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Comunicato stampa

“Elèison” è il nuovo EP di Errico Canta Male

Già anticipato dal singolo “Rocce“, lunedì 29 aprile 2024 esce tutte le piattaforme digitali il nuovo disco di Errico Canta Male dal titolo “Elèison“. Quello di Errico è l’alter ego musicale di Angelo Mossi, che dopo aver militato nella scena indipendente di Torino, torna con una nuova creatura musicale anni dopo il suo primo EP, contenente il brano “Vanchiglia“, una canzone diventata nota negli ambienti politici antagonisti. 

Elèison è una parola Greca che vuol dire pressappoco “pietà”.
La traduzione è incerta, e anche nel rito latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte. Errico ritorna così con un disco che tocca tematiche più personali ed intime: un mondo subacque e ipnotico, l’elaborazione di un trauma in formato musica, partendo dal titolo che è una parola greca che vuol dire pressappoco “pietà”. La traduzione è incerta, e anche nel rito cattolico latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte. 

Elèison non è la pietà che si invoca a un dio o a un giudice.
Elèison è la pietà che guarisce, un unguento, un balsamo dell’anima.
Un esercizio di Amore costante



 

SCOPRI IL DISCO: 
https://open.spotify.com/intl-it/album/1XTHDhfw7CkrssgAfp8l7p?si=2OGbbSmwT-GySSFfamEOHQ


 


Scritto da Angelo Mossi
Prodotto, arrangiato e registrato da Federico Bertaccini ed Angelo Mossi
Mixato da Federico Bertaccini @ Alcova
Masterizzato da Michele Nicolino @ MaM Recording
Foto di copertina di Andrea Giuliano
 

Elèison è un viaggio nel tempo. Sono canzoni che Angelo ha scritto per Errico, o viceversa. Il distacco del tempo le ha rese più chiare. È chiaramente un percorso di elaborazione del trauma, di scoperta della propria voce e della necessità di una dimensione spirituale.

La prima parte è composta sull’aria di “Red Iron Ore”, nella struttura a 10 strofe usata anche da Dylan per “North Country Blues”. Gli stilemi delle sue ispirazioni musicali sono tutti là, da Faber al finale corale arrangiato da Bertaccini sulla progressione di “Spancil Hill”.

La seconda parte è una storia onirica ambientata nel porto di Taranto (città natale di suo padre). Dopo i riferimenti ebraici della prima parte, la seconda vive di simbologia cattolica. 3 strofe: preti, pescatori e figure femminili mute che subiscono la storia e la violenza di parole mendaci come “bellezza”, “vita”, “poesia”. Il viaggio allucinatorio finisce con “Aremu” di Giuseppe Aprile, composizione in griko salentino eseguita magistralmente da Samuele e Giuliano, sulle rive di una baia di porto Selvaggio e registrata per miracolo con un telefono cellulare. 

Nel finale Elèison si risolve nel dialogo impossibile tra due rocce, una naturale e una artificiale. Questo dialogo ci mette davanti all’accettazione del reale, alla sicurezza di poter raggiungere tutto ciò che amiamo, per quanto lontano, impossibile, indefinito. Tutto ciò può avvenire solo con l’amore, la comprensione, la cura di se stessi, l’accettazione.





BIO:

Angelo Mossi nasce nel 1990 a Torino.
Come tutti i torinesi le sue origini sono al sud e, per la precisione, nel Salento. Da piccolo, con la famiglia, ha un incidente in macchina da cui esce miracolosamente illeso. Non proferirà parola fino all’età di 4 anni. La prima canzone, scritta per la band Hangover Piss, si chiama “Sole e Baleno” e vince un premio per il testo, assegnato da Bungaro.

Dopo la crisi del 2008 si scopre povero. Il ribellismo piccolo borghese si trasforma prima in una frustrazione esistenziale e poi in una ritrovata coscienza. Dopo l’esperienza con la band inizia a suonare da solo con la chitarra acustica. Fonti di ispirazione: The Pogues, Fabrizio de André, Bob Dylan e tutto il folk irlandese e anglo-americano. Nasce Errico. Facendosi forza delle critiche ricevute per lo stile vocale non eccelso, decide di chiamarsi Errico Canta Male. Nel primi anni ’10 scrive delle canzoni ambientate nei quartieri di Torino, pubblicando, per scarsità di mezzi, video delle esibizioni live in presa diretta direttamente nei luoghi citati. Una canzone gira molto di più delle altre: “Vanchiglia”, una canzone politica sull’aria di una tradizionale rebel song irlandese, diventa un piccolo cult, soprattutto per il movimento NO TAV. Grazie a questa spinta riesce ad incidere il primo EP, “Quartieri : volume 1

Negli anni successivi fa vari lavori, cercando di raccogliere le esperienze necessarie per il secondo volume dei quartieri; tutto si interrompe con l’arrivo del COVID, il distanziamento sociale, eccetera. Durante la pandemia, con mezzi di fortuna, riesce a registrare una vecchia canzone scritta in adolescenza e mandarla a Federico Bertaccini. I due si rimbalzano le tracce fino ad avere un buon prodotto. Sta nascendo Elèison.

https://www.instagram.com/erricocantamale/

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Pop

Cosa c’è nella camera di Errico Canta Male

É uscito giovedì 21 marzo 2024, il primo giorno di primavera, il nuovo singolo di Errico Canta Male, un nuovo capitolo estratto dal disco “Elèison”, di prossima uscita. Quello di Errico è l’alter ego musicale di Angelo Mossi, che dopo aver militato nella scena indipendente di Torino, torna con una nuova creatura che chiama Errico Canta Male.

Anni dopo il suo primo EP, contenente il brano “Vanchiglia“, una canzone diventata nota negli ambienti politici antagonisti, Errico ritorna con un disco che tocca tematiche più personali ed intime. “Elèison“, questo il titolo del nuovo EP in uscita ad aprile, sarà un mondo subacque e ipnotico, l’elaborazione di un trauma in formato musica, partendo dal titolo che è una parola greca che vuol dire pressappoco “pietà”. La traduzione è incerta, e anche nel rito cattolico latino la parola era lasciata in greco, per mancanza di parole adatte. 

Questo brano, in particolare, che anticipa il nuovo disco, è un dialogo impossibile tra un frangiflutti e uno scoglio. Il tema è uno dei più cari alla canzone popolare di tutte le latitudini. Qui ci sono due affetti (e non per forza due amanti, racconta Errico) separati da una distanza apparentemente incolmabile. “Rocce” è nata periodo pandemico e iniziata a registrare con mezzi di fortuna per poi essere perfezionata grazie all’aiuto di Federico Bertaccini.

Ci siamo fatti invitare a casa sua, curiosi delle sue cose e delle sue storie.

Chitarra
Eleison nasce con la registrazione, durante il lockdown di “Rocce”. Rocce è stata registrata con questa chitarra. Questo strumento ha una storia particolare, in quanto è una specie di frankenstein salvato dai rifiuti e messa a posto dalle abili mani di Amedeo, mio grande amico, e, ai tempi della registrazione, coinquilino. Il suono è particolare, con poco corpo ma molto carattere. L’abbiamo preferita, anche nel resto del disco, a chitarre più blasonate.

Occhiali da sole
Il secondo oggetto è il primo esemplare della mia personale collezione di occhiali strani.
L’ho trovato all’Outcider, fantastico festival in Inghilterra dove ho avuto l’onore di suonare con i Dirty Artichokes, gruppo punk folk dove milito da anni.
Da lì è iniziata questa mia passione di collezionare occhiali da sole brutti e stravaganti. Regole? Mai pagare più di 5 euro.

Autografo di Wallis Bird
Maglia del Merchandise del mio primo disco “Quartieri: volume 1”, autografata da Wallis Bird e dalla sua band. Raramente capita di incontrare artisti e persone del suo calibro. Ho avuto l’onore di farle da backliner, da apertura, da cuoco. Per lei, andrei in capo al mondo.

Scrivania
Tornando a Rocce, la registrazione del brano è avvenuta su questa scrivania. Non avevo aste, quindi ho dovuto incastrare un microfono in maniera molto approssimativa nel cassetto e tenere la chitarra ad un’altezza non usuale.
Quando si ascolta Rocce, si percepisce rilassatezza, ma posso assicurare che non è stato per niente rilassante registrare decentemente quell’arpeggio.

Trapano/martello demolitore
Tecnicamente non è un mio oggetto, ma della ditta dove lavoro. Nell’estate 2022, avevo appena iniziato questo lavoro e sono stato messo a fare delle demolizioni.
La totale assenza di formazione e abitudine, ha fatto sì che sviluppassi in sole 3 settimane una tenosinovite alle mani. Questa malattia professionale, di solito, i muratori la riscontrano dopo 30 anni di lavoro.
Io ci ho messo solo 3 settimane.
Questa sfortuna ha fatto sì che, per un paio di settimane, non ho potuto usare le mani: non potevo cucinare, non potevo scrivere e soprattutto non potevo suonare.
É in quel momento che ho iniziato a mettere le cose in prospettiva: ho deciso che Eleison avrebbe visto la luce.
Bisognava solo da stringere i denti, mettere soldi da parte e, soprattutto, far ripartire l’inossidabile Federico Bertaccini, che aspettava solo quella mia chiamata.