Leo Lennox ha solo una vaga assonanza con l’artista Lennon, perché per tutto il resto, l’artista di casa Revubs Dischi si rifà ad un genere che mette insieme pop, rap e, perché no, anche la dance. A dimostrarlo è il suo nuovo singolo “Pour moi”, fuori dal 14 luglio su tutte le piattaforme e pronto a farci scatenare in pista mentre cerchiamo di non versare lacrime amare per chi non ha saputo apprezzarci così come siamo.
“Pour moi” è il canto egoico ma non egoistico, egocentrico ma non narcisitico di Leo Lennox: sì perché come si intuisce già dal titolo, l’artista finalmente sceglie di mettere al centro del suo mondo e della sua musica in primis sé stesso. Dopo anni passati ad assecondare voglie e desideri altrui, ecco che “Pour moi” canta di questa volontà di riscatto prima di tutto verso sé stessi.
Ecco che noi abbiamo voluto scavare a fondo nella questione, ed è per questo che vi lasciamo con la nostra video intervista preparata ad hoc per Leo Lennox!
Sento le tue mancanze è il nuovo video del complesso emiliano-veneto Piunz, la perfetta colonna sonora dell’estate. L’autore, Mario Asti, esegue le parti vocali, di chitarra e di flauto traverso. Il resto degli strumenti, l’arrangiamento e la produzione sono realizzati in amicizia da Valerio Carboni, con la supervisione del prof. Matteo De Benedittis.
Il video, girato da Federico Landini, parla di Anna che vive per un attimo il sogno di ogni donna di avere un uomo bello, servizievole, che sa lavare i vetri, stirare, cucinare, mentre lei può darsi lo smalto, farsi l’idromassaggio e fare yoga…Purtroppo però il sogno è breve e Anna torna bruscamente alla realtà di cui sente tutte le mancanze…
BIO:
Piunz è un complesso emiliano con intruso veronese, attivo da alcuni anni sia in studio che dal vivo. La band ha all’attivo due album entrambi reperibili su spotify e tutte le principali piattaforme di
distribuzione digitale.
In esso hanno militato numerosi musicisti per periodi più o meno brevi, facendo somigliare l’esperienza, più a un collettivo che a una classica band. L’autore principale è Mario Asti che è anche voce e pluri-musicante. Oltre alla formazione classica vantano un intervento rap di Murubutu nel brano Piatto del loro primo Album. Hanno più volte condiviso il palco con Walter Carluccio, in arte Walzer (vedi Esce Ma Non Mi Rosica, Persia’s Got Talent e Tranvieri Che Si Salutano). Valerio Carboni (Warner etc etc) ha suonato con loro il basso e la batteria durante alcune gig. Il loro brano Stile di Vita è presente nella compilation di beneficienza Core Nostro insieme ad artisti quali: Lassociazione, Frankie Magellano, Murubutu, Mara Redeghieri, Rio, Graziano Romani, Fabrizio Tavernelli, Ustmamò, Massimo Zamboni. Con il loro brano M’Illumino Dimeno, arrivarono secondi al concorso dei M’IllumInni, indetto da Caterpillar di Radio Rai2. Il brano SISSI (all’acqua bene comune) fu ripreso da varie emittenti radio e tv come colonna sonora del movimento per l’acqua bene comune. La produzione del loro primo album è di Valerio Carboni (nel frattempo approdato nelle fila di Warner) che ha curato anche quella dell’ultimo singolo e di qualche brano del secondo album, in gran parte prodotto quasi live presso lo studio voxrecording studio di Andrea Fontanesi.
“40” è il nuovo singolo di Marquica. Un inno funky ed ironico alla femminilità e all’età della consapevolezza e con il quale la cantautrice si leva qualche sassolino dalla scarpa nei confronti di una società non ancora “woman friendly”.
Abbiamo chiesto a Marquica quali sono le sue 5 cose preferite.
BIG FISH – Le storie di una vita incredibile
Amo Tim Burton, da sempre, in questo film c’è Ewan McGregor che è un artista poliedrico di cui sono innamorata dagli esordi. Questo film racconta una storia tristissima in modo poetico e fantastico, a tratti musical, è un viaggio di avvicinamento e resa dei conti , tra un padre esagerato e un figlio anaffettivo. Lo rivedo quasi tutti gli anni perché mi fa stare bene, lo trovo magnifico non solo nella regia, non mi annoia mai e sa sempre stupirmi, darmi spunti nuovi.
Adoro come Tim Burton sia riuscito a rendere la vita del protagonista ,che il figlio reputa un ciarlatano raccontastorie, tanto delicata e viva, riesce a trasportarmi in una realtà in cui alla fine ci si chiede se l’aver enfatizzato i particolari o la narrazione degli episodi salienti della vita di un uomo semplice, non sia stato per poter alleggerire e rendere magnifiche, la nascita dello stesso figlio e l’incontro con la madre. Amo i film che ci portano altrove, qui si balla, si entra nel circo, in un paese dove si appendono le scarpe all’ingresso, la musica è perfetta e Tim è di sicuro uno dei registi più vicini al mio gusto cinematografico.
GIURA, Stefano Benni
Benni, da 20 anni, è lo scrittore che piu’mi fa ridere al mondo, insieme a John Niven. La scorsa estate avevo proprio voglia di un romanzo senza pensieri, ho comprato “Giura” e in una sera l’ho divorato. Benni ama il mondo dei ragazzi e i suoi protagonisti spesso sono bambini, questa è una storia d’amore lunga una vita, mai davvero compiuta in senso classico, eppure vissuta intensamente e totalmente, descritta come solo il Lupo(soprannome di Benni) sa fare, commuovendosi col sorriso. Ci sono immagini fortissime, lettere d’amore tenere e ironiche, forse il suo libro che ho amato di più’. E’ stata una carezza estiva bellissima.
Pedalar cantando
Amo la bicicletta e la uso per scrivere. Pedalando libero la testa e solitamente dopo i primi 20 km arrivano melodie nuove, frasi, i testi che magari non ho ancora terminato, si completano. 40 è nata sul Lago di Garda durante una session di scrittura, eppure ho ridefinito il testo pedalando da Milano a Trezzo sull’Adda, li’ mi sono fermata ad osservare le donne intorno a me ed ho pensato che fosse proprio arrivato il momento di celebrarle con una canzone viva ed energica.
Andare in bicicletta è come meditare, si creano spazi nuovi e ci si ascolta seguendo un ritmo, come quando si canta.
Mariangela Gualtieri
Da quando ho memoria, la poesia mi affascina, ho sempre sentito, fin da bambina, da Gianni Rodari, un parallelismo alla struttura musicale. Due anni fa ho scoperto questa donna magnifica che è Mariangela Gualtieri, poetessa di Cesena, fondatrice della compagnia Teatro Valdoca, innovatrice e donna piena d’amore. Lei mi ha ispirato per 40, per questo senso di gioia e benessere che trasmette nelle sue liriche, quasi estatico. Quando la si ascolta recitare si ferma il tempo, ha occhi d’acqua e arriva autenticità e voglia di lasciare un bene infinito al mondo. Credo sia questo il compito piu’alto degli artisti e dell’arte e so che è questo ciò che voglio trasmettere con la musica.
Hayao Miyazaki
Tra me e Miyazaki è stato amore a prima vista. Ero in vacanza in Valtellina, l’unico posto dove guardo la televisione e faccio zapping, girando su Rai YoYo c’era “Il castello errante di Howl”. Ne sono rimasta folgorata e da buona figlia dei cartoon anni 80 e 90, ritrovavo molte analogie e richiami alla mia infanzia. Ho cercato e guardato tutti i suoi film, ancora oggi “Il castello errante di Howl”resta il mio preferito. Miyazaki disegna con un’anima profonda, i suoi personaggi sono spesso ragazze e ragazzi che vivono situazioni molto forti e crude. Hayao trasforma ogni quadro in poesia sublime, scegliendo colonne sonore bellissime. Quando ho scritto 40 ho pensato a “La principessa Mononoke”, una ragazza libera,selvaggia e con una vitalità esagerata.
Nube, lo abbiamo conosciuto con “come un film di wes”, il suo singolo d’esordio per casa Revubs Dischi e continuiamo il viaggio mistico della sua conoscenza con il nuovo brano “Dejà vu”, fuori dal 9 luglio.
Continua l’attenzione dell’artista per tutto ciò che è immateriale ed etereo, come la musica, il passato, un dejà vu appunto. Per anni la scienza e la psicologia hanno tentato di spiegare un fenomeno tanto verisimile quanto paranormale: una connessione con il nostro io più lontano? Oppure una sorta di back up dei nostri ricordi mentre siamo impegnati a fare altro?
Nube ci dà la sua versione. E anche noi, incuriositi, non potevamo non intervistarlo, per farci spiegare tutti i segreti nascosti dietro la genesi del suo nuovo brano.
La giovanissima cantante 1LY, nome d’arte di Ilaria Orlandi, dopo l’uscita del suo primo EP di covers “Wanna Be (Back In Time”) torna con il nuovo singolo inedito “Mare (Supersensazionale)“.
Il brano è un mix tra sonorità indie-pop e tropical-r&b, racconta l’arrivo dell’estate con gli occhi e la spensieratezza delle giovani generazioni dopo un periodo difficile come quello appena vissuto:
“Per me con l’arrivo dell’estate tutto sembra così allegro, gioioso e più colorato: dopo un lunghissimo anno passato tra i libri di scuola, con tutte le difficoltà legate alle problematiche di questo periodo così buio. Arrivano finalmente le vacanze estive e questo vuol dire divertimento a non finire e giornate da passare al mare con gli amici. Questo è un brano molto allegro, gioioso e divertente che invoglia a fare festa fino al tramonto, gustandosi le vacanze sotto l’ombrellone e vorrei esprimere gioia, allegria, solarità, ottimismo e positività” racconta la giovane 1LY.
“Mare (Supersensazionale)” – scritto da Kennddya e 1LY, arrangiato e prodotto dai Browser & System, distribuito da Picolé Music e management a cura di Kennddya e dei Browser & System – è già disponibile su tutte le piattaforme digitali, con videoclip ufficiale in arrivo il 12/07 sul canale YouTube di 1LY.
BIO:
Ilaria Orlandi, in arte 1LY, nasce 14 anni fa a Massa Carrara da madre brasiliana e padre italiano.
La sua grande passione per la musica ed il canto si manifesta già in tenera età e si fa sempre più presente nel corso degli anni, partecipando sin dall’età di 10 anni a vari concorsi canori ed eventi musicali di pari passo con il suo percorso scolastico.
Affiancata dal suo team, composto da una vocal coach e un dj/producer, decide di intraprendere la carriera musicale di cantautrice: tramite l’etichetta Picolé Music pubblica nel 2020 il suo primo EP di cover “Wanna Be (Back In Time”) che le permette di ottenere i primi riscontri da parte del pubblico.
Nell’estate 2021 pubblica il primo singolo inedito “Mare (Supersensazionale)”, caratterizzato da un sound che spazia da sonorità indie-pop a quelle tropical-r&b.
Dopo l’ottimo riscontro di “Si può fare” – oltre 40mila views in meno di un mese e colonna sonora del progetto di Matteo Gamerro che percorre in carrozzella dal Piemonte alla Puglia al fine di sensibilizzare sulla sclerosi multipla (notizia ripresa anche dal TG1) – Forjay torna con il nuovo singolo “Corona e Limone”.
“Da Napoli a Torino da Pechino a Dubai”, “Corona e Limone” è un brano per ricordare la vita vera e le risate in compagnia senza la paura dei periodi difficili appena vissuti.
“Immagina un pomeriggio di inizio estate, una di quelle giornate pazzesche in cui il sole sembra non tramontare mai ed il cielo è d’un azzurro memorabile che ricorda gli occhi della persona che amiamo. L’aria profuma, ti riempie i polmoni, arrivi in spiaggia, piedi sulla sabbia, non c’è quasi più nessuno, ti fermi al bar e ordini da bere. L’aria è calda, la bottiglia ghiacciata e il limone profuma d’estate. Fai un respiro profondo e realizzi quanto questo lo spettacolo della vita ti fosse mancato!” afferma Forjay riguardo le atmosfere della canzone.
Scritta da Forjay (Simone Cesaro) per Faustini Produzioni con la produzione artistica di Paolo Ojetti, Lorenzo Morresi e la collaborazione di Leonardo Fontanot al Castaway Studio di Civitanova Marche, Corona e Limone è disponibile in tutti gli store online con videoclip ufficiale sul canale YouTube di Forjay.
BIO:
Forjay, all’anagrafe Simone Cesaro, nel 2013 fonda e prende parte al suo progetto artistico, prima come batterista e co-autore di testi, poi come voce solista-autore di testi e musica.
Da sempre attratto dalla contaminazione di stili e sonorità, fonde suoni acustici ed elettronici proponendo un pop italiano che mescola diverse sonorità, alternando parti cantate a parti spoken/rap.
Filo conduttore di ogni creazione firmata Forjay è una costante ricerca personale, ricerca che da dentro arriva alla penna per diventare suono e colore attraverso una particolare modalità di ispirazione e composizione itinerante: il viaggio in bici.
Ha all’attivo il disco “L’amore è una scelta” (2017) e l’EP “Siamo eternità” (2019).
Nel 2021 pubblica i singoli “Si può fare” – colonna sonora del progetto di Matteo Gamerro che percorre in carrozzella dal Piemonte alla Puglia al fine di sensibilizzare sulla sclerosi multipla (notizia ripresa anche dal TG1) – e “Corona e Limone”.
“Venere” è il nuovo singolo di Antonio Ranieri in featuring con Mene Uturz.
Venere è una canzone che racconta le difficoltà nel vivere una storia per colpa del pregiudizio:
“Purtroppo nella società in cui viviamo tendiamo a giudicare anche l’amore tra persone per via del colore della pelle, per le differenze sociali o per le coppie dello stesso sesso, questo porta ad esasperare il rapporto togliendo la libertà di viverlo liberamente. Venere rappresenta quel posto dove non esistono queste barriere e si è liberi di essere se stessi” racconta Antonio Ranieri riguardo la canzone.
“Sono un cantautore e amo parlare di tutte quelle emozioni che accompagnano ciascuno di noi durante la vita quotidiana. La mia musica è un modo per esprimere i miei sentimenti ed i miei stati d’animo raccontando storie o momenti che possano arrivare ed emozionare chi l’ascolta” continua l’autore.
Il brano, scritto, composto ed arrangiato da Antonio Ranieri, con la partecipazione di Mene Uturz nella seconda strofa, è disponibile a partire dal 21 giugno in streaming e download su tutte le piattaforme e store digitali, accompagnato dal video sul canale YouTube dell’artista.
BIO
Antonio Ranieri inizia il suo percorso artistico all’età di 14 anni come bassista.
Dopo la formazione del suo primo gruppo fa e le prime esperienze live nella capitale decide di intraprendere la carriera solista per esprimere emozioni e sensazioni liberamente nelle sue canzoni.
Comincia così l’avventura del cantautore romano, partecipando a diverse manifestazioni musicali a livello nazionale, tra cui le principali: LiveMi, progetto per il rilancio della musica emergente in Italia, in collaborazione col Comune di Milano e ATM, con la direzione artistica di Red Ronnie; selezioni di SanRemo Nuova Generazione 2010; YEM® 2010, patrocinato dal Comune di Roma “Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione” e dal Ministero della Gioventù classificandosi al secondo posto ed entrando nella Compilation “Radio Web Italia YEM® 2010” con il brano “Ossessione”; vince il contest Intesa San Paolo con il singolo “Le mie certezze” distribuito nella compilation Music Flash; apre per Fabrizio Moro nel 2012.
I suoi testi autobiografici parlano di amicizia, di amore, di sentimenti ed emozioni che accompagnano ciascuno di noi durante la vita quotidiana.
A livello discografico, pubblica nel 2009 “La stanza degli specchi” (etichetta Believe Digital), singolo prodotto insieme a Lele Anastasi, batterista ed autore di successi come “Benvenuti in paradiso” di Antonello Venditti, collaboratore del noto produttore A. Colombini, Mango, M. Zarrillo, G. Westley.
Nel 2010 pubblica l’album d’esordio “Le mie certezze” insieme all’omonimo singolo.
Nel novembre 2020 torna con il singolo “Un attimo di te” seguito nel giugno 2021 da “Venere”.
Ritornato dalla Scozia, ecco che Ttom ritorna in pista e in rotazione con un nuovo singolo, stavolta per l’etichetta Revubs Dischi: “Prendimi la mano” è il canto introspettivo di un autore che riscrive in chiave moderna ed elettropop quelli che sono i sentimenti che hanno da sempre accomunato tutta l’umanità.
Il testo gira intorno al detto “occhio non vede, cuore non duole“, chi non lo conosce?
Magari c’è chi lo conosce ancora meglio perché proprio questo modo di dire è diventano più o meno vero solo dopo essere stato davvero sperimentato sulla propria pelle, sul proprio cuore. Ttom conosce a memoria la sensazione che si prova a fingere di non sapere, anche quando non è l’occhio a vedere, e così ha deciso di dedicare proprio a questa emozione un’intera canzone.
Con lui poi abbiamo parlato anche della sua musica, ovviamente. E in modo particolare di quali siano gli artisti che gli sono stati vicini nei momenti più creativi e anche in quelli più spenti.
Insomma, lasciamo che sia Ttom a poter dare risposta a quelle che sono state le domande lasciate aperte dalla redazione, buona visione!
Luca Sammartino torna l’11 giugno con What a shame Mary Jane dopo il precedente ed apprezzato singolo Che Sberla! e la suite power folk Farina del mio sacco.
What a shame Mary Jane è un brano in pieno stile pop punk che vuole rappresentare, seguendo il concept di Che Sberla!, il momento in cui si realizza che la festa che credevamo di vivere – i momenti apparentemente tranquilli e positivi che viviamo – forse non è mai iniziata e si fanno i conti con sensazioni e momenti bui.
“In senso metaforico ho voluto esprimere il rapporto con depressione, solitudine e momenti particolarmente difficili che capita di vivere. Talvolta arrivano, si radicano, illudono che tutto vada bene e ci lasciano lì da soli, nel bel mezzo della festa, con l’assurda speranza che ritornino. Come un amore non ricambiato, l’effetto di una di una medicina, di una droga o la semplice sensazione di solitudine che si prova alla fine di un viaggio: emozioni che si radicano in noi fino a diventarne dipendenti” racconta Luca Sammartino riguardo il messaggio del brano.
What a shame Mary Jane – scritta e composta da Luca Sammartino, musicata con “i Fenomeni” Marco Fapani, Christian Anfossi ed Andrea Cattarina, mix a cura di Marco Fapani @ 0371 Music Room, master a cura di Gianmarco Ricasoli @ Nထvola Records – è disponibile in streaming e download online a partire dall’11 giugno.
Bio:
Luca Sammartino è un cantautore, musicista, ufficio stampa e content creator musicale nato a Lodi il 19 luglio 1994.
Principali fonti di ispirazione per il suo sound ed i suoi testi sono artisti internazionali (Green Day, Oasis, The Struts e Bruce Springsteen), italiani moderni ed anni ‘60 (Rocky Roberts, Ligabue, Cremonini, Max Pezzali, Mirkoeilcane) e della vecchia scuola rock ‘n’ roll e folk (tra i tanti, Chuck Berry, Elvis, Johnny Cash e Jerry Lee Lewis).
Si appassiona della musica fin da bambino, esordendo dal vivo nel 2010 come batterista.
Nel luglio 2017 decide di dar vita al progetto solista Luca Sammartino, pubblicando a dicembre il singolo benefico “Blu” in memoria di Giorgia Galasso, amica molisana prematuramente scomparsa: il progetto coinvolge l’intera comunità di Agnone (IS), seconda casa dell’artista, vendendo più di 800 copie, raccogliendo più di €9000 devoluti all’AISM e dando vita all’associazione benefica “Amici Di Blu”.
Nel maggio 2020 torna con il nuovo singolo Che Sberla!, accompagnato dalla nuova band di supporto “i Fenomeni” (Marco Fapani alla produzione e batteria, Andrea Cattarina al basso e Christian Anfossi alla chitarra).
Nel 2021 è ospite di Red Ronnie per “We Have A Dream”, in cui riceve l’apprezzamento del noto critico musicale. Pubblica l’inedito “Farina del mio sacco”, omaggio all’omonimo disco dell’amico cantautore lodigiano Marco Fapani, ed il singolo “What a shame Mary Jane” che anticipa l’uscita dell’EP “Frugo nel frigo”.
Sui suoi canali social è attivo come content creator con l’obiettivo di raccontare il viaggio nel mondo della musica indipendente ed informare musicisti indipendenti ed appassionati.
Arriva l’estate e con essa anche i singoli più adatti alla stagione. Non fa eccezione Papa Fral, rude boy capitolino che propone una dancehall decisamente interessante e dal flow unico. “Downtown” è il suo nuovo singolo, recentemente pubblicato per Mitraglia Rec e con il quale l’artista romano non lascia dubbi sulla qualità della sua proposta. Ne abbiamo parlato con lui.
Ciao Papa Fral e grazie per il tuo tempo! Prima di tutto raccontaci com’è fare dancehall in Italia.
Grazie a voi, è un piacere per me! Fare Dancehall in Italia a volte è tremendo, come per molti altri generi. La fatica principale è quella di riuscire a superare i dogmi dei puristi del genere che spesso storcono il naso quando il loro genere preferito viene mescolato ad altro, cosa che faccio puntualmente. Ci sono anche numerosi lati positivi, perché essendo un genere poco esplorato nel nostro paese, almeno negli ultimi anni, rimane impresso nella mente della gente che lo sente per la prima volta, vedo questo soprattutto durante i live. È sicuramente una strada in salita, ma si balla, quindi va bene così!
Da persona e da artista, cosa ti lega a questo genere e, più in generale, alla Jamaica?
Sono le emozioni che mi legano a questo genere e quindi alla Jamaica, come ad altri posti. Adoro quell’isola perché è riuscita a ispirare più di metà della musica mondiale, me compreso. Dopo essere stato lì ho capito anche l’approccio autentico che la Jamaica ha con la musica e me ne sono definitivamente innamorato.
Passiamo a Downtown, il tuo nuovo singolo. Flow, testo e base pazzeschi per una traccia che potrebbe diventare davvero una hit! Da quale di questi tre elementi sei partito per farla nascere?
Se dovessi metterli in ordine direi flow, base e testo. Avevo un flow in mente, in maniera molto vaga; quando king The Eve ha composto il riddim il testo è uscito da solo.
Pensi che il 2021 sia l’anno buono per la dancehall in Italia? O reputi si debba ancora fare parecchia strada prima che il genere diventi più main?
La musica in generale dovrà faticare anche quest’anno ovviamente e si dovrà aspettare. Se dobbiamo andare ad una dancehall per stare seduti non ha senso, questo è chiaro!
Con quale artista italiano ti piacerebbe collaborare? Senza distinzione di generi.
Dipende, adoro fondere il mio stile con altri generi, quindi potenzialmente con quasi tutti gli artisti validi. Mi piacerebbe sicuramente collaborare con Clementino, i Sud Sound System, Vacca ed altri. Sicuramente una combo con Brusco è uno dei miei sogni nel cassetto da sempre, ma su questo non vi dirò assolutamente nulla per ora…
Per concludere: dove possiamo seguirti per non perderci i tuoi prossimi passi?
Sicuramente sui social, Instagram, Spotify, YouTube… Ma principalmente dovete venire ai live perché voglio vedervi tutti sotto al palco. Rimanete in ascolto perché sta per esplodere una bomba!