Fuori da fine aprile “Clienti”, il nuovo singolo di Ribes. Un brano in cui il cantautore ironizza su quanto la società giri tutta intorno al mero guadagno, senza nessun desiderio di metterci l’anima. “Clienti” si muove in un sound pop elettronico con dei richiami agli anni ’90, ma che rimane ben radicato nel panorama musicale attuale. Melodie incalzanti quasi ipnotiche che fanno venir voglia di ballare, accompagnati da un testo che fa sia sorridere che riflettere.
Il brano è stato pubblicato su Youtube con il suo videoclip ufficiale eloquente quanto il testo. Attraverso situazioni comiche e surreali, il video rappresenta le tipiche interazioni tra “clienti” in vari contesti, dalle scene di shopping alle strette di mano finte, ai sorrisi forzati.
Noi volevamo conoscerlo meglio, e gli abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.
1 – La mia tastiera
Beh io sono un tastierista, mi sento profondamernte tastierista, amo questo strumento, una specie di pianoforte farcito di elettronica da cui nascono la maggior parte dei miei brani. Mi piace la sua versatilità nel poter tirar fuori qualsiasi tipo di suono, e la possibilità di creare una prima bozza di arrangiamenti elettronici, che io apprezzo molto.
2 – Il (non) mio pianoforte
Perché in realtà non ho un pianoforte personale, con la tastiera faccio di tutto di più, però quando mi capita l’occasione, da amici o in altre situazioni, mi piace moltissimo ‘perdermi’ nei suoi tasti, nelle sue sonorità tanto antiche quanto attuali. Difficile resistere al suo richiamo!
3 – La campagna
Abito a ridosso della campagna e anno dopo anno mi son reso conto di non poterne fare a meno. Amo la natura in generale e la campagna in particolare. Proprio quella piatta, quella che si perde all’orizzonte, quella popolata da contadini e casolari ricolmi di paglia e di grano. Quella severa e desolata d’inverno, ma anche quella che risorge tra mille profumi e colori d’estate.
4 – Le panchine giganti
Amando la campagna e la natura, ho iniziato da alcuni anni a scoprire le numerose panchine giganti disseminate sul territorio e ad apprezzarne i paesaggi circostanti sempre molto suggestivi, da raggiungere a piedi o in bici. Paesaggi che sono stati e son sicuro saranno anche in futuro fonte d’ispirazione per molti miei brani.
5 – Il treno
Mi piace viaggiare. Ma viaggiare in treno mi piace ancor di più! Il treno mi da un senso di libertà incredibile. Sono stato in tantissimi luoghi col treno, e soprattutto ho preso treni molto diversi tra loro: dai locali a due piani superaffollati, a quelli lentissimi su linee non elettrificate, a quelli iperveloci sino ad arrivare ai miei preferiti … i trenini a cremagliera … fiabeschi direi!
Chitarre, poesia, pensieri, parole, flussi di coscienza, groove, queste alcune delle parole che descrivono i Miqrà nella loro essenza più intima.
Il disco della band siciliana di cui vi parleremo s’intitola “Amor Vincit Omnia” ed il suo linguaggio arriva diritto al cuore, come una freccia che non fa male. Il disco però, non è un semplice tripudio di belle parole “sole cuore amore”, i Miqrà infatti sanno usare molto bene le distorsioni mettendo in bella mostra anche i muscoli, le ferite e le malinconie più profonde che possono trasformatisi in veri e propri manifesti.
A partire dal singolo “La catastrofe in me” possiamo sentire come la band non si sia mai fermata dall’ultimo disco notando una certa evoluzione (basti pensare agli archi inseriti nel brano). Una crescita che ha potenziato il sound della band siciliana che saltella tra l’indie ed il mainstream mantenendo sempre inalterato il proprio spirito rock’n’love.
In estrema sintesi, il disco dei Miqrà è un disco per esteti della parola, per ricercatori assetati di poesia e viaggiatori incanti alla scoperta di musica indipendente non scontata. “Amor Vincit Omnia” è un disco che seppur complesso e contorto a tratti può dare grandi soddisfazioni alla band sia in termini di pubblico che di qualità degli ascolti, attirando sempre di più in audience di persone che ricercano ancora la bellezza nella musica. Ad maiora.
“Una vita diversa”, in uscita venerdì 17 maggio 2024, è il capitolo 8 del progetto solista Ramo. Il numero è corretto, in quanto, i capitoli si dividono in tre blocchi: 1, 2, 3 (“Ricomincio da qui”, “Ortoressia” ed “Il futuro non è scritto”), 7, 8, 9 (“…E non c’è niente da”, “Una vita diversa”, “TBA”), 4, 5, 6 (TBA). Perchè questa sequenza? Perchè la storia raccontata dall’autore potrà essere ascoltata in due modi, o con l’ordine d’uscita, oppure con l’ordine cronologico, ed il racconto risulterà differente.
Il brano prodotto da Antonio “Naba” Martini (sodalizio solido iniziato proprio col capitolo Zero “Quella fotografia”) è un brano pop-punk, molto leggero, che parla di libertà e della voglia di migliorare la propria vita (non a caso il ritornello del brano è nato proprio sul posto di lavoro). Un brano perfetto per l’estate che mette voglia d’esser ballato e, perchè no? Un bel pogo non lo toglie nessuno a questo giro! La copertina è stata disegnata dalla bravissima disegnatrice Paia_art, la parte “mosaica” è stata fatta da Ramo Studios.
Abbiamo colto l’occasione per autoinvitarci a casa di Ramo per conoscerlo meglio attraverso gli oggetti a cui tiene di più. Ecco cosa ci ha mostrato:
Il primo oggetto in realtà non è un oggetto, ma una serie di viventi. Appassionato di piante e giardinaggio, (in foto un photos appeso al soffitto che sta ramificando in tutta la stanza). Con tre balconi colmi di piante e in ogni angolo di ogni singola stanza, non si può che pensare che in casa non ci sia un vero e proprio polmone verde.
Il secondo oggetto, regalo fatto a mio padre nel lontano 1999, è il compact disc “Grazie Mille” degli 883.
Perché proprio questo disco e non nessun’altro della grande collezione (più di 200 cd) di gruppi magari più vicino al genere Punk, Rock o Metal che ascolto quotidianamente?
Questo CD, è stato il primo, che scelsi di acquistare, come già anticipato, un regalo per Marco (mio padre), ma, alla fine dei conti, è stato riprodotto di più da me perché, già negli anni precedenti, mostravo interesse per il gruppo capitanato da Max Pezzali (Ramo è del 1994)
Terzo oggetto, mani in gesso.
Perché queste mani sono così importanti per me? Perché le ho fatte io!
Una delle mie passioni più segrete è proprio fare oggetti di gesso. Questo è uno dei progetti che mi piace di più ed è anche il più apprezzato dalle persone che sanno di questo lato nascosto.
Quarto oggetto. Qui c’è da discutere perché, se la musica è vita, non potremmo catalogare la chitarra come oggetto. Ma ormai chi mi conosce lo sa: se c’è una chitarra in giro, io ne rimango attratto e non può che passare per forza nelle mie mani per poter essere strimpellata almeno un po’.
Ultimo oggetto, ma non per importanza, QUESTO calendario.
Perché sottolineiamo la parola QUESTO, che, come avrete potuto notare, è targato
2022.
Assieme alla musica, la mia passione principale è proprio la fotografia (coincidenza che il primo singolo da solista è stato proprio “quella fotografia”?).
Nell’anno 2021, le foto che non ho caricato sul mio profilo Instagram, ho deciso di tenerle come “regalo” per chi avesse bisogno di un calendario.
Infatti, ogni singola foto all’interno di questo calendario è stata scattata da me e, questo calendario, essendo la prima edizione, rimane appesa come “Memorabilia” personale.
Possiedo anche due attestati in ambito fotografico presso la Digital Camera School.
Matsby è un artista genovese, classe 1998. La curiosità per la scrittura lo porta ad appassionarsi al mondo del rap italiano fin dall’adolescenza. Con il passare degli anni continua il suo percorso artistico abbracciando nuove sonorità ispirate all’indie e al pop. Cresce all’interno della nuova scena pop genovese insieme ad Alfa e Olly; con quest’ultimo pubblica l’EP. “Namaste” nel 2017. Il 2018 è l’anno del suo primo album “Punto Zero”, che esplora il tema della scelta. Escono tra il 2019 e il 2020 diversi singoli tra cui “Per te” e “Diverso”. Nel 2022 escono “La mia città” e “Lacrime sugli occhi” che preannunciano il suo secondo disco “Post Teenager”, fuori due mesi dopo, in cui affronta il passaggio dall’età adolescenziale a quella adulta. Matsby riesce a conquistare il pubblico della sua città anche grazie ai live. Apre infatti Ghali, Ernia, Ariete e Izi al Goa-Boa Festival, gli Psicologi al Crazy Bull e Alfa al Fabrique. Decide inoltre, per crearsi uno spazio proprio, di autoprodursi nel 2023 un concerto a LaClaque, spazio e teatro genovese di culto. Il filo rosso del viaggio artistico di Matsby è l’urgenza costante di raccontare la sua vita, nella sua dimensione più intima, attraverso la musica. Nel 2024 lavora insieme ai produttori Macs e Sic a un nuovo progetto, di cui “Arancia e latte” è il nuovo singolo. Il brano e buona parte di questo progetto viene cantato live al SoFar Sounds Music di Genova nell’aprile 2024, a Palazzo della Meridiana.
In occasione di questa recente pubblicazione, abbiamo fatto un giro a casa di Matsby per conoscerlo meglio. Ecco cosa ci ha mostrato:
Il primo oggetto è il mio calendario geniale (si chiama proprio così). Mi sveglio con la frase del giorno e se mi piace l’appiccico sul muro della scrivania, anche se ormai non c’è tanto spazio.. È il secondo anno di fila che lo prendo, alcune frasi mi sono di ispirazione: delle volte per la scrittura, altre per la vita in generale, insomma.. un vero e proprio must-have.
Se non può mancare il calendario geniale, non può mancare neanche il mio diario di bordo su cui scrivo le mie testimonianze di vita quotidiana e (a volte) le nuove canzoni. Alcuni dicono che sia meglio scrivere sul pc o sulle note dell’iPhone, perché è più ordinato, altri preferiscono l’artigianalità della penna. Io per ora sono più della seconda scuola, amo il gesto dello scrivere e in generale la scrittura è terapeutica; sia che sfoci in musica sia che rappresenti uno sfogo temporaneo o un momento per organizzarmi la giornata. Un altro must-have.
Un anno fa sono andato ad Amburgo per 6 mesi a fare il ragazzo alla pari e ho ricevuto in regalo il Lonely Planet di Amburgo. Per chi non lo conoscesse sono delle guide turistiche ed esistono sia in formato libro che in versione tascabile (queste in foto sono tutte tascabili).
Da lì in poi è stato amore a prima vista, ho conosciuto bar, parchi e posti del cuore.
Ogni volta che devo andare in una città che non sia Genova ne compro una (ps: alla fine l’ho presa anche di Genova). Quando viaggio mi piace fare delle camminate infinite con in mano la cartina della città e un Lonely Planet in tasca.
Le mie due passioni principali in una foto: la musica e la sampdoria (e un metodo bona sullo sfondo). Con il pianoforte mi accompagno e a volte parto da lì per scrivere alcune canzoni o linee melodiche. Tra alti e bassi sto imparando a suonarlo e in futuro mi piacerebbe accompagnarmi anche in concerto.
La sciarpa della Sampdoria è sopra a quella del ST. Pauli (squadra di Amburgo, i cui tifosi sono amici dei tifosi blucerchiati. Fun fact: quest’anno il st Pauli è stata promosso nella serie massima tedesca mentre la Samp gioca venerdì i playoff per salire, incrociamo le dita).
Anche se non posso dire di avere il pollice verde e sicuramente ho molto da migliorare, non può mancare questo spazio in camera mia. Uno spazio verde con di fianco un cartone di una tastiera Midi (ride). Mi sembra di ricordare che sia un potos e in passato ne avevo più cura, spero che questa rubrica mi dia la carica per prendermene più cura in futuro (scusa potos ti vorrò più bene in futuro).
É uscito giovedì 16 maggio 2024 su tutte le piattaforme digitali (per Believe Music Italy) il nuovo singolo di Yashal. Un nuovo capitolo che racconta una completa rinascita spirituale, quella del cantautore di Roma ma di stanza a Milano, che ha avuto origine durante il lockdown, quello che ci sembra lontanissimo ma che inevitabile ci ha segnato nei modi più diversi. Benvenuti quindi in questo mondo, quello ossimorico di Yashal, sfacciatamente pop, con le luci al neon e una melodia trascinante, ma che racconta di sensazioni viscerali e di una armonia più profondi.
Noi, per conoscerlo meglio, ci siamo fatti invitare a casa sua, ed ecco cosa ci ha mostrato.
Squaletto La mia FORTUNATISSIMA metà mi ha soprannominato “squaletto” sin dal primo giorno… un giorno di ormai 2 anni e mezzo fa… ora che sono di nuovo uno studentello universitario lo ha trovato su una bancarella esoterica e me lo ha regalato per tenere gli appunti… tutto bellissimo ma… che ci faceva uno graffetta a forma di squalo su una bancarella esoterica? E soprattutto… perché mai mi chiamerà squaletto? 😈
Marimo Quello a sinistra si chiama Dongo D… quello a destra si chiama Yashal (ogni riferimento a stazze è puramente casuale). I “marimo” vivono 200 anni e l’augurio del mio produttore, per l’appunto Dongo D, fu quello che la mia carriera durasse quanto la vita del marimo… chi glielo dice che me lo ero già preso da solo augurandomi la stessa cosa? 😂 Dado tvb!
Vinili Eh “uaió” io so’ poppettaro inside! Da quando ho il lettore vinili rompo gli zebedei a tutti i negozi di fornire un po’ più la categoria POP! E mica è un crimine 😜
Ho’oponopono La parte spirituale è sempre più presente. A destra un’opera d’arte home made di un amico romano che un tempo viveva a Milano. Prima che se ne tornasse a Roma voleva buttarla! “Ma che sei pazzo?! Te la rubo io!”… Ha precisato: “me raccomanno… ce stanno 60€ de candele lì in mezzo!” Domé ma nun lo volevi buttà? -.- A sinistra uno dei 200 libri di Ho’oponopono che ho letto. Ti amo, mi dispiace, ti prego perdonami, grazie, IO mi perdonA. 🙌🏼
Chucky e Flamingo Le mie due personalità a confronto… quella dietro cerca spesso di venire avanti… ma Chucky non glielo consente! Peccato non aver mai trovato gadgets anche di Freddy e Jason… con quelle lame! Ma che avete capito??!! Sono solo appassionato di horror… sono docile come un fenicottero alla fine! Cosa? Se non dovesse piacere la mia musica? Chucky scelgo te! 😂
Aigì, nome d’arte di Antonio Il Grande, è un nome che seguiamo, come sapranno bene i nostri lettori, ormai da diversi anni: per questo, non potevamo certo esimerci dal fare all’artista qualche domanda su “MOOD-POP“, il suo eclettico e visionario – capirete perché – album d’esordio.
Aigì, è un piacere ritrovarti con un EP. Da quanto aspettavi questo momento?
Piacere mio! Lo aspettavo da tempo, perché è la sintesi di due anni di sperimentazioni su vari fronti. Difatti abbiamo iniziato a lavorare alla canzone meno recente (Orsa Maggiore) nel febbraio del 2022.
“Mood-pop” è un lavoro denso, che a suo modo racconta con sincerità un percorso personale che può essere anche collettivo. Quanto è stato “terapeutico” per te scrivere le canzoni di questo tuo disco d’esordio?
Tanto! È come se ad ogni canzone avessi affidato il compito di custodire un’istantanea di come mi sentivo in quel preciso momento. Insieme propongono diverse sfaccettature della mia interiorità.
Raccontaci i brani: in ognuno, c’è un po’ di te (e delle tue numerose sfumature musicali) ma ce n’è uno al quale ti senti particolarmente legato?
Sono tutte canzoni-promemoria: Sbalzi d’umore mi ricorda che siamo fatti di contraddizioni, Orsa Maggiore che devo godermi il momento, Cherosene che l’amore non si piega a marchette social, Nuvole che non devo perdermi d’animo, Niente di che quanto sia importante comunicare in una relazione e Nudo/a che il sesso è un gioco senza frontiere. Orsa Maggiore direi che, oltre ad esserci legato, è un evergreen per il mio progetto.
Tra tutti, ci ha colpito la scelta di approcciare ogni brano attraverso una diversa chiave di lettura musicale, che mantiene tuttavia intatta e coerente la firma della tua penna. Ci racconti come nasce questa idea, che pare dare anche il titolo all’EP?
Nasce dal semplice fatto che mi stanno strette le etichette. Mi piace molto ibridare la mia musica arricchendola di varie suggestioni. Dopo tre singoli non proprio coerenti fra loro, mi sono detto “Sai che c’è? La mia coerenza è l’assenza di coerenza”. È nato così il concept di MOOD-POP. Poi chiaramente questo è vero a metà, perché ci sono molti elementi che ritornano.
Certamente un disco del genere, che fa della sperimentazione musicale una delle sue principali chiavi di lettura, merita due parole spese sui tuoi collaboratori… con chi hai lavorato a “Mood-pop”?
Ho lavorato con il mio produttore di fiducia, Octavio Laria, con cui stiamo creando un team di produzione anche per altri artisti. Andavamo al liceo assieme e in questi ultimi anni abbiamo fatto un percorso di crescita che ci ha resi veramente complementari.
AIGì, grazie per il tuo tempo, e in bocca al lupo! Quando potremo ascoltarti dal vivo?
Grazie a voi e viva il lupo! Intanto il 28 aprile sono stato al Volume (Firenze). Da maggio dovrei partire con un tour ma siamo ancora in fase di definizione. Seguitemi per rimanere aggiornati!
Fuori dal 19 aprile “The Trick”, il nuovo singolo dei Fight For Four. Un brano carico di energia positiva che con un sound synth pop porta l’ascoltatore a credere in se stesso. “The Trick” è il trucco che ci serve per uscire da quei momenti in cui tutto sembra crollarci addosso. I Fight For Four ci ricordano che come delle fenici possiamo rinascere dalle nostre ceneri, che possiamo trovare un modo per risollevarci. Il testo viene rafforzato da un sound che trasmette la stessa energia e positività. “The Trick” si apre con sound elettronico e dei beat accattivanti, su cui è impossibile stare immobile, poi prosegue mescolandosi al pop. Il risultato è un brano irresistibile e fuori dal comune.
E per conoscerli meglio non potevamo che fare una cosa, chieder loro quali fossero le loro cinque cose preferite, ed ecco com’è andata.
LA NATURA
Ammirare la natura nella sua spettacolare bellezza avvolti da un silenzio ricco di quei rumori che solo la natura sa creare. La diversità di luce nel corso della giornata, gli innumerevoli paesaggi uno diverso dall’altro, una bellezza che ogni volta è unica ed è come se fosse sempre la prima volta che la ammiri.
IL CIBO
Come ci tira su il morale un buon piatto di pasta con il pesce o, in generale, qualsiasi altra cosa gustosa che ci capiti nel piatto, nessuno mai!
LE CONNESSIONI
Tutto ciò che si crea con le persone che ci circondano. Che siano scambi momentanei o rapporti duraturi, è la bellezza di quanto ogni persona ci può donare anche con un semplice sguardo.
LA MUSICA
In ogni momento della giornata, in ogni contesto, in ogni luogo, da soli o in compagnia, crediamo che la musica sia fondamentale e possa totalmente condizionare in meglio ogni situazione.
LA POESIA/LETTERATURA
La riflessione, lo spunto, il sorriso, la carezza che le frasi racchiuse in un libro ci possono regalare. Un momento di raccolta con noi stessi che si possono trasformare in musica.
“Summertime”, il nuovo singolo degli Arancioni Meccanici, uscirà a mezzanotte via Gelo Dischi. Una cavalcata dreamy per riconciliarci con quella memorabile endless summer che ognuno di noi ha avuto modo di vivere. Siamo felici di presentarvi la traccia in anteprima.
Artwork: fab-lab.biz
Queste le parole con le quali la band presenta la canzone:
«Un’estate persa nella Montecarlo di un altro tempo. O in un’altra galassia alla ricerca di anime con cui ballare verso l’orizzonte, anche se solo per poche settimane. Chitarre e sintetizzatori dilatatissimi per questo nuovo romanzo dreamwave.»
Dal tramonto all’alba, in bilico tra decadentismo e rinnovamento, gli Arancioni Meccanici, da anni colonna portante della musica alternativa made in Milano, raccontano il loro spazio e il loro tempo offrendo una visione policroma, tra reminiscenze new wave, neopsichedelia e momenti dreampop.
Fuori dal 3 maggio “Come una Tennent’s aperta in frigo”, il nuovo singolo diBOOM.BO. Il brano è stato scritto a quattro mani con Il Cile, autore multiplatino, e mostra uno sguardo intimo sulle complessità delle relazioni umane. L’etichetta discografica 04011 Records è entusiasta di presentare questo nuovo singolo, che promette di catturare l’attenzione degli ascoltatori con la sua potenza emotiva e il suo sound innovativo.
“Come una Tennent’s aperta in frigo” è caratterizzata da chitarre distorte e batteria elettronica, un indie pop moderno che strizza l’occhio a melodie anni ’80 con echi di Peter Gabriel.
Noi volevamo conoscerlo meglio, e per farlo non potevamo che chiedergli quali fossero le sue cinque cose preferite. Ecco com’è andata!
1. Occhiali Persol 649
Comprai il primo paio di Persol in un mercatino della mia città, saranno passati 15 anni. Non me ne sono mai separato, se potessi li metterei anche di notte. Sono il filtro perfetto da mettere tra sé stessi e una realtà troppo spesso accecante. Come scrivo in un brano del mio prossimo EP “Con i miei occhiali, mi paro dagli strali”
2. Cocktail Americano
Chissà perché ma è diventato il mio drink preferito, tanto che di recente ho anche provato ad “assemblarlo” in casa con risultati molto discutibili. In realtà mi manca solo la scorza d’arancia ma in casa mia la cosa più simile alla frutta che ho è la bottiglia di limoncello.
3. Il Napoli
Un uomo può cambiare tante cose nella vita, forse tutto, ma non la squadra del cuore. Io devo dire che mi diverto anche quando si perde, perché da sempre frequento forum di tifosi che sfornano le perle migliori quando le cose non vanno tanto bene. Vincere nella vita mi ha sempre annoiato un po’, e quest’ anno ci siamo annoiati pochissimo!
4. La Moto Guzzi V7
Sulla motocicletta si potrebbe fare tanta retorica: la libertà, il brivido, la velocità. Io amo la mia Guzzi perché è un po’ in controtendenza con questo mondo sempre più veloce: è una moto che ha bisogno dei suoi tempi, va fatta scaldare, è tutta analogica e ha pochissima plastica. È un simbolo di resistenza alla fretta e al progresso accelerato del mondo moderno. E raramente supero gli 80 km/h.
5. Il Fender Precision
Il basso è stato il ponte tra il mio spirito e il cuore pulsante della musica. C’è qualcosa nel ruolo del bassista che mi ha sempre affascinato. La sensazione di suonare un Mi a vuoto dal vivo e sentire tutte le otturazioni dentali vibrare batte qualsiasi assolo di chitarra, per me. È stato il mio primo strumento e rimane il mio preferito.
I Not Too Shabby sono una band emergente pugliese, dalle sonorità pop/rock elettronico. Il loro nome proviene da uno slang americano che sta a significare “non male/niente male”. Il loro progetto nasce nell’estate del 2022 con la semplice aspirazione di fare musica per divertirsi e imparare l’uno dall’altro, in un contesto comunque professionale come quello del conservatorio. Si può dire che galeotto fu il Conservatorio di Monopoli, che permise alla band di esordire e muovere i primi passi verso l’esterno.
Nonostante abbia avuto un solo anno di attività, la band è riuscita comunque a totalizzare i suoi primi successi esibendosi per diversi contest musicali, su palchi fuori dalla Puglia come: Roma, Napoli e Frosinone. Ovviamente, però, la Puglia gli ha permesso di crescere e di creare i suoi primi contatti con l’ambiente musicale locale. Ognuno dei quattro musicisti proviene da un background musicale molto diverso e questa è una fortuna perché permette ad ognuno di loro di conferire alla band sonorità e sfumature sempre differenti. Il loro repertorio è vasto e abbraccia tutto quel filone di brani che hanno tracciato un solco importante nella storia della musica, rivisitati ed eseguiti con delle sonorità fresche e moderne, date dall’aggiunta degli strumenti elettronici. A Marzo 2023 hanno pubblicato il loro primo singolo “Tutti Parlano” con il quale si sono esibiti allo stadio San Nicola di Bari in occasione di un importante evento calcistico. A questa pubblicazione ne seguiranno molte altre nel corso del 2024, con produzioni inedite anche in inglese. La formazione è composta da Davide Dibello (tastiere), Edoardo Silvestri (chitarra) e Domenico Lombardi (voce), tutti studenti del Conservatorio Nino Rota di Monopoli, ed infine Leonardo Natuzzi (batteria), attualmente studente di percussioni presso il Conservatorio Niccolò Piccini di Bari.
Lo scorso 19 aprile è uscito su tutte le piattaforme digitali per Adesiva Discografica “Che senso ha”, il loro nuovo singolo. Per l’occasione abbiamo incontrato i ragazzi per farci raccontare qualche curiosità sulle passioni che condividono:
Eddy è un ragazzo spontaneo, espansivo (a volte un po’ troppo), sempre lì con la battuta pronta (che è un modo carino per dire che è un rompiscatole). Oltre alla sua passione per la musica, coltiva da sempre anche quella per il cinema che influenza il suo modo di scrivere. Dai film horror (che guarda sin da quando era in fasce) a quelli più romantici, la nostra “principessa” riesce sempre in qualche modo a estrapolare qualcosa. Può sembrare sfrontato ma in realtà è molto sensibile; spesso per trovare l’ispirazione (come solo un masochista farebbe) guarda quei film che, sa per certo, lo faranno soffrire (mah…contento lui). Eddy e la sua dolce metà, Serena, passano interi pomeriggi a scrivere musica e testi per il gruppo e insieme a Domenico danno vita alle loro storie.
Moro, cinefilo, chitarrista, e pure simpatico, cosa vorreste di più? Magari se chiudesse la bocca ogni tanto sarebbe meglio.
Leo è il batterista della band, ma ha diverse caratteristiche che gli conferiscono delle qualità differenti da quelle di un classico batterista di una band rock, perché in realtà ha una doppia personalità e vita musicale; infatti oltre ad essere un batterista, è un percussionista classico.
La musica classica, il suonare in orchestra e lo studio delle percussioni gli ha concerto uno sguardo sulla musica a 360°, ultimamente infatti non solito freqyentare teatri ed ascoktare concerti di musica contemporanea, l sua preferita.
Ha una personalità molto particolare e appare sempre confinato nel suo mondo psicologico interiore, fatto sempre di musica e arte; infatti appare sempre stonato e fuori dal mondo.
Ha sempre la risata pronta e sa essere super simpatico ma internamente nasconde un lato oscuro in cui si alternano momenti di felicità sprizza te a momenti di tristezza profonda.
Una delle sue più grandi passione oltre alla musica è il basket infatti segue l’Nba americano fin da piccolo, tifando i Cleveland. Ha giocato a basket fin da piccolo e tutt’oggi nonostante il meteo e le condizioni atmosferiche la domenica è solito frequentare i tornei i basket del suo piccolo paesino.
Alex è il produttore della Band e ha uno studio di registrazione fighissimo nel garage della sua umile dimora di Giovinazzo, un paese in provincia di Bari. Da quando Domenico (Cantante) ce l’ha presentato si è creata una chimica pazzesca , come se facesse parte della band, sia in ambito produttivo che addirittura in amicizia.
Lo soprannominiamo Zio Ian per via della somiglianza con il manager dei celebri Chipmunk in “Alvin Superstar”…è praticamente identico, mettici un pizzico di accento Barese ed è fatta. Ovviamente capisce di musica decisamente di più del suo sosia, infatti noi lo vediamo sempre come una sorta di guida sugli arrangiamenti e specialmente come psicologo per la band, visto che la maggior parte delle discussioni nascono proprio in studio.
È un ragazzo sempre pronto ad ascoltare anche le peggiori idee che ci vengono in mente, la sua reazione sarà sempre “può avere un suo perché, lo elaboriamo” qualsiasi idea gli proponiamo. Siamo di certo la sua rovina per quanto riguarda le spese di sostenimento dell’ area caffè, dove zio Ian si è dovuto attivare all’immediata apertura di questo reparto dello studio, 3-4 caffè ogni sessione, ogni due per tre sale sopra a prenderci l’acqua borbottando e sbuffando perché puntualmente finisce l’acqua della macchinetta.
Il suo talento nel settore è innegabile, veramente veramente colto e produttivo, quando si siede difronte al Mac le mani iniziano a volare, e in un paio d’ore il pezzo è pronto, le altre due le passiamo a cazzeggiare, fumare, discutere e montare la batteria (cosa che lui odia profondamente), a discapito del batterista (Leo) che viene in studio solo per dormire.
Il Clubbing, il mondo notturno, fatto di: socialità, birre, musica elettronica, energia, senso di libertà; è un mondo che ha origini storiche già negli anni ’70/’80. In quegli anni i club notturni, in cui si ascoltava musica elettronica facevano parte di un mondo sotterraneo in cui la gente, di qualsiasi età, estrazione sociale, etnia, genere e identità si riuniva, ballava, si divertiva e tutti i club di questo tipo avevano poche regole che andavano a difendere la libertà individuale.
Dagli anni ’70 ad oggi i club fanno parte della cultura giovanile, conservando i principi di libertà, si alternano alla console gli ospiti, main artist della serata, con qualche dj resident del posto e dj emergenti, non c’è una distinzione di tipo gerarchico tra artista e spettatore, i clubber comunicano con il proprio corpo in movimento e, relazionandosi fra loro e con la musica dei dj, creano la festa.
Questo modo di pensare il club e la socialità blocca i freni inibitori del pregiudizio, dell’imbarazzo, cosa che normalmente non ci permette di interagire con qualcuno molto diverso da noi, non pensando che conoscere il suo modo di essere può arricchire anche il nostro.
Questo è il clubbing, molto spesso associato ad un mondo oscuro e misterioso, proprio per questa motivazione storica, e per tutto ciò che riguarda i clubber che assumono droghe pesanti.
E’ vero, nei club non sempre è tutto così bello, a volte capitano spiacevoli inconvenienti o persone non molto socievoli ma ogni paese è mondo. Non bisogna fare di “tutta l’erba un fascio”, come si suol dire, è ormai vitale, per noi, la sensazione di condividere il nostro stesso stato d’animo sulla pista da ballo che ci permette di far parte di un sistema più grande, guidato dalla musica, dai movimenti, dalla libertà di essere e dalla condivisione.
Il Sole. Dopo ogni notte sorge sempre il sole che ci permette di vedere le cose per come sono. Con la sua luce permette che ogni cosa assuma la forma e rifletta il colore che ha, assieme a tutte le sue sfumature. Passare del tempo al sole pensiamo che sia rigenerante, ci da vitalità, benessere. Ci sono tanti concetti e pensieri legati alla figura del sole, come quello che ruotando permette a tutti di avere luce, le zone che inizialmente sono in ombra pian piano vengono illuminate e viceversa, col giusto tempo permette a tutti di brillare. È fondamentale per la nostra esistenza sulla terra e, secondo noi, è importante per trovare il bello nella vita di tutti i giorni, come i girasoli, affamati di luce che lo inseguono, si sentono protetti dai suoi raggi o gli piace semplicemente la sua compagnia e quando arriva sera, si chiudono in sé stessi. Il sole è il motore del nostro mondo, almeno di ciò che è bello e che ha bisogno di luce, ed è importante ogni tanto ricordarselo.