Alessio Ciccolo, cantautore d’origine calabrese , come molti giovani della sua età, si trasferisce a Bologna per studiare. Racconta la storia di chi come lui si sposta da città piccole in una che appare come la “città dei balocchi”: Bologna è una città meravigliosa e per uno studente fuorisede appare come un sogno che si realizza. Dopo gli anni di studio però Alessio inizia a maturare, si compie quello che è il passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta, all’età delle responsabilità. Durante questa crescita quasi obbligatoria, Alessio scrive canzoni, appunti, scrive di qualsiasi cosa gli passi tra le mani, dando vita a quello che è il suo ep d’esordio: “Solo un dovere”.
La prima traccia è il punto di partenza in un viaggio in treno: “Mi tengo” è la somma di tutte le cose che Alessio mette in valigia, l’emozione di lasciare la propria terra, la paura di non essere all’altezza ma la voglia di dimostrare a se stesso di essere diventato grande; ritmo incalzante delle chitarre come a voler dire “Io sono pronto”.
Approdiamo poi nel mondo di “Lavanda e avorio”, una ballad dal sapore anglosassone, seppur fedele alla tradizione della canzone d’autore italiana. Questa canzone racconta una storia che l’artista ha vissuto in prima persona, l’esempio di una relazione che non vuole definirsi, che non vuole confini ma semplicemente esiste.
“Gennaio ‘14” è la fotografia di Piazza Maggiore. Chiunque sia stato almeno una volta nella propria vita in questo luogo, può capirne la magia: si tratta del centro pulsante di Bologna. Alessio racconta infatti il primo incontro con questa città, la canzone è stata prodotta in 24h con i suoi musicisti e rappresenta un esperimento elettronico dal sapore rockeggiante (a nostro dire ben riuscito).
Il viaggio continua: dopo essere partiti dalla Calabria e aver toccato Bologna, ora è la volta della riviera romagnola. “La marina” non una hit estiva, bensì il racconto di una giornata al mare. Alessio si sente catapultato in un sogno felliniano e affida le suggestioni di quella giornata agli occhi di tre personaggi appartenenti a generazioni differenti.
L’EP si conclude con “I balconi“, brano scritto durante il primo lockdown. Il titolo prende spunto da uno dei principali trend-topic sui social, che diventa un escamotage per trattare di un’amicizia persa nel tempo. “Crescere è solo un dovere” è un inno di mesta ribellione agli anni che scorrono, un tentativo di rimanere fedeli a noi stessi e alle cose a cui apparteniamo nel profondo.
Il primo lavoro discografico di Alessio Ciccolo è un biglietto da visita molto promettente, un connubio di elementi tipici del cantautorato italiano e infatti sono evidenti i riferimenti ad artisti come Niccolò Fabi e Colapesce, ma il tutto è condito un rimando alla scena britannica degli anni Novanta.
Si chiude così il primo capitolo per il cantautore calabrese, che già al lavoro in studio sui prossimi brani, ci promette di stupirci e meravigliarci ancora.
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