“Elettrico” è il nuovo singolo di Simone Matteuzzi, uscito il 22 marzo 2024 via Zebra Sound con distribuzione Virgin Music Italia. Un mantra di esplorazione dell’irrazionale e dell’ineffabile.
Queste le parole con le quali l’artista milanese presenta la canzone: «Nata da una rielaborazione di una poesia di Dino Campana, “Elettrico” si articola come un esercizio di stile sulle allitterazioni e consonanze fonetiche delle parole. Partendo da questo pretesto nasce quindi senza significato, senza una vera idea. Piuttosto, come ogni buona accozzaglia d’arte futurista, trova il suo significato nella sua autocelebrazione, nell’essere sfacciatamente no-sense. Celebriamo il non senso, che è evocativo del vero ultimo senso.»
Puoi ascoltare il brano qui:
BIO
Simone Matteuzzi, cantautore e musicista della nebbiosa provincia di Milano, classe 2001, scrive e realizza le sue canzoni sonnecchiando qua e là tra accordi, profumi, sillabe e impressioni; forse con grande acutezza e sensibilità, o forse con un’ironia agitata, brulicante. Sin da bambino è innamorato della black music, suggestione che completerà negli anni del liceo con la scoperta e lo studio del jazz, della classica, del cantautorato e di vari generi sperimentali. Suona in numerosi locali di Milano e hinterland con progetti jazz e cantautorali. Nel 2022 vince il Premio“Ricerca e Contaminazione” della Pino Daniele Trust Onlus, con la quale partecipa successivamente come artista e tastierista all’evento “Qualcosa Arriverà”, audiovisual performance nella Galleria Umberto I di Napoli. Nel 2022 inizia a collaborare, come artista e produttore, con Zebra Sound, società di produzione ed edizione musicale di Milano, con la quale produce il suo progetto d’esordio. Con il suo singolo “Ipersensibile” è tra gli otto vincitori dell’edizione 2023 di Musicultura, Festival Della Canzone d’autore e della canzone popolare in lingua italiana e tra i finalisti di Jazz the Future, concorso indetto da JazzMI e Volvo Studio Milano. Nel 2023 inizia la sua collaborazione come artista con Costello’s Records.
Il 26 marzo 2024 è uscito “Blue”, l’EP d’esordio di Simone Porreca con distribuzione Artist First. Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda al cantautore.
ph: Stella Giulia Casarin, ad: Facciocosepunto
Ciao Simone, complimenti per il tuo freschissimo EP. Come ha vissuto un ragazzo nato sotto il segno dei Pesci questo esordio discografico?
Ciao! Innanzitutto vi ringrazio della bellissima opportunità. Penso che tutti sappiano quanto siano ‘altalenanti’ le emozioni e l’umore di chi nasce sotto questo segno particolare dello zodiaco. Ma tutto sommato questo esordio l’ho vissuto particolarmente bene, anche perché ho lavorato con persone meravigliose. Tendo ad essere molto rigido con me stesso e voglio che tutto sia perfetto e studiato nei minimi dettagli quando si tratta di una cosa a cui tengo particolarmente, con ‘Blue’ mi posso ritenere abbastanza soddisfatto.
“Blue” contiene al suo interno diverse tematiche che vanno a comporre il tuo personale “sussidiario illustrato della giovinezza”. C’è molta voglia di esplorare i sentimenti umani in tutte le sue forme e molta consapevolezza sulle sofferenze e le zone d’ombra presenti nelle vite di tutte le persone. Di notte è più semplice indagare queste emozioni profonde?
Esatto, “Blue” vuole rappresentare un po’ la ‘tipica vita dei ragazzi ventenni’ con tutto l’amore e dolore, anche in questo caso altalenanti, che si provano. La notte, quando tutti i rumori intorno a te iniziano a svanire e sei veramente solo con i tuoi pensieri, la ritengo una delle parti più importanti della giornata. Esce la vera versione di ognuno di noi, ed è come se tutte le emozioni si palesassero davanti ai tuoi occhi. Così ne approfitto per scrivere e comporre brani di vicende che vivo ogni giorno e plasmarle in situazioni in cui ogni persona si può riconoscere.
Un’altra cosa interessante del disco è il lavoro che è stato fatto sul suono e sugli arrangiamenti: ci sembra abbiate operato un’ottima sintesi tra una sorta di chamber pop moderno e un uso minimale dei synth che ben si addice al tuo sincero songwriting notturno. Ci racconti com’è andata in questo senso la collaborazione col produttore milanese Giacomo Carlone?
Lo dico adesso e lo dirò per sempre, lavorare insieme a Giacomo è stata come una rivelazione per me. Insieme a lui ho scoperto strade (e synch) che non pensavo minimamente potessero appartenermi. Abbiamo esplorato e viaggiato come in mezzo a mari d’idee ed abbiamo studiato in ogni minimo dettaglio ogni particolare dei brani. Abbiamo anche portato a casa in una sola mattinata il brano “Parliamo Di Sogni” – lui era subito entrato in feeling con il testo ed era super entusiasta di cominciare con quella canzone. Abbiamo poi reso tutto il più ‘cupo’ possibile con “A Te Fa Male?”, che vuole rappresentare la fine di una relazione. Abbiamo cercato suoni che richiamassero allo scintillio delle stelle, per soddisfare la mia richiesta in particolare e per stare coerenti con il titolo del brano “Le Promesse Fatte Alle Stelle” – da cui poi è nato, grazie ad esperimenti di riarrangiamenti, anche un sound che richiama un po’ gli anni ‘80. Per poi finire con sonorità quasi sospese e senza un vero punto d’arrivo per “Film” – che racconta invece il termine di un’amicizia a me cara.
Cosa offre la scena musicale lodigiana? Hai avuto modo o vorresti lavorare assieme a un* artista del tuo luogo d’origine?
Ci sono moltissimi ragazzi nel lodigiano che vivono o si divertono con la musica e questa cosa mi rende molto felice, ne conosco alcuni in particolare, tra cui mia sorella stessa. Ho collaborato attivamente con qualche produttore della mia zona e parlato con qualche cantautore, ma non ho ancora avuto modo di lavorarci su un brano o qualche arrangiamento, anche se la cosa non mi dispiacerebbe affatto!
Ti ringraziamo e ti salutiamo con un’ultima domanda: cosa bolle in pentola nel futuro di Simone Porreca?
Una cosa che amo fare è sperimentare e reinventarmi in continuazione. Credo però che la notte, la luna e le stelle abbiano ancora molto da darmi. Sto già lavorando a nuovi brani per ampliare il mondo di “Blue” e creare un progetto un po’ più sostanzioso. Ho già tutto pronto nella mia mente, ora devo solo procedere alla realizzazione di tutte le mie idee.
Il 19 gennaio 2024 è uscito il primo album di Cranía, “584”, via Costello’s Records con distribuzione The Orchard. Il titolo del disco si riferisce al numero di giorni che compie Venere per riportarsi in congiunzione con il sole. Le nove tracce, a loro volta, rappresentano l’orbita del disco: si susseguono creando un’esperienza d’ascolto che riverbera con la stessa intensità delle onde del mare che rispondono ai moti celesti della Luna. L’approccio di Cranía alla scrittura è riflessivo e metodico, quasi matematico: il lavoro svolto dietro il disco, sia in fase di produzione che di composizione, si distingue per raffinatezza e qualità, senza mai sacrificare l’emozione e l’essenza coinvolgente di un ascolto spontaneo. Questa sinergia tra precisione e passione dà vita a un lavoro di alto livello, di sapore internazionale. Ascoltare “584” di Cranía è una passeggiata sul suono lunare, dove le melodie elettroniche e i testi evocativi trasportano l’ascoltatore in un viaggio fuori dal tempo e dallo spazio, attraverso paesaggi sonori che rispecchiano la maestosità e la quiete degli spazi siderali.
Ad: Facciocosepunto Ph: Stella Giulia Casarin
Per l’occasione abbiamo fatto due chiacchiere con la cantautrice lombarda per approfondire la sua arte.
1) Quali differenze ci sono state nella lavorazione (dall’ideazione dei brani alla produzione dei brani in studio) del primo EP e di questo primo disco? Quello sul primo disco è stato un lavoro più di cesellamento a partire dalla creazione stessa dei brani, che ho rivisto a più riprese. Sono partita da canzoni che già avevo nel cassetto, ma che per svariati motivi non riuscivo a completare, forse non erano ancora mature, fino a lasciarmi andare alle nuove. Per quanto riguarda le produzioni, è andata nello stesso modo: c’è stato un lavoro fitto di pre-prod con Mirko Bruno, culminato in un mese di studio da Federico Carillo alla ricerca dei vestiti giusti per “584”.
2) Quali sono le tue principali influenze (o cosa ti piace ascoltare ultimamente) e con qual* artist* ti piacerebbe fare un featuring? RY X e Luigi Tenco sono le mie principali influenze, ma ultimamente sono in fissa con il fado. In merito al featuring, mi piacerebbe farlo con… ve lo dico nella prossima intervista 🙂
3) C’è un festival o un palco in particolare in cui ti piacerebbe esibirti? Ogni palco è importante, soprattutto per chi come me vuole proporre la propria musica. Se devo fare un nome dico il “MI AMI” perché è un festival che seguo con interesse e che ha a cuore anche i progetti emergenti.
4) Arrivi da una valle del bresciano e in un brano del precedente EP citi il tuo paese natale, ma quanto è importante oggi quel tipo di dimensione per la genesi della tua musica? È vitale. Senza le mie radici, non sarei la musica che scrivo appunto. Inoltre, sento la necessità di ritornare alle mie origini ogniqualvolta ho il bisogno di visualizzare le montagne, il mio orizzonte.
BIO Cranìa è una cantautrice che ha le montagne negli occhi. La sua voce è rotta e si fa strada scavando tra crepe di parole fragili. Ma è in superficie che trova la luce su ritmiche morbide, intrecci elettronici e melodie ariose. Una luce pronta a lasciare il segno.
Già paragonato a Beck in tempi non sospetti (fonte: Il Sole 24 ore), singolo dopo singolo il talentuoso cantante e compositore polistrumentista Simone Matteuzzi, dalla remota provincia di Milano, si sta facendo spazio nel panorama discografico italiano facendo sfoggio di tutta la sua ecletticità e portando una freschezza e una poetica che non stanno lasciando indifferenti stampa, addetti ai lavori e pubblico. Con il suo ultimo brano “Affinché il mare”, si delinea ancora meglio la pluralità artistica del suo profilo: una poesia onirica sotto forma di ballad disarmante per tenerezza e per splendore, che chiude il cerchio iniziato con la schizofrenica “Ipersensibile” (brano che lo ha portato tra i finalisti di Musicultura 2023), offrendo una visione decisamente più completa dell’universo sonoro di Simone, che siamo sicuri però essere ancora più ampio. Ad aprile in arrivo il suo disco d’esordio sotto la guida di Costello’s Records e con distribuzione Virgin Music Italia e noi non vediamo l’ora. L’indie italiano riparta da Simone Matteuzzi!
Ascolta i singoli usciti fino a ora qui:
Biografia
Simone Matteuzzi, cantautore e musicista della nebbiosa provincia di Milano, classe 2001, scrive e realizza le sue canzoni sonnecchiando qua e là tra accordi, profumi, sillabe e impressioni; forse con grande acutezza e sensibilità, o forse con un’ironia agitata, brulicante. Sin da bambino è innamorato della black music, suggestione che completerà negli anni del liceo con la scoperta e lo studio del jazz, della classica, del cantautorato e di vari generi sperimentali. Suona in numerosi locali di Milano e hinterland con progetti jazz e cantautorali. Nel 2022 vince il Premio“Ricerca e Contaminazione” della Pino Daniele Trust Onlus, con la quale partecipa successivamente come artista e tastierista all’evento “Qualcosa Arriverà”, audiovisual performance nella Galleria Umberto I di Napoli. Nel 2022 inizia a collaborare, come artista e produttore, con Zebra Sound, società di produzione ed edizione musicale di Milano, con la quale produce il suo progetto d’esordio. Con il suo singolo “Ipersensibile” è tra gli otto vincitori dell’edizione 2023 di Musicultura, Festival Della Canzone d’autore e della canzone popolare in lingua italiana e tra i finalisti di Jazz the Future, concorso indetto da JazzMI e Volvo Studio Milano. Nel 2023 inizia la sua collaborazione come artista con Costello’s Records.
Abbiamo ascoltato in anteprima il debut album di Pugni, musicista pisano trapiantato a Torino, in uscita nei prossimi mesi. Salta subito all’occhio che ciò che caratterizza l’artista e muove il suo percorso creativo è l’incontro tra le sue due identità: psicologo e cantautore. Partendo dalla quotidianità della sua professione, Pugni si pone l’obiettivo di scavare nell’animo fino ad arrivare ad indagare l’inconscio tramite le proprie creazioni musicali cercando di trovare un significato ai tormenti di ogni giorno. Come la sua personalità, anche il disco di Pugni rivela una doppia anima: la voce del cantautore alterna momenti delicati e urlati, così come la musica passa da chitarre dal sapore grunge ad attimi più folk. Pugni proprio come la lotta interiore che ognuno di noi deve affrontare continuamente.
La distribuzione delle sue opere è affidata a Believe Music Italia, mentre GDG Press seguirà l’ufficio stampa del progetto. A breve fuori il primo singolo estratto.
ph: Giulia Bartolini
BIO Lorenzo Pagni, in arte Pugni, nasce nel 1993 sulle sponde di un fiume e cresce navigando sulle sue acque. Per la maggior parte della sua vita, ogni giorno, ha passato ore seduto su una canoa, sorretto dall’acqua e circondato dagli alberi, in silenzio, ripetendo lo stesso gesto milioni di volte. Pugni scopre la musica da bambino grazie ai dischi del padre, ma la comprende nel ritmo cadenzato dalle remate. Quella chiamata sarà tanto forte da trasformare il remo in una chitarra e la fatica in conoscenza dell’animo umano. Lorenzo di giorno fa lo psicologo in una clinica psichiatrica, di notte scrive canzoni.
“LEI NON SA” è il nuovo singolo di Eddie Brock dopo l’esperienza del Coca-Cola Future Legend nel team di Annalisa Scarrone.
Il brano, disponibile dal 30 aprile su tutte le piattofome digitali intreccia il nuovo pop cantautorale al pop punk e racconta i dubbi e le malinconie della generazione Z. Un carillon, chitarre elettriche e l’energia delle Drums in stile post rock racchiudono in questo brano tutta la voglia di rivalsa personale del giovane Eddie.
“Lei Non Sa” è la storia di una ragazza fragile che, dopo l’ennesima delusione, non riesce più a fidarsi di nessuno. Il brano inizia con un piano e una chitarra acustica, per poi trovare il suo climax ascendente nel ritornello aprendosi con batterie e chitarre elettriche. Uno storytelling che mette a nudo le emozioni e le sensazioni della protagonista. Uno scorcio su una generazione che riesce a far capire quante insicurezze riserva questo mondo.
Edoardo Iaschi, in arte “Eddie Brock”, nasce a Roma nel 1997. Inizia a comporre quando era solo un bambino, all’età di undici anni. La sua passione per la musica si trasforma in una vera e propria vocazione, che lo porterà a cercare nuove avventure e stili da sperimentare. Eddie scrive per esigenza, per uno sfogo personale, le sue canzoni spesso sono frutto diretto delle sue esperienze, cerca sempre di tradurre il proprio pensiero per far sì che la gente possa rispecchiarsi nelle sue parole. Le sue canzoni si basano sulla sincerità e trasparenza, con un pizzico della sua follia. Nel dicembre del 2018 viene selezionato tra migliaia di artisti per partecipare al Coca-Cola Future Legend, nel Team Soul di Annalisa Scarrone.
“tu mi fai” è il titolo del nuovo singolo dei LAMETTE. Il brano prodotto con Simone Sproccati parla di una storia d’amore nata d’estate, delle notti passate in macchina ad appannare i vetri, uno di quei amori stagionali che ti lasciano alla fine l’amaro in bocca e la sensazione che tutto ciò non sia stato abbastanza.
Il duo fotografa un amore ruvido, passionale, che paragona ad una rosa bella ed elegante ma allo stesso tempo tagliente con le sue spine. Una fitta al cuore, come un colpo di pistola sparato dritto in mezzo al petto. Forse tutto è successo troppo in fretta, quasi da non accorgersene. Lei troppo bella per resisterle, ma forse non era ancora il momento giusto.
Cristian Pinieri e Vasco Cassinelli in questa canzone mescolano sonorità Indie Pop, Alt-Pop, Lo-fi e Urban Pop, mantenendo il mood elegiaco dei precedenti brani in un percorso che ha visto il progetto maturare sia musicalmente che artisticamente raccogliendo consensi tra gli addetti ai lavori e ritagliandosi uno spazio sempre maggiore tra gli artisti emergenti del panorama indipendente.
“Quando il nostro amico e producer Alessandro Landini ci ha mandato la prima bozza del beat il ritornello è nato da sè, quasi come se fosse nella nostra testa da sempre e aspettasse solo il momento giusto per prendere vita”.
LAMETTE è il nome del duo formato da Vasco Cassinelli e Cristian Pinieri. Entrambi classe ‘98 e di Piacenza si conoscono alle superiori, da lì iniziano ad approcciarsi al mondo della produzione e scrivono i primi testi insieme. Le influenze musicali di entrambi sono svariate tra cui Alt-Pop, R&B, Lo-fi, HipHop, Chillwave e Indie Pop. In totale il duo ha pubblicato finora 4 singoli e 1 featuring, collezionando numerosi traguardi come l’inserimento nelle playlist editoriali di Spotify “New Music Friday Italia” e “Scuola Indie”, tra i loro brani più ascoltati il singolo “quando ti spogli” con oltre 100.000 streams e 6 mesi di permanenza in editoriale.
I LAMETTE hanno risposto alle nostre domande in questa intervista
“Ognuno ha preso la propria strada e ciò che rimane è il rimpianto di non poter tornare indietro a quell’estate”.
“Eroi” è il nuovo singolo del cantautore Daniele Maria distribuito da Artist First e prodotto da Riccardo Ranzani frontman della band italo irlandese “Strawman & Jackdaws” disponibile da giovedì 8 aprile su tutte le piattaforme digitali.
Il testo racconta di come “la fragilità” e “la vulnerabilità” possano essere visti come punti di forza, perché è solo attraverso essi che possiamo scoprire i nostri punti deboli, riuscendo dunque ad affrontarli. “Le delusioni, le sconfitte, le gioie, fanno parte di noi come gli occhi, il cuore e la pelle”.
Il brano è un alternarsi di momenti sonori dove l’energia del beat si intreccia a le ritmiche elettroniche e ai synt in un mix di influenze urban, pop e indie.
Daniele Maria Di Forti in arte “Daniele Maria” nato a Palermo, classe 96. In Età infantile si trasferisce a Torino con la sua famiglia, la città che lo ha adottato e cresciuto. A Torino ha iniziato a frequentare i primi corsi di recitazione, la sua più grande passione oltre alla musica, per questo motivo glii piace definirsi cantattore. Inizia a scrivere testi all’età di 14 anni avvicinandosi al panorama hip hop, negli anni poi sperimenta sonorità di tipo urban, trap e indie pop.
“Ho scritto Eroi in un momento di fragilità, mi sentivo perennemente sbagliato, lontano dagli affetti, incapace di prendere una decisione, ho cercato di esorcizzare questa mia condizione emotiva scrivendo questa canzone”.
Le parole che compongono il testo del ritornello, in un misto di autoironia e momenti più riflessivi, fanno emergere al meglio l’essenza di questo brano: “diventeremo grandi e porteremo i tagli e li porteremo addosso come i sensi di colpa perchè non siamo Eroi”.
“Sono super orgoglioso delle mie origini e cerco di farlo emergere anche nei miei testi, l”amore è la mia benzina”.
Daniele Maria, origini Palermitane e Torinese di adozione, da quasi quattro anni vive a Roma dove avvia la collaborazione con Riccardo Ranzani, producer del brano, e Stefano Canavese.
Daniele Maria ha risposto alle nostre domande in questa intervista
“Eroi” è una canzone in cui emerge il senso di inadeguatezza giovanile: alcune volte siamo nel posto giusto, al momento giusto, e non ce ne rendiamo conto perchè ci sentiamo inadeguati”.
Daniele di cognome fa proprio Vino e nella vita si occupa di cucina. Dopo “Vita semplice” arriva il secondo brano del cantautore pugliese prodotto da Luca Giura (Molla), intitolato “Carezze”.
Un racconto ottimista che parla in modo spontaneo e genuino di vita quotidiana e di primavera. Mettere un po’ la testa fra le nuvole e lasciarsi accarezzare dal vento e dal sole tiepido, una chitarra ed un morso ad un pezzo di cioccolato!
Daniele Vino, classe 1993, pugliese. Racconta le sue storie chitarra e voce, cercando di portare in musica la sua terra, con i suoi profumi. Gli piace definirsi metà cuoco e metà cantautore e ci ha raccontato di aver costruito la sua prima chitarra con dei ritagli di cartone e degli elastici di mazzi di fiori ad appena nove anni.
“Carezze l’ho scritta a Novembre, di fronte ad un cassone giallo di quelli dove si lasciano gli indumenti usati. Con Luca, abbiamo arrangiato il brano cercando di creare una sinergia fra tutti gli strumenti, un po’ come quando in campagna fai l’orto e metti un po’ di fiori attorno alle piante di fagiolino!”.
Daniele Vino ha risposto alle nostre domande in questa intervista
“Nelle mie canzoni voglio sempre essere ottimista, cosa che non riesco sempre a fare nella vita quotidiana, e cerco sempre di raccontare le mie storie in modo più spontaneo e genuino possibile. Per me questa canzone è una primavera, un augurio ad una rinascita di tutto e di tutti, per questo sono convintissimo che tutti questi guai che ci capita di seminare un giorno diventeranno carezze”.
Calzini è il nuovo singolo di Darte, cantautore di origine Calabrese impiantato a Milano. Un brano che racconta come ci si può sentire soli per l’assenza di qualcuno.
Il brano, che è stato prodotto da Antonio Condello, strizza l’occhio al sound indie-pop con riferimenti al vaporwave. L’ironia e la malinconia, caratteristiche ricorrenti nei testi di Darte, sono mescolate ai momenti di vita quotidiana di una relazione tanto complicata quanto intensa “come il cammino di Santiago” che rendono il brano una buona canzone indie pop.
“E’ una canzone d’amore e quindi potrebbe sembrare scontata, ma è un sentimento che nasconde così tante sfaccettature che si potrebbero scrivere pagine e pagine di discografia. Per creare qualcosa di unico si deve raccontare la verità. Agli ascoltatori non sfugge niente”.
“La canzone è stata scritta lo scorso anno quando era da poco finito il primo lockdown generale. Periodo in cui – ammette Carmelo ( Darte ) – era abbastanza scosso, e non aveva stimoli per scrivere nuove canzoni. Poi un giorno per caso, così come mi accade spesso, ha iniziato a buttare giù i primi versi ed è nata Calzini cosi come la conosciamo oggi.
Darte ha risposto alle nostre domande in questa intervista.
“Ho iniziato a ripensare ai momenti passati durante il periodo di quarantena e a quanto fossero importanti alcune persone”. Per me l’amore è un po’ come il cammino di Santiago: un’avventura ardua, difficile, profonda, che solo con un pizzico di coraggio e di sana follia ti sa regalare tanto”.