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Pop

Com’è andata la prima edizione di Indieponente? Ce lo raccontano direttamente gli organizzatori!

É successo tutto lo scorso sabato 28 settembre 2024 presso l’arena BIGAUDA in località Camporosso (IM), dove si è tenuta la prima edizione di INDIEPONENTE, un festival di musica (ma anche un mondo di degustazioni, street food e street market…) che si pone l’obiettivo di portare i grandi artisti della musica indipendente italiana nell’estremo ponente ligure. La prima edizione della kermesse, oltre a band arrivate da tutta Italia, si sono esibiti i MEGANOIDI, nella loro unica data ligure del “Brucia Ancora Tour”, celebrativo dei 20 anni della loro hit “Zeta Reticoli” . 

Noi non c’eravamo, ma abbiamo chiesto direttamente a chi questo festival lo ha organizzato, di raccontarci un po’ com’è andata.

Il pomeriggio è iniziato con i panicosparso, collettivo di dj alternativi principi indiscussi delle notti indie in Riviera. Intanto Kevin Kicherer e Wolf, dalla loro Indieponente Hills lanciavano dischi e vini ai loro discepoli.

È toccato al padrone di casa, Amado, inaugurare il palco e dare il benvenuto ad Indieponente ai 600 presenti. Il nostro si è anche commosso…

La prima vera botta nel petto l’hanno poi data gli Haji con il loro Stoner rock, e Dave, l’altro padrone di casa, ha finalmente rilasciato tutta la tensione dell’ organizzazione alla batteria

È stata poi l’ora dei Mania, che hanno riportato la calma e la melodia in quella montagna russa musicale che è Indieponente

Carlomagno è stato uno degli artisti più apprezzati, con i suoi musicisti ha coinvolto il pubblico fin dalla primissima canzone

La “quiete prima della tempesta” ce l’ha regalata Errico Canta Male, con la sua musica che ci ha fatto dondolare, ma anche riflettere

E poi loro, i Meganoidi, un bagno di folla, i cuori a mille, gli stage diving, il gran finale a cantare con Amado e Dave. Brucia Ancora!

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Pop

Le cinque cose preferite dei Mondocane!

Fuori dal 13 settembre l’omonimo ep dei mondocane! che racconta la prima fase della loro storia, quella degli ultimi tre anni che li ha visti alternarsi tra numerosi palchi live italiani. Un disco che racchiude le canzoni pubblicate fin ora e due inediti.

L’EP racconta l’essenza del duo: voglia di sperimentare e mescolare suoni differenti. La loro anima rock si incontra e scontra con quella più elettronica. Il risultato è un mix di brani indie rock attraversato da synth intrapredenti. 

Il singolo che più di tutti trasmette questo mood è la title track, mentre in “Nuvole in viaggio” dove la parte indie si fa più prepotente. Nell’inedito Outune, il sound alternative rock abbraccia i suoni sintetici anni 80, Fernando invece racconta l’anima più cantautoriale dei Mondocane! seppur l’elettronica continua a farla da padrona. Il secondo inedito “Flash Back Triple Delay” è un mix di rock ed elettronica.

Noi dovevamo assolutamente conoscerli meglio, e per farlo abbiamo chiesto loro quali fossero le loro cinque cose preferite!

LA MUSICA (in senso lato)

Il nostro motore principale: amiamo suonarla, ascoltarla, cercarla, scoprirla, sperimentare suoni, fusioni, architetture. La musica per entrambi è da sempre una necessità: l’urgenza di crearla, il bisogno di ascoltarla. Abbiamo una colonna sonora per ogni momento importante della vita, sia come individui, Luca e Davide,  che come entità  mondocane! 

RIDERE

Il nostro sguardo sul mondo spesso avviene attraverso la lente dell’ironia,del gusto del paradosso, del piacere del surreale. Ridere accompagna i nostri viaggi, è una componente fondamentale della nostra amicizia. Ridere ci consente di affrontare con più energia le fatiche e le difficoltà. La risata spesso ci aiuta anche a vedere le cose da angolature differenti. La nostra intesa profonda, umana e artistica, ha come collante fondamentale l’ironia: entrambi guardiamo il mondo con la voglia di prenderlo in giro e guardiamo noi stessi con lo stesso desiderio.

CONOSCERE LUOGHI E PERSONE NUOVI

Amiamo suonare la nostra musica dal vivo, per noi è fondamentale. Abbiamo però anche un altro grande piacere che accompagna le nostre trasferte musicali: vedere luoghi nuovi e conoscere persone nuove. Talvolta, anche quando il concerto, la location, la risposta del pubblico, non sono entusiasmanti, torniamo a casa con un bagaglio altrettanto arricchente: avere conosciuto qualcuno, avere ascoltato le sue storie, esserci confrontati, avere visto un ambiente nuovo, bello o brutto che sia. Questo è per noi il valore aggiunto del suonare.

BERCI UNA BIRRA INSIEME

Viaggiando, suonando, chiacchierando, facendo progetti, lavorando, passando del tempo insieme punto e basta, berci una birra insieme è un piacere che ci accomuna. Ci piace ricercare la birra nuova, quella artigianale, ci piace assaporare la novità nella città in cui stiamo suonando, amiamo rilassarci bevendo una birra dopo il sound check o il concerto. Che la si beva noi due o in compagnia di qualche nuovo compagno di strada, una birra fresca è un piacere a  cui rinunciamo poco volentieri.

Davide mondocane! Con Marco dei Fattore Rurale

LA NOTTE

Proviamo nella nostra sala di sera fino a notte fonda, suoniamo spesso alla notte, rientriamo dai concerti di notte, ci ritagliamo spazio per lavorare al nostro progetto la notte. Per noi è un momento importante: la notte riduce la velocità delle cose, sfuma i contorni, ospita persone con cui ci sentiamo più a nostro agio, la notte ha una colonna sonora più intensa ed emotiva, la notte ha un odore più affascinante. Amiamo la notte, chiacchierare dopo le prove fuori dal nostro studio o rilassarci facendo il bilanci del concerto dopo una serata. La notte è il nostro palcoscenico preferito, dove possiamo svestirci dai panni diurni e vestirci con quelli di mondocane!

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Comunicato stampa Indie Pop

CIMINI annuncia le nuove date del “TRAGICO TOUR”

Dopo la “Tragica Magica Notte” di Bologna, il concerto evento di luglio con orchestra, CIMINI prosegue l’inizio del suo nuovo percorso artistico con il  “TRAGICO TOUR”. A questo annuncio si aggiunge quello di un nuovo singolo in uscita l’11 ottobre, “L’URLO”, colonna sonora di questa particolare e inedita esperienza.

CIMINI ritorna così sulle scene con un tour lungo e capillare che avrà luogo, a partire dalla stagione autunnale ’24, nei posti più “punk” e in cui “stare stretti”, lungo tutto lo stivale, a prezzi popolari, in formazione elettrica, ribelle e sudata.

Il “TRAGICO TOUR” e “L’URLO” si legano, così, a doppio filo, non solo perché entrambi specchio dei nostri tempi, ma anche perché manifesto di una generazione incattivita. Ed è proprio da questa consapevolezza che CIMINI ha deciso di intraprendere l’“impresa eccezionale” di un tour così articolato, con lo scopo di invitare l’ascoltatore a non restare in superficie ma a lasciarsi trasportare dallo spettacolo per godere a pieno delle sue sonorità ruvide.

illustrazioni di Enea Luisi – grafiche di TEMO

Si parte con la prima doppia data a Bologna allo storico Cortile Cafè il 16 e il 17 ottobre 2024, a cui seguiranno poi senza sosta, una dopo l’altra, le tappe di un tour in cui ad ogni concerto corrisponde un’esperienza, sempre diversa: in tutti i live CIMINI avrà la libertà di anticipare canzoni nuove insieme ad altre da cantare a memoria. Ballate strappalacrime e canzoni arrabbiate unite in un abbraccio stretto.

Ecco le parole di CIMINI:

L’URLO è una preghiera tragica che mi accompagnerà nel mio tour più sguaiato di sempre, è la colonna sonora migliore. Sarà il mantra che accompagnerà il Tragico Tour in tutte le città italiane da ottobre fino a Natale. Una condivisione faccia a faccia dei sentimenti che pervadono questi “tragici anni”. Con la certezza che dopo il Tragico arriverà il Magico.”

Di seguito tutte le date:

16/10 Bologna, Cortile Cafè

17/10 Bologna, Cortile Cafè

18/10 Arco (TN), Cantiere 26

25/10 Urbino, Fuori Tema

26/10 Firenze, Glue

01/11 Genova, Giardini Luzzati

02/11 Mantova, Arci Tom

08/11 Cesena, Spazio Marte

09/11 Livorno, The Cage

16/11 Milano, Bellezza Palestra Visconti ore 19

16/11 Milano, Bellezza Palestra Visconti ore 21,30

17/11 Parma, Zu

21/11 Pescara, Scumm

22/11 Bari, Officina degli Esordi

29/11 Pisa, BSA

30/11 La Spezia, Shake Club

06/12 Terni, Baravai

13/12 Verona, The Factory

19/12 Roma, Alcazar

20/12 Rende (CS), Mood

LINK AI BIGLIETTI: https://linktr.ee/tragicomagicotour

Biografia

Cantautore calabrese trapiantato a Bologna, conosce il successo nel 2017 con “La legge di Murphy”, brano cult della scena indie-pop italiana. Nel 2018 pubblica l’album “Ancora Meglio”, a cui segue un tour di oltre 100 date nelle principali città italiane. Nel 2021 esce “Pubblicità”, accompagnato dal fortunato “Karaoke Tour”, uno spettacolo a metà tra il teatro canzone e un concerto vero e proprio sotto la regia di Lodo Guenzi, che riesce a portare con grande successo CIMINI in tutti club italiani più importanti nonostante la difficile situazione di pandemia, poi riproposto in full band nell’estate 2022.
Ritorna sul palco con una data live il 13 luglio 2024 accompagnato dall’Orchestra Leggera in occasione del festival bolognese BOtanique. Il 25 settembre annuncia il nuovo “TRAGICO TOUR”, una lunga serie di date indoor lungo tutta Italia, che anticipa l’arrivo di un nuovo singolo, “L’URLO” in programma per il 4 ottobre.

MGMT Milo Manera +39 345 631 1101 – Nicola Roda +39 333 955 0639


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Pop

Le 5 cose preferite di Bambina

Un’amara verità, raccontata da una voce appassionata, innamorata della musica. Entra così, in punta di piedi, nel panorama musicale, con delicatezza e forza nel contempo: stiamo parlando di BAMBINA, cantautrice di origine calabrese, e del suo singolo POLVERE. POLVERE è il primo singolo di BAMBINA, scritto dalla cantautrice e prodotto in collaborazione con SAINT LOUIS MUSIC PRODUCTION. Il brano, nato chitarra e voce, è stato vestito con sonorità elettroniche, che esprimono con una vena un po’ rockeggiante il tema forte a cui fa riferimento, ossia l’analisi del rapporto con i social e di come questi ultimi ci facciano sentire. 

Link all’ascolto di Polvere: https://lnk.to/bambinapolvere

Noi le abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite:

MARTINA: io e la mia signorina stiamo bene insieme! Sono affezionatissima alla mia chitarra Martina, ormai compagna inseparabile. Ho condiviso con lei tutte le mie gioie e i miei dolori e tramite lei riesco ad esprimere musicalmente quello che non riesco a dire a parole.

MANGIARE: penso che non ci sia niente di più bello al mondo che gustare del buon cibo. Sono una buona forchetta e per ogni posto che frequento devo assaggiare almeno tre cose tipiche. Il cibo è un po’ come la musica, è una forma culturale che dice tanto di un popolo e io da questo punto di vista cerco di non precludermi nulla, sempre in accordo con i miei principi salutari. 

VIAGGIARE: amo viaggiare e sono felice di fare il mestiere che faccio proprio perché mi porta continuamente a spostarmi, conoscere posti nuovi e confrontarmi con tante persone. Preferisco viaggiare d’estate, perché amo le giornate piene di luce e il mare.

DORMIRE: preferisco non inserire foto, perché sarebbe altamente imbarazzante. I miei amici più stretti mi chiamano ‘’La narcolettica’’, perché dopo una certa ora mi addormento, anche in piedi, ovunque mi trovi (a meno che non mi stia divertendo tanto, tipo quando suono). A parte gli scherzi, ho sempre delle giornate così piene che dormire diventa la cosa più bella del mondo, quando posso, mi concedo del sano riposo, perché è fondamentale per ricaricare le pile.


I BAMBINI: Fa ridere che a Bambina piacciano i bambini, ma è così. Ogni volta che vedo un bimbo mi emoziono, hanno un modo di vedere le cose puro e sincero. Credo che dovremmo ascoltare un po’ di più i bambini e imparare da loro ad apprezzare le cose semplici della vita. 

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Pop

Quattro chiacchiere con Gilberto e i Complici

E’ fuori il videoclip di “Quanti di spazio”, singolo uscito online il 30 agosto 2024. Il videoclip, realizzato da Maurizio Del Piccolo, già regista di altri videoclip di Gilberto (“Film”, “Non è un Paese per Jovanotti”, “C’è un’altra Terra”, e il corto “Come fare un make up da paura”), è stato girato presso Studio37, studio di posa di Rubano (PD). Laura compare nel limbo bianco, a rappresentare il viaggio nel buco bianco, Gilberto intento nell’assolo di tastiera, e i coristi. Per i più cinefili, c’è un omaggio alla Guida Galattica per Autostoppisti, e una citazione nascosta a Futurama.

Per tale occasione abbiamo deciso di farci raccontare il singolo da poco uscito!

Benvenuto Gilberto! Abbiamo colto al volo la possibilità d’intervistarti ed eccoci qui, partiamo subito parlando del tuo ultimo singolo come in una sorta di viaggio a ritroso, raccontaci un po’ la storia di “Quanti di spazio”.

“Quanti di spazio” è nata leggendo “Buchi bianchi” di Carlo Rovelli, ma la mia è una canzone di fantascienza, anzi di fantasia; ho immaginato che Laura, il nostro soprano, facesse un viaggio nel futuro nel 2084, poi nel 2104 e infine nel 3004, per raccontarci come saremo. La melodia è nata sopra il giro armonico, che volevo particolarmente suggestivo. Credo sia LA canzone più “gilbertesca”, penso che per un po’ non riuscirò a spingermi oltre. E sapere che pure Carlo Rovelli in persona ha gradito, scrivendomi via mail, beh… Credo che potrò morire soddisfatto!


Non tutti scrivono canzoni ispirandosi a personaggi dotti e di spicco, cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale Italiano? Intravedi qualità o solamente musica commerciale poco degna di nota?

È banale dirlo, ma la musica di qualità è tutta intorno a noi. Basta volerla cercare. L’algoritmo di YouTube funziona benissimo, rispetto a quello di altre piattaforme. La cosa importante, come ho letto da qualche parte, sarebbe smettere di contrapporre “underground” e “mainstream”. Io abolirei l’aggettivo “emergente”. Smettere di valutare una proposta in base ai numeri. Vale anche per i famosi, eh. Non è che se uno ha successo vada schifato per forza. Ci vuole la maturità di non considerare più la musica come faccenda da teenager. Se si smettesse di rincorrere il giovanilismo a tutti i costi, magari qualcosa di più interessante spiccherebbe prima.


Detto ciò, parteciperesti mai ad un talent con la speranza di diffondere arte e bellezza a più persone possibili? O ti ritieni più un’artista per “pochi”?

A parte che ho 37 anni, e come dicevo prima, il mercato vuole adolescenti con gli occhioni dolci e le frangette, da tritare e poi buttare via. Se si lasciasse perdere il giovanilismo a tutti i costi, che già a 19 anni non sopportavo, potrei anche pensarci ai talent, ma la vedo improbabile. Poi, “pochi”… valutiamo quanto pochi! L’importante è che chi vuole entrare nel mio mondo, ci stia bene. Non voglio consumatori da sfruttare, voglio persone che mantengano vivo il proprio bambino interiore.


Chi sono “i Complici”?

Sono tutti coloro che gravitano attorno al mio progetto: il soprano Laura Presazzi, il chitarrista Trizio, con cui facciamo trio. Ma poi anche il rapper Hot Ice, e i vari cantanti ed attori, registi e anche i fonici che stanno contribuendo a realizzare il primo spettacolo dell’Associazione Culturale I Complici: “1527 – Roma è sicura”.


Alle spalle hai una gran bella discografia con un gran numero di dischi già pubblicati, cos’è cambiato da quando hai cominciato ad oggi (come ti senti cambiato?)

Mi sento più consapevole dei miei limiti e delle mie capacità. Per questo canto sempre meno, e mi concentro di più a scrivere i brani, valorizzando altri cantanti. “Quanti di spazio” serve anche a questo: nel videoclip vedrete diversi Complici all’opera. Inoltre, ho trovato forse finalmente la formula giusta per esprimere la mia visione, cioè attraverso il teatro. Avevo sempre vagheggiato questa unione di stili opposti, un intero che contenesse le contraddizioni, ma una carriera da cantautore o con la band non avrebbe mai funzionato. Ora riscontro l’entusiasmo tra attori e cantanti nel preparare questo spettacolo, una situazione di cooperazione spontanea che con le band non avevo mai vissuto. Un motivo ci sarà!


Lasciamo spazio adesso ai ringraziamenti, questo spazio lo dedichiamo a te, ringrazia pure chi vuoi e se vuoi lasciarci un messaggio, segno, del tuo passaggio fai pure! Noi ti ringraziamo per la preziosa disponibilità!

Ringrazio voi per questo spazio, e tutti i Complici, che stanno contribuendo a realizzare un grande spettacolo, di cui “Quanti di spazio” non c’entra, ma è una canzone che mostra le loro capacità interpretative! Che dirvi… che in futuro la California perderà il suo primato economico, e Cartura diventerà una metropoli!

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Pop

Un’affascinante fusione di jazz, folk e indie nel nuovo album di Giorgia D’Artizio

“Nomea”, il terzo album in studio di Giorgia D’Artizio, rappresenta un’affascinante fusione di jazz, folk e indie. Pubblicato dall’etichetta Lilith Label, questo lavoro è un’ode alla collaborazione artistica e alla ricerca di nuove sonorità che esplorano il disagio del vivere contemporaneo. Ogni traccia dell’album è un’esperienza sonora unica, arricchita dai contributi di talentuosi musicisti e dall’abilità compositiva di Giorgia.

Giorgia D’Artizio, cantautrice genovese, ha iniziato la sua carriera musicale con l’EP “Sintomi” nel 2017, un lavoro caratterizzato da sonorità rock e testi di protesta. Trasferitasi nel Veneto orientale nel 2018, ha iniziato una fruttuosa collaborazione con Freddy Frenzy, espandendo il suo repertorio con influenze ska e cantautorali. Il suo secondo EP, “Ultima Notifica” (2021), ha segnato un’evoluzione nel suo stile, con arrangiamenti curati da Max Ravanello.

“Nomea” è un album che si distingue per la sua profondità emotiva e la complessità musicale. Ogni traccia è frutto di una collaborazione tra artisti, con Giorgia alla voce e alla scrittura dei testi, Caterina De Biaggio e Daisy De Benedetti alle voci, Laura Giavon agli arrangiamenti corali, Max Ravanello agli arrangiamenti musicali e diversi strumenti a fiato, Freddy Frenzy alla chitarra, Marco D’Orlando alla batteria e percussioni, Mirko Cisillino alla tromba, trombone e fisarmonica, e Clarissa Durizzotto al clarinetto e sax contralto.

Uno dei brani più significativi dell’album è “Insolita Allegria”, che esplora il tema dell’identità con una melodia vivace e coinvolgente. La voce di Giorgia, combinata con gli arrangiamenti corali di Laura Giavon, crea un’atmosfera unica che invita l’ascoltatore a riflettere sulla natura mutevole dell’identità.

“Chi Non C’è” è un altro brano che merita attenzione, con la sua narrazione delicata di un incontro mancato tra due anime perdute. Gli arrangiamenti musicali, con la loro complessità e profondità, accompagnano la voce di Giorgia in un viaggio emotivo che tocca il cuore.

Le “Strambe” sono interludi musicali che collegano le tracce principali dell’album, creando un tessuto sonoro unico fatto di improvvisazioni e suoni disordinati. Questi interludi conferiscono all’album un carattere distintivo e sperimentale, che arricchisce l’esperienza di ascolto.

La title track “Nomea” affronta temi complessi come i pregiudizi e le distorsioni mentali con un ritmo reggae che aggiunge una dimensione ritmica e coinvolgente all’album. La presenza di Maria, un’alleata che allevia le sofferenze, aggiunge un elemento di speranza e riflessione al brano.

Giorgia D’Artizio, con “Nomea”, ha creato un’opera che dimostra la sua crescita artistica e la sua capacità di collaborare con altri musicisti per creare qualcosa di veramente speciale. La sua abilità nel mescolare diversi generi musicali e nel trattare temi profondi con sensibilità e maestria rende questo album un ascolto imprescindibile.

L’album è disponibile su tutte le piattaforme digitali e in formato CD, ed è stato presentato il 13 settembre al Chiostro di Sant’Andrea a Genova, un evento che ha celebrato la creatività e il talento di Giorgia e dei suoi collaboratori. “Nomea” è un viaggio musicale che invita l’ascoltatore a esplorare nuove emozioni e a riflettere sulle complessità della vita moderna. Con questo album, Giorgia D’Artizio conferma il suo posto tra i cantautori più promettenti della scena musicale italiana.

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Pop

Cosa c’è nella camera di EMIT

Esce venerdì 13 settembre 2024 su tutte le piattaforme digitali (per Believe Digital) il nuovo singolo di Emit, alter ego musicale di Emanuele Conte. Il brano, dal titolo “bacio“, è un brano stratificato di influenze dalle tinte color pastello, che ci accompagna alla fine dell’estate, come un nuovo inizio. Racconta il momento in cui si lascia alle spalle qualcosa che non ci appartiene più. Che può essere un’esperienza, uno stile di vita o qualsiasi altra cosa. Qualcosa che non ci aiuta più a diventare quello che vogliamo essere. Il bacio rappresenta sia un saluto finale a quello che c’è stato prima e che si sta lasciando indietro, sia un incontro con quello che ci aspetta dall’altra parte di questo attraversamento.

Noi per conoscerlo meglio, abbiamo deciso di fare un salto a casa sua ed ecco cosa ha deciso di mostrarci Emanuele.

mini amplificatore:

È un piccolo amplificatore che ho comprato di seconda mano durante l’erasmus nei Paesi Bassi e che usavo anche per andare a suonare per strada ad Amsterdam. In quel periodo ho scoperto della musica che mi ha ispirato tantissimo e mi piaceva molto mandare dei beat e suonarci sopra con la chitarra elettrica, ma ovviamente non avevo portato il mio fender deluxe da 800 chili dall’Italia. In quel periodo mi ha accompagnato questo oggetto. E meno male che l’ampli era piccolo e leggero perché la chitarra elettrica con la custodia rigida era un po’ difficile da portare in bicicletta, non so come ho fatto a non schiantarmi.

braccialetto Outside Lands:

Sono andato a questo festival l’estate scorsa a San Francisco con mio fratello. Ero curioso di sentire Alex G, poi ha suonato Willow. A un certo punto incredibilmente ho ritrovato mio fratello dopo che c’eravamo separati, senza bisogno di sentirci o scriverci. C’era questo set di un dj/chitarrista che è stato spaziale. Era il primo evento di quel tipo a cui andavo e il fatto di condividerlo con mio fratello è stato bello e speciale. “San Fran, ‘till next time” cit. Kendrick Lamar

chitarra Takamine:

Era del mio insegnante di chitarra Claudio Olimpio, di quando ero al liceo. Mi piaceva tanto questa chitarra perché mi sembrava morbida sulla tastiera e aveva la spalla mancante, quindi era perfetta per suonare alcuni pezzi blues che studiavo in quegli anni. Poi con lei ho scritto le prime canzoni, registrato il primo disco. Aveva dei problemi di accordatura verso il dodicesimo tasto e l’amplificazione era mezza rotta, quindi ha fatto qualche giro dai liutai e adesso suona da paura, secondo me. È ancora la mia chitarra acustica principale, le voglio tanto bene. 

spartiti Lucio Battisti:

Non so da dove venga questo libro ma semplicemente mi dà la possibilità in qualsiasi momento di sedermi e imparare qualcosa di bello e cercare di farlo mio. E poi sono canzoni che cantavo da bambino in macchina. Infatti lo uso con parsimonia perché comunque sono cose delicate.

Billionaire:

Credo sia il gioco da tavolo più divertente dell’universo. Ho un sacco di ricordi delle partite e soprattutto delle risate fatte giocando a Billionaire. Gente che urla, si alza, ti strappa le carte di mano. Qualcuno non riesce più a giocare, piegato in due dalle risate. Alla fine di ogni mano per vincere bisogna prendere prima degli altri una valigetta che si trova al centro del tavolo e in quel momento le consuete norme sociali perdono ogni significato. Se ne sono rotte di valigette.

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Pop

Le 5 cose preferite di badp

Fuori dal 30 agosto “Moonshit 3: Over the Clouds” il terzo capitolo della trilogia musicale di badp, realizzato in collaborazione con Shiloh Dynasty. Questo progetto rappresenta un’evoluzione nel percorso artistico del giovane produttore italiano, offrendo un mix unico di mood e generi che spaziano dall’euforia estiva alla malinconia invernale.

“Moonshit 3: Over the Clouds” è una raccolta di brani molto diversi tra loro. Canzoni che sanno prendere da generi musicali differenti, mantenendo comunque un fil rouge nella base musicale. Abbiamo brani come “Brazilian Wogo Fruit” che si muove su terreni più esotici. Invece “Stay!” e “Tonight” sono più soft e avvolgenti. Uno stile che viene ripreso anche negli ultimi pezzi come “On the clock” e nella ballad “If I don’t Change”

Noi volevamo conoscere meglio badp, e per farlo non potevamo che partire dalle sue cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.

1. Civitella, il piccolissimo paesino dove vivo fin da quando sono nato, è il posto perfetto per isolarsi dal mondo, con pochissime persone ed attività commerciali.
Fonte primaria della mia ispirazione.

2.  La Luna, fin da piccolo quando è ben visibile in cielo faccio lunghe camminate al buio illuminato solamente dalla luce emanata da essa. Mi sono sempre sentito attratto da lei e sento una forte connessione.

3. Airpods, Senza queste in situazioni morte non saprei come fare. Non sono molto bravo ad annoiarmi e quando viaggio, produco o non so come passare il tempo le indosso ed ascolto sample vecchi in ricerca di qualcosa da campionare.

4. Il Campino, essendo un grande appassionato di calcio non potevo tenerlo fuori dalla lista. Ogni domenica ci ritroviamo in un vecchio campetto a Civitella con i miei amici e giochiamo per ore.

5. Il Macbook, grazie a lui, tutte le miei idee prendono forma e diventano suono.
Me lo porto ovunque,praticamente anche quando devo andare a fare la spesa, l’ispirazione può venire da un momento all’atro e per me è molto importante metterla subito in note. 
Per me è quasi come un “compagno” di viaggio.

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Indie

Cosa c’è nella camera di Kill Ref

Esce lunedì 2 settembre 2024 su tutte le piattaforme digitali il primo singolo del progetto che vede insieme Kill Ref & HI Fi Ensemble. Il brano, dal titolo “Filemone e Bauci“, ispirandosi al mito, sarà anche accompagnato da un cortometraggio per la regia di Antonio Zannone, che fisserà in immagini il contrasto tra elementi elettronici, percussivi, distorti e glitch con momenti orchestrali, epici ed ancestrali collocati sullo sfondo. Questo brano sintetizza un’armonia degli opposti custode silente del più profondo “per aspera ad astra” con cui è possibile anche in suoni ritrarre il mito di “Filemone e Bauci” oltre i limiti del tempo.

Filemone e Bauci” anticipa un nuovo disco in uscita ad ottobre.

Noi volevamo sapere qualcosa in più di questo progetto così complesso e lontano dalla sovraproduzione musicale a cui siamo abituati, e per farlo ci siamo fatti invitare a casa da Alessandro Signore, in arte Kill Ref, nel suo studio e nella sala prove di Roberto Di Vanna a Marina di Minturno (LT).

Mixing e mastering engineer on stage: se non si muovono durante le prove, allora il suono potrebbe non essere di loro gradimento. E ciò continua ad essere un serio rischio per il genere umano.

Uno dei primi set up da cui sono nate le bozze dei brani, che abbiamo poi perso e che, pertanto, saranno per sempre migliori di quelle su cui avremmo lavorato in futuro. Pazienza.

Joystick double vintage compatibile con console della Sega. Nonostante la polvere, se utilizzato come controller midi, distrae per ore chiunque, anche i severi engineers di cui sopra.

Ventaglio di Concita: nell’home studio questo ventaglio con il noto palindromo “ingirumimusnoctietconsumimurigni” ci impegna costantemente a verificare che le lettere siano sempre al loro posto. Non si sa mai.

Non è un comune dipinto. Piuttosto è l’alfa e l’omega del disco. Per chi si darà pena di acquistarlo, sarà tutto più chiaro.

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Intervista Rap

Le 5 cose preferite di MIDEN

Abbiamo chiesto a Miden di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite, dopo aver ascoltato la sua ultima uscita, ecco che cosa ci siamo detti!

POLITICALLY INCORRECT

Il concetto di “politically incorrect” (politicamente scorretto) è emerso come reazione a ciò che molti percepiscono come eccessi del “politically correct” (politicamente corretto) ed è stato abbracciato da coloro che ritenevano che il politically correct stesse soffocando la libertà di espressione e il dialogo onesto. Mi piace “abbracciare” la libertà di espressione, fare critica e satira, e dire quelle “verità scomode” che molti non vogliono affrontare. Essere scorretto, “scortese” musicalmente parlando mi da forza.

EMINEM

O meglio SLIM SHADY.

L’artista che mi ha influenzato maggiormente in ogni sfumatura. L’artista più controverso e influente del panorama rap.

La sua carriera, caratterizzata da successi enormi e altrettante polemiche, ha avuto un impatto significativo non solo sulla musica, ma anche sulla cultura popolare. Le sue canzoni affrontano una vasta gamma di temi, molti dei quali controversi. Tratta di argomenti come la povertà, la dipendenza, le difficoltà familiari e la violenza domestica, spesso attingendo dalle sue esperienze personali. Questo realismo brutale ha attirato critiche per la sua rappresentazione esplicita e spesso grafica, ma ha anche contribuito a creare una connessione profonda con il suo pubblico. Mi sono rivisto in lui dato che non ha paura di sfidare le norme sociali e parlare apertamente dei suoi demoni personali. È stato anche accusato di omofobia, misoginia, e promozione alla violenza. Ma nonostante ciò, Eminem ha sostenuto che le sue canzoni sono una forma di espressione artistica e non dovrebbero essere interpretate come incitazioni alla violenza. Album preferito “THE EMINEM SHOW” 

RABBIA POSITIVA

La rabbia è un’emozione umana naturale che, sebbene spesso vista in modo negativo, può avere aspetti positivi quando gestita e canalizzata correttamente. Quando pensiamo alla rabbia, la associamo a reazioni impulsive, conflitti e distruzione. Tuttavia, è possibile vedere la rabbia sotto una luce diversa, riconoscendone il potenziale per trasformare situazioni negative in opportunità di crescita e cambiamento. Voglio canalizzare la rabbia (dovuta a esperienze passate) e trasformarla in consapevolezza, autocontrollo, facendo “passare” una comunicazione sana, motivandomi a cambiare sempre in meglio.

GENTIL SESSO

Quando parliamo del “gentil sesso”, non ci riferiamo solo alla grazia e alla delicatezza che spesso si associano alle donne. Parliamo della loro forza interiore, della capacità di resistere e di combattere per i loro diritti, e dell’instancabile impegno nel sostenere le famiglie e le comunità. La gentilezza e la compassione sono tratti che, più che mai, hanno il potere di cambiare il mondo.

Le donne sono state e continuano a essere leader in ogni campo immaginabile. Pensiamo a figure come Marie Curie, la prima donna a vincere un Premio Nobel, o a Malala Yousafzai, che ha coraggiosamente lottato per il diritto all’istruzione. Queste donne non solo hanno lasciato un segno indelebile nella storia, ma hanno anche ispirato milioni di persone a perseguire i loro sogni nonostante le avversità.

Nel quotidiano, le donne affrontano sfide che spesso passano inosservate. Il doppio carico del lavoro e della cura della famiglia, le discriminazioni sul posto di lavoro e le barriere culturali sono solo alcuni degli ostacoli che superano con tenacia e resilienza. Eppure, nonostante tutto, continuano a dimostrare una straordinaria capacità di amare, di creare e di innovare. Se non si era capito, impazzisco per le donne.

ESSERE PROVOCATORIO

un concetto spesso frainteso e talvolta evitato per paura di suscitare reazioni negative. Tuttavia, essere provocatorio non significa necessariamente essere offensivo o irrispettoso. Al contrario, può essere uno strumento potente per stimolare il pensiero critico, promuovere il cambiamento e rompere gli schemi convenzionali.

Essere provocatorio significa sfidare lo status quo, mettere in discussione le idee preconcette e spingere le persone a riflettere su ciò che diamo per scontato. In un mondo in continua evoluzione, dove le abitudini e le tradizioni possono diventare ostacoli al progresso, la provocazione può servire da catalizzatore per il rinnovamento e l’innovazione.

“È RIVOLUZIONE FRA”