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Indie Pop

Francesco Danny Martines ci consiglia 5 film per il weekend

Esce venerdì 4 giugno 2021 il singolo di debutto del cantautore Francesco Danny Martines dal titolo Made in America, fuori per Supersugo Dischi. Entrate in questo nuovo mondo di un pop oscuro e cinico, per tutti quelli che hanno vissuto almeno una volta un amore di provincia, per chi è stato solo per tanto tempo, e per chi si mette a confronto (perdendo, ovviamente) con Robert De Niro.

E a proposito di cinema, ecco i 5 film che non dovreste perdervi secondo lui.

Her

Una delle storie d’amore più belle e attuali (complimentoni al genio Spike Jones) che io abbia mai visto in un film , con un Phoenix fantastico che interpreta alla grande il personaggio di Theodore Twombly, al quale penso di assomigliare un bel po’ per attitudine e comportamenti. Mi chiudo spesso dentro di me e sono una persona abbastanza introspettiva oltre che emotiva. Come lui poi, amo scrivere lettere alle persone a cui voglio bene, non mi frega se oggi è demodé. È una cosa che mi piace fare

Il postino

Beh… C’è Massimo Troisi, un puro per eccellenza, ed io amo la gente pura. Ho scelto questo film perché, tra le cose che più mi colpiscono (a parte il candido amore di Mario verso Beatrice) c’è il fatto che Mario passa un sacco di tempo a parlare di poesia con il poeta Neruda. E sapete una cosa? Io cerco questa gente nei bar di provincia ma non la trovo mai. Solitamente si parla soltanto delle vite degli altri, di calcio, culi, tette, soldi, lavoro, etc etc. Nessuno parla di poesia e se devo essere onesto, questa cosa mi rattrista un po’.

The Truman Show

Adoro Jim Carrey e il suo modo di interpretare Truman Burbank. È uno dei miei film preferiti. film che mi ha formato sia in maniera positiva che leggermente negativa… Positiva perché anche qui, mi piace questo personaggio così amabile e gentile verso tutti, e negativa perché a volte ho paura di vivere in un Truman show tutto mio (sarò forse paranoico?😱😆)

La mia vita con John F. Donovan

Illuminante questo film. Tempo fa mi chiedevo quale potesse essere il confine tra la persona e l’artista. Questo film di Xavier Dolan cerca di raccontare in una maniera molto intima e profonda la questione… Consiglio alla grande!

Il grande Lebowski

Non mi stanco mai di rivederlo. Cult pazzesco. Lebowski è un altro di quei personaggi a cui mi ispiro un po’ nella vita di tutti i giorni (anche se so che non c’è poi tanto da esserne orgogliosi in fondo 😆)

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Indie Pop

“è stato bello” chiacchierare con DANU

Non è semplice fare il musicista nel 2021; un sacco di “imprevisti” (di natura socio-culturale, prima ancora che pandemici: basta con questo “alibi” degli effetti del COVID-19 sul settore dello spettacolo, che è in crisi da ben più tempo che due soli anni!) hanno tagliato le gambe prima agli spazi, poi alla creatività: non si può continuare a rastrellare il fondo di un barile che sta esaurendo le sue possibilità rigenerative, ed “uscire a guardare le stelle” ora sembra essere più che mai necessario per ritrovare ispirazioni, stimoli e fiducia. Tutte parole che no, non fanno rima con “pandemia”.

Di certo, tuttavia, in estate non ci si aspetta di imbattersi in un brano che abbia il retrogusto giusto per non stuccare con i soliti “ritornelli” forzati da rime baciate sole/cuore/amore, labbra rosso cocacola et similaria: insomma, non ti aspetti – il 3 agosto – un brano come “è stato bello”, che nonostante il mood estivo non fa sudare brividi freddi anzi, rinfresca con semplicità e con naturalezza senza alcuna forzatura. Il brano si muove su sonorità da Gen Z richiamando un po’ ad Ariete, un po’ a Frah Quintale; rispetto ai precedenti tre singoli di DANU, l’arrangiamento pare più votato ad un minimal che, di questi tempi, aiuta a riportare al centro le parole, che sono calibrate, ben scelte e giuste: una poetica semplice, che aiuta a rimetterci in contatto con l’idea che una bella canzone abbia bisogno di cose vere, e non di voli pindarici arditi o di iperboli pretenziose.

DANU racconta la sua vita in tre minuti di brano che disegnano l’accettazione di una fine che sa svuotarsi di ogni rancore e di ogni rimorso: nel giro di vite che l’esistenza ci regala, non abbiamo tempo per continuare a camminare sui “pezzi di vetro” (De Gregori docet), e a volte le ferite hanno bisogno di non essere più considerate tali per lasciarsi rimarginare; insomma, DANU ci mette il cuore – che va sempre più di moda come “argomento” nelle canzoni, sempre meno di moda nello “scriverle” – e il risultato è un brano elegante, che si farà gustare anche alla fine di quest’estate pandemica.

Ad accorgersene, è stato anche Mister Spotify che, all’uscita del pezzo, l’ha inserito subito in Generazione Z, Scuola Indie e New Music Friday: un buon segnale, questo, anche per il futuro. Anche per noi di Perindiepoi, che con i gusti del colosso svedese spesso ci troviamo in aperto disaccordo.

Detto ciò, lasciamo la parola a lui: buona lettura!

Benvenuto ai nostri microfoni digitali, DANU! “È stato bello” scoprirti con il tuo nuovo singolo, “è stato bello”: ti va di raccontarci un po’ chi sei, e come sei arrivato, ad inizio agosto, a pubblicare il tuo quarto brano?

Ciao! Mi chiamo Daniele, ho 26 anni e vivo a Castelfiorentino, in provincia di Firenze

Ho iniziato a scrivere canzoni circa tre anni fa, un po’ per caso, non è mai stato nei miei pensieri. Mi sono ritrovato a passare un momento buio e ho iniziato a scrivere canzoni come sfogo,  poi ho visto che mi piaceva farlo e che mi dava soddisfazione, così ho iniziato a prenderla sul serio e mi trovo adesso ad aver fatto uscire il quarto singolo. 

Devo ammettere che è un po’ da pazzi far uscire un singolo il 3 di Agosto, l’estate è già satura di pezzi e statisticamente il brano renderà meno, ma ho deciso di non far caso ai numeri e dare retta al cuore, era importante per me far uscire il brano in questa data precisa e l’ho fatto. 

“È stato bello” ha un titolo che, in qualche modo, raccoglie l’intero senso del brano. Sembra che questa canzone sia dedicata sì ad un grande amore, ma che in qualche modo serva quasi più a te per “restituire” ad un ricordo importante la sua giusta dimensione di realtà. Insomma, quanto c’è di terapeutico nella tua scrittura?

Sì, esatto. “è stato bello“ l’ho scritta sia per lei che per me, questa canzone è un po’ la cura che ho dato a quell’amore, che tante volte ho messo in dubbio e ho rischiato di odiare. Scrivere questo pezzo mi ha fatto capire che non posso odiare ciò che mi ha fatto stare così bene per tanto tempo. Le mie canzoni sono nate come terapia, e sicuramente continueranno ad esserlo. Poi ovviamente ci saranno anche altri stimoli che mi porteranno a scrivere canzoni per scopi diversi.

Che cosa vuol dire, per te, fare musica nel 2021? Hai esordito in piena pandemia, la domanda ovviamente non può tenere conto del momento drammatico che stiamo vivendo, e che negli ultimi anni ha messo in crisi l’intero settore di cui fai parte.

Vuol dire fare uscire musica in un periodo  molto saturo, ormai tutti possono fare una canzone e tutti posso caricarla su Spotify, questo ha lati positivi perché realizzare un brano è molto meno costoso rispetto a prima, ma allo stesso tempo, se sei un emergente indipendente devi investire tanto per riuscire a farti notare. Escono migliaia di canzoni tutti i giorni, i brani sono sempre più usa e getta, hanno durata brevissima, questo, collegato anche al difficile periodo attuale fa essere il lavoro del cantautore sempre una continua incognita.

Domanda a doppio taglio, di quelle che rompono gli equilibri; “Playlist Spotify”: trampolini di lancio o strumenti di “direzionamento” del mercato – e quindi, dell’ascoltatore?

Può essere una risposta scontata, ma secondo me siamo nel mezzo;  è vero che certe volte capita che grazie all’inserimento in playlist venga scoperto un artista sconosciuto, però credo che le playlist siano selezionate dal gusto di troppe poche persone, quindi magari non sempre chi merita effettivamente di più ottiene la visibilità della playlist. C’è tantissima bella musica che passa in sordina, e non lo trovo giusto perché gli utenti finiranno per ascoltare quasi sempre gli stessi artisti. Devo dire che però ultimamente forse sta cambiano qualcosa in positivo.

Dacci i nomi di tre artisti (rigorosamente emergenti!) che dobbiamo assolutamente scoprire.

Still Charles, Roberto Jolle e Giuse The Lizia

Ciao! “è stato bello“ rispondere a questa intervista!

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Pop

Cosa ho capito ascoltando il nuovo album di Sacramento

Ho ascoltato il nuovo album di Sacramento dal titolo Latte / The Italian Breakfast, album che segue il disco di debutto Lido. Il nuovo album, fuori per La Tempesta International e per l’etichetta americana SXN. Si tratta di un nuovo capitolo per il progetto solista di Steve Fileti che torna con le atmosfere estive e le rilassate situazioni italo-americane che conquistano sin dal primo ascolto.

Latte / The Italian Breakfast, il nuovo album di Sacramento che segue il disco di debutto Lido. Il nuovo album, fuori per La Tempesta International e per l’etichetta americana SXN, è un nuovo capitolo per il progetto solista di Steve Fileti che torna con le atmosfere estive e le rilassate situazioni italo-americane che conquistano sin dal primo ascolto.

La dottrina cattolica insegna che esistono sette sacramenti, ovvero battesimo, cresima, eucarestia, penitenza, matrimonio, ordine e unzione degli infermi. Non tutti sanno che esiste un ottavo sacramento, ovvero la predica. La predica essenzialmente consiste nel rimproverare qualcuno nel non aver fatto qualcosa di importante, in questo caso la predica che mi preme farvi è quella di ascoltare Sacramento. Non avete mai ascoltato Sacramento? Allora siete dei pazzi scellerati scemi in culo. Sacramento non è una band, è uno stile di vita, un dovere morale e come tale dovete accoglierlo dentro di voi. Il prima possibile, grazie. Cosa non vi convince? Ancora non lo avete fatto? Eh ma allora volete essere menati forte. Vi mando a casa Er Faina, raga, attenti. Lo conosco davvero.

No, non è vero, era solo per farvi paura. Guardate che se non ascoltate il suo nuovo album Latte / The Italian Breakfast vi rovino la vita. A questo punto i più svegli diranno che questa non è una predica ma è una minaccia, al che io rispondo con un sincero “Sì”. È tutto vero. Ebbene, i modi con cui potrei rovinare la vostra vita sono tanti. Voi penserete: ma questo come fa a sapere che ho ascoltato o non ho ascoltato il nuovo album di Sacramento? Bella domanda, grazie per averla fatta. Praticamente vado a cercare gli ascolti effettivi di ogni brano del suo nuovo album su Last.fm, faccio un paio di calcoli riguardo il target effettivo che potrebbe raggiungere Sacramento e mi spulcio profilo per profilo in questa bolla per scovare gli epicurei.

Voi direte: eh ma non tutti hanno il profilo su Last.fm… Avete ragione, infatti chi non lo ha finisce automaticamente nella lista di chi subirà la tremenda punizione divina. Siamo nel 2021 e ancora non usate Last.fm… Ma dove vivete? Non vi vergognate? Io mi vergognerei. In cosa consiste la tremenda punizione divina?

*Momento di suspense, parte la musichetta che usano in ogni reality show con pausa infinita prima di eliminare un concorrente*

La punizione divina consiste all’obbligo intransigente di partecipare legati su una sedia a una cena natalizia infinita con i parenti fasci SENZA ALCUN TIPO DI ALCOLICO A TAVOLA E CON LA BOCCA TAPPATA DA NASTRO ISOLANTE COSÌ NON POTRETE RIBATTERE ALLE CAZZATE CHE SENTITE. Che ne dite? Stare giorni su giorni seduti ad un evento del genere, con parenti interpretati da attori bravissimi che fanno a turno solo per intrattenervi ogni ora fino a quando non vi piscerete addosso. E anche se vi piscerete addosso loro continueranno a parlare e parlare e parlare.

“EEEEEH QUANDO C’ERA LUI”, “NON ESISTONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI”, UNA VOLTA TUTTO ERA PIÙ BELLO”. Tutto così, con frasi brevi e fuori contesto. Non avrete neanche la forza per urlare: totalmente assorbiti da questo nulla cosmico, dentro ad un limbo fatto di niente dove l’unica cosa che potete fare è galleggiare e pentirvi per non aver ascoltato il nuovo album di Sacramento.

Vi ho convinto? Spero di sì, altrimenti vi vengo a cercare. Buon ascolto v

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Pop

Le 5 cose preferite di Lakiki

Dal 16 luglio è disponibile in rotazione radiofonica “COME LA MAREA” (Jadda Music), nuovo brano di LAKIKI che vede il featuring di MAS MISTRO e che è già presente su tutte le piattaforme di streaming.


Come La Marea” è un singolo estivo ispirato da un’incontenibile passione per il reggaeton. Il beat contemporaneo e il mood vibrante fanno emergere la sensualità della voce di Lakiki che gioca ad alternarsi con quella di Mas Mistro come in una danza al tramonto. Il tutto risulta estremamente avvolgente e il ritornello sembra creato apposta per entrarti in testa senza lasciarti mai.
Il videoclip ufficiale del brano vede la bellezza di Lakiki in un contesto di spiagge e tramonti mentre è in dolce compagnia. Le immagini sono incentrate un’evidente sensualità amplificata dal calore dell’estate e dalla voglia di ballare, scenario in cui emergono giochi di sguardi tra i due protagonisti e infiniti tatuaggi sulla pelle di lui.

Ecco quali sono le sue cinque cose preferite

Il cibo

L’amore per la cucina me l’ha trasmesso mia madre che essendo cuoca mi fa vivere delle esperienze culinarie davvero fantastiche. Tra i miei piatti preferiti c’è un piatto tradizionale bolognese , ( la mia città ) i tortellini in crema di parmigiano o in brodo (d’inverno)

Il ballo
Amo i balli di gruppo e i latini , quando sono in mezzo alla pista mi scateno e do libero sfogo al lato più selvaggio che c’è in me. Ecco qua una foto che ritrae me e mia cugina in un ballo sensuale e avvolgente , in una serata latino americana.

La palestra

Mi piace allenarmi e mantenermi in forma , mi fa stare bene al corpo e alla mente.

I viaggi

Sono una persona libera , curiosa , indipendente , amo visitare posti nuovi , conoscere usi, costumi, culture e usanze diverse dalla mia. Il covid mi ha ostacolato questa mia libertà , ma presto viaggerò di nuovo. Barcellona e Parigi saranno sempre nel mio cuore e rimarranno tra i viaggi più belli della mia vita.

La moda

Prima di fare la cantante a tempo pieno , facevo la commessa , da sempre sono un esteta e amo i colori , i tessuti , amo la moda , far star bene una persona con il capo più adatto mi rende felice e appagata , e dare vita alla mia creatività e la mia personalità con i look eccentrici e sfarzosi.

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Pop

Il lockdown secondo Carmelo Piraino

“Non so se posso” è il titolo dell’album d’esordio del cantautore siciliano Carmelo Piraino, in uscita in digitale a partire dal 21 maggio: “questo disco è il mio e arrivare in punta di piedi; è come bussare per entrare; è chiedere permesso”. Un esordio discografico – a cui hanno collaborato Manfredi Tumminello (chitarre e basso) e Manfredi Caputo (percussioni) e prodotto da Massimo Scalici – provocatorio ed ironico, che racchiude la vita, i sentimenti del cantautore, e tutte le sfaccettature di un animo che tenta di trovare un senso: “un senso tra ragione e sentimento, tra realtà e fatalismo, tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, tra un bel tramonto e l’universo e tutti quei mille dubbi che ci appartengono come esseri umani. Sono tutti i contrasti e le sfumature del mondo – spiega Carmelo Piraino.

Gli abbiamo chiesto di raccontarci il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo? Qual è la tua routine?

Nella tranquillità dell’attesa. Per fortuna scrivendo canzoni io avevo rallentato già 10 anni fa quando ho ricominciato a riprendere la penna in mano e dare tempo ai miei momenti creativi, quindi era una routine lenta già da tempo. Non mi sono scombussolato più di tanto, se no nei pensieri e nella paura di quello che poteva sembrare all’inizio questa pandemia.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?

Per fortuna adesso qualcosa si comincia a muovere. Io comunque ho approfittato prendedomi il tempo necessario per definire il disco nel modo migliore, alla fine qualche ritardo c’è sempre e mi è tornato utile il lockdown. Mentalmente e a livello emotivo non c’è dubbio che qualcosa è cambiato e come ogni momento di cambiamento soprattutto nel pieno del suo processo ci si sente smarriti. Ma non credo che lo smarrimento sia sempre e solo negativo, basta accoglierlo e tentare in attesa di surfare l’onda appena arriverà. Insomma l’incertezza del futuro come unica certezza.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?

Si me la ricordo. Momento sconvolgente mi sono rimesso in discussione su tutto e mentre cambiava il mondo fuori cambiavo anch io dentro di me.

Sono arrivate le paure quelle con cui non facevo mai i conti perché il rumore delle cose della vita le assopiva, ma erano là in attesa che il silenzio le riportasse in superfice, e così è stato.

Una buona psicoterapia sta ricostruendo il mio mondo e forse un nuovo modo di vedermi e di vedere le cose della vita. Working in progress!

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?

Non L’ho scritto l’anno scorso. Tutto l’album “Non so se posso” è una raccolta di stati d’animo simili, scritti in epoche diverse, che ho voluto mettere assieme. E’ il mio mood cadenzato di un modo di vivere.

Il singolo “Non sopporto” incornicia quel momento di coppia in cui un dissapore, una lite magari reiterata fa saltare il sistema e si comincia a non sopportare l’altro con la paura che tutto il bello che c’è possa comunque finire, perché “c’è una scadenza anche in ciò che è buono”.

Ma come nei “lieto fine” si cerca nella forza dell’amore e ci s rivolge all’altro tentando di disinnescare, darsi la mano e andare avanti.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?

  • Non mi manca niente. Questo periodo mi sta dando la forza di cercare di vivere l’attimo, il qui e ora.
  • Non è facile ma quando ci si riesce, ci si rende conto che così apprezzi quello che ti capita accettandolo e accogliendolo quasi come ogni cosa fosse un segnale con un valore più alto delle tue aspettative previsionali di come vorresti andasse il mondo.
  • Diceva Jonh Lennon “La vita è ciò che ti accade quando sei tutto intento a fare altri piani.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22:00?

No in realtà no di preciso, ma se mi ci fai pensare mi ricordo la sensazione. Era quella di libertà o meglio di pensare che era impensabile avere restrizioni, quelle con cui oggi dobbiamo riuscire a convivere.

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Indie Internazionale Pop

Video intervista alle BKKB

BKKB sta per Khole Baby e Bhad Kamy che insieme riconoscono la propria crescita, un’evoluzione personale ed artistica che le porta a fare, con semplicità e trasparenza, ciò che più risulta difficile: aprirsi, raccontarsi, regalando uno spaccato della loro vita e del loro amore giovane, folle, incondizionato. Libero! Compagne nella musica così come nella vita le BKKB sono un duo LGBT con un sogno in comune: quello di farci ballare.

Il loro nuovo singolo infatti si chiama “Nanana” che rappresenta inoltre, il loro inizio, ma anche la rincorsa prima del grande salto.

In occasione della release di “Nanana”, il loro nuovo singolo, abbiamo incontrato le BKKB, duo di trapper romane classe 2000 e 2002. Una coppia nella musica e nella vita. Ecco come hanno risposto alle nostre domande.

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Pop

Le 5 cose preferite di Maky Ferrari

Fuori dal 16 luglio “Disco Jeans”, il nuovo brano di Maky Ferrari. A due mesi dall’ultima uscita “Haters”, la cantante ci riprova questa volta con un balzo di un decennio. Siamo così negli anni ’90 con un brano pop dance. Prodotto da Luca Tarantino e scritto da Davide Musca aka Attila, il brano descrive il desiderio di una ragazza di lasciarsi alle spalle i momenti bui e di buttarsi in pista a divertirsi e flirtare col ragazzo che le piace. 

Quando parte “Disco Jeans” è impossibile rimanere immobili. Siamo di fronte ad un brano tutto da ballare, che ti trascinante negli sgargianti anni ’90. In questo periodo storico in cui tutto sembra un po’ sottosopra, ci vuole una ventata di leggerezza ed è proprio quella che porta Maky Ferrari con il suo nuovo singolo.

“Il primo cd che ho comprato è stato Baby one more time di Britney Spears, giocavo ad imitarla davanti allo specchio. Ero una ragazzina e mi piacevano le Spice Girl, Ambra Angiolini e adoravo Nick dei Backstreet Boys. Ho voluto ripercorrere con questo brano il sound, il mood, gli outfit e lo stile degli anni che hanno segnato la mia adolescenza”.

Un sound leggero, ballabile accompagnato da metafore semplici ma che racchiudono un significato molto importante: il bisogno di leggerezza e di superare quei momenti più difficili. Dopo due anni di pandemia, ci voleva proprio una canzone come “Disco Jeans”. Un elogio agli anni ’90 e una ventata d’aria fresca. Le abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite!

1. Il codice da Vinci di Dan Brown

È il mio libro preferito, non ricordo quante volte l’ho letto oppure ho guardato il film. Adoro film e libri storici o documentari, attraverso i quali imparare cose nuove. Questo libro è avvincente, un continuo colpo di scena, nulla è scontato…ve lo consiglio!

2. Hercules

Adoro in generale tutti i film d’animazione Disney, fanno sorridere e riflettere ma soprattutto le colonne sonore sono una più bella dell’altra! Ho scelto Hercules perché da bambina mi esercitavo ad armonizzare sulle canzoni cantate dalle Muse, ma potrei dire anche Pocahontas, La principessa e il ranocchio, Gli aristogatti, Il Re Leone…

3. Agenda

Quando andavo a scuola andava di moda la mitica Smemoranda, che si riempiva di lettere, adesivi, biglietti del bus e di qualunque altra cosa! Non ho ancora imparato a farne a meno, nel senso che ancora adesso annoto i miei impegni lavorativi sull’agenda con tanto di legenda, penne colorate e disegnini…ahahah

4. Baby one more time di Britney Spears

È stato il primo disco che mi hanno regalato per la mia prima comunione insieme allo stereo! Imparavo a memoria i testi attraverso il libricino della cover e guardavo l’iconico videoclip infilando il disco nel pc! Già sognavo di diventare una popstar! ahahah

5. Titanic

Conosco a memoria tutte le scene ma nonostante questo piango sempre negli stessi momenti! Leonardo di Caprio è stato il sogno delle teenager della mia generazione, ed io sono rimasta una inguaribile romantica!

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Pop Rap

Leo Lennox lo ha fatto “Pour moi”

Leo Lennox ha solo una vaga assonanza con l’artista Lennon, perché per tutto il resto, l’artista di casa Revubs Dischi si rifà ad un genere che mette insieme pop, rap e, perché no, anche la dance. A dimostrarlo è il suo nuovo singolo “Pour moi”, fuori dal 14 luglio su tutte le piattaforme e pronto a farci scatenare in pista mentre cerchiamo di non versare lacrime amare per chi non ha saputo apprezzarci così come siamo.

Pour moi” è il canto egoico ma non egoistico, egocentrico ma non narcisitico di Leo Lennox: sì perché come si intuisce già dal titolo, l’artista finalmente sceglie di mettere al centro del suo mondo e della sua musica in primis sé stesso. Dopo anni passati ad assecondare voglie e desideri altrui, ecco che “Pour moi” canta di questa volontà di riscatto prima di tutto verso sé stessi.

Ecco che noi abbiamo voluto scavare a fondo nella questione, ed è per questo che vi lasciamo con la nostra video intervista preparata ad hoc per Leo Lennox!

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Internazionale Pop

5 cose per essere dei “veri” italo-americani, per Sacramento

Esce venerdì 11 giugno 2021 Latte / The Italian Breakfast, il nuovo album di Sacramento che segue il disco di debutto Lido. Il nuovo album, fuori per La Tempesta International e per l’etichetta americana SXN, è un nuovo capitolo per il progetto solista di Steve Fileti che torna con le atmosfere estive e le rilassate situazioni italo-americane che conquistano sin dal primo ascolto.

Latte – The Italian Breakfast è il mio modo per raccontare le mie visioni, la mia esperienza di vita attraverso la musica. Per me il momento migliore della giornata è la mattina: svegliarsi, fare sesso, vestirsi (non troppo), andare al bar sotto casa, prendere il cappuccino e il cornetto e leggere le notizie sotto il sole. Questo è il paradiso assoluto. Questa è The Italian Breakfast, il modo migliore per iniziare la giornata. E questo nuovo album è la colonna sonora proprio di questo momento perfetto (insieme alla parte del sesso). Un orgasmo puro, il modo migliore per iniziare la giornata.”

Per l’occasione, gli abbiamo chiesto le sue 5 cose preferite!

Catene d’oro con ciondoli religiosi, ma per le preghiere non c’è mai tempo

Canotta della salute a costine con tuta in ciniglia un po’ baggy, che già la vita è scomoda

Stare al tavolino di un bar con una tazzina di caffè espresso finita da 30 minuti, guardando la gente passare

Venerare la mamma, la pasta, e il sole come un’unica entità

Ascoltare Frank Sinatra per espiare la tuta in ciniglia

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Pop

Le 5 cose preferite di Marquica

40” è il nuovo singolo di Marquica. Un inno funky ed ironico alla femminilità e all’età della consapevolezza e con il quale la cantautrice si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di una società non ancora “woman friendly”.

Abbiamo chiesto a Marquica quali sono le sue 5 cose preferite.

BIG FISH – Le storie di una vita incredibile

Amo Tim Burton, da sempre, in questo film c’è Ewan McGregor che è un artista poliedrico di cui sono innamorata dagli esordi. Questo film racconta una storia tristissima in modo poetico e fantastico, a tratti musical, è un viaggio di avvicinamento e resa dei conti , tra un padre esagerato e un figlio anaffettivo. Lo rivedo quasi tutti gli anni perché mi fa stare bene, lo trovo magnifico non solo nella regia, non mi annoia mai e sa sempre stupirmi, darmi spunti nuovi.

Adoro come Tim Burton sia riuscito a rendere la vita del protagonista ,che il figlio reputa un ciarlatano raccontastorie, tanto delicata e viva, riesce a trasportarmi in una realtà in cui alla fine ci si chiede se l’aver enfatizzato i particolari o la narrazione degli episodi salienti della vita di un uomo semplice, non sia stato per poter alleggerire e rendere magnifiche, la nascita dello stesso figlio e l’incontro con la madre. Amo i film che ci portano altrove, qui si balla, si entra nel circo, in un paese dove si appendono le scarpe all’ingresso, la musica è perfetta e Tim è di sicuro uno dei registi più  vicini al mio gusto cinematografico.

GIURA, Stefano Benni

Benni, da  20 anni, è lo scrittore che piu’mi fa ridere al mondo, insieme a John Niven. La scorsa estate avevo proprio voglia di un romanzo senza pensieri, ho comprato “Giura” e in una sera l’ho divorato. Benni ama il mondo dei ragazzi e i suoi protagonisti spesso sono bambini, questa è una storia d’amore lunga una vita, mai davvero compiuta in senso classico, eppure vissuta intensamente e totalmente, descritta come solo il Lupo(soprannome di Benni) sa fare, commuovendosi col sorriso. Ci sono immagini fortissime, lettere d’amore tenere e ironiche, forse il suo libro che ho amato di più’. E’ stata una carezza estiva bellissima.

Pedalar cantando

Amo la bicicletta e la uso per scrivere. Pedalando libero la testa e solitamente dopo i primi 20 km arrivano melodie nuove, frasi, i testi che magari non ho ancora terminato, si completano. 40 è nata sul Lago di Garda durante una session di scrittura, eppure ho ridefinito il testo pedalando da Milano a Trezzo sull’Adda, li’ mi sono fermata ad osservare le donne intorno a me ed ho pensato che fosse proprio arrivato il momento di celebrarle con una canzone viva ed energica.

Andare in bicicletta è come meditare, si creano spazi nuovi e ci si ascolta seguendo un ritmo, come quando si canta.

Mariangela Gualtieri

Da quando ho memoria, la poesia mi affascina, ho sempre sentito, fin da bambina, da Gianni Rodari, un parallelismo alla struttura musicale. Due anni fa ho scoperto questa donna magnifica che è Mariangela Gualtieri, poetessa di Cesena, fondatrice della compagnia Teatro Valdoca, innovatrice e donna piena d’amore. Lei mi ha ispirato per 40, per questo senso di gioia e benessere che trasmette nelle sue liriche, quasi estatico. Quando la si ascolta recitare si ferma il tempo, ha occhi d’acqua e arriva autenticità e voglia di lasciare un bene infinito al mondo. Credo sia questo il compito piu’alto degli artisti e dell’arte e so che è questo ciò che voglio trasmettere con la musica.

Hayao Miyazaki

Tra me e Miyazaki è stato amore a prima vista. Ero in vacanza in Valtellina, l’unico posto dove guardo la televisione e faccio zapping, girando su Rai YoYo c’era “Il castello errante di Howl”. Ne sono rimasta folgorata e da buona figlia dei cartoon anni 80 e 90, ritrovavo molte analogie e richiami alla mia infanzia. Ho cercato e guardato tutti i suoi film, ancora oggi “Il castello errante di Howl”resta il mio preferito. Miyazaki disegna con un’anima profonda, i suoi personaggi sono spesso ragazze e ragazzi che vivono situazioni molto forti e crude. Hayao trasforma ogni quadro in poesia sublime, scegliendo colonne sonore bellissime. Quando ho scritto 40 ho pensato a  “La principessa Mononoke”, una ragazza libera,selvaggia e con una vitalità esagerata.