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CALZINI: IRONIA E MALINCONIA NEL NUOVO SINGOLO DI DARTE

Calzini è il nuovo singolo di Darte, cantautore di origine Calabrese impiantato a Milano. Un brano che racconta come ci si può sentire soli per l’assenza di qualcuno.

Il brano, che è stato prodotto da Antonio Condello, strizza l’occhio al sound indie-pop con riferimenti al vaporwave. L’ironia e la malinconia, caratteristiche ricorrenti nei testi di Darte, sono mescolate ai momenti di vita quotidiana di una relazione tanto complicata quanto intensa “come il cammino di Santiago” che rendono il brano una buona canzone indie pop.

“E’ una canzone d’amore e quindi potrebbe sembrare scontata, ma è un sentimento che nasconde così tante sfaccettature che si potrebbero scrivere pagine e pagine di discografia. Per creare qualcosa di unico si deve raccontare la verità. Agli ascoltatori non sfugge niente”.

La canzone è stata scritta lo scorso anno quando era da poco finito il primo lockdown generale. Periodo in cui – ammette Carmelo ( Darte ) – era abbastanza scosso, e non aveva stimoli per scrivere nuove canzoni. Poi un giorno per caso, così come mi accade spesso, ha iniziato a buttare giù i primi versi ed è nata Calzini cosi come la conosciamo oggi.

 Darte ha risposto alle nostre domande in questa intervista.

“Ho iniziato a ripensare ai momenti passati durante il periodo di quarantena e a quanto fossero importanti alcune persone”. Per me l’amore è un po’ come il cammino di Santiago: un’avventura ardua, difficile, profonda, che solo con un pizzico di coraggio e di sana follia ti sa regalare tanto”.

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Indie Pop

BOVA : Vanessa Paradiso è il debut single da solista

Simone Bova, cantautore romano, in arte solo BOVA. Dopo anni come leader del progetto Bue e l’album uscito per Maciste Dischi, torna con un nuovo lavoro prodotto da Riccardo Schiavello ( già al fianco di artisti come Cannella ) e Matteo Portelli.

Il brano, scritto a quattro mani da Simone Bova e suo fratello Daniele, parla delle buone idee rimaste su qualche foglio in un vecchio cassetto, e di tutti quelli per cui c’è sempre qualche cosa tra il dire e il fare, tra il progettare e l’eseguire, tra l’amore pensato e quello manifestato. Una scatola di bei progetti che spesso rimangono tali o che si perdono nel tempo tra le promesse non mantenute. La fuga da qualcuno che non è “tuo”, il pensiero costante di quell’incontro fugace e clandestino, che lascia in un limbo di malinconia ed incertezza.

“Vanessa l’ho incontrata la mattina che ballava mentre portava fuori il cane, nella metro con un libro aperto in una mano e un panino nell’altra”.

Il sound del brano, spiccatamente indie pop, si rende da subito piacevole anche grazie ad una melodia accattivante ed orecchiabile spinta da una linea di basso quasi in stile Dempsey . Un brano, che in un clima generale fatto di campionatori e sintetizzatori, ci ricorda il sapore degli strumenti suonati dalle band nei garage e nelle rimesse sotto casa.

Un singolo, Vanessa Paradiso, che fa riferimento a una bella e incompiuta musa del pop francese di qualche anno fa. Bova ci racconta qualcosa di più in questa intervista.

“Vanessa Paradiso è una ragazza con i capelli chiari, gli occhi verdi e una fessura tra i denti che ci entra una monetina da un euro. Una di quelle che incontri in qualche concerto, col maglione di lana pesante e la birra in bilico”.

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Ida Nastri fuori ora con il suo nuovo singolo EROI

Esce venerdì 12 febbraio “Eroi”, il nuovo singolo di Ida Nastri che segue l’uscita di  “Comfort Zone” (Romolo Dischi/Pirames International) avvenuta lo scorso novembre.

Si conferma la collaborazione con Giuseppe Salvaggio cui è affidata la produzione del brano.

Eroi, nata un anno fa, si è evoluta a partire da una melodia ben chiara sin da subito, snodando il testo in un secondo momento, ricavato da un gomitolo di pensieri che faceva capo ad una tematica non di poco conto, ovvero il tempo che passa, le scelte giuste e sbagliate, i momenti importanti della vita e quanto questo valore, che a volte è un prezzo da pagare, cambi di continuo. Alcuna risposta, ma tante domande, riportate accuratamente all’interno del brano, proprio perché il ruolo della musica, per Ida Nastri, diviene propedeutico circa le riflessioni e gli interrogativi. La melodia e il testo strizzano l’occhio a un cantautorato classico, mentre il sound della produzione curata da Giuseppe Salvaggio, tendendo all’elettronica, dà notevole freschezza al brano. Eroi insieme a “Comfort Zone” vanno definendo una cifra stilistica riconoscibile, ma mai monotona e che riserberà nuove sorprese anche in futuro.

Ida Nastri nome d’arte di Chiara Padellaro. Cantautrice di Roma che fin da piccola ha la fortuna di vivere a stretto contatto con la musica, come un istinto e esigenza primaria. Questo progetto prende vita a seguito degli anni di studio, di formazione ( con tanto d Laurea in Consevatorio)  e delle prime esperienze come autrice. Ida Nastri è riflessiva, a tratti romantica, ironica, piena di valori. Il suo nome è un omaggio alle grandi donne della sua famiglia, alle quali è orgogliosa di assomigliare. E’ sensibile, abbastanza permalosa, e molto esigente. Soprattutto con se stessa. Ama stare con le persone e condividere esperienze memorabili. Ida è in continua ricerca e scoperta. Nella sua musica c’è tutto questo, senza la pretesa di dimostrare nulla, ma di condividere, quello sì… e di divertirsi.

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Ecco a voi Introduzione di un’isola, il primo disco di Santimone

“Introduzione di un’isola”, fuori il 12 febbraio su tutti gli store digitali, è il primo disco della cantautrice milanese Santimone, un disco che rimane indipendente, prodotto da Giorgio Baù e distribuito da Artist First. 

Composto da 5 brani sospesi tra cantautorato e pop, l’artista decide di comunicare il suo mondo interiore che, al pari delle stagioni, cambia colori, suoni e atmosfere. 

“Nemmeno Puoi” è il primo estratto dall’EP di Santimone ed è il brano che apre il disco. È un brano che nasce durante un viaggio di ritorno. È la paura di rivelarsi, ma la voglia di scoprirsi. Parla del momento in cui due anime si incontrano e iniziano a conoscersi, racconta quella precisa fase in cui si ha paura di lasciarsi andare e di mettersi a nudo. 

“Milano blu” è stata scritta in un momento di cambiamento e incertezza che ha trovato rifugio nella stanza dei genitori dell’artista dove ha scritto questo brano di getto. Il brano parla della paura che tutto possa cambiare attorno a sé stessi e di non riuscire a stare al passo. 

“Di Bianco e di Blu” è stata scritta durante un periodo di rassegnazione. Descrive ciò che si prova nell’esatto momento in cui si realizza il vuoto che lascerà la fine di una relazione. 

“Dei tuoi riccioli” è il brano che prima degli altri ha preso forma. Parla della nostalgia di qualcosa che non potrà mai succedere, dell’intensità dei sentimenti di un amore inespresso che non vedrà mai la luce. 

Chiude il disco un brano strumentale che richiama l’elemento dell’acqua, simboleggiando così l’inesorabile scivolare via di tutti i sentimenti mescolati fino a qui. La dolcezza del brano accompagna l’ascoltatore verso uno stato di veglia come quando si capisce che ci si sta per svegliare da un momento all’altro. 

Santimone, all’anagrafe Francesca Giannella, è l’evoluzione di un’idea.
Senza mai imparare a fare il barré sulla chitarra, inizia a creare le prime canzoni in inglese influenzata da cantautori malinconici come Damien Rice e Laura Marling e nel 2011 fonda la sua prima band: le Marshmallow Pies.
Spinta dall’esigenza di scrivere in italiano, trae ispirazione dalle voci femminili del cantautorato indie e dalla leggerezza del pop per iniziare a realizzare i primi brani.
I suoi pezzi sono introspettivi e intimi e trattano temi profondi in una forma fresca e leggera.
Nel 2015 inizia a portare le nuove canzoni al pubblico con lo pseudonimo di Bye Bye Blue, calcando il palco di diversi club Lombardi e aprendo i concerti di Bianco, Io e la Tigre, Violetta Zironi e Angelica.
Nel 2019 inizia la sua collaborazione con il produttore Giorgio Baù che porterà alla realizzazione del suo primo EP “Introduzione di un’isola” in uscita il 12 febbraio 2021.
Il disco vanta la presenza al basso di “Morco” alias Marco Amadio (L’Officina della Camomilla). 

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Colewsky si confessa nella sua Stanza/327

Presentarsi sulla scena musicale mettendosi a nudo, viaggiando dentro di sé tra voli pindarici e pezzi di vita vissuta. Ecco cosa significa l’11 febbraio 2021 per il giovane rapper romano Colewsky: è fuori il suo disco d’esordio “Stanza/327”. Un concept album, che lo stesso artista racconta così: ““Stanza/327” è il mio primo disco nonché concept album.
Attraverso queste 13 tracce ripercorro quello che è stato il mio ultimo anno con due eventi che hanno segnato la mia crescita personale nonché riabilitazione fisica e personale: l’incidente e la quarantena.
Sono stato, per un un totale di 8 mesi, chiuso in due stanza diverse e da qui viene il nome del disco: “Stanza 327” è stata la mia stanza nella clinica di riabilitazione mentre “Stanza” rappresenta in maniera simbolica (ma non troppo) il periodo di quarantena che tutti abbiamo vissuto nelle nostre stanze.
Venendo già un periodo difficile questi due eventi hanno scaturito reazioni particolari dentro la mia testa che mi hanno portato a seguire una riabilitazione non solo fisica ma anche personale.
Il disco, in definitiva, rappresenta un vero e proprio percorso riabilitativo”. 

Un album denso, corposo, “pesante” perchè pieno. E poi, la prima volta non si scorda mai…

Track by track

“Pronto Soccorso” è la prima traccia del disco e vede la partecipazione di Flavia.
È l’inizio di tutto, ancora stordito per ciò che è successo, rimugino sull’accaduto.
La strofa di Flavia rappresenta la motivazione nel non lasciarmi sopraffare dalla sofferenza e dalla tristezza.

“A pezzi” è la seconda traccia del disco che vede la partecipazione di Kanaro.
Il suo ritornello dalle linee e dalle parole molto malinconiche mi aiutano nell’esprimere il mio stato d’animo durante i primi mesi di ricovero.

“Amare” è la terza traccia del disco e vede la partecipazione di Matteo Milita.
La sua produzione e il suo ritornello completano quella malinconia che vuole esprimere la traccia in merito alla mancanza d’amore provata in quel periodo e negli anni addietro. 

“Realtà I” è la quarta traccia del disco.
Divisa in due episodi all’interno del disco, rappresenta un flusso di coscienza dovuto alla solitudine provata durante il periodo di ricovero nella clinica di riabilitazione.

“Stanza 327” è la quinta traccia nonché “prima” title track del disco.
Il titolo fa riferimento alla stanza in cui sono stato per 4 mesi durante il ricovero e nella canzone vengono evidenziate tutte le difficoltà e le paure affrontate.

“D (interludio)” è la sesta traccia del disco.
Rappresenta il periodo di transizione dalla clinica a casa per poi piombare nel periodo di quarantena.
Ciò che ha marcato questo “passaggio temporale” è stata la perdita (in amicizia) di un caro amico, come si evince dal brano stesso.

“Stanza” è la settima traccia del disco.
È l’inizio della quarantena, il titolo fa riferimento alla stanza che tutti noi abbiamo visto e vissuto ripetutamente in quei 3 mesi e mezzo di lockdown a Marzo.
Un escalation di emozioni che mi ha portato ad una semi-rinascita.

“Eufollia” è l’ottava traccia del disco.
La voglia di uscire e di andare a divertirmi con i miei amici si trasforma in una droga immaginaria chiamata come l’omonima traccia.

“Voglio andare a ballare” è la nona traccia del disco.
A causa di un “overdose” di Eufollia mi ritrovo catapultato in un sogno strano, talmente strano da farmi ritrovare in una discoteca (io odio ballare, dannazione).

“Realtà II” è la decima traccia del disco che vede la partecipazione di Alega.
Finito l’effetto dell’Eufollia, Ale mi riporta con i piedi per terra e mi ricorda in che terribile mondo viviamo.

“Pifebo” è l’undicesima traccia del disco che vede Raze come partecipante.
Finalmente finito il lockdown ci rechiamo al centro di Roma in uno dei nostri negozi preferiti: Pifebo.
Rappresenta il senso di libertà e spensieratezza dopo il lockdown di Marzo.

“Lorenzo” è la dodicesima traccia del disco.
Un viaggio introspettivo all’interno di me stesso che porta a darmi forza e grinta per ricominciare a vivere e a tornare me stesso.

“Capodanno” è la tredicesima, nonché ultima, traccia del disco insieme ad Orlvndo.
Impreziosita dal ritornello del sopracitato la traccia vuole soffermarsi sui festeggiamenti del Capodanno: inutile festeggiare per il terribile anno passato o festeggiare auspicando un buon anno nuovo?

Biografia

Lorenzo Caratelli, nome all’anagrafe di Colewsky, è un rapper romano, classe ‘99.
Si avvicina al rap sin da piccolo.
Scopre i primi brani grazie alla sua passione per il ballo ma si avvicina al rap italiano intorno agli 11 anni, grazie ad un amico.
I primi pensieri scritti arrivano pochi anni dopo.
Dopo aver frequentato alcuni studi di registrazione a Roma grazie ad amici e compagnie, entra in studio da protagonista a 18 anni, registrando il suo primo brano: Prefazione.
Dopo una serie di singoli usciti su YouTube, accompagnati da video ufficiali, il 25 Marzo esce il suo primo mixtape: Io e la musica.
Quest’ultimo, che si trova in freedownload, in tre mesi supera i 400 download e ad oggi conta quasi 900 download.
Partecipa anche al contest “Honiro Entertainment Audition”, organizzato dall’omonima etichetta, e riesce ad ottenere un posto tra i primi 16 tra più di cento partecipanti.
In seguito ad un incidente che lo tiene fuori dai giochi per qualche tempo, rilascia due EP su Soundcloud e su Spotify: rispettivamente “RMX EP” e “VOCE EP”.

L’11 Febbraio 2021 esce il suo primo disco nonché concept album: Stanza/327.

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L’esordio di Domino con Liquido

Esce oggi, venerdì 5 febbraio 2021, il nuovo singolo di Domino, “Liquido”. Un brano in cui l’artista si descrive grazie ad un groove accattivante ed un palese riferimento al mondo del jazz di cui lei stessa da sempre fa parte. “È un brano al quale sono molto affezionata – racconta Domino – quando l’ho scritto, ormai circa più di un anno e mezzo fa, era iniziato tutto un po per gioco; studiando jazz ed essendo immersa completamente sempre in quel mondo, volevo provare a scrivere qualcosa di semplice che mi potesse rappresentare, qualcosa che avesse tanto groove e tanta anima. Il testo è nato piano piano ed è nata una collaborazione tra me ed un caro amico, Emidio Mazzilli, del quale da tempo mi ero innamorata dei testi che scriveva”. 

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“COME NASCE IL BRANO”

È una domanda particolare perché pensando indietro a come è iniziato tutto questo mi viene da sorridere. È  iniziato tutto  un pò per gioco, dopo le lezioni di jazz al Saint Louis, sono tornata a casa e ho solo pensato: “ ok per oggi basta con il jazz voglio scrivere qualcosa di semplice” qualcosa che non debba per forza puntare ad essere complesso e qualcosa che posso cantare sotto la doccia, e così è iniziato tutto. Qualche giorno dopo, mentre mettevo insieme qualche idea per il testo mi sono confrontata con un mio caro amico,  il quale poi sarebbe diventato appunto co autore nella stesura del testo, e semplicemente ricordo che mi disse: “ e se il ritornello facesse … è tutto liquido?”… insomma così è nato tutto, è nata l’esigenza di rappresentare il mondo circostante come una realtà che a volte scivola dalle nostre mani, come un mondo al quale a volte non sentiamo di appartenere, dove riusciamo a sentirci “noi stessi” solo fuori dagli schemi sociali imposti. Liquido è una realtà, ma anche una possibilità, di poterci vestire di quello che siamo davvero, liquido è  il “panta rei” della vita, che come come quando siamo a contatto con l’acqua,riusciamo a percepirla e a toccarla solo per un brevissimo istante.

La composizione di “Liquido” è in realtà un lavoro corale e una bella collaborazione tra diverse anime. “Liquido è un vero e proprio progetto, al quale hanno lavorato tantissime persone che hanno creduto in me dal primo momento, e che mi hanno convinta alla fine a pubblicarlo.


Mi chiamo Domino, e no non è un nome d’arte, sono una musicista e cantautrice romana. Sono nata nel ’98 e la musica ha iniziato ad appassionarmi da prima che nascessi si può dire! Mia madre  quando era incinta  metteva spesso le cuffie sulla pancia come a volermi far ascoltare la sua musica e chissà forse da li’ è nata questa passione indissolubile che mi ha accompagnata nella vita giorno dopo giorno.  In realtà non è da molto che canto, sono circa 6 anni ,da quando ho intrapreso il percorso di studio in canto jazz al Saint Louis College of music seguita dalla M. ( e mentore ) Elisabetta Antonini, ma sono sempre stata convinta che nella vita sarei voluta essere un’artista, difatti ho studiato per anni pianoforte classico poi la danza ed il teatro, ma alla fine ciò in cui trovavo più libertà era la musica, in qualsiasi forma ed espressione. A chiunque mi chieda che genere di musica io prediliga di più non so mai rispondere, la verità è che la musica mi piace tutta , tutto ciò che mi colpisce nel profondo dell’anima e che mi faccia vibrare qualcosa dentro. Ho sempre ascoltato di tutto dal jazz  tradizionale di Chet Baker  e Billie Holiday , al fusion di Pat Metheny, a Lady Gaga  e Michael Jackson al Soul più moderno per passare dall’indie al al Funk fino addirittura ai Pendolum, insomma davvero tutto. E mi è sempre piaciuto così, la musica per me è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e non si finisce mai, come una vecchia amica che cresce con te. Da un paio d’anni ho iniziato anche a scrivere roba mia, spinta dalle esperienze personali  lavorative in cui mi sono trovata, e piano piano tutto quello che avevo dentro negli anni è uscito fuori e sono riuscita a raccoglierlo in 6 brani di un EP. Ho davvero voglia di sapere cosa succederà giorno per giorno, e  nella vita chi lo sà magari non farò mai la cantante ma  per il momento sono felice di continuare a suonare sui palchi , qualunque essi siano, con le persone a cui tengo, gli amici, colleghi e con i miei progetti tra cui i Flowing Chords ai quali devo molto della mia formazione musicale e vocale . Perciò per oggi continuo a coltivare la mia passione e domani chi lo sà.

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CREPALDI fuori ora con Oceano

Esce oggi, venerdì 5 Febbraio, il nuovo singolo di Marco Crepaldi, “Oceano”. Il brano, uscito per Mc Music e distribuito da Music Raise, è uno spaccato interiore dell’artista che si mette a nudo raccontando una storia d’amore ma anche e soprattutto ciò che maggiormente lo tormenta. “Ho scritto questo brano al piano elettrico – racconta Crepaldi –  un pomeriggio di inverno, con l’intento di raccontare immagini e sensazioni della vita a trent’anni attraverso una storia d’amore. Un blues inquieto e scuro, che racconta il confine ed il contrasto  fra ciò che realmente siamo e ciò che vorremmo essere. Oceano come percezione di immensità dove ogni cosa si perde  in un vuoto profondo , nel mare delle cose, rasentando il dimenticatoio. Un urlo di pancia che cerca di evitare questo crudo impatto”.


Oceano è stato prodotto da Marco Battistini presso “Deposito Zero studios” di Forlì e, come sottolinea Crepaldi, “nasce dall’esigenza di trasformare in musica quello che sento in pancia. Vomito momenti e fotografie di una generazione, quella dei trent’anni, che si specchia e non rispecchia nel cinismo che ha trasformato i nostri anni. Questo brano vuole  essere un urlo, un grido disperato di chi starà sempre dalla parte dei sogni. Se un giorno smetteremo di sognare non si accenderanno più le stelle e i nostri cieli saranno scuri”.

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Fuori ora CAVIALE, il primo ep del super duo Amò

5 febbraio 2021, il venerdì a cui gli Amò hanno regalato il loro primo EP. Si intitola “Caviale” ed è disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali. Distribuito da Artist First e prodotto dall’agenzia di produzione discografica capitanata da Pier Colone & Raffaele Vinaccia  (AMÒ) e dal produttore Alberto Cari, la FUCKINFENOMENO, “Caviale” non è solo una raccolta di brani. È un cerchio che si chiude e che poggia con forza sulla titletrack: “ ‘CAVIALE ‘  è il titolo nostro primo EP –  raccontano gli artisti – ma è anche il brano inedito su cui vorremmo porre un punto importante: Caviale è la nostra ballad emo/pop che affonda le radici nello spirito crepuscolare e nelle tinte fredde pastello di una notte che è alle porte e che si distingue (come caviale) dalla musica fast food di cui siamo sazi. Il seme del brano è nato in pieno inverno 2019 e, nel tempo, ha subito evoluzioni naturali  per rincorrere lo spirito per cui era nato, cioè il descrivere la sensazione di “abbandono” che la nostra generazione (dai millennials) ha sentito dall’adolescenza in poi; parallelismo (quello del disorientamento e dell’abbandono) esteso poi al panorama musicale che, a nostro parere, rincorre “motivi orecchiabili che durano poco” a discapito di canzoni fatte per restare nel tempo, pure e preziose come caviale, appunto”. 


Amò nasce nelle strade di Roma, nelle linee metropolitane e negli impianti audio dei locali dei quartieri  notturni. Due amici che scrivono nelle loro camere durante le pause pranzo strappate al lavoro. Note di telefoni strapiene di versi che scalpitano di uscire per tornare negli impianti audio da cui provengono le vibrazioni che li ispirano. Il 5 febbraio 2021 esce il loro primo EP ufficiale, “Caviale”, anticipato dall’off-topic “Una Canzone Di Natale”, singolo che ha esordito nelle playlist di Spotify “New Music Friday” e “Scuola Indie”.

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Nùma fuori con Cocci di Roma

Venerdi 4 Dicembre, il giovane cantautore di Roma Nùma torna sulla scena con un doppio singolo.La focus track è “Cocci di Roma”, con un testo perlopiù autobiografico. Il brano:

 porta l’ascoltatore a fare un giro immaginario tra le strade e i cocci della Capitale, accompagnato dalle sensazioni e dai rimorsi che guidano l’artista in un’ironica auto analisi.Nùma si è avvalso della collaborazione di Francesco Cataldo per l’arrangiamento di “Cocci di Roma” e di Francesco Morettini per “È finita l’estate”. Produzione MZKLab presso gli studi di Muziki Factory All’anagrafe Lorenzo Pompili, Nùma nasce a Roma il 21 Aprile 1996. Intraprende sin da piccolo il suo percorso artistico scrivendo poesie in forma dialettale, attività alla quale unisce l’ascolto dei grandi cantautori italiani. Inizia quindi lo studio della chitarra, per <<soddisfare – spiega – il bisogno di musicare le parole>> che scrive.

A quelle di chitarra aggiunge le lezioni di canto e tastiera, sviluppando col tempo sonorità che si muovono tra il Rock e il Folk. Nel 2014 raduna gli amici di sempre, con cui condivide il sogno della musica, e forma la band “The Hand”. Continua poi come solista con il nome Nùma, ma sempre supportato dalla sua band, in un progetto discografico che punta a ritmi allegri, etnici, ipnotici e con temi adatti ad ogni età.


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Tornano gli Elephants in the room con il maxi single WE ARE

Save the date, il 29 gennaio fuori su tutti gli store digitali il maxi single degli Elephants in the room, reduci dal primo singolo ufficiale DONE,che riscontra ottimi risultati, grazie al quale la band si aggiudica il posto di artista del mese su MTV Italia  ( http://news.mtv.it/mtv-new-generation/blog/elephants-room-su-mtv-music/ ).   Scegliere il maxi single per proseguire il percorso di un progetto agli albori (ma già ben strutturato) non diviene casuale, bensì riscopre la bellezza di decidere e portare avanti una voce fuori dal coro e dall’inscatolamento marketing che impone un certo numero di singoli e una certa maniera di veicolarli.  Gli Elephants in the Room hanno tanta musica nella loro “stanza” e come diceva Supertramp in Into the Wild, “la felicità è reale solo se condivisa..” e per loro la musica è sintomo di grande felicità e soddisfazione. Il doppio singolo si intitola WE ARE per trasmettere a trecentosessanta gradi il bisogno di raccontare la natura della band, sia per quanto riguarda il sound sia per la scelta linguistica divisa a metà per mostrare la duplice possibilità di affacciarsi su più mercati. 

WE ARE è la nostra seconda release, ci sentiamo come adolescenti nel pieno degli ormoni, anche se ormai quella fase l’abbiamo superata da tempo. Con il contributo indispensabile della nostra produzione stiamo sperimentando come non mai sonorità, stili e lingue diverse. Questi due nuovi brani rappresentano perfettamente questa ricerca continua che non smetterà mai e ci avvicina sempre più al completamento di uno dei nostri primi obiettivi, ovvero il nostro primo EP” afferma la band che, durante un periodo storico così arido, trae beneficio dal punto di vista artistico, plasmando la loro musica su esigenze e stimoli non indifferenti. 


Without saying goodbyenasce dal bisogno di poter esprimere un parere circa una delle molteplici vicende accadute negli USA e non solo. In questo caso il riferimento è sull’evento di George Floyd, risultato di razzismo, odio e accanimento che sembrano essere radicati nella nostra cultura ormai da troppo tempo ma che, se combattuti unisono, potranno trovare finalmente epilogo. 

Tra le nuvole, primo singolo in italiano, crossover tra rock ed elettronica, è l’immagine perfetta della sperimentazione costante portata avanti dalla band, “il pezzo parla del rapporto speciale con una persona importante della mia vita, che ormai non c’è più. Un legame intenso che mi ha aiutato a diventare la persona che sono oggi.”  

I componenti degli Elephants in the room suonano di tutto insieme, dal Punk-Rock, al Prog, al Funk, per arrivare a delle sonorità nettamente sperimentali che, in seguito, diverranno il vero e proprio collante e obiettivo della band nascente. Fare musica pop, per la band, significa aprirsi a mille influenze, con la cocente necessità di non restare attanagliati ad una confort zone ideale, ma piuttosto con il desiderio di uscire fuori dalla stanza.

Nel 2020 iniziano la collaborazione con MZK Lab che li porta alla loro prima release ufficiale, Done. Tutti i brani della band sono l’esatto punto di incontro fra i tre componenti: ricchi di contaminazioni d’oltre oceano, in equilibrio perfetto tra ciascuna controparte che, all’interno di essi, sa come muoversi e sentirsi a casa.

Un lungo viaggio che parte dalla sensibilità di testi introspettivi, pezzi di vita vissuta, una sineddoche che, evolvendosi, sfocia in chiari riferimenti al pianeta Terra.

Una musica coinvolgente che sa emozionare, di forte impatto dal vivo, che difficilmente si dimentica.