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Comunicato stampa

“Lagom” è l’album che segna il ritorno del progetto Metcalfa

Torna il progetto di Metcalfa, alter ego musicale del batterista e compositore Metello Bonanno, con un nuovo album disponibile da venerdì 22 gennaio 2025 su tutte le piattaforme digitali. Un nuovo e importante capitolo che si aggiunge all’autobiografia musicale di Metello: un disco che fugge dalle etichette di genere e si stratifica di influenze, si immerge nell’elettronica, nel jazz e nelle potenzialità dello strumento della batteria.

Il tutto parte dal termine “lagom“, questo il titolo del disco, una parola svedese che significa  “quanto basta”, così racconta Metcalfa: “Negli anni il seme di questa parola è rimasto dentro di me e ha fatto crescere l’idea di questo disco. La giusta commistione tra jazz ed elettronica, la giusta dose di ritmo e melodia, un equilibrio armonico. Questo album vuole essere come certo di essere io ogni giorno: calmo dentro, forte fuori”

 

RELEASE PARTY
26 gennaio 2025 – Milano @ Biko

(ingresso riservato ai soci ARCI)


SCOPRI IL DISCO: 
https://show.co/aErzfJ7





Voci:
– Johanna Noa
– ⁠Ethan

Hanno suonato:
– Scighera
– ⁠Federico Scali
– ⁠Bruno Perretti
– ⁠Nicholas Lecchi
– ⁠Matteo Vertua

 

BIO:
 

Metcalfa nasce come un progetto esplorativo, prende forma dalla necessità di imboccare un sentiero ancora inesplorato. Il seme di tutto ciò nasce dalla volontà di unire l’universo ritmico e rituale della batteria con quello melodico e armonico del pianoforte; per poi unire il jazz all’elettronica. Quelle che ascoltate non sono solo canzoni: sono emozioni, stati d’animo, sogni notturni e un risveglio costante.

https://www.instagram.com/metello_metcalfa/

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Pop

Ho intervistato Metcalfa, in un cimitero

Da martedì 23 marzo 2021 è fuori ovunque Siolence (titolo che viene dall’incontro tra “silence” e “violence”), il disco di debutto di Metcalfa, già anticipato dal singolo MissingSi tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche. Lasciatevi trasportare nel mondo di Metcalfa.

SIOLENCE, un incontro tra le parole “silence” e “violence”. La scelta di questo titolo vuole tradurre in parole quello che succede all’interno del disco e le sensazioni che, si spera, possa suscitare nell’ascoltatore. Attimi di pura quiete affiancati ad elementi più ruvidi, in modo da creare un interessante connubio sonoro. 

Siamo andati a parlarne, in un cimitero.

Cos’è cambiato per te dai tempi della prima quarantena?

Onestamente? Da un lato è cresciuta la voglia di lavorare in compagnia e suonare assieme ad altre persone, mentre sul fronte strettamente personale sto trovando la solitudine estremamente affascinante, purtroppo.

Cosa pensi avrebbe dovuto insegnarci il lockdown, e che invece non ci ha insegnato?

Ad apprezzare quello che abbiamo, a dare un valore a ciò che spesso (ed erroneamente) diamo per scontato.

Questo strano periodo che abbiamo vissuto può essere utile all’ispirazione?

Certamente, la solitudine e la noia sono grandi maestri. Come tutti i limiti, portano necessariamente a vedere le cose da un punto di vista differente.

Tu, come altri artisti, hai pubblicato musica nell’ultimo anno. Come è andata?

Personalmente, bene. Non ero partito con l’obiettivo di raggiungere numeri pazzeschi, non era quello il punto. Ma sono estremamente soddisfatto e feli- ce di aver fatto uscire questo disco. Lo hanno sentito un bel po’ di persone e mi ha aperto delle strade interessanti.

Cosa pensi ci sia oggi nel futuro degli artisti?

Molta indecisione, onestamente. Fare musica seriamente richiede molto im- pegno, dedizione, concentrazione e autodisciplina. Molti purtroppo si avvicinano in modo molto ingenuo. Ma penso ci sia (fortunatamente) anche la pro- spettiva per osare di più, per provare cose nuove.

foto di Simone Pezzolati

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Internazionale

Il lockdown secondo Metcalfa

Esce martedì 23 marzo 2021Siolence (titolo che viene dall’incontro tra “silence” e “violence”), il disco di debutto di Metcalfa, già anticipato dal singolo Missing. Si tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche: SIOLENCE, un incontro tra le parole “silence” e “violence”. La scelta di questo titolo vuole tradurre in parole quello che succede all’interno del disco e le sensazioni che, si spera, possa suscitare nell’ascoltatore. Attimi di pura quiete affiancati ad elementi più ruvidi, in modo da creare un interessante connubio sonoro.

Ecco come è andato il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
Guarda, fortunatamente riesco a lavorare un po’ con la sala prove che gestisco presso il CEMM School of Music e con le lezioni di strumento. Inoltre sto lavorando a del materiale nuovo. La mattina alle 7 mi sveglio per allenarmi, il resto della giornata lo dedico alla musica e ai miei
progetti. Cerco di tenermi occupato e lavorare sulla mia autodisciplina.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Bè, sicuramente diverse date che avevo in programma con due progetti sono sfumate nel nulla. Grossi progetti “fortunatamente” non ne avevo, quindi ho evitate uno sconvolgimento particolare da questo punto di vista.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
La ricordo come un momento estremamente pacifico e per me anche molto edificante. L’ho passata in Toscana, dai miei. Ho continuato a studiare, a migliorarmi, a lavorare su ciò che era meno solido. Non posso assolutamente lamentarmi, in fondo stavo in aperta campagna e c’erano
anche un sacco di animaletti.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
Ti riferisci a MISSING? L’ho scritto due anni fa, più o meno. In realtà non parla di un argomento unico, è più un insieme di emozioni che provavo, uno stato in cui ero al momento della scrittura del pezzo. Come recita il testo “I am far from Earth, and I like to be lost”, mi sentivo esattamente
in quel modo. Inoltre il testo è un omaggio a un gruppo che ho scoperto molto tempo fa, ma qui la storia si fa complicata.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Suonare live.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Una delle ultime è stata quando mi sono mollato con la mia ex. Un anno decisamene allegro, non trovi?

foto di Simone Pezzolati