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Indie Pop

Carezze è l’augurio di rinascita di Daniele Vino

Daniele di cognome fa proprio Vino e nella vita si occupa di cucina. Dopo “Vita semplice” arriva il secondo brano del cantautore pugliese prodotto da Luca Giura (Molla), intitolato “Carezze”.

Un racconto ottimista che parla in modo spontaneo e genuino di vita quotidiana e di primavera. Mettere un po’ la testa fra le nuvole e lasciarsi accarezzare dal vento e dal sole tiepido, una chitarra ed un morso ad un pezzo di cioccolato!

Daniele Vino, classe 1993, pugliese. Racconta le sue storie chitarra e voce, cercando di portare in musica la sua terra, con i suoi profumi. Gli piace definirsi metà cuoco e metà cantautore e ci ha raccontato di aver costruito la sua prima chitarra con dei ritagli di cartone e degli elastici di mazzi di fiori ad appena nove anni.

“Carezze l’ho scritta a Novembre, di fronte ad un cassone giallo di quelli dove si lasciano gli indumenti usati. Con Luca, abbiamo arrangiato il brano cercando di creare una sinergia fra tutti gli strumenti, un po’ come quando in campagna fai l’orto e metti un po’ di fiori attorno alle piante di fagiolino!”.

 Daniele Vino ha risposto alle nostre domande in questa intervista

“Nelle mie canzoni voglio sempre essere ottimista, cosa che non riesco sempre a fare nella vita quotidiana, e cerco sempre di raccontare le mie storie in modo più spontaneo e genuino possibile. Per me questa canzone è una primavera, un augurio ad una rinascita di tutto e di tutti, per questo sono convintissimo che tutti questi guai che ci capita di seminare un giorno diventeranno carezze”.

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Internazionale

Biografia non autorizzata dell’Uniporno, leader indiscusso della Babbutzi Orkestar

Di recente è uscito Pornoamore, il nuovo singolo della Babbutzi Orkestar. Un nuovo capitolo che ci avvicina all’uscita di un nuovo disco e che ci introduce alla conoscenza dell’Uniporno, eletto capitano della banda. Pornoamore è un brano sfacciato, di un punk balcanico che segue la tradizione musicale della band della balcan sexy music, un mix unico nel suo genere con un messaggio semplice: l’amore è assurdo, decisamente casinista, e bisogna essere dei tipi piuttosto punk per affrontarlo. L’Uniporno è un personaggio misterioso e controverso. Ma qual è la sua vera storia?

Scopriamolo.

Ci sono due tipi di persone che spaventano a morte tutti quanti: chi pubblica le stories su Whatsapp e chi pubblica le stories su Facebook. Ma in fondo in fondo, pochi sanno che c’è un terzo tipo da non sottovalutare, ovvero i mostri che ti osservano silenziosamente dalla webcam del telefono mentre ti masturbi nell’unico momento libero della tua giornata. Questa è la storia di come uno di questi mostri sia diventato un Dio: questa è la storia di Uniporno.

Carmelo Hercules, detto anche Uniporno, nasce il 31 febbraio del 323 a.C. nella farmacia di un paesino sconosciuto in Macedonia, da una relazione extraconiugale omosessuale tra Ercole e Pegaso, il suo fedele cavallo alato. Essendo Ercole un semidio, egli aveva il potere di ingravidare qualsiasi essere vivente di qualsiasi sesso e così successe al suo fedele amico.

Però, non appena Pegaso si accorse dell’accaduto, prese la dolorosa scelta di abbandonare il figlioletto metà uomo metà cavallo (con un corno che gli crebbe dopo) appena nato in quanto non poteva permettersi di mantenerlo, visto che il padrone lo pagava solamente con i buoni dell’Eurospin. Il povero Carmelo, abbandonato davanti a un fienile, passò ben tre giorni e tre notti da solo senza acqua né cibo fino a quando una famiglia di nomadi – che casualmente quel dì passava da quelle parti per cercare coca ed erba – non lo trovò esamine e decise quindi di accudirlo con amore impietositi dal povero musino equestre. Oggi, quella famiglia di nomadi sono i Pornoamore.

All’età di 17 anni, Carmelo da sempre un bambino molto timido ma a quell’età lì arrapatissimo, disse le sue prime parole, “Cazzo culo vi scopo a tutti quanti” e ciò destò scalpore e inquietudine tra il popolo macedone, tant’è che i genitori acquisiti vennero pestati a sangue e uccisi con delle forbici dalla punta arrotondata. Dopodiché, soprannominato Uniporno per la sua indole e il suo aspetto, il giovane orfano in evidente stato confusionale per l’efferata strage venne mandato in esilio in un paesino sperduto dell’Italia, Faenza, per aver chiesto un po’ di pane alla persona sbagliata, il sindaco omofobo che aveva capito “un po’ di pene”.

A Faenza, il giovane Uniporno imparò l’arte del borseggio, insegnatogli dal suo migliore amico (una busta della spesa del Penny Market), morto per crisi di panico dopo aver visto casualmente Uniporno nudo. Durante il suo primo colpo in una fabbrica di preservativi, Uniporno venne sgamato alla grande poiché, in un attimo di distrazione, si era messo a gonfiare allegramente con la bocca tutti i preservativi presenti nell’edificio. Peccato che il colpo lo fece di giorno, un martedì, durante l’orario lavorativo, bloccando quindi il lavoro dei poveri operai che in un attimo di ira, pestarono selvaggiamente il povero Uniporno per mandarlo via per poter quindi tornare a lavorare. Il macedone fu poi lasciato in fin di vita, evirato e deturpato nelle rive della foce del Po poche ore dopo, ma sfortunatamente quel giorno il fiume era in piena e perciò le acque impetuose lo rapirono e lo trascinarono fino al largo delle coste romagnole.

Rimasto in acqua per ben sette lunghi anni, e rimessosi in sesto nutrendosi solo di plancton e cannucce di plastica, Uniporno si trasmutò in un sirenetto e comunicando con i gabbiani e i delfini imparò a parlare non solo la sua lingua madre, ma anche l’italiano, il cinese, l’inglese, lo spagnolo, l’armeno, lo srilankese, il francese e il latino antico. Ciò gli diede una gran sicurezza che lo portò a tirarsela di fronte alle balene malate di osteoporosi del mare dell’Umbria.

Divenne il re degli oceani, ogni giorno si scopava le più belle scorfane e veniva rispettato persino dai pericolossissimi pesci rossi dell’Acquario di Genova, fin quando un giorno il suo impero venne distrutto: durante l’ennesima scopata (siccome venne evirato precedentemente, per il sesso usava il suo corno dotato di apparato riproduttore femminile) divenne cieco e storpio improvvisamente e ciò lo portò a tornare a riva per curarsi. Spiaggiatosi in Friuli, un vecchio pastore di quelle parti lo prese, lo allevò come un figlio e poi lo corcò di botte senza un valido motivo, abbandonandolo in coma nella ridente città di Gorizia.

Dopo 2286 anni di coma, Uniporno si risvegliò, pelato, cieco, sordo, storpio e pure muto, ma comunque sia cercò di farsi una vita nella ridente città di Gorizia. Purtroppo nessuno lo voleva, nessuno lo desiderava, fin quando un giorno non incontrò una giovane studentessa di cui si innamorò perdutamente. Uniporno cercò di farla ridere narrandole a gesti, in inglese, la sua vita, e ci riuscì. Ma nei due secondi successivi la ragazza si stufò e lo abbandonò, solo, e in tutto ciò Uniporno non se ne accorse (essendo pelato, cieco, sordo, storpio e pure muto), così continuò a gesticolare per quattro giorni di fila, fin quando un celeberrimo pizzaiolo hawaiano di quelle parti, emozionatosi guardando per ore il povero Uniporno, non decise di accoglierlo nella sua bellissima pizzeria di periferia accaparrandogli il lavoro di sguattero. Uniporno lavorando trovò la felicità, e ritrovò la vista e la parola, così un giorno, gasatosi, andò in discoteca, di giorno, di domenica, ma non trovò nessuno e siccome questa bravata gli costò il lavoro, la casa e tutti i denari che aveva guadagnato, decise di diventare un’entità. Così divenne ciò che tutti noi temiamo: il pensiero di essere spiati dalla webcam del nostro telefono mentre ci masturbiamo. Nessun cerotto o pezzo di scotch potrà mai coprire quella videocamera in quanto Uniporno ci controllerà comunque, assetato di vendetta e di una vita che alla fine non ha mai vissuto appieno.

le foto sono di Simone Pezzolati (amico rinnegato dell’Uniporno)

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Lontano dalla tua città è il nuovo singolo di Alessandro Bruni

Fuori il 26 Febbraio 2021 il nuovo singolo di Alessandro Bruni intitolato Lontano dalla tua città, prodotto da Zafa, edito da Grm Managment (Riccardo Marini) e distribuito da Artist First.

Il brano per me significa Inizio, l’inizio che parte da una scelta e il coraggio di vivere la propria scelta, prendendone tutti i momenti belli e non, riempiendo il proprio zaino  di ricordi ed esperienze. La vita è una sola, Viviamola, afferma il giovane cantautore, che considera Lontano dalla tua città un brano all’insegna della scoperta, o meglio ancora, all’insegna della crescita personale, descrivendo il momento in cui si sente il bisogno di diventare ognuno responsabile della propria vita e delle proprie scelte; all’interno delle scelte arriva la vera scoperta di sentirsi pronti, la scoperta di riuscire ancora a meravigliarsi con stupore delle proprie decisioni, la capacità di trovarsi davanti ad un bivio e sapere quale strada prendere senza conoscerne la destinazione.

Con le sue parole Bruni decide di raccontare quelle sensazioni e quei momenti vivi all’interno di qualsivoglia viaggio, insieme a persone che non si conoscono, ma che sono lì per il tuo stesso motivo, universitari fuori sede, chi cerca lavoro in un altro paese, chi raggiunge l’amore della propria vita e chi invece serve il proprio paese onorando una divisa, lontano dalla propria città, lontano da casa sua.

È proprio da questa ultima immagine che ha preso spunto per la copertina, un ragazzo che si guarda dietro, ricordando il suo passato ma che diventa uomo camminando verso il suo futuro.

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Pgreco e il suo terzo fortunato singolo Anche stanotte andrà

“Anche Stanotte Andrà”, terzo singolo del cantautore romano Pgreco, descrive il burrascoso andamento delle notti che seguono la fine di una relazione: a momenti di gioia o indifferenza seguono attimi di tristezza e dolce rassegnazione. Il tutto culmina in una presa di coscienza del dolore scaturito dalla perdita della persona amata, e in un messaggio che invita l’ascoltatore a non lasciarsi cadere nel rimorso. Il brano, prodotto magistralmente da Zafa (Gianni Bismark, Pretty Solero) per GRM Management e distribuito da Artist First, rappresenta l’ultimo capitolo di una trilogia dal sapore romantico e allo stesso tempo malinconico.

Pgreco – nome d’arte di Lorenzo Lisi, classe ’97 – comincia ad avvicinarsi alla musica fin da piccolissimo. Figlio d’arte, ha sempre vissuto tra mille stimoli creativi grazie a sua madre Angela Caporale della band Baraonna (Premio della Critica Sanremo ’94). Il suo stile è influenzato dall’ascolto di artisti della scena indie quali Franco126, Frah Quintale e Giorgio Poi, ma anche dall’ascolto di quasi tutto il rock 60-90. I testi di Pgreco si ispirano interamente al quotidiano, alle sensazioni umane fondamentali per la crescita personale e artistica, ai turbamenti e alle piccole cose che rendono il mondo un posto da esplorare e vivere anche attraverso la musica. 

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Tornano i Ludimà con Memento

I Ludimà sono una band napoletana composta da Alessandro Guarino (voce), Francesco Aviani (basso, cori), Andrea Landolfi (chitarra), Niko Pugliese (batterista). Suonano un pop rock arricchito da influenze musicali personali, come pop punk, post-grunge, britpop e altri generi che sembrano non avere nulla in comune apparentemente. Le chitarre sul palco non le sfondiamo ancora, ma in futuro se ci fate incazzare (e per vendere di più ovviamente) lo faremo.

Lo stesso titolo del brano “Memento”, fuori l’8 gennaio, edito GRM Management, si impone di non dimenticare, concetto spiegato tramite l’utilizzo del verbo latino. 

Il brano nasce un anno e mezzo fa,  scritto dopo aver vissuto un’esperienza importante che in primis che ha portato alla comprensione e al bisogno di restare sempre in guardia, attenti alle circostanze, alle situazioni, ma soprattutto alle persone che da un momento all’altro possono cambiarti la vita; tutto è vago e incerto in un modo o nell’altro, ma quando arriva uno strappo alla regola bisogna essere pronti coglierlo.

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Indie Pop

CALZINI: IRONIA E MALINCONIA NEL NUOVO SINGOLO DI DARTE

Calzini è il nuovo singolo di Darte, cantautore di origine Calabrese impiantato a Milano. Un brano che racconta come ci si può sentire soli per l’assenza di qualcuno.

Il brano, che è stato prodotto da Antonio Condello, strizza l’occhio al sound indie-pop con riferimenti al vaporwave. L’ironia e la malinconia, caratteristiche ricorrenti nei testi di Darte, sono mescolate ai momenti di vita quotidiana di una relazione tanto complicata quanto intensa “come il cammino di Santiago” che rendono il brano una buona canzone indie pop.

“E’ una canzone d’amore e quindi potrebbe sembrare scontata, ma è un sentimento che nasconde così tante sfaccettature che si potrebbero scrivere pagine e pagine di discografia. Per creare qualcosa di unico si deve raccontare la verità. Agli ascoltatori non sfugge niente”.

La canzone è stata scritta lo scorso anno quando era da poco finito il primo lockdown generale. Periodo in cui – ammette Carmelo ( Darte ) – era abbastanza scosso, e non aveva stimoli per scrivere nuove canzoni. Poi un giorno per caso, così come mi accade spesso, ha iniziato a buttare giù i primi versi ed è nata Calzini cosi come la conosciamo oggi.

 Darte ha risposto alle nostre domande in questa intervista.

“Ho iniziato a ripensare ai momenti passati durante il periodo di quarantena e a quanto fossero importanti alcune persone”. Per me l’amore è un po’ come il cammino di Santiago: un’avventura ardua, difficile, profonda, che solo con un pizzico di coraggio e di sana follia ti sa regalare tanto”.

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Indie Pop

BOVA : Vanessa Paradiso è il debut single da solista

Simone Bova, cantautore romano, in arte solo BOVA. Dopo anni come leader del progetto Bue e l’album uscito per Maciste Dischi, torna con un nuovo lavoro prodotto da Riccardo Schiavello ( già al fianco di artisti come Cannella ) e Matteo Portelli.

Il brano, scritto a quattro mani da Simone Bova e suo fratello Daniele, parla delle buone idee rimaste su qualche foglio in un vecchio cassetto, e di tutti quelli per cui c’è sempre qualche cosa tra il dire e il fare, tra il progettare e l’eseguire, tra l’amore pensato e quello manifestato. Una scatola di bei progetti che spesso rimangono tali o che si perdono nel tempo tra le promesse non mantenute. La fuga da qualcuno che non è “tuo”, il pensiero costante di quell’incontro fugace e clandestino, che lascia in un limbo di malinconia ed incertezza.

“Vanessa l’ho incontrata la mattina che ballava mentre portava fuori il cane, nella metro con un libro aperto in una mano e un panino nell’altra”.

Il sound del brano, spiccatamente indie pop, si rende da subito piacevole anche grazie ad una melodia accattivante ed orecchiabile spinta da una linea di basso quasi in stile Dempsey . Un brano, che in un clima generale fatto di campionatori e sintetizzatori, ci ricorda il sapore degli strumenti suonati dalle band nei garage e nelle rimesse sotto casa.

Un singolo, Vanessa Paradiso, che fa riferimento a una bella e incompiuta musa del pop francese di qualche anno fa. Bova ci racconta qualcosa di più in questa intervista.

“Vanessa Paradiso è una ragazza con i capelli chiari, gli occhi verdi e una fessura tra i denti che ci entra una monetina da un euro. Una di quelle che incontri in qualche concerto, col maglione di lana pesante e la birra in bilico”.

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Ida Nastri fuori ora con il suo nuovo singolo EROI

Esce venerdì 12 febbraio “Eroi”, il nuovo singolo di Ida Nastri che segue l’uscita di  “Comfort Zone” (Romolo Dischi/Pirames International) avvenuta lo scorso novembre.

Si conferma la collaborazione con Giuseppe Salvaggio cui è affidata la produzione del brano.

Eroi, nata un anno fa, si è evoluta a partire da una melodia ben chiara sin da subito, snodando il testo in un secondo momento, ricavato da un gomitolo di pensieri che faceva capo ad una tematica non di poco conto, ovvero il tempo che passa, le scelte giuste e sbagliate, i momenti importanti della vita e quanto questo valore, che a volte è un prezzo da pagare, cambi di continuo. Alcuna risposta, ma tante domande, riportate accuratamente all’interno del brano, proprio perché il ruolo della musica, per Ida Nastri, diviene propedeutico circa le riflessioni e gli interrogativi. La melodia e il testo strizzano l’occhio a un cantautorato classico, mentre il sound della produzione curata da Giuseppe Salvaggio, tendendo all’elettronica, dà notevole freschezza al brano. Eroi insieme a “Comfort Zone” vanno definendo una cifra stilistica riconoscibile, ma mai monotona e che riserberà nuove sorprese anche in futuro.

Ida Nastri nome d’arte di Chiara Padellaro. Cantautrice di Roma che fin da piccola ha la fortuna di vivere a stretto contatto con la musica, come un istinto e esigenza primaria. Questo progetto prende vita a seguito degli anni di studio, di formazione ( con tanto d Laurea in Consevatorio)  e delle prime esperienze come autrice. Ida Nastri è riflessiva, a tratti romantica, ironica, piena di valori. Il suo nome è un omaggio alle grandi donne della sua famiglia, alle quali è orgogliosa di assomigliare. E’ sensibile, abbastanza permalosa, e molto esigente. Soprattutto con se stessa. Ama stare con le persone e condividere esperienze memorabili. Ida è in continua ricerca e scoperta. Nella sua musica c’è tutto questo, senza la pretesa di dimostrare nulla, ma di condividere, quello sì… e di divertirsi.

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Ecco a voi Introduzione di un’isola, il primo disco di Santimone

“Introduzione di un’isola”, fuori il 12 febbraio su tutti gli store digitali, è il primo disco della cantautrice milanese Santimone, un disco che rimane indipendente, prodotto da Giorgio Baù e distribuito da Artist First. 

Composto da 5 brani sospesi tra cantautorato e pop, l’artista decide di comunicare il suo mondo interiore che, al pari delle stagioni, cambia colori, suoni e atmosfere. 

“Nemmeno Puoi” è il primo estratto dall’EP di Santimone ed è il brano che apre il disco. È un brano che nasce durante un viaggio di ritorno. È la paura di rivelarsi, ma la voglia di scoprirsi. Parla del momento in cui due anime si incontrano e iniziano a conoscersi, racconta quella precisa fase in cui si ha paura di lasciarsi andare e di mettersi a nudo. 

“Milano blu” è stata scritta in un momento di cambiamento e incertezza che ha trovato rifugio nella stanza dei genitori dell’artista dove ha scritto questo brano di getto. Il brano parla della paura che tutto possa cambiare attorno a sé stessi e di non riuscire a stare al passo. 

“Di Bianco e di Blu” è stata scritta durante un periodo di rassegnazione. Descrive ciò che si prova nell’esatto momento in cui si realizza il vuoto che lascerà la fine di una relazione. 

“Dei tuoi riccioli” è il brano che prima degli altri ha preso forma. Parla della nostalgia di qualcosa che non potrà mai succedere, dell’intensità dei sentimenti di un amore inespresso che non vedrà mai la luce. 

Chiude il disco un brano strumentale che richiama l’elemento dell’acqua, simboleggiando così l’inesorabile scivolare via di tutti i sentimenti mescolati fino a qui. La dolcezza del brano accompagna l’ascoltatore verso uno stato di veglia come quando si capisce che ci si sta per svegliare da un momento all’altro. 

Santimone, all’anagrafe Francesca Giannella, è l’evoluzione di un’idea.
Senza mai imparare a fare il barré sulla chitarra, inizia a creare le prime canzoni in inglese influenzata da cantautori malinconici come Damien Rice e Laura Marling e nel 2011 fonda la sua prima band: le Marshmallow Pies.
Spinta dall’esigenza di scrivere in italiano, trae ispirazione dalle voci femminili del cantautorato indie e dalla leggerezza del pop per iniziare a realizzare i primi brani.
I suoi pezzi sono introspettivi e intimi e trattano temi profondi in una forma fresca e leggera.
Nel 2015 inizia a portare le nuove canzoni al pubblico con lo pseudonimo di Bye Bye Blue, calcando il palco di diversi club Lombardi e aprendo i concerti di Bianco, Io e la Tigre, Violetta Zironi e Angelica.
Nel 2019 inizia la sua collaborazione con il produttore Giorgio Baù che porterà alla realizzazione del suo primo EP “Introduzione di un’isola” in uscita il 12 febbraio 2021.
Il disco vanta la presenza al basso di “Morco” alias Marco Amadio (L’Officina della Camomilla). 

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Colewsky si confessa nella sua Stanza/327

Presentarsi sulla scena musicale mettendosi a nudo, viaggiando dentro di sé tra voli pindarici e pezzi di vita vissuta. Ecco cosa significa l’11 febbraio 2021 per il giovane rapper romano Colewsky: è fuori il suo disco d’esordio “Stanza/327”. Un concept album, che lo stesso artista racconta così: ““Stanza/327” è il mio primo disco nonché concept album.
Attraverso queste 13 tracce ripercorro quello che è stato il mio ultimo anno con due eventi che hanno segnato la mia crescita personale nonché riabilitazione fisica e personale: l’incidente e la quarantena.
Sono stato, per un un totale di 8 mesi, chiuso in due stanza diverse e da qui viene il nome del disco: “Stanza 327” è stata la mia stanza nella clinica di riabilitazione mentre “Stanza” rappresenta in maniera simbolica (ma non troppo) il periodo di quarantena che tutti abbiamo vissuto nelle nostre stanze.
Venendo già un periodo difficile questi due eventi hanno scaturito reazioni particolari dentro la mia testa che mi hanno portato a seguire una riabilitazione non solo fisica ma anche personale.
Il disco, in definitiva, rappresenta un vero e proprio percorso riabilitativo”. 

Un album denso, corposo, “pesante” perchè pieno. E poi, la prima volta non si scorda mai…

Track by track

“Pronto Soccorso” è la prima traccia del disco e vede la partecipazione di Flavia.
È l’inizio di tutto, ancora stordito per ciò che è successo, rimugino sull’accaduto.
La strofa di Flavia rappresenta la motivazione nel non lasciarmi sopraffare dalla sofferenza e dalla tristezza.

“A pezzi” è la seconda traccia del disco che vede la partecipazione di Kanaro.
Il suo ritornello dalle linee e dalle parole molto malinconiche mi aiutano nell’esprimere il mio stato d’animo durante i primi mesi di ricovero.

“Amare” è la terza traccia del disco e vede la partecipazione di Matteo Milita.
La sua produzione e il suo ritornello completano quella malinconia che vuole esprimere la traccia in merito alla mancanza d’amore provata in quel periodo e negli anni addietro. 

“Realtà I” è la quarta traccia del disco.
Divisa in due episodi all’interno del disco, rappresenta un flusso di coscienza dovuto alla solitudine provata durante il periodo di ricovero nella clinica di riabilitazione.

“Stanza 327” è la quinta traccia nonché “prima” title track del disco.
Il titolo fa riferimento alla stanza in cui sono stato per 4 mesi durante il ricovero e nella canzone vengono evidenziate tutte le difficoltà e le paure affrontate.

“D (interludio)” è la sesta traccia del disco.
Rappresenta il periodo di transizione dalla clinica a casa per poi piombare nel periodo di quarantena.
Ciò che ha marcato questo “passaggio temporale” è stata la perdita (in amicizia) di un caro amico, come si evince dal brano stesso.

“Stanza” è la settima traccia del disco.
È l’inizio della quarantena, il titolo fa riferimento alla stanza che tutti noi abbiamo visto e vissuto ripetutamente in quei 3 mesi e mezzo di lockdown a Marzo.
Un escalation di emozioni che mi ha portato ad una semi-rinascita.

“Eufollia” è l’ottava traccia del disco.
La voglia di uscire e di andare a divertirmi con i miei amici si trasforma in una droga immaginaria chiamata come l’omonima traccia.

“Voglio andare a ballare” è la nona traccia del disco.
A causa di un “overdose” di Eufollia mi ritrovo catapultato in un sogno strano, talmente strano da farmi ritrovare in una discoteca (io odio ballare, dannazione).

“Realtà II” è la decima traccia del disco che vede la partecipazione di Alega.
Finito l’effetto dell’Eufollia, Ale mi riporta con i piedi per terra e mi ricorda in che terribile mondo viviamo.

“Pifebo” è l’undicesima traccia del disco che vede Raze come partecipante.
Finalmente finito il lockdown ci rechiamo al centro di Roma in uno dei nostri negozi preferiti: Pifebo.
Rappresenta il senso di libertà e spensieratezza dopo il lockdown di Marzo.

“Lorenzo” è la dodicesima traccia del disco.
Un viaggio introspettivo all’interno di me stesso che porta a darmi forza e grinta per ricominciare a vivere e a tornare me stesso.

“Capodanno” è la tredicesima, nonché ultima, traccia del disco insieme ad Orlvndo.
Impreziosita dal ritornello del sopracitato la traccia vuole soffermarsi sui festeggiamenti del Capodanno: inutile festeggiare per il terribile anno passato o festeggiare auspicando un buon anno nuovo?

Biografia

Lorenzo Caratelli, nome all’anagrafe di Colewsky, è un rapper romano, classe ‘99.
Si avvicina al rap sin da piccolo.
Scopre i primi brani grazie alla sua passione per il ballo ma si avvicina al rap italiano intorno agli 11 anni, grazie ad un amico.
I primi pensieri scritti arrivano pochi anni dopo.
Dopo aver frequentato alcuni studi di registrazione a Roma grazie ad amici e compagnie, entra in studio da protagonista a 18 anni, registrando il suo primo brano: Prefazione.
Dopo una serie di singoli usciti su YouTube, accompagnati da video ufficiali, il 25 Marzo esce il suo primo mixtape: Io e la musica.
Quest’ultimo, che si trova in freedownload, in tre mesi supera i 400 download e ad oggi conta quasi 900 download.
Partecipa anche al contest “Honiro Entertainment Audition”, organizzato dall’omonima etichetta, e riesce ad ottenere un posto tra i primi 16 tra più di cento partecipanti.
In seguito ad un incidente che lo tiene fuori dai giochi per qualche tempo, rilascia due EP su Soundcloud e su Spotify: rispettivamente “RMX EP” e “VOCE EP”.

L’11 Febbraio 2021 esce il suo primo disco nonché concept album: Stanza/327.