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Comunicato stampa

“La magnolia stellata” è il nuovo album di Stefano dell’Armellina

Stefano dell’Armellina, ci racconta traccia dopo traccia il suo nuovo album “La Magnolia Stellata”.

RINASCERE DOMANI 

“E’ un inno a noi tutti, per rinascere con il sole, senza aspettare. E’ un inno anche all’ Italia,  una Nazione bellissima, ma che fatica a manifestarsi. Un invito a fiorire indipendentemente  da come vanno le cose, un pò come succede per la Magnolia Stellata, che fiorisce senza  aver emesso le foglie. Un brano di grande speranza, una primavera che ce la farà”. 

NE’ DESTRA NE’ SINISTRA 

“Le buone intenzioni non sono nè di destra, nè di sinistra. Non hanno colore, sono buone  e basta. Per tutti. Una visione dell’ Italia malinconica, ma anche una denuncia ai soliti  luoghi comuni ahimè, purtroppo sempre presenti” 

CON LA ZIA 

Con la partecipazione straordinaria della scrittrice Enrica Tesio (recitato) e del grande  Moreno “il biondo” Conficconi al clarinetto, un brano simpatico e ritmico, una visione retrò  del rapporto di un cinquantenne di oggi con i millennials. Fingere disturbi prostatici per  riuscire a stare tranquilli a casa con la Zia è il “goal” del protagonista della canzone, a cui  per stare bene basta un divano, un pò di fumo, una compagnia silenziosa, e un buon  documentario, magari sugli uccelli. 

LASCIAMI FARE 

L’eterna storia dell’Artista, che secondo alcuni perde il suo tempo a bere, fumare e  cantare. 

CONDIVIDIAMO 

Forse per la prima volta nella scrittura di Stefano, una canzone diretta, semplice,  sull’amore. La parola “condividiamo”, utilizzata dall’Autore già una decina d’anni fa, diventa  oggi, nell’era dello “sharing”, modernissima, e perfetta per descrivere emozioni vissute in  due. 

L’AMORE Sì 

L’amore non muore mai, muta e cambia, ma non muore mai. E’ un’ancora di salvezza,  controlla le stagioni e persino l’arrossire delle rose. 

UNA LUCE IN FONDO 

‘Se tu mi guardi le spalle/posso proteggerti un po’’ è una frase importante in questo brano.  Anche dovessimo vedere la luce in fondo al tunnel, dipenderà solo e soltanto da noi uscire  dal baratro e rivivere. 

Creare un nuovo futuro è un miraggio, ci guarderemo le spalle da soli e regoleremo il  futuro con le nostre forze. E magari diventeremo più forti e “più biondi..” 

SEVERO 

È una dedica a mio Padre, dopo la sua scomparsa. 

Ascoltalo qui: https://bfan.link/la-magnolia-stellata

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Pop

Vi raccontiamo “Amor Vincit Omnia” dei Miqrà

Chitarre, poesia, pensieri, parole, flussi di coscienza, groove, queste alcune delle parole che descrivono i Miqrà nella loro essenza più intima.

Il disco della band siciliana di cui vi parleremo s’intitola “Amor Vincit Omnia” ed il suo linguaggio arriva diritto al cuore, come una freccia che non fa male. Il disco però, non è un semplice tripudio di belle parole “sole cuore amore”, i Miqrà infatti sanno usare molto bene le distorsioni mettendo in bella mostra anche i muscoli, le ferite e le malinconie più profonde che possono trasformatisi in veri e propri manifesti.

A partire dal singolo “La catastrofe in me” possiamo sentire come la band non si sia mai fermata dall’ultimo disco notando una certa evoluzione (basti pensare agli archi inseriti nel brano). Una crescita che ha potenziato il sound della band siciliana che saltella tra l’indie ed il mainstream mantenendo sempre inalterato il proprio spirito rock’n’love.

In estrema sintesi, il disco dei Miqrà è un disco per esteti della parola, per ricercatori assetati di poesia e viaggiatori incanti alla scoperta di musica indipendente non scontata. “Amor Vincit Omnia” è un disco che seppur complesso e contorto a tratti può dare grandi soddisfazioni alla band sia in termini di pubblico che di qualità degli ascolti, attirando sempre di più in audience di persone che ricercano ancora la bellezza nella musica. Ad maiora.

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Indie Internazionale Pop

Le 5 cose preferite di Aura Nebiolo

Aura Nebiolo il 12 maggio ha pubblicato il nuovo disco “A KIND OF FOLK“, un concentrato di puro talento jazz! Noi ci siamo fatti raccontare da lei quali sono le sue 5 cose preferite, per conoscere meglio il suo mondo.

I Giochi di Parole
A dir la verità le parole mi piacciono quasi tutte, tranne alcune come “succulento”, che proprio non sopporto. In particolare mi piacciono quelle parole che vogliono dire più cose, più concetti! Oppure combinare le parole per crearne altre.Il titolo del disco è un gioco di parole su più piani, traducendolo può significare “un tipo di Folk”, inteso come genere musicale, oppure, il significato che intendo io, “un tipo di gente”.È un gioco nel gioco perché riprende il titolo di una composizione che amo di Kenny Wheeler, “Kind Folk”.


Camminare nei Boschi
Ho sempre vissuto in campagna, ma quand’ero bambina il bosco mi faceva tanta paura. Lo vedevo buio, pericoloso, insidioso. Ora lo vedo per quello che è, insidioso sì, ma pieno di vita, di incontri ed incastri. In “Frequenze Armoniche” ho cercato di tradurre queste sensazioni in note.Poi mi dite se ci sono riuscita o a cosa vi fa pensare questo brano!


Le Ombre
Adoro il sole in faccia, quella sensazione di calore che ti pervade da fuori a dentro. Ma trovo molto più interessante ciò che la luce fa alle nostre figure, le allunga, le deforma. Può renderci dei mostri o delle fate, con le mani.Di luci e ombre è impregnato tutto il disco, sono concetti che tento sempre di coniugare all’interno delle mie composizioni. 


Il mio disordine
Senza il mio disordine non sarei io, e non sarebbe nata l’introduzione di Good Roots. Nel mio disordine c’è sempre tutto quello di cui ho bisogno, basta trovarlo! Ma la ricerca è sempre una di quelle cose che mi appassiona.
Ps: adoro il mio disordine, non quello altrui eheh

I gatti
Questi esseri così indipendenti, fieri, che sopportano il dolore e lo mascherano con indomito coraggio. Anche pigri e spesso indolenti.Avevo un gatto con un naso grigio, che ha vissuto con fierezza fino al suo ultimo giorno. “Grey Nose” è per lui e per il suo coraggio.
Che di coraggio ne vorrei anche un po’ io per affrontare le parole che a volte non so gestire, le insidie e gli incroci intricati ed intriganti dei boschi, le ombre e il disordine della mente.

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Post-Punk

Le 5 cose preferite dei Ragazzi del Massacro

I Ragazzi del Massacro tornano con un nuovo disco, “Juvenile Street”. Un lavoro dal sapore Noir che ci riporta indietro nel tempo sino agli inizio degli anni ’80. Per conoscerli meglio ci siamo fatti dire quali sono le loro 5 cose preferite.

MILANO

la città che ci ha accolto e che ci dà ispirazione, occasioni per creare e dove vorremmo che le occasioni live per le band indipendenti fossero più sviluppate.

In quanto motore di tante cose in Italia, non sarebbe male fosse anche un incubatore di proposte meno mainstream. Per il set fotografico del nuovo album abbiamo scelto proprio panorami della zona milanese dove proviamo dove abbiamo cominciato e dove facciamo musica.

LIVE

Inteso come musica suonata per creare un canale con il pubblico. Musica Live che è in sofferenza in questo periodo ma che speriamo torni a essere protagonista. “Juvenile street” la tille track è stata registrata praticamente in ambito live, anche se in studio proprio per mantenere l’immediatezza di un brano nato in soli pochi giorni.

NOIR MILANESE : DERIVAZIONE DEL NOME DEL GRUPPO

I ragazzi del massacro è il libro di Scerbanenco ambientato a Milano e ambientato proprio in zona Piazzale Loreto dove viviamo, proviamo e che soprattutto io come cantante della band ho sempre vissuto. Noise of the bombs è un brano che racconta proprio della vita ai margini in periferia, dove le bombe non sono solo quelle che cadono in guerra e la strada diventa un campo di battaglia.

IL VINTAGE

Inteso come attitudine, come sound, attitudine perché poco social poco avvezzi agli strumenti tecnologici per promuovere la musica, fare vinili e dischi come prima scelta, infatti abbiamo scelto di stampare New kind of Sex e Big one in formato 45 giri, In modo che anche i Dj underground possano metterli in scaletta.

POST-PUNK

Il genere da cui attingiamo maggiormente il nostro stile, i brani simbolo sono “She Doenst’ wanna come back” e After Midnight, di chiara matrice garage ma che spaziano in influenze rock and roll e  energia punk.

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Comunicato stampa

Fuori ora il nuovo album di Pier Adduce “La bottiglia Blu”

Primo album in solo per Pier Adduce (voce, autore dei testi, chitarrista e fondatore dei Guignol nati a Milano nell’ormai lontano 1999), la BOTTIGLIA BLU rompe – anche se solo temporaneamente – un’inerzia fatta di dischi, tour, suoni, versi e vicende condivise con la sua storica formazione nell’arco di quasi 23 anni – nelle varie e diverse incarnazioni succedutesi nel tempo – pur conservando con essa, in parte, quella continuità narrativa e di attitudine, che caratterizzano da sempre la cifra stilistica dell’autore. 

“Contenitore trasparente e insieme torbido: contiene un nettare dall’aroma e dal gusto che inebria, ed esalta, ma poi tradisce e schianta: vino o veleno, nettare o fiele…”.

Piena e vuota di messaggi, spiriti e demoni –  un po’ come il mitologico vaso di Pandora – esala il gusto e l’aroma di assortite solitudini, irrinunciabili vizi, insaziabili avidità, divoranti ambizioni, manipolazioni impercettibili, dipendenze psicologiche e fisiche, sottomissione, prevaricazione, razzismo, vendetta, rivolta, riscatto.

La BOTTIGLIA BLU brinda – e getta la sua benzina! – sul fuoco perenne di questi anni fatti di alienazione (vera o indotta) e reale o finta mobilitazione (dai toni sempre più guerreschi e grotteschi) lasciando intravedere perfino una possibile luce sul fondo della stessa…

Non prima di averla vuotata per bene.

Canzoni scritte e composte da Pier Adduce tra il 2020 e il 2021 ( tranne la traccia 9*).

Suonate e arrangiate da Pier Adduce e Giovanni Calella, che ne ha curato anche la produzione, il missaggio e il mastering al Diabolicus Studio, Milano, tra il settembre 2021 e il dicembre 2021.

Si ringraziano poi i vari ospiti: Luca Olivieri ( piano e mellotron su traccia 3 “Se ci manchiamo”), Barbara Eramo (voce e armonizzazioni su traccia 3 “Se ci manchiamo”), Massimiliano Gallo (viola su traccia 1 “Rimani tu” e traccia 4 “Non per amore”), Sarah Stride (voce su traccia 2 “La bottiglia blu” e 5 “La scommessa”).

*Il testo del brano “Additivo” è dello scrittore ed editorialista Maurizio Baruffaldi.

Si ringraziano poi Paolo Libutti per il progetto grafico e Leonardo Adduce per i disegni.  

Tracklist

Rimani tu

La bottiglia blu

Se ci manchiamo

Non per amore

La scommessa

Canzone del teppista

Carta moschicida

Fino in cima

Additivo*

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Pop

Max Casali: il mio “St3rzo” è un calembour

Il 4 giugno 2021 è la data che sancisce il ritorno discografico del cantautore romano Max Casali con “St3rzo“, a cinque anni di distanza da “Secondo a…nessuno!” e a dieci da “Per certi versi”.

Noi abbiamo colto l’occasione di farci raccontare il suo nuovo album, buona lettura!

Ciao Max benvenuto! Complimenti per l’uscita del tuo album “St3rzo”, ti va raccontarci qualcosa su questo progetto?

Certamente! Anzi, vi ringrazio per questa occasione che mi date. E’ un progetto forse un pò fuori epoca, poichè far uscire 13 canzoni non è lo standard richiesto da ascoltatori sempre meno pazienti di far sostare le orecchie per tentare di ca(r)pirne i significati più reconditi; però è intriso di onestà: quella che perseguo da sempre per non essere banale e, soprattutto, per portare rispetto a chi ascolta le mie canzoni, donandogli il mio impegno….Massimo.

Quale tra le 13 tracce ti emoziona di più?

Spesso è molto difficile fare delle scelte, però c’è un dato eloquente che ti dà un’indicazione precisa: quando, nel momento che la sto incidendo o ri-ascoltando mi percorre un brivido sulle braccia. Indicherei Popolo di maghi”, riproposta con un finale di violini più lungo e maestoso e poi “Segnali di noi(a)” perchè in sala d’incisione ho provato l’emozione di sentirmela addosso con  passione ed ardore a tal punto che è stata l’unica della serie “buona la prima…”

Parlaci del significato del titolo “St3rzo”!

Per citare un francesismo, è un “calembour”, un gioco di parole che racchiude il doppio significato che trattasi del mio Terzo album, ma poi basta aggiungere una “S” per evidenziare che conterrà una tratta di virata stilistica, soprattutto nella parte centrale del disco, quella che va da “Bulli e rupe” a “Manipo(po)lazione”

Dove ti piacerebbe suonare live questo album?

Più che concerti, la dimensione migliore per presentare il disco la vedrei con degli show-cases nei centri commerciali: meno pubblico per poter avere il piacere di scambiare parole con gli estimatori ed accontentare, cosi, un pò tutti. 

Cos’hai in programma ora?

Avvicinandosi le ferie per tutti, questo primo mese di uscita è stato come dare un’anteprima dell’album ma poi a settembre uscirà il disco anche in formato fisico e potremo, cosi, riprendere la sfera promozionale con testate, radio e tv. Inoltre, non ignorerò chiaramente le voci di altre ispirazioni, pronto a mettere nero su bianco altre tematiche . Buone ferie a tutti e vi aspetto dopo l’estate.

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Comunicato stampa

“St3rzo” è il nuovo disco di Max Casali

Il 4 giugno 2021 è la data che sancisce il ritorno discografico del cantautore romano Max Casali, a cinque anni di distanza da “Secondo a…nessuno!” e a dieci da “Per certi versi”.  

Il nuovo album s’intitola “ST3RZO” e già dal titolo si evince una doppia lettura: per l’artista capitolino (ma trapiantato a Reggio Emilia) si tratta del terzo LP ed in esso si riscontra (in alcune tracce) un’evidente virata stilistica più minimale che corposa rispetto ai dischi precedenti.

La tracklist di “ST3RZO” comprende 13 brani, di cui 11 inediti e 2 “ripescaggi” dal precedente album, ossia “Arsenio Lupin”, inserita come ghost-track, e la bonus-track “Popolo di maghi”.

Scritto interamente da Max Casali, l’album è stato registrato presso il Music Inside Studios di Rovereto sul Secchia (MO), il “Safe & Sound Studio” di Montecavolo (RE) ed il Busker Studio di Rubiera (RE), sotto la supervisione di Luca “Zanna” Zannoni,  Valerio Carboni (“ContenuDi) e Fabio “Bronski” Ferraboschi (“Arsenio Lupin”).

Tante le tematiche sociali trattate dal cantautore che mette in evidenza i pericoli del web, la piaga del bullismo, la giustizia fatiscente, la manipolazione di popolo, la vergogna dei fannulloni, i ponti che crollano, preoccupanti segnali di noi(a) giovanile, l’arte che soffre di contenuDi ma anche episodi ludici e d’evasione sempre esplicati con la giusta ironia che lo identifica. Certamente un album che vuole far meditare un poco alla volta per un cantautorato che richiama le sonorità del passato con un occhio sempre vigile sulle vicende attuali. 

Il disco annovera due presenze prestigiose: Valerio Carboni (apprezzato music-maker e polistrumentista già al lavoro con Masini, Amoroso, Finardi, Nek, Stadio e tanti altri) che duetta in “ContenuDi” e Andrea “Zanna” Zannoni (qui in veste di produttore artistico e co-arrangiatore) che recita in “Bulli e rupe”. Completa il team lavorativo Daniele Andinetti al banco-mixer.   

ST3RZO è già disponibile sulle piattaforme di streaming e download online.

BIO:

Max Casali è un cantautore, promoter musicale e speaker radiofonico classe 1962.

Vasta esperienza nel settore e fitto passato artistico con totale dedizione verso la musica in tutti i suoi aspetti (dal collezionismo, allo scoprire potenziali talenti, all’essere speaker ed organizzatore di concerti per artisti emergenti, ad intuire nuove tendenze artistiche).

Questo impegno lo ha portato nel 1985 ad essere tra i primi pionieri della Break-Dance, sancito poi dal riconoscimento di campione italiano nel 1987. 

Nello stesso anno, propone un rap in italiano “U.K. Mania” sotto lo pseudonimo di Mister Ooze, seguito nel 1990 da “Clean Dream”.

Da alcuni anni è anche uno stimato recensore musicale e compone testi cantautorali, con temi che vanno dal sociale al fantasioso. 

Come cantautore ha all’attivo tre album: “Per certi versi” (2011), “Secondo a…nessuno!” (2016) e “St3rzo” (2021) che lo hanno messo in luce come apprezzato paroliere. 

“Da alcuni anni compongo e scrivo inediti, con temi che vanno dal sociale al fantasioso. Quando scrivo di attualità è perché sono molto vigile sul sociale. E’ il cuore che mi suggerisce, spesso di getto, quello che sento di dire e quindi scrivo e basta, senza fare tatticismi. Non sono interessato a ideare tormentoni: con i miei pezzi cerco di infondere un messaggio che possa trasmettere un raggio di speranza per tutti oppure far trovare quel punto d’unione che dia un senso di comunità e di rispecchiarsi in ciò che propongo, senza presunzioni. Credo, inoltre, che le canzoni debbano essere anche evasione e divertimento ed infatti non disdegno di inserire, nei miei lavori, anche episodi del genere, per rendere vario il piacere dell’ascolto. Ho passato una vita a corteggiare la sig.ra musica e devo dire che senza di lei non so se starei a raccontare tutto ciò.”  Max Casali.

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Indie

Blue è il colore primario di Boetti

A una settimana dall’uscita del loro primo album “BLUE“, abbiamo intervistato i Boetti, duo adrenalico e rockettaro che ci racconta nel dettaglio il loro nuovo progetto.

Ciao Boetti, benvenuti! Presentatevi a chi ancora non vi conosce, magari proprio attraverso un’opera dell’artista Boetti!

Siamo un duo, veniamo da Prato. Damiano è penna, voce e chitarra; Meti batteria. Ci piacerebbe lasciarci descrivere da “Alighiero E Boetti”, perché rappresenta il senso di doppio interiore (ma anche di unità binaria) che caratterizza questo progetto. Boetti è un feticcio, un’entità che racchiude entrambi e attraverso la quale possiamo esprimere cose che da soli, come singoli individui, altrimenti non saremmo riusciti ad esprimere. In più si tratta di un’opera visiva, ma che è costituita solo da parole (di qui l’importanza che diamo al testo); una tela realizzata in Persia, dalle ricamatrici e artigiane dei tappeti, e una parte del nostro DNA viene proprio da lì, dall’oriente.

Il 28 maggio pubblicate finalmente il vostro primo album, il vostro umore è ancora blue?

La gioia che stiamo provando, almeno quella potenziale, è qualcosa davvero di inimmaginabile. Ma purtroppo siamo delle persone che ancora non riescono a godersi il “qui e ora” di certi momenti. Questo disco è la base da cui ripartire subito alla conquista dello step successivo. Dentro di noi siamo sempre in viaggio.

Ma andiamo più nello specifico: qual è la motivazione che si trova dietro alla scelta del titolo?

Tutte le canzoni di questo album rappresentano momenti di dolore, fallimento e frustrazione. È una cosa di cui non avevamo troppa coscienza durante la scrittura, ma che abbiamo realizzato praticamente alla fine dei lavori. Per questo, nonostante abbiamo provato a creare una sorta di altalena musicale-umorale anche nella scelta della tracklist, alla fine ci è venuto naturale definire i pezzi per identità e non per differenze.

Qual è secondo voi la canzone che meglio rappresenta l’anima del disco?

Forse “Boetti blue”. È quella che chiude il disco, l’ultima che abbiamo registrato, l’unica che abbia quella consapevolezza complessiva di cui sopra. Rappresenta un po’ la chiusura del cerchio: il suono diventa frastuono, la voce un urlo.

Ora che i concerti sembrano essere possibili, avete già fissato qualche data in cui potremmo venirvi ad ascoltare?

Stiamo lavorando duramente al calendario estivo, anche se sappiamo (e speriamo) di poter guardare con più fiducia al prossimo autunno inverno. Sicuramente non mancherà qualche anteprima, ma per scaramanzia non diciamo nulla. Dita incrociate e aggiornamenti da seguire sui nostri canali social.

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Elettronica Indie Pop

Guida all’ascolto del nuovo album di Sibode Dj

Non lo so” è il nuovo album di Sibode DJ, pubblicato oggi 7 maggio per l’etichetta romagnola Brutture Moderne.

Sibode DJ finge di non sapere quello che ha tra le mani e che, come un dono prezioso, ci rende con prudenza e apprensione. Abituato com’è a fare della sua musica un rito sacro oltre che una performance artistica, Sibode, sembra un po’ impacciato a farci ascoltare il suo disco soltanto online, eppure, non si tira comunque indietro e sceglie così di farci ascoltare le 12 canzoni che compongono “Non lo so”, album nato tra il salotto di casa sua e i palchi.

Un viaggio introspettivo e psichedelico tra il funk, l’elettro pop anni Ottanta e la psichedelia, a cui noi abbiamo cercato di dare la nostra interpretazione personale.

Si parte con “O.Y.M.P.A.F.L’A.(I).S.D.T.” un acronimo tanto lungo quanto folle, un brano questo che scandaglia le sonorità del funky mixate alle battute di Zed di Scuola di Polizia. Passiamo poi a “Sbagliato o no”, canzone fatta di cori e trombe per ricordarci che tutto ciò che facciamo nel bene o nel male è sempre giusto se lo facciamo con consapevolezza. La corporeità del dolore diventa il motivo alla base del brano dalle vibes molto anni Ottanta “Menomale che (meno bene)”. Con “Suko” scopriamo essere possibile la combinazione dell’elettronica anglosassone alla balera romagnola: un inno non solo alla globalizzazione ma anche a farsi gli affari propri.

Non dimentichiamoci la psichedelia e infatti ecco che arriva “Gli animali della giungla”, brano anche questo ricco di spunti ipnotici e rituali. A questo poi seguono brani più introspettivi e solipsistici in cui ad una prima fase di solitudine segue quella dell’esplosione e della rivoluzione, non solo esteriore quanto piuttosto interiore, che ci fa ballare e gridare come accade in “Grande Felicità” (hit che non vediamo l’ora di ascoltare remixata su tutte le spiagge romagnole).

Speriamo dunque che con questa piccola guida riusciate ad apprezzare anche voi il nuovo lavoro di Sibode!