcune delle grandi poetesse contemporanee. 

La piccola tastiera di mio papà

Mio papà, da buon musicista, ha sempre avuto diversi strumenti in casa. Ricordo con tanto affetto una piccola tastiera Casio, un cimelio anni ’80, non conteneva più di due ottave. Ricordo avesse diversi effetti, si potevano selezionare i violini, i fiati, diversi tipologie di percussioni, addirittura registrare qualche parola. Da bambina mi divertivo a sperimentare i diversi suoni insieme, a canticchiare delle melodie completamente a caso, cercando (assolutamente senza successo) di riprodurle sulla tastiera. 

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Comunicato stampa Indie Pop

L’ultima fermata della corsa dei LEGRU

“MILANOFIORI” è il nuovo singolo dei LEGRU, uscito martedì 29 ottobre 2024. Una traccia che è come l’ultima tappa di un viaggio introspettivo e allegorico, mentre ti lasci la metropoli alle spalle.

Foto: Gaia Moretti

Queste le parole con le quali il trio presenta la canzone:
«”MILANOFIORI” è un flusso di coscienza, un susseguirsi di immagini, metafore e nostalgia. La fermata della metro milanese MILANOFIORI diventa una destinazione simbolica in cui scendere, per abbandonare la corsa della vita e lasciarsi trasportare dalla notte e dai ricordi.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

LEGRU è un progetto nato nel 2022 a Como e formato da Nick, Teo e Alba.Il loro sound è un mix di sonorità elettroniche, tappeti ritmici ed effetti voce: anima pop, cuore punk, atmosfere urban.
Dopo una prima fase di scrittura e attività live, nel 2023 la band inizia la produzione e registrazione a Livorno del primo LP insieme al produttore Andrea Pachetti (Zen Circus, Emma Nolde, Brunori Sas, Dente).
Nel 2024 la band inizia a collaborare con Costello’s Agency, dopo aver rilasciato, durante l’estate dello stesso anno, i primi due singoli “Hanno Riaperto Le Discoteche” e “Come Le Modelle”.

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Fonte: Costello’s Agency

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Pop

Cosa c’è nella camera di Angelae

Esce venerdì 11 ottobre 2024 su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di angelae, alter ego musicale della cantautrice classe 1990 Angela Zanonato. Un nuovo capitolo dedicato a chi ha trovato il proprio posto nel mondo, a chi ha l’empatia per sentirsi parte di un mondo inevitabilmente sofferente, in attesa di un nuovo disco di prossima uscita.

Noi volevamo assolutamente conoscerla, e per farlo ci siamo fatti accompagnare a casa sua, chiedendole di scegliere 5 oggetti che raccontassero qualcosa di lei, ed ecco com’è andata.

Casa è un luogo che condivido con mio marito e con le nostre “ragazze” due gatte e una cagnolona. All’ingresso abbiamo subito messo le cose in chiaro siamo musicisti, poveri, incasinati, la casa è più o meno un deposito per  strumenti, potremmo fare rumore ad orari improbabili della notte ma siamo simpatici e veniamo in pace. Visto che la targa era al singolare ho fatto una correzione con il pennarello appena l’ho tirata fuori dagli scatoloni di Andrea.

In cucina troneggia il MIO frigo, l’ho voluto tantissimo, lo vedevo nelle serie americane quando vivevo ancora con i miei e l’ho comprato ed è il mio promemoria sul fatto che no, non bisogna sempre preferire la scelta più pratica, funzionale, logica e normale. Potrebbe costare molto di più di un altro frigo e occupare molto più spazio di quanto ne abbia all’interno? Sì ma a noi non interessa, neanche ci serve tanto spazio, siamo in due e mangiamo spesso fuori, a noi serve alimentare i nostri sogni.

Dalla cucina passiamo al soggiorno dove mi metto al pianoforte quando scrivo o studio. Sulla parete ho creato questa composizione di ottoni, visto che Andrea suona la tromba, usando degli strumenti vecchi che abbiamo trovato nei mercatini e on line. L’ultima canzone che è nata a questo pianoforte la porteremo in studio nei prossimi mesi e sarà nel disco che uscirà a maggio. È una delle mie preferite di sempre. 

In camera abbiamo la vasca da bagno perchè in bagno non ci stava. Alterna momenti in cui fa la funzione della sedia dei vestiti e momenti in cui ci siamo sempre dentro. Ci ha salvato in tantissime estati senza aria condizionata, in ammollo anche a lavorare!
La prima volta che l’abbiamo usata l’abbiamo riempita troppo e si è allagata la stanza, abbiamo riso tantissimo e ci è rimasto l’angolo accartocciato della cassettiera Ikea a monito! Bonus queste due splendide signorine!

L’ultimo “oggetto” è la mia Stella di Natale, la prima che riesco a far sopravvivere all’Epifania e ormai sta per compiere il suo primo anno di vita. L’ho accudita con tantissima passione per questi mesi e pochi giorni fa ho visto la sua prima nuova foglia rossa! Mi sono talmente emozionata che nel cercare di raddrizzarla, perchè volevo che esprimesse al meglio il suo potenziale, le ho spezzato un ramo bellissimo. Ho pianto molto. Adesso l’ho riconficcato nel terreno ma non credo che si riprenderà, spero che non se la prenda troppo perchè l’ho mutilata e che non mi abbandoni! Ovviamente è nell’unica stanza a cui non hanno accesso le gatte perchè per loro è tossica. 

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Pop

Cosa c’è nella camera di Iraci

Iraci condivide il suo nuovo singolo, lo struggente “Arianna“, disponibile su tutte le piattaforme digitali da mercoledì 23 ottobre 2023, per AsproDischi e in distribuzione Artist First. Qui dentro, le corde della chitarra suonano come rotaie che hanno il suono della distanza tra Roma e Milano: questo è il mood di un brano intenso che sviscera un racconto amaro, quello di due amanti lontani che fanno i conti con la realtà e con la speranza. Un nuovo inizio per Iraci, dove la produzione marcatamente pop segna un cambio di passo nel percorso del cantautore proveniente dalla scuola indie romana.

Noi per conoscerlo meglio ci siamo fatti portare a casa sua, per farci raccontare la storia di cinque oggetti particolari, ecco cosa ha scelto.

Tette dinosaurate

Uomo o donna che sia, chiunque entri in un’officina meccanica può aspettarsi di vedere un calendario porno e non trovarci nulla di strano o fuori posto. Questo fatto mi ha sempre affascinato, anche oggi con il mondo del patriarcato che espone sempre più crepe (per fortuna e ancora non abbastanza), le officine e i loro calendari restano l’ultimo vessillo, tempio di un mondo che va scomparendo. Un giorno ho trovato il coraggio di farmene regalare uno dal meccanico e ci ho appiccicato sopra degli sticker di dinosauri, perché ci sono molte cose che amo nella vita e tra queste ci sono i dinosauri.

Vasetto con plettri

Se volete illudervi di avere il pollice verde fate una talea da un pothos, non muoiono quasi mai e vi faranno sentire onnipotenti. Questo bimbo aveva solo due foglie e ora è l’orgoglio della casa. È in un posto di passaggio e mi permette di depositare nel tappo i miliardi di plettri che si moltiplicano nelle mie tasche: ho fatto anche un diorama con un triceratopo su un pezzo d’argilla, per tornare al tema dinosauri.

Libreria giochi

Fare il cantautore oggi ti costringe a pensare a tantissime cose contemporaneamente, è per questo che voglio fare un appello a tutti i colleghi: fatevi una cultura sui boardgame e avrete più chance di sopravvivere. Questa è una parte della mia collezione, in ogni scatola c’è un mondo diverso, una diversa strategia, un diverso mood, è il caso di dirlo:
“fenomenali poteri cosmici, in un minuscolo spazio vitale”

Farfisa

Questo bellissimo Farfisa Bravo 61 lo dava via mia zia, che fai non te lo porti in studio?
Ci trovo molto spesso ispirazione, nonostante io sia un chitarrista di formazione: è a prova di scemo ed è tutta colorata.
Ammetto che è anche il pretesto per mettere in mostra altre prove del mio pollice verde e una fetta del mio home studio

Poster cugini di campagna

Quel metallaro incallito di mio zio conservava con orgoglio questo poster dei cugini di campagna, c’è della velata ironia in tutto ciò. Il giorno in cui l’ho ricevuto in regalo è stato per me come il passaggio di una reliquia di famiglia, un testimone che passa di generazione in generazione. Tutti i colleghi e gli artisti che entrano nel mio studio restano estasiati. Un pò severo un pò sensuale, il loro sguardo giudica tutta la musica che faccio.

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Pop

“Pace Libera Tutti”: Amalia ci racconta e libera tutti

Con “Pace Libera Tutti”, Amalia inaugura un percorso musicale di intensa introspezione e liberazione. I cinque brani che compongono il nuovo EP della cantautrice romana, contraddistinti da sonorità pop delicate e melodie leggere, riflettono il conflitto interiore dell’artista, che esplora temi come l’assenza del padre e la difficoltà di lasciar andare relazioni tossiche. La scrittura, affilata e sincera, trasforma emozioni complesse in testi che toccano corde universali. Già dalle prime parole, infatti, vengono chiaramente spiegate le intenzioni del progetto: ”Pace Libera Tutti” è la prima tappa di un percorso di analisi interiore e liberazione, in cui l’artista affronta progressivamente quei cassetti nascosti nel suo inconscio, condividendoli con chi ascolta. Amalia si sente pronta a riscoprire situazioni ed emozioni lasciate per tanto tempo in sospeso, con un’invidiabile capacità di mescolare il dolore con una leggerezza quasi danzante, rendendo il suo stile unico e profondamente umano.

Foto: Ilenia Tramentozzi

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO
Dopo il trasferimento da Roma a Bologna, visto il forte amore per la black music ed il soul, Amalia sceglie di trasferirsi in California dove canta in un coro gospel e ha la possibilità di scoprire le varie sonorità che la circondano e che la porteranno a scrivere la sua musica in inglese. Tornata in Italia, si dedica alla composizione in italiano ed inizia a toccare con mano una scrittura che le appartiene realmente, che presenta diverse influenze frutto delle sue molteplici esperienze di vita.
Dopo un lungo periodo di studi tra Milano e Bologna, Amalia comincia a dedicarsi ai suoi primi live, arrivando ad essere ospite per due anni di seguito al TEDX BOLOGNA e pubblicando (2022) il suo primo singolo “Resta”, prodotto da Luca Pellegrini.
Nel 2023 firma con l’etichetta bolognese MAKEATHOUSAND iniziando un nuovo percorso ed una nuova sfida, che la porta a pubblicare il brano “Stanotte” seguito poi dai singoli “Alice” e “Fake diamanti” che anticipano il suo EP d’esordio “Pace Libera Tutti”.

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Fonte: RC Waves

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Pop

Abbiamo intervistato i cantautori Gabriele Graziani e Mike Orange, oggi insieme per due nuovi singoli

I cantautori Gabriele Graziani e Mike Orange, durante uno dei loro incontri in giro per l’Italia si sono ritrovati a scrivere delle canzoni. Due amici che condividono la stessa grande passione e che decidono di mettere nero su bianco i relativi stati d’animo. I primi passi di questa collaborazione si sono visti lo scorso 30 dicembre, quando Gabriele (che era in quell’occasione il suo alter ego di una vita Chiazzetta) e Mike hanno condiviso il palco facendo uno i pezzi dell’altro in occasione della Rocker TV Night al Sottoscala 9 di Latina. 

E’ così che nascono Ragni (Lato A) e Lasciami qui (Lato B), due canzoni nate in casa, fatte in casa e da ascoltare in casa. Ragni parla del meccanismo della scrittura e dell’essere artisti. Ogni tanto ci si sente come i ragni che tessono tele e reti per spiegare le vele e aiutarsi a volare, ma solo a metà. In fondo scrivere le canzoni è un esercizio per essere migliori. Lasciami qui è la tipica canzone italiana, che parla d’amore in un mondo dove tutto è avvelenato. Abbiamo intervistato i due cantautori.

Come è nata l’idea di collaborare insieme per creare questi due nuovi singoli?

M: Ciao e grazie per l’intervista. Non abbiamo proprio deciso, ci siamo trovati a farlo in una notte in cui Gabriele era da me per un tour in Lombardia. È stato bello e naturale.

G: A un certo punto sarebbe accaduto, non era questione di “se” ma di “quando” appena abbiamo avuto l’opportunità l’abbiamo fatto.

Cosa significa per voi “amicizia e condivisione delle emozioni” nella musica?

M: Per quanto mi riguarda la condivisione è il sale del fare la musica. Se condividi la tua passione con altre persone che la pensano come te nasce confronto sincero e puoi crescere in qualche modo. La condivisione delle emozioni invece credo sia legata al fatto che se parli di te sei credibile e autentico, riesci ad arrivare.

G: Per me è collaborare è una consacrazione di stima e di affetto o di entrambe le cose, non mi piace collaborare con artist* che non mi dicono niente. Mike spacca sia come artista che come essere umano. 

Raccontateci del momento in cui avete deciso di scrivere “Ragni” e “Lasciami qui”.

M: mi ricordo. Era giugno 2023 e Gabri aveva un po’ di date in giro in Lombardia. Come succede sempre, divento casa base per quello che serve. Torniamo dal concerto degli Hornytoorinchos a Como e abbiamo fatto una notte a inventare cose. La mattina avevamo 4 pezzi voce e chitarra prontissimi.

G: Io stavo sviluppando un metodo di scrittura con cui un anno dopo avrei cominciato a insegnare Songwriting. Mike mi aveva chiesto di dargli qualche dritta e io gli avevo detto: “ma che stai a di tu sai già scrivere da paura, il mio corso sarà per chi ha appena cominciato”. 

Di ragni avevamo fatto solo il ritornello e la mattina dopo mentre dormivo Mike l’ha finita.

Ma lui ha insistito e quindi abbiamo giocato un po’ assieme. Lasciami qui è uscito subito con parole a caso e il testo vero è stato un anno dopo. 

Come avete trovato il giusto equilibrio tra i vostri stili musicali?

M: in realtà condividiamo un background fatto soprattutto di punk rock. Lui meno, io molto di più ma solo perché ho deciso di fare il cantautore molto tempo dopo di lui. Non è stato difficile trovare un equilibrio, il nostro focus era sul fare delle canzoni che potessero funzionare

G: Il Punk Rock è la mia lingua madre ed è da li che ho cominciato, ogni volta che sento un pezzo in testa me lo riarrangio tu pa tu tu pa, poi li suono acustici, si, ma solo perché se non vado in giro da solo non ci campo. In realtà i nostri stili sono identici, iniziamo a non essere d’accordo solo quando iniziamo a spiegare quello che facciamo, come in questa intervista ahahah per me adesso quello che vuole fare più il cantautore che il punk è lui, io volevo i pezzi molto più cattivi ma alla fine abbiamo trovato un compromesso, lui ha fatto gli arrangiamenti soft e io ho fatto il basso cattivo.

Potete raccontarci un aneddoto divertente avvenuto durante la registrazione?

M: avevamo buttato giù lasciami qui ma il testo non ci convinceva. In una delle nostre visite al sushi (rito obbligatorio quando ci vediamo) abbiamo riscritto il testo su un tovagliolo tra un ebiten e un uramaki

G: In una delle giornate di registrazioni Mike la sera aveva una festa in casa e io ho fatto del tutto per far saltare la festa perché non volevo lavarmi e volevo restare tutta la notte a finire i pezzi.

La festa alla fine si è fatta e mi sono anche quasi divertito.

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Indie

Cosa c’è a “Casa Dalì”, lo studio di registrazione di Loris Dalì

Esce su tutte le piattaforme digitali venerdì 4 ottobre 2024 “CASA Dalì”, il nuovo EP del cantautore abruzzese Loris Dalì e già anticipato dal singolo “Se citofoni scendo”. Impregnato di leggerezza e della semplice poesia della quotidianità, “CASA Dalì” è un disco completamente analogico, fatto in casa e registrato a mano dallo stesso artista che definisce se stesso come “un cantautore stagionale”. 

Proprio per questo motivo, abbiamo chiesto a Loris di accompagnarci alla scoperta del suo studio di registrazione casalingo da cui il suo nuovo disco prende il titolo: “Casa Dalì”. Ecco cosa ci ha mostrato:

CASADALI

Casa Dalì è un luogo in cui si creano progetti fatti in casa da idee fatte a mano ed è entrata nel disco come un musicista. Abbiamo usato solo strumenti ed oggetti fisici, quindi nessuna aggiunta digitale, cercando per ogni registrazione la stanza e la posizione con il giusto suono. È capitato di registrare con le finestre aperte, infatti in SUPERMERCATO si sente il fischio del Freccia Rossa che passa non lontano e accompagna l’intro di djembè di Giorgio, mentre le cicale fanno da sottofondo alla mia voce di ACCENTO, si possono percepire bene nel lungo stop della seconda strofa. Nella intro di SE CITOFONI SCENDO Branko, il nostro cane, guaisce a tono con gli accordi di pianoforte. Capita di interrompere una take perché suona il citofono, ma a volte certi suoni sembrano suonati dalla casa ed arricchiscono l’ambiente sonoro delle canzoni.

PIANOFORTE

Nel salone c’è un pianoforte verticale scordato o, meglio, accordato male. È in una tonalità diversa ed alcuni tasti sono ulteriormente calanti, ma ha un suono molto bello e lo volevamo utilizzare. Questo intoppo di accordatura mi ha obbligato a ricercare una essenzialità di arrangiamento che in fin dei conti è in linea con lo stile del disco come in SUPERMERCATO, una canzone di solo pianoforte, chitarra e djembè. Oltre al Freccia Rossa.

CAMPANA

STAY FRESH è una canzone di 30 secondi, ma ha un certo significato. Volevamo un arrangiamento minimale, semplice, che fosse in linea con il messaggio della canzone. Dopo varie prove abbiamo scelto l’ukulele, ma serviva ancora un suono che facesse da jingle. Abbiamo provato ad usare la campana tibetana che ho sul comodino e visto che suona in Do# abbiamo suonato in La. Insomma, abbiamo adattato la canzone all’oggetto. Oltre agli strumenti classici abbiamo utilizzato alcuni oggetti casalinghi come percussioni.

BAND

Anche i cori sono fatti in casa. Come nei miei dischi precedenti, anche in “CASA dalì” le coriste sono mia moglie Manuela e mia figlia Morgana. Manuela realizza anche le scritte e le parti grafiche dei miei progetti. La scritta sul muro di “CASA dalì” che fa da copertina al disco, scatto del fotografo Paolo Adduce, è sua. Morgana, oltre che sopportare le mie lunghe spiegazioni di progetti, canzoni, libri ed altre follie, mi aiuta nella comunicazione. Il loro coinvolgimento nel mio processo creativo è essenziale.

GRIFOBOMBOCLAT

Trovo similitudini tra creare una canzone e cucinare un piatto. Quando registro un disco so già come voglio “cucinare” ogni canzone. Dedico molto tempo alla pre-produzione e poi a dirla tutta mi piace andare piano, anche per godermi il processo creativo. Per ogni mio disco ho avuto accanto come produttore una persona che ha seguito con me il disco dalle demo alla stampa, Marcello Nigra per i primi due dischi e poi Carlo Castagna. Nella lunga gestazione di “CASA dalì” mi ha accompagnato questa volta Jacopo @grifobomboclat, essenziale produttore, musicista, vocal coach, arrangiatore, fonico e cuoco (a Casa Dalì si interrompe una session per cucinare la pasta). Creare un disco è un’esperienza speciale ed averla condivisa con Jacopo, mio figlio, rende questo disco ancora più importante per me.

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Pop

“questo amore mortale” è l’album di debutto di dada sutra

Esce venerdì 4 ottobre 2024 su tutte le piattaforme digitali in distribuzione Believe Music Italy, il primo disco full length di dada sutra, il progetto «atipico, contorto, stratificato, indefinibile» dell’alterego della cantante e musicista Caterina Dolci (attualmente anche nella formazione de Le Bambole Di Pezza). Un nuovo e definitivo capitolo (un album in italiano!) a due anni di distanza dal precedente “EP 1“, e già anticipato dai singoli “DIVA” (mitante nella playlist Rock Italia di Spotify per oltre un mese), “LE CURE” e “PRINCIPE“.

questo amore mortale ha un titolo preso in prestito dal famoso murale berlinese del bacio tra i politici Honecker e Brežnev, e vuole essere un inno alla disobbedienza e alla ricerca di spazi di guarigione in un mondo infettato da oppressione, genocidi e distruzione ambientale. Parla della necessità di inventarci nuovi miti, nuove divinità che non siano complici di crimini o malate di indifferenza, riscrivere una storia che non sia solo la verità parziale scritta dalla cultura ufficiale e dalle classi dominanti, che sia una storia di speranza e rigenerazione. È anche una riflessione sulla morte nell’ottica dei nativi americani, secondo cui la vita è ciclica, e la rinascita è sempre possibile finché la Terra continua a prosperare: «may our utopia be a future on Earth» è la frase dell’attivista indigena Txai Suruí che ricorre come found audio in vari punti dell’album e che ne è un po’ il tema centrale.


SCOPRI IL DISCO: https://bfan.link/questo-amore-mortale


RELEASE PARTY
dom. 6 ottobre @ Biko, Milano

BIO:
 

dada sutra è l’eclettico alias musicale di Caterina Dolci, gattara e bassista milanese, attualmente anche nella formazione della band Bambole di Pezza. I primi vagiti del progetto sono stati pubblicati nel 2022 in EP1, quattro canzoni in inglese tra il post-punk e l’onirico che parlano di insonnia, alienazione e violenza sessuale, portate in tour in vari localacci in Italia e in Germania. dada sutra ha poi balbettato in italiano fino a pronunciarsi nel primo album, questo amore mortale, che è stato prodotto con Giacomo Carlone tra i Navigli e l’angolo di parco Ravizza dove la fila per il Pane Quotidiano passa davanti ai nuovi scintillanti edifici della Bocconi.

DIVA è stato il primo singolo estratto dall’album, tra richiami 80s e immaginario distopico, uscito a gennaio con un video di Marco Panichella e selezionato dal concorso Musicultura tra le migliori proposte. Il singolo è stato seguito da LE CURE e poi PRINCIPE.

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Intervista Pop

Le 5 cose preferite di DALE

“Sento ancora il mare” è il singolo di debutto di DALE, dopo aver ascoltato questa nuova release abbiamo pensato di conoscere l’artista più da vicino, raccontandosi proprio attraverso le sue 5 cose preferite.

Ecco come è andata!

La Pizza 

E in particolare tutte quelle mangiate a casa di Alessandro Russo scrivendo musica e raccontandoci di noi stessi.

Born To Run – Bruce Springsteen (l’album)

Otto tracce che sanno di auto e di oceano.  E di strade senza fine.  Strade dentro noi stessi, da percorrere fino in fondo. 

Lo studio di Lorenzo (Avanzi)

Il posto in cui realizzo buona parte dei miei sogni.  Dove ogni sbatti diventa qualcosa di positivo. Dove mi esprimo. 

Il mare

Che può calmare e può distruggere. Che fa freddo e poi fa caldo, e lui sta lì, tenace e incessante.

Il caffè

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