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Comunicato stampa

LOST MY WEED IN THE WOOD è il nuovo singolo, e il nuovo inizio, di FERRYLIFE

Ridere delle proprie tragedie personali, mentre in background gira un sound che viaggia a mille, che corre più forte del contemporaneo e della propria malinconia: LOST MY WEED IN THE WOOD è il nuovo singolo, e il nuovo inizio, di FERRYLIFE.

LOST MY WEED IN THE WOOD (ho perso la mia erba nel bosco) è un brano che racconta di quando FERRYLIFE ha perso la sua erba nel bosco a un rave party. 

Questo può sembrare divertente, ma è stato in realtà un incubo perché ho dovuto parlare con la gente da sobrio. Scherzi a parte, il brano utilizza un taglio ironico per sviscerare gli aspetti più profondi di una dipendenza psicologica, come il non riuscire a divertirsi e a comunicare con gli altri senza l’abuso di sostanze e il non essere in grado di rimanere da soli con i propri pensieri”.

Musicalmente, il genere è hyperfolk: una chitarra lo-fi gira in loop per tutta la durata del pezzo accompagnata dal suono delle cicale, mentre un beat sincopato e un’inquietante voce piccata completano il tappeto sonoro, creando un ritmo ansiogeno e allo stesso tempo ballabile.

Sono Ferrylife. Sono un musicista di Firenze, una drag persona non binaria, una internet sensation e un demone che è riuscito a scappare dal sottoscala. I miei generi preferiti sono l’hyperpop e le signorine che suonano la chitarra con fare malinconico, due aspetti che ho messo insieme in un genere misto che amo chiamare “hyperfolk”.

Gli argomenti principali dei miei testi sono super divertenti: malattia mentale, dipendenza e trauma bonding. Ma niente va preso troppo sul serio, perché se c’è una cosa che ho capito è che l’unico modo per sopravvivere alle tragedie personali è trovare un modo cinico e contorto per riderci sopra (anche se nel frattempo stai piangendo istericamente). 

Attualmente sto lavorando al mio album d’esordio “triggerwarning”, dieci tracce in lingua inglese che esplorano il confine tra la completa trasparenza che viene richiesta all’artista dalla società e dai social media e le cose brutte, rancide e oscure che si celano dietro la suddetta trasparenza e che in realtà non vorremmo affatto vedere”.

Il brano è stato prodotto da FERRYLIFE e LILLO MORREALE, mixato e masterizzato da Lillo Morreale, distribuito per l’etichetta LA RUE MUSIC con foto promo e copertina a opera di VALENTINA CIPRIANI.

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Le cinque cose preferite di Ferrylife

Ridere delle proprie tragedie personali, mentre in background gira un sound che viaggia a mille, che corre più forte del contemporaneo e della propria malinconia: LOST MY WEED IN THE WOOD è il nuovo singolo, e il nuovo inizio, di FERRYLIFE. LOST MY WEED IN THE WOOD (ho perso la mia erba nel bosco) è un brano che racconta di quando FERRYLIFE ha perso la sua erba nel bosco a un rave party. 

Questo può sembrare divertente, ma è stato in realtà un incubo perché ho dovuto parlare con la gente da sobrio. Scherzi a parte, il brano utilizza un taglio ironico per sviscerare gli aspetti più profondi di una dipendenza psicologica, come il non riuscire a divertirsi e a comunicare con gli altri senza l’abuso di sostanze e il non essere in grado di rimanere da soli con i propri pensieri”.

Per conoscerla meglio, le abbiamo chiesto quali fossero le sue cinque cose preferite.

Piangere: 

Piangere è liberatorio, un toccasana per la salute mentale e inoltre è estremamente cool. C’è chi dice che chi non piange è un fico, ma la verità è che solo chi lo fa sa quanto è aesthetic singhiozzare mentre ti guardi allo specchio e fumi una sigaretta sentendoti come in un videoclip di Lana Del Rey.  Recenti studi assolutamente soggettivi provano che per una vita sana ed equilibrata si dovrebbe piangere dalle 3 alle 4 volte al giorno. 

San Giuliano terme: 

Sono un bimbo di campagna. Per alcuni potrebbe rappresentare un elemento di vergogna, ma io lo rivendico con orgoglio. Crescere in un piccolo paese mi ha consentito di sviluppare la mia personalità lontano da mode o pressioni sociali (oltre che una insana passione per il gioco della briscola), e questo dal mio punto di vista è un vantaggio, non una mancanza. In qualunque metropoli io mi trasferisca, farò sempre in modo di costruire la mia piccola San Giuliano, fatta di persone che incontri per strada e saluti chiamandole per nome. 

I festival:

Di qualunque genere e tipo. Mi piace tutto, dei festival, dai panini alla salsiccia dei foodtrucks ai fricchettoni che ballano scalzi ai clubber con gli occhiali da sole alle 6 del mattino. La musica dal vivo è meditazione per chi non sa star fermo, e come può testimoniare chiunque mi abbia fatto da babysitter in tempi passati, io sono una di quelle persone. 

I miei amichetti:

“Il successo di una vita si misura nelle persone che ti vogliono bene” mi disse una volta la mia zia pazzerella. Per tanto tempo ho pensato che il successo di una vita si misurasse in base ai propri successi, poi ho capito che aveva ragione lei: dietro ogni traguardo ce ne è un altro più grande, ma amicizia e amore sono infiniti: una volta che li hai stabiliti, puoi rilassarti. Sei arrivato. 

Le dipendenze: 

Mi piacciono tutte. Caffeina, zucchero, sigarette, junk food, tv spazzatura. Quelli che per altri sono piaceri sporadici per me sono veri e propri rituali che danno ritmo e senso alle mie giornate.  In generale, sono un grande appassionato di quelle zone grigie dove il giusto e lo sbagliato coesistono separati da una barriera spessa quanto un capello. Se non avessi smesso di bere, per fare un esempio, non avrei mai potuto scrivere il mio disco. Ma se non avessi cominciato a bere, nemmeno.