Da martedì 23 marzo 2021 è fuori ovunque Siolence (titolo che viene dall’incontro tra “silence” e “violence”), il disco di debutto di Metcalfa, già anticipato dal singolo Missing. Si tratta del mondo oscuro del progetto solista di Metello Bonanno, primo esponente della hybrid music, che viene finalmente svelato, che presenta un suono che mischia elettronica, influenze jazz, atipiche soluzioni timbriche e ritmiche. Lasciatevi trasportare nel mondo di Metcalfa.
SIOLENCE, un incontro tra le parole “silence” e “violence”. La scelta di questo titolo vuole tradurre in parole quello che succede all’interno del disco e le sensazioni che, si spera, possa suscitare nell’ascoltatore. Attimi di pura quiete affiancati ad elementi più ruvidi, in modo da creare un interessante connubio sonoro.
Siamo andati a parlarne, in un cimitero.
Cos’è cambiato per te dai tempi della prima quarantena?
Onestamente? Da un lato è cresciuta la voglia di lavorare in compagnia e suonare assieme ad altre persone, mentre sul fronte strettamente personale sto trovando la solitudine estremamente affascinante, purtroppo.
Cosa pensi avrebbe dovuto insegnarci il lockdown, e che invece non ci ha insegnato?
Ad apprezzare quello che abbiamo, a dare un valore a ciò che spesso (ed erroneamente) diamo per scontato.
Questo strano periodo che abbiamo vissuto può essere utile all’ispirazione?
Certamente, la solitudine e la noia sono grandi maestri. Come tutti i limiti, portano necessariamente a vedere le cose da un punto di vista differente.
Tu, come altri artisti, hai pubblicato musica nell’ultimo anno. Come è andata?
Personalmente, bene. Non ero partito con l’obiettivo di raggiungere numeri pazzeschi, non era quello il punto. Ma sono estremamente soddisfatto e feli- ce di aver fatto uscire questo disco. Lo hanno sentito un bel po’ di persone e mi ha aperto delle strade interessanti.
Cosa pensi ci sia oggi nel futuro degli artisti?
Molta indecisione, onestamente. Fare musica seriamente richiede molto im- pegno, dedizione, concentrazione e autodisciplina. Molti purtroppo si avvicinano in modo molto ingenuo. Ma penso ci sia (fortunatamente) anche la pro- spettiva per osare di più, per provare cose nuove.
foto di Simone Pezzolati