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Comunicato stampa

C’è un tesoro nello scrigno di Jacopo Gobber

“20 anni di manicaretti” è il nuovo LP di Jacopo Gobber, uscito venerdì 18 ottobre 2024. Il Wayne Coyne veneto libera il suo vastissimo canzoniere occulto ed è un’esplosione di piccoli capolavori, tra neopsichedelia e baroque-pop.

Foto: Jacopo Gobber

Queste le parole con le quali l’artista presenta l’album:
«”20 anni di manicaretti” è un agglomerato di canzoni perdute, composte dal 2004 ad oggi, finora distribuite solamente durante i concerti, quindi in pratica rimaste inedite.
L’esigenza di pubblicarlo e promuoverlo in modo meno naïf e underground, nasce da due motivazioni:
1. archiviare queste canzoni che al momento sono dimenticate e inaccessibili;
2. far riemergere questi brani come “fotografia del tempo”. Anche se i brani sono stilisticamente molto diversi tra loro, le produzioni hanno il pregio di avere un suono che identifica abbastanza le produzioni alternative pop inglesi di fine anni ’90 e inizio ’00 (Blur, Pulp, Primal Scream). È un album riemerso in primis per una specifica nicchia di ascoltatori che cercano nuovi ascolti di quei filoni musicali (il britpop, il pop psichedelico di Syd Barrett e Brian Wilson, l’art pop e il prog pop).
I brani sono stati estratti da 4 diversi album: “Metamorfosi” (2004); “Bianco & nero” (2007); “L’estetica del lavoro” (2011); “Accalappiacani” (2016).
In questa selezione si spazia da momenti più sghembi e lo-fi, come in “Metamorfosi”, “Accalappiacani” e “TRUCEBALDAZZI”, a canzoni più compatte e wall of sound dall’elevata pressione sonora, come “Papaveri gialli”, “Hai ragione tu” e “Bianco & nero”. Si prosegue con brani nonsense in technicolor (“Kappaò”) e brani più cantautorali e ironici dove nei testi si mescola il quotidiano realismo con il surrealismo: “Concorso comunale”, “È arrivato l’arrotino”, “Pisciarsi sulle scarpe”, “Il pianista”. E si arriva fino a canzoni abbastanza scure e introspettive come “La mente veglia”, “Dirimpetto” e “Mammiferi dell’acqua”.»

Puoi ascoltare il disco qui:

BIO
Jacopo Gobber è un cantautore che dal 2004 compone in totale libertà e autonomia un art pop psichedelico con arrangiamenti massimalisti. Le sue produzioni sono artigianali e bitorzolute ma grazie alle melodie easy listening e ai ritornelli scritti come degli slogan, diventano in qualche modo comunicative.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa

Il viaggio ipnotico di Marco Scipione

“H(ost)” è il nuovo LP di Marco Scipione, uscito martedì 8 ottobre 2024 via Cassis Records. Suoni distensivi e atmosfere tanto sperimentali quanto estatiche. E poi, parafrasando un altro noto musicista italiano di formazione jazz, c’è un sax che spinge a fondo “come ciclisti gregari in fuga”.

Foto: Alessandra Fuccillo

Queste le parole con le quali il musicista presenta il disco:
«Con “H(ost)” ho voluto esplorare la parte più intima, dolorosa e pura della mia dedizione alla musica. Spingere all’estremo il processo di ricerca sonora e personale che porto avanti da anni. Ho lasciato che le cose che amo di più ispirassero il mio sviluppo creativo e il processo di scrittura: dal mio cane Sergio ai Radiohead, dalle colonne sonore di film e videogame al jazz.»

Puoi ascoltare l’album qui:

BIO
Marco Scipione è un sassofonista italiano considerato uno dei nomi più rilevanti della scena emergente. Sassofonista anomalo, virtuoso nel jazz e nella fusion ma con un solido background nel rock e nel metal, è uno dei principali utilizzatori di effetti sul suo strumento che distorce e modifica ispirandosi a Kurt Cobain, ai riff di Tom Morello e alle suggestioni sonore eteree dei Radiohead. Un approccio che esprime a pieno nel suo trio post punk hardcore DANG!
La passione per le colonne sonore, la musica di ricerca, i videogames hanno spinto Marco a continue esplorazioni sonore, maturate in diversi progetti e concerti in solo.
L’anima rock e quella sperimentale si chiudono in un perfetto ed eterogeneo triangolo musicale con la sua attività di session man che lo vedono girare il mondo assieme ad alcuni dei più autorevoli artisti pop e jazz italiani (Eros Ramazzotti, Mario Biondi, Tommaso Paradiso).
“H(ost)” è il debutto di Marco Scipione come solista. Registrato al Bunker Studio di Brooklyn è un disco di solo sax, senza sovraincisioni o loop.

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Fonte: Costello’s Agency

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Elettronica Indie Intervista Pop

“584” di Cranìa: un viaggio celestiale nell’elettronica pop

Il 19 gennaio 2024 è uscito il primo album di Cranía, “584”, via Costello’s Records con distribuzione The Orchard.
Il titolo del disco si riferisce al numero di giorni che compie Venere per riportarsi in congiunzione con il sole. Le nove tracce, a loro volta, rappresentano l’orbita del disco: si susseguono creando un’esperienza d’ascolto che riverbera con la stessa intensità delle onde del mare che rispondono ai moti celesti della Luna.
L’approccio di Cranía alla scrittura è riflessivo e metodico, quasi matematico: il lavoro svolto dietro il disco, sia in fase di produzione che di composizione, si distingue per raffinatezza e qualità, senza mai sacrificare l’emozione e l’essenza coinvolgente di un ascolto spontaneo. Questa sinergia tra precisione e passione dà vita a un lavoro di alto livello, di sapore internazionale.
Ascoltare “584” di Cranía è una passeggiata sul suono lunare, dove le melodie elettroniche e i testi evocativi trasportano l’ascoltatore in un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio, attraverso paesaggi sonori che rispecchiano la maestosità e la quiete degli spazi siderali.

Ad: Facciocosepunto
Ph: Stella Giulia Casarin

Per l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere con la cantautrice lombarda per approfondire la sua arte.

1) Quali differenze ci sono state nella lavorazione (dall’ideazione dei brani alla produzione dei brani in studio) del primo EP e di questo primo disco?
Quello sul primo disco è stato un lavoro più di cesellamento a partire dalla creazione stessa dei brani, che ho rivisto a più riprese. Sono partita da canzoni che già avevo nel cassetto, ma che per svariati motivi non riuscivo a completare, forse non erano ancora mature, fino a lasciarmi andare alle nuove. Per quanto riguarda le produzioni, è andata nello stesso modo: c’è stato un lavoro fitto di pre-prod con Mirko Bruno, culminato in un mese di studio da Federico Carillo alla ricerca dei vestiti giusti per “584”.

2) Quali sono le tue principali influenze (o cosa ti piace ascoltare ultimamente) e con qual* artist* ti piacerebbe fare un featuring?
RY X e Luigi Tenco sono le mie principali influenze, ma ultimamente sono in fissa con il fado. In merito al featuring, mi piacerebbe farlo con… ve lo dico nella prossima intervista 🙂

3) C’è un festival o un palco in particolare in cui ti piacerebbe esibirti?
Ogni palco è importante, soprattutto per chi come me vuole proporre la propria musica. Se devo fare un nome dico il “MI AMI” perché è un festival che seguo con interesse e che ha a cuore anche i progetti emergenti.

4) Arrivi da una valle del bresciano e in un brano del precedente EP citi il tuo paese natale, ma quanto è importante oggi quel tipo di dimensione per la genesi della tua musica?
È vitale. Senza le mie radici, non sarei la musica che scrivo appunto. Inoltre, sento la necessità di ritornare alle mie origini ogniqualvolta ho il bisogno di visualizzare le montagne, il mio orizzonte.

BIO
Cranìa
 è una cantautrice che ha le montagne negli occhi. La sua voce è rotta e si fa strada scavando tra crepe di parole fragili. Ma è in superficie che trova la luce su ritmiche morbide, intrecci elettronici e melodie ariose. Una luce pronta a lasciare il segno.

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Fonte: Costello’s Records

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Comunicato stampa

CENTOMILA il nuovo singolo di HOGART

“CENTOMILA” è il nuovo singolo di HOGART disponibile su tutte le piattaforme distribuito da Universal Music.

Il brano, prodotto da Antonio Condello, parla di una coppia di ragazzi all’inizio della loro frequentazione, quando scocca il famoso colpo di fulmine. Una fotografia generazionale dedicata alla spensieratezza tipica di due adolescenti innamorati, raccontata con un pizzico di ironia.

La voglia di fare tardi la sera e di divertirsi, di non pensare a nulla. Le corse per le strade di Milano per riaccompagnare a casa la propria ragazza entro l’orario stabilito dai genitori.

Un sound che mescola pop ed elettronica, chitarre e sintetizzatori. La cassa dritta spinge un groove catchy e incalzante.

Hogart è Riccardo Maria Ferrari classe 2004 nato a Segrate. Inizia il suo percorso musicale nel 2022 studiando canto e scrivendo i suoi brani parallelamente agli studi di Medicina e Chirurgia. Nelle sue canzoni racconta la sua vita, le emozioni ed i suoi pensieri, con un approccio sincero e genuino, senza rinunciare a lasciare emergere la sua sensibilità. Il suo ultimo singolo “Occhi di Sabbia” è stato inserito da Spotify nella playlist editoriale “Caleido”.

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Indie Intervista Pop

SAFARI: SEMPREVERDE è l’amore tossico del nuovo singolo

SEMPREVERDE è il nuovo singolo dei SAFARI disponibile dal 06 ottobre. l brano parla di una relazione difficile e della voglia di ritornare a ad inseguire i propri sogni. Un invito ad utilizzare il tempo che abbiamo senza sprecarlo in situazioni negative prosciugano la nostra energia. Un sound che parte dall’indie italiano per mescolarsi poi con sonorità dell’attuale scena pop internazionale. Il brano segui i singoli “Ho piano tutta la notte” e “Esse”. Il progetto SAFARI è composto da Alessandro De Blasio (voce, synth, programmazione), Daniele Pertosa (voce, chitarra), Giancarlo Latartara (Batteria), Francesco Petitti (basso).

Abbiamo chiesto ai ragazzi dei SAFARI di rispondere a qualche domanda:

1 Ciao parlateci un po dei Safari e del progetto musicale  

Eccoci qui, come Safari. Ci siamo conosciuti nel 2019 (Alessandro e Daniele), e da subito abbiamo cominciato a scrivere assieme, ma sempre con l’idea di avviare una band tra il pop, l’indie e la synth wave anni 80 . Ed ora la band è al completo, dopo l’arrivo di Franky al basso e Giancarlo alla batteria.

2  Sempreverde è il vostro nuovo singolo, ci raccontate come è nato e di cosa parla? 

Il nostro ultimo singolo “SEMPREVERDE” racconta quel tipo di amore tossico che ti consuma dall’interno dal quale molto spesso, è molto difficile allontanarsi magari anche solo per abitudine, affetto e malinconia.

3 Quali sono le vostre influenze musicali più importanti?

Artisti  come Colapesce e Dimartino, i Beatles, Cage the Elephant, Arctic Monkeys e Mac Demarco, hanno influenzato profondamente il nostro sound e la scrittura.

4 Cosa ne pensate dell’attuale scena musicale? Con quali artisti vi piacerebbe collaborare 

La scena musicale attuale? Abbiamo pochi “eroi” rimasti ai quali ispirarci ma di sicuro, ci piacerebbe tanto collaborare con Colapesce e Dimartino, Calcutta o artisti diametralmente opposti  a ciò che facciamo.

5 Progetti per il prossimo futuro?

Intanto guardiamo al futuro, registriamo i prossimi singoli e siamo in preparazione per i prossimi live.

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Indie Internazionale Intervista Pop

Lupofiumeleggenda: (Dialoghi italiano) è il primo ep da solista

“(Dialoghi italiano)” è il titolo del primo ep solista di Nicolò Verti, in arte Lupofiumeleggenda. L’ep sviluppa il concept del “dialogo”, inteso come necessità. Un dialogo non necessariamente verbale, ma fatto anche di contatto e sguardi, connessioni, emozioni. Lupofiumeleggenda si presenta come autore di canzoni, canzoni pop, proponendo un lavoro che mantiene le radici nella tradizione della musica “leggera” italiana (in particolare per quanto riguarda la “forma canzone” e l’approccio alla scrittura del testo) cercando allo stesso tempo di applicare soluzioni di metrica, linguaggio e scelte sonore provenienti da generi e artisti più internazionali. Anticipato dai singoli Troppi Anni, AXL e DOPE, alle tracce già pubblicate si aggiungono i brani “Amateur” e la focus track “Nuova luce”. Chiude il disco, “Ho bisogno di te”, una canzone acustica dall’atmosfera più intima.

Abbiamo fatto qualche domanda a Lupofiumeleggenda:

  1. Ciao è da poco uscito “Dialoghi italiano” ci racconti un po di questo tuo primo lavoro da solista e del tuo nuovo progetto musicale?

Ciao a tutti intanto!

DIALOGHI parla della necessità di comunicare. Il titolo, preso in presto dal mondo della pornografia, gioca su un concetto un po’ beffardo e paradossale: nel 2023, le persone trovano eccitante il dialogo, ancora e più che mai.

L’anno scorso mi sono trovato 30enne, con un lavoro e senza una band. Giuro che mi sentivo perso.

Poi ho pensato che dare seguito alle mie passioni dipende solo da me e adesso siamo qui a spingere sul progetto.

2. Come mai la scelta del nome d’arte “Lupofiumeleggenda”?

Lupofiumeleggenda era il nome della mia vecchia Band.

Lo avevamo scelto perché noi siamo gente di campagna, molto legata alla natura, ai suoi ritmi, ai suoi segreti. 

Quando ci siamo sciolti ho deciso di tenere il nome perché oggi dice molto sul “dove voglio andare”

E poi penso non lasci indifferenti, o piace o non piace, però si fa notare😂

3. Questo primo lavoro è incentrato sul concept del dialogo e della connessione tra le persone, cosa ti ha portato a questa scelta?

È una consapevolezza maturata spontaneamente, canzone dopo canzone.

Mi sono accorto che intimità e dialogo sono le cose di cui ho più bisogno….lo leggo ogni volta dentro ciò che scrivo

Ho pensato che forse, anche per gli altri è così…da qui il concept

4. Quali sono le tue influenze musicali più importanti? A quali artisti ti sei ispirato per produrre questo EP?

Wow, un treno di artisti

Per testi e melodie per me esiste solo Vasco, ma dire “ispirato a Vasco” è blasfemia pura, quindi passo

Sul sound ti posso dire Post Malone, Dayglow, DIIV, Surf Curse….ed Emanuele Santona, il mio musicista preferito

5. Venendo da una lunga esperienza con una band quali sono state le principali differenze nel lavorare come solista? 

Intanto ho scoperto che solista è un concetto sbagliato…la musica non è vero che si fa da soli

Io ho condiviso tutto con Santona ad esempio. 

Di certo mia, è la responsabilità globale delle cose che dico. 

C’è la mia faccia insomma!

Sono un emergente però per me questo è importante

Non mi ha obbligato nessuno ad espormi, è una mia scelta, per cui devo dargli un peso.

6. Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale? Con quali artisti ti piacerebbe collaborare 

Per me spacca!

In America ti dico Del Water Gap (gli ho anche chiesto un feat via mail, mi ha risposto…dice di no, ma è stato super carino)

In Italia un botto di gente, ma voglio dirti tre emergenti della mia città (Parma): Alberi noi, Taha e Supo….

Dico questi solo per affinità musicale col mio progetto, ma anche gli altri spaccano.

C’è fermento in zona

7. Progetti per il prossimo futuro?

Eh un bel po’

Sto registrando nuovi brani con un bel produttore romano, scrivo con Santona, dal 2024 le date e in mezzo a tutto questo sto diventando Papà

Un bel casino la musica e la vita, ma tanto la musica è la vita quindi…

A presto! LFL

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Indie Pop

La nuova canzone d’autore ha residenza in “Via Giardini” e vive con Chiara Effe

C’è una forma, una modalità di fare le cose che continua a conquistare chi sa ancora ascoltare con il cuore, prima ancora che con le nostre orecchie sempre più intasate da fin troppo bitume, in questa contemporaneità che fa assomigliare la scena nazionale sempre più ad una discarica di plastica e catrame discografico.

Sì, perché nonostante la narrazione collettiva di questo mercato malato di superficialità cerchi di raccontare ogni giorno l’inadeguatezza della canzone d’autore di fronte all’endemica e drogata incapacità d’ascolto del pubblico nazionale (come se, poi, la responsabilità fosse solo del pubblico, e non anche di chi spesso fa proprio questi proclami esaltati travestiti da malinconici epitaffi), la verità è che esiste una risacca resistente che non smette di cercare musica che sappia “dire” e non solo “chiacchierare”, capace di rendere più che sensata la ricerca poetica del cantautore – direi quasi salvifica, necessaria. 

E’ il caso, questo, del secondo disco di Chiara Effe, cantautrice cagliaritana con la testa tra le nuvole (nel miglior significato dell’immagine: da lassù si vede tutto in modo assai più distinto…) e il cuore ben piantato nella sua terra fatta di sacrificio e amore, dura come il sasso e indomabile come il mare; e forse sono queste le parole più adatte per raccontare un album che raccoglie 12 piccole perle che stanno sul palmo di una mano, ma finiscono col prendersi presto tutto il braccio e anche oltre, come un prurito che finisce con l’arrivare al centro del petto senza dimenticarsi di stomaco e cervello. 

Un ritorno che mette a tacere il brontolio di uno stomaco a digiuno dal 2014, anno del debutto di Chiara con “Via Aquilone”, a mappare l’inizio di un viaggio che ora si sposta poco più in là, in “Via Giardini”: la città emotiva è la stessa ma le canzoni sembrano cresciute dentro un ventre più maturo, capace di aspettare il momento giusto per dare alla luce un “figlio” tenace e purissimo come il diamante. 

C’è l’eco della musica d’autore che vale, nelle dodici canzoni di Chiara, che dopotutto è stata premiata negli ultimi anni con diversi premi intitolati ai grandi cantautori della storia musicale nazionale, quasi ad ufficializzare una staffetta che l’artista ha raccolto nel tempo condensandola nella risposta di “Via Giardini”, album sospeso tra leggerezza (che non è superficialità, come direbbe un grande scrittore) e ricerca di una profondità che in alcuni brani diventa abissale, con tinte talvolta più ironiche (“Non son buono” o “Il colore della mia città”) e altre volte più compassate e nostalgiche (“La ballata del mare” o “Via Serpentara”); c’è un manifesto poetico meraviglioso come “La danza delle parole”, e in generale l’amore trasuda da ogni traccia: un amore per le cose, per le persone, per la vita come meravigliosa occasione non da perdere, in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più fosche. 

C’è una sensazione che non si stacca dalla pelle, dopo aver fatto un giro in “Via Giardini”: esiste un posto bellissimo, in Italia, dove la musica che merita resiste ed esiste ancora. Ed è qui, in questa alcova nascosta, che sembra avere residenza Chiara Effe.

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Indie Intervista Pop

INTERVISTA AI FANTASMI: Il debut single è un invito a vincere la paura

FANTASMI è il primo singolo della band omonima “FANTASMI” disponibile in streaming da venerdi 21 aprile e distribuito da INgrooves Music Group. Il brano è nato nella cantina di uno dei tre componenti della band, quando ancora il trio non si era formato. Un ritornello in testa e un giro di chitarra di accordi in fa.

La canzone racconta la storia di una persona bloccata dalle proprie paure, come se fosse inseguita dalla sua stessa ombra. Ma quando si accorge che quelle paure sono nella sua testa, comincia a volare e a raggiungere i propri obiettivi. Sonorità Indie/Dream Pop che mescolano l’onirico e la malinconia. La band si ispira ad artisti del ramo indie della musica italiana, come Gazzelle, Calcutta e BNKR44, ma con uno sguardo anche al panorama internazionale Current 

Abbiamo chiesto alla band di rispondere alle nostre domande:

1- Ciao parlateci un po’ del vostro progetto musicale?

Nasciamo dall’unione tra il duo Broken Keytar: Filo e Cate, un progetto (piano, chitarra e due voci) che puntava sulla musica di strada, e Gan, produttore parmigiano che precedentemente ha collaborato con artisti come ‘I Segreti’. Il progetto si forma in maniera molto spontanea: ci siamo conosciuti ad un corso di produzione musicale, Gan, incuriosito da un singolo (“I timidi non dormono mai”) che i Broken avevano pubblicato indipendentemente su Spotify, ha proposto di incontrarci per ascoltare le altre canzoni che avevamo scritto. Lo stile di scrittura, l’emotività e l’atmosfera sognante e malinconica dei testi hanno rapito Gan, da quel momento abbiamo iniziato a lavorare a 6 mani sulle canzoni.

2- Fantasmi è il vostro primo singolo, ci raccontate come è nato e di cosa parla? 

Fantasmi nasce nella cantina  di Filo quando il trio non era ancora formato.Dopo poco tempo lo abbiamo subito proposto a Gan e abbiamo deciso di lavorarci insieme, è stato uno dei primi pezzi su cui abbiamo lavorato e abbiamo sentito una magia in quello che stavamo facendo. La canzone racconta la storia di una persona assillata dalla paura. È talmente tanta che è immobilizzato. Ad un certo punto però si accorge che le paure erano solo nella sua testa e comincia a volare.Il destino ha voluto che proprio sul muro sotto casa di Gan ci sia un fantasmino disegnato che ha dato poi il nome e logo al progetto.

3- Quali sono le vostre influenze musicali più importanti?

Spaziamo molto ed i gusti sono ovviamente molto comuni, ascoltiamo principalmente artisti come Gazzelle, Vasco, Jovanotti e bnkr44. Gan è molto influenzato da artisti provenienti dal mondo anglofono, vedi Blur, Gorillaz, Strokes e Current Joys.

4-Cosa ne pensate dell’attuale scena musicale? Con quali artisti vi piacerebbe collaborare

Siamo molto contenti che ci sia più spazio per i giovani anche se da indipendenti e solamente con mezzi propri è difficile.Però ci piace molto lavorare in maniera indipendente perché le canzoni le costruiamo a nostro piacimento ed in totale libertà.Come detto prima ci piacciono molto Gazzelle, Calcutta, Cosmo, ecc… Ovviamente collaborare con uno di questi sarebbe un sogno, al di là di questo pensiamo che nelle collaborazioni sia fondamentale avere la stessa visione sulle cose, quindi ci piacerebbe collaborare con chiunque faccia musica nel modo in cui la facciamo noi.

5-Progetti per il prossimo futuro?

A breve uscirà un altro singolo che farà parte di un EP che uscirà in autunno.Abbiamo molte canzoni su cui stiamo lavorando, da un EP si potrebbe anche passare ad un album, chissà.

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Indie Intervista Pop

Lupofiumeleggenda: Troppi Anni è la mia voglia di qualcosa di più

TROPPI ANNI è il primo estratto dall’EP “DIALOGHI ITALIANO”,scritto e prodotto insieme ad Emanuele Santona bassista della band “I SEGRETI”. Il brano parla della quotidianità di un ragazzo in questi anni 20, perfettamente divisa fra l’ordinario ed il desiderio di qualcosa di più. La quotidianità, i sentimenti, le sensazioni. Sonorità Indie e lo-fi (Dayglow, Surf Curse).

LupoFiumeLeggenda è il progetto di Nicolò Verti, con la precedente formazione ha pubblicato un disco (FUL!) e un EP live (BROEASY live session) e ha aperto i live di numerosi artisti (Marta sui tubi, Wrongonyou, Moustache prawn, Selton, Samuel, Generic animal, Kruger).

Abbiamo chiesto a Lupofiumeleggenda di rispondere alle nostre domande:

1- Ciao raccontaci chi è Lupofiumeleggenda e parlaci un po del progetto musicale  

Ciao ragazzi, intanto grazie per l’intervista.

Lupofiumeleggenda è Nicolò che compiuti i 30 anni ha avuto paura che la musica potesse uscire un giorno dalla sua vita. L’unica risposta possibile è stata scrivere un disco.

Da ragazzino scrivi le canzoni e non ti preoccupi per forza di costruirci un progetto concreto intorno, poi le band si sciolgono, si passa alla vita dei grandi e ci sono mille motivi per smettere.

Io voglio essere sicuro che ci sia spazio per la musica nel mio futuro.

2 “troppi anni” è il tuo nuovo singolo ci racconti come è nato e di cosa parla?
 

Troppi anni è il primo singolo dell’EP “dialoghi italiano” che uscirà prossimamente.

Parla di quanto la quotidianità sia un casino e di come i rapporti affettivi diventino un’ancora di salvezza, tanto da farci sperimentare una sorta di dipendenza positiva.

È stato fondamentale l’incontro con Emanuele Santona (bassista de I Segreti) coautore e produttore (insieme a Giovanni Vitulano) di questi pezzi, con lui abbiamo trovato il mood giusto. 


3 Quali sono le tue influenze musicali più importanti?

Penso che di quelli che sono i miei artisti preferiti (da Paolo Conte ai Biffy Clyro) ci sia veramente poco in questo EP.

Io ed Emanuele abbiamo fatto un gran lavoro di ricerca, molte session di ascolto per lasciarci ispirare nel sound da artisti come Beene, Dayglow, Post Malone, Current Joys, Surf Curse e Beach Fossils…alla fine mi sono affezionato a tutti questi.

Nella scrittura ho cercato una via alla semplicità….Vasco è il più grande di tutti in questo.

4 Cosa ne pensi dell’attuale scena musicale? Con quali artisti ti piacerebbe collaborare 

Sono un ascoltatore vorace e per me c’è un sacco di roba fresca e validissima nella scena attuale.

Sono anche un grande fan della drilliguria. Penso a Tedua, Bresh ecc…tutte grandissime penne. Se posso sognare mi piacerebbe scrivere con loro.

Musicalmente mi piacerebbe un sacco farmi produrre qualcosa da Lowtopic (il progetto elettronico di Francesco Bacci, già chitarra degli Ex otago…altra gran band).
E poi continuo a collaborare con Emanuele, stiamo già lavorando a nuove canzoni.


5 Progetti per il prossimo futuro?

Per ora faccio il medico, per il futuro faccio progetti in cui mi presento e dico “ciao sono Lupofiumeleggenda e scrivo canzoni”. 

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Indie Intervista Pop Post-Punk

FEBBRE dopo i LAMETTE riparte con SOTTOZEERO

SOTTOZERO” è il primo singolo di FEBBRE, progetto solista di Cristian Pinieri dei LAMETTE distribuito da Universal Music Italia. Il brano parla di una coppia di ragazzi con approcci differenti alla vita. Il ragazzo affronta le sue paure come fossero una sfida da superare, la ragazza è limitata dalle sue ansie e dai suoi mostri che la rendono prigioniera di se stessa. Il sound mescola suoni grunge, con synth ed elettronica, e le top line sono influenzate da una attitude “sangue giovane”, che però riesce a dare spazio anche a contaminazioni urban. 

Abbiamo chiesto a FEBBRE di rispondere alle nostre domande:

1. Ciao FEBBRE benvenuto sul Perindiepoi ci racconti come è nato questo progetto e come mai la scelta di questo nome d’arte

Ciao ragazzi, il progetto è nato in maniera molto naturale, avevo un po’ di demo da parte, un giorno confrontandomi con il mio produttore Alessandro Landini abbiamo capito che era arrivato il momento di pubblicare. E il nome in realtà deriva dal titolo di una di queste demo, il file si chiamava solamente febbre.wav, come nome mi piaceva e quindi ho scelto di utilizzarlo.

2. Sottozero è il singolo apri pista del tuo progetto solista, ci parli un po’ di questo brano? Come mai questa scelta di ripartire da solo?

Il brano nasce da una demo chitarra voce nei miei memo vocali, un giorno stavo facendo session con mio produttore ed abbiamo adattato la demo che avevo ad uno dei beat che stavamo cercando di chiudere in quei giorni, è stato così naturale come processo che ho scelto di utilizzare questo brano come apripista per il mio progetto. La scelta di ripartire da solo nasce principalmente da un’esigenza artistica, nell’ultimo anno è nata in me la voglia di mettermi in gioco, di avere pieno controllo del mio progetto e della mia musica, affrontare questo percorso mi è sembrata la cosa più naturale da fare.

3. Rispetto alle sonorità del progetto Lamette non abbiamo potuto fare a meno di notare uno spostamento verso delle sonorità più pop punk, quali sono le tue influenza musicali? con quali artisti ti piacerebbe collaborare?

In realtà le mie influenze musicali sono svariate, riesco veramente a variare dall’hip-hop fino al cantautorato, e ovviamente alla base di FEBBRE c’è la voglia di richiamare le sonorità e l’attitudine di ciò che mi ha influenzato nella prima età adolescenziale, ovvero tutta la scena pop punk californiana. Se Dovessi scegliere al momento un artista con cui collaborare probabilmente direi Rose Villain, sono del parere che sia una delle artiste più forti e versatili nel panorama attuale.

4. Oggi fare musica per un emergente è diventato sempre più difficile, considerate le dinamiche legate al mondo dello streaming e del digitale, come vivete voi musicisti tutto questo? Quali pensi possano essere le mosse migliori per riuscire a ritagliarsi uno spazio tra le tantissime proposte?

Penso che la cosa migliore da fare per ritagliarsi un proprio spazio sia essere se stessi e credere in ciò che si sta facendo, il tempo e la costanza penseranno al resto

5. Domanda di rito cosa dobbiamo aspettarci da FEBBRE in futuro ?

Sicuramente quest’estate mi potrete trovare in giro per i live, ed in generale per tutto quest’anno abbiamo intenzione di pubblicare tanta musica.

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