Si scrive Sebastiano Inturri, si legge Ian Luis, artista classe 1993 che sin da piccolo aveva capito che il suo destino era diventare un cantautore, e così è stato. Dopo il suo ultimo album “Generale paranoia”, Ian Luis torna con un nuovo singolo “Divino”, divino come l’apatia che trasforma magicamente tutto il circostante, divino come tutto quello che non vediamo ma che percepiamo ugualmente.
A continuare questa similitudine lasciamo che sia direttamente l’artista.
Ciao Ian Luis, a proposito di “Divino”, questo è anche il titolo del tuo ultimo singolo, ti va di
raccontarcelo?
Divino nasce con la voglia di mandare un messaggio di speranza, verso tutte quelle persone che magari si sentono sole e sperdute, dentro la loro apatia o la loro solitudine. Oltre questo ‘’Divino’’ è anche quella scintilla, quella ispirazione appunto divina che arriva quando scrivi una canzone, quando dai vita e partorisci un mondo tutto tuo.
Può succedere a tutti di vivere dei momenti di apatia, quando accade a te, qual è la tua “cura” a questa malattia dell’anima?
La Musica, può sembrare una risposta scontata, ma grazie ad essa sono riuscito ad incanalare ogni mia tristezza e ogni cosa negativa in parole, melodia e musica.
Ascoltando il tuo brano “L’amore è come il morbillo” mi viene da pensare che la scelta della similitudine sia stata ben scelta, oltre ai segni dell’amore quello per una persona, ci sono delle cicatrici che ti porti dietro dovute alla tua esperienza nell’ambito della musica?
Fortunatamente ancora no, tutte le cicatrici che mi porto dentro riguardano le persone, credo che comunque qualsiasi cicatrice derivata dalle esperienze musicali sia un modo per cadere e rialzarsi, così da vedere la strada di nuovo in salita, di nuovo in ascesa.
Lasciaci con gli artisti che in questo momento sono stati di maggiore ispirazione per te e
per la creazione dei tuoi brani!
Cosmo, ComaCose, Willie Peyote, Brunori Sas, Miglio, Sirente.