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Boetti e la laica sacralità di “Loreto”

Boetti sta alla musica come i Blink 182 stanno agli anni Novanta. Questo il sillogismo che mi pare più opportuno per introdurre il duo pratese che il 19 marzo pubblica il suo nuovo singolo “Loreto”; e chi siamo noi per non intervistarli su questi schermi?!

Ma andiamo con ordine: i Boetti attingono dal mondo dell’arte povera un nome che diventa l’emblema del ritorno alla sacralità della cosa, tangibile e non solo aleatoria; un po’ come il duo fa con la musica. Sì, perché Damiano e Meti hanno scelto ai suoni artefatti e sintetici quelli più “reali” di chitarre e batterie.

A rendere concreti poi questi sogni di gloria, ecco che arriva il loro nuovo singolo “Loreto”, che non ha nulla a che vedere con la cittadina in cui si custodisce la Madonna nera, bensì con Loreto il piazzale di Milano, luogo che, a suo modo, riesce ad avere più o meno lo stesso valore catartico e sacrale, se rievochiamo l’evento storico del ’45.

Ma non ci dilunghiamo troppo, lasciamo che siano i Boetti a spiegarci meglio che significato ha per loro un luogo così sui generis come “Loreto”, nell’intervista qui sotto: