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Le 5 cose preferite dei Rootworkers

The Rootworkers, talentuosa band marchigiana, pubblicano “Dead Flower Blues” (Level Up Dischi), nuovo singolo e video. Il quartetto fa affiorare tutto il proprio talento in un pezzo che si collega direttamente con le radici del blues ma prende svolte psichedeliche, lasciando galoppare gli strumenti e la fantasia, in tutta libertà. E ci raccontano le loro cinque cose preferite. 

1. La campagna

Siamo nati in campagna, ci viviamo quasi ogni giorno e ne siamo innamorati. Nessuno che rompe i coglioni, il sole sulla pelle, i grandi spazi aperti e l’aria pulita che si respira la rendono il nostro posto preferito. 

2. La birra

La spremuta di luppolo è la nostra compagna di sempre. E’ una parte importante della nostra dieta, ce la portiamo in sala prove, in studio e ai live è anche più buona. D’inverno aiuta a scaldare i muscoli e d’estate rinfresca, è il nostro eco-carburante. 

3. Gli strumenti

Ci scambiamo ogni giorno decine di annunci, strani modelli di chitarre, strumentazione in vendita che bramiamo di acquistare ma che non compreremo perché non ne abbiamo la possibilità, ovviamente. Anche solo a scopo ammirativo, di goduria, c’è sempre uno scambio di opinioni e ricerca di chitarre, amplificatori, mixer e strumenti particolari. D’altronde il nostro arsenale è una parte fondamentale per nostra la pasta sonora, un buon feeling e l’ estetica personale e di gruppo. 

4. Il Fumé

La pasta al fumé è il nostro piatto preferito. Ogni volta che abbiamo a disposizione una cucina il nostro bassista ci prepara un ottimo fumé tutto marchigiano. E’ la nostra portata caratteristica, perfetto per rifocillarsi e per riprendere la carica.

5. I live club

Siamo amanti della musica e quasi ogni fine settimana andiamo nei live club locali che organizzano concerti. Ci piace l’atmosfera di casa che si respira, essere circondati da amici, conoscenti e bella gente che come noi è appassionata di musica. Non c’è modo migliore per passare un sabato sera che non sia andare a vedere e ascoltare gruppi indipendenti e non. 

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Comunicato stampa

“Dead flowers blues” è il nuovo singolo dei Rootworkers

C’è sempre un po’ di morte e di resurrezione nel blues: lo sanno benissimo THE ROOTWORKERS, talentuosa band marchigiana, che pubblica DEAD FLOWER BLUES (Level Up Dischi), nuovo singolo e video.

Il quartetto fa affiorare tutta la propria abilità in un pezzo che si collega direttamente con le radici del blues ma prende svolte psichedeliche, lasciando galoppare gli strumenti e la fantasia, in tutta libertà.

DEAD FLOWER BLUES” – racconta la band – è il primo singolo scritto dopo il nostro EP d’esordio “ATTACK, BLUES, RELEASE”. Il titolo, letteralmente “blues del fiore morto” prova a riassumere in modo velato il testo, fungendo da metafora alla necessità di cambiamento, della vita che va e include morti, rinascite, ma anche momenti di stallo, di decisioni difficili, di buone e cattive avventure nel mondo. Il brano ha fattezza rock/blues, con un’atmosfera sospesa nelle strofe che esplodono poi in un riff stoner/rock, per arrivare a uno special psichedelico che introduce al finale del pezzo”.

“Il videoclip di “DEAD FLOWER BLUES” è stato realizzato da PAOLO TASSO, amico e videomaker maceratese. L’idea è stata quella di montare diverse clip ritagliate da archivi liberi sulla rete, amalgamarle edar loro un tocco alla “super8”, creando un Frankenstein di immagini, luci e ombre. Le clip scelte offrono un’altra prospettiva su quello che è il significato di DEAD FLOWER BLUES: un passaggio, un cambiamento, il prima e dopo di un momento di stallo e la necessità di rinascere. Anziani, bambini, nature vive e morte e scene quotidiane accompagnano la musica in un viaggio di4:03 minuti che non ha inizio né fine, ma sembra disegnare lo scorrere Inevitabile e incessante delle cose”.

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THE ROOTWORKERS nascono nel 2019 nei meandri delle campagne appignanesi (MC), dove stabiliscono la loro base operativa. Sin dai primi esperimenti in sala prove trovano affinità nello studio della musica nera, incentrando la loro ricerca sulla costruzione di suoni acidi, stridenti, intrisi di groove che trascendono il classico blues.

Un’indagine musicale ed estetica che riparte dalla traccia, dal frammento, riportando quell’atmosfera nebulosa e labirintica di un paesaggio sonoro in sospensione. La formazione è composta da ENRICO PALAZZESI al microfono/chitarra ritmica/chitarra slide, LORENZO CESPI al basso, ANDREA BALLANTE alla chitarra solista ed ENRICO BORDONI alla batteria/piano.

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