I Monna Lisa Blackout sono una rock/crossover band fondata a Lucca da Leonardo, Luca, Matteo e Michele, col progetto di fondere sonorità rock e stoner con un cantato di chiara influenza rap/hip hop. Nell’ultimo anno presentano i loro brani inediti in vari contesti live riscuotendo un discreto successo. Ad agosto 2022 al SAM Recording Studio registrano il loro primo EP di 4 brani, dal titolo “Monna Lisa Blackout: Volume I”. La produzione dell’album è curata da Kikko De Luca, noto per il suo lavoro coi Blind Fool Love, mentre la registrazione e il mix sono stati affidati ad Andrea Ciacchini, già collaboratore di artisti come Teatro degli Orrori, Emma Nolde e Zen Circus.
In occasione dell’uscita del loro EP, siamo andati casa per casa per conoscere meglio i membri della band.
Ecco cosa ci hanno mostrato:
Luca (batteria)
La mia batteria elettronica. Mi ha tenuto compagnia in un momento duro e assurdo, uno stop improvviso alle banalità della vita quotidiana per tutti noi: la pandemia. Ci siamo trovati a ricordare, a ragionare su cosa è importante. A fare due conti con noi stessi. Può essere un lockdown o qualsiasi cosa brutta della vita, a ricordarci di non dare per scontate le cose più banali.
Leo (voce )
Sono cresciuto da feroce anti-religioso, ateo fino alle ossa. Mi sembrava una cosa stupida. Poi, crescendo, ho iniziato a interessarmi a tutte le fedi, a scoprire la loro poesia e stupirmi del loro messaggio.
Non credo in nessun dio, l’idea per me è ancora assurda, ma nel monastero da dove vengono queste bandiere ho scoperto delle strade, e voglio vedere dove portano. Averle qui è un promemoria, anche solo ad allargare un po’ lo sguardo.
Matte (basso)
Le mie scarpe da Canyoning, prezioso regalo di laurea da parte di alcuni amici. È un’attività che ho cominciato a fare da poco, completamente alternativa alla musica: alterno i forti rumori della musica noise/stoner con pomeriggi di completo silenzio nell’acqua. Questo dualismo mi piace, credo che rappresenti una parte del mio carattere.
Michele (chitarra)
Ho iniziato a interessarmi seriamente alla musica a 12 anni. Intere giornate a guardare MTV e scoprire i CD di mia sorella disseminati per casa. Non potevo ascoltarli per troppo tempo perché in casa c’era un solo lettore. Per farmene regalare uno mio personale ho portato la mia famiglia all’esasperazione. Da quel giorno ho ascoltato tutta la musica della casa, e ho iniziato una collezione che cresceva di un disco a settimana. Ascoltare qualcosa mai sentito prima ed entrare in un nuovo mondo è un’esperienza che ancora mi fa sentire in pace.
Tutta la band
Questo è un megafono sopra un’auto. A volte lo usiamo sul palco.
In questo paese c’è puzza di rassegnazione. In ogni strada, in ogni palazzo, in ogni angolo di ogni città. Come l’aria stantia di un posto dove non si aprono le finestre da troppo tempo.
È tutto immobile e la polvere si accumula.
Ci sono tanti motivi per arrabbiarsi, e tutti li vedono. Quando li vedi, hai due scelte. Puoi dirlo sottovoce, ai tuoi amici, poi abbassare la testa e tirare avanti, solo un po’ peggio di prima. Oppure puoi dirlo forte, molto forte, più forte possibile, e scoprire che non sei solo.
Con tutti i mezzi a disposizione. Più forte che puoi.