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Con “k.o. tt” Saphe chiude un cerchio e continua a meravigliarci

“k.o. tt” è il nuovo singolo di Saphe, uscito venerdì 12 luglio 2024. Sono parecchi anni ormai che la musica viene indirizzata sempre più a un consumo fast, perciò stupisce non poco trovare una giovane artista che realizza una sorta di 45 giri tematico in cui una traccia è sia nemesi che sorella dell’altra. “k.o. tt” prosegue il concept del singolo precedente, ma la franchezza con la quale angoscia e sofferenza vengono raccontate è ancora più potente.

Foto: Fabio Mancini

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«”k.o tt” è il contrario di “tt ok” dal modo in cui si scrive fino al modo in cui ascolta. Qui la rabbia è sputata in faccia e il tormento esistenziale si sente chiaramente in ogni parola del testo. Mi sono lasciata andare alla verità, nessun filtro, nessuna carezza, non c’è nulla ad addolcire la pillola, e va bene così. Di questa traccia voglio si senta l’amaro distruttivo, il marcio.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Saphe nasce dalla battaglia interiore tra l’essere autenticamente sé stessi.
È il tentativo rivoluzionario di fermarsi e toccare i propri sentimenti senza paura, nel mezzo di vite veloci che ci educano alla repressione emotiva.
Saphe è la figlia impulsiva ed iperemotiva che vuole costringere i padri della scorsa generazione a dire ti voglio bene.

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Fonte: Costello’s Agency

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Comunicato stampa

“Go Wild” dei Facile è un’ode alla disperazione

“Go Wild” è il nuovo singolo dei Facile, uscito venerdì 12 luglio 2024. Una traccia che mette in risalto le migliori peculiarità del duo lombardo: stoner rock stile Palm Desert, chitarre affilate e una scrittura sensibile.

Artwork e foto: Riccardo Garofalo

Queste le parole con le quali la band presenta la canzone:
«Immersi in una vita di monotonia ed eccessi, noia ed estasi, “Go Wild” si dipana come un ritratto crudo di anime tormentate in cerca di sé stesse. Ogni movimento è un’eco di sofferenze passate, ma come anime pure ci aggrappiamo alla speranza. E così inizialmente non molliamo, ma poi scendiamo solo più in basso, cercando conforto nell’oscurità.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Facile nascono in un garage nella bassa Brianza, disconnessi dalla frenesia metropolitana.
Spinti dall’esigenza di trasformare in musica le quotidiane esperienze della vita di periferia, scrivono per guarirsi da una visione metereopatica e disillusa della vita.
Vivono nella scena underground brianzola dove si raccontano attraverso distorsioni e groove decisi, partoriti in lunghe sessioni di rilascio emotivo e ricostruzione musicale in studio di registrazione.

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Fonte: Costello’s Agency

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Intervista Pop

Alla scoperta del nuovo mondo di Millepiani

E’ nato “Un mondo nuovo” per Millepiani, cantuatore toscano che negli ultimi anni abbiamo avuto modo di apprezzare. Penna da esteta, riflessioni filosofiche che si avvolgono su atmosfere che spaziano dallo space-rock alla canzone d’autore: questo è (solo in parte) Millepiani. Potevamo quindi non intervistarlo?

Cantautore che non smette di stupire, Millepiani ha da poco pubblicato “Un mondo nuovo”, il suo secondo disco: ecco, ma perché hai scelto proprio questo, come titolo del tuo lavoro?

Il richiamo al distopico “Il mondo di nuovo” di Aldous Huxley è sicuramente il primo che salta all’occhio, ma il titolo “Un mondo nuovo” può essere considerato un vero topos letterario. Nel mio caso però l’intenzione dell’opera non è distopica ma auspica una rinascita, una speranza per il futuro, una nuova consapevolezza e libertà, una nuova etica.

Raccontaci un po’ la genesi di queste canzoni: è stata una lunga gestazione quella di “Un mondo nuovo”? 

Ebbene sì, è stata molto lunga. Quando scrivo, ogni canzone è lavorata moltissimo prima di andare in produzione e rimane in cantiere anche degli anni a decantare. Ogni brano è stato scelto per il disco da una rosa molto ampia di canzoni che avevo nel mio archivio e ho cercato di trovare un equilibrio concettuale ed estetico che combaciasse perfettamente con quello che volevo comunicare. D’altro canto invece, il nucleo, le linee melodiche e i giri armonici delle canzoni sono stati creati in modo più immediato e spontaneo, prima di essere sottoposti al processo alchemico di raffinazione che richiede la stesura dei testi e degli arrangiamenti. E’ stato un viaggio molto bello e importante.   

Otto intensi brani, per un percorso che ha vissuto già diverse svolte importanti ed emozionanti, con la partecipazione a rassegne, concerti e palchi di spessore. Quali sono state, secondo te, le tappe fondamentali del tuo percorso fin qui?

Cerco sempre situazioni dove il lato culturale, etico ed estetico siano considerate importanti, sia che si tratti di un piccolo circolo, che di una piazza, sia che si tratti di un evento più grande. I live che mi hanno dato più soddisfazione sono stati comunque il Borgosound Festival di Parma e suonare per Openstage davanti al Politecnico di Milano. Il prossimo live inoltre sarà davvero speciale: in un luogo iconico di Milano che ha molto a che fare con l’arte contemporanea e una famosa scultura di Maurizio Cattelan… è una sorpresa! Seguite i miei profili social e prossimamente ne saprete di più!

Parliamo dei brani, che lasciano emergere l’intimità di una scrittura autoriflessiva e allo stesso tempo collettiva: quanto ti senti cambiato, da quando hai cominciato a scrivere le canzoni di “Un mondo nuovo”? Quanto invece continuano ad essere per te attuali?

La scrittura delle canzoni di “Un mondo nuovo” è stata un viaggio tanto personale quanto collettivo, capace di riflettere una profonda introspezione e una connessione con l’universo che ci circonda. Mi sento profondamente cambiato rispetto a quando ho iniziato questo progetto. D’altronde “panta rei” come diceva il buon Eraclito. La mia evoluzione come artista e come individuo è il risultato di un flusso costante di esperienze, pensieri ed emozioni. Ogni brano è un frammento di questo flusso, catturato in un momento preciso, ma sempre in movimento.

Tuttavia, nonostante questo continuo mutamento, c’è un nucleo di costanza nelle mie canzoni, un’essenza immutabile che volendo richiama la filosofia di Parmenide. Egli sosteneva che l’essere è statico e immutabile. In questo senso, le mie canzoni continuano ad essere attuali perché riflettono un’essenza profonda e inalterabile della mia visione del mondo. Sono ancorate a valori e sentimenti che rimangono costanti, anche se il contesto e le mie esperienze si trasformano.

In definitiva, scrivere questi brani è stato un modo per navigare tra il cambiamento e la permanenza, tra il flusso incessante delle esperienze e la stabilità dell’essere. Così, mi sento cambiato, ma al contempo ritrovo in queste canzoni una parte di me che rimane sempre la stessa, rendendole attuali e significative nel presente quanto lo erano all’inizio del loro concepimento.

“Un bagno di stelle”, prima traccia dell’LP, fa subito intuire che il tuo è un disco capace di dare centralità alla sensibilità, rappresentando in qualche modo un nuovo modo di “vivere” l’emozione. Come ci si scherma dai dolori del nostro tempo? 

Il dolore, con le sue ferite profonde, è una componente intrinseca della nostra esistenza. Tuttavia, è proprio attraverso il dolore che possiamo crescere e migliorare, trovando noi stessi e rinascendo con un nuovo ego. Come affermava Emanuele Severino, non è la meraviglia a scaturire il pensiero filosofico e a indurci a porci domande sull’essere, ma piuttosto il “trauma” del dolore dell’esistenza. Questo trauma, lungi dall’essere una condanna, è la scintilla che accende la nostra coscienza e ci spinge a esplorare le profondità del nostro essere.

Nel mio percorso artistico e personale, ho imparato che il dolore non è un nemico da evitare, ma un maestro da ascoltare. È nel confronto con le sofferenze che possiamo scoprire la nostra forza interiore e la nostra capacità di resilienza. Scrivere canzoni è stato per me un modo di dare voce a queste esperienze, di trasformare il trauma in arte e di trovare una sorta di catarsi.

“Un bagno di stelle” è una metafora di questa trasformazione. Le stelle, simboli di luce e speranza, emergono dall’oscurità del cielo notturno, proprio come la nostra sensibilità e la nostra capacità di vivere le emozioni emergono dal buio del dolore. Questa traccia, e l’intero album, rappresentano un viaggio attraverso le ombre e le luci dell’esistenza, un percorso di introspezione che ci conduce verso una maggiore consapevolezza e una rinascita interiore.

Schermarsi dai dolori del nostro tempo non significa ignorarli, ma piuttosto accoglierli, comprenderli e trasformarli. È attraverso questa trasformazione che possiamo trovare un nuovo modo di vivere l’emozione, più profondo e autentico. In questo senso, il dolore diventa una porta d’accesso alla nostra essenza più vera, un mezzo per connetterci con noi stessi e con il mondo che ci circonda.

In definitiva, “Un bagno di stelle” ci invita a immergerci nella nostra sensibilità, a confrontarci con i nostri dolori e a rinascere come individui più consapevoli e completi. È un viaggio attraverso il trauma dell’esistenza, che ci guida verso una nuova comprensione dell’essere e delle emozioni che ci definiscono.

Detto questo, “Un mondo nuovo” si presenta proprio come un antidoto, un balsamo, una via da percorrere per scegliere di essere felici. Alla fine, la felicità è una scelta, anche se questo concetto è difficile da accettare.

Felicità e dolore sono due facce della stessa medaglia. Attraverso il confronto con il dolore, possiamo trovare la forza per scegliere la felicità. “Un mondo nuovo” non offre una felicità superficiale e momentanea, ma una felicità profonda e duratura, frutto della consapevolezza e dell’accettazione delle sfide della vita.

La felicità non è un dono che ci viene concesso passivamente, ma una decisione attiva, una scelta di abbracciare la vita in tutte le sue sfumature. Come una tela bianca su cui dipingere, ogni giorno ci offre la possibilità di scegliere i colori e le forme che vogliamo dare alla nostra esistenza. Questo album è un invito a prendere in mano il pennello e a creare il nostro capolavoro, a scegliere la felicità anche di fronte alle difficoltà.

Alla fine, la vera felicità nasce dalla nostra capacità di trovare bellezza e significato in ogni esperienza, di trasformare il dolore in crescita e il trauma in saggezza. È una scelta che richiede coraggio e determinazione, ma che ci porta a vivere una vita più autentica e appagante.

“Un mondo nuovo” è un viaggio attraverso questa scelta, un cammino che ci guida verso una nuova comprensione di noi stessi e del mondo, un percorso che ci permette di trovare la nostra strada verso la felicità.

Quali sono le cose che vorresti cambiare nella discografia italiana? Immagina di avere la bacchetta magica…

Mi piacerebbe che il mondo della discografia fosse più legato alla cultura, al mondo dell’arte e della letteratura, che fosse meno vincolato ai profitti che rendono la musica a mio parere meno interessante e la appiattiscono. C’è una divergenza importante fra il panorama musicale italiano che offre tantissimo a livello qualitativo e la circuitazione mainstream che invece spesso trovo superficiale e basata sul mero intrattenimento spicciolo.

Mi piacerebbe che la musica fosse più concepita come forma d’arte piuttosto che come intrattenimento. Ma so che questa è un’utopia. Aspetta un attimo, ma a noi piacciono le utopie! 

Bene, grazie per il tuo tempo Millepiani! E ora, cosa dobbiamo aspettarci dal tuo futuro?

Grazie a te e a tutta la redazione di Perindiepoi! E’ sempre un piacere parlare con voi! 

Il mio viaggio nella musica continua e nel mio futuro ci sarà sempre, come c’è sempre stata, la voglia di scrivere canzoni e di cantarle a qualcuno, questa è una mia certezza. 

Nell’immediato sono in un periodo creativo molto fertile, sto accumulando nuove canzoni, alcune sono già praticamente pronte con musica, testi e arrangiamenti, altre sono bozze da sviluppare. Inoltre è appena uscito il video di “Fantasmi a metà” con una ballerina d’eccezione: Teresa Firmani, che danza tra i murales del centro storico di Carrara, la mia città natale. Spero che verrà apprezzato anche dagli appassionati di danza contemporanea e d’arte urbana. Anche la visione generale per il prossimo disco si sta delineando pian piano nella mia mente, come un’aurora che precede l’alba.

Quest’estate inoltre, porterò in giro le canzoni di “Un mondo nuovo” in diverse situazioni, dai piccoli locali, dove sarò solo con la mia acustica, oppure in duo con l’elettrica di Diego Colletta, a piazze più grandi, dove mi sosterrà la band nella classica formazione batteria-basso-chitarra elettrica-voce.  quindi che altro aggiungere? Grazie a tutta la vostra redazione e a presto!

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L’EP d’esordio di Satellite

“Mare Di Nebbia” è il nuovo EP di Satellite, uscito il 21 giugno 2024. Quanto è tortuoso indagare su sé stessi? Parecchio. Ma il giovane cantautore ci dimostra che, una volta espressi i propri sentimenti più reconditi, quello che si prova per sentirsi un po’ più compresi è impagabile.

Foto: Marco Pellegatta

Queste le parole con le quali il musicista meneghino presenta il disco:
«Molti artisti descrivono la vita e la realtà che li circonda. Altri creano veri e propri mondi. Io credo di non fare nessuna di queste due cose. Quando scrivo un brano descrivo la mia realtà, ma con davanti un filtro. Un filtro di surrealtà, emozioni, sensazioni e colori.
“Mare Di Nebbia” racconta tre anni della mia vita visti attraverso questo filtro. Una storia nella storia, dall’inizio alla fine. Almeno per ora.
Qualcuno potrà rivedersi in qualche immagine, in qualche frammento o emozione, e spero che nel farlo possa trarne sollievo e dire: “qualcuno sente quello che sento io”. Come essere immersi in una nebbia fitta e in fondo vedere una luce.»

Puoi ascoltare l’EP qui:

BIO

Giacomo Maria Colombo, in arte Satellite, è un cantautore nato a Milano nel 1998. Con il suo progetto solista intende parlare al lato intimo dell’animo umano, toccando le corde dell’emozione quando ci sentiamo vulnerabili. I suoi brani parlano a coloro che si sentono soli, abbandonati e che desiderano scappare. Satellite vuole offrire un rifugio emotivo attraverso la sincerità della sua musica.

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Fonte: Costello’s Agency

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Continua il viaggio dei SEQUOIA verso la Terra Santa

“Vlora” è il nuovo singolo dei SEQUOIA, terzo estratto dal debut album “La Terra Santa” che uscirà in autunno. Una certezza: pochi in Italia sanno raccontare così bene l’amore giocando con i rimandi storici.

Ph & Ad: Camilla Matteuzzi

Queste le parole con le quali la band milanese presenta la canzone:
«La diaspora del popolo albanese che ha inizio con la nave Vlora che naviga verso la terra promessa in una calda notte di agosto, che segnerà per sempre la storia di due nazioni e due popoli.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

SEQUOIA si radica nel profondo terreno della tradizione della musica d’autore italiana, robusta nera corteccia dell’alternative rock e forti rami dal persistente fogliame punk.

Il progetto SEQUOIA nasce dalla volontà di riscoprire le radici della canzone d’autore italiana attraverso un affascinante crocevia tra il suono alternative rock anni ’90 e il cantautorato classico.
Il risultato, guidato dalla sapiente produzione di Matteo Cantaluppi, è un disco che sublima una poetica che sa essere al tempo stesso cruenta e raffinata, dolce e amara, vita e morte.

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Fonte: Costello’s Records

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Saphe è tornata per spaccare

“tt ok” è il nuovo singolo di Saphe, uscito venerdì 7 giugno 2024. Nel mare magnum della scena pop-punk italiana, un brano che finalmente si distingue per autenticità e qualità. In attesa della seconda parte del concept godiamoci questa nuova traccia, certi che la pink cute demon Saphe sia già pronta a spiccare il volo.

Foto: Omnia Social Strategy

Queste le parole con le quali l’artista presenta la canzone:
«”tt ok” è la prima uscita di un concept composto da due brani. In questo brano l’artista narra in maniera sognante di una realtà calma, lineare, in ordine, ok. Ciò che diventerà chiaro nell’evoluzione della traccia è che c’è tutto tranne che ordine in questa apparente e filtrata sensazione di benessere. Un equilibrio forzato, imposto, quasi psicopatico.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Saphe nasce dalla battaglia interiore tra l’essere autenticamente sé stessi.
È il tentativo rivoluzionario di fermarsi e toccare i propri sentimenti senza paura, nel mezzo di vite veloci che ci educano alla repressione emotiva.
Saphe è la figlia impulsiva ed iperemotiva che vuole costringere i padri della scorsa generazione a dire ti voglio bene.

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Fonte: Costello’s Agency

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L’alt-rock esemplare dei Facile colpisce ancora

“Love Dies Slowly” è il nuovo singolo di Facile, uscito martedì 4 giugno 2024. Una canzone dai connotati quasi salvifici, per riscattarsi dalle delusioni sentimentali. Le chitarre ruvide e l’intensità della performance vocale contribuiscono a rendere il brano pressoché impeccabile.

Foto: Riccardo Garofalo

Queste le parole con le quali la band presenta la canzone:
«Un grido di rabbia generata dalla fine di un amore logorato dal tempo.
“Love Dies Slowly” è uno sfogo necessario dove si racconta di un sentimento tanto profondo quanto deleterio che porta ad una necessità di liberazione. La frustrazione per la fine di un rapporto difficile che porta con sé anche bellezza e nostalgia viene espressa dal cantato gridato ed emotivo, sostenuto da groove sempre più decisi.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Facile nascono in un garage nella bassa Brianza, disconnessi dalla frenesia metropolitana.
Spinti dall’esigenza di trasformare in musica le quotidiane esperienze della vita di periferia, scrivono per guarirsi da una visione metereopatica e disillusa della vita.
Vivono nella scena underground brianzola dove si raccontano attraverso distorsioni e groove decisi, partoriti in lunghe sessioni di rilascio emotivo e ricostruzione musicale in studio di registrazione.

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Come suona il percorso introspettivo degli Wabeesabee

“Isole” è il nuovo album degli Wabeesabee, uscito il 31 maggio 2024 via Pulp Dischi. Il wall of sound creato dal collettivo umbro costituisce la pregevole soundtrack di un film che abbiamo vissuto o potremmo vivere tutti, nel quale, come in ogni road movie che si rispetti, il/la giovane protagonista si rivolta contro una società conformista per abbracciare il cambiamento interiore.

Foto: Tommaso Forti

Queste le parole con le quali la band nu soul presenta la canzone:

«”Isole” è il nostro secondo lavoro discografico. Un concept LP fondato su una storia: il viaggio di un* ragazz* alla ricerca della propria identità, di un posto nel mondo; è un’odissea di 10 tracce, un percorso che parte dalla volontà di isolarsi dai grandi cercando un proprio luogo dove rifugiarsi e si conclude con il conseguimento del proprio sé. Ciò che ti rifugia alla fine ti isola e non vi è abbastanza conoscenza per formare un proprio sé da soli; soltanto con l’aiuto di comunità aperte alla condivisione delle proprie istanze si può trovare un proprio posto, che è inevitabilmente, per la natura umana, insieme agli altri. Verso il finale del disco si avverte l’urgenza di aiutare le persone a trovare la propria identità consapevoli delle difficoltà biologiche e sociali a cui una persona fin da adolescente va incontro.
Crediamo molto in questi temi e vogliamo che la musica torni a prendersi un posto nell’opinione pubblica e possa fornire anche un aiuto.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO
Andrea (batteria e cori) e Saverio (chitarre, tastiere e voce) si conoscono da parecchi anni ed insieme hanno condiviso la passione per la musica con diversi progetti, stabiliti però solo con quest’ultimo: Wabeesabee.
Il nome nasce da “Wabi-sabi” (侘寂), visione del mondo fondata sull’accoglimento della transitorietà delle cose. Partendo da questa prospettiva, il duo vuole comunicare le esigenze personali sotto il comune tetto della black music, caratterizzata da sonorità R&B e influenze gospel, celebrando l’intimità che porta al confronto con sé stessi.
Nel 2021 si esibiscono per la prima volta al format Fra(m)menti, organizzato da Pulp Dischi in esclusiva per Rolling Stone e pubblicano poco dopo il primo disco, “Muktada” (Pulp Dischi/Artist First). Il disco è un omaggio alla musica in primo luogo, un viaggio sonoro tra diverse istanze che si occupano principalmente di errori, o fare i conti con sé stessi. Questo lavoro è promosso attraverso alcuni dei palchi più suggestivi dello Stivale come quello del Meeting Del Mare di Marina di Camerota, della Darsena, del Mare Culturale Urbano di Milano, aprendo a Venerus e Joan Thiele fra gli altri.
Successivamente al tour estivo rilasciano un singolo, “Mandorla”, uscito a dicembre 2021 tramite Pulp Dischi in contemporanea con la prima stampa del vinile “Muktada” edito in due versioni (una “classica” e una in tiratura limitata esclusiva).

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Satellite ha imparato a trovare riparo nei momenti tenebrosi

“Heim” è il nuovo singolo di Satellite, che ancora una volta colpisce per il carattere genuino e profondo del proprio songwriting. Dopo un paio di singoli così a fuoco, non vediamo l’ora di ascoltare l’EP d’esordio.

Foto: Marco Pellegatta

Queste le parole con le quali il musicista meneghino presenta la canzone:
«La tua casa è crollata. Si potrá ricostruire? Rimarrá qualche ricordo? È mai stata davvero una casa? Poco importa, ora sei perso, solo e un tutt’uno con la notte. Non potresti sentirti piú a casa di cosí. “Heim” parla di famiglie spezzate. Abbraccia la notte, in uno spazio dove forse potrai sentirti di appartenere.»

Puoi ascoltare il brano qui:

BIO

Giacomo Maria Colombo, in arte Satellite, è un cantautore nato a Milano nel 1998. Con il suo progetto solista intende parlare al lato intimo dell’animo umano, toccando le corde dell’emozione quando ci sentiamo vulnerabili. I suoi brani parlano a coloro che si sentono soli, abbandonati e che desiderano scappare. Satellite vuole offrire un rifugio emotivo attraverso la sincerità della sua musica.

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Indie Intervista Pop

Nel “MOOD-POP” di Aigì c’è tutta la musica che ti piace

Aigì, nome d’arte di Antonio Il Grande, è un nome che seguiamo, come sapranno bene i nostri lettori, ormai da diversi anni: per questo, non potevamo certo esimerci dal fare all’artista qualche domanda su “MOOD-POP“, il suo eclettico e visionario – capirete perché – album d’esordio.

Aigì, è un piacere ritrovarti con un EP. Da quanto aspettavi questo momento?

Piacere mio! Lo aspettavo da tempo, perché è la sintesi di due anni di sperimentazioni su vari fronti. Difatti abbiamo iniziato a lavorare alla canzone meno recente (Orsa Maggiore) nel febbraio del 2022.

“Mood-pop” è un lavoro denso, che a suo modo racconta con sincerità un percorso personale che può essere anche collettivo. Quanto è stato “terapeutico” per te scrivere le canzoni di questo tuo disco d’esordio?

Tanto! È come se ad ogni canzone avessi affidato il compito di custodire un’istantanea di come mi sentivo in quel preciso momento. Insieme propongono diverse sfaccettature della mia interiorità.

Raccontaci i brani: in ognuno, c’è un po’ di te (e delle tue numerose sfumature musicali) ma ce n’è uno al quale ti senti particolarmente legato?

Sono tutte canzoni-promemoria: Sbalzi d’umore mi ricorda che siamo fatti di contraddizioni, Orsa Maggiore che devo godermi il momento, Cherosene che l’amore non si piega a marchette social, Nuvole che non devo perdermi d’animo, Niente di che quanto sia importante comunicare in una relazione e Nudo/a che il sesso è un gioco senza frontiere. Orsa Maggiore direi che, oltre ad esserci legato, è un evergreen per il mio progetto.

Tra tutti, ci ha colpito la scelta di approcciare ogni brano attraverso una diversa chiave di lettura musicale, che mantiene tuttavia intatta e coerente la firma della tua penna. Ci racconti come nasce questa idea, che pare dare anche il titolo all’EP?

Nasce dal semplice fatto che mi stanno strette le etichette. Mi piace molto ibridare la mia musica arricchendola di varie suggestioni. Dopo tre singoli non proprio coerenti fra loro, mi sono detto “Sai che c’è? La mia coerenza è l’assenza di coerenza”. È nato così il concept di MOOD-POP. Poi chiaramente questo è vero a metà, perché ci sono molti elementi che ritornano.

Certamente un disco del genere, che fa della sperimentazione musicale una delle sue principali chiavi di lettura, merita due parole spese sui tuoi collaboratori… con chi hai lavorato a “Mood-pop”?

Ho lavorato con il mio produttore di fiducia, Octavio Laria, con cui stiamo creando un team di produzione anche per altri artisti. Andavamo al liceo assieme e in questi ultimi anni abbiamo fatto un percorso di crescita che ci ha resi veramente complementari.

AIGì, grazie per il tuo tempo, e in bocca al lupo! Quando potremo ascoltarti dal vivo?

Grazie a voi e viva il lupo! Intanto il 28 aprile sono stato al Volume (Firenze). Da maggio dovrei partire con un tour ma siamo ancora in fase di definizione. Seguitemi per rimanere aggiornati!