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Nùma fuori con Cocci di Roma

Venerdi 4 Dicembre, il giovane cantautore di Roma Nùma torna sulla scena con un doppio singolo.La focus track è “Cocci di Roma”, con un testo perlopiù autobiografico. Il brano:

 porta l’ascoltatore a fare un giro immaginario tra le strade e i cocci della Capitale, accompagnato dalle sensazioni e dai rimorsi che guidano l’artista in un’ironica auto analisi.Nùma si è avvalso della collaborazione di Francesco Cataldo per l’arrangiamento di “Cocci di Roma” e di Francesco Morettini per “È finita l’estate”. Produzione MZKLab presso gli studi di Muziki Factory All’anagrafe Lorenzo Pompili, Nùma nasce a Roma il 21 Aprile 1996. Intraprende sin da piccolo il suo percorso artistico scrivendo poesie in forma dialettale, attività alla quale unisce l’ascolto dei grandi cantautori italiani. Inizia quindi lo studio della chitarra, per <<soddisfare – spiega – il bisogno di musicare le parole>> che scrive.

A quelle di chitarra aggiunge le lezioni di canto e tastiera, sviluppando col tempo sonorità che si muovono tra il Rock e il Folk. Nel 2014 raduna gli amici di sempre, con cui condivide il sogno della musica, e forma la band “The Hand”. Continua poi come solista con il nome Nùma, ma sempre supportato dalla sua band, in un progetto discografico che punta a ritmi allegri, etnici, ipnotici e con temi adatti ad ogni età.


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Tornano gli Elephants in the room con il maxi single WE ARE

Save the date, il 29 gennaio fuori su tutti gli store digitali il maxi single degli Elephants in the room, reduci dal primo singolo ufficiale DONE,che riscontra ottimi risultati, grazie al quale la band si aggiudica il posto di artista del mese su MTV Italia  ( http://news.mtv.it/mtv-new-generation/blog/elephants-room-su-mtv-music/ ).   Scegliere il maxi single per proseguire il percorso di un progetto agli albori (ma già ben strutturato) non diviene casuale, bensì riscopre la bellezza di decidere e portare avanti una voce fuori dal coro e dall’inscatolamento marketing che impone un certo numero di singoli e una certa maniera di veicolarli.  Gli Elephants in the Room hanno tanta musica nella loro “stanza” e come diceva Supertramp in Into the Wild, “la felicità è reale solo se condivisa..” e per loro la musica è sintomo di grande felicità e soddisfazione. Il doppio singolo si intitola WE ARE per trasmettere a trecentosessanta gradi il bisogno di raccontare la natura della band, sia per quanto riguarda il sound sia per la scelta linguistica divisa a metà per mostrare la duplice possibilità di affacciarsi su più mercati. 

WE ARE è la nostra seconda release, ci sentiamo come adolescenti nel pieno degli ormoni, anche se ormai quella fase l’abbiamo superata da tempo. Con il contributo indispensabile della nostra produzione stiamo sperimentando come non mai sonorità, stili e lingue diverse. Questi due nuovi brani rappresentano perfettamente questa ricerca continua che non smetterà mai e ci avvicina sempre più al completamento di uno dei nostri primi obiettivi, ovvero il nostro primo EP” afferma la band che, durante un periodo storico così arido, trae beneficio dal punto di vista artistico, plasmando la loro musica su esigenze e stimoli non indifferenti. 


Without saying goodbyenasce dal bisogno di poter esprimere un parere circa una delle molteplici vicende accadute negli USA e non solo. In questo caso il riferimento è sull’evento di George Floyd, risultato di razzismo, odio e accanimento che sembrano essere radicati nella nostra cultura ormai da troppo tempo ma che, se combattuti unisono, potranno trovare finalmente epilogo. 

Tra le nuvole, primo singolo in italiano, crossover tra rock ed elettronica, è l’immagine perfetta della sperimentazione costante portata avanti dalla band, “il pezzo parla del rapporto speciale con una persona importante della mia vita, che ormai non c’è più. Un legame intenso che mi ha aiutato a diventare la persona che sono oggi.”  

I componenti degli Elephants in the room suonano di tutto insieme, dal Punk-Rock, al Prog, al Funk, per arrivare a delle sonorità nettamente sperimentali che, in seguito, diverranno il vero e proprio collante e obiettivo della band nascente. Fare musica pop, per la band, significa aprirsi a mille influenze, con la cocente necessità di non restare attanagliati ad una confort zone ideale, ma piuttosto con il desiderio di uscire fuori dalla stanza.

Nel 2020 iniziano la collaborazione con MZK Lab che li porta alla loro prima release ufficiale, Done. Tutti i brani della band sono l’esatto punto di incontro fra i tre componenti: ricchi di contaminazioni d’oltre oceano, in equilibrio perfetto tra ciascuna controparte che, all’interno di essi, sa come muoversi e sentirsi a casa.

Un lungo viaggio che parte dalla sensibilità di testi introspettivi, pezzi di vita vissuta, una sineddoche che, evolvendosi, sfocia in chiari riferimenti al pianeta Terra.

Una musica coinvolgente che sa emozionare, di forte impatto dal vivo, che difficilmente si dimentica.

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Indie Pop

“SOLI”: l’esigenza di contatto degli Otto x Otto

SOLI” è titolo del nuovo singolo degli OTTO x OTTO uscito il 21 gennaio per Aurora Dischi prodotto da Nicolò Arduino degli Inico .

Anna e Andrea , in coppia nella musica come nella vita, hanno scritto il brano quando risultava difficile esserci per l’uno per l’altro, avendo vissuto il periodo del lookdown separati da due comuni diversi.”SOLI”, di fatto è stata scritta anche e per lo più in videochiamata

“Siamo scoppiati a ridere – racconta Anna – perché entrambi pensavamo la stessa cosa, ma è come se non volessimo ammettere che stavamo creando una canzone d’amore per la prima volta. Questo perché non siamo mai stati particolarmente attratti dalle canzoni d’amore ma, in questo caso, abbiamo lasciato che tutto procedesse con la più naturale spontaneità lasciandoci trasportare da quel momento di pura condivisione“.

l brano mette subito in risalto la voce precisa e cristallina di Anna e introduce una componente elettronica più accentuata rispetto al passato del duo. Il finale del brano nasconde una sorta di “Ester egg” dance che sposta inaspettatamente il mood di un brano di buon impatto che ci fa ben sperare sul futuro del duo Veronese.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con Anna ed Andrea  che ci hanno raccontato del loro incontro in Conservatorio e della passione per i Daft Punk.

“SOLI” è stato un momento in cui siamo riusciti ad allineare i nostri pensieri e trascrivere a parole ciò che ci affliggeva: una perenne “solitudine condivisa in solitudine”.

 
 
 
 
 
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Fuori Sangue Misto, il nuovo singolo di Dorian Kite

Un videoclip che abbraccia la storia di un futuro possibile, ma necessariamente da evitare si lega alle metriche e alle suggestioni che escono dalla penna di Dorian Kite nel suo nuovo singolo “Sangue Misto”, disponibile su tutte le piattaforme digitali e su youtube.

Per il lancio del videoclip ufficiale, Dorian Kite ed il suo team si sono affiancati a “Retake Roma”, un movimento, no-profit e apartitico, impegnato nella lotta contro il degrado,nella valorizzazione dei beni comuni e nella diffusione del senso civico. Insieme a Retake Roma, l’artista ha lanciato una call to action diretta al suo pubblico, invitandolo a compiere un atto ecologico filmando il tutto nelle proprie stories di Instagram. La musica, come sempre, può essere un catalizzatore che va oltre le “semplici melodie”.

“Sangue Misto”, infatti, è un brano in cui l’artista romano critica con immagini e parole crude il  processo di industrializzazione con conseguente distruzione dell’ambiente ad opera dell’uomo. Quest’ultimo, da una parte, viene descritto come avido e disinteressato dello sfruttamento compulsivo delle risorse terrestri e del vicino esaurimento delle stesse. Dall’altra, Sangue Misto è l’unione della parte buona e generosa dell’essere umano, quella che si prende cura degli altri e dell’ambiente in cui vive, e la sua parte cinica, egoista e avida, incentrata unicamente sul profitto a discapito di tutto ciò che lo circonda.


“Il significato di Sangue Misto – racconta Dorian Kite – ruota attorno alla storia di due ragazzi provenienti dallo stesso pianeta ma posti su due linee temporali differenti: è lo stesso mondo, ma vissuto in maniera quasi opposta dai protagonisti. Il sangue misto che lega la coppia è lo stesso che lega l’uomo alla propria Terra: da qui, l’idea di dare una lettura dell’amore come attaccamento verso il proprio pianeta. Con questa canzone dal punto di vista ecologico non voglio dare una soluzione ma sto facendo una descrizione, in maniera artistica, del problema. Secondo me, il primo passo per superare appunto un problema è comprenderlo. Il video è proprio la sintesi perfetta di questo mio pensiero”.

Dorian Kite ha deciso di dedicare una “canzone d’amore” al proprio pianeta. Che poi, è anche il nostro. Sul profilo dell’artista vi è un percorso di 9 post, ognuno con descrizione robotica e fredda, come l’analisi del passato, presente e futuro, ad opera di un commentatore esterno. 

La terminologia e la sintassi sono di estremo distacco, ma i concetti colpiscono profondamente la coscienza più recondita di ciascun osservatore.

“Non abbiamo la presunzione di fare previsioni – dichiara il team di Dorian Kite – ma ci basiamo principalmente su modelli e analisi estratti da alcuni studi internazionali, e determinati vuoti sono stati colmati con visioni romanzate e artistiche, ma pur sempre verosimili”.

Il video rappresenta il dualismo tra l’oggi e il possibile domani, se non si attuano cambiamenti incisivi nel comportamento di ognuno di noi. Dorian Kite da bambino sogna di andare nello spazio e, una volta divenuto adulto, realizza questo desiderio, incontrando una ragazza aliena, la quale lo porterà a visitare il suo pianeta. Dorian vede un paesaggio arso e plasmato dalle radiazioni, le infrastrutture sono futuristiche e appaiono corrose e dilaniate da un’atmosfera tossica e inquinata. La natura appare capovolta: meduse fluo luminescenti nuotano nell’aria e le poche aree verdi rimaste appaiono comunque scure e morenti. Dorian, successivamente, porta la ragazza sulla Terra, e quest’ultima rimane accecata dalla bellezza del nostro pianeta: i prati, i fiori e persino i palazzi le appaiono così puri e ancora non compromessi dall’avidità umana.  L’aliena, però, nota dei rifiuti e li indica: questo è il primo richiamo per l’osservatore. Successivamente, tiene in mano un fiore che arde: è la metafora della natura che brucia.

Nel finale si trova il richiamo più specifico e immediato, ovvero la visione del climate clock, che spaventa e fa piangere la ragazza. Non sono due mondi distinti, è lo stesso pianeta. A distanza di secoli. Sta a noi scegliere quale dei due tipi di sangue far prevalere.

LA CHIAVE DI LETTURA DI SANGUE MISTO

Sangue Misto, è l’urlo disperato che ognuno di noi dovrebbe avere dentro di sé: procedendo con gli attuali livelli di inquinamento e sfruttamento del pianeta, una visione così catastrofica, che ad oggi appare infinitamente lontana, ci sembrerà più reale e prossima di quanto immaginiamo.

La canzone, che apparentemente non tocca l’argomento, è in realtà ricca di metafore implicite e volutamente difficili da scovare. Qui sarà l’interpretazione di ognuno di noi a fare tutto il lavoro e a cogliere, in modo soggettivo e personale, ogni parola.

BIOGRAFIA

Dorian Kite è lo pseudonimo di Vittorio Giuliani, artista classe 1996 di Roma. Si approccia alla musica a 15 anni grazie al rap per poi decidere di spostarsi, a 19 anni, nel mondo della produzione. Il sound che abbraccia è quello dell’elettronica, della techno e della trap. Questo approccio a diversi stili porta alle produzioni di tre singoli di Peter White “Lollipop” del 2017, poi “Narghilè” e “Luna” del 2018. Dopo questo periodo di denso lavoro, Dorian Kite capisce che la sua strada deve proseguire anche sul cantato e decide di affiancarsi al produttore Maestro, con cui pubblica “Palm Springs” nel 2018, “Meno di me” nel 2019 e “J’adore” nel 2020, che conta anche un video disponibile sull’Instagram TV dell’artista. L’estate 2020 di Dorian Kite vede la pubblicazione del suo ultimo singolo, “Luna Storta”, uscito il 7 Luglio e accompagnato da un video ufficiale a cura di Trash Secco. Il 15 gennaio 2021 esce “Sangue Misto”, accompagnato da un video ufficiale su YouTube. Che cosa ci riserverà Dorian Kite nei mesi a venire? 

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“us” è il nuovo singolo di 86callo

Il 19 gennaio è la data che 86callo non potrà più cancellare dal calendario: è fuori “us”, il nuovo singolo del giovane artista milanese  rivisitato insieme al producer dNoise. Fresco di firma con Believe Digital, 86callo con il suo nuovo brano esplora nuovi suoni e un nuovo genere fino ad adesso ancora sconosciuto a lui. 

Solo una coincidenza il fatto che ‘us’ sia due terzi dell’acronimo USA, visto che il pezzo é interamente in italiano. Dal sapore Europeo, semmai, grazie alle immagini che vanno da Berlino alla Tour Eiffell.

“Tutti noi soffriamo per amore, ma per estinguere il sentimento bisogna impregnarlo nella creatività”: è questa l’istantanea che 86callo regala per la sua “us”

Un tuffo nel pop e nella musica elettronica, dove la visione di un vent’enne viene filtrata attraverso le immagini di festa, passione e sentimento, in cui le emozioni vanno a colpi di Synth e le parole si interscambiano a stacchi musicali privi di testo – dove, difatti, parla la musica-.


Fra le reminiscenze di Twin Peaks – in cui Laura Palmer invece di andarsene materialmente preferisce ‘andarsene da qui’ con stupefacenti -, le immagini tipiche del pop anni 2000 e un’ederità di stampo vagamente POP-X, il brano racconta i lati negativi di un amore non corrisposto e delle sofferenze che vengono affrontate di conseguenza, tematica ricorrente nel testo e evidente dal tono malinconico e sfiduciato di 86. 

Riprende alcuni tratti dell’Emo Rap, genere molto influente sull’artista italoamericano, arrivato di recente in Italia dopo la sua esplosione negli Stati Uniti negli ultimi anni, in cui vengono accennati aspetti ricorrenti come le delusioni amorose, la solitudine e l’abuso di droghe.

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Fuori ora CARAVELLE con il singolo San Lorenzo

San Lorenzo è il primo singolo ufficiale di CARAVELLE, fuori il 19 gennaio, distribuito da Artist First. Nel brano vi sono due linee parallele: malinconia e paura, legati da un unico filo conduttore che è l’amore. La malinconia è verso un amore vissuto e finito, la paura invece risiede nel poterne vivere uno nuovo. I pensieri contrastanti si riflettono su tutto il testo accompagnato sapientemente da una produzione fresca firmata Zafa.

Il brano nasce il 10 agosto in due momenti distinti. Il titolo rievoca e circoscrive la stesura testuale, la composizione invece fa da cornice rivelando la tranquillità e la spensieratezza di una giornata passata a Fregene: al tempo stesso rivela il tumulto che l’amore procura in noi. Il mood del brano esula qualsiasi tipo di classica ballata estiva, nonostante il brano sia stato effettivamente concepito d’estate, ma anzi richiama a gran voce un “dolce cullar” malinconico attraverso il mare. 

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MINAPER si racconta con il suo nuovo singolo AGOSTO

“Agosto” è l’ultimo singolo della cantautrice capitolina MINAPER fuori il 15 gennaio su tutte le piattaforme digitali. A dispetto del nome, palesemente evocativo circa la bella stagione e l’estate, è una ballad dai toni e colori invernali riflessivi emersi grazie alla produzione di Francesco Megha e il mastering di Vincenzo Maria Cristi. 

“Questa canzone parla di paura e resistenze interne, la giostra di cui parlo è quella della musica e di tutte le dinamiche che mi mettono a disagio, della tendenza a mettermi in discussione nei diversi aspetti della vita, nelle relazioni con gli atri e soprattutto con me stessa. Alla fine spesso sono solo paure e come dico nella canzone “ma poi non casco io e neanche il mondo” è una sorta di mantra per trovare sollievo, un promemoria per ritrovare la leggerezza necessaria, evadere dall’immobilità delle valutazioni e finalmente agire..”


Un brano nato per caso, nell’arco di un pomeriggio d’agosto, uno dei tanti, ma non uno qualsiasi. Difatti il vento preannunciava un classico temporale estivo, con il meteo che rispecchiava fedelmente l’umore di Martina (Minaper) in quel preciso frangente. Il vento specialmente mentale prometteva presto una tempesta emotiva che trasportava l’artista con estrema naturalezza verso la stesura di un brano scritto con il cuore in mano e sulle note di una chitarra. Agosto, inizialmente nato dall’esigenza di esistere e meno dall’esigenza d’essere reso pubblico, conduce la cantautrice a spogliarsi di ogni incertezza a riguardo, svestendosi così dai preconcetti e dalla ricerca spasmodica di qualcosa di complesso e ricercato; restando su un giro di accordi classico con dei bpm morbidi utili a rallentare il ritmo dei pensieri, MINAPER ci regala la verità, la sua. Quella nata tra le macerie dei pensieri e destinata ad una tavolozza ricca di colori grazie alla produzione di Francesco Megha.

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Nox si racconta nel suo ultimo singolo, Testa Alta

Esce il 18 dicembre su tutti i Digital Store l’ultimo singolo di Nox intitolato Testa Alta,  fuori per l’etichetta torinese Shape]U[ , edito da GRM Management, distribuito da Artist First

La copertina del singolo e le relative animazioni sono state realizzate dall’artista Renato Angelone, e bisognerebbe partire proprio da queste immagini per spiegare lo splendido viaggio del brano in questione. 

Il singolo, prodotto da Mont Black, producer Pop-trap e sassofonista blues torinese e missato e masterizzato da Andrea Fusini al Fusix Studio di Torino, è una pagina di diario scritta in breve tempo e a cuore aperto, proprio perché le emozioni tratteggiate e descritte dall’artista sono sensazioni autentiche, acute, sofferte, stampate a marchio indelebile su pelle. 

“La stesura del testo era chiara e molto semplice perché bastava che raccontassi la mia storia”, afferma Nox, che decide così di non abbassare la voce, piuttosto concretizza il desiderio di regalare la sua musica e le sue parole a chi vuol reagire, a chi non vuole farsi contagiare dall’odio e dalle discriminazioni di ogni tipo, 

“perché l’unica strada per la felicità è lastricata d’amore”. 

Il brano viene preceduto sui social da alcuni post particolarmente toccanti in cui Nox decide di aprirsi al proprio pubblico per raccontare senza mezzi termini e senza giri di parole il suo passato, il trasferimento dal Marocco all’Italia, la fine di un inferno, l’inizio di un nuovo capitolo, di un nuovo inferno. “Con la testa alta ma con i piedi in basso” un giovanissimo Nox muove i primi passi verso il mondo dei grandi, tende una mano verso i propri sogni e ambizioni, tanto più grandi della sua tenera età, ma tanto più a portata di polpastrello, perché coltivati ogni giorno con la passione di chi sa di potercela fare.

Nox, nome d’arte di Nohamed Naji – classe 2002 -, è un cantante e rapper valdostano.

Nato in Marocco, vive in Italia da quando aveva quattro anni, cresce influenzato dalla musica mediorientale e la trap americana e da questi stili parte per un viaggio personale tra note moderne dal sapore mediterraneo. Il suo nome d’arte è un omaggio a uno dei momenti più bui della sua storia personale, un periodo come la notte appunto, quello dei primi anni di scuola, durante il quale spesso è stato oggetto di episodi forti a causa del suo paese di provenienza, ma anche il momento in cui ha scoperto la musica riuscendo a farne la sua forza. Testa Alta è il singolo successivo a Quello che mi pare, brano che in brevissimo tempo ha collezionato  126k views su YouTube grazie anche alla meticolosità con cui è stato girato il video-videogame stile medioevale, tratteggiato dalla carica esplosiva dell’artista e da effetti speciali di tutto rispetto, e 19k stream su Spotify. 

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Disarmo ci racconta l’altra faccia dell’amore in Oceano

Il 18 dicembre fuori Oceano, il nuovo singolo di Disarmo, edito Fonoprint e distribuito A1. Il brano è la ricerca meticolosa di un sentimento fuori controllo, fuori norma. È il desiderio recondito di dissacrare l’amore rendendolo carnale, viscerale, ancestrale. Il contatto fisico diviene l’epicentro, il luogo indiscusso in cui restare per un tempo indeterminato, il combustibile grazie al quale consumare una vita intera lasciando fuori tutto il resto. I dettagli, i particolari fisici dell’altra persona sono un richiamo verso un mondo da scoprire, un approdo inevitabile, come la terra ferma lo è per un uomo in mare.
Il senso di sopravvivenza ed evasione, la voglia di perdersi in un mondo che trascende anche la realtà, la fame, la sete, il sonno e pure il dolore. Ogni particolare della persona descritta sembra incarnare una meta e una metà perfetta, un luogo idealizzato in cui placare i terremoti interiori, anche solo per un attimo il cui ricordo resterebbe indelebile.

Il testo di Oceano è stato scritto il 30 ottobre 2020, su un arrangiamento che stagnava nell’hardisk del computer di Claudio (Disarmo) da mesi; l’arrangiamento invece è nato da un sample hip-hop e da un’improvvisazione di basso slap, il brano miscela sonorità nu-soul e indie.

Disarmo, all’anagrafe Claudio Luisi, è un cantautore e polistrumentista.
Eredita la passione per la musica dalla sua famiglia che lo divide tra gli ascolti di musica classica e gospel. Si diploma all’età di 13 anni al conservatorio di Genova e successivamente all’accademia canto musica e spettacolo di Torino nel 2011.
Collabora come interprete autore e compositore in diverse band e dal 2020 inizia a pubblicare sotto l’etichetta bolognese Fonoprint i suoi lavori solisti (Pillole 2D, Antagonista, Finale col Botto, Piombo, Oceano).

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Marvo Md ha campionato il celebre discorso “We choose to go to the moon”

Fuori il 16 dicembre l’ultimo brano dell’eclettico Marvo Md. Il titolo, “We Choose To Go To The Moon”, già di per sé evocativo, richiama a gran voce il famoso discorso di Kennedy tenuto a Houston nel 1962; uno di quei discorsi che sono rimasti certamente nella storia. 

L’idea parte dal desiderio di mettere in musica un campionamento parlato, e quale voce migliore se non quella di un presidente USA nel bel mezzo di un discorso motivazionale? 

Il brano nasce proprio sulle orme del parlato, difatti Marvo ha iniziato a comporre l’armonia solo dopo aver scelto il suddetto campionamento, il ché rende tutto ancor più speciale, aggiungendo per altro che il brano è nato e finito in nemmeno due giorni; armonia, ritmo e melodie sono venute fluide ed istintive. 

Questo brano rappresenta un ulteriore passo in avanti rispetto allo storico dell’artista, che così decide di sperimentare e divertirsi al tempo stesso, creando un mood, un concept, un’immagine attraverso le note. 

Marvo Md non è soltanto l’alter ego musicale di Marco Lombardi, come Peter Parker non è solo l’alter ego di Spiderman. Il mondo Marvel è fatto di supereroi che nella vita di tutti i giorni sono uomini normali, con problemi personali, emozioni, battaglie quotidiane, questo è il mondo di Marvo, un uomo normale ma anche un po’ speciale, che intreccia varie fasi musicali e rende moderne anche sonorità passate. Marvo si rivolge a tutte le persone empatiche e introverse, attraverso i suoi brani il compositore vuole far capire loro che si può comunicare in qualche modo, che non bisogna tenersi tutto dentro. Quando suona, Marvo ti prende per mano e ti trascina nel suo mondo, ti contagia, è straniante, ti pervade di stupore. Il mondo di Marvo lotta per noi, con le sue atmosfere elettroniche – come in un fantasy game.

MARCO LOMBARDI – Classe 1986, amante della musica in generale, ma con la frenesia di scoprire sempre cose nuove. Questo l’ha portato ad approcciarsi a più strumenti (pianoforte, tromba, armonica, tra gli altri). Marco è un ragazzo che ha sempre divorato musica: dal sound black al rock, dal pop al cantautorato impegnato italiano. Tutta questa musica l’ha portato in un’altra direzione, forse mai l’avrebbe detto, ma alla fine è riuscito a tirare fuori delle sonorità nuove, fresche, ma inconsce.