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Le 5 cose preferite di Ricky Ferranti

Fuori dal 15 giugno “Nuovi eroi”, il disco di Ricky Ferranti. Un raccolta di tutti i brani usciti da fine 2020 fino ad oggi con una piccola chicca: “E ti vengo a cercare”, cover di Franco Battiato. Ricky Ferranti si è fatto conoscere e amare per il suo stile particolare. Un rock folk che riesce a cambiare veste per esprimere al meglio concetti differenti.

“Nuovi eroi” è un album che alterna introspezione ed analisi esteriore, biografia e società. Ha cercato di cogliere ciò che sta accadendo nel mondo a livello ecologico piuttosto che sociale usando a volte l’ironia a volte la metafora senza dare un giudizio preciso. Qualcuno potrà cogliere un messaggio, altri il suo contrario, altri solo la musica, altri un’ispirazione per un cambiamento ed altri magari forse offendersi. Quello che conta per l’artista è muovere qualcosa. L’inserimento della cover di Battiato è perfettamente funzionale in quanto rappresenta un percorso interiore che cerca di crescere attraverso le insidie e le prepotenze della mondo. Ricky è riesce a farci sorridere con brani come “Mica così male”, riflettere sull’ambiente con “Non farmi la guerra” e su noi stessi con “Spigoli del cuore”. Sette brani che racconta l’artista, la società e l’evoluzione della sua musica.

Abbiamo deciso di chiedergli quali sono le sue cinque cose preferite!

1. Inizio con una canzone dei Dire Straits “Tunnel of love”. Per me un capolavoro assoluto della musica. Mi emoziona sempre e ha un assolo di chitarra che è a sua volta una canzone nella canzone.La adoro.Gli ho visti Live nel loro ultimo Tour e seguo tuttora Mark come solista.



2. L’Alchimista di P. Coelho. Un libro che ho letto tanti anni fa e che ha segnato una differente visione del mondo.Da quel libro ho iniziato a leggere e studiare altre religioni e filosofie come quella Indiana. 



3.  “Alberto Sordi”. Penso di avere visto tutti i suoi film più significativi ricordandone a memoria molte battute. Un attore unico e geniale.



4. “Dune”. Un film che adoro e di cui ho apprezzato anche il recente rifacimento.Sono più legato all’originale anche se ha avuto una genesi complicata dato che si basava su un libro molto articolato e complesso. La colonna sonora del film originale era dei Toto, una band immensa che ho visto 4 volte live. Del rifacimento attuale mi sarei aspettato qualcosa di più proprio sulla colonna sonora. Non voglio dire che non sia bella e funzionale , ma manca secondo me di un tema dominante forte.



5. L’Andalusia. Penso sia una regione della Spagna magica e misteriosa. Mi piace il suo mare la sua musica il sole. Sono stato in Spagna diverse volte con dei viaggi in macchina “epici”, tipo in 5 in una Fiat Uno macinando oltre 6000 Km  da Piacenza ad Algeciras, Cadiz , Cordoba, Siviglia passando per il deserto e quelle che loro chiamano Autopiste. Ci sono tornato diverse volte facendo Il nord , passando per Madrid e poi giù a Malaga verso Tarifa.

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Pop

Cosa c’è nella camera di Cortese

È un viaggio tra i ricordi d’estate quello di Cortese nel nuovo singolo “Gallipoli”, in uscita venerdì 17 giugno per Visory Indie.  Dopo “Blues Bar” il cantautore salentino torna con un brano evocativo che fa subito venire voglia d’estate e di leggerezza. Con “Gallipoli” Cortese prosegue sulla via del sound itpop, con reminiscenze anni ottanta e influenze battiatesche, perfetta colonna sonora dei viaggi per le strade assolate di una costa salentina dalla bellezza disarmante, la location ideale per amori da film che viverli in quel momento significa sentirli destinati a durare in eterno ma che alla fine restano semplicemente tra i ricordi bellissimi di un’estate indimenticabile. 

Noi siamo stati a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato!

“Da una vita insieme”

Questo Shure SM58 me lo comprò mio padre quando avevo quattordici anni e iniziavo a cantare in giro per localetti della mia zona con una band di amici conosciuti in quel primo anno di liceo classico, loro erano più grandi di me di qualche anno, qualcuno era già maggiorenne, per cui ci si spostava in provincia con la macchina dell’unico patentato in cinque con chitarre, tastiere, batteria, casse, mixer, stativi, aste, microfoni incastrati nel cofano e negli altri spazi utili, spesso sopra le nostre gambe. È un microfono ancora oggi perfettamente funzionante, ha solo qualche ammaccatura sulla capsula ma è tutta vita, ogni tanto lo porto con me nei concerti, anche sui palchi con la tecnica più che servita, per ricordarmi la straordinaria vita che abbiamo vissuto insieme. 

”Sempre pronta” 

È un trolley che uso dal 2008, ammaccato ma indistruttibile. Prima del 2015 lo mettevo via ogni volta che tornavo da un viaggio fino al viaggio successivo, dal 2015 al 2019 ho attraversato così tante volte l’oceano che il trolley è rimasto sempre lì accanto al divano a portata di mano per ogni partenza, a volte ha sostato in qualche aeroporto di qualche continente più del dovuto non accompagnandomi fino a destinazione ma, alla fine, è sempre tornato a casa. 

“La mia salvezza”

Questo ciondolo è un simbolo tanto significativo per me, mi è stato regalato da una persona importante, la mia persona preferita, per salvarmi dal disordine che ho sempre avuto nella vita e nella testa, per ricordarmi che c’è sempre un posto dove posso fermarmi e gettare l’ àncora tranquillo che il mare ci coccola soltanto. Il tempo lo ha piegato ma mai spezzato come succede a volte con certi amori.  

“La mia avventura sudamericana” 

La Gaviota de Plata (un gabbiano di platino) è uno dei premi con cui sono tornato a casa dal Festival Internacional de la Canción di Viña Del Mar in Cile nel 2015 e da lì è partita una fantastica avventura fatta di tanta musica, viaggi, indimenticabili tournée oltreoceano che da bambino avrei sognato anche meno. Quella gaviota è un simbolo iconico del Festival, per cui, nel viaggio di ritorno in Italia, finché sono stato nel continente sudamericano la portavo con me tranquillamente sugli aerei come bagaglio a mano tra l’entusiasmo e l’affetto dell’equipaggio e passeggeri, ma una volta arrivato in Europa ho fatto scalo a Madrid e ai controlli di sicurezza mi hanno detto che risultava un oggetto contundente per via delle ali appuntite, per cui mi hanno chiesto di uscire, andare al banco dei check-in, imballarla e spedirla in stiva pagando 100€, per poi rientrare, rifare i controlli di sicurezza e imbarcarmi per Roma. Mentre l’addetto alla sicurezza mi tratteneva per spiegarmi tutto questo procedimento c’era un solo povero passeggero che viaggiava con me dal Cile in tutte le coincidenze per l’Italia che cercava carina mente e disperatamente di spiegare al tipo cosa fosse quel premio e cosa avevo fatto per meritarmelo. È evidente che alla guardia madrilena non importasse minimamente l’argomento, ci avrà solo scambiato per due pazzi.

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Indie Pop

Le 5 cose preferite degli NDM

Gli NDM pubblicano il singolo “Un giudice“, di Fabrizio De Andrè. Una cover nella quale il brano originale viene quasi stravolto dalle sonorità ruvide del gruppo romano. Per noi l’occasione di incontrarli e chiedere quali sono le loro 5 cose preferite.


Contaminazione
Fin dai nostri inizi è la contaminazione dei generi, il mescolarsi di sonorità, a fare da motore. Contaminazione è evoluzione. Così abbiamo portato il nostro sound in un brano folk/cantautoriale


Ritmo
Alla base di qualsiasi cosa, di una progressione di accordi, di una melodia, o della struttura in generale del brano. Là dove c’è il ritmo e groove le cose funzionano decisamente meglio.

Mario
La nostra mascotte, da sempre. È un pupazzo,una scimmia…ci ricorda molto spesso chi siamo. 
Petra
Il fuzz di effetti di clara che ci ha dato una mano per gli arrangiamenti di un giudice. Un suono la cui idea è antica ma che i ragazzi di EDC hanno saputo attualizzare con grande abilità secondo noi. 
Fabrizio de André
In questo periodo per noi è stato molto stimolante lavorare su un’attitudine cantautoriale come la sua e traslarla su un piano con suoni molto più violenti. È stato un esercizio difficile ma che ci porteremo dietro anche nei prossimi lavori…

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Pop

Francesco Curci e il suo disco di debutto: un leggero nodo alla gola mentre si balla in salotto!

Lo scorso 10 giugno è uscito su tutte le piattaforme digitali per Show In Action l’EP di debutto di Francesco Curci: “Più di Così”.

Con questo disco, il cantautore pugliese ci regala un viaggio in 5 tracce attraverso alcune tappe fondamentali della sua vita, rendendoci partecipi non solo di una maturazione musicale forte di 10 anni di ricerca, ma anche di una sua presa di coscienza personale e di un percorso di crescita intimo e sentito e proprio questo ancora più prezioso. 

Si parte con “Come Frank”, singolo che ha marcato il ritorno in scena del cantautore all’inizio di quest’anno, e con il quale Francesco Curci abbraccia totalmente la sua nuova identità. Frank è l’emblema della libertà, la libertà quella più pura, quella di chi neanche si pone il problema di piacere oppure no, ma si limita ad essere se stesso al meglio delle proprie possibilità. “Cattivo Ragazzo” è il capitolo più cupo del disco a livello di contenuto, un brano in cui l’artista ci mette di fronte ad un passato emarginazione, ma la sua musicalità potente e frizzante ci fa scorgere ancora una volta la vittoria simbolica dell’artista su ogni forma di pregiudizio. “Chiamami Con Il Tuo Nome” ci porta invece in mondo più luminoso. C’è molta tenerezza in questo ricordo di un amore estivo destinato a finire, un capitolo in cui sebbene non ci sia un lieto fine possiamo prenderci per qualche istante una pausa da tutti gli affanni della vita. Proprio come nell’omonimo romanzo (e film) e che Curci omaggia con questo titolo. “Più di Così”, brano che dà il titolo all’intera raccolta, è la storia di qualcuno che cerca in tutti i modi di riparare ad un errore che manda in frantumi in una relazione. Infine, con “Questa Nostra Canzone”, torniamo ad una dimensione di maggior serenità, la serenità che deriva dall’accettazione finale di se stessi con tutte le proprie luci e le proprie ombre, vittorie e fallimenti, l’epilogo finale di chi sa finalmente che nella vita ci si può concedere qualche caduta e che l’importante è rialzarsi sempre. 

Francesco Curci ci regala un disco di quelli che si ascoltano con un leggero nodo alla gola. Perché è vero, il ritmo è serrato, gli elementi pop sono talmente sfacciati da farti venir voglia di ballare in salotto, ma c’è qualche sfumatura più malinconica che è come quei profumi leggeri e che poi si impregnano addosso ai vestiti. Sarà per via di quelle venature di dance che fanno subito scendere la lacrimuccia ai nostalgici, o forse perché tutti prima abbiamo sentito il bisogno di accettarci e fare pace con noi stessi, o magari perché la voce di Curci è una di quelle capaci di abbracciarti con il solo suono anche in mezzo al trambusto più grande. O forse è un misto di tutte queste cose insieme. Ciò che è certo, è che “Più di Così” è un disco che in qualche modo si fa sentire sulla pelle fin dal primo ascolto… e che altrettanto sicuramente merita anche più di un ascolto.

CM

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Pop

Cosa c’è nella camera di Ardo

Il primo capitolo musicale di ARDO comincia con “Vita”, il singolo disponibile su tutte le piattaforme digitali da venerdì 10 giugno. ARDO, pseudonimo di Edoardo di Petta, è pronto a scaldare i cuori di chi l’ascolta con “Vita”, una canzone d’amore malinconica che parla delle insicurezze e degli sbagli commessi a causa della poca esperienza e conoscenza del sentimento.  Il risultato è un logorante malessere emotivo che può essere alleviato solo da una persona, colei che rappresenta l’appiglio per dimenticare il dolore, le difficoltà, e che ci tiene in “vita”. 

Noi come sempre abbiamo voluto fare un salto a casa sua, ecco com’è andata!

Ciao, la mia stanza rispecchia la mia testa, quindi un uragano di roba qua e là, eviterò per questo di mostrarvela tutta… vivendo la vita da universitario però, in una piccola stanza, gli unici oggetti che ritengo importanti e che fanno parte della mia quotidianità sono in questa foto. In primissimo piano (non è un oggetto) il mio cucciolone di 45 kg d’amore, Dante, che da 5 anni è parte costante della mia vita!

Il piano digitale è il primo strumento che mi è stato regalato dai miei genitori a 16anni,  con cui ho iniziato passo dopo passo a “suonicchiare” quel che avevo in mente, tutt’ora è lo strumento con il quale ho scritto molti dei miei pezzi. Mi fa tornare in mente molti momenti da sedicenne spensierato e pieno di sogni.

La mia fighissima chitarra super tecnologica che sto imparando a suonare per bene  ( a cui dovrei dedicare più del mio tempo) … come potete notare non passa inosservata! Accompagnato malissimo con lei, ho scritto un primissimo pezzo di getto mesi fa, al quale sono molto affezionato… Questo sarà il secondo singolo in uscita tra un mese (spoiler alert).

Ultimo oggetto significativo è questa palla da basket dei Lakers, un po’ sgonfia e vissuta. Questo è lo sport con cui sono cresciuto. Non ho mai amato il calcio, uno dei motivi per il quale da piccolo venivo un po’ screditato… diciamo che ho provato molti sport prima innamorarmi del basket, lo sport che mi ha dato modo di affrontare le prime sfide, vincere alcune insicurezze e combattere per un solo obiettivo. 

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Luca De Gregorio

Lasciami fuori” è il nuovo singolo di Luca De Gregorio, che ora ha anche un video. Noi abbiamo chiesto all’artista di raccontarci quali sono le sue 5 cose preferite!

Gravity di John Mayer

“Just keep me where the light is!” Ha segnato una parte del mio percorso e delle mie influenze musicali. Credo che la semplicità sia un’ arma potentissima e questa canzone, nella sua dinamica, arriva dritta al cuore…come una preghiera.

Eduardo de Filippo

La sua profondità, la sua malinconia, la tragedia celata dietro alla comicità, il suo modo di vivere e di comunicare – sia dentro che fuori dalla scena teatrale – sono state per me un bagaglio artistico prezioso.

Bukowski

Perchè è ed è stato maledettamente, fottutamente, sempre lui.

Caffè

E’ un appuntamento fisso, per me: un angolo di mondo irrinunciabile, soprattutto prima della stesura di un testo, della creazione di una canzone.

If di Rudyard Kipling

Questa poesia è un altro posto dove torno spesso, quando la bussola interiore gioca brutti scherzi.

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Indie Pop

Le 5 cose preferite di Gionata

Fuori il 27 maggio il nuovo singolo di GIONATA, “Per qualche giorno” per Amor Fati. Il brano parla dell’imprevedibilità della vita e noi affascinati da tutto ciò non potevamo che chiedergli quali sono le sue 5 cose preferite!

Le città invisibili di Italo Calvino

Semplicemente: un capolavoro. Un libro che si può leggere seguendo logiche diverse, un labirinto dove esplorare la mente umana, una descrizione accurata dei sentimenti che legano l’essere umano all’atto del vivere sul pianeta terra. Uno stile raffinato, surreale, unico. Da rileggere e rileggere, un libro che non annoia mai e che regala sempre qualcosa.

La mia chitarra classica

Una delle prime chitarre che ho avuto, ha vissuto feste in spiaggia, passeggiate nei boschi, domeniche pomeriggio al parco, traslochi e ha preso le stesse botte che ho preso io.

Ho scritto e scrivo tuttora la maggior parte delle mie canzoni: anche Per Qualche Giorno è nata così, con una chitarra pagata 20€ al mercatino dell’usato. Ha un suono unico, caldo, timido e, anche esteticamente, mi piace tanto: l’ho decorata incollando con la vinavil dei pezzi di vecchi cd che ho rotto appositamente.

La pizza del lunedì sera

Il lunedì è un giorno abbastanza vuoto e da tempo gli ho conferito importanza attribuendogli il giorno della pizza: così so che, anche se non succede niente di rilevante, mi attende una bella cena. L’esperienza si arricchisce se è condivisa, fuori piove e con un bel film.

Il bicchiere della staffa

Prima di andare a letto e congedarsi mi piace rimanere sveglio per un’ultima parola, accompagnata da un ultimo bicchiere, che a volte diventa l’inizio di una lunga conversazione. È poetica la sensazione di pace che si prova a rimanere in due in un luogo che trasmette pace dopo una serata passata in mezzo a tante persone.

Terrapin di Syd Barrett

Una delle poche canzoni in cui Syd Barrett dice apertamente “I really love you, and i mean you”. Una canzone d’amore cantata e suonata con lo stile unico, psichedelico, scanzonato, sbagliato, pazzo e dolce del crazy diamond.

Menzione speciale per la mia bicicletta (che ahimè penso sia arrivata alla fine della sua vita poiché proprio ieri sera ho urtato contro uno scalino che, nel buio, non ho visto, storcendo la forca del mio amato veicolo) per i terrazzi (puoi passare un po’ di tempo all’aperto, con tutte le comodità della casa) e, ovviamente, per il mare, il luogo che più si avvicina al concetto di umanità, con mille sfaccettature.

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Indie Internazionale Intervista Pop

PASSATEMPO: Vimine racconta la sua passione per la musica nel nuovo brano

PASSATEMPO” è il nuovo singolo di VIMIME, inserito da Spotify nella playlist editoriale “Anima Rnb“. Il brano parla della passione per la musica e della voglia di recuperare il tempo perso e le occasioni sprecate. Una medium ballad prodotta da dal sound rnb che mette in risalto la vocalità black dell’artista.

Abbiamo fatto qualche domanda a VIMINE:

Per iniziare, ci racconti chi è Vimine ?

Vimine è un ragazzo abbastanza timido, che grazie alla musica e alle esperienze fatte grazie alla musica sta venendo fuori abbattendo la timidezza; Originario Pugliese nato a Cerignola (FG) da mamma casalinga e papà Marmorista, ho una sorella un po più grande di me anche lei appassionata del canto; Diplomato in Arredo e Architettura, pizzaiolo per otto anni nella mia stessa pizzeria gestita con la mia famiglia; Ho iniziato sin da piccolo ad essere quasi sempre protagonista nelle recite dove mi assegnavano sempre la parte da solista, ho fatto anche esperienze all’interno di cori musicali per poi arrivare a scrivere i miei brani e a pubblicare la mia musica

Quando, come e perchè hai iniziato a fare musica?

Ho iniziato a fare musica nel Novembre 2020 iscrivendomi a scuola di canto, non sapendo cosa mi aspettava; Mi sono convinto ad iniziare un percorso formativo nel canto perchè durante la pandemia da Covid così per caso mi sono iscritto ad un contest che girava su facebook dove bisognava mandare un video di una esibizione canora e da li poi passare sotto una valutazione da parte di una giuria; da li è scoppiata la scintilla che mi ha fatto capire che questa è la mia strada; Da quel contest sono passato nella fase finale dove per la prima volta ho dovuto cantare dal vivo a Roma avanti ad un pubblico, li ho capito che per la musica sono disposto a tutto, da quello stesso contest sono passato ad un altra finale disputata a settembre 2020 e subito ho iniziato a studiare canto e musica

Quali sono i messaggi, le sensazioni, le emozioni, che vuoi trasmettere con i tuoi pezzi?

I messaggi che voglio trasmettere con le mie canzoni sono gli stessi che nella mia vita ho sempre portato avanti, comportandomi sempre bene con tutti, generoso, disponibile con chi mi dimostra di volermi bene, umile, sempre con i piedi per terra con le maniche rimboccate nel lavoro, facendo sacrifici e raggiungendo i miei obiettivi con impegno, testa e cuore; Sono un tipo che difficilmente mostra le proprie emozioni, anche se dentro di me ogni giorno ne avverto tante, belle o brutte che siano, è un lavoro che sto facendo su me stesso nel riuscire attraverso la musica a manifestarle senza vergognarmi

“Passatempo” è il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale. Ti va di parlarci di quello che significa per te questo pezzo?

“Passatempo” per me è come uno sfogo personale, pensando al fatto che sono stato troppo superficiale nel pensare che la musica non potesse essere la strada a cui dovevo dare priorità più di ogni altra cosa

Guardando indietro, quale brano del tuo percorso, fino ad adesso, reputi essere il più importante e significativo?

Sicuramente Passatempo 

Cosa stai preparando, invece, per il futuro?

Per il prossimo autunno ho 2 brani pronti sempre scritti da me che sto lavorando per ultimarli e farli uscire; Spero di partecipare attivamente a contest che mi facciano conoscere anche in un contesto live;

Giocando con la fantasia, con quale artista sogni di collaborare, un giorno

In primis con Laura Pausini, sono un suo fan, da quand’ero piccolo e che grazie alla mia famiglia l’ho conosciuta, ascoltandola prima nelle cassette poi comprando anche i suoi cd e partecipando ai suoi concerti; Ma comunque pensando invece a cantanti di oggi che comunque rappresentano il mio mondo cioè l’R&B ne dico qualcuno come Rkomi, Ghemon, Mara Sattei;

Qual è il punto di arrivo che ti sei prefissato?

Per il momento non voglio darmi un punto d’arrivo, perchè pensando a un punto di arrivo è come destinare una fine al mio percorso, spero duri più a lungo possibile senza aspettarmi troppo, ma nello stesso tempo credendoci fino all’ultimo; 

Dove ti vedi tra 5 anni?

Tra 5 anni senza essere troppo esagerato mi vedo su un palco pronto per un mio concerto anche alla festa patronale del mio paese, (rido) o chi lo sa, qualcosa di più

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Indie Pop

Tra i flutti con Maelstrom

Maelstrom ci piace, l’abbiamo detto sin dal primo giorno in cui la sua musica è entrata qui, in redazione da noi: c’è qualcosa, nella proposta del cantautore calabrese (ma da anni di stanza in Piemonte) che ci fa dire che un futuro ancora possa esistere per la canzone d’autore; se in “Coralli”, il suo singolo precedente, il suo amore per il cantautorato italiano veniva reso esplicito attraverso una scrittura che evocava i grandi del passato, qui in “Bassa Marea” il groove ammicca certamente di più alla Gen Z ma nella scelta delle parole il riferimento rimane un certo tipo di “poetica” ben precisa.

Il brano parte con calma, mettendo subito in primo piano il groove di una produzione che cresce e si dilata, fino ad arrivare all’esplosione di un ritornello che mette voglia di “rivoluzione”: dentro, c’è tutta la voglia di ripartenza di chi, in questi anni, pare aver perso il coraggio e la forza di buttarsi nei flutti del presente, per attraversare la spazio che separa “paura” ed “ambizione”. Insomma, la bassa marea di cui canta Maelstrom pare essere metafora di un mondo interiore che ha bisogno di ritrovare le sue sicurezze per non andare a fondo. 

Un brano energico, dal retrogusto estivo senza però adagiarsi in pose mainstream eccessive: certo, lo potreste trovare nei generalissimi cataloghi editoriali di Spoty, ma la verità è che la cifra identitaria del progetto sfugge ai canoni classici del pop, e ci regala una nuova, piccola stella da veder crescere. 

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Indie Internazionale Intervista Pop

Un altro posto: Emme racconta il nuovo singolo

“In un altro posto” è il nuovo singolo di “EMME“, che arriva dopo la pubblicazione di “I nostri corpi”. Il brano parla di scelte, di coraggio e di quanto sia faticoso uscire dalla staticità e dall’immobilismo. “EMME“, girà intorno al concetto di “felicità”, e della continua ricerca sul significato di -questo stato d’animo e su cosa siamo disposti a fare per per raggiungerlo.

EMME ha risposto alle nostre domande:

Per iniziare, ci racconti chi è EMME?

Nella vita di tutti i giorni sono Matteo Mancini, una persona che ha un figlio, un lavoro, che fa la spesa e paga le bollette. EMME è la parte irrazionale, anche infantile se vogliamo. Una dimensione in cui mi distacco dalle cose materiali e mi concentro sulle emozioni, una fuga -se vogliamo- dalla vita di tutti i giorni che a parte gli affetti, per il resto è un costante imbattersi nella meschinità dell’essere umano. Ovviamente sto esagerando ma neanche troppo.

Quando, come e perchè hai iniziato a fare musica?

Ho avuto la fortuna di avere due fratelli più grandi che mi hanno introdotto alla musica quando avevo 5 o 6 anni. Avere Kurt Cobain come idolo quando frequentavo la scuola primaria è stato un grande privilegio, un imprinting di tutto rispetto 😉

Ho studiato chitarra, canto per molti anni ma la mia vocazione è sempre stata quella di scrivere. Ho iniziato a 14 anni con delle cose ovviamente oscene ma non ho più smesso e non credo che smetterò mai.

Quali sono i messaggi, le sensazioni, le emozioni, che vuoi trasmettere con i tuoi pezzi?

Io scrivo molto per me stesso, è un modo che uso per rielaborare i miei vissuti. Molto spesso trovo delle cose nei miei testi che non sare mai riuscito ad esprimere con un discorso.

Ecco, quello che vorrei trasmettere è l’importanza di trovare un proprio linguaggio, anche solo per parlare a se stessi. Mi piacerebbe che questa mia attività fosse uno stimolo per qualcuno

IN UN ALTRO POSTO è il brano con cui ti abbiamo conosciuto all’interno del nostro portale. Ti va di parlarci di quello che significa per te questo pezzo?

Banalmente questo progetto nasce anche per superare un momento difficile. Attraverso la scrittura io rielaboro i miei vissuti e mi faccio forza. In pratica è una sorta di auto terapia, in questo senso “In un altro posto” parla proprio di lasciare qualcosa di importante, di affrontare il dolore, di una scelta difficile, dolorosa e faticosa però necessaria per uno scopo più gande che è la felicità.

5. Guardando indietro, quale tappa del tuo percorso, fino ad adesso, reputi essere la più importante e significativa?

Una tappa precisa non c’è. Ogni volta che chiudo una canzone avverto una  sensazione di benessere che è anche difficile da spiegare. E’ quasi una droga e ogni volta che accade mi ripeto che non dovrà essere l’ultima. Fatto sta che belle o brutte, scrivo canzoni da 20 anni.

Cosa stai preparando, invece, per il futuro?

Altre canzoni ma soprattutto mi sto preparando per iniziare l’attività live

Giocando con la fantasia, con quale artista sogni di collaborare, un giorno? Mi piacerebbe molto collaborare con Dardust, sarebbe un grande salto di qualità nelle mie produzioni

Qual è il punto di arrivo che ti sei prefissato?

Per ora, dopo qualche anno di attività, potermi sentire di nuovo un artista, detto con la massima umiltà, è un grande punto di arrivo. Non importa quello che accadrà, ho 34 anni e un approccio diverso, non voglio conquistare il mondo, voglio continuare a risparmiare sullo psicologo grazie alla musica.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Dove sono adesso, speriamo con la compagnia di EMME