Giada scrive le sue canzoni R&B pop al pianoforte, come l’ultimo singolo “Gola” e ha più di quaranta pezzi inediti già finiti nel cassetto che non vede l’ora di pubblicare. Ha pubblicato il suo primo inedito PRINCIPE’ scritto e composto da lei e prodotto da ZENIT, producer milanese con l’aiuto manageriale di MICHELE TORPEDINE nel 2023.
Ma è anche una straordinaria campionessa sportiva: in una carriera di assoluto rilievo come pattinatrice durata sedici anni è stata per sette anni atleta azzurra (Nazionale FISR federazione italiana sport rotellistici), sei volte campionessa italiana (attualmente in carica), due volte vicecampionessa italiana, due volte vicecampionessa europea, tre volte campionessa europea, campionessa del mondo 2021, vicecampionessa del mondo 2022, ha vinto oro e argento nella World Cup del 2022 e il bronzo mondiale 2023.
Le abbiamo chiesto quali siano le sue cinque cose preferite.
BOLOGNA
La mia Bolo, innamorata per sempre della mia città della sua intimità, delle sue mura e della sua magia… è un ispirazione per me e mi sento fortunata per essere nata qui… Ogni volta che posso mi perdo nel centro ammirandola e sognando con le cuffiette nelle orecchie. È la mia casa, il mio posto per sempre e il mio cuore.
ROMEO
Detto anche roberto, ciccio o gnagno il mio gatto di 10 anni è un cantante eccezionale, non sta zitto un secondo, ha un carattere meraviglioso anche se a volte è un po’ “una borsa”, è amorevole, imbranato e un assorbi-ansia perfetto. È davvero un animale curativo e più che un gatto a volte mi sembra una persona, ne ha passate tante ma è rimasto sempre un cuore dolce e un cucciolo oversize da strapazzare…
IL PIANOFORTE
Lo strumento con cui compongo e anche il mio strumento preferito, ci litigo spesso ma allo stesso tempo è carta bianca per i miei pensieri, la maggior parte delle mie canzoni partono proprio seduta al piano (a volte mi sento Alicia Keys dei poveri).
L’RnB
Descrivere cos’è per me l’RnB è davvero difficile… è un genere che mi ha svoltato la vita, che mi abbraccia, è in quello che vivo e che scrivo, vorrei davvero fosse più conosciuto… le canzoni rnb mi fanno innamorare mi bucano la pelle e scorrono nel sangue, è “una roba assurda”!
IL CORNO NAPOLETANO DI MIKY
Questo corno ha una storia speciale mi è stato regalato da Michele mio amico, allenatore, idolo e campione del mondo di pattinaggio dopo la sua laurea, è il ricordo più vivo e più caro che ho di lui prima che volasse in cielo a soli 26 anni, è il mio portafortuna a vita e lo custodisco gelosamente perché è parte di lui e anche parte di me…
E’ nato “Un mondo nuovo” per Millepiani, cantuatore toscano che negli ultimi anni abbiamo avuto modo di apprezzare. Penna da esteta, riflessioni filosofiche che si avvolgono su atmosfere che spaziano dallo space-rock alla canzone d’autore: questo è (solo in parte) Millepiani. Potevamo quindi non intervistarlo?
Cantautore che non smette di stupire, Millepiani ha da poco pubblicato “Un mondo nuovo”, il suo secondo disco: ecco, ma perché hai scelto proprio questo, come titolo del tuo lavoro?
Il richiamo al distopico “Il mondo di nuovo” di Aldous Huxley è sicuramente il primo che salta all’occhio, ma il titolo “Un mondo nuovo” può essere considerato un vero topos letterario. Nel mio caso però l’intenzione dell’opera non è distopica ma auspica una rinascita, una speranza per il futuro, una nuova consapevolezza e libertà, una nuova etica.
Raccontaci un po’ la genesi di queste canzoni: è stata una lunga gestazione quella di “Un mondo nuovo”?
Ebbene sì, è stata molto lunga. Quando scrivo, ogni canzone è lavorata moltissimo prima di andare in produzione e rimane in cantiere anche degli anni a decantare. Ogni brano è stato scelto per il disco da una rosa molto ampia di canzoni che avevo nel mio archivio e ho cercato di trovare un equilibrio concettuale ed estetico che combaciasse perfettamente con quello che volevo comunicare. D’altro canto invece, il nucleo, le linee melodiche e i giri armonici delle canzoni sono stati creati in modo più immediato e spontaneo, prima di essere sottoposti al processo alchemico di raffinazione che richiede la stesura dei testi e degli arrangiamenti. E’ stato un viaggio molto bello e importante.
Otto intensi brani, per un percorso che ha vissuto già diverse svolte importanti ed emozionanti, con la partecipazione a rassegne, concerti e palchi di spessore. Quali sono state, secondo te, le tappe fondamentali del tuo percorso fin qui?
Cerco sempre situazioni dove il lato culturale, etico ed estetico siano considerate importanti, sia che si tratti di un piccolo circolo, che di una piazza, sia che si tratti di un evento più grande. I live che mi hanno dato più soddisfazione sono stati comunque il Borgosound Festival di Parma e suonare per Openstage davanti al Politecnico di Milano. Il prossimo live inoltre sarà davvero speciale: in un luogo iconico di Milano che ha molto a che fare con l’arte contemporanea e una famosa scultura di Maurizio Cattelan… è una sorpresa! Seguite i miei profili social e prossimamente ne saprete di più!
Parliamo dei brani, che lasciano emergere l’intimità di una scrittura autoriflessiva e allo stesso tempo collettiva: quanto ti senti cambiato, da quando hai cominciato a scrivere le canzoni di “Un mondo nuovo”? Quanto invece continuano ad essere per te attuali?
La scrittura delle canzoni di “Un mondo nuovo” è stata un viaggio tanto personale quanto collettivo, capace di riflettere una profonda introspezione e una connessione con l’universo che ci circonda. Mi sento profondamente cambiato rispetto a quando ho iniziato questo progetto. D’altronde “panta rei” come diceva il buon Eraclito. La mia evoluzione come artista e come individuo è il risultato di un flusso costante di esperienze, pensieri ed emozioni. Ogni brano è un frammento di questo flusso, catturato in un momento preciso, ma sempre in movimento.
Tuttavia, nonostante questo continuo mutamento, c’è un nucleo di costanza nelle mie canzoni, un’essenza immutabile che volendo richiama la filosofia di Parmenide. Egli sosteneva che l’essere è statico e immutabile. In questo senso, le mie canzoni continuano ad essere attuali perché riflettono un’essenza profonda e inalterabile della mia visione del mondo. Sono ancorate a valori e sentimenti che rimangono costanti, anche se il contesto e le mie esperienze si trasformano.
In definitiva, scrivere questi brani è stato un modo per navigare tra il cambiamento e la permanenza, tra il flusso incessante delle esperienze e la stabilità dell’essere. Così, mi sento cambiato, ma al contempo ritrovo in queste canzoni una parte di me che rimane sempre la stessa, rendendole attuali e significative nel presente quanto lo erano all’inizio del loro concepimento.
“Un bagno di stelle”, prima traccia dell’LP, fa subito intuire che il tuo è un disco capace di dare centralità alla sensibilità, rappresentando in qualche modo un nuovo modo di “vivere” l’emozione. Come ci si scherma dai dolori del nostro tempo?
Il dolore, con le sue ferite profonde, è una componente intrinseca della nostra esistenza. Tuttavia, è proprio attraverso il dolore che possiamo crescere e migliorare, trovando noi stessi e rinascendo con un nuovo ego. Come affermava Emanuele Severino, non è la meraviglia a scaturire il pensiero filosofico e a indurci a porci domande sull’essere, ma piuttosto il “trauma” del dolore dell’esistenza. Questo trauma, lungi dall’essere una condanna, è la scintilla che accende la nostra coscienza e ci spinge a esplorare le profondità del nostro essere.
Nel mio percorso artistico e personale, ho imparato che il dolore non è un nemico da evitare, ma un maestro da ascoltare. È nel confronto con le sofferenze che possiamo scoprire la nostra forza interiore e la nostra capacità di resilienza. Scrivere canzoni è stato per me un modo di dare voce a queste esperienze, di trasformare il trauma in arte e di trovare una sorta di catarsi.
“Un bagno di stelle” è una metafora di questa trasformazione. Le stelle, simboli di luce e speranza, emergono dall’oscurità del cielo notturno, proprio come la nostra sensibilità e la nostra capacità di vivere le emozioni emergono dal buio del dolore. Questa traccia, e l’intero album, rappresentano un viaggio attraverso le ombre e le luci dell’esistenza, un percorso di introspezione che ci conduce verso una maggiore consapevolezza e una rinascita interiore.
Schermarsi dai dolori del nostro tempo non significa ignorarli, ma piuttosto accoglierli, comprenderli e trasformarli. È attraverso questa trasformazione che possiamo trovare un nuovo modo di vivere l’emozione, più profondo e autentico. In questo senso, il dolore diventa una porta d’accesso alla nostra essenza più vera, un mezzo per connetterci con noi stessi e con il mondo che ci circonda.
In definitiva, “Un bagno di stelle” ci invita a immergerci nella nostra sensibilità, a confrontarci con i nostri dolori e a rinascere come individui più consapevoli e completi. È un viaggio attraverso il trauma dell’esistenza, che ci guida verso una nuova comprensione dell’essere e delle emozioni che ci definiscono.
Detto questo, “Un mondo nuovo” si presenta proprio come un antidoto, un balsamo, una via da percorrere per scegliere di essere felici. Alla fine, la felicità è una scelta, anche se questo concetto è difficile da accettare.
Felicità e dolore sono due facce della stessa medaglia. Attraverso il confronto con il dolore, possiamo trovare la forza per scegliere la felicità. “Un mondo nuovo” non offre una felicità superficiale e momentanea, ma una felicità profonda e duratura, frutto della consapevolezza e dell’accettazione delle sfide della vita.
La felicità non è un dono che ci viene concesso passivamente, ma una decisione attiva, una scelta di abbracciare la vita in tutte le sue sfumature. Come una tela bianca su cui dipingere, ogni giorno ci offre la possibilità di scegliere i colori e le forme che vogliamo dare alla nostra esistenza. Questo album è un invito a prendere in mano il pennello e a creare il nostro capolavoro, a scegliere la felicità anche di fronte alle difficoltà.
Alla fine, la vera felicità nasce dalla nostra capacità di trovare bellezza e significato in ogni esperienza, di trasformare il dolore in crescita e il trauma in saggezza. È una scelta che richiede coraggio e determinazione, ma che ci porta a vivere una vita più autentica e appagante.
“Un mondo nuovo” è un viaggio attraverso questa scelta, un cammino che ci guida verso una nuova comprensione di noi stessi e del mondo, un percorso che ci permette di trovare la nostra strada verso la felicità.
Quali sono le cose che vorresti cambiare nella discografia italiana? Immagina di avere la bacchetta magica…
Mi piacerebbe che il mondo della discografia fosse più legato alla cultura, al mondo dell’arte e della letteratura, che fosse meno vincolato ai profitti che rendono la musica a mio parere meno interessante e la appiattiscono. C’è una divergenza importante fra il panorama musicale italiano che offre tantissimo a livello qualitativo e la circuitazione mainstream che invece spesso trovo superficiale e basata sul mero intrattenimento spicciolo.
Mi piacerebbe che la musica fosse più concepita come forma d’arte piuttosto che come intrattenimento. Ma so che questa è un’utopia. Aspetta un attimo, ma a noi piacciono le utopie!
Bene, grazie per il tuo tempo Millepiani! E ora, cosa dobbiamo aspettarci dal tuo futuro?
Grazie a te e a tutta la redazione di Perindiepoi! E’ sempre un piacere parlare con voi!
Il mio viaggio nella musica continua e nel mio futuro ci sarà sempre, come c’è sempre stata, la voglia di scrivere canzoni e di cantarle a qualcuno, questa è una mia certezza.
Nell’immediato sono in un periodo creativo molto fertile, sto accumulando nuove canzoni, alcune sono già praticamente pronte con musica, testi e arrangiamenti, altre sono bozze da sviluppare. Inoltre è appena uscito il video di “Fantasmi a metà” con una ballerina d’eccezione: Teresa Firmani, che danza tra i murales del centro storico di Carrara, la mia città natale. Spero che verrà apprezzato anche dagli appassionati di danza contemporanea e d’arte urbana. Anche la visione generale per il prossimo disco si sta delineando pian piano nella mia mente, come un’aurora che precede l’alba.
Quest’estate inoltre, porterò in giro le canzoni di “Un mondo nuovo” in diverse situazioni, dai piccoli locali, dove sarò solo con la mia acustica, oppure in duo con l’elettrica di Diego Colletta, a piazze più grandi, dove mi sosterrà la band nella classica formazione batteria-basso-chitarra elettrica-voce. quindi che altro aggiungere? Grazie a tutta la vostra redazione e a presto!
“Preferirei di No” è il primo album ufficiale di Vinnie Marakas, in uscita il 24 maggio 2024 per Dischi Sotterranei.
Il disco, anticipato dal singolo “Supermarket”, un’ironica e surreale rappresentazione del supermercato come metafora della contemporaneità e dell’ industria discografica in cui tutto è merce – è prodotto da Richard Floyd, come l’EP d’esordio “Giovane Cagliostro” (2022).
Noi gli abbiamo chiesto di raccontarsi e di raccontarci il suo ultimo lavoro attraverso le sue 5 cose preferite!
L’ACQUA FRIZZANTE
Tutte le scoperte della medicina si possono ricondurre alla breve formula: l’acqua bevuta moderatamente, non è nociva.
SCIVOLARE NELL’ABISSO
Ali bisogna avere quando si ama l’abisso.
FARSI ALBERO
Percepiva chiaramente ditrovarsi a casa sua, presso la sorgente della vita. E dinuovo vide un albero, che era nel contempo sole e luna.
MEDITARE AL SUPERMARKET
Le grandi porte si aprono scorrendo e si chiudono spontaneamente. Onde di energia, radiazione incidente. E poi ci sono lettere e numeri, tutti i colori dello spettro, tutte le voci e i rumori, tutte le parole in codice e le frasi convenzionali. È soltanto questione di decifrare, ricombinare, eliminare gli strati di impronunciabilità.
PESSIMISMO NEL CAFFE’
Mescola bene per sentir l’aroma, dà dipendenza più che con la droga.
Esce venerdì 7 giugno 2024 su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo di Jigamma, un nuovo capitolo per l’alter ego musicale di Ginevra Gammanossi che racconta cosa succede quando ci si trasferisce lontano da casa: si perde il concetto di “casa”, o almeno lo si modifica, adattandolo alle proprie nuove esigenze. Succede poi che non ci si trovi più quando si torna nel posto in cui si è cresciuti e che non si riconosca più i luoghi che hai attraversato per tutta la vita.
“dov’è casa” parla di questo, ed è un piccolo manifesto per tutti i fuorisede, racconta del prendersi un momento per accettare il fatto che non sempre un luogo può bastarci e va bene così. Imparare a capire che la nostra vita possa anche essere slegata dal posto in cui siamo cresciuti, che possiamo sognare anche (e soprattutto) altrove, ma allo stesso tempo rimanere visceralmente legati ai luoghi che ci hanno formati. L’amore per il viaggio, che è la vita, è la chiave per leggere questo brano, che segna un punto di svolta nella mia carriera, verso nuovi orizzonti, diversi da quelli Jigamma si era abituata.
E proprio per parlare di questo singolo, abbiamo deciso di farci portare nella sua cameretta, ed ecco i cinque oggetti che ci ha mostrato.
Di oggetti in camera mia ce ne sono molti, soprattutto sono posizionati in maniera molto disordinata, questo mi da una certa sicurezza: trovarmi nel mio disordine mi fa sentire capita. Se proprio devo scegliere 5 oggetti che mi rappresentano non posso che nominare i seguenti:
Palline per la giocoleria:
A volte ho bisogno di ritrovare il mio equilibrio ascoltando la musica e giocando con questi tre aggeggini, mi piace da morire la progressione con cui ho imparato a gestire tutti i movimenti, sempre e rigorosamente a tempo di musica. C’è un brano che mi collega a questo hobby che è: “A vita è ‘na taranta” della Nuova Compagnia Di Canto Popolare.
Macchina fotografia:
La macchina fotografica mi sta accompagnando in tutte le mie avventure, spesso esco solamente per scattare, cerco momenti di vita anche durante una passeggiata, geometricamente deve stare tutto all’interno dell’obiettivo. Attraverso la lente mi succede di chiarire molti dubbi sulla mia vita e su tutto ciò che la circonda. Mi piace scattare in bianco e nero, perché credo che lasci la porta aperta all’immaginazione, e che abbia una carica poetica davvero importante, ma soprattutto mi piace scattare in analogico: il fatto di non poter rivedere la foto l’istante dopo costringe la mia mente ad adattarsi, cercando di ricordarsi lo scatto.
La canzone che mi ricorda la fotografia è “Chi Tene ‘O Mare” di Pino Daniele, quando scatto mi piace ascoltarla per immedesimarmi ancora di più nelle foto che faccio.
Libro:
Mi piace molto leggere. Questo libro di Murakami fa da porta bandiera per tutta la passione. È un libro molto particolare che mi è stato regalato da una persona che ora non fa più parte della mia vita e che ha cambiato il mio modo di vedere le cose, avvicinandomi anche alla passione per la corsa, ma più in generale per la vita. Spesso leggo quando viaggio, in treno o in aereo, se non sono troppo distratta dal paesaggio, mi immedesimo meglio nelle righe quando sono in movimento. La canzone che ascolto quando leggo è “Mary’s Theme” di Stelvio Cipriani.
Beanie:
Sono molto appassionata di moda, ma non nel senso comune, sono appassionata nel senso che quando mi trovo a mio agio, con qualche pezzo anche più particolare, mi sento davvero bene. Il Beanie è un tipo di cappello che utilizzo spesso, è anche il cappello che ho nel mio logo, che mi copre la testolina e la tiene al caldo, così da poter covare nuove idee.
La canzone che solitamente ascolto quando sono allo specchio è “Ma come fanno i marinai” di Lucio Dalla e Francesco De Gregori.
Quadernetto:
Mi porto sempre dietro uno “svuota idee”, mi salva in molte situazioni. Spesso le note del telefono non mi bastano, per questo motivo carta e penna sono sempre in tasca. Il quadernetto mi serve per qualsiasi idea, dalla lista delle migliori gelaterie di Bologna, alla spesa da fare per un festinoalle idee per un ipotetico cortometraggio in stile neorealista francese. Molti dei miei testi sono stati scritti di sfuggita proprio su questo quadernetto. Il brano che collego a questo giallone è “Dolcenera” di Fabrizio De André.
FINFERLAND è il nuovo album di ALFONSO CHENG, “bedroom music maker” campano classe 1990. Il disco pubblicato lo scorso venerdì 17 maggio per .Belva e Manita Dischi.
Un crogiolo postmoderno di citazioni musicali e culturali che arrivano dagli anni 90, ma non sono mai uguali alla sorgente.
Non potevamo quindi farci invitare nella sua cameretta, quella in cui prendono forma le sue canzoni, per vedere quali sono gli elementi che la contraddistinguono.
L’angolo dei ricordi
L’angolo del ricordo, i due vinili dei miei nonni materni, poi ci sono tutti i pass dei festival dove ho suonato, i dischi delle mie vecchie band le prime cassette numerate 01 del mio primo disco, e tanti altri ricordi.
Le action figure
Ogni tanto mi devo fermare e prendere l’action figure di Sanji, devo sconnettere la mente dal mondo, e devo immaginare di stare nel mondo di One Piece.
Korg Monotribe
Questa foto rappresenta l’inizio, dove è nato tutto. Infatti il mio primo disco è tutto fatto con questi tre strumenti. Il microfono era di mio nonno, lo presi da piccolo da casa sua. Il Korg monotribe, una delle mie macchine preferite, che uso ancora durante i live, e la mitica Casio ( immancabile in ogni casa ). Ricordo che nel 2020 avevo solo questi tre strumenti oltre la chitarra acustica e il basso, e registravo con questo microfono vicino le casse di questa Casio ( non avendo nessuna uscita jack).
Il mio synth preferito
Questo è il mio synth preferito in assoluto, è una riproduzione boutique del Juno 60 e 106, super compatto e piccolo e comodo da portare ovunque. Con questa ci ho registrato Sabatosera e poi tutto il secondo disco. Non me lo toglierò mai.
L’immancabile Microkorg
Lui è l’immancabile Microkorg. ultimamente lo sto usando pochissimo, però con lui ho registrato un pezzo nuovo nuovo nuovo di zecca!
Esce giovedì 6 giugno 2024 su tutte le piattaforme digitali (per Platinum Label) il nuovo singolo de Il Metz,una canzone che parla di fare la pace tra due persone ma ad oggi, dato cosa sta accadendo nel mondo, assume un significato ancora più importante. L’alter ego musicale e cantautorale del produttore Matteo Maltecca ci accompagna così verso un nuovo piccolo inizio in vista della pubblicazione di un disco.
Il Metz è un cantautore di stanza a Milano, e il suo percorso artistico ha toccato numerosi palcoscenici, da club locali come Blue Note Milano, Mare Culturale Urbano, Arci Bellezza a festival prestigiosi come l’Eolie Music Festival.
Noi siamo già stati a casa sua, e questa volta ci siamo fatti raccontare invece le sue cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.
IL MIO STUDIETTO IN CASA: Qui è dove arrangio e produco la maggior parte della musica sia per il mio progetto “Il Metz” ma, anche per altri artisti. E’ il mio bunker; dove ho tutti i miei strumenti e dove mi sento libero di fare ciò che amo. Mi piace il fatto che sia una casa perché mi da sempre l’idea di vivere a stretto contatto con la musica.
IL MOLO DI QUINTO AL MARE: E’ uno dei miei posti preferiti in Liguria. I miei vivono a Genova e anche io per quasi 6 anni ho abitato lì, quindi mi capita di andarci spesso. Questo è uno dei posti dove ho scritto la maggior parte dei testi; il mare a perdita d’occhio mi ispira molto e quando sono lì perdo di vista tutto e mi lascio cullare dal suo suono. Avete mai provato a cantare da soli davanti al mare? Fatelo… esperienza incredibile ☺
LISBONA: E’ una citta affascinante e anche se non ci vado da un po’ la metto nella lista perché il brano che uscirà a Luglio ha come tema proprio Lisbona. Ho passato 3 mesi a vivere lì ed è stata un’esperienza incredibile sia dal punto di vista umano che musicale. Spero di riuscirci a tornare per suonare prima o poi.
IL TEATRO ARCIMBOLDI (Milano): Quest’anno mi è capitato di lavorarci molte volte ed è un posto incredibile. Il palco, il proscenio, i camerini…incredibile!!! Ti da proprio l’idea di quanta gente sia passata di lì per portare la propria arte su quel palco. Oltretutto ho avuto l’onore di essere fotografato da Francesco Lo CAmpo nei camerini del teatro quando è uscita la cover di “Non importa” di L. Dalla. Ringrazio ancora Stefano del teatro per averlo reso possibile. Cmq i camerini sono tutti diversi e unici; ognuno è stato progettato da un designer diverso. Chissà che prima o poi su quel palco ci finisca anche io…sarebbe fantastico!!!
IL BAR SOTTO CASA (Sesto S. G): Qui è dove parte ogni mia giornata. Prima che arrivasse Davide, il proprietario di Lucaffetteria, facevo sempre colazione in casa. Ora invece mi sono proprio abituato a scendere ogni mattina; è una cosa piacevole scambiare quattro chiacchere con qualcuno di simpatico prima di iniziare la giornata. Forse direi #vitalenta ma a due passi da Milano ☺
Finalmente disponibile su tutte le piattaforme digitali “Mondo”, il primo EP di 4Grigio. Il progetto è anticipato dal singolo “Aiuta il Mondo” e dai precedenti quattro singoli usciti nel corso del 2024. Sette canzoni autoprodotte che esplorano una varietà di temi differenti come l’amore, la nostalgia, il passare del tempo e il cambiamento climatico.
“Mondo” è un viaggio musicale che unisce le atmosfere synth degli anni ‘80 e lo stile di scrittura indie degli anni ‘90. Il primo singolo “Aiuta il Mondo” racchiude tutte le sfumature dell’artista poiché ci troviamo di fronte una melodia che mescola elettronica e pop cantautorale, elementi che vengono ripresi nelle altre canzoni. Ogni brano ha un suo carattere, ma tutti mantengono lo stile unico dell’artista. Una venatura un po’ vintage che ritroviamo per tutto l’EP. Singoli come “E guardo il cielo” e “Occhi Stanchi” danzano in melodie più fortemente elettroniche, mentre “Non torna più” e “Quando la sera arriverà” sono più ballad cantautorali. “Sei” e “La mia città” ricordano più lo stile elettronico anni ’80.
E per conoscerlo meglio, gli abbiamo chiesto quali fossero le sue 5 cose preferite.
I MIEI GATTI. Questi sono Truffle e Little Face. Li ho adottati da un rifugio per gatti, e da quando sono entrati nella mia vita, sono una persona più felice. Sono buoni e affettuosi. Sembrano anche interessati al mondo della musica, nel senso che spesso si siedono sulla custodia della mia chitarra, o si sdraiano sulla mia tastiera. Stranamente, lo fanno solo quando devo suonare. Semplici coincidenze.
IL FIUME HUDSON. Il parco lungo il fiume di New York è un posto dove passo molto tempo: ci vado a correre e a passeggiare. Ma è anche un luogo di riflessione e ispirazione. Tutti i testi delle canzoni del mio EP “Mondo” sono nati lì. È un posto perfetto per sfuggire al caos cittadino. E osservare l’acqua che scorre è sempre un momento catartico.
LA MIA TAYLOR. Per molti anni, ho vissuto senza uno strumento musicale in casa—incredibile ma vero. Quando questa chitarra è arrivata, è stato amore a prima vista. Sentire l’eco delle corde riflettersi sui muri dell’appartamento é una sensazione indescrivibile, come una nuova vita che nasce. La suono per lo più per registrare cover, ma mi sono ripromesso di usarla anche per comporre, in un futuro non troppo lontano.
LA MIA LUMIX. La mia fotocamera/videocamera preferita. La porto con me un po’ ovunque, e la uso per creare tutti i miei contenuti musicali. Per un artista che si autoproduce tutto, perfino i suoi music video, avere uno strumento affidabile come questo è indispensabile. Ne ha viste di tutti i colori, ma non mi ha mai abbandonato una volta. Leggenda.
L’ISOLA TIBERINA. Sono sempre stato affascinato dall’isola di Roma. È piccola, eppure contiene un mondo intero al suo interno. Tra l’ospedale, il ristorante, la chiesa, la piazza, il lungofiume, è come un paese all’interno di una città. Ma è anche un ponte che connette Trastevere a Portico d’Ottavia. Due quartieri così vicini tra di loro, ma dalle atmosfere completamente diverse.
É uscito “Non Dirmi“, il nuovo singolo di LARIA disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 29 maggio. Un brano dal sapore di libertà con un testo profondo e una melodia tutta da ballare. “Non dirmi” a primo impatto sembra staccarsi dal precedente singolo, “Anche in America”, ma in realtà i due in un certo senso si completano. Se prima ritroviamo la voglia di rallentare e di uscire dalla frenesia che ci circonda; la seconda ci rammenta la rilevanza di non sprecare il nostro tempo aspettando che passino le stagioni.
Noi l’abbiamo intervistata, chiedendole quali sono le sue cinque cose preferite.
TASTIERA
È il mio posto sicuro. Suonando la mia tastiera riesco a sprigionare ogni emozione, ogni sentimento; mi fa stare bene. Da quando sono andata a vivere fuori casa, ancora prima dei mobili, è arrivata la tastiera. Non potevo immaginare la mia cameretta senza di essa, è parte di me.
Ogni volta che suono ritrovo me stessa, entro nella mia dimensione.
QUADERNINO
Il primo oggetto di ogni lista, ancora prima del carica batterie. Ovunque vada lo porto con me, non si sa mai quando arriva l’ispirazione e quindi bisogna essere sempre pronti.
Per me ha un valore inestimabile; lo riempio di frasi, di momenti e di pensieri. Mi piace poi alla sera stendermi sul letto e rileggere quello che ho scritto durante il giorno e magari immaginarci sopra qualche nota.
EQUITAZIONE
Da quando sono piccola è il mio sport preferito. Fare un’uscita a cavallo mi rigenera, mi sento a stretto contatto con la natura e libera. L’intesa che si crea con l’animale è qualcosa di meraviglioso: si instaura un forte legame di fiducia e non mi resta che lasciarmi guidare da questo.
VIAGGI IN TENDA
Sono innamorata della natura e un viaggio on the road in tenda è quello che riesce a mettermi più in contatto con essa. Dal semplice fine settimana al mare, al viaggio di più giorni. Sicuramente l’avventura in tenda più emozionante è stata quella in Islanda. Il silenzio, la sensazione di pace, la natura che sembrava dipinta in un quadro; era come essere atterrati su un altro pianeta.
GERMANIA
Qui ci lascio un pezzo di cuore. Ho vissuto per circa due anni in Germania, precisamente ad Augsburg. È stata un’esperienza che mi ha fatto crescere. Ho avuto la possibilità di conoscere molte persone di nazionalità differenti, ho avuto il mio primo lavoro e ho vissuto per la prima volta da sola in un Paese di cui conoscevo solo il nome. Ogni anno ritorno per almeno qualche giorno, ripercorro le stesse strade e rivivo quell’esperienza che porterò sempre con me.
Fuori dal 24 maggio “ESTATE DA RICH remastered summer 2024”, il nuovo singolo di ACCAME. L’artista rpropone al pubblico con un nuovo nome d’arte e canzone già edita ma rinfrescata per questa nuova stagione estiva.
Accame ripropone “Estate da Rich” in versione rimasterizzata con un sound pop rock accattivante e tutto da ballare. Il brano perfetto per l’estate con la sua leggerezza e la sua capacità di strappare un sorriso all’ascoltatore. In questa canzone il cantautore ironizza in maniera bonaria, ma politicamente corretta, sul turista italiano che si appresta ad andare in vacanza.
E alle porte dell’estate, per conoscerlo meglio, gli abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.
LA MIA IMMANCABILE CHITARRA
Potrà sembrare scontato ma senza di quella non potrei scrivere le canzoni e non potrei esprimermi nel modo migliore che conosca; quindi rendo omaggio alla mia chitarra, inseparabile compagna che, quando prendo anche dopo settimane di inutilizzo, mi perdona sempre e mi regala nuove melodie su cui far scivolare le parole che ho dentro.
Io e la mia chitarra
I PORTICI DI CHIAVARI (la mia città)
Per chi non la conoscesse, Chiavari in provincia di Genova è la città dove vivo, non ci sono nato ma ci sono arrivato e me ne sono innamorato una sera, dopo la grande alluvione del 2014. C’era ancora qualche macchia di fango qua e là, ma mi ha colpito lo spirito e l’orgoglio con cui si è tirata su, rimboccandosi le maniche e senza chiedere niente a nessuno. Mi piace uscire di notte, quando tutti dormono e camminare sotto i portici, pensando che siano tutti miei. Sono una delle cose più affascinanti che io abbia mai visto, ogni pilastro è differente e ha una sua storia, proprio come le persone, provare per credere!Chiavari centro storico
LO SCOOTER
Ma quanto è bello andare in giro…ogni riferimento a canzoni e persone è puramente casuale, eh eh! A parte gli scherzi mi piace gironzolare con lo scooter per le mie zone, sentire l’aria che ti sfiora, i rumori, gli odori e non c’è niente di più bello di potersi fermare a bordo strada per ammirare un paesaggio o per gustare un caffè in quel baretto panoramico, senza dover penare a trovare parcheggio, viva la Liguria!
IL TRENO
Il treno è un mezzo che mi piace molto prendere: mi siedo, metto le cuffie, guardo dal vetro quello che succede oppure osservo le persone che vanno e che vengono, ognuna con una sua storia scritta sulla fronte. Le stazioni poi sono l’inizio e la fine di molte situazioni, anche sentimentali; ho scritto e continuo a scrivere ispirato da questi posti pieni di fascino e di storia.
NB: l’ultima canzone l’ho immaginata proprio sul treno che da Chiavari mi portava a Genova; guardavo una ragazza che leggeva un libro dal titolo “Ragazza Aspy”, stava seduta sui gradini e sorrideva leggendo, mentre noi tutti eravamo intenti a guardare gli Smartphone assorbiti dalla frenesia della giornata che stava incominciando. Non l’ho mai più vista ma se dovesse capitare la ringrazierei, perché come ho scritto in una frase della canzone…anzi non ve lo dico, seguitemi e quando uscirà la riconoscerete subito, ve lo assicuro!
La stazione di Chiavari
LA FAMIGLIA
All’ultimo punto, ma sempre e comunque al primo posto metto la famiglia e non lo dico per essere retorico o scontato; c’è chi dice che la famiglia non la scegli ma te la prendi, forse è vero ma è anche vero che decidiamo noi come vogliamo essere nei confronti dei nostri familiari, le nostre azioni fanno di noi ciò che siamo ora e lasciano il segno di come saremo ricordati poi, proprio come lo è una canzone. Per questo scelgo sempre con cura le parole da dire, ora mi chiamo Accame proprio in omaggio alla mia, nostra famiglia.
Il songwriter isygold, alter ego musicale di Alessandro Isidoro Re,ha debuttato a fine 2023 su tutte le piattaforme digitali con il singolo “Buonanotte“: una candela sonora illumina la tristezza di un’assenza, temporanea come ogni cosa; una dedica notturna a tutti gli insonni di Milano. Questo racconto intenso, che non fa troppo rumore, si accompagna oggi anche al video ufficiale: una biciclettata notturna per le strade della città, anche quelle che di giorno abbiamo sempre ignorato. Qui, racconta lo stesso isygold, “gli interstizi del ‘terzo paesaggio’ milanese accompagnano una buonanotte per chi non vuole o non riesce a prender sonno”.
Di poche, pochissime parole, Alessandro non ha voluto raccontarci molto, ma siamo riusciti comunque a infiltrarci a casa sua, e nelle sue poche parole, gli abbiamo chiesto di mostrarci cinque oggetti per lui significativi.
Piano:un’orchestra in miniatura, il portale di desideri e malinconie, uscita d’emergenza per ogni degenza.
Chitarra: questa ha 2 anni, la più giovane; foriera anche d’adesivo d’autore; e si chiama come Linda prima di sposare McCartney. Suona bene, delicata – macchina del tempo portatile.
Basso: Da mancino, ora che posso scegliere; potente frullatore di melodie sotterranee, sempre più importanti, quando si comincia a scendere nella tana del Bianconiglio.
Scrivania: Il mio luogo di “lavoro” e creazione, dove scrivo lezioni, articoli e libri – nell’altro emisfero della mia esistenza, più razionale. Musica no, ho disimparato a leggere gli spartiti: tutto nella mente, con più libertà.
Occhio:Un reperto iconografico psichedelico che monitora le mie creazioni – da sempre m’accompagna, non ricordo più da quando.