JENNIFER è il nuovo brano del cantautore romano SAMUELE CARA uscito venerdì 29 aprile, una canzone che racconta di una ragazza cresciuta troppo in fetta, di voglia di felicità in tutte le sue forme. Jennifer che malgrado tutte le incertezze e i momenti cupi affronta la vita fregandosene del giudizio altrui, e alla fine vince. Un sound a metà tra cantautorato ed indie pop che omaggia la trazione dello stornello romano e i grandi autori italiani degli anni 70 (Rino Gaetano, Venditti, De Gregori). Una ballata intensa che racconta la voglia di andare avanti senza rimpiangere quello che ti sei lasciato dietro.
Abbiamo chiesto a Samuele Cara di rispondere alle nostre domande:
Per iniziare, ci racconti chi è Samuele Cara?
Samuele Cara nasce a Palestina, in provincia di Roma, scrivo le mie canzoni e ho iniziato a fare musica grazie a Rino Gaetano e a gli Oasis
Come hai iniziato a fare musica?
Per pure esigenza personale, ho iniziato a suonare su per giù all’età di 13 anni, poi con il passare del tempo ho approfondito meglio l’argomento e ho cominciato a scrivere per conto mio
Cosa vuoi trasmettere con i tuoi pezzi
Me stesso, vorrei far conoscere il mio mondo alla gente in modo sincero e schietto
“JENNIFER” è il tuo nuovo brano, cosa significa per te questo pezzo?
E’ una canzone importante per me, che ho voluto far uscire nonostante non sia un brano “alla moda”, una canzone che parla del coraggio di andare avanti nonostante le difficoltà.
Cosa stai preparando, invece, per il futuro?
Tanta musica nuova e magari qualche live per far ascoltare le mie canzoni
Una cruda descrizione del presente: tacere per non avere problemi è davvero la soluzione? Jacopo Nutz debutta con Mezzo bicchiere, singoloprodotto e registrato dallo stesso Jacopo, dalle sonorità brit pop e dal testo dai forti connotati sociali. Il cantautore fiorentino si interroga sul parallelismo tra aspettative e realtà con l’immagine del bicchiere che viene visto sempre mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda delle circostanze e del modo di interpretare i fatti.
Abbiamo chiesto a Jacopo di rispondere alle nostre domande:
Ciao Jacopo, di cosa parla il tuo nuovo singolo Mezzo bicchiere?
Il brano è essenzialmente una riflessione sulla quotidianità e su quanto essa venga influenzata dalle aspettative nostre e degli altri. In questo senso la nostra ricerca continua della felicità non rispecchia una felicità reale, ma un’idea creata per giustificare gli sforzi e le azioni che compiamo.
Chi ha realizzato il video e come si collega alla canzone?
Il video è stato realizzato da Mario Albanese Pereira, regista veramente bravo, che è riuscito ad estremizzare il concetto della canzone in una chiave ironica un po’ Tarantiniana. Se la chiave del pezzo è la quotidianità, il lavoro e la società, il video affronta in maniera surreale queste situazioni estremizzandole. Tutto questo ha reso il video molto più dinamico.
È il tuo singolo di debutto e anticiperà il tuo primo Ep, come mai hai scelto questo brano per presentarti e cosa dobbiamo aspettarci dall’ep?
Ho scelto questo pezzo come esordio perchè era uno dei miei preferiti, ma anche perchè aveva un sound elettronico, ma anche abbastanza aggressivo. L’Ep si basa molto sulla componente elettronica che si unisce a quella suonata, nel disco infatti troviamo pezzi “tosti” come mezzo bicchiere, ma anche pezzi più intimi, sempre però arrangiati in questa forma ibrida tra l’elettronico e il pop/rock. Poi in fondo c’è anche una bonus track piano e voce.
Hai prodotto diversi artisti, cosa ti convince di un artista affinché tu decida di lavorarci insieme?
Di base vivo il mio lavoro come produttore/arrangiatore con l’obiettivo di creare una comunicazione con chi ascolta, ho sempre molto rispetto del testo e cerco di far sì che la musica accompagni le parole creando una storia. In questo senso per me è importante che il modo di comunicare di chi canta o scrive le canzoni sia affine con il mio modo di arrangiare e produrre, in modo da fare sì che la storia funzioni, in questo senso devo dire che arrangiare e produrre pezzi scritti da me è stata un’esperienza molto impegnativa, anche psicologicamente
Respiro è il nuovo singolo di Rea, la rivelazione del pomeridiano di Amici, e il primo brano pubblicato dopo essere uscita dalla scuola di Maria De Filippi. Su un sound accattivante dominato dalla chitarra elettrica e dai synth si innesta la voce della giovane cantautrice bolognese che mostra un lato più intimo della propria scrittura, senza rinunciare all’orecchiabilità e a una melodia di facile presa. Un testo che racconta del bisogno di aiuto quando si affronta un cambiamento, di sguardi che si incrociano, dell’empatia come elemento fondamentale per acquistare fiducia nei confronti dell’altro. Un brano da dedicare a chi ha le spalle larghe per proteggerci quando siamo in balia degli eventi e non siamo in grado di decidere da soli, da ascoltare con le cuffie al massimo quando si passeggia per le strade deserte nel cuore della notte. Respiro farà parte di un concept album, la cui uscita è prevista per l’estate.
Abbiamo chiesto a REA di rispondere alle nostre domande:
Ciao Rea, quali sono le cose che più di tutte ti fanno respirare cioè ti mettono in pace con te stessa? Beh diciamo che sono una persona che non sta mai ferma quindi le uniche cose che mi mettono in pace con me stessa sono i momenti in cui ho raggiungo un obiettivo che mi ero prefissata.
Nel pezzo parli di cambiamenti, nella tua vita quale pensi sia stato il più grande? Sicuramente Amici è stato un grossissimo cambiamento non tanto per la durata dell’esperienza quanto per la consapevolezza che ho raggiunto stando là dentro.Prima di entrare avevo tantissimi dubbi sul mio futuro. Non che questi siano magicamente spariti anche perché ho diciott’anni ma sicuramente un percorso del genere mi ha portata a chiedermi veramente cosa voglia fare nella mia vita senza più farmi influenzare da quello che gli altri magari si aspettano da me.
Raccontaci una tua giornata tipo! Mi sveglio (e già meno male) poi solitamente Studio qualcosa (teoria per la patente o qualche materia scolastica) poi solitamente dopo pranzo vado in studio. Il pomeriggio è diviso in due momenti: quello in cui mi dedico alla preparazione dei live quindi provo i pezzi e poi il momento in cui vado avanti con la realizzazione dell’EP.Spesso inoltre mi dedico anche ad altre attività del mio progetto come l’ideazione di una copertina, di un videoclip ecc.Ah e non scordiamoci delle lezioni di canto fondamentali!!
Sei un’appassionata di cinema, i tuoi tre registi preferiti? Spero di non essere vessata per i miei gusti ma sul podio ci sono Wes Anderson, Bertolucci e Tarantino. Ci racconti qualcosa in più riguardo alla copertina di Respiro? Una volta finito il pezzo avevo già chiara in mente l’immagine della copertina.In essa è presente una scia di luce che doveva rappresentare la materializzazione del respiro.Per rendere questo effetto ben visibile ho scelto uno sfondo nero in quanto faceva decisamente contrasto con pelle, capelli e outfit. È stato difficile ottenere questo effetto in quanto per la realizzazione della foto sono stati utilizzati tempi molto lunghi disposizione non semplicissimi da usare.
Adesso dopo questo singolo cosa dobbiamo aspettarci da te? Tra non molto uscirà un altro singolo e poi un EP a inizio estate!! Il 15 maggio lo presenterò in anteprima al Locomotiv Club di Bologna, vi aspetto!
I Regione Trucco sono una band di Ivrea composta da Umberto d’Alessandro (chitarra e voce), Andrea Re (tastiera, synth, un sacco di altre cose), Manuel Pozzo (batteria, sample pad) e Massimo Notarpietro (basso). “Linguette” è il loro nuovo singolo uscito il 15 aprile per Amarena Records e distribuito da Ada Music Italy che anticipa il nuovo album di prossima uscita. Il brano, che arriva dopo il primo album con la produzione artistica di Cosmo, parla di come la natura umana, nel costante sforzo di dare senso alle cose, talvolta sia estremamente razionale e, in altri casi, ricerchi invece le risposte nei modi più goliardici o scaramantici, come nelle linguette delle lattine della Coca Cola.
Abbiamo chiesto alla band di scegliere 5 oggetti per raccontarsi
La bottiglia di vino
Fedele compagna, sempre presente in sala prove e nell’home studio dove facciamo le preproduzioni. Aiuta a sviluppare la creatività e a mantenere conviviale e rustico il clima che contraddistingue la nostra band.
Pedal Board
La prima Pedal Board di Umberto: durante uno dei primi live in cui Umberto usava solo la chitarra acustica e aveva solo il pedale dell’accordatore abbiamo ricevuto le critiche dei tecnici di palco, i quali ci hanno detto che era poco professionale presentarsi con un pedale “sfuso”. Quindi per ovviare a questa carenza di professionalità Umberto ha preso una scatola di legno di quelle che contengono le bottiglie di vino e ne ha ricavato una pedal board. Oggi ne ha una vera, ma questa è rimasta in sala prove (può sempre servire).
La “Cabina”
La “Cabina” per registrare le voci: opera di alta ingegneria del suono, costruita con pannelli di legno, rivestiti da lana di roccia. Porta costruita con coperta militare originale della seconda guerra mondiale ereditata dalla nonna di Umberto. Il risultato della qualità delle registrazioni delle voci per le preproduzioni è stato sinceramente sorprendente.
Il posacenere
Indispensabile nell’home studio, in sala prove e in qualunque luogo sia presente Andrea. Non sappiamo se l’intenzione sia quella di ricreare l’atmosfera fumosa dei jazz club americani anni 50, ma il risultato è sicuramente molto simile. Diciamo se un giorno dovessimo mettere in vendita l’attrezzatura del nostro home studio non potremmo accompagnarla con la classica dicitura: “utilizzata sempre in ambiente non fumatori”.
La finestra
La natura che entra nella stanza: è una componente concreta sempre presente nei luoghi dove scriviamo, arrangiamo o registriamo. Non potremmo mai farne a meno. Siamo cresciuti tutti in mezzo al verde e senza ci mancherebbe l’aria. Probabilmente se andasse di moda saremmo un gruppo country!
Wasabe, all’anagrafe Sabina Canton è una giovane cantautrice vicentina, tra le voci più promettenti del panorama indipendente. Spegnimi la testa è il suo nuovo singolo inserito da Spotify nelle playlist editoriali New Music Friday Italia, Graffiti Pop, Scuola Indie e da Apple Music in New Music Daily.
Il brano parla delle piccole cose positive e belle in una relazione e della necessita di trovare nell’altra persona un appoggio ed una sicurezza. Un storia autobiografica che cerca di esorcizzare i problemi legati ai disturbi del comportamento alimentare che l’autrice ha dovuto affrontare. Un sound indie pop fresco ed orecchiabile, un invito a credere in noi stessi nonostante tutte le insicurezze che si possono avere.
Abbiamo chiesto a Wasabe di raccontarci quali sono le sue 5 cose preferite, ecco che cosa ci ha detto!
Chitarra
Non credo ci sia tanto da aggiungere. Se la mia passione per questo strumento non fosse mai iniziata non sarei quella che sono ora e wasabe non esisterebbe.Mi ci sono avvicinata fin da piccola grazie ai miei cugini e non smetterò mai di ringraziarli perchè con il tempo è diventato un mezzo per esprimere tutte quelle sensazioni che non riesco ad esternare nella vita di tutti i giorni.
Cuffie
Vivo, studio e viaggio con la musica. Mi fa compagnia quando sono sola, mi aiuta a concentrarmi e a rilassarmi, magari prima di un esame.Senza le mie cuffie un viaggio in treno sarebbe solo una trafila di paesaggi che scorrono davanti ai miei occhi, ma con la musica tutto si trasforma e assume un significato più profondo. Anche una giornata può trasmettermi felicità con il giusto sottofondo.
I dolori del giovane Werther (Goethe)
Questo è un libro che in verità ho letto molto recentemente, mi ero appena messa con Viola, la mia ragazza.Quando provo dei sentimenti, di qualsiasi natura siano, faccio davvero fatica ad analizzarli e riconoscerli, finendo per dubitare di me stessa. Grazie a Goethe sono riuscita ad autoanalizzarmi, mettendo in ordine tutto quello che provo. Mi rispecchio in tante delle sensazioni espresse da Werther nelle sue lettere e ne sono felice perchè ho capito che l’amore che si prova per qualcuno si fonda in realtà sulle piccole cose.
Anello della mia ragazza
Da alcuni mesi sono felice dopo davvero tanto tempo e questo anello mi ricorda il perchè. Che in un dato momento io sia o non sia con la mia ragazza questo anello mi ricorda che in qualsiasi modo vadano le cose lei rimarrà sempre una delle mie poche certezze.
Take off your pants and jacket (Blink-182)
Ultimo ma non meno importante, uno dei primi album che ho ascoltato quando ero ancora alla scoperta delle mie preferenze musicali. Questa band in particolare ha segnato un periodo relativamente lungo della mia vita e ci sono particolarmente affezionata. Probabilmente avrei un sound completamente diverso se non li avessi ascoltati cosi tanto.
Dopo i buoni riscontri ottenuti con Odio Sanremo, Claudia Ottavia pubblica il nuovo singolo Fossi maschio, un brano dai connotati insoliti, privo di musica e della durata di poco più di un minuto, che manifesta la volontà della cantautrice sarda di uscire fuori dagli schemi della forma canzone, ispirato a Tracy Chapman per il modello di riferimento strutturale. Fossi maschio è un’invito rivolto all’uomo di togliersi la mascheratestosteronica, a favore del lato più vulnerabile spesso nascosto dietro lo stereotipo di genere. Fossi maschio è incluso in un progetto che include 7 inediti, prodotti insieme a Michelegiuseppe Rovelli.
Abbiamo fatto alcune domande a Claudia:
Ciao Claudia, Fossi maschio è un brano davvero originale. Come mai hai deciso di pubblicarlo come singolo?
Intanto sono contenta che lo reputi un brano originale, abbiamo lavorato molto perchè il progetto avesse una personalità. La decisone di pubblicarlo come singolo è perchè lo consideriamo un brano come tutti gli altri, anche se molto particolare per la scelta di lasciarlo senza strumenti, se non la voce, nella sua essenzialità.
Che messaggio vuoi lanciare con Fossi maschio?
Fossi maschio è un brano contro gli stereotipi, di ogni genere. Contro le maschere che ci mettiamo addosso ogni giorno per non mostrare le nostre verità. Fossi maschio parla di fragilità, vulnerabilità, personalità, tutti indici di bellezza, a differenza di tanti altri aspetti superflui e sopravvalutati con cui andiamo in giro ogni giorno per la strada, con gli amici, a lavoro, e soprattutto in famiglia. Ci nascondiamo, ci chiudiamo in pensieri e convinzioni non vere per noi. Ho scritto questo pezzo nella speranza di riuscire a fermarci un attimo a capire chi siamo, cosa ci piace veramente, chi ci piace veramente, per non uscire fuori da noi e crearci inutili aspettative dalla vita. Odio Sanremo e Fossi maschio sono legati dal filo della provocazione, pensi in questo modo di scuotere le coscienze? Lo spero. Nuovi spunti di riflessione non fanno mai male, anche se ci possono dare fastidio inizialmente, magari possono portare a qualcosa di buono.
Odi davvero Sanremo o hai un rapporto anche di amore col festival e soprattutto parteciperesti?
Come cita il testo di Odio Sanremo “Odio Sanremo e vorrei partecipare”. Odio Sanremo è un brano sulle contraddizioni umane, quante volte odiamo qualcosa che invece poi scopriamo di amare. Certo che parteciperei e farò di tutto per farlo, più che altro per vivere l’esperienza e poter capire meglio cosa si prova veramente a stare su quel palcoscenico e non di fronte alla televisione.
Sei sarda, quanto è difficile fare musica nella tua regione?
Questo è un tasto dolente, un argomento che mi tocca profondamente e ti svelo che proprio in questi giorni sto lavorando ad un progetto per aiutare gli artisti emergenti sardi, che molto spesso non sanno davvero dove sbattere la testa e magari abbandonano la loro passione perchè non vedono prospettiva, oppure decidono di emigrare come spesso succede. Io devo dire che sono stata fortunata ad incontrare Michele, il mio produttore, che non solo mi ha spinto a scrivere canzoni, ma mi ha poi aiutato a realizzare questo bellissimo progetto. Insomma mi ha dato una mano concreta per continuare a sognare di fare la cantante. Vero è che qui poi manca tutto il resto, luoghi dove esibirsi e comunicare con gli altri artisti; etichette in grado di sostenerti. Manca l’abitudine a considerare quello del musicista che scrive proprie canzoni, un vero lavoro. Io per esempio, per pagarmi le produzioni e tutto quello sta dietro l’uscita anche solo di un singolo, faccio altri due lavori. Ma non mi arrendo! e cercherò di fare ciò che posso per chi ha la mia stessa passione.
Progetti futuri?
A breve uscirà il videoclip di Fossi Maschio, poi completerò l’uscita di un questo progetto con un EP di 5 brani, di cui lancerò un singolo che spezza l’ondata delle provocazioni e credo vi stupirà. E in seguito mi auguro di trovare occasioni per suonare live, perchè alla fine è quello il mio obiettivo.
Ziggy Stardust è il nuovo brano di Ciao Manu. Un racconto lucido di sogni non realizzati, che pur mantenendo la solita ironia dell’autore, non nasconde luci ed ombre di un tempo ormai passato. Un excursus che passa tra i primi videogiochi, il “da grande voglio fare”, le prime avventure e i primi amori, fino ai primi miti che sembravano così lontani perché venivano dalla tv, anzi come Ziggy Stardust, venivano da un altro pianeta. Cantautorato, indie e momenti elettronici, il mood più pop delle chitarre acustiche, contrapposto alle armonie più cupe del pianoforte e delle tastiere, tante fotografie di momenti e persone importanti.
Abbiamo chiesto a Ciao Manu di scegliere le sue 5 cose importanti per parlarci del loro nuovo brano
Home Studio
Il mio piccolo Home-studio è l’angolo dove mi rifugio, dove stacco la spina… quando sono quì può anche passare un intero weekend ed io non me ne accorgo… fuori può anche bruciare il mondo, ma io non lo noto nemmeno. Quì è dove nascono i miei brani, dai provini agli arrangiamenti, dalle sperimentazioni alle prove per i live!
Panxo
Il mio Panxo è un cucciolone di 30Kg. Ad un cane non importa se sei bello o brutto, se sei ricco o povero, se sei intelligente o stupido, se sei brillante o impacciato… Lui ti ama incondizionatamente e ti seguirebbe fino in capo al mondo!
Il pugilato
ll pugilato al contrario di quello che può sembrare, è uno sport dove c’è tanta tecnica e strategia, e presuppone tanto impegno sia fisico che mentale. A me ha insegnato molto, anche ad essere paziente, ad incassare e ad attendere il momento giusto per colpire. Sul ring come nella vita!
Il Caffè
Il Caffè inteso non soltanto come bevanda che mi permette di cominciare bene anche le giornate più di merda, ma anche come rituale grazie al quale mi fermo a respirare un istante e a riflettere anche nei giorni più intensi. Infine è anche la più bella scusa grazie alla quale riesci a rivedere, anche se solo per pochi minuti, amici che non vedi mai.
La cucina
La cucina è creatività, mettere insieme piccoli ingredienti per ottenere un grande risultato. In cucina si parte seguendo le ricette della tradizione e poi si sperimenta aggiungendo innovazione… un pò come la musica. E a me piace sia fare musica che cucinare!
Dopo il convincente debutto con “Buonanotte”, torna Letizya con il nuovo singolo “Mostri“, una ballad indie pop che parla di una relazione a distanza che finisce. La cantautrice si interroga sul valore che diamo ai rapporti, consapevoli di quanto sia sbagliato affidare a un altro la nostra felicità anche se era in grado di azzerare le paure e le insicurezze. “Mostri” è un viaggio di sola andata tra due giovani che concludono il percorso della loro storia.
Letizia Quattrucci, classe 2004, è una cantautrice originaria di Ceccano, in provincia di Frosinone. Inizia a cantare all’età di sette anni per poi presto imparare ad accompagnarsi con vari strumenti, dalla chitarra al pianoforte, fino a scoprire il basso. Dopo essersi fatta notare con una serie di cover sul suo profilo Instagram, pubblica il primo inedito nel 2020 dal titolo “Battito”. A gennaio 2022 pubblica, in collaborazione con l’Elephant Studio di Davide Gobello, il brano “Buonanotte”.
Abbiamo chiesto a Letyzia di rispondere alle nostre domande:
Ciao Letizya, è uscito il tuo nuovo singolo Mostri, ci racconti di cosa parla?
Ciao! Mostri parla di amori a distanza e racconta quello che prova chi resta e vede le cose cambiare senza poter fare niente. È nata dall’esperienza di una mia amica, ho cercato di immedesimarmi nella storia e raccontarla a modo mio.
Sei felice dell’accoglienza che sta ricevendo?
Moltissimo, è stata una sorpresa e non potevo sperare in meglio!
Buonanotte invece ti ha visto esordire, quale messaggio hai voluto lanciare e ci racconti qualcosa sul videoclip?
Con Buonanotte ho voluto esprimere la voglia di sentirsi liberi e non giudicati che ho io così come tanti altri ragazzi della mia generazione. È stato anche il mio primo videoclip e non sapevo cosa aspettarmi ma alla fine mi sono divertita davvero molto a girarlo!
Uscirà un video anche per Mostri?
Sì, è uscito pochi giorni fa in anteprima per Le Rane e lo potete trovare sul mio canale YouTube!
Se c’è un artista italiano con cui ti piacerebbe collaborare chi è e perché?
Mi piacerebbe tantissimo collaborare con Tommaso Paradiso perché è un artista che mi piace molto, soprattutto per il suo modo di scrivere e per l’atmosfera che riesce a creare nei suoi brani.
Dopo questi due primi brani cosa hai nel cassetto?
Stiamo già pensando a musica nuova e a occasioni interessanti dove far ascoltare il nostro progetto! E poi, tra i miei sogni nel cassetto, c’è quello di iniziare a lavorare al mio primo album.
Il cantautore di origini calabresi, Darte, torna con Tisane Love, il nuovo brano che racconta di come è facile sentirsi persi quando ci si ritrova fuori da una relazione tossica come un’overdose.
Il titolo del brano, che arriva dopo i buoni riscontri del singolo “Belli come prima”scritto e prodotto con Mameli, si ispira ad una fantasiosa tisana dalle miscele afrodisiache che simboleggia, metaforicamente, il bisogno di ritagliarsi dei momenti di disintossicazione dalla vita quotidiana. Una sottile ironia che in realtà cela una malinconia, facendo da contrasto ad un sound pop che vuole fare da “scacciapensieri”.
Abbiamo chiesto a Darte di scegliere le sue 5 cose importanti per parlarci del loro nuovo brano
Pianoforte digitale
Questo piano digitale l’ho preso due anni fa durante l’inizio della pandemia. E’ stata la cosa che più mi ha fatto sentire protetto e al sicuro, ma allo stesso tempo fragile perché è con questo che ho scritto alcune canzoni con cui ho mostrato i lati più intimi di me.
Milano
Milano è la città che mi ha accolto. Mi ha fatto sentire piccolo in così tanta grandezza. La frenesia, la velocità sono cose che ho imparato ad apprezzare. Ah si… anche gli infiniti aperitivi!
Macchina Fotografica Kodak
E’ stata uno dei regali più originali. Quando ho ricevuto questa Kodak usa e getta mi ha fatto tornare in mente i momenti da piccolo alle scuole elementari, quando potevi sentirti importante se avevi una di queste alle gite scolastiche. Ho deciso di tenere cari questa 30ina di scatti, e di utilizzarli nei momenti più belli.
Gatti
Se non si fosse capito amo i gatti. O meglio, ho imparato ad amarli. Ti capiscono meglio di alcune persone. Sono terapeutici.
Casa
Voglio ricordare sempre da dove sono partito. Perché alla fine “nessun posto è casa mia”. Sono i 1200km più lunghi ma che ho sempre piacere ad attraversare per tornare.
Il duo piacentino “LAMETTE” , torna con “PLASTICA”, il nuovo singolo uscito venerdì 18 febbraio ed inserito in New Music Friday Italia e Scuola Indie di Spotify, New Music Daily e Super Indie di Apple Music e Pop 2.0 di Amazon Music. Il brano parla di un ragazzo al quale è stato spezzato il cuore da una ragazza che ha saputo manipolarlo fino alla fine. Una storia d’amore finita male, uno sfogo contro la malinconia che in qualche modo ha come filo conduttore le paure e le ansie della Gen-Z.
LAMETTE è un progetto nato nel 2020, composto da Vasco Cassinelli e Cristian Pinieri. Il duo ha totalizzato oltre 300 mila streams su Spotify che li ha inseriti più volte nelle playlist editoriali, New Music Friday Italia, Scuola Indie, Una Vita In Università e la playlist ufficiale di Xfactor 2021.
Abbiamo chiesto ai Lamette di scegliere 5 oggetti per parlarci del loro nuovo brano
Chitarra Fender
Cristian: “È uno strumento a cui sono molto legato, sin da quando ho iniziato a suonare. È stata il mio primo approccio con la musica, è tutt’ora il 90% dei nostri brani nasce da una demo chitarra/voce.”
Videocamera vhs
Vasco: “Acquistata per la bellezza di 15€ ad un mercatino dell’antiquariato è una handycam e la uso principalmente per filmare cose a caso (la tengo sempre in macchina per ogni evenienza). Dà sempre quel tocco vintage che mi fa impazzire.”
Vinile dei 1975
Cristian: “Attualmente è il disco a cui sono più legato, nonostante sia un album del 2013 suona ancora attuale, resta per me una grande fonte di ispirazione e di motivazione. Fun fact: la copia fisica l’ho appesa al muro perché il mio lettore si è rotto.”
Rick&Morty
Vasco: “Da grande fan della serie tv ho iniziato a collezionare i pupazzetti e questo in particolare è il mio preferito.”
Macchina fotografica Fujifilm
Cristian: “Oltre alla musica una mia grande passione è la fotografia, specialmente negli ultimi anni questa macchina è diventata il mio “must have” per qualsiasi uscita, da una serata con gli amici ad una session in studio.”