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Intervista Rap

Animali notturni contro la monotonia. L’intervista ai DFWU

“Dedicato alla Luna” è il nuovo EP manifesto dei DFWU, piena espressione della loro libertà creativa. In occasione dell’uscita di questo esordio abbiamo fatto qualche domanda alla band.

Artwork: Martina Platone

  • Il vostro EP “Dedicato alla Luna” sembra un canto rivolto verso una musa ispiratrice, capace di essere al contempo stimolo artistico e meta inarrivabile. Cosa vi ha portato a trovare nella luna e nell’atmosfera notturna l’ispirazione per questo progetto?
    “Dedicato alla Luna” è dedicato a una compagna di camminate, una presenza costante nel nostro progetto e in noi come persone. È la luce nel buio che illumina il percorso verso lo studio dopo essere usciti dal lavoro, insomma una linea guida che porta in posti migliori. Siamo tendenzialmente animali notturni, quindi la notte è il momento in cui riusciamo a lavorare meglio, quel periodo di tempo in cui tutto quello che viviamo nell’arco della giornata si quieta e finalmente riusciamo a dare spazio a noi stessi e alle nostre creazioni.
  • In “Cronico” avete collaborato con Moder, leggenda del rap underground romagnolo e italiano. Come è nata la collaborazione e quali sono state le sensazioni di confrontarsi artisticamente con lui?
    La collaborazione con Moder è nata quando ci ha invitato a suonare nel suo locale Cisim di Lido Adriano, ormai un’istituzione per quanto riguarda musica live e hip hop in generale all’interno del nostro territorio. Abbiamo chiesto se si potesse incastrare una data e così è stato. Siamo entrati subito in buon rapporto. Prima di sentirci, quando abbiamo messo giù “Cronico”, avevamo una strofa su cui fare un feat con qualcuno. Siccome, a nostro parere, è la traccia all’interno dell’EP che più richiama l’hip hop vero e proprio, abbiamo pensato che Moder sarebbe stato l’artista giusto per valorizzare la strofa, e infatti è andata proprio così. Una bomba, pathos, workflow fortissimo e rime taglienti nel suo stile. Non potevamo chiedere di meglio, sia umanamente che artisticamente.
  • Al di là degli incastri e dei tecnicismi, il vostro rap appare contaminato da una fortissima componente strumentale, dovuta ovviamente alla natura collettiva della vostra formazione. Quanto conta nella vostra ricerca artistica l’approccio “analogico” al suono?
    Siamo molto felici di questa domanda perché amiamo parlare della nostra strumentazione, specialmente dell’equipaggiamento vintage, che usiamo per rendere ogni brano unico. Come avete notato, i suoni analogici sono parte integrante di ogni nostra produzione perché partiamo sempre da lì, cercando il massimo confronto con lo strumento. La ricerca del suono più adatto è un’esperienza che pochi apprezzano al giorno d’oggi, con librerie di plug-in e VST che, con qualche click, suonano perfettamente. Capiamo che molti preferiscano il digitale perché è più economico e semplice, ma noi siamo tra quelli che amano ancora girare manopole, sentire ronzii e smontare e rimontare strumenti per farli funzionare. Tuttavia, usiamo anche il digitale per migliorare l’ analogico quando necessario. Il nostro obiettivo è mescolare sapientemente strumenti old school e tecnologie moderne, per creare un suono nuovo con una base tradizionale.

  • Fra le vostre ispirazioni citate i Sangue Misto e Robert Glasper, in qualche modo icone dell’old school della cultura rap. Come riportate questi riferimenti così importanti all’interno della vostra scrittura?
    Questa risposta la divideremo in due parti, proprio perché con la domanda siete riusciti a racchiudere da una parte la scrittura testuale e dall’altra la scrittura musicale. Partiamo dai primi citati: di sicuro il riferimento e gli spunti presi dai Sangue Misto derivano soprattutto dal loro album iconico “SXM”, da canzoni come “Lo straniero”, “Cani sciolti” o “Clima di tensione”, brani in cui gli artisti hanno caratterizzato il loro dissenso, il loro “rigurgito sociale” e la resistenza a uno stato repressivo come quello dei fine anni ’90. Questo in particolare ci ricongiunge molto alle sensazioni e a quello che viviamo noi oggi, per questo in molti casi capita che nei testi Rampa riporti le stesse sensazioni. Arriviamo così a un altro riferimento importantissimo per noi, Robert Glasper. Con album come “Dinner Party” con Terrace Martin e Kamasi Washington, “Black Radio” o album in collaborazione come “Drones”, ha rivoluzionato e portato su un altro livello il nostro modo di suonare e approcciarci alla musica. La nostra ispirazione parte da lui perché ha ripreso quel concetto di jazz che Miles Davis proponeva all’interno dei suoi ultimi album, quel concetto da cui hanno iniziato negli anni ’80 i primi DJ hip hop a tagliare sample e fare i primi loop. Riportando in live quelle vibes ma con una nuova essenza: pasta vecchia, suono nuovo!
  • Avete descritto questo EP come “un manifesto di ribellione e autenticità musicale”. Il vedere la musica come strumento di ribellione non è un concetto nuovo, ma ad oggi da cosa vi sembra che serva liberarsi?
    Rispondiamo a questa domanda partendo dal nostro nome, D.F.W.U., che è già un urlo di per sé. È una manifestazione di ribellione contro la monotonia di una vita che prova a schiacciarti ogni giorno. È presente in ogni sfida, in ogni momento difficile, in ogni sistema corrotto e schifoso che vuole farti abbassare la testa o convincerti che la vita non può essere vissuta come la vuoi vivere tu. Don’t fuck with us è un promemoria per noi stessi e per gli altri che nulla può intaccare la nostra determinazione. È quell’esclamazione che dovresti avere ogni volta che ti rialzi. Per noi, Don’t fuck with us è una filosofia: avere dei diritti, impegnarsi per creare la vita che desideri e non accettare passivamente ciò che non vuoi. Quando ti arrendi e accetti le imposizioni, è lì che ti hanno fregato.

BIO
Don’t Fuck With Us è un’odissea sonora nata durante la quarantena, quando il trio Rampa, Mattia e Anton inizia a sperimentare con synth, loop e prime rime. Fondendo hip-hop, jazz e funk, ispirati da Sangue Misto e Robert Glasper, creano una sinfonia urbana. Sul palco, Daniel alla batteria e Lorenzo al basso amplificano l’esperienza, mentre Marco al piano aggiunge una nuova dimensione al sound.
DFWU incarna l’energia e la diversità della scena musicale romagnola.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa Rap

DFWU + Moder e Ravenna spacca ancora

“Cronico” è il nuovo singolo dei DFWU, uscito il 22 ottobre 2024. Sentirsi inadeguati nei confronti della società, ma con la cognizione di potersi distinguere (“purtroppo vivo chiaramente in babbilonia da assiro”). Il solido groove dei DFWU unito alle barre di Moder dà vita un pezzo intenso e trascinante.

Foto: DFWU

Queste le parole con le quali il trio presenta la canzone:
«”Cronico” affronta il conflitto interno di un individuo contro le aspettative e le ipocrisie della società moderna. Rampa in questo brano critica la superficialità e lotta per mantenere la propria autenticità. Riflette sulle sue debolezze e sulla ricerca di appartenenza, trovando conforto e speranza nella musica (“se penso a lei non stacco mai”). Accettando le complessità della vita, il protagonista evolve attraverso resilienza e auto-riflessione, cercando autenticità e pace interiore.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Don’t Fuck With Us è un’odissea sonora nata durante la quarantena, quando il trio Rampa, Mattia e Anton inizia a sperimentare con synth, loop e prime rime. Fondendo hip-hop, jazz e funk, ispirati da Sangue Misto e Robert Glasper, creano una sinfonia urbana. Sul palco, Daniel alla batteria e Lorenzo al basso amplificano l’esperienza, mentre Marco al piano aggiunge una nuova dimensione al sound.
DFWU incarna l’energia e la diversità della scena musicale romagnola.

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Fonte: Costello’s Agency

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Intervista Rap

Le 5 cose preferite di MIDEN

Abbiamo chiesto a Miden di raccontarsi attraverso le sue 5 cose preferite, dopo aver ascoltato la sua ultima uscita, ecco che cosa ci siamo detti!

POLITICALLY INCORRECT

Il concetto di “politically incorrect” (politicamente scorretto) è emerso come reazione a ciò che molti percepiscono come eccessi del “politically correct” (politicamente corretto) ed è stato abbracciato da coloro che ritenevano che il politically correct stesse soffocando la libertà di espressione e il dialogo onesto. Mi piace “abbracciare” la libertà di espressione, fare critica e satira, e dire quelle “verità scomode” che molti non vogliono affrontare. Essere scorretto, “scortese” musicalmente parlando mi da forza.

EMINEM

O meglio SLIM SHADY.

L’artista che mi ha influenzato maggiormente in ogni sfumatura. L’artista più controverso e influente del panorama rap.

La sua carriera, caratterizzata da successi enormi e altrettante polemiche, ha avuto un impatto significativo non solo sulla musica, ma anche sulla cultura popolare. Le sue canzoni affrontano una vasta gamma di temi, molti dei quali controversi. Tratta di argomenti come la povertà, la dipendenza, le difficoltà familiari e la violenza domestica, spesso attingendo dalle sue esperienze personali. Questo realismo brutale ha attirato critiche per la sua rappresentazione esplicita e spesso grafica, ma ha anche contribuito a creare una connessione profonda con il suo pubblico. Mi sono rivisto in lui dato che non ha paura di sfidare le norme sociali e parlare apertamente dei suoi demoni personali. È stato anche accusato di omofobia, misoginia, e promozione alla violenza. Ma nonostante ciò, Eminem ha sostenuto che le sue canzoni sono una forma di espressione artistica e non dovrebbero essere interpretate come incitazioni alla violenza. Album preferito “THE EMINEM SHOW” 

RABBIA POSITIVA

La rabbia è un’emozione umana naturale che, sebbene spesso vista in modo negativo, può avere aspetti positivi quando gestita e canalizzata correttamente. Quando pensiamo alla rabbia, la associamo a reazioni impulsive, conflitti e distruzione. Tuttavia, è possibile vedere la rabbia sotto una luce diversa, riconoscendone il potenziale per trasformare situazioni negative in opportunità di crescita e cambiamento. Voglio canalizzare la rabbia (dovuta a esperienze passate) e trasformarla in consapevolezza, autocontrollo, facendo “passare” una comunicazione sana, motivandomi a cambiare sempre in meglio.

GENTIL SESSO

Quando parliamo del “gentil sesso”, non ci riferiamo solo alla grazia e alla delicatezza che spesso si associano alle donne. Parliamo della loro forza interiore, della capacità di resistere e di combattere per i loro diritti, e dell’instancabile impegno nel sostenere le famiglie e le comunità. La gentilezza e la compassione sono tratti che, più che mai, hanno il potere di cambiare il mondo.

Le donne sono state e continuano a essere leader in ogni campo immaginabile. Pensiamo a figure come Marie Curie, la prima donna a vincere un Premio Nobel, o a Malala Yousafzai, che ha coraggiosamente lottato per il diritto all’istruzione. Queste donne non solo hanno lasciato un segno indelebile nella storia, ma hanno anche ispirato milioni di persone a perseguire i loro sogni nonostante le avversità.

Nel quotidiano, le donne affrontano sfide che spesso passano inosservate. Il doppio carico del lavoro e della cura della famiglia, le discriminazioni sul posto di lavoro e le barriere culturali sono solo alcuni degli ostacoli che superano con tenacia e resilienza. Eppure, nonostante tutto, continuano a dimostrare una straordinaria capacità di amare, di creare e di innovare. Se non si era capito, impazzisco per le donne.

ESSERE PROVOCATORIO

un concetto spesso frainteso e talvolta evitato per paura di suscitare reazioni negative. Tuttavia, essere provocatorio non significa necessariamente essere offensivo o irrispettoso. Al contrario, può essere uno strumento potente per stimolare il pensiero critico, promuovere il cambiamento e rompere gli schemi convenzionali.

Essere provocatorio significa sfidare lo status quo, mettere in discussione le idee preconcette e spingere le persone a riflettere su ciò che diamo per scontato. In un mondo in continua evoluzione, dove le abitudini e le tradizioni possono diventare ostacoli al progresso, la provocazione può servire da catalizzatore per il rinnovamento e l’innovazione.

“È RIVOLUZIONE FRA”

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Rap

Dinamite e tritolo nelle penne degli Smokin’ Velvet

Wo, mamma mia, ma che diamine di garra sale appena premi “play” sul secondo singolo degli Smokin ‘ Velvet, duo ibrido che rotola a passo di groove sulla strada che collega Toscana e Lombardia? Inutile fermarsi a prendere fiato, quando il brano che hai davanti sembra fatto apposto per levarti l’aria – sopratutto se sei tra gli “Scarseez” che i due prendono di mira con la precisione del cecchino. 

C’è proprio una tendenza, nella scrittura degli Smokin‘, a trasformare le parole in esplosioni dinamitarde, in piccole granate artigianali che i due lanciano dalla finestra su strade piene di zombie in giacca e cravatta, o in Vans e pullover, o insomma su “deficienti” deambulanti che popolano la noia degli uffici, delle discoteche, del mercato discografico, dei salotti più o meno bene: una rabbia irrefrenabile che sale dallo stomaco e, una volta che arriva al cervello, prende la forma di una smitragliata di lemmi e vocaboli utili a sottolineare, per l’ennesima volta, la validità del concetto che “la lingua taglia più che la spada”, senza ombra di dubbio.

Gli Smokin’ avevano già dato segno di una certa predisposizione alla dinamite: i due avevano esordito qualche mese, con un progetto interamente curato da loro in prima persona (dalle basi alla realizzazione delle grafiche, in quella modalità completamente “indipendente” tipica dell’hip hop) che in effetti aveva lasciato intendere gli intenti bellicosi; ma in “Scarseez”, beh, la rabbia diventa quasi catartica, sublimata da un approccio ironico che permette alla risata di seppellire tutto ciò che ci fa star male. 

Non c’è censura, non c’è limitazione e allo stesso tempo non c’è eccesso: ciò che in effetti non smette di colpirmi, arrivato al ventesimo ascolto del brano, è proprio l’eleganza e il gusto con il quale Emanuele e Alessio affossano le portaerei avversarie, in una guerra combattuta senza esclusione di colpi ma con la leggerezza della battaglia navale da tavolo; un gioco da ragazzi, insomma, per chi certe ferite se le porta dentro e pare averle rese crepe efficaci a far passare la luce. 

Sempre più curioso di seguire e scoprire ciò che sarà.

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Elettronica Pop Rap

Le 5 cose preferite di R3TO

R3TO, moniker di Federico Torre, rapper milanese che ci ha già fatto sognare con “F1RST”, ritorna in pista con un nuovo singolo, sempre dedicato al mondo automobilistico. Stiamo parlando di “Fast“, fuori dal 19 maggio, brano che accoglie tra le sue rime la bellezza di un mondo tanto bello quanto pericoloso. Noi ci siamo fatti raccontare meglio, attraverso le sue cinque cose preferite, chi si nasconde dietro il personaggio di R3TO.

Flow e metrica

Esattamente come in un circuito, nella musica flow e metrica si susseguono come le curve. Adoro quella fase di costruzione musicale in cui le mie strofe prendono forma e la mia voce le percorre come fosse un’auto. Dalla somma di tutto questo nasce la magia della musica.

I motori

Fin da bambino sono sempre stato affascinato dal rombo dei motori, fin da quando mio padre mi portò nel primo circuito, inoltre sono sempre stato un appassionato di motorsport.

Il palco

È sempre un’emozione unica poter portare le proprie canzoni sul palco. Il live sul palco è un po’ come aspettare la domenica per partecipare ad una corsa sportiva.

Le persone

In tantissimi casi, chi mi ascolta e mi segue mi raccontano in che situazione ascoltano le mie canzoni e per me è come se mi facessero entrare in qualche modo nella loro vita. Gli sono molto grato di tutto questo e mi dà molto gusto sapere di cosa rappresenta la mia musica per loro o a quale momento è legato.

Le esperienze

Viaggiare sia per piacere che per lavoro, quindi uscire dalla propria zona di confort, è per me una grande fonte di ispirazione e di sfida che permette anche alle mie idee di evolvere.

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Pop Rap

Tutti i significati di Brida, “Qui” e ora

Brida, già il nome, in qualche modo mi incuriosisce. Non so il perché, ma mi ricorda qualcosa che è sepolto sotto, che è antico, che suona quasi mitologico: Brida, Brida, Brida… forse un personaggio di qualche saga greca o romana? O forse siamo più a Nord, verso l’Europa dei vichinghi? O nei continenti caldi, dove tutto diventa sole e vita che splende? Vabbé, ma che importa: quel che sappiamo di Brida è che, al momento, la ragazza è geolocalizzata in Toscana dopo una peregrinazione che l’ha portata a fare su e giù per il mondo, da Londra al Brasile; insomma, una vita che assomiglia più ad un crocevia di esperienze umane e musicali diverse, che ad un blocco granitico e inamovibile che puoi decidere di spostare da una parte o dall’altra.

Basta leggere un po’ le note stampa dell’artista per renderci conto che, un’improvvisata, di certo Brida non è – anzi: la giovane cantante toscana ne ha già fatta di gavetta, ma ciò che incoraggia è il fatto che sembri essere ben consapevole che il percorso formativo non finisca mai, e che senza dolore non c’è gloria, come direbbe qualche celebre inventore di slogan. Anche quando la vita ti porta a mettere in discussione il cammino fatto fin qui, e a ponderare l’ipotesi che in fondo fare il musicista nel 2022 stia assomigliando sempre più a qualcosa che oscilla fra le definizioni di “lusso” e “martirio”. In mezzo, c’è una quotidianità fatta di sacrifici e di lavoro, nel costante tentativo di tirar fuori da sé stessi qualcosa che torni a stupirci, prima ancora che stupire gli altri.

Brida

Forse, dopo lunghe peregrinazioni, Brida pare aver trovato il suo “centro di gravità permanente”: la squadra di produttori, in primis, sembra esser riuscita nell’impresa di dare una forma convincente ad una scrittura che pare ancora legata al momento, e all’ispirazione che non segue regole né canoni; insomma, quello di Brida è un flusso che trova un flow ben preciso nelle contaminazioni Trip Hop e Urban della lettura musicale proposta dal team di Fennec, permettendo al brano di farsi ipnotico senza perdere di tensione e sostanza. Le parole, invece, arrivano subito con sincerità perché non pare esserci posa, dietro la penna di Brida: la ragazza si racconta, racconta il proprio rapporto con sé stessa e con l’altro da sé; mette alla berlina le proprie paure e ne fa una hit buona per superare i momenti no, senza doversi a tutti i costi raccontare che “andrà tutto bene“.

Sì, perché la verità è che “va bene” ciò che ci impegniamo a far andare in tale direzione: anche se, spesso, questo vuol dire compiere sacrifici che non sapevamo di essere pronti ad affrontare. E questo, forse, non è crescere?

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Pop Rap

Marasmo e le malinconie da fuorisede

Mi ricordo quando sono andato a vivere da solo. Mi ricordo che pensavo di essere più avanti rispetto ai miei coetanei, sapevo caricare una lavastoviglie, fare una lavatrice e addirittura stirarmi una camicia, salvo poi scoprire che la casa dove sono capitato a Milano non aveva lavastoviglie, la lavatrice era diversa da quella che conoscevo io e non c’era neanche il ferro da stiro e, come se non bastasse, nessuno mi aveva mai insegnato ad accendere un calorifero. La mia esperienza da fuorisede si preannunciava un vero disastro: e poi c’era quella ragazza, a cui non ho mai chiesto di uscire salvo poi trovarmela in casa perchè usciva con il mio coinquilino, avevo sempre freddo, sempre fame, eppure stavo ingrassando, mi vestivo malissimo e non avevo amici. Andavo ai concerti da solo, ogni tanto mi piazzavo in un bar col computer a studiare sperando che qualcuno venisse a parlarmi e tutta una serie infinita di situazioni che grazie a Dio sono finite. Pensavo di essere uno scemo, di essere l’unico al mondo che non era in grado di integrarsi, e che avrei sempre vissuto con il marchio di fuorisede sulla fronte. Poi è passato tutto, senza che me ne accorgessi, ed ho scoperto anche fuorisede di marasmo.

Questo è disco è la raccolta delle esperienze di uno studente lontano da casa che si ritrova a dover fare i conti con i nuovi incontri, con i legami passati e con quelli che si creeranno. Ogni brano è una vicenda, ed ogni vicenda è legata a quella del brano successivo, in una sorta di loop continuo delle fasi che ognuno, nella condizione di fuorisede, si ritrova a vivere. L’arrivo, il sentirsi fuori posto, l’ultima notte prima di partire. Il tutto è la metafora per parlare delle relazioni: il conoscersi, il capire che qualcosa non va, l’addio. Per poi cambiare città e ricominciare da capo.

marasmo ci porta alle cene infinite con amici casuali che noi fuorisede abbiamo fatto tutti solo per tenerci compagnia, amici di cui non ricordiamo neanche il nome, che sono svaniti subito dopo quella improbabile riunione a cui ne è seguita subito un’altra, quelle cene in cui abbiamo parlato delle nostre avventure romantiche a cui seguivano le nottate al telefono con gli amici di sempre, quelli veri, che però ci sembravano sempre più lontani, e la solitudine immensa che solo un fuorisede può comprendere. Che poi non è facile capire che quando sei un fuorisede hai fame d’amore, di compagnia, di calore, di sentirti a casa, un rifiuto è una tragedia e ogni parola un regalo immenso.

Si apre tutte con le sincopi di ssmn, con il miglior Dutch Nazari che possiamo ricordare, seguono le immersioni di fuori, e la solitudine immensa di cui è fuori dal mondo, un brano pop su cui si può ballare, che si può urlare in macchina, ma che fa anche molto male, come male, la terza traccia, il brano della mattina dopo. Scumm è dedicata a chi sta cercando di andare avanti, a chi vuole voltare pagina. Chiude tutto mrs2l, un bagno di malinconia.

Questo disco è una catarsi per tutti quelli che vogliono tornare a casa.

CM

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Pop Rap

Casto ci ricorda che è tutto “Okay”

Atmosfere elettroniche, beat che sembra provenire da una galassia lontana, stiamo parlando del nuovo singolo di Casto che grida al mondo che è tutto “Okay”. Cantato in collaborazione con rckt e Illvminate, il nuovo singolo pubblicato il 24 ottobre per Awary Records e The Orchards è stata lanciata in orbita e sta girando già all’impazzata.

Lo abbiamo conosciuto con il suo singolo d’esordio “Weekend”, in cui Casto ci raccontava cosa voleva dire per lui sentirsi come se fosse sempre un fine settimana e ora possiamo continuare ad ascoltare una sua nuova produzione che dimostra quanto l’artista abbia voglia di sperimentare, mescolare insieme generi e sonorità elettroniche, e perché no, anche voci e stili di altri artisti. La tripletta Casto, rckt e Illvminate ha saputo dare i suoi frutti: “Okay” è uno di quei brani che oltre a trasmetterti le good vibes, ti fa anche ballare e lasciarti andare.

“è tutto okay” continuiamo a ripeterci nella mente e con questo pensiero nel cuore ci fortifichiamo ogni giorno, spronandoci a fare sempre di meglio. Forse è proprio questo il messaggio che Casto vuole dare ai suoi ascoltatori, e forse è proprio questo il motto che lo accompagna nella vita. Noi vogliamo sperare che sia così.

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Pop Rap

Le 5 cose preferite di Sebaa

Esce giovedì 9 settembre 2021 Happy Gospel di Sebaa (fuori per Waves Music Agency), un nuovo capitolo che ci avvicina all’uscita dell’EP di debutto Butterfly Radio. Ecco i primi minuti di quello che sarà un mondo stratificato e complesso di influenze, rigorosamente senza genere. Sebaa è dunque un rapper atipico: la musica diventa uno strumento per dire la propria, un esercizio di stile per migliorarsi. 

Al giorno d’oggi, anche grazie ai social, sembra siamo obbligati a dire la nostra. Questa sovraesposizione dell’ego mi fa passare la voglia di dare la mia opinione.Non ho l’esigenza di dire cosa penso ma mi compiaccio nel trasformare le mie idee in suono. Un Artista è un individuo la cui attività si esprime e opera nel campo dell’arte. Non vi sembra che sia una parola un po’ troppo inflazionata ultimamente? Mi risento spesso dal dire che sono un artista, per l’appunto come posso definirmi tale davanti a una tela del Mantegna, a un brano di Gaye o un testo di Kendrick. L’arte é sacrificio, e l’artista é colui che studia e dedica il suo tempo a migliorarsi in una gara contro sé stesso, sia che il miglioramento sia effimero e fine solo all’atto tecnico-pratico che il miglioramento sia “nobile” e fine alla volontà di esprime se stessi. Nessuno è un artista perché autoproclamato tale nella bio di Instagram.

Per l’occasione gli abbiamo chiesto quali sono le sue cinque cose preferite.

Swimming – Mac Miller
Negli anni ho sviluppato una vera e propria dipendenza per questo album. Da quando è uscito l’ho ascoltato tantissimo ed è stato fondamentale nella mia crescita personale ed artistica. Must have.

Kung Fu Panda / American Ganster

Non so se tra Frank Lucas e il maestro Oogway ci sia una reale connessione. Resta il fatto che questi due film li ho visti un sacco di volte e li so quasi a memoria. Sono decisamente per occasioni diverse. Kung Fu Panda è un arma segreta per risollevare un periodo no, mentre Denzel è la scelta giusta quando voglio vedere qualcosa che mi metta la grinta per prendermi tutto!

Cd fisici
Ho una modesta collezione di cd fisici e nella mia macchina si ascolta musica solo da quelli. È una passione cresciuta con gli anni. I cd sono oggetti che mi affascinano e ho cominciato a comprarli da ragazzino per il semplice motivo che i vinili costavano troppo.

Gran Crispy McBacon
Un insieme di composti chimici pensati ad hoc e che mangiati assieme sono perfetti.

Hip hop
È una cultura, è fratellanza, competizione e rispetto. Amo quello che faccio. È crescita personale.

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Pop Rap

Leo Lennox lo ha fatto “Pour moi”

Leo Lennox ha solo una vaga assonanza con l’artista Lennon, perché per tutto il resto, l’artista di casa Revubs Dischi si rifà ad un genere che mette insieme pop, rap e, perché no, anche la dance. A dimostrarlo è il suo nuovo singolo “Pour moi”, fuori dal 14 luglio su tutte le piattaforme e pronto a farci scatenare in pista mentre cerchiamo di non versare lacrime amare per chi non ha saputo apprezzarci così come siamo.

Pour moi” è il canto egoico ma non egoistico, egocentrico ma non narcisitico di Leo Lennox: sì perché come si intuisce già dal titolo, l’artista finalmente sceglie di mettere al centro del suo mondo e della sua musica in primis sé stesso. Dopo anni passati ad assecondare voglie e desideri altrui, ecco che “Pour moi” canta di questa volontà di riscatto prima di tutto verso sé stessi.

Ecco che noi abbiamo voluto scavare a fondo nella questione, ed è per questo che vi lasciamo con la nostra video intervista preparata ad hoc per Leo Lennox!