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“Fame d’aria” è il nuovo singolo dei Poni Boi

Poni Boi si presentano al mondo con il proprio singolo d’esordio, Fame d’aria, in uscita mercoledì 21 giugno 2023 per l’etichetta Rocketman Records. La canzone è il perfetto biglietto da visita per il sound fresco, accattivante ed energico della band, che unisce elementi indie rock, punk e alternative. Il cantato è in italiano, i riferimenti musicali guardano oltremanica e oltreoceano, ma tutti possono farsi coinvolgere dai ritmi veloci e travolgenti del trio.

Il significato del titolo rimanda alle tabelle appese in ogni bar e locale in cui vengono descritti i principali sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica: la “fame d’aria” è il sintomo che precede il coma, dopo il quale c’è solo la morte. Ma la cupezza di questa backstory non trova alcun riscontro nel sound in sé del brano, agendo semmai come una sorta di passepartout narrativo.

“Il brano è la modalità d’osservazione presente, consapevole e autoironica, attraverso la quale si guarda a un passato in cui ogni cosa era fuori controllo, spiegano i Poni Boi. “Il sound è il presente, fresco e vivace, il testo è il passato. Versi che sono una raccolta di immagini sfocate, caotiche, annotate su un quaderno che non esiste, con il risultato di dar vita a un dipinto astratto iperurbano. Luoghi, persone, oggetti, contesti, stati d’animo, parole, emozioni, colori, luci… il tutto è estremamente confuso e per questo coerente con ciò che era. La fame d’aria è superata, e oggi, quando si pensa a ciò che è stato, ecco che spunta un sorriso beffardo e divertito. Un sorriso ormai consapevole del fatto che non si cambia: ci si rivela”.

Ascolta Fame d’aria: 
https://open.spotify.com/track/6v1Sf2HVroqatXAEKnvtUo

Autore e compositore: Andrea Marcellini

Registrato, mixato e masterizzato da Michele Bellagamba

BIO

I Poni Boi si incontrano nell’ottobre 2022 su quello che è il Tinder di chi suona: il famigerato Villaggio Musicale, coacervo di casi umani. O meglio: umano/musicali, il che è pure peggio. A loro è andata bene, fortunamente. Il trio è formato da Andrea Marcellini (voce e chitarra), Luca “Bisto” Boscolo (basso) e Matteo Benocci (batteria). I Poni suonano un surf punk adrenalinico e contagioso, un garage pop convulso e autoironico. Come se venissero dalla California. O magari dall’Australia. Ma la realtà è che sono ragazzi di provincia-balneare, sparsi tra Senigallia, Fano e Pesaro. Ed è per questo che il loro mix frenetico di sound e parole dà vita a canzoni allegre per persone tristi o – per chi preferisce – canzoni tristi per persone allegre.

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“Queer Eleison” è il nuovo album della Croce Atroce

É in uscita venerdì 2 giugno 2023, per Freak & Chic e in distribuzione Artist First, il nuovo album del progetto Croce Atroce. Un nuovo capitolo dal titolo “Queer Eleison” che segue i precedenti album “Alda Merinos” ed “Anna Piaggio“, già anticipato dai singoli “Dimmelo Dammelo” e “Disco Crisco“. Il titolo dell’album in uscita, già anticipato dal singolo “Dimmelo Dammelo” pubblicato ad aprile, è un adattamento del Kyrie Eleison, preghiera della liturgia cristiana che significa “Signore, pietà”, inteso come “Signore, sii benevole”. Qui diventa “Queer Eleison“. Associando due mondi che sembrano opposti, la religione e la queerness, questo progetto musicale esplora l’essere queer alla luce dell’idea di fede. 

Queer è una persona che non è quello che questa società vorrebbe che sia, e vive con la missione di provocare e infrangere le regole e i canoni del buoncostume. Queer Eleison, attraverso le parole, la musica, le situazioni descritte, le riflessioni e i punti di vista proposti, vuole rappresentare una realtà che esiste e che è sempre più consapevole della propria importanza. La religione e il tabù del sesso, hanno plasmato un’Italia oggi più che mai lontana dall’idea di poter vivere liberi da qualsiasi costrutto. Essere queer oggi in questo paese, vuol dire far leva soprattutto su questi temi per scardinare i nostri modelli sociali tossici. La religione, sempre presente nella vita della Croce per varie implicazioni non spiegate in questo contesto, offre termini e metafore funzionali a una narrazione realistica del mondo arcobaleno nel contesto della città di Milano, città in cui questo lavoro trova linfa e ispirazione.

Queer Eleison” è quindi un progetto queer e, in quanto tale, vuole e deve supportare la scena artistica rainbow presente nel luogo in cui è nato. Queste personalità rappresentano il dreamteam che si desidererebbe coinvolgere nelle varie produzioni che, forse, per la prima volta nei loro percorsi, avrebbero l’occasione di parlare di questo mondo con tutta la libertà creativa che meritano. Tutti questi nomi frequentano e hanno già collaborato con la Croce, quindi ne conoscono già la personalità, il linguaggio e l’espressione comunicativa: queste collaborazioni avverranno nel rispetto del progetto e del personaggio.

Idea:
LoZelmo @lozelmo
Croce Atroce @croceatroce

Fotografia:
Mattia Attorre @mattia_attorre

Teschio:
Toc @toc_cavaliere

Cappellino:
Lorenzo Seghezzi @lorenzoseghezzi

Capelli:
Melten @meltenwigs

Font design:
Lorenzo Seghezzi @lorenzoseghezzi

Impaginazione:
Croce Atroce @croceatroce
 

L’immagine guida del progetto vorrebbe rappresentare una reliquia, in particolare il teschio della Croce, che rimane riconoscibile dal dente mancante. L’estetica generale include uno sfondo rosso tipico dei reliquiari, e alcuni elementi che introducano l’immaginario queer (i capelli e alcuni accessori). L’idea di riferirsi al teschio, è quella di usare l’elemento per antonomasia di riconoscibilità della persona, ovvero il volto, spogliato però da tutti i suoi connotati, oltretutto annullandone il gender.

BIO:

La Croce è nata nella prima parte del 2012 al Toilet Club di Milano ma rimane un personaggio queer senza età né pronome definito. Nel tempo ha cambiato faccia e ruolo più volte in cerca della propria identita, finché, ahinoi, l’ha trovata: con le sue labbra pronunciate, il dente nero, l’eyeliner tagliente e un makeup sempre over the top, la riconoscereste anche al buio. Attraverso la sua estetica tra il punk anni ‘80 e il cartoon, interpreta in modo giocoso e dissacrante il senso della sua vita in drag, dedicata all’intrattenimento e al supporto della lgbtqia+ community. Fuori dal personaggio Croce, Simone Facchinetti è un grafico, si occupa di comunicazione, editoria e organizzazione eventi.

https://www.youtube.com/@croceatroce
https://www.instagram.com/croceatroce/

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“Dimmelo dammelo” è il nuovo singolo de La Croce Atroce

É in uscita venerdì 14 aprile 2023, per Freak & Chic e in distribuzione Artist First, il nuovo singolo del progetto Croce Atroce. Un nuovo capitolo dal titolo “Dimmelo Dammelo” che, dopo i precedenti album “Alda Merinos” ed “Anna Piaggio“, ci accompagna verso la pubblicazione di un nuovo album dal titolo “Queer Eleison“, in uscita venerdì 2 giugno.

Ci è mai capitato di cantare un canto religioso? Se sì, abbiamo mai fatto caso al doppio senso che può assumere il suo significato? La parola Signore può intendere sia il Padre Eterno sia quel Sugar Daddy che tanto sogneremmo avere nella nostra agognata vita agiata. Dimmelo Dammelo nasce come parodia di una canzone liturgica. Attraverso il linguaggio e le metafore che già esistono nel canzoniere Cristiano, si costruisce una narrazione sexy e ammiccante in cui i fedeli possono riconoscersi in un momento di avvicinamento a Cristo, e i non fedeli invece danno una lettura più peccaminosa ed esplicita.

Il titolo dell’album in uscita è un adattamento del Kyrie Eleison, preghiera della liturgia cristiana che significa “Signore, pietà”, inteso come “Signore, sii benevole”. Qui diventa “Queer Eleison“. Associando due mondi che sembrano opposti, la religione e la queerness, questo progetto musicale esplora l’essere queer alla luce dell’idea di fede. 
 

Scopri il brano su Spotify: https://spoti.fi/3mxT7dI

Idea: Croce Atroce 
Fotografia Croce: LoZelmo
Fotomontaggio: Croce Atroce, Mattia Attorre
Impaginazione: Croce Atroce
Outfit: Lorenzo Seghezzi 
Capelli: Melten
Gioielli: Archivio Simon Bowery 
 

BIO:

La Croce è nata nella prima parte del 2012 al Toilet Club di Milano ma rimane un personaggio queer senza età né pronome definito. Nel tempo ha cambiato faccia e ruolo più volte in cerca della propria identita, finché, ahinoi, l’ha trovata: con le sue labbra pronunciate, il dente nero, l’eyeliner tagliente e un makeup sempre over the top, la riconoscereste anche al buio. Attraverso la sua estetica tra il punk anni ‘80 e il cartoon, interpreta in modo giocoso e dissacrante il senso della sua vita in drag, dedicata all’intrattenimento e al supporto della lgbtqia+ community. Fuori dal personaggio Croce, Simone Facchinetti è un grafico, si occupa di comunicazione, editoria e organizzazione eventi.

https://www.youtube.com/@croceatroce
https://www.instagram.com/croceatroce/

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“Anna Piaggio” è il nuovo album della Croce Atroce

Esce venerdì 16 luglio 2021 il nuovo album della Croce Atroce,  anima del Toilet di Milano e drag fuori dagli schemi, dal titolo Anna Piaggio. Si tratta di un disco che è nato subito dopo il primo esperimento musicale che aveva portato alla pubblicazione di Alda Merinos, il disco di debutto. Con la bella stagione alle porte, gli autori non si sono voluti far sfuggire l’occasione di far uscire, in totale indipendenza, la loro colonna sonora per questa estate 2021.

L’album è composto da sei nuovi brani (“L’Amour Bonjour”, “Aldilà”, “Volo Via”, “Opposto & Xverso”, “XXL” e “Zona Rossa”), quattro reboot, ovvero quattro rivisitazioni, nei testi e nelle musiche, di canzoni già presenti in “Alda Merinos” (“imXfetta”, “MXM XXL”, “Brutty Routine” e “Fai Che Vuoi Quello di Me”) e da quattro remix di canzoni sempre presenti nel loro primo disco. Perché questa operazione? Come completamento del percorso fatto fino ad ora. Benché molto lungo e articolato, “Alda Merinos” non è stato concepito come “capitolo chiuso”. Croce Atroce, Erik Deep e LoZelmo (gli autori), non hanno infatti ai smesso di lavorare a nuova musica. Così come Marzo è sembrato il mese perfetto per rilasciare canzoni da godersi al chiuso e sotto le coperte, Luglio è il mese ideale per un sound più ritmato e suadente, lontano dalla nostalgia e proiettato verso un futuro esotico e trascinante.

Come Alda, anche Anna parla della vita degli autori, del mondo arcobaleno, di cultura rainbow, di diritti civili e rapporti umani. Il titolo “Anna Piaggio” è un divertissement che continua a rimandare al mondo drag ma questa volta cita Anna Piaggi, iconica giornalista, scrittrice e teorica del fashion internazionale che, per cultura ed estetica, rimane uno dei riferimenti fondamentali per la Croce Atroce.

Fotografia: Mattia Attorre – @piangoarcobaleni
Gorgiera, foulard e cappello: Lorenzo Seghezzi – @lorenzoseghezzi
Occhiali: Archivio Simone Bowery – @simon.bowery

Enrico Bernes (Erik Deep – IG: @erik_deep)
DJ professionista da trent’anni, cavalca le consolle dei grandi locali di massa nei 90s, per poi abbandonarle a favore dei club underground di Milano, con l’arrivo dei 2000. Modellando il suo gusto dalla musica dance commerciale all’elettronica alternativa, trova il suo giusto mezzo con l’arrivo del Toilet Club. Da questo momento in poi, i suoi set sono modulati dal riscontro della pista e dal suo carattere imprevedibile capace di sorprenderla. In “Alda Merinos” si è occupato degli arrangiamenti.

Simone Facchinetti (La Croce – IG: @croceatroce)
Da lunedì a venerdì è un grafico e si occupa di comunicazione ed editoria. Col suo amico e collega Andrea, fonda uno studio di graphic design a Bergamo più di quindici anni fa, tutt’oggi operativo. Nel weekend si occupa del Toilet e diventa la Croce, quella drag fuori dagli schemi non tanto per volontà, quando per il fatto che non è capace, per questione di abilità tecnica, di assecondarli. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura dei testi.

Stefano Selmo (LoZelmo – IG: @lozelmo)
Nella vita vende pop corn in un cinema ed è DJ professionista: due lavori entrambi minati dal Covid (che culo vero?). Deus ex machina del rinnovamento del Toilet Club (che già esisteva prima dell’avvento di questi tre), inizia a lavorare dietro la consolle grazie all’amicizia con Erik Deep. Il suo genere è sempre stato il PuttanPop, raffinato però dalle proposte alternative e Indie che hanno popolato fortunatamente il genere nel corso del tempo. In “Alda Merinos” si è occupato della scrittura della musica.

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Indie Pop

Quello che ho capito ascoltando Alda Merinos della Croce Atroce

Venerdì 19 marzo sono usciti tantissimi dischi, ne ho trovato uno che sembrava fuori dal mondo, e ho deciso di parlane. Per capire Alda Merinos, questo il titolo del disco, bisogna partire dal principio. Quindi: c’era una volta MYSS KETA che durante la prima quarantena un bel giorno si è rotta il cazzo e, dopo un cocktail a base di xenofemminismo e Prozac, si è costruita un bozzolo intorno a sé utilizzando la sua mascherina e scomparendo dalla faccia dell’universo. Non a caso, non abbiamo più notizie di MYSS KETA da allora. Coincidenze? Io non credo. Da quel bozzolo, in questi giorni, ne è uscita fuori una bellissima farfalla di nome Croce Atroce. Definita da molti una vera e propria entità in cui la Madonna in confronto pare una povera scappata di casa (cosa che è stata davvero, ma lasciamo questi dettagli ai teologi).

Si narra che, una volta uscita dal suo bozzolo non più realizzato dagli stessi materiali della mascherina di MYSS KETA ma bensì divenuto un involucro fatto di glitter e lacrime degli omofobi, sia stata proprio Croce Atroce tramite la sua saliva a creare i vaccini contro il covid e non Bill Gates, come ci hanno voluto fatto credere i poteri forti. Pochi lo sanno, ma con uno sputo sugli occhi di Croce Atroce si può guarire anche dall’ingordigia capitalistica: infatti, lo stesso Bill Gates è divenuto filantropo proprio grazie a una sua bella scatarrata.

Bando alle ciance. Oltre a queste piccolezze, quello che sappiamo su Croce Atroce è che non è stato creato ancora alcun culto pagano in suo onore, ma nel deep web italiano – Grindr – gira voce che dalle 22 alle 5 di ogni notte gli adolescenti si nascondono tra i boschi a coltivare alberi di ginepro ed usano i loro frutti per poterla vedere in visione. Molti si perdono tra i meandri onirici: purtroppo nella catalessi non sono più tornati centinaia di loro, in completa estasi dopo avere scorto soltanto la luce di Croce Atroce. Ai genitori di costoro è stato detto che è stata tutta colpa della DAD, ma in realtà la motivazione principale è perché non hanno creduto abbastanza in Croce Atroce, completamente soggiogati dai live Twitch di Cerbero Podcast. Questa condizione l’ha riscontrata addirittura Dante Alighieri nella Divina Commedia: non si sa come, ma l’estasi atrociana elimina il concetto non solo dello spazio ma anche del tempo, catapultando le povere vittime nel cerchio dell’Inferno dove si trovano gli eretici. Dante non ne parla per paura di un giudizio negativo dell’Altissima, ma poco prima della sua morte ha confidato ai figli che erano proprio gli eretici atrociani a patire di più: non solo infuocati dalla luce esagerata emanata da Croce, ma anche condannati a venire evirati dalla stessa Croce con in sottofondo gli effetti di Paperissima Sprint e i commenti di Gerry Scotti tipo “Ahi ahi ahi, che male ahahah!” oppure “Attenzione, non si scherza col fuoco… perché è poco simpatico ahahahah!” in loop.

Coloro che invece riescono a gestire e ad elaborare le visioni di Croce Atroce sono più fortunati, ai quali aspetta una sorte migliore: si pensa che inebriati dal gin riescano ad assorbire l’entità interamente nel loro subconscio divenendo così omniscienti. La lotta tra generazioni più giovani e quelle più anziane è partita da loro e quello che possiamo presagire è che vinceranno la guerra tramite l’amore e la benevolenza. In molti stanno pensando di creare una sorta di Bibbia per parlare di tutte le parabole di Croce Atroce, ma per adesso tutti vedono il suo album Alda Merinos, fuori da venerdì 19 marzo, come ciò che diffonderà il verbo in tutti i luoghi, In tutti i laghi, in tutto il mondo. E ci riuscirà, eccome se ci riuscirà.