In occasione dell’uscita del nuovo EP di Clemente Guidi, “Sfumature”, per Panico Dischi, gli abbiamo chiesto di farci entrare nella sua cameretta che poi è anche la sua home studio, dove nascono i brani, tra cui quelli che compongono il suo ultimo disco.
Ecco come la descrive:
“Camera mia, il mio piccolo home studio, tra un letto e le sembianze di una piccola bottega. Per me la camera è sempre stato un luogo “laborioso”. Sarà perché è lo spazio in assoluto più intimo e personale che puoi avere in una casa?! Non so, ma c’è una magia che a me succede solo lì, tanto che ormai camera non è un posto fisso, ma uno spazio fisico e mentale che mi porto dietro ogni volta che muovo i miei progetti.“
La tastiera MIDI
Non ho grandi strumenti, ma quel che mi interessa è saper trasformare le mie idee con immediatezza e naturalezza. Un pezzo alla volta per trovare la mia dimensione.
La mia cameretta nasce a casa da un microfono e una chitarra. In Danimarca scopro cos’è una tastiera MIDI, poi ritorno a casa e inizio a darmi ancora più da fare. Di nuovo impacchetto e ora tutto è qui con me a Milano, dove una volta ancora ho ricreato il mio angolo preferito.
La scrivania
Partendo dalla struttura, ecco il primo: il mio tavolo di lavoro. È una vecchia scrivania che fece mio padre a mano e rimase per tempo un po’ nascosta in casa. Era utilizzata ma un po’ di passaggio, non era curata granché da nessuno. L’ho caricata in macchina ed eccola con me a Milano. Io sono innamorato di questo legno, mi ricorda l’artigianalità delle cose e l’arte del fare.
La lampada
La seconda cosa è la lampada. Creare uno spazio caldo mi tranquillizza e mi fa sentire tutta l’atmosfera che ricerco quando spazio tra suoni e parole. La posso alzare e spostare e creare la luce che mi va.
Una pianta
Immancabile pianta. Una monstera che è una tra le verdi che più mi incanta e mi rimanda sempre a Lanzarote e alle pareti di questa pianta che cresce selvaggia tra l’acqua e le grotte dell’isola. Sa di verde casa e di speranza.
Carta e penna
Scritte, bozze, disegni, linee o forme che mi passano per la testa. Avere carta e penna è l’inizio di ogni progetto. È un gesto fisico così lieve che deve essere un must creativo. Porti quel che porti!
Lele l’ukulele
Passo e chiudo con Lele l’ukulele. Queste quattro corde sono sempre pronte, non sai mai suonarlo abbastanza bene ma è sempre un grande tentatore. Lo puoi prendere come per giocare, non ti impegna. E poi magari ti ritrovi che hai un motivetto nella testa e devi correre a rinchiuderti un intero pomeriggio perché non deve sfuggirti quella fischiettata che ti rimbalza a destra e sinistra nella testa.