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Comunicato stampa

C’è un tesoro nello scrigno di Jacopo Gobber

“20 anni di manicaretti” è il nuovo LP di Jacopo Gobber, uscito venerdì 18 ottobre 2024. Il Wayne Coyne veneto libera il suo vastissimo canzoniere occulto ed è un’esplosione di piccoli capolavori, tra neopsichedelia e baroque-pop.

Foto: Jacopo Gobber

Queste le parole con le quali l’artista presenta l’album:
«”20 anni di manicaretti” è un agglomerato di canzoni perdute, composte dal 2004 ad oggi, finora distribuite solamente durante i concerti, quindi in pratica rimaste inedite.
L’esigenza di pubblicarlo e promuoverlo in modo meno naïf e underground, nasce da due motivazioni:
1. archiviare queste canzoni che al momento sono dimenticate e inaccessibili;
2. far riemergere questi brani come “fotografia del tempo”. Anche se i brani sono stilisticamente molto diversi tra loro, le produzioni hanno il pregio di avere un suono che identifica abbastanza le produzioni alternative pop inglesi di fine anni ’90 e inizio ’00 (Blur, Pulp, Primal Scream). È un album riemerso in primis per una specifica nicchia di ascoltatori che cercano nuovi ascolti di quei filoni musicali (il britpop, il pop psichedelico di Syd Barrett e Brian Wilson, l’art pop e il prog pop).
I brani sono stati estratti da 4 diversi album: “Metamorfosi” (2004); “Bianco & nero” (2007); “L’estetica del lavoro” (2011); “Accalappiacani” (2016).
In questa selezione si spazia da momenti più sghembi e lo-fi, come in “Metamorfosi”, “Accalappiacani” e “TRUCEBALDAZZI”, a canzoni più compatte e wall of sound dall’elevata pressione sonora, come “Papaveri gialli”, “Hai ragione tu” e “Bianco & nero”. Si prosegue con brani nonsense in technicolor (“Kappaò”) e brani più cantautorali e ironici dove nei testi si mescola il quotidiano realismo con il surrealismo: “Concorso comunale”, “È arrivato l’arrotino”, “Pisciarsi sulle scarpe”, “Il pianista”. E si arriva fino a canzoni abbastanza scure e introspettive come “La mente veglia”, “Dirimpetto” e “Mammiferi dell’acqua”.»

Puoi ascoltare il disco qui:

BIO
Jacopo Gobber è un cantautore che dal 2004 compone in totale libertà e autonomia un art pop psichedelico con arrangiamenti massimalisti. Le sue produzioni sono artigianali e bitorzolute ma grazie alle melodie easy listening e ai ritornelli scritti come degli slogan, diventano in qualche modo comunicative.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa

Il sogno policromo di Jacopo Gobber

“Kappaò” è il nuovo singolo di Jacopo Gobber, uscito venerdì 13 settembre 2024. Il cantautore veronese dà libero sfogo alla sua immaginazione tirando fuori una nuova gemma di cangiante pop obliquo.

Foto: Alessandro Stefani

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«Il riff di chitarra mi ricordava “Day Tripper” dei Beatles, allora per rovinarlo un po’ ho sostituito la chitarra con dei colpi di clacson. Il giro di organo invece mi ricordava una pubblicità dei pannolini. È una canzone bizzarra, molto naïf, con parti leggere e colorate e altre più noise e incespicanti come lo stacchetto robotico in 7/4 alla Talking Heads.
“L’eschimese che gioca alla roulette russa” sarebbe in realtà un robot: avevo fatto un sogno dove c’erano dei robot seduti in una tavola rotonda che facevano la roulette russa, però “robot” non ci stava con la melodia ed era simpatico un eschimese che giocava a qualcosa di russo. “La domenica” invece ci stava bene appiccicata a Kappaò: la domenikappaò.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Jacopo Gobber è un cantautore che dal 2004 compone in totale libertà e autonomia un art pop psichedelico con arrangiamenti massimalisti. Le sue produzioni sono artigianali e bitorzolute ma grazie alle melodie easy listening e ai ritornelli scritti come degli slogan, diventano in qualche modo comunicative.

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Fonte: Costello’s Agency

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Jacopo Gobber vuole essere Trucebaldazzi e ha i suoi buoni motivi

“TRUCEBALDAZZI” è il nuovo singolo di Jacopo Gobber, uscito venerdì 19 luglio 2024. Chi non ha mai pensato che in questi ultimi anni i cantautori cosiddetti indie si crogiolassero in un immaginario trito e ritrito, se non in qualche caso addirittura fake? Jacopo Gobber vuole essere libero da ogni estetica alla moda, ma soprattutto ripudia gli artisti fatti con lo stampino, privi di autenticità. E ce lo vuole giustamente urlare in faccia. A suggellare questo approccio punk ci pensa l’incredibile chitarra jazz disorientante di Manlio Maresca.

Foto: Alberto Rugolotto

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«Il brano nasce dal disgusto provato scrollando tra i video di YouTube e Instagram dei nuovi “artisti indie”, durante i vari lockdown del 2020-2021. La scintilla che ha fatto nascere il brano è stata quella della sensazione di totale perdita di autenticità nei nuovi artisti definiti indipendenti.
Io che ho sempre avuto dei riferimenti di musica pop “grande” e autentica nello stesso tempo, tipo gli inni “See Emily Play” di Syd Barrett o “True Love Will Find You In The End” di Daniel Johnston.
Mentre guardando i video che postava il buon Truce su YouTube, anche se la sua musica è terribile, ritrovavo quell’autenticità che stavo cercando. Quindi ho in pratica messo i due pesi sulla bilancia, il nuovo artista indie pop farlocco e narciso da una parte e TRUCEBALDAZZI dall’altra, e ho scelto.
Musicalmente è venuto fuori quasi un pezzo hip hop come stile vicino alle prime produzioni dei Beastie Boys. La prima versione era molto minimale allora ho chiesto al musicista punk jazz Manlio Maresca se aveva voglia di renderlo più malato e disturbato mettendoci qualche sua chitarra jazz e noise, e questo è il risultato.
“TRUCEBALDAZZI” inoltre è simile ad un altro brano scritto da me sempre in quel periodo e sempre più o meno per lo stesso motivo: “GarageBand©” uscito per il progetto Giostre»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Jacopo Gobber è un cantautore che dal 2004 compone in totale libertà e autonomia un art pop psichedelico con arrangiamenti massimalisti. Le sue produzioni sono artigianali e bitorzolute ma grazie alle melodie easy listening e ai ritornelli scritti come degli slogan, diventano in qualche modo comunicative.

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Fonte: Costello’s Agency