Categorie
Indie Internazionale Intervista Pop

“Come Serpenti” è il debutto di Hermes

Disponibile dal 5 gennaio, “COME SERPENTI”, il singolo d’esordio di HERMES distribuito da ADA Music Italy. Il brano, prodotto da Alessandro Landini e masterizzato da Marco Ravelli ( Pinguini tattici nucleari, Iside, Chiamamifaro), racconta di una relazione ormai arrivata al capolinea, e di quanto a volte può essere difficile accettare e superare la paura che la fine di un rapporto comporta.

Il sound mescola rnb, indie pop e it pop. Un brano uptempo dove ritmiche funky delle chitarre sostengono un groove ballabile e catchy. Hermes è Christian Cotugno, giovane cantautore classe 2000. Si approccia al mondo della musica e dalla danza sin da bambino e la sua musica racconta la “generazione z” e le loro storie d’amore con ironia ed un pizzico di leggerezza. Nel 2021, dopo diverse esperienze musicali, inizia a lavorare al suo primo EP anticipato dal brano “Come serpenti” edito da Aurora Dischi Publishing e distribuito da ADA Music Italy.

Hermes a risposte alle nostre domande in questa intervista:

Categorie
Pop Rap

Tutti i significati di Brida, “Qui” e ora

Brida, già il nome, in qualche modo mi incuriosisce. Non so il perché, ma mi ricorda qualcosa che è sepolto sotto, che è antico, che suona quasi mitologico: Brida, Brida, Brida… forse un personaggio di qualche saga greca o romana? O forse siamo più a Nord, verso l’Europa dei vichinghi? O nei continenti caldi, dove tutto diventa sole e vita che splende? Vabbé, ma che importa: quel che sappiamo di Brida è che, al momento, la ragazza è geolocalizzata in Toscana dopo una peregrinazione che l’ha portata a fare su e giù per il mondo, da Londra al Brasile; insomma, una vita che assomiglia più ad un crocevia di esperienze umane e musicali diverse, che ad un blocco granitico e inamovibile che puoi decidere di spostare da una parte o dall’altra.

Basta leggere un po’ le note stampa dell’artista per renderci conto che, un’improvvisata, di certo Brida non è – anzi: la giovane cantante toscana ne ha già fatta di gavetta, ma ciò che incoraggia è il fatto che sembri essere ben consapevole che il percorso formativo non finisca mai, e che senza dolore non c’è gloria, come direbbe qualche celebre inventore di slogan. Anche quando la vita ti porta a mettere in discussione il cammino fatto fin qui, e a ponderare l’ipotesi che in fondo fare il musicista nel 2022 stia assomigliando sempre più a qualcosa che oscilla fra le definizioni di “lusso” e “martirio”. In mezzo, c’è una quotidianità fatta di sacrifici e di lavoro, nel costante tentativo di tirar fuori da sé stessi qualcosa che torni a stupirci, prima ancora che stupire gli altri.

Brida

Forse, dopo lunghe peregrinazioni, Brida pare aver trovato il suo “centro di gravità permanente”: la squadra di produttori, in primis, sembra esser riuscita nell’impresa di dare una forma convincente ad una scrittura che pare ancora legata al momento, e all’ispirazione che non segue regole né canoni; insomma, quello di Brida è un flusso che trova un flow ben preciso nelle contaminazioni Trip Hop e Urban della lettura musicale proposta dal team di Fennec, permettendo al brano di farsi ipnotico senza perdere di tensione e sostanza. Le parole, invece, arrivano subito con sincerità perché non pare esserci posa, dietro la penna di Brida: la ragazza si racconta, racconta il proprio rapporto con sé stessa e con l’altro da sé; mette alla berlina le proprie paure e ne fa una hit buona per superare i momenti no, senza doversi a tutti i costi raccontare che “andrà tutto bene“.

Sì, perché la verità è che “va bene” ciò che ci impegniamo a far andare in tale direzione: anche se, spesso, questo vuol dire compiere sacrifici che non sapevamo di essere pronti ad affrontare. E questo, forse, non è crescere?

Categorie
Pop

GiusiPre: Con “A.C.C.” sdrammatizzo la complessità dell’amore

GiusiPre pubblica il nuovo singolo A.C.C., acronimo di Amore Cinismo e Caffè, in cui sdrammatizza la complessità dell’amore e l’inizio di una relazione. Giuseppina Prejanò è una cantautrice calabrese trapiantata a Roma, classe 1985. Il suo esordio discografico avviene nel 2020 con la pubblicazione dell’EP Canzoni indigeste.  Autunno A.C.C. segnano l’inizio della collaborazione con Maionese Project e anticipano un nuovo album, la cui uscita è prevista nel 2022.

GiusiPre ha riposto alle nostre domande in questa intervista:

– Ciao GiusiPre, A.C.C., titolo del tuo ultimo singolo, è l’acronimo di Amore, cinismo e caffè. Qual è il tuo modo di affrontare in questo momento della tua vita i sentimenti?


“In questo momento li vivo con serenità: è stato un percorso lungo, ma ho imparato a fidarmi di quello che provo e a non dubitare dell’amore che ricevo. Spesso la paura di perdere e l’orgoglio possono essere d’ostacolo, soprattutto quando costruisci una relazione”.


– Il caffè come metafora della quotidianità, raccontaci la tua giornata tipo


“La mia giornata tipo inizia molto presto rigorosamente con un’intera macchinetta di caffè da 4 tazze!Nel giro di un’ora sono pronta per sfrecciare sul G.R.A. alla volta del mio lavoro, che amo tanto quanto la musica: Stare a scuola e insegnare mi piace tantissimo, incontrare le studentesse e gli studenti è una fonte di gioia anche quando i problemi sono tanti, anche quando le giornate sono grigie e difficili.Al rientro compenso l’attesa nel traffico con musica a palla e canzoni di ogni tipo, poi a casa si pranza, si fa rassegna stampa e un po’ di spetteguless, che non fa mai male. Nel pomeriggio tra un po’ di studio e qualche serie tv si procede con le prove. I vicini fino ad ora non si sono mai lamentati! La sera è il momento degli amici o di un bel film rilassante, e quando possibile di concertini carini in giro per la Capitale“.


– Il riff di chitarra è l’elemento chiave dell’arrangiamento, come è nata l’idea di dare questa veste leggera e ballereccia al brano?


“La scelta è stata assolutamente spontanea anche per smorzare un po’ la pesantezza della situazione narrata nel testo. In tutta sincerità ho vissuto davvero quella situazione e avevo bisogno di riderci su, mantenendo un giusto equilibrio senza prendermi troppo sul serio. Daniele Giuili e Nicola D’Amati hanno capito al solito e mi hanno aiutato a fare il resto!”.


– Il videoclip è ambientato in una disco anni ’70. Qual è l’aneddoto più divertente che è capitato durante le riprese e qual è lo storytelling?


“Nel video ci sono due GiusiPre, una molto cazzuta e allegra, l’altra più sofisticata e snob: alla fine la prima prevale sull’altra, sempre nell’ottica di dare spazio alla leggerezza. Con Silvia Morganti (art director) abbiamo considerato la festa in disco come un momento per mettere da parte i pensieri e godersi la compagnia, la spensieratezza e naturalmente la musica. Il mood anni ‘70 lo abbiamo scelto anche suggestionati dai suoni della canzone.La giornata di riprese inevitabilmente è stata super divertente e la cosa che sicuramente ci ha fatto più ridere è stato girare le scene di brindisi e cicchetti riempiti tè alla pesca: verosimile ma estremamente deludente! “.


– Questo singolo è il secondo da quando hai iniziato a collaborare con la Maionese Project. Come ti stai trovando con questa nuova realtà?


“Decisamente bene! Sono affiancata da persone che tengono molto in considerazione quello che propongo e che mi lasciano completa libertà di gestione e movimento, cosa fondamentale per un artista e per nulla scontata.

E il primo singolo è stato Autunno in cui canti la precarietà della tua generazione paragonandola alla stagione della caducità. Una tua riflessione a riguardo

“La precarietà ci affligge da tanto, da prima del Covid purtroppo, e nel corso degli anni diventa sempre più difficile accettarla, soprattutto quando sei bravo a fare quello che fai, e lo fai con professionalità e passione. In Autunno parlo anche del dover abbandonare i propri luoghi d’origine per andare a fare un lavoro precario e di come questa condizione lavorativa precaria investe anche il piano affettivo ed esistenziale. Il punto è non lasciare che le passioni si spengano, cercare un senso in quello che facciamo che possa andare oltre il tempo determinato lasciando il segno. E aggiungo soprattutto è necessario interessarci, partecipare alla vita politica e andare a votare”.

Categorie
Indie Intervista Pop

STASERA MI BUTTO: Intervista a SCHIANTA

STASERA MI BUTTO” è il nuovo singolo di SCHIANTA (Calogero Chianta), nato nell’entro terra siciliano.  Il brano uscito per Aurora Dischi / ADA Music Italy, è stato inserito nelle playlist editoriali di Spotify, New Music Friday Italia, Sangue Giovane e Scuola Indie.

Il brano parla di quella “scossa” che si prova dopo una rottura, quel mix di rabbia, tristezza, strafottenza e amore che ti si muove nello stomaco subito dopo la fine di una relazione. Il sound, a metà tra indie old school e il pop punk, si rifà a la wave 80’s mixata a melodie più energiche di influenza post punk.

Schianta ha risposto alle nostre domande in questa intervista

Categorie
Intervista Pop

“Ero solo un bambino” è il nuovo singolo di Marco Galimberti

Oggi abbiamo il piacere di ospitare Marco Galimberti, in occasione della sua nuova uscita “Ero solo un bambino”. Ecco cosa ci ha raccontato!

Ciao, Marco benvenuto! Come stai? Soddisfatto di questa nuova uscita?

Ciao!!! Grazie per l’invito!!! Tutto bene dai, nonostante il periodo non sia proprio dei migliori. 

Sì, sono soddisfatto di questa nuova uscita, perché era una canzone che avevo nel mio pc da tanto tempo ormai e finalmente può arrivare alle orecchie di tutti. Sta avendo dei buoni risultati e soprattutto tanti commenti positivi, questo mi rende molto felice. Con questo brano sono arrivato terzo al Premio Mia Martini e ho vinto il premio per la miglior interpretazione.

Che emozioni speri di suscitare in chi ascolta il pezzo?

Spero che ascoltando il mio brano l’ascoltatore riesca ad immedesimarsi perché credo abbia un testo ed un significato abbastanza universale. Penso che di base la canzone si porti dietro un filo di nostalgia e di malinconia, ma anche voglia di rivalsa e perseveranza nel seguire i propri sogni.

A quali artisti italiani o internazionali ti sei ispirato nella tua musica?

I miei artisti italiani preferiti e dai quali cerco di carpire qualche segreto sono Fabrizio Moro, Ultimo e Cesare Cremonini. Potrei citare anche Renga e i cantautori del passato: da De Andrè a Dalla, passando per Baglioni e Venditti. Non ascolto tanta musica estera contemporanea.

Qual è il messaggio di Ero solo un bambino?

Tutti noi abbiamo sogni e speranze che durante il nostro percorso cerchiamo di raggiungere e la canzone parla proprio di questo. Soprattutto i sogni che si hanno da bambini sono i più veri e spesso commettiamo l’errore di arrenderci davanti alle difficoltà facendo, di fatto, un torto al bambino che siamo stati.

Com’è stato il processo di scrittura del brano? 

Scrissi il testo ormai un paio di anni fa in un momento in cui pensavo di abbandonare la mia, seppur breve, carriera musicale. Una sera è nato il testo di questa canzone, dopodiché è rimasto “in cantina” per qualche tempo. A fine 2020 dall’incontro con Luca Sala, autore che ha scritto per Emma, Tiromancino e altri grossi nomi della musica italiana, è nata la musica del brano fino al momento della registrazione delle voci che ha suggellato la creazione della canzone.

Categorie
Indie Intervista Pop

ILCLASSICO racconta il nuovo singolo CAMERA MIA, CAMERA TUA

ILCLASSICO pubblica il nuovo singolo CAMERA MIA, CAMERA TUA in cui si raccontano le dinamiche di una coppia che ancora deve imparare a conoscersi, con un invito ad abbattere la timidezza iniziale. È naturale provare agitazione e imbarazzo quando siamo nel momento della frequentazione, siamo catapultati in un continuo saliscendi di sorprese, alla ricerca del mare anche nel pieno centro di una città, di una via di fuga dalla quotidianità.

Il brano è prodotto interamente dal duo che ha deciso di mostrare un lato più leggero della sua musica, attingendo a sonorità funky con un omaggio alla disco music degli anni ’70.

Ecco la nostra intervista con ILCLASSICO

  1. Ciao ragazzi, CAMERA MIA, CAMERA TUA è un inno all’amore nel freddo dell’inverno. Qual è il messaggio che volete trasmettere?

Ciao! Mah, “Inno” forse è un po’ esagerato. Però ci fa piacere sentirlo dire, perché un inno è qualcosa che viene cantato da un vasto gruppo di persone e queste persone ci si riconoscono con tutte se stesse. Alla fine è quello che si spera possa accadere quando scrivi una canzone che parla di te senza filtri, una canzone che ti mette a nudo, e speri che ci si possa riconoscere anche chi sta in ascolto. Il fulcro del messaggio sta in quella frase dilemma “Vieni prima, vengo prima io”. Insomma prima o poi ci passano tutti! È un punto focale della vita di coppia che mette tanta agitazione e tanto imbarazzo. Abbiamo voluto scherzarci un po’ sopra, alleggerirlo. È nata dalle nostre vite e dai racconti delle persone a noi più vicine, i nostri amici.

2. Il brano vuole omaggiare la disco music anni ’70. A quali pezzi di quella decade avete fatto riferimento e perché avete voluto riprendere questo genere?

Ci è venuto spontaneo tuffarci nella Disco Music. Questo mood è nato durante la scrittura e si prestava perfettamente all’aria leggera e ironica espressa nel testo. Quindi siamo tornati ad ascoltare gli artisti che più amiamo di quel mondo: Earth, Wind & Fire, Bee Gees, KC & The Sunshine Band, ma anche Michael Jackson.

3. La vostra discografica è musicalmente molto varia, cosa unisce i vostri pezzi finora e qual è secondo voi, la chiave vincente e il vostro tratto distintivo?

Nel nostro piccolo cerchiamo sempre di rinnovarci da un pezzo all’altro, di non ripeterci mai. A volte il tuffo riesce meglio, altre volte l’atterraggio andrebbe migliorato, ma la cosa più bella ogni volta è scoprire che le canzoni più apprezzate sono quelle più spontanee, quelle più sincere. Spesso sono anche quelle più libere a livello sonoro, dove gli arrangiamenti sono dettati dal puro divertimento, senza alcun preconcetto “discografico” (diciamo così)…

4. Nel ritornello citate “Notting Hill”. Perché? Elencateci cinque film romantici che vi hanno segnato.

Enrico forse è quello più romantic come gusti, Simone è più sull’action. Ma ci proviamo… Partiamo da “Notting Hill”, ovviamente… In coda ti diciamo… “Le pagine della nostra vita”, “Across the Universe”, “A piedi nudi nel parco”, “Harry, ti presento Sally”.

5. Il vostro curriculum è davvero ricco, numerose sono state le collaborazioni di ciascuno prima di arrivare a creare questo duo. Qual è l’insegnamento maggiore che avete tratto in tutti questi anni?

Che l’importante nella musica è inseguire una visione, nutrire giorno dopo giorno quella visione, affinarla e lavorare per riuscire a comunicarla al pubblico. Oggi siamo talmente tanti a fare musica che non esiste una formula, non esistono regole, non esiste “così funziona” o “così non funziona”. Nessuna strada percorribile è una garanzia di successo, nessuno ci assicura un lavoro. Tanto vale divertirci e farlo a modo nostro, perché alla fine il pubblico quello lo percepisce. Non si può mentire al pubblico!

6. Un pregio e un difetto dell’uno e dell’altro e come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti tra le mura di “Music Academy since 1999” a Bologna, durante il nostro percorso di studi: Enrico studiava Music Production, Simone batteria. Enrico va in ansia facilmente davanti agli inconvenienti tecnici, Simone è più reattivo nell’affrontarli. Enrico è sicuramente quello che fa più tardi la sera, Simone si sveglia sempre molto presto.

Non ti sappiamo dire quali tra questi siano i difetti e quali pregi, decidi tu… ahahah!

Categorie
Indie Intervista Pop

WASABE: “FARFALLE” è il nuovo brano

FARFALLE” è il nuovo brano dIWASABE (Sabina Canton), giovanissima cantautrice di Vicenza, che in questa canzone decide di parlare apertamente della sua esperienza con i disturbi alimentari. 

“Le farfalle sono un simbolo spesso associato a questo disturbo e alla rinascita”

Il sound indie-pop è caratterizzato da un riff di chitarra che prosegue su di un beat moderno a metà tra elettronica e suoni acustici.

“Con questo pezzo volevo raccontare questa malattia con sperieratezza, con parole semplici e comprensibili a tutti. Spero di far rispecchiare in questo pezzo tutte quelle persone che hanno vissuto o stanno vivendo questo brutto momento e di dar loro la forza di affrontarlo nel modo migliore possibile, e portare la mia esperienza a chi crede che non si possa uscire da situazioni come questa, in vista di tutte le cose belle che potranno succedere in futuro”.

WASABE ha risposto alle nostre domande in questa intervista:

Categorie
Indie Intervista Pop

Penz riparte da “Zero”

“ZERO” è il primo album di Penz , un disco introspettivo che arriva dopo tre anni di silenzio , con uno sguardo al passato ma ben consapevole del presente. Zero parla di amicizia, di amore, di lavoro, di scelte sbagliate, di momenti bui, di sogni realizzati e da realizzare. E’ un disco molto personale che vuole celebrare la ripartenza dell’artista, il suo ritorno in campo, la sua rinascita musicale. Ad accompagnare Penz in questo viaggio: Federico Schiavoni alla chitarra, Matteo Mazzola al basso, Marco Trivini alla batteria e Andrea Giubilei alle tastiere.

Penz ha risposto alle nostre domande in questa intervista:

Categorie
Indie Intervista Pop

Lorenzo Meloni racconta “Neanderthal”

Neanderthal è il disco d’esordio del cantautore bolognese Lorenzo Meloni. Dieci tracce dalle sonorità variegate che vanno ad analizzare la psiche umana nelle sue contraddizioni più viscerali, tra ironia e autoanalisi morale. Un album topografico, dalle atmosfere notturne, basato molto sulla parola, al punto da essere accostato alla poesia recitata, ma che non rinuncia a sperimentazioni, anche ardite, in termini di arrangiamento. 

Luoghi e situazioni disegnati a tinte impressioniste, con un costante intreccio tra contemplazione ipnotica e racconto. Un dialogo interiore continuo con il proprio ego, spesso sdoppiato, che è filtrato da continui riferimenti cinematografici e da un’impostazione visiva di scrittura. Domina, infatti, la sinestesia e ciò si evince anche dal grande lavoro dietro ai videoclip di Quella che dormeeSig.Da Vinci, brani che, insieme a Qui, hanno anticipato l’uscito di questo disco.

Lorenzo Meloni ha risposto alle nostre domande:

Ciao Lorenzo, è da poco uscito il tuo nuovo disco Neanderthal, nei testi domina il concetto di viaggio, sia mentale che fisico. Quali sono i posti del cuore per te e cosa ti spinge ad attivare l’immaginazione?
Ho origini un po’ in tutta Italia e quindi l’elenco di posti stupendi sarebbe lunghissimo. Comunque chi mi conosce sa che basta un palazzone orribile a incantarmi, per motivi che tuttora non capisco fino in fondo. A volte ci ambiento storie, a volte semplicemente mi ipnotizzo a guardare.

Sono tanti i riferimenti cinematografici ma se tu dovessi darci cinque titoli di film che ti hanno cambiato la vita?
Niente batte le folgorazioni infantili quanto a capacità di piantarsi nell’inconscio, soprattutto se il film è per bambini fino a un certo punto: vado con Jurassic Park (o Lo squalo, insomma Spielberg), Alien (o Blade Runner, insomma il primo Scott), A Bug’s Life (pistola puntata alla testa ancora il miglior film Pixar), La principessa Mononoke (vabbè), Un lupo mannaro americano a Londra (shock/innamoramento da sindrome di Stoccolma infantile che sospetto mi abbia cambiato a livello caratteriale)

Raccontaci del lavoro in studio con Toller e la sperimentazione musicale presente nelle tracce
Oggi sono un po’ più musicista di quando abbiamo lavorato all’album. Allora era una specie di telepatia per cui io arrivavo con testi, melodie, cambi di ritmo, e per l’identità musicale cercavo di proiettare a Carlo l’idea dell’atmosfera che volevo, procedendo per immagini, esempi musicali ecc. Come dire che dopo la composizione iniziale ha fatto tutto, ma veramente tutto lui.

Ci ha colpito molto per l’ironia Sig.da vinci, come hai concepito questa assurda rivisitazione e il video?
Non stando attento in classe al liceo e chiedendomi come si facesse a ottenere un cadavere per le dissezioni anatomiche. Li rubi? (e anche qui decisamente troppi film, soprattutto Burke and Hare e il suo antenato La iena di Robert Wise. Il video è venuto di conseguenza)

Hai da poco formato anche una band, che progetto alternativo porterai avanti con loro?
Nome: Altaica, genere: rock abbastanza classico, per ora in inglese, primi 10-15 pezzi già pronti per live ed eventuale album, scritti dal mio amico e bassista Edoardo Bertini. Intanto sia io che lui stiamo scrivendo a un ritmo pazzesco, quindi non ci manca certo il materiale. Stay tuned.

Categorie
Indie Intervista Pop

Angeli e Demoni: La band ESTRO ci racconta il nuovo singolo

ANGELI E DEMONI” è il nuovo brano della band pugliese ESTRO distribuito da Artist First, una ballad dark pop che parla dell’ esigenza di comunicare Il dolore e la sofferenza della separazione. Luce e buio, vittime e carnefici ed appunto angeli e demoni. Il sound del brano mescola Indie Pop, Dark Pop, rock e Alternative. La cellula originale del gruppo nasce nel 2011, il gruppo è formato da Andrea alla batteria, Maurizio voce e chitarra, Simone voce e basso, Gianluca voce e chitarra. Nel 2019 si qualificano come finalisti di un concorso nazionale dedicato ad Ivan Graziani, e poi vengono decretati vincitori nazionali del “Premio Pigro 2019” con il loro brano inedito “Il vuoto dentro” nella finale svoltasi presso Casa Sanremo durante la settimana del Festival; lo stesso anno sono ospiti di Red Ronnie durante il suo show in diretta nazionale. Il comune di Bari conferisce un’onorificenza artistica alla band per il risultato conseguito a Sanremo. A Luglio 2021 pubblicano il loro primo singolo “BABY” facente parte della nuova produzione musicale della band, superando le 200 mila views su youtube e oltre 300 mila streams su spotify.

La band ha risposto alle nostre domande in questa intervista: