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Pop

Pietro Berselli, evidentemente sì

Quello di Pietro Berselli è il disco che ci ha accolto al rientro dalle vacanze. Ignorando totalmente il disco di debutto Orfeo l’ha fatto apposta, che pure adesso non riesco a smettere di ascoltare e di fare miei brani come Debole (senza regole), mi sono avvicinata a questo disco come fosse un’opera prima: uno schiaffo in faccia, un’autobiografia sfrontata, arrabbiata e rassegnata allo stesso tempo, stanca e incredibilmente adulta. Evidentemente no, come la sua title-track è la voce stanca di chi ha aspettato senza risultati, di chi è esausto per tutto. 

Mi sono ritrovata ad ascoltare questo album in un momento di quiete elettrica, quella in cui mi sono dovuta fare due domande sul mio percorso universitario, sulla mia relazione, un po’ su tutto insomma. Ed è stato così rasserenante scoprire di poter condividere questo peso con un cantautore del bresciano di cui non so, reciprocamente nulla. Di Pietro Berselli so che definisce i suoi brani un po’ “depre” e un po’ “passive aggresive”, un pensiero disilluso, sincero e quotidiano. Una boccata d’aria fresca in un momento di ipocrisia da social, schieramenti da Covid e mandrie di espertoni in geo-politica. Un mondo sincero, di chitarre che si intrecciano con una voce che sembra sul punto di piangere o ridere, come quando ascolti per la prima volta il tuo migliore amico su un palco di paese, lui è troppo emozionato e tu scopri che è bravissimo. 

Questo disco sistema i problemi, acquieta gli animi e ti accoglie negli infiniti viaggi di ritorno in autobus verso casa. E’ un disco che ti accoglie, che parla di provincia e di amore che si sfalda, è come Dawson’s Creek, senza i perbenismi televisivi e il senso di cringe che ti viene se qualcuno ti coglie di sorpresa alle spalle mentre stai guardando un telefilm per adolescenti. 

Vorrei aver avuto Evidentemente no al liceo, quando ascoltavo i Verdena anche se mi mettevano ansia e i Marlene Kuntz anche se non li capivo. Pietro Berselli mi avrebbe coccolata, e sicuramente lo avrei capito. 

Lasciami andare via, dove non c’è più niente. 

LB

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Comunicato stampa

Sta per arrivare un nuovo album di Pietro Berselli

Esce venerdì 3 settembre 2021 per Dischi Sotterranei il nuovo secondo album di Pietro Berselli, cantautore bresciano adottato dalla scena padovana. Già anticipato dai singoli Nord Europa e Spettatore, Pietro Berselli ci fa finalmente entrare nel suo mondo di limiti e le contraddizioni di un timido cantautore rock.

Il nuovo disco è fatto di contrasti, ci sono canzoni con cui non ho mai fatto pace e altre invece con cui continua un amore sincero. La cosa che le accomuna è stata una ricerca sonora che andasse a ricomporre tutti i pezzi del puzzle degli ascolti musicali di una vita. Il titolo è volutamente ironico, un monito a starsene sempre con i piedi per terra, sennò fai brutta figura.

BIO:
Spera di non essere stucchevole. Viene da Brescia ma ha un passato anche Padovano, insomma sta lì all’altezza della A4, nella nebbia. Pubblica un disco nel 2016, “Orfeo l’ha fatto apposta”, un concept album di canzoni un po’ depre e passivo aggressive che non nascondono un amore per la scena indipendente e non degli anni novanta. Nel 2021 esce un nuovo disco “Evidentemente no” un nome che spera di non essere un programma ma semplicemente un pensiero disilluso, sincero e quotidiano.

https://www.instagram.com/pietro.berselli/
https://www.facebook.com/pietrobersellilive

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Indie Internazionale Pop

Il lockdown secondo Pietro Berselli

Esce venerdì 9 luglio 2021 Nord Europa, il nuovo singolo di Pietro Berselli, che segue l’uscita di Spettatore, singolo pubblicato a giugno. Il cantautore bresciano ma padovano di adozione ci avvicina al suo secondo album dal titolo Evidentemente No, fuori per Dischi Sotterranei. Nord Europa è per tutti quelli che conoscono fin troppo bene l’altra faccia della nostalgia, quella che spezza il cuore.

Scelgo il Nord Europa come feticcio di terra dalle mille opportunità, ma potrebbe essere qualsiasi luogo, dipenda da chi ascolta. Non è così scontato pensare che alle volte per andare avanti, bisogna lasciarsi qualcosa alle spalle.

Gli abbiamo chiesto com’è stato il suo lockdown.

Come stai passando questo strano periodo, qual è la tua routine?
La mia routine ruota attorno ai due grandi momenti della giornata: il pranzo e la cena. Adoro la cucina quasi quanto la musica e la fotografia, quindi durante questo strano periodo ho potuto applicarmi parecchio alla prima, essendo le altre due impossibilitate maggiormente dagli spostamenti o da un improvvisa mancanza di creatività dovuta allo sbalestramento a cui siamo tutti stai soggetti.

L’arrivo della pandemia ti ha sconvolto qualche piano? Quale?
Ha sconvolto tutto. Ogni piano che avevo è stato rimandato a data da destinarsi, cancellato o nei migliori casi modificato.

Te la ricordi la primissima quarantena? Come la passasti?
La passai in un piccolo bilocale a Brescia, isolato come tutti. Dio benedica l’internet.

Shot with NOMO 135 B.

Di cosa parla il tuo ultimo singolo? L’hai scritto nell’ultimo anno?
No fa parte dell’era pre-covid. Spettatore parla della sensazione di restare fermo mentre tutto scorre ai 300km/h, della sensazione di perdere il treno, di restare indietro, di non essere riusciti a cogliere l’occasione. Dell’ansia di dover fare e avere tutto e subito.

Cosa ti manca più di qualsiasi cosa?
Sopra ogni cosa i concerti.

Ti ricordi ancora l’ultima serata che hai fatto post 22.00?
Devo essere sincero. Non mi ricordo.

Shot with NOMO 135 Ti.